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A tutte le auto della polizia

 

Fiorella Icardi ( Adriana Falco) , figlia sedicenne di un barone della medicina, il professor Icardi (Gabriele Ferzetti) ammanigliato con politici e affarista senza scrupoli, scompare di casa misteriosamente. Il padre,il professor Icardi, coinvolge immediatamente le sue conoscenze, e alla polizia arriva l’ordine di impegnare tutte le forze nella ricerca della ragazza. Carraro (Enrico Maria Salerno), il capo della squadra mobile, delega alle stesse il commissario Solmi (Antonio Sabato), uomo burbero ma ligio al dovere e l’ispettrice Giovanna Nunziante (Luciana Paluzzi);

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seguendo la flebile pista lasciata dalla ragazza, che è andata via di casa senza soldi e con il motorino, con l’aiuto di cani addestrati, i due riescono a individuare il posto in cui giace il cadavere della povera Fiorella; è a pochi metri dalla riva, nel lago, legata al suo motorino. L’assassino le ha sparato un colpo alla nuca.

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Il motivo diventa chiaro durante l’autopsia; la ragazza infatti era incinta di tre mesi. Grazie ad una soffiata involontaria, Solmi rintraccia Tummolo, un guardone che si apposta tra gli alberi nel bosco che circonda il lago per spiare le coppiette e apprende così, nonostante l’evidente reticenza dell’uomo, che la ragazza una volta a settimana si recava sul posto per amoreggiare con un uomo in possesso di un auto bianca con targa straniera.

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Ma è l’ispettrice Giovanna a determinare la svolta nelle indagini: seguendo Carla (Gloria Piedimonte), un’amica di Fiorella, arriva a scoprire un giro di prostituzione minorile capeggiato da Franz Hekker, un losco individuo già implicato in precedenza in traffici del genere. Durante l’irruzione alla villa di Hekker, la polizia trova foto compromettenti delle ragazze e una lunga lista di nomi di personaggi in vista, fa cui un ex ministro. La polizia sospetta sia di Hekker che di Tummolo, ma quest’ultimo vine ucciso dal misterioso assassino.

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La stessa fine fa dapprima il ginecologo che aveva visitato Fiorella, poi Carla, che si era rifugiata in casa di Hekker. Il misterioso killer sta eliminando una ad una tutte le tracce che potrebbero portare alla sua identificazione, ma una brillante trappola, preparata da Solmi, porterà alla scoperta della sua identità, con colpo di scena finale.

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A tutte le auto della polizia, diretto da Mario Caiano nel 1975, è un ibrido che potrebbe tranquillamente appartenere alla categoria thriller così come a quella, di gran fortuna in quegli anni, del poliziesco all’italiana. La trama è ben congegnata, e non manca la suspence per tutta la durata del film, grazie anche allo stuolo di bravi attori che fanno parte del cast, a partire da Gabriele Ferzetti, nei panni dell’arrogante professor Icardi, del sempre bravo Enrico Maria Salerno, il capo della mobile Carraro, di Antonio Sabato, un cinico e disincantato ispettore Solmi e della sempre bella Luciana Paluzzi. Bene anche Gloria Piedimonte, che ha una buona parte nel film; l’attrice avrà il suo momento di celebrità ballando nella sigla della trasmissione musicale televisiva Discoring.

Nel film compare, per pochi istanti, e nuda come suo solito il futuro onorevole Ilona Staller, nel ruolo di una prostituta che lavorava nella villa. Tutto sommato un buon lavoro, come al solito stroncato dai critici poco propensi a riconoscere una qualche dignità ai film di produzione italiana, definiti sprezzantemente B movie. Solo qua in patria, però, visto che negli Usa furono molti i registi che si ispirarono al cinema italiano per prendere idee.

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A tutte le auto della polizia.Un film di Mario Caiano. Con Gabriele Ferzetti, Enrico Maria Salerno, Antonio Sabato, Luciana Paluzzi,Elio Zamuto, Ettore Manni, Marino Masé, Bedy Moratti, Benedetto Benedetti, Ida Di Benedetto, Leila Ducci, Ilona Staller, Attilio Dottesio, Tino Bianchi, Fernando Cerulli, Andrea Scotti, Valentino Macchi, Franco Ressel, Fulvio Mingozzi, Gloria Piedimonte Poliziesco, durata 100 min. – Italia 1975

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* Antonio Sabàto: Fernando Solmi
* Enrico Maria Salerno: Capo della squadra mobile Carraro
* Gabriele Ferzetti: Professor Icardi
* Elio Zamuto: Professor Giacometti
* Ettore Manni: Enrico Tummoli
* Luciana Paluzzi: Ispettore Giovanna Nunziante
* Bedy Moratti: Signora Icardi
* Gloria Piedimonte:Carla
* Margherita Horowitz: Antonietta
* Franco Ressel: Ginecologo

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Regia Mario Caiano
Soggetto Fabio Pittorru, Massimo Felisatti
Sceneggiatura Fabio Pittorru, Massimo Felisatti
Casa di produzione Capitol Jarama
Distribuzione (Italia) Capitol
Fotografia Pier Luigi Santi
Montaggio Romeo Ciatti
Musiche Coriolano Gori
Scenografia Renato Postiglione

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febbraio 28, 2009 Posted by | Thriller | , , , , , , , | Lascia un commento

Una farfalla con le ali insanguinate

Il titolo, come al solito, riecheggia il classico di Argento L’uccello dalle piume di cristallo; in realtà questo film non è da annoverare tra i thriller, e difficilmente lo si può inserire in una categoria ben definita. Anche se ci sono tre omicidi, anche se c’è l’assassino, siamo di fronte ad un’opera non schematizzabile. L’impianto è più quello del giallo, con tempi lunghi, dialoghi spesso dilatati con conseguente dilatazione anche dei tempi d’azione.

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Evelyn Stewart è Maria

Siamo di fronte ad una curiosa mescolanza di più generi, incluso il tentativo da parte del regista, Duccio Tessari, di mescolare la denuncia del basso livello morale della alta borghesia con una storia che porti lo spettatore, attraverso la visione di questo degrado, ad un finale tipico del giallo, che però sia in linea con quanto denunciato nel film. Non c’è sangue, o almeno è limitato al massimo; c’è qualche fugace nudo, peraltro molto casto. Ci sono invece dialoghi, primi piani, atmosfera quasi grigia, e una colonna sonora che spazia nel classico, dall’iniziale Ciaikovskj a Beethoven.

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L’omicidio di Francoise (Carole Andrè)

Il film inizia con il brutale assassinio di una diciassettenne studentessa francese, Francoise Pigault (Carole Andrè), accoltellata in un parco. La ragazza aveva appuntamento con qualcuno, che la accoltella; il suo corpo rotola giù per un pendio e l’assassino, visto di sfuggita da una donna che amoreggia in auto, riesce a sfuggire, complice un furibondo temporale che si scatena sul parco.

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La testimonianza della donna è decisiva; viene arrestato Alessandro Marchi (Giancarlo Sbragia), un noto cronista sportivo televisivo, che è il padre di un’amica di Francoise, Sarah (Wendy D’Olive). Le impronte dell’uomo vengono trovate sul coltello a serramanico che ha ucciso la ragazza, in casa sua viene ritrovata una camicia con una macchia di sangue, il suo cappotto, sporco di fango è finito in lavanderia.

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Wendy D’Olive

L’uomo viene arrestato e mandato sotto processo, e viene difeso dall’avvocato Cordaro, che è anche l’amante della moglie di Alessandro, Maria (Evelyn Stewart). Alessandro non si difende, così viene condannato all’ergastolo, nonostante la deposizione di Giorgio (Helmut Berger), che ha dichiarato di aver visto scavalcare il muro del parco un giovane, e non il Marchi. La situazione però muta quando viene uccisa, con le stesse modalità, una giovane prostituta e subito dopo una donna che passaggiava nel parco. Marchi viene rilasciato, e a questo punto la storia si avvia verso un finale a sorpresa.

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La trama c’è, indubbiamente; anche una certa atmosfera. In realtà appare debole solo il finale, troppo tirato per i capelli. Di buono ci sono anche le interpretazioni, misurate, degli attori, fra i quali spiccano anche Silvano Tranquilli nel ruolo dell’ispettore, di Helmut Berger e di Sbragia, oltre che della Stewart. Una nota a margine: alle volte c’è da chiedersi se i recensori vedano o no i film che stroncano; nel Morandini questa è la critica al film : “Come giallo zoppica. D. Tessari punta tutto sugli effettacci di erotismo e violenza e ha mano pesante nella critica della corruzione borghese.

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Dove il recensore abbia visto effettacci di violenza resta un mistero, visto che l’unico sangue appare su una camicia, e i delitti non vengono mostrati; in quanto all’erotismo, si intravedono dei nudi di spalle, e in confronto ai decamerotici che iniziavano a popolare gli schermi, questo è un film per educande. Un’opera comunque non totalmente riuscita, anche se tutto sommato, si può vedere.

Un film di Duccio Tessari. Con Helmut Berger, Evelyn Stewart, Giancarlo Sbragia, Silvano Tranquilli.
Wolfgang Preiss, Stefano Oppedisano, Dana Ghia, Carole André, Günther Stoll
Giallo, durata 105 min. – Italia 1971.

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Helmut Berger -Giorgio
Giancarlo Sbragia -Alessandro Marchi
Evelyn Stewart -Maria Marchi
Wendy D’Olive-Sarah Marchi
Silvano Tranquilli-Commissario Berardi
Carole André -Françoise Pigaut
Lorella De Luca -Marta Clerici
Günther Stoll -Avv. Giulio Cordaro
Wolfgang Preiss-La pubblica accusa
Dana Ghia-Diamante
Anna Zinnemann-Commessa al negozio di vestiti

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Regia Duccio Tessari
Sceneggiatura Gianfranco Clerici, Duccio Tessari, Edgar Wallace (non accreditato)
Fotografia Carlo Carlini
Musiche Gianni Ferrio
Costumi Paola Comencini

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febbraio 27, 2009 Posted by | Thriller | , , , , , | 6 commenti

La Califfa

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Irene Corsini e Annibale Doberdò sono due personaggi agli antipodi, sia per livello sociale, sia per il posto che occupano nella società; la prima è la vedova di un operaio ucciso dalla polizia mentre manifestava a Parma, il secondo è dall’altro lato della barricata.

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Romy Schneider è Irene Corsini, la Califfa

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E’ un padrone, un industriale, il nemico di classe di irene, soprannominata la Califfa per la sua autorità, per la sua determinazione e per il suo coraggio. Tutto divide i due protagonisti della storia; lei è un’operaia, umile e coraggiosa, lui è ricco, ha cultura; ma è anche un industriale fuori dagli schemi, uno che conosce le problematiche del mondo del lavoro, e che vorrebbe riconoscere agli operai i loro diritti.

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Ovviamente è osteggiato proprio da quel mondo gretto e chiuso che annovera fra se capitani d’industria rinchiusi dietro i loro meschini interessi di bottega. Sembrerebbe che tra i due mondi, quello di Doberdò e quello di irene non  ci sia spazio per il dialogo; e in effetti il primo atteggiamento di Irene nei confronti di Annibale è di completa chiusura, composto com’è da un insieme di pregiudizi antichi.

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Ugo Tognazzi è Annibale Doberdò

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Ma un giorno l’atteggiamento della donna cambia, quando, durante un acceso dibattito, vede Doberdò tenere testa, con spavalderia, ai suoi stessi amici di lavoro, difendendo posizioni assolutamente impopolari. L’uomo contesta agli altri industriali l’atteggiamento tenuto verso un imprenditore, costretto a fallire e quindi a porre termine alla sua vita suicidandosi. Irene inizia a interessarsi all’uomo, e cminia con lui un dialogo quasi impossibile, burrascoso. Tuttavia, con il tempo, la donna capisce che Doberdò ha davvero degli ideali, anche se non applicabile, e poco alla volta se ne innamora e ne diventa l’amante.

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E’ un amore impossibile, tra due mondi inconciliabili. Eppure Doberdò fa u esto eclatante, che però segnerà la sua fine; rileva la fabbrica dell’industriale suicida, e la affida in gestione agli operai. E’ una mossa che il mondo imprenditoriale non può accettare, in alcun modo, perchè segnerebbe un pericoloso precedente e l’inizio di qualcosa dalla portata incalcolabile. Così il potere costituito corre ai ripari e un giorno, all’uscita da un convegno, Doberdò, che è in compagnia della sua amata Califfa, viene ucciso.

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La Califfa, diretto da Alberto Bevilacqua , scrittore e girnalista, nel 1971, affronta tematiche molto attuali all’epoca; il conflitto tra calssi sociali, aprticolarmente aspro dopo l’autunno caldo, le rivendicazioni operaie, sposando la causa di questi ultimi, la grezza e miope visione del mondo che ta cambiando irreversibilmente da parte di una classe industriale che non vuol vedere oltre l’uscio della porta.

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Ma questo film è anche una storia d’amore impossibile, quell’amore  che però può anche vincere distanze siderali, avvicinando due mondi molto distanti grazie alla forza di sentimenti, in grado di abbattere barriere e pregiudizi. Il film è una straordinaria prova di bravura di due grandi artisti,Romy Schneider, bellissima e dolene, e Ugo Tognazzi, assolutamente credibile nei panni dell’onesto industriale. Il commento sono è di quelli da ricordare; il tema del film, di ennio Morricone, è struggente e appropriato.

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Un film di Alberto Bevilacqua. Con Ugo Tognazzi, Enzo Fiermonte, Romy Schneider, Marina Berti.
Roberto Bisacco, Massimo Serato, Gianni Rizzo, Gigi Reder, Guido Alberti, Franco Ressel, Nerina Montagnani, Ernesto Colli, Luigi Casellato, Massimo Farinelli, Giancarlo Prete, Gigi Ballista
Drammatico, durata 99 min. – Italia 1970.

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* Romy Schneider: Irene Corsini, La “Califfa”
* Ugo Tognazzi: Annibale Doberdò
* Marina Berti: Clementine, moglie di Doberdò
* Roberto Bisacco: Bisacco
* Gigi Ballista: Il Principe Industriale
* Guido Alberti: Il monsignore
* Massimo Serato: L’industriale fallito
* Franco Ressel: Un industriale
* Massimo Farinelli: Giampiero Doberdò
* Giancarlo Prete: Amante di Irene
* Stefano Satta Flores: Un operaio
* Gigi Reder: Cameriere
* Gianni Rizzo: Un industriale
* Nerina Montagnani: Domestica dei Doberdò
* Eva Brun: Moglie dell’industriale fallito
* Luigi Casellato: Questore
* Enzo Fiermonte: Operaio sindacalista

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Fotografia:     Roberto Gerardi
Montaggio:     Sergio Montanari
Effetti speciali:
Musiche:     Ennio Morricone
Tema musicale:
Scenografia:     Giantito Burchiellaro
Costumi:     Luciana Marinucci

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Si fa presto a dire: quella è una slandra, una donna di rifiuti. Ti mettono la croce addosso e addio, poi fanno le orecchie del sordo. Insomma, non ti ripulisci più perché, l’onestà di andare in fondo alle cose, chi ce l’ha in questa Italia lazzarona, dove tutti, i loro peccati, li nascondono come beni di contrabbando, solo per puntare il dito contro le debolezze degli altri? Questa è la cristiana carità che io conosco, questo il volersi bene dei fratelli…
Io, invece, una di quelle che badano all’apparenza e poi fanno i comodi allo scuro, non lo sono stata mai: l’Irene Corsini, detta Califfa, quello che ha dentro ce l’ha in faccia e costi quel che costi!
Per questo, chi m’incontrava in quei giorni amari, evitava persino di guardarmi, tanto mi si leggeva in faccia quanto mi accanivo sulla tragedia della mia vita:
“Califfa mia,” mi dicevo “sei proprio arrivata in fondo, peggio di così, solo la galera e la morte!…” E pensare, invece, che ancora tanto dovevo aspettarmi dalla vita.

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febbraio 26, 2009 Posted by | Drammatico | , , | Lascia un commento

Mio caro assassino

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Nelle vicinanze di uno stagno si consuma un orribile delitto; un uomo viene agganciato da una benna per la testa, e viene orribilmente decapitato. Sul posto, per indagare su quella che sembra una sciagura colposa, ad opera del manovratore della benna stessa, arriva l’ispettore Luca Peretti (George Hilton) , che sin dall’inizio sembra titubante.

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Quando viene rintracciato il corpo del manovratore, trovato impiccato ad una trave, Peretti ha la conferma che si tratta di un duplice omicidio; la messa in scena del finto suicidio viene immediatamente svelata dall’intuizione dell’inquirente. Indagando sul passato della prima vittima, Paradisi, un ex investigatore di assicurazioni, Peretti si imbatte nella compagna dell’uomo ( una bellissima Helga Linè), che trova, all’interno di una giacca, delle chiavi di una cassetta postale. La donna si reca, dietro consiglio dell’ispettore, a controllarne il contenuto, ma all’interno dell’ufficio postale viene assassinata dal misterioso killer.

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Monica Randall

Che però commette un errore fatale;  riesce a strappare solo un brandello della busta che la povera donna stringeva tra le mani. Grazie all’analisi della busta, che contiene un foglio di quaderno con un disegno, Pieretti arriva a collegare i delitti ad una brutta storia avvenuta anni prima, quella del rapimento di Stefania, figlia di un facoltoso industriale, scomparsa con il padre dopo il pagamento del riscatto e rinvenuta morta con lo stesso in un bunker su una collina. Con l’aiuto della signorina Rossi ( Patty Shepard), insegnante della bambina, Luca Pieretti ricostruisce il ruolo del Paradisi nella vicenda; ma il misterioso kller torna in azione e la povera signorina Rossi viene brutalmente fatta a pezzi con una fresatrice, unica scena splatter del film.

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Marilu Tolo e George Hilton

Pieretti, che ha un legame tormentato con la dottoressa Borgese ( una splendida e affascinante  Marilu Tolo), sacrifica anche la sua vita privata pur di assicurare il killer alla giustizia; si dedica anima e corpo alle indagini, coadiuvato al fido maresciallo Marò (Salvo Randone); scopre così che il Paradisi aveva scoperto qualcosa sul rapimento, e che ricattava i componenti della famiglia di Alessandra, i Moroni, della quale fanno parte la moglie del defunto, Eleonora ( Diana Ghia), la cognata Carla (Monica Randall), Oliviero, il fratello (Tullio Valli), Giorgio Canavese (William Berger). A poco a poco l’ispettore, nonostante il kller elimini ogni volta tutte le tracce dell’accaduto, riesce a ricostruire l’accaduto, e durante un drammatico interrogatorio collettivo, a smascherare l’insospettabile colpevole.

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Lara Wendel

Più che un thriller, il film di Tonino Valerii, girato nel 1972, è un noir, con i tempi tipici del film di genere; grande attenzione viene data ai dettagli, e la trama sembra reggere bene, congegnata com’è attorno al rapimento di Alessandra ,una giovanissima Lara Wendel; niente sangue a profusione, se non nella scena gore dell’assassinio della maestra Rossi, fatta a pezzi con una fresatrice; il resto è solo atmosfera, con l’inseguimento implacabile di Pieretti, sulle tracce dell’inafferrabile killer. C’è nel film una scena assolutamente fuori luogo, e che oggi sarebbe impensabile; durante l’interrogatorio di uno dei componenti della famiglia, c’è un nudo di una bambina di dieci- undici anni, spacciato per quello di una modella in erba. Una scena e una scelta assolutamente discutibile.

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Helga Linè

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Un film bello, intenso, tutta atmosfera, ben diretto da Valerii, e assolutamente ben recitato da tutti i protagonisti. Bella la Tolo, intensa, nel breve ruolo della compagna di Pieretti. Credo che Mio caro assassino possa essere considerato come una delle produzioni migliori dell’intero decennio settanta e che ancora oggi possa essere visto con interesse.

Un film di Tonino Valerii. Con George Hilton, Marilù Tolo, Dante Maggio, William Berger.
Salvo Randone, Enzo Fiermonte, Piero Lulli, Andrea Scotti, Elisa Mainardi, Alfredo Mayo, Helga Liné, Corrado Gaipa, Monica Randall, Dana Ghia, Pietro Ceccarelli, Patty Shepard
Giallo, durata 92 min. – Italia 1972.

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 George Hilton: Ispettore Peretti
Salvo Randone: Marò
William Berger: Giorgio Canavese
Manuel Zarzo (aka Manolo Zarzo): Brigadier Bozzi
Patty Shepard: la mestra Paola Rossi
 Piero Lulli: Alessandro Moroni
Helga Linè: compagna di Paradisi
 Dante Maggio: Mattia Guardapelle
Alfredo Mayo: Beniamino
 Corrado Gaipa: capo dell’agenzia assicurativa
* Marilù Tolo: Dottoressa Anna Borgese
Tullio Valli: Oliviero Moroni
 Dana Ghia: Eleonora Moroni
Monica Randall: Carla Moroni
Lara Wendel (aka Daniela Rachele Barnes): Stefania Moroni
 Lola Gaos: Adele

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Regia Tonino Valerii
Soggetto Franco Bucceri, Roberto Leoni
Sceneggiatura Franco Bucceri, Roberto Leoni, José Gutiérrez Maesso, Tonino Valerii
Produttore Roberto Cocco
Fotografia Manuel Rojas
Montaggio Franco Fraticelli
Musiche Ennio Morricone
Scenografia Claudio Cinini, Francesco Canet
Costumi Fiorenzo Senese
Trucco Vittorio Biseo

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febbraio 25, 2009 Posted by | Thriller | , , , | 7 commenti

Marilù Tolo

Una carriera cinematografica di tutto rispetto quella di Maria Lucia Tolo, in arte Marilù Tolo, attrice romana nata nella capitale il 16 gennaio del 1944, composta da quasi 70 film e da altre partecipazioni a serie televisive. Alta, bella, dal fisico armonico, un volto in cui splendono due occhi affascinanti e profondi, Marilù ha sicuramente approfittato delle sue doti fisiche per imporsi all’attenzione del mondo dello spettacolo, e grazie ad esse ha potuto esordire come modella in sfilate di moda;

Marilu Tolo Viva la muerte tua

Marilu Tolo in Viva la muerte tua

un’attrazione fatale, perchè proprio sulle passerelle nacque la sua relazione giovanile più importante, quella con lo stilista Valentino Garavani, che la ricorda così: “un grande amore l’ho avuto. L’attrice Marilù Tolo. Ero molto innamorato di lei: era veramente bellissima, bruna, con questi occhi incredibili. Lei aveva solo 17 anni, e io 27. Le ho anche regalato un anello, che ebbi indietro. Sono rimasto molto male. Ora vive fra il Messico e Los Angeles, si è sposata benissimo, con un uomo adorabile, molto molto molto ricco. Ogni tanto la sento ancora. Ci facciamo gli auguri a Natale“.


Nel film Barbablu

Siamo tutti in libertà provvisoria

Una carriera che inizia subito, a soli 16 anni, con il film Urlatori alla sbarra, nella quale recita con il suo nome, Marilù, al fianco di Celentano e Mina; notata anche dalla televisione, raggiunge vasta popolarità al fianco del grande Mario Riva nel programma culto di inizi sessanta, Il musichiere.

In tre anni gira altri dieci film, il più importante dei quali è Adultero lui, adultera lei, di Raffaele Matarazzo, nei panni di Lina. Il genere di voga, a inizi anni sessanta, è il peplum, o sandalo, i famosi film storici ambientati nell’antica Roma o comunque in costume; gira Il trionfo di Ercole,Maciste gladiatore di Sparta, nel quale è l’affascinante Olympia, L’ultimo gladiatore,Il magnifico gladiatore. Pellicole di valore non eccelso, ma che ne costruiscono la fama, che se non decollerà mai, per la mancanza di veri ruoli da protagonista, le permettono comunque di diventare molto popolare. Nel 1964 partecipa, nel ruolo di Diana, al film di De Sica Matrimonio all’italiana, tratto dalla pieces teatrale di De Filippo Filomena Marturano.

Mio caro assassino

Recita quindi accanto a due mostri sacri del cinema,la Loren e Mastroianni, e non sfigura affatto. Dopo una brevissima apparizione in Giulietta degli Spiriti,di Fellini, Marilù accetta praticamente tutto quello che le offrono, e finisce per comparire in pellicole mediocri, come Catherine Carnet alias per un morto,Un colpo da mille miliardi,077 intrigo a Lisbona,Una raffica di piombo.


Uno dei suoi ultimi film, Il tassinaro

La carriera quindi sembra prendere una strada ben definita, attribuendole ruoli di comprimaria, quando non anche di semplice comparsa. Fino al 1967 gira altri film, nessuno di quali merita davvero una citazione. Nel frattempo, esauritasi la vena dei peplum, in Italia arriva come un ciclone lo spaghetti western, genere nato all’indomani del clamoroso, e per molti versi imprevisto successo di Per un pugno di dollari.Nel 1967 è nel cast di Se sei vivo spara, che segna il suo esordio nel genere,nel ruolo di Lori, a cui seguiranno altre partecipazioni come non protagonista, prima di interpretare Candy e il suo pazzo mondo al fianco della emergente Ewa Aulin.

Abuso di potere

Con disinvoltura, la Tolo passa attraverso diversi generi; al drammatico Uccidete il vitello grasso e arrostitelo di Samperi alterna Roy Colt e Winchester Jack, un western canonico,la commedia Gradiva, di Albertazzi,il semi erotico I caldi amori di una minorenne, accanto ad una giovanissima Romina Power,un altro western, molto popolare, Viva la muerte…tua, diretto da Tessari, nel quale è Lupita, al fianco di Franco Nero e di Eli Wallach

Marilu è Venerata in Jus primae noctis

Marilu ha una buona fama; nel mondo del cinema è conosciuta, ma non è una protagonista. Sembra accettare il suo ruolo, quasi da precursore del genere cinematografico in voga al momento in cui si apresta a girare un film. Così interpreta uno dei primi film del genere decamerotico, Jus primae noctis, finalmente in un ruolo da protagonista, nelle vesti di Venerata, la donna amata da Gandolfo e concupita dal signore Ariberto da Ficulle.

La paura dietro la porta

Interpreta Meo Patacca, con Proietti e subio dopo è la dottoressa Anna Borgese in Mio caro assassino, di Tonino Valerii, uno dei thriller all’italiana meglio congegnati di sempre. é una piccola parte, nel ruolo della compagna trascurata del commissario Peretti. Il 1972 la vede nella produzione di Barbablu, un thriller mal riuscito in cui spicca solo il cast, formato da Burton, dalla Belli, da Raquel Welch, dalla Schubert e da Nathalie Delon. Segue un film davvero particolare, Themroc,una amro apologo sulla civiltà moderna prima dell’incontro fatale con Dario Argento, avvenuto sul set di Le cinque giornate di Milano, nel quale recita accanto a Celentano.

Marilu Tolo Le 5 giornate

Due fotogrammi tratti da Le 5 giornate di Milano

Nasce l’amore con il regista, ed una relazione turbolenta che finirà prima della realizzazione di Profondo rosso; in questo film si vede Gianna,la reporter interpretata da Daria Nicolodi, gettare nel cestino una foto di Marilu, mntre pronunzia un canzonatorio “Bye bye”

Nel 1974 gira Il trafficone, con Maccione, la Aumont e altri e subito dopo il controverso Prigione di donne; sono due film smaccatamente a sfondo erotico, e sembrano essere anche il canto del cigno dell’attrice. Nel 1975, infatti, conosce il ricco produttore Robert Velin, si trasferisce in America e da quel momento dirada di molto le sue apparizioni cinematografiche, che di fatto si limiteranno ad alcune partecipazioni in film minori, come Paura, Il magnate greco, al fianco di Quinn, Il sonno della morte e Assassinio al cimitero etrusco.Le sue ultime apparizioni sono nel film di sordi Il tassinaro e nel primo dei cine panettoni, Vacanze di Natale.

Meo Patacca

Marilu Tolo Sept hommes et une garce

Sept homme et une garce

Se solo MarilùTolo avesse creduto nei propri mezzi, avrebbe avuto una carriera cinematografica di ben altro livello; non che abbia fatto solo film anonimi, ma è sempre mancato l’acuto, il film che la imponesse come brava e capace attrice, quale indubbiamente è sempre stata. Ritiratasi dagli schermi, l’attrice, che oggi ha 65 anni, vive in qualche parte degli Stati Uniti, lontana da quel mondo che le ha dato comunque una certa popolarità.

Marilu Tolo gallery

Ossessione nuda

Prigione di donne

Sciarada per 4 spie

Uccidete il vitello grasso

Il trionfo di Ercole

Sherazade

Themroc

Se sei vivo,spara

Matrimonio all’italiana

Marilu Tolo Candy

Candy

Il magnate greco

Marilu Tolo L'amore attraverso i secoli

L’amore attraverso i secoli

Maciste gladiatore di Sparta

La saga dei Forrest

Marilu Tolo Assassinio al cimitero etrusco

Assassinio al cimitero etrusco

Marilu Tolo Anatomia di un adulterio
Anatomia di un adulterio

Marilu Tolo Operazione Baleari
Operazione Baleari

Marilu Tolo At the earth core
At the earth core

Marilu Tolo Matrimonio all'italiana

Con Mastroianni in Matrimonio all’italiana

Marilu Tolo Avec la peaux des autres

Avec la peaux des autres

Marilu Tolo Confessione di un commissario

Confessione di un commissario

Marilu Tolo Corrimi dietro che t'acchiappo

Corrimi dietro che t’acchiappo

Marilu Tolo Dimenticare Lisa

Dimenticare Lisa

Marilu Tolo Django kill

Django kill

Marilu Tolo Il papavero è anche un fiore

Il papavero è anche un fiore

Marilu Tolo La bufera

La bufera

Marilu Tolo La primula rossa

La primula rossa

Marilu Tolo Un killer per sua maestà

Un killer per sua maestà

Marilu Tolo Se tutte le donne del mondo

Se tutte le donne del mondo

Marilu Tolo Le brigate del tigre

Le brigate del tigre

Marilu Tolo La primula rossa

La primula rossa

Marilu Tolo La paura dietro la porta

La paura dietro la porta

Marilu Tolo La controfigura

La controfigura

Marilu Tolo La bufera

La bufera

Marilu Tolo Il trionfo di ercole

Il trionfo di Ercole

Marilu Tolo I Caldi Amori di una Minorenne

I caldi amori di una minorenne

Marilu Tolo Gli ultim i giorni di Pompei

Gli ultimi giorni di Pompei

Marilu Tolo Baleari operazione d'oro

Baleari operazione d’oro

Marilu Tolo Avec la peaux des autres

Avec la peaux des autres

Marilu Tolo Vacanze di Natale

Vacanze di Natale

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Perry Grant agente di ferro

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Matrimonio all’italiana

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La bufera (Sceneggiato Tv)

La bourse et la vie

La Celestina P.R.

Le Judoka Agent Secret

L’ultimo gladiatore

Marilu Tolo filmografia

1960 – Urlatori alla sbarra
1960 – I piaceri del sabato notte
1960 – La regina delle amazzoni
1960 – I dolci inganni
1963 – Adultero lui, adultera lei
1963 – Shéhérazade – La schiava di Bagdad
1964 – Il gladiatore di Messalina
1964 – Il magnifico gladiatore
1964 – Il trionfo di Ercole
1964 – L’ultimo gladiatore
1964 – La Celestina P.R.
1964 – Maciste gladiatore di Sparta
1964 – Matrimonio all’italiana
1965 – Le chant du monde
1965 – Giulietta degli spiriti
1965 – Da 077: intrigo a Lisbona
1965 – Le notti della violenza
1966 – Perry Grant, agente di ferro
1966 – Le judoka, agent secret
1966 – Un colpo da mille miliardi
1966 – Baleari operazione Oro
1966 – Carnet per un morto
1966 – La bourse et la vie
1966 – La Primula rosa
1966 – Sciarada per quattro spie
1966 – Se tutte le donne del mondo…- Operazione paradiso
1966 – Una raffica di piombo
1966 – Poppies Are Also Flowers
1966 – Retour à Bacoli (film tv)
1966 – Avec la peau des autres
1967 – Le streghe (episodio La strega bruciata viva)
1967 – Ore violente
1967 – L’amore attraverso i secoli
1967 – Se sei vivo spara
1967 – I dannati della terra
1968 – Commandos
1968 – La saga dei Forrest
1968 – Un killer per Sua Maestà
1968 – Candy e il suo pazzo mondo
1969 – I caldi amori di una minorenne
1970 – L’età selvaggia
1970 – Roy Colt e Winchester Jack
1970 – Gradiva
1970 – Uccidete il vitello grasso e arrostitelo
1971 – Confessione di un commissario di polizia al procuratore della repubblica
1971 – Siamo tutti in libertà provvisoria
1971 – La controfigura
1971 – Romance of a Horsethief
1971 – Viva la muerte… tua!
1972 – Jus primae noctis
1972 – Abuso di potere
1972 – Bluebeard – Barbablù
1972 – Meo Patacca
1972 – Mio caro assassino
1973 – Il mangiaguardie
1973 – Le cinque giornate
1973 – Themroc
1974 – Il trafficone
1974 – Prigione di donne
1975 – Au-delà de la peur
1976 – Corrimi dietro che t’acchiappo
1978 – Il magnate greco
1981 – The Sleep of Death
1982 – Assassinio al cimitero etrusco
1983 – Il tassinaro
1983 – Vacanze di Natale

febbraio 24, 2009 Posted by | Biografie | | 7 commenti

Nelle pieghe della carne

Bretagna,Francia.

In una bellissima villa vivono Falaise (Annamaria Pietrangeli),la domestica Lucille (Eleonora Rossi Drago) e il nipote di Lucille, Colin, giovane perditempo e gaudente. La vita dei tre viene sconvolta dall’arrivo di Michael, accolto con inspiegabile ostilità da Falaise.

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Questa ostilità si tramuta in odio feroce, che sfocia nell’assassinio del giovane, compiuto a colpi di pugnale dalla ragazza. E’ il primo di una serie di delitti, come quello avvenuto ai danni di un amico di Michael, che sapeva che il giovane si sarebbe recato in quella villa. Lucille, con l’aiuto di Colin occulta le prove dei due omicidi, ma la situazione si complica con l’arrivo,

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nella villa, di Pascal, uno psicopatico omicida, che ben presto si installa nella casa, tenendo sotto la minaccia delle armi i tre; naturalmente ne approfitta per usare violenza su Lucille, che riesce, grazie al provvidenziale aiuto di Colin, a sbarazzarsi dell’uomo uccidendolo. La pace sembrerebbe ritornata nella casa, ma ecco che arriva un misterioso personaggio, Alfredo, che afferma di essere il padre della giovane Falaise. In realtà l’uomo è…….

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Diretto da Sergio Bergonzelli nel 1970, Nelle pieghe della carne (uscito in Usa con il titolo In the folds of the flesh è un thriller che si basa esclusivamente sull’atmosfera; un’atmosfera inquietante, quella della villa, con i tre protagonisti che sembrano nascondere un segreto comune che li lega, ben aldilà della complicità negli omicidi. Thriller canonico, quindi, in cui ci sono le buone interpretazioni di Eleonora Rossi Drago, della bellissima e sfortunata Annamaria Pietrangeli e il cameo di Fernando Sancho, uno dei cattivi più convincenti dello schermo, una volta tanto lontano dal genere western. Buona tensione, quindi, ma un finale forse troppo accademico.

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Un film di Sergio Bergonzelli. Con Anna Maria Pierangeli, Fernando Sancho, Eleonora Rossi Drago, Alfredo Mayo.
Gaetano Imbrò, Giancarlo Sisti, Luciano Lorcas, Victor Alcazar
Giallo, durata 90 min. – Italia 1970.

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Eleonora Rossi Drago: Lucille
Anna Maria Pierangeli: Esther (falsa Falaise)
Emilio Gutiérrez Caba: Colin
Luciano Catenacci: Antoine
Maria Rosa Sclauzero: Falaise
Alfredo Majo: Andrè
Fernando Sancho: il brigante
Victor Alcazar: Michel
Giancarlo Sisti: giovane Andrè

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Regia Sergio Bergonzelli
Soggetto Mario Cajano, Fabio De Agostini
Sceneggiatura Fabio De Agostini, Sergio Bergonzelli
Produttore Sergio Bergonzelli
Casa di produzione Talia Film
Distribuzione (Italia) M. G. B. Cinematografica
Fotografia Mario Pacheco
Montaggio Sergio Bergonzelli
Musiche Jesus Villa Rojo
Scenografia Eduardo Torre De La Fuente
Costumi Cesare Mondello
Trucco Fernanda De Rossi, Alfredo Tiberi

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febbraio 23, 2009 Posted by | Thriller | , , , | 1 commento

Femina ridens

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Un uomo cresciuto con la convinzione che le donne siano simili alle mantidi religiose, abituate a divorare il maschio dopo l’accoppiamento; una donna che accetterà supinamente il ruolo di vittima sacrificale delle deviazioni di lui, e che si rivelerà essere ben altro. Questo lo schema, l’impianto di Femina ridens, un thriller anomalo targato Pietro Schivazappa, girato nel 1969 con due attori non particolarmente conosciuti, all’epoca: la bellissima Dagmar Lassander e un insolitamente biondo Philippe Leroy.

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Philippe Leroy

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Lorenza Guerrieri

Sayer, il dottore traumatizzato, ha sviluppato una sessualità contorta, che lo porta a cercare, nei rapporti sessuali, un ruolo contemplativo, in cui si presenta come aguzzino e torturatore sia fisico che psicologco; la sua morbosità lo porta a cercare un ruolo dominante, e per appagare i suoi istinti, non esita ad assoldare, una volta alla settimana, delle donne che accettino il ruolo supino delle vittime. Per caso ( ma scopriremo che il caso non c’entra nulla), un giorno appare una nuova vittima, Marie, segretaria del dottore. Su di lei la follia contorta dell’uomo trova la massima espressione: le torture psicologiche si sommano a quelle fisiche. La donna viene messa in una piscina e colpita con violenti getti d’acqua, costretta a simulare di avere un rapporto sessuale con un uomo/totem in gomma, sotto gli occhi del dottore e via dicendo.

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Dagmar Lassander

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Maria sembra accettare in qualche modo il suo ruolo, e questo porta il dottore a provare per lei un sentimento diverso dai precedenti; forse si sta innamorando di lei, e dopo aver spinto la donna fin quasi sull’orlo del suiìcidio, le confessa che nei giochi precedenti ha sempre portato il gioco stesso fino alle estreme consguenze, senza però uccidere mai la propria vittima. Per la prima volta il dottore è innamorato e sembra che Marie lo ricambi. Ma la realtà è diversa…..

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Film più psicologico che d’effetto, Femina ridens è un curioso melange di vari generi; dal cinema psicologico al thriller, dall’erotico, peraltro assolutamente castigato, all’horror. Ma in realtà non appartiene a nessun genere ben definito, e si distingue per la morbosa aria di peccato, mai esplicitata nemmeno nei dialoghi, che pervade la pellicola. I due attori sono molto bravi neld elineare i due personaggi; da un lato c’è un Leroy quasi satanico agli inizi, dall’altro una Lassander ingenua al punto giusto

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Il capovolgimento dei ruoli sorprenderà lo spettatore proprio per l’abilità dei due protagonisti nel mascherare, ognuno, le vere motivazioni di quello che vedremo avvenire nel film. Buone le atmosfere, tra il gotico e il dark al punto giusto, buona la musica, d’effetto.

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Femina ridens,un film di Piero Schivazappa. Con Philippe Leroy, Dagmar Lassander, Lorenza Guerrieri, Mirella Pamphili
Drammatico, durata 88 min. – Italia 1969.

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Philippe Leroy: dottor Sayer
Dagmar Lassander: Mary
Lorenza Guerrieri: Gida
Varo Soleri: amministratore
Maria Cumani Quasimodo: segretaria
Mirella Pamphili: prostituta

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Regia Piero Schivazappa
Sceneggiatura Piero Schivazappa
Produttore Giuseppe Zaccariello
Casa di produzione Cemo Film
Fotografia Sante Achilli
Montaggio Carlo Reali
Effetti speciali Carlo Rambaldi
Musiche Stelvio Cipriani
Tema musicale Femina ridens di Giulia De Mutiis-Schivazappa-Cipriani, cantata da Olympia
Scenografia Francesco Cuppini
Costumi Enrico Sabbatini
Trucco Franco Freda

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febbraio 21, 2009 Posted by | Thriller | , , , | 11 commenti

Casanova e Co.

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Inseguito dalle autorità veneziane, Giacomo Casanova si nasconde dove può; casualmente si imbatte in Giacomino, in tutto e per tutto identico a lui.

Giacomino è un piccolo truffatore, che vive di espedienti, Casanova, che ha dei piccoli problemi di natura sessuale, decide di assoldare Giacomino per rinverdire la sua fama; nel frattempo in città arriva un califfo arabo, con tanto di harem e di moglie naturalmente bellissima. Ed è quest’ultima a insistere per passare una notte d’amore con il leggendario amante. Nel frattempo Giacomino si da un bel daffare con donne sposate, servette e nobildonne, saltando da un letto all’altro. Non sfugge al fascino erotico del neo seduttore nemmeno la moglie del prefetto, incaricato di arrestarlo, ne la Contessa Trivulzi, donna all’apparenza virtuosa e timida.

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Tentativo mal riuscito di coniugare umorismo, cast e una vena nemmeno tanto leggera di erotismo, Casanova e Co, diretto dalla coppia Franz Artel e Francois Legrand si segnala solo per il cast stellare, in cui compaiono un inedito Tony Curtis, Marisa Berenson, Marisa Mell,Britt Ekland, Andrea Ferreol, Sylva Koscina, Umberto Orsini, oltre che per i costumi davvero magnifici e per la solita, suggestiva cornice veneziana.

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A parte la scena dello strip poker ( in realtà il gioco è un altro), in cui alla fine tutte le dame restano nude, ed è un gran bel vedere, il film risente degli impacci di Curtis, molto a disagio tra tante nudità, e di una trama degna di un b-movies italiano degli anni settanta, i famigerati decamerotici, che avevano il pregio di costare sicuramente meno e di essere meno sfarzosi.

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La produzione non economizzò su nulla, chiamando a comporre la colonna sonora Riz Ortolani; ma nonostante il cast, le musiche,le scenografie, il film, uscito nel 1977, fu un fiasco clamoroso.

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Un film di François Legrand. Con Tony Curtis, Hugh Griffith, Sylva Koscina, Britt Ekland.Marisa Mell, Marisa Berenson, Marisa Mantovani, Umberto Raho, Umberto Orsini, Jacques Herlin, Victor Spinetti, Carla Romanelli, Werner Pochat, Katia Christine, Mauro Vestri, Jenny Arasse, Gérard Jugnot, Olivia Pascal

Commedia, durata 88 min. – Austria, Italia, Francia, Germania 1979.

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Tony Curtis … Giacomo Casanova
Marisa Berenson …La moglie del Califfo
Marisa Mell … La Duchessa di Cornaro
Jean Lefebvre …Il sergente
Andréa Ferréol …La signora Baker
Sylva Koscina …La moglie del prefetto
Victor Spinetti …Il prefetto
Umberto Orsini … Il Conte Tiretta
Jenny Arasse … Cecilia
Jacques Herlin … Senatore Dell’Acqua
Jeannie Bell … Fatme
Lillian Müller … Beata
Olivia Pascal … Angela
Hugh Griffith … Il Califfo
Britt Ekland … Contessa Trivulzi

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Regia: Franz Antel
Sceneggiatura:Tom Priman, Joshua Sinclair
Produzione: Franz Antel ,Carl Szokoll
Musica: Riz Ortolani
Fotografia:Hanns Matula
Montaggio:Michel Lewin

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febbraio 20, 2009 Posted by | Erotico | , , , , , | 2 commenti

Che cosa avete fatto a Solange?

Il professor Enrico Rosseni è in barca con una delle sue allieve, Elizabeth; la ragazza, per caso, vede una giovane correre nel bosco, inseguita da un’ombra, e subito dopo vede un coltello balenare. Enrico non le crede, ma il giorno nel bosco viene ritrovato dalla polizia un cadavere di ragazzo, uccisa in maniera crudele con un coltello impiantato nelle parti intime. La ragazza appartiene proprio alla scuola in cui insegna Enrico ed è compagna e amica di Elizabeth.

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Sulle prime Enrico preferisce non informare la polizia del fatto che Elizabeth è una preziosa testimone, ma subito dopo viene uccisa un’altra ragazza, e i sospetti si concentrano proprio su Enrico, che durante la passeggiata con Elizabeth ha perso una penna. A questo punto, fermato dalla polizia, il professore confessa tutto agli inquirenti, mettendo in crisi sia il suo lavoro che il matrimonio con Hertha, che insegna con lui nell’istituto.

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Ma la morte di Elizabeth, che ha rivelato alla polizia che il killer, che lei ha intravisto per poco, era vestito da prete, scagiona Enrico. Aiutato dalla moglie, che gli perdona il tradimento, peraltro mai consumato fisicamente, il professore decide di indagare personalmente sui motivi che possono aver spinto il misterioso assassino a uccidere brutalmente le ragazze.

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Così, poco alla volta, scopre che nell’istituto c’era un gruppo di giovani unite da una specie di patto segreto; le ragazze avevano relazioni con giovani di età superiore, e si coprivano a vicenda. Enrico scopre poi che tutto è legato alla misteriosa assenza di una ragazza, Solange, che fino all’anno prima aveva fatto parte del gruppo. A poco alla volta, aiutato dalla moglie e incoraggiato dall’ispettore Barth, Enrico riesce a trovare il bandolo della matassa.

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Sorretto da una sceneggiatura di prim’ordine, e girato con mano indubbiamente felice da Massimo Dallamano, Cosa avete fatto a Solange appartiene all’epoca d’oro del thriller italiano, originata dal primo fortunato thriller di Argento, L’uccello dalle piume di cristallo.  Film ottimamente diretto, in cui la trama scivola pefettamente fino alla conclusione, che si incomincia ad intravedere quando ormai il film stesso è alla fine.

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Notevoli le performance segli attori, fra i quali vanno segnalati Fabio Testi nel ruolo di Enrico, di Karin Baal, una rivelazione nei panni della comprensiva Hertha, moglie del professore e di Jochum Fuchsberger nei panni dell’ispettore Barth. Uno stuolo di belle ragazze arricchisce il cast, fra le quali vanno segnalate Camille Keaton, nipote del grande Buster nel ruolo chiave di Solange, e delle giovani e belle Claudia Butenuth, Pilar Castel e Giovanna di Bernardo. Il commento musicale è di ennio Morricone, che arricchisce e impreziosisce una trama avvincente, sottolinenando con puntualità i momenti topici.

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Cosa avete fatto a Solange? un film di Massimo Dallamano 1972, con Fabio Testi, Karin Baal, Joachim Fuchsberger, Cristina Galbó, Camille Keaton, Günther Stoll, Claudia Butenuth, Maria Monti, Pilar Castel. Prodotto in Germania Ovest, Italia. Durata: 96 minuti.

Fabio Testi: Enrico ‘Henry’ Rosseni
Cristina Galbó: Elizabeth Seccles
Karin Baal: Herta Rosseni
Joachim Fuchsberger: Ispettore Barth
Günther Stoll: Professor Bascombe
Claudia Butenuth: Brenda Pilchard
Camille Keaton: Solange Beauregard
Maria Monti: Mrs. Erickson
Giancarlo Badessi: Mr. Erickson
Pilar Castel: Janet Bryant
Giovanna Di Bernardo: Helen Edmonds

Regia Massimo Dallamano
Soggetto Bruno Di Geronimo, Massimo Dallamano
Sceneggiatura Bruno Di Geronimo, Massimo Dallamano
Produttore Leo Pescarolo, Fulvio Lucisano, Horst Wendlandt
Fotografia Joe D’Amato
Montaggio Antonio Siciliano, Clarissa Ambach
Musiche Ennio Morricone

Cesare Barbetti: Enrico ‘Henry’ Rosseni
Vittoria Febbi: Elizabeth Seccles
Fiorella Betti: Herta Rosseni
Giuseppe Rinaldi: Ispettore Barth
Nando Gazzolo: Professor Bascombe
Serena Verdirosi: Brenda Pilchard
Liliana Sorrentino: Solange Beauregard
Carlo Alighiero: Mr. Erickson

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febbraio 18, 2009 Posted by | Thriller | , , , | 7 commenti

Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave

Un titolo chilometrico, ripreso da Sergio Martino nel 1972, dopo il lusinghiero successo ottenuto da Lo strano vizio della signora Wardh, e ricavato da un biglietto che il persecutore di Julie Wardh, Jean, aveva recapitato alla sua ex amante. Per questo film Martino si avvale, nel cast, nuovamente della Fenech e di Rassimov, volto da duro buono sopratutto per le parti da cattivo. A completare il cast vengono chiamati Luigi Pistilli e Anita Strindberg, mentre il soggetto si ispira, in qualche modo, ad un’opera di Edgar Allan Poe; un’operazione non facile, ed infatti il film, pur non essendo mal riuscito, risente della difficoltà di trasposizione delle tipiche atmosfere di Poe in riduzione cinematografica.

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Anita Strindberg

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Daniela Giordano

Il film narra la storia di Oliviero Reuvigny, scrittore fallito e affetto da turbe mentali, oltre che dedito all’alcool, e della moglie Irene, nevrotica, che vive con il marito in compagnia di un gatto nero di nome Satana. Oliviero ha gravi problemi psicologici,legati ai fanatsmi della madre, di cui non si è mai liberato; in qualche modo vede nella moglie una vittima, mentre l’unica cosa che ha un valore affettivo è il gatto. Nel paese vicino alla casa dello scrittore avviene un brutale delitto, e i sospetti si incentrano proprio sullo scrittore; la ragazza assassinata, infatti, era una delle vecchie amanti di Oliviero.

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E’ proprio la moglie, Irene, a fornire un alibi al marito. Ma poco tempo dopo la cameriera di colore della coppia viene brutalmente uccisa. A questo punto i due coniugi, sicuri che questa volta la polizia avrebbe arrestato l’uomo, decide di occultare il cadavere. Il corpo della ragazza viene così trasportato in cantina, dove viene murato. A sconvolgere la vita già precaria della coppia arriva, qualche giorno dopo, una ragazza, nipote di Oliviero; è Floriana, una disinibita ragazza dai costumi molto leggeri, che in poco tempo tempo diventa dapprima l’amante dello zio, poi l’amante di Irene, e infine si concede anche ad un giovane fornitore della casa,Dario.

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L’arrivo della ragazza mette in crisi il fragile equilibrio della coppia, che inizia ad odiarsi in maniera assoluta. Oliviero confida a Floriana di essere stanco della moglie, mentre dal canto suo anche Irene, che sospetta il marito di essere l’assassino delle due ragazze, medita di sbarazzarsi di lui. Il dramma arriva al suo compimento; Irene uccide, tagliandogli la gola, il marito,  con la tacita complicità di Floriana, che assiste senza intervenire.

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Edwige Fenech

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Enrica Bonaccorti

Il silenzio di Floriana viene comprato con alcuni gioielli, e così Irene finalmente si sbarazza dell’odiato marito, mentre Floriana si allontana dalla villa con Dario, sulla sua moto. Appena andata via la ragazza, Irene avvisa il suo amante del percorso dei ragazzi; è stata proprio lei a uccidere le due vittime precedenti, con l’aiuto dell’amante, per liberarsi dell’odiato marito. Dario e Floriana troveranno la morte, così come Walter, l’amante di Irene, che a sua volta verrà ucciso dalla diabolica donna; il piano sembrerebbe perfetto, ma il diavolo, alle volte, si scorda i coperchi, è c’è spazio per la sorpresa finale.

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Edwige Fenech e Luigi Pistilli

Un film che risente, come già detto, della necessità di mantenersi fedele all’impianto letterario, ma che risente di troppi stereotipi del genere thriller, come la mancanza di atmosfera, l’eccessiva lentezza del film e un generale senso di incompiuto che aleggia sulla pellicola.

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Buone, comunque, le prove della seducente Fenech, di Luigi Pistilli, che tratteggia benissimo la figura dello scrittore erotomane ed alcolizzato e della bravissima Strindberg. Nel cast compaiono, per pochi minuti, Dalila Di Lazzaro, Daniela Giordano ed Enrica Bonaccorti, oltre al compianto Franco Nebbia.

Un film di Sergio Martino. Con Luigi Pistilli, Anita Strindberg, Edwige Fenech, Daniela Giordano, Ivan Rassimov.Enrica Bonaccorti, Franco Nebbia Drammatico, durata 95 min. – Italia 1972

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Edwige Fenech: Floriana
Anita Strindberg: Irina Rouvigny
Luigi Pistilli: Oliviero Rouvigny
Ivan Rassimov: Walter
Franco Nebbia: Ispettore
Riccardo Salvino: Dario
Angela La Vorgna: Brenda
Enrica Bonaccorti: Hooker
Daniela Giordano: Fausta
Marco Mariani: Libraio
Nerina Montagnani: Mrs. Molinar

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Regia Sergio Martino
Soggetto Luciano Martino, Sauro Scavolini – tratto dal racconto Il gatto Nero di Edgar Allan Poe
Sceneggiatura Ernesto Gastaldi, Adriano Bolzoni, Sauro Scavolini
Produttore Luciano Martino
Casa di produzione Lea Film
Fotografia Giancarlo Ferrando
Montaggio Attilio Vincioni
Musiche Bruno Nicolai
Scenografia Giorgio Bertolini
Costumi Oscar Capponi
Trucco Giulio Natalucci

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febbraio 17, 2009 Posted by | Thriller | , , , , , | Lascia un commento