Filmscoop

Tutto il mio cinema

Corpo e anima


In un macello di una città dell’est Europa arriva una nuova responsabile del controllo qualità; nello stesso luogo lavora anche Endre, il direttore amministrativo,un tipo solitario e con il braccio sinistro paralizzato. Anche Maria è una donna solitaria, anzi, sembra quasi asociale. Risponde a monosillabi e rifiuta ogni contatto con gli altri dipendenti dell’azienda.
L’arrivo di una psicologa, chiamata per analizzare le personalità dei dipendenti, uno dei quali ha versato un liquido afrodisiaco per animali in un contenitore d’acqua porta a galla le personalità dei due protagonisti, che inaspettatamente hanno qualcosa in comune. Entrambi infatti fanno gli stessi sogni, sono due cervi che vivono liberi nella foresta e finiscono per incontrarsi e scambiarsi il cibo.
Poco alla volta Maria e Endre scoprono di avere qualcosa in comune oltre i sogni ed inizia per loro un lento percorso, reso problematico sopratutto dal comportamento della ragazza, che vive come una reclusa e che frequenta
uno psicologo infantile ,immersa in un mondo adolescenziale dal quale sono esclusi i rapporti umani e in cui non c’è altro spazio che per il lavoro.
Endre, con molta pazienza, riuscirà a colmare il divario fra il mondo di lei e il suo, quello di un uomo disilluso e ormai rassegnato all’abitudine…
Corpo e anima, diretto da Ildikò Enyedi è un film praticamente perfetto.


Elegante, ipnotico, racconta con un linguaggio cinematografico fatto di silenzi, di immagini quasi rallentate l’incontro di due anime chiuse in un silenzio imperscrutabile.
Che appare tale almeno fin quando, con lo scorrere del film, non iniziano a colloquiare. In un modo difficile, reso complicato dalle proprie nature di esseri solitari, immersi in particolari mondi dai quali gli altri sono esclusi.
Per motivi diversi ma che in fondo non hanno molta importanza.
Lui risente della sua menomazione, anche se non da a vederlo, lei è anafettiva ed incapace di relazionarsi essendo rinchiusa in un mondo infantile, il cui unico rifugio e il sogno.
Ed è la dimensione onirica ad unirli, l’unico modo che troveranno per fare uno un passo verso l’altro, colmando quell’abisso che altrimenti li avrebbe resi due lupi solitari.
Maria imparerà a conoscere i totem della civiltà moderna, sarà un banale cellulare a metterla in contatto fisico con Endre, così come scoprirà il valore della musica.
La scoperta rischierà di trasformarsi nella sua fine e sarà solo il caso a salvarla. A riportarla alla vita, quella fatta di sensazioni e di contatto fisico, in una parola sola d’amore.


Un film davvero molto bello, che richiede però un approccio assolutamente nuovo verso un linguaggio cinematografico fatto di silenzi, di inquadrature spesso prese dalla distanza. Di cose non dette.
E di contrasti fortissimi, come lo squallore del posto di lavoro dei due protagonisti, un macello in cui vediamo delle povere mucche avviarsi alla morte e la lussureggiante foresta protagonista dei loro sogni.
Sono due cervi, liberi.
Di vivere assieme, di bere nel lago, di fare una vita essenziale seguendo il ritmo della natura.
Quella natura che non tradisce e che anzi ti restituisce l’umanità.
Questo punto di contatto li farà crescere individualmente, portandoli verso una realtà in cui tutti e due potranno completarsi, lei imparando ad amare, lui ritornando ai sentimenti.
Un film delicato,dolce.


Che parte piano e che sviluppa, con lentezza, un percorso del quale davvero per oltre metà film non si capisce la meta.
Ma che diventa chiara quando i due protagonisti si aprono e prendono coscienza di se stessi.
E lo squallore del mattatoio, i corpi dei bovini squartati lasciano il posto alla poesia di un amore particolare, fra due esseri che lo hanno dimenticato (Endre) o non lo hanno mai conosciuto e del quale ignorano l’esistenza (Maria).
Premiato giustamente con l’Orso d’oro di Berlino, Corpo e anima ha avuto anche la nomination agli Oscar,che con un po di coraggio
la parruccona Hollywood avrebbe potuto premiare tranquillamente. Il film ha due grandi punti fermi: una regia intelligente e sensibile, quella della regista ungherese Ildikó Enyedi e quella dei due attori protagonisti,


Géza Morcsányi (Endre) e sopratutto lei, una strepitosa Alexandra Borbély, l’attrice slovacca che merita il plauso per la capacità addirittura sbalorditiva di dare quell’espressione imbambolata, priva di sentimento, anafettiva come dicevo all’inizio
e che si rivela magnetica a tal punto da chiedersi, minuto dopo minuto, cosa nasconde dentro di lei, l’enigma della sua figura.
Un film davvero particolare finalmente fuori dai binari e dagli schemi.
Consigliato assolutamente.

Corpo e anima
un film di Ildikò Enyedi, con Alexandra Borbély, Morcsányi Géza, Ervin Nagy, Pál Mácsai, Júlia Nyakó. Titolo originale: A teströl és a lélekröl. Genere Drammatico, – Ungheria, 2017, durata 116 minuti.

Géza Morcsányi: Endre
Alexandra Borbély: Mária
Zoltán Schneider: Jenő
Ervin Nagy: Sanyi
Tamás Jordán: psicologo di Mária
Zsuzsa Járó: Zsuzsa
Réka Tenki: Klára
Júlia Nyakó: Rózsi
Itala Békés: Zsóka
Éva Bata: moglie di Jenő
Zsófi Bódi: Piroska
Attila Fritz: Peti
Ábel Galambos: Tomi
Pál Mácsai: detective
Nóra Rainer-Micsinyei: Sári
Rozi Székely: Teri
Vince Zrínyi Gál: Béla

Regia Ildikó Enyedi
Sceneggiatura Ildikó Enyedi
Produttore Ernő Mesterházy,
András Muhi,
Mónika Mécs
Casa di produzione Inforg-M&M Film
Distribuzione in italiano Movies Inspired
Fotografia Máté Herbai
Montaggio Károly Szalai
Effetti speciali Balázs Novák
Musiche Ádám Balázs
Scenografia Imola Láng
Costumi Judit Sinkovics
Trucco Orsolya Petrilla

febbraio 19, 2020 - Posted by | Drammatico | , , ,

Al momento, non c'è nessun commento.

Lascia un commento