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La comune


Danimarca,anni 70.
Erik e Anna sono una coppia sposata da 15 anni e con una figlia, Freya.
Lui è un professore universitario di architettura, lei una giornalista televisiva; una vita borghese, tranquilla fino al giorno in cui Erik eredita la casa dei suoi in cui viveva ancora suo padre,venuto a mancare.
Una casa enorme, oltre 450 metri quadri, della quale Erik farebbe volentieri a meno vista anche la sua ottima valutazione di mercato.
Ma Anna ha altri progetti e li espone ad Erik, ovvero creare all’interno di esse una comune, in modo da realizzare il suo sogno di vivere in compagnia e perchè no,dividere le spese di gestione.
Anche se dubbioso Erik accetta così in breve tempo arrivano i primi coinquilini fra i quali Ole,un vecchio amico squattrinato e via via gli altri, Steffen e Mona, Allon e Ditte e via dicendo.


Si forma così una eterogenea comunità che almeno agli inizi sembra riuscire a condividere il sogno comune di una vita in armonia all’interno di una micro società auto gestita,libera dai vincoli che dettano la vita nel quotidiano reale.
Tutto sembra filare bene, con una collegialità che da respiro alle aspirazioni di tutti,che apportano il proprio contributo secondo le proprie disponibilità
Ma la situazione è destinata ben presto a mutare radicalmente proprio a causa dell’inizialmente restio Erik,che si innamora della sua giovane allieva Emma.
Quando Erik confessa la cosa ad Anna (anche perchè colto in fallo proprio dalla figlia Freya), la moglie ha una reazione molto comprensiva e sembra accettare la storia.
Ma l’atteggiamento libero e maturo di Anna ben presto si trasforma in una crisi identitaria molto forte; la donna si trova a doversi confrontare con una rivale molto più giovane,bella e affascinante e  il suo atteggiamento moderno lascia il posto alla depressione,che la porta ad avere successivamente un forte calo di rendimento anche sul lavoro.


La situazione precipita quando decide di far venire a vivere Emma nella comune; da quel momento le cose non saranno più le stesse e la comune scoprirà quanto sia difficile conciliare il collettivo con il privato.
La morte del piccolo Vilads sembra riunire per un attimo il gruppo, ma l’incanto è ormai rotto: consapevole di dover trovare una strada nuova e di dover accettare la relazione del marito, Anna lascia la comune alla
ricerca di una nuova identità e di un futuro incerto ma diverso.
La comune è un film che parla di un vecchio mito degli anni 60 e 70,quello di una micro società sganciata dagli obblighi sociali della macro società, nella quale vigono le regole dell’individualità e della affermazione del singolo.
L’utopia delle scelte comuni, della vita sotto uno stesso tetto, un vero comunismo del posseduto a favore di una comunità eterogenea con leggi auto decise è visto come un miraggio che deve scontarsi con la realtà delle cose.


Il collettivo deve per forza confrontarsi con il privato,con l’individuo, che ha regole indipendenti e sopratutto fatalmente legate alle scelte individuali.
Basta una cosa semplicissima come un nuovo amore a mettere in crisi l’utopia stessa; la necessità di confrontarsi con la presenza della rivale in amore porta la protagonista principale, Anna, ad una profonda crisi personale che investe
il suo essere principalmente come donna e come moglie.
Il confronto è impari e Anna,profondamente innamorata di Erik,dovrebbe conciliare la nuova realtà coniugale con la comune. Fatalmente il confronto non regge e così l’equilibrio apparentemente raggiunto si frantuma.
In mezzo ci sono gli sforzi del gruppo per vivere serenamente la realtà della comune,che apparentemente sembra funzionare.Nella realtà le cose sono ben diverse;l’esaltazione dei primi momenti,il bagno spensierato in gruppo,le cene conviviali e la vita in comune
devono lasciare posto alla dura realtà.Il privato,la sfera intima sono inconciliabili con l’utopia e il conto sarà presto presentato.
Interessante lavoro,questo del regista Thomas Vinterberg,molto apprezzato dalla critica,come mostrano i premi internazionali ricevuti,che però non sono bastati ad attrarre pubblico nelle sale.Poco meno di 30.000 spettatori per un film che invece è più che godibile anche se
va affrontato come un lavoro non certo scacciapensieri. Il tema inusuale è affrontato con mano sicura da Vintenbergne pur con qualche difetto è opera di sicuro rilievo.

Qualche lentezza di troppo,qualche dialogo non particolarmente comprensibile sono pecche del film che tuttavia si lascia guardare.
Menzione per la brava Tryne Dirholm,già ammirata nei panni di una spregevole direttrice tv in Daisy Diamond, bravo anche il conosciuto Ulrich Thomsen,nel film Erik.
Brava e sicuramente affascinante il terzo lato del triangolo,Helene Reingaard Neumann che nel film è Emma.
Un film di cui consiglio la visione.

La comune

un film di Thomas Vinterberg, con Trine Dyrholm, Ulrich Thomsen, Helene Reingaard Neumann, Martha Sophie Wallstrom Hansen, Lars Ranthe, Fares Fares. Titolo originale: Kollektivet. Genere Drammatico – Danimarca, 2016, durata 111 minuti.

Ulrich Thomsen: Erik
Trine Dyrholm: Anna
Lars Ranthe: Ole
Helene Reingaard Neumann: Emma
Anne Gry Henningsen: Ditte
Fares Fares: Allon
Magnus Millang: Steffen
Martha Sofie Wallstrøm Hansen: Freja
Julie Agnete Vang: Mona
Rasmus Lind Rubin: Peter
Sebastian Grønnegaard Milbrat: Vilads
Jytte Kvinesdal: Kirsten
Mads Reuther: Jesper

Simone D’Andrea: Erik
Laura Romano: Anna
Massimo Rossi: Ole
Benedetta Degli Innocenti: Emma
Rosalba Caramoni: Ditte
Hossein Taheri: Allon
Alessio Cigliano: Steffen
Sara Labidi: Freja
Laura Cosenza: Mona
Niccolò Guidi: Peter
Teo Achille Caprio: Vilads
Paola Giannetti: Kirsten
Rino Bolognesi: Leif

Regia Thomas Vinterberg
Sceneggiatura Thomas Vinterberg, Tobias Lindholm
Distribuzione in italiano BiM Distribuzione
Fotografia Jesper Tøffner
Montaggio Janus Billeskov Jansen e Anne Østerud
Musiche Fons Merkies
Scenografia Niels Sejer, Salli Lindgreen e Didde Højlund Olsen

gennaio 18, 2020 - Posted by | Drammatico | , , ,

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