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Il ragazzo di campagna


Debole come inventiva nel prospettare le difficoltà e gli imprevisti della vita nei cosiddetti agglomerati urbani il raccontino si adagia pigramente
nel ricalco di situazioni stantie,rispettanti il disagio del villico inurbato:situazioni che solo un copione vivace e una regia estrosa e pungente potevano rinfrescare e riscattare.Pozzetto è in fase di stanca…
Questo il commento del critico del giornale La Stampa l’indomani dell’uscita nelle sale di Il ragazzo di campagna (1984) per la regia del duo Castellano e Pipolo.
Una recensione che ha del sorprendente,fatta con evidente malanimo, sicuramente non obiettiva e,cosa peggiore,culminante con la chiosa “Bella prova dell’attrice  Donna Osterbuhr“,commento che mostra un’imbarazzante idea del cinema e sopratutto della recitazione.
Quando Pozzetto interpreta Il ragazzo di campagna, è reduce da ottime prove,anche con sfumature drammatiche rese in film come Porca vacca o tragicomiche come in Un povero ricco, quindi,tutt’altro che una fase di stanca.


Si tratta semplicemente di scelte artistiche differenti condizionate dalla pesantissima crisi del cinema italiano che proprio dal 1984 farà sentire la sua morsa riducendo a meno della metà le produzioni italiane.
Va analizzato anche il contesto storico delle pellicole;siamo agli inizi degli anni effimeri del nuovo boom italiano,del craxismo,del benessere generalizzato;dopo la stagione degli spari e degli omicidi,della violenza politica quotidiana gli italiani hanno voglia di ridere e dimenticare oltre un decennio di violenza.
Il ragazzo di campagna assolve allo scopo con leggerezza,donando sorrisi e soprattutto facendo finalmente piazza pulita di commedie sexy senza costrutto,di banali film beceri e volgari,di soldatesse e procaci studentesse,ovvero, del trito campionario cinematografico che si era imposto sulle ceneri del cinema anni sessanta e settanta,ormai irrimediabilmente passato nell’archivio dei ricordi.
Il film della premiata ditta Castellano e Pipolo (al secolo Castellano e Moccia) presenta nuovamente uno dei loro attori totem,Pozzetto,da loro già diretto (decisamente bene) in Mia moglie è una strega e, con risultati molto più scadenti,in Grand Hotel Excelsior.


Il duo,da sempre impegnato in commedie leggere e divertenti,centra il bersaglio con un film che ha uno sfondo proto ecologista e che anticipa una delle tematiche degli anni 80,ovvero il rimpianto per la tranquilla vita campagnola da parte di tutti quelli che avevano sognato le luci della città.
Com’è bella la città,com’è grande la città,com’è viva la città,com’è allegra la città.Vieni, vieni in città che stai a fare in campagna?
Se tu vuoi farti una vita devi venire in città.
Così cantava Gaber,milanese Doc,nel 1969,con tanta sottile ironia,anticipando uno dei temi che nei decenni futuri sarà il fulcro dell’inquietudine sociale,l’abbandono della campagna in favore della vita frenetica e disumanizzante della metropoli.
Nel film Il ragazzo di campagna questo è un tema centrale,anche se affrontato con disimpegno e comicità,a tutto favore della istintiva simpatia del personaggio Pozzetto,qui assolutamente irresistibile con quel suo volto da “bamba” con alle spalle,però,una sorta di istintiva diffidenza mista a ingenuità,che era poi il marchio di fabbrica dell’attore milanese.
Il film narra le vicissitudini di Artemio,candido contadino della periferia milanese,stanco della vita agreste fatta di cose semplici ma anche monotone,come il letame da spalare,la mancanza assoluta di distrazioni (l’unica è guardare ammirato il treno che corre sui binari),il gallo scassa scatole che implacabilmente lo sveglia ogni mattina,l’anziana madre che non sogna altro che vederlo accasato con Maria Rosa.


Artemio il giorno del suo compleanno molla tutto e preso il trattore si reca in città;da qui l’inizio delle sue tragicomiche vicissitudini che lo porteranno a ritornare a casa,non dopo aver imparato a proprie spese che la tentacolare città è molto lontana da come l’aveva immaginata e che in fondo la campagna,forse noiosa ma sicuramente più tranquilla è la sua vita,il suo nido e il suo rifugio.
Una commedia spassosa,con momenti di irresistibile comicità,come il lancio della scarpa al gallo (“La devi smettere di rompere le scatole tutte le mattine all’alba,ti avevo avvisato.Gallo avvisato mezzo accoppato!“) o i surreali dialoghi con la madre (“Ma è possibile che tutte le volte che muore un gatto tu mi cucini il coniglio?!?“).
Pozzetto aveva già interpretato un ruolo definibile come “ecologista” nel serioso Oh Serafina di Lattuada,nel quale il personaggio Augusto Valle assomiglia per candore e ingenuità ad Artemio. Il film è disponibile in streaming all’indirizzo http://www.tantifilm.uno/guarda/il-ragazzo-di-campagna-1984-streaming/


Se le ambizioni dei due film sono chiaramente differenti,quelle di Pozzetto sono le solite:interpretare al meglio il personaggio,dandogli le caratteristiche di se stesso,di quell’attore/uomo forse come già detto “bamba” ma umano,autentico,vero.
A differenza di quanto esposto dal solone di cui ho anticipato la recensione,se il film è esile ottiene al tempo stesso quello che voleva ottenere: sano divertimento.
In quanto al resto del cast,assolutamente inguardabile Donna Osterbuhr,carina ma lontanissima da una recitazione almeno apprezzabile;del resto la sua carriera effimera nel cinema si concluse l’anno successivo con l’inguardabile Yado,al fianco di due non attori,
due autentiche negazioni della recitazione,Sylvester Stallone e l’allora sua compagna Brigitte Nielsen.
Discreto Boldi,il cugino “scoreggione” e brava Clara Colosimo;brevi parti per Enzo Cannavale,Enzo Garinei,Massimo Serato.
Un film da recuperare,per una sana e spensierata serata di allegria.

Il ragazzo di campagna
Regia di Pipolo, Franco Castellano. Un film con Renato Pozzetto, Massimo Serato, Massimo Boldi, Enzo Cannavale, Clara Colosimo, Franco Diogene. Genere Comico – Italia, 1984, durata 93 minuti.

Renato Pozzetto: Artemio
Massimo Boldi: Severino Cicerchia
Donna Osterbuhr: Angela Corsi
Clara Colosimo: signora Giovanna
Sandra Ambrosini: Maria Rosa
Renato D’Amore: il fabbro
Franco Diogene: il direttore d’assicurazione
Enzo Cannavale: il non vedente
Enzo De Toma: il paziente dell’ospedale
Enzo Garinei: il direttore del residence
Elio Veller: Margherita, l’omosessuale
Guido Spadea: il collega del direttore d’assicurazione
Massimo Serato: lo spacciatore di droga
Pongo: il dottore al centro prelievi
Dino Cassio: il commissario di Polizia “pirata”
Jimmy il Fenomeno: contadino
Armando Celso: Erpidio
Lucia Vasini: la cassiera della mensa
Daniela Piperno: la nipote del cieco
Andrea Montuschi: il tassista

Regia Castellano e Pipolo
Soggetto Castellano e Pipolo
Sceneggiatura Castellano e Pipolo
Produttore Achille Manzotti
Distribuzione (Italia) Titanus
Fotografia Danilo Desideri
Montaggio Antonio Siciliano
Musiche Mariano Detto
Scenografia Bruno Amalfitano

“La devi smettere di rompere le scatole tutte le mattine all’alba,ti avevo avvisato.Gallo avvisato mezzo accoppato!”

“Il buongiorno si vede dal mattino.
Infatti io sto caricando letame…”

“Eh beh insomma,il treno è sempre il treno…”

“Ma è possibile che tutte le volte che muore un gatto tu mi cucini il coniglio?!?”

“Ma come? Lei non mi ha lasciato morire nell’acqua, per affogarmi nella merda???”

“La Mariarosa è bella! Ecco, allora se è bella te la sposi te…”

“Sei contento che ti do una chance?
Eh beh si eh! Solo che non saprei dove metterla, ho la casa piccola. È ingombrante?”

” Mamma è una brava ragazza, è diplomata!
Allora l’è un putanun!”

“Ah sì mi ricordo, sei quello biondo che c’ha la faccia da pirla?
Ma io non sono biondo!
Allora mi ricordo fortemente la faccia.”

“40 anni…. E proprio come il castagno sono rimasto qui, e loro fanno la torta fanno la festa per festeggiare
quarant’anni passati qui in mezzo agli zulu a consumare la mia giovinezza, ma andate affanculo!”

– Quanto lo pagate il sangue al litro?
– Quaranta mila.
– Me ne tolga tre litri.

– Ma come, lei non mi ha lasciato morire nell’acqua, per affogarmi nella merda?!

Il casolare privato dove venne girato il film

 

febbraio 28, 2018 - Posted by | Commedia | ,

2 commenti »

  1. Film che strappa risate genuine, ricordo sempre con affetto e quando so che è in TV rivedo sempre con molto piacere.

    Personalmente fra i miei preferiti in assoluto della carriera di Pozzetto

    Commento di loscalzo1979 | marzo 20, 2018 | Rispondi

    • Si passano quasi due ore in totale allegria.In fondo era questo che volevano i registi ed è esattamente quello che ottengono

      Commento di Paul Templar | marzo 21, 2018 | Rispondi


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