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Oltre il giardino


Oltre il giardino locandina 3

Trentasei anni dopo,Oltre il giardino di Hal Ashby mantiene ancora intatto il suo fascino,la sua poesia,la sua critica corrosiva
multi direzionale,rivolta contro la società del benessere divisa in classi,contro l’eterno dualismo tra l’avere e l’essere e infine contro
la società mediatica che costruisce fenomeni dal nulla,senza il minimo rispetto per il loro reale background o il loro reale ruolo nella società.
Un film quasi perfetto,straordinario,anche se girato con ritmi lentissimi,quasi un’opera ipnotica e potentemente visiva,un quadro impressionista e al tempo stesso realista che un immaginario pittore ha dipinto fondendo stili quasi inconciliabili fra loro.
Il primo tema,la divisione tra classi sociali,è quello a cui forse tiene di più Ashby,regista fine e intelligente,attento a problematiche sociali spesso dimenticate se non osteggiate dalla potente lobby cinematografica americana,più attenta a proporre temi leggeri e dai facili introiti che prodotti complessi, in grado di abbracciare tematiche profonde.
Ashby,dopo aver affrontato lo scottante tema del rientro dei reduci dal Vietnam,con il pluri premiato Tornando a casa,sterza violentemente e mette in scena una storia che ha del surreale nel suo svolgimento,con un personaggio che assomiglia al Candido di Voltaire almeno come ingenuità e che appare un agnello in mezzo ai lupi destinato al sacrificio.

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Ma questa volta il regista di Ogden sceglie un profilo basso;niente sciabola,ma fioretto.
Troppa la carne al fuoco per usare un linguaggio incendiario o per scatenare una guerra santa cinematografica.
E allora via al sarcasmo,quello nobile e all’ironia pungente.
Chance il giardiniere (Chance the gardener nell’originale americano) è un uomo qualsiasi,senza storia e senza futuro.
Ashby,che utilizza come struttura del film il romanzo Presenze dello scrittore polacco Jerzy Kosinski,manda il suo agnello in un mondo
che Chance non conosce,un universo assolutamente alieno per un uomo che ha vissuto tutta la sua vita nell’ovattato rifugio di una anonima casa di Washington.
L’unico suo legame con il mondo reale è la tv,che Chance ha seguito per tutta la vita affascinato,che però non gli ha mai mostrato la vita reale ma un suo simulacro,edulcorato dalla violenza e dalla competitività,dai tanti falsi miti della società del progresso,dai totem che essa ha costruito e che impone,spietatamente,ai componenti stessi della società.
Un mostro multi teste,un’idra che omologa,digerisce tutto e che distrugge senza pietà coloro che osano uscire dagli schemi.
Chance ha la fortuna di non essere inglobato nello schema stesso.
Lui è un ingenuo,è analfabeta,ignora tutto.
E’ come un Robinson Crusoe assolutamente ignorante sbalzato non su un’isola solitaria,ma tra una comunità che non ha bisogno di lui,che distrugge anzi coloro che non hanno le capacità di adattamento alla società stessa.
Ma per una legge del contrappasso assolutamente casuale Chance finisce per diventare un personaggio pubblico,che dispensa la sua filosofia da giardiniere a piene mani a gente che le scambia per massime profonde.

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Grazie alla tv e grazie a massime come ” Fintanto che le radici non sono recise, va tutto bene, e andrà tutto bene, nel giardino” o “In un giardino c’è una stagione per la crescita. Prima vengono la primavera e l’estate, e poi abbiamo l’autunno e l’inverno. Ma poi ritorna la primavera e l’estate.“,prese dall’osservazione giornaliera del piccolo universo in cui è vissuto tutta la vita,Chance diventa un personaggio popolarissimo.
Parla come mangia,Chance.
E la gente lo adora da subito,perchè in fondo dice cose semplici e sembra racchiudere nelle sue massime tutta la filosofia della vita.
E’ il potere della tv,che crea all’improvviso un personaggio,senza indagare su chi o cosa sia in realtà.
Così Chance finisce per diventare un politico , sembra l’unico a mostrare ottimismo con le sue parabole sulla natura.
Perchè da alla gente qualcosa che la gente vuole;non l’astruso,incomprensibile o ipocrita linguaggio dei politici ma quello
preso dalla natura.
Ora chi non ha visto il film non si aspetti assolutamente discorsi complicati o figurativamente complessi.
Tutt’altro.
Il film è girato come una commedia leggera,garbata.
Come Chance,in fin dei conti.
L’uomo che percorre in lungo e in largo un mondo esterno che non capisce e che in fondo non vuol capire.
A qualsiasi domanda lui risponde inevitabilmente con frasi che riconducono al mondo semplice in cui ha vissuto.
La natura è stata madre,per lui;da giardiniere ha imparato ad osservare l’alternanza delle stagioni e a capire quando piantare e
quando potare.

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E simbiotico con la natura,Chance.
E di tutto il resto si disinteressa.
Se guarda la tv è perchè nella sua mente candida e semplice tutto quello che vede sfugge alla sua logica elementare.
E alla fine,in una straordinaria sequenza che appartiene al grande cinema come un quadro di Leonardo alla grande pittura,
Chance passeggia sulle acque del laghetto del parco,straordinario,lirico simbolismo della sua leggerezza e della sua intima
appartenenza ad un mondo che il resto dell’umanità ha disimparato ad amare.

Straordinario.
Ecco l’aggettivo più qualificante per un film che è profondissimo anche se mimetizzato da una veste ingannevole;
è lo spettatore che deve districarsi attraverso le immagini,attraverso la lentezza delle scene,dei dialoghi.
Come un improvvisato turista che di fronte ad un quadro cerchi dapprima qualcosa di oggettivamente visivo immediatamente e poi,
attratto inesorabilmente dalla bellezza del quadro stesso vada a scavare alla ricerca dell’essenza più intima del dipinto stesso.
Grandissimo,eccelso Peter Sellers,qui alla sua ultima apparizione cinematografica.
La sua faccia esprime un candore,una semplicità,uno stupore che nessuno in passato aveva mostrato con tanta padronanza e capacità.
Una performance da grandissimo del cinema.
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E Oltre il giardino è una delle opere che ti fa amare il cinema.
Una trasposizione da romanzo che eguaglia,anzi supera l’opera stessa da cui è tratta.
Romanzo che consiglio comunque vivamente di leggere e che nella prefazione e presentazione del volume da indicazioni importanti per la lettura dello stesso:
Chance, venuto al mondo per caso e orfano dalla nascita, vive un’esistenza modesta e appartata curando il giardino di un anziano signore che lo ha accolto in casa.
Il suo unico contatto con l’esterno è rappresentato dalla TV, che guarda senza sosta, imitando passivamente ciò che vede sullo schermo.
Costretto ad abbandonare la casa dopo la morte del vecchio, Chance conosce il magnate Benjamin Rand, direttore di un istituto finanziario collegato al governo.
L’ingenuità di Chance, che sa esprimersi soltanto con immagini tratte dal giardinaggio, viene scambiata per saggezza filosofica; e quando il presidente degli Stati Uniti cita il suo nome pubblicamente,
Chance acquista un’improvvisa notorietà: ricercato dalla stampa come commentatore politico, da semplice giardiniere assurge al ruolo di guru della nazione...”
Grande Ashby,grande Sellers.Da ascoltare la bellissima colonna sonora a cui partecipa Eumir Deodato.Da vedere,assolutamente.

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Oltre il giardino

Un film di Hal Ashby. Con Shirley MacLaine, Melvyn Douglas, Peter Sellers, Jack Warden, John Harkins, Richard Basehart, Ruth Attaway, James Noble, Elya Baskin, Richard Dysart, Sandy Ward, Than Wyenn, Katherine De Hetre, Ned Wilson, Richard McKenzie, Gwen Humble, Arthur Rosenberg, Fredric Lehne, Jerome Hellman, Alice Mirson, Richard Seff, Arthur Grundy, Villa Mae P. Barkley, Nell P. Leaman, Henry B. Dawkins, William Larsen, Fran Brill, Mitch Kreindel, Laurie Jefferson, Paul Marin, Dana Hansen, Janet Meshad, Hanna Hertelendy, Melendy Britt, Sam Weisman, Allen Williams Titolo originale Being There. Commedia, durata 130 min. – USA 1979

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Oltre il giardino banner protagonisti

Peter Sellers: Chance Giardiniere
Shirley MacLaine: Eve Rand
Melvyn Douglas: Benjamin Rand
Jack Warden: il Presidente
Richard Dysart: Dr. Robert Allenby
Fran Brill: Sally Hayes
Richard Basehart: Vladimir Skrapinov

Oltre il giardino banner doppiatori

Giuseppe Rinaldi: Chance Giardiniere
Maria Pia Di Meo: Eve Rand
Carlo Alighiero: Benjamin Rand
Antonio Guidi: il Presidente
Luciano De Ambrosis: Dr. Robert Allenby

Oltre il giardino banner cast

Regia Hal Ashby
Soggetto Jerzy Kosinski (romanzo Presenze)
Sceneggiatura Jerzy Kosinski
Fotografia Caleb Deschanel
Montaggio Don Zimmerman
Musiche Johnny Mandel, Buffy Sainte-Marie, Eumir Deodato
Serena Verdirosi: Sally Hayes

Oltre il giardino banner recensioni

L’opinione di Peppe Comune dal sito http://www.filmtv.it

(…) Ma l’inconsapevole gentilezza d’animo di Change “Giardiniere” è incorruttibile, ed è incorruttibile proprio perchè inconsapevole,
è nata oltre il giardino e segue ancora la sua primordiale armonia con le cose della natura. E’ l’ingenuità rivoluzionaria di un uomo che con la sua “apparente”
ottusità ha smascherato la desolante insensatezza di tanta farsa al potere. A lui si può opporre solo la triste abitudine di congetturare attorno a
un passato che non esiste il fantomatico profilo di un nuovo, illustre, fenomeno mediatico.
Cose di questo mondo per un uomo che non è mai appartenuto a questo mondo, un uomo che si scopre capace di poter fare tutto con la sola forza della sua verginità di spirito,
anche di camminare sull’acqua. Un immenso Peter Sellers per un grande film.

L’opinione di Galaverna dal sito http://www.filmtv.it

Un autentico spasso questo giardiniere finto tonto che di diritto è entrato nella storia del cinema, grazie anche ad un’ottima interpretazione di Peter Sellers
anche in una parte dalla mimica ridotta ai minimi termini. Alcune parti sono esilaranti (tra tutte metterei la scena dell’incontro con il Presidente)
ma del film emerge soprattutto una feroce critica alla creduloneria di massa, accentuata dalla dipendenza da Nostra Signora TV che nel protagonista ha praticamente fatto da mamma in un’esistenza
priva di ogni altro stimolo. Tutto ruota intorno a massime di carattere botanico di una semplicità disarmante, eppure nessuno riesce a cogliere la vera natura del personaggio che così diventa un vero
e proprio fenomeno mediatico con tutte le conseguenze del caso. Film tutto da gustare come una bevanda fresca in una sera d’estate.
Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com

B. Legnani

Ottimo film, di ineguagliabile finezza (quasi europea, oserei dire), che regala, nella sua ferocissima satira, momenti di umorismo indimenticabile e di gran classe.
Si pensi al Presidente degli Stati Uniti che ascolta le “scoperte” fatte sul misterioso Giardiniere o al maggiordomo che in ascensore ride PRIMA che Peter Sellers
apra bocca o all’incontro con l’ambasciatore sovietico eccetera eccetera eccetera… Assolutamente imperdibile.
Galbo

Film poco americano nel senso classico del termine, Oltre il giardino parte da una raffinatissima opera letteraria (“Presenze” di Kosinski) adattata al meglio per il cinema dallo stesso autore che ne rispetta
lo spirito originario e ne fa una amara parabola delle scalate al potere e una raffinata satira della politica americana (tanto attuale adesso all’epoca dell’impero Bush).
Il giardiniere analfabeta che diventa fonte di ispirazione per un ancora più idiota presidente americano è il risultato di una geniale interpretazione del grande Peter Sellers.

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agosto 22, 2016 - Posted by | Capolavori | , , , ,

1 commento »

  1. Almeno una volta abbiamo un film che ci mette d’accordo 🙂 anche se lo trovo troppo lungo.Bello l’atto d’accusa contro la tv;ieri ho postato un commento ma oggi non lo trovo.Saluti e baci

    Commento di Luciana | agosto 22, 2016 | Rispondi


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