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il Re dei Re

Nel 1961 Nicholas Ray,grazie ai mezzi messi a disposizione da Samuel Bronson (produttore tra l’altro di kolossal come El Cid e La caduta dell’impero romano) allestisce una personale versione della vita di Gesù Cristo,cercando di essere fedele quanto più possibile alla storia narrata dalla Bibbia prima e dai vangeli dopo.
Lo fa coprendo un arco temporale di quasi un secolo,partendo dal saccheggio di Gerusalemme ad opera delle truppe romane avvenuto nel 63 Ac e arrivando alla fine alla crocefissione di Gesù.
Il film parte con la decisione da parte di Roma di mettere sul trono della Giudea Erode il Grande,per frenare gli innumerevoli moti di ribellione degli ebrei che mal sopportavano la durissima occupazione romana.
Ed è proprio partendo dal regno di Erode che che si sviluppa la storia,con la decisione da parte del re di uccidere tutti i primogeniti delle tribù per timore che si avverasse la profezia della nascita di un Re che avrebbe occupato il trono di Gerusalemme.

Giuseppe e Maria salvano il piccolo Gesù fuggendo in Egitto mentre a Gerusalemme il crudele Erode il grande muore per mano di suo figlio Erode Antipa ( clamoroso falso storico, Erode il grande morì di malattia); la sacra famiglia può tornare a Nazareth,dove vive tranquilla fino
a quando Gesù,ormai adolescente,inizia a far parlare di se.
La storia prosegue con la predicazione di Giovanni Battista,che predice l’avvento del Messia,con l’arrivo del nuovo governatore Ponzio Pilato e con gli avvenimenti successivi,il battesimo di Gesù,le predicazioni dello stesso con il celebre discorso della montagna (magnifica ricostruzione)
e i successivi avvenimenti,la delusione di Barabba che sperava nell’avvento di un liberatore con le armi,la preoccupazione del sinedrio e le trame dello stesso per frenare la crescente popolarità del Nazzareno fino all’arresto,alla decisione di Pilato di far decidere al popolo sulla sorte di Gesù e la sua successiva passione,culminata con la crocefissione sul Golgota.
Una versione,quella del film Il Re dei Re ,uscito nel 1961, che ripercorre la vita di Gesù nelle sue fasi salienti, corredata da splendide scenografie, ottimi costumi e dialoghi sobri e abbastanza fedeli alla narrazione evangelica.


Qualche concessione di troppo al gusto tutto americano per la retorica e la scelta azzardata di Jeffrey Hunter per il ruolo di Gesù sono gli unici appunti da muovere al film.
Sopratutto quest’ultima; un Gesù biondo e con gli occhi azzurri è quanto di più lontano dalla figura terrena del Messia,che per le sue origini era sicuramente diverso fisicamente ma per secoli arte e scritti hanno tramandato la sua figura in questo modo per cui si tratta di un peccato molto veniale.
Bene il cast, con ottime caratterizzazioni,da Rip Torn (Giuda) passando per Robert Ryan (il Battista),Viveca Lindfors (Claudia,la moglie di Pilato) e Frank Thring (Erode Antipa).
Fra le svariate versioni cinematografiche sulla vita del Messia questa va reputata la migliore almeno fino alla più fedele e meglio realizzata,quella del Gesù di Nazareth del compianto Zeffirelli.
Da segnalare nella versione italiana la presenza come voce narrante di Gino Cervi (in quella originale il ruolo è ricoperto da Orson Welles)
Riproposto più volte dalle tv, ha una buona versione in divx (solo in streaming) all’indirizzo https://altadefinizione.cloud/il-re-dei-re/

Il Re dei Re

Un film di Nicholas Ray. Con Viveca Lindfors, Robert Ryan, Harry Guardino, Hurd Hatfield, Jeffrey Hunter, Carmen Sevilla Titolo originale The King of Kings. Storico, durata 168 min. – USA 1961

 

Jeffrey Hunter: Gesù
Siobhán McKenna: Maria
Robert Ryan: Giovanni Battista
Ron Randell: Lucio Catanio
Hurd Hatfield: Ponzio Pilato
Viveca Lindfors: Claudia
Frank Thring: Erode Antipa
Rita Gam: Erodiade
Royal Dano: Pietro
Rip Torn: Giuda Iscariota
Harry Guardino: Barabba
Carmen Sevilla: Maria Maddalena
Brigid Bazlen: Salomè
Guy Rolfe: Caifa
Grégoire Aslan: Erode il Grande
Luis Prendes: buon ladrone
Barry Keegan: cattivo ladrone

 

Giuseppe Rinaldi: Gesù
Lydia Simoneschi: Maria
Emilio Cigoli: Giovanni Battista
Manlio Busoni: Lucio
Nando Gazzolo: Ponzio Pilato
Andreina Pagnani: Claudia
Giorgio Capecchi: Erode Antipa
Rosetta Calavetta: Erodiade
Mario Pisu: Pietro
Pino Locchi: Giuda Iscariota
Glauco Onorato: Barabba
Maria Pia Di Meo: Maria Maddalena
Fiorella Betti: Salomè
Olinto Cristina: Caifa
Luigi Pavese: Erode il Grande
Gualtiero De Angelis: buon ladrone
Renato Turi: cattivo ladrone
Gino Cervi: voce narrante

Regia Nicholas Ray
Sceneggiatura Philip Yordan
Produttore Samuel Bronston
Casa di produzione Metro-Goldwyn-Mayer
Distribuzione in italiano Metro-Goldwyn-Mayer
Fotografia Manuel Berenguer, Milton R. Krasner, Franz Planer
Montaggio Harold F. Kress, Renée Lichtig
Effetti speciali Alex Weldon, Lee Le Blanc
Musiche Miklós Rózsa
Scenografia Enrique Alarcòn, Georges Wakhévich
Costumi Georges Wakhévich
Trucco Charles E. Parker, Mario Van Riel

settembre 28, 2019 Posted by | Storico | | Lascia un commento

Mission

Il 13 gennaio 1750, Ferdinando VI di Spagna e Giovanni V di Portogallo firmano un documento per stabilire un confine tra le colonie in America meridionale. Si tratta del Trattato di Madrid, basato su uno dei principi fondamentali del diritto romano: chi possiede di fatto, possiede di diritto. Applicato nel contesto del Trattato, esso riconosce l’espansione e colonizzazione portoghese verso il bacino dell’Amazzonia a scapito dell’Impero spagnolo.
In questa cornice storica, alcuni membri della Compagnia di Gesù, armati di fede incrollabile e forza di volontà, si recano sul confine tra Argentina, Brasile e Paraguay, nella vasta foresta pluviale che circonda le cascate dell’Iguazú. Il film sviluppa la sua storia attraverso una corrispondenza che racconta gli accadimenti all’insediamento della missione. L’autore della corrispondenza è il cardinale Altamirano (Ray McAnally) cui voce narrante nella versione italiana è Renzo Palmer.
La missione dei gesuiti è quella di evangelizzare le tribù dei Guaranì e proteggerle dallo sfruttamento da parte degli spagnoli e portoghesi che si sono spartiti i territori dell’America meridionale. I gesuiti edificano le cosiddette “riduzioni”, centri in cui gli indios apprendono mestieri e arti proprie della cultura europea. I frutti del loro lavoro vengono distribuiti tra tutti i partecipanti secondo criteri di equità e collaborazione.


Padre Gabriel (Jeremy Irons) è un membro della Compagnia di Gesù che raggiunge in solitudine una tribù di Guaranì, scalando le cascate dell’Iguazú. Riesce a farsi accettare dagli indios grazie alla dolce musica dell’oboe che suona. Il gesuita ormai adottato dai Guaranì crea con il loro aiuto una missione, un’oasi di tranquillità ove gli indios vivono protetti dall’avidità dei mercanti di schiavi.
In questa missione impegnativa padre Gabriel è aiutato da Rodrigo Mendoza (Robert De Niro), ex mercenario e mercante di schiavi. Mendoza, in un momento di ira, uccide suo fratello Felipe (Aidan Quinn) e, in preda ai rimorsi, decide di lasciarsi morire. Ma il gesuita lo persuade a non troncare la sua vita a mezzo del suicidio. Gli suggerisce di percorrere la via della redenzione per perseguire un fine onesto, importante. Rodrigo decide quindi di mettersi al servizio dei gesuiti e degli indios, scegliendo di prendere i voti per diventare un missionario gesuita.
Le “riduzioni” sono mal viste sia dagli spagnoli sia dai portoghesi che le considerano un ostacolo nelle fruttuose attività di compravendita di schiavi. I poteri forti chiedono la mediazione del Papa per allontanare i gesuiti ed eliminare di conseguenza le missioni costruite sui territori ormai portoghesi. I coloni accolgono il cardinale Altamirano (Ray McAnally) il quale,

pur essendo impressionato dalla bontà e bellezza delle missioni, ordina ai gesuiti e agli indios di abbandonare le loro terre in favore dei latifondisti portoghesi. I rappresentanti dei re di Spagna e Portogallo, Don Cabeza (Chuck Low) e Don Hontar (Ronald Pickup), nei loro colloqui con il cardinale minacciano apertamente l’esistenza stessa della Compagnia di Gesù all’interno della Chiesa. Gli indios rifiutano l’ordine di lasciare le loro terre. Decidono di combattere per difenderle, guidati da padre Rodrigo che riprende in mano le armi e organizza la difesa. I gesuiti rimangono con gli indios che li hanno accolti e adottati. Una spedizione militare è inviata contro “i ribelli”. Padre Gabriel respinge la violenza; durante i combattimenti celebra la messa nella missione con la partecipazione delle donne, dei bambini e degli anziani Guaranì. I missionari Fielding (Liam Neeson) e Ralph (Rolf Gray) muoiono combattendo accanto ai Guaranì.


Padre Rodrigo muore deriso dai soldati portoghesi durante il tentativo fallito di far esplodere il ponte di collegamento della missione. Disteso a terra, il suo sguardo contempla padre Gabriel in processione mentre avanza tra gli spari e viene colpito a morte.
La missione è distrutta, i Guaranì sopravvissuti sono condotti in schiavitù. Un gruppo ristretto di bambini si salva dal massacro e si allontana silenziosamente con una canoa.

Ad una prima visione la figura centrale sembra essere Rodrigo Mendoza, commerciante di schiavi e fratricida, che ottiene la redenzione attraverso i missionari che gli assegnano la penitenza di curarsi di coloro che un tempo erano oggetto dei suoi affari: i Guaranì. Grazie alla bravura di De Niro il personaggio Mendoza suscita nello spettatore un maggiore interesse in quanto la sua trasformazione si svolge in maniera quasi spettacolare. Tuttavia, è mia opinione che Padre Gabriel, egregiamente interpretato da Jeremy Irons, ben sostiene il confronto. Perché se è vero che un cambiamento del male in bene è l’aspirazione degli umanisti convinti, è altrettanto vero che un bene che non si lascia corrompere dal male è l’ideale dei cristiani. Padre Gabriel, devoto, schietto, sensibile e leale, dichiara fino all’ultimo che “Dio è amore”. Continua a combattere il male con il bene rifiutandosi di ricorrere ad atti di violenza. Lui che ha conquistato l’affetto degli indios con il dolce suono dell’oboe, continua a vivere nella memoria dei sopravvissuti grazie alla bontà delle sue azioni.


Personalmente, avrei apprezzato una migliore rappresentazione dei personaggi Guaranì, un approfondimento della loro filosofia di vita, dei loro valori, ecc. In questo senso ho pensato di portare un modesto contributo per coloro che leggendo questo scritto e visionando il film potrebbero gradire una descrizione di questo popolo: “Gli esseri che sono privi dell’ipocrisia delle persone civili, reagiscono naturalmente, al momento che percepiscono le cose. È nell’immediato che sono contenti o scontenti, allegri o tristi, interessati o indifferenti. Notevole è la superiorità di indios puri come questi guajiros. Ci superano in tutto perché, se adottano qualcuno, tutto ciò che essi hanno è suo e, a loro volta, quando da questa persona ricevono la più piccola attenzione sono commossi profondamente, nel loro essere ipersensibile.” (da”Papillon”, di Henri Carrière)

Tornando alla pellicola, nella parte finale, regna la confusione. Le scene dei combattimenti sono mal orchestrate. Un vero peccato per un trama che si sviluppa in luoghi spettacolari. In particolare, la cascata che nell’apertura del film inghiottisce un missionario crocifisso. La misteriosa atmosfera della foresta pluviale conferisce alla pellicola una patina mistica.
The Mission” è stato prodotto da David Puttnam e diretto da Roland Joffé, che hanno realizzato il premiato “The Killing Fields” (1984). Pur essendo un buon prodotto, non raggiunge i livelli di sceneggiatura e regia di “Urla del silenzio”.
Una menzione particolare va alla colonna sonora. Il maestro Morricone azzecca in pieno con l’utilizzo di uno strumento musicale dal suono vellutato: l’oboe. Il suo contributo viene riconosciuto e premiato con un Golden Globe e un Premio Bafta.
Agli Oscar la pellicola viene nominata in numerose categorie ma si aggiudica unicamente il premio per la migliore fotografia che va a Chris Menges.
“The Mission” è un film difficile, a tratti sconnesso. Tuttavia, tratta una storia coinvolgente, trasmette sentimenti intensi e trasporta lo spettatore in una natura selvaggia, forte, al riparo della quale vive un popolo fragile.

Mission

Un film di Roland Joffé. Con Robert De Niro, Jeremy Irons, Ronald Pickup, Liam Neeson, Aidan Quinn.Drammatico, durata 125 min. – Gran Bretagna 1986

Robert De Niro: Rodrigo Mendoza
Jeremy Irons: Padre Gabriel
Ray McAnally: Cardinale Altamirano
Liam Neeson: Fielding
Aidan Quinn: Felipe Mendoza
Cherie Lunghi: Carlotta
Ronald Pickup: Don Hontar
Chuck Low: Don Cabeza
Rolf Gray: Padre Ralph
Bercelio Moya: ragazzo indio

Stefano De Sando: Rodrigo Mendoza
Gino La Monica: Padre Gabriel
Renzo Palmer: Cardinale Altamirano/Voce narrante
Massimo Venturiello: Fielding
Roberto Pedicini: Felipe Mendoza
Mino Caprio: Hontar
Glauco Onorato: Cabeza

Regia Roland Joffé
Soggetto Robert Bolt
Sceneggiatura Robert Bolt
Produttore Fernando Ghia, David Puttnam
Casa di produzione Warner Bros.
Distribuzione in italiano Warner Brothers Entertainment
Fotografia Chris Menges
Montaggio Jim Clark
Effetti speciali Peter Hutchinson
Musiche Ennio Morricone
Scenografia Stuart Craig
Costumi Enrico Sabbatini

settembre 23, 2019 Posted by | Drammatico | , , , , , | 2 commenti

Ben Hur

Palestina,primo secolo dopo Cristo
L’impero romano domina la terra d’Israele con durezza;l’imperatore Tiberio manda in Palestina un nuovo governatore,accompagnato da Messala,capo delle guardie.
A Gerusalemme Messala incontra il vecchio amico Giuda Ben Hur,ricco mercante schierato apertamente con il suo popolo.
Ben presto, al rifiuto di Ben Hur di collaborare alla repressione dei moti di rivolta del popolo ebreo,Messala decide di sbarazzarsi dell’ormai ex amico e approfitta di un banale quanto involontario incidente che accade durante il passaggio del nuovo governatore. Alcuni mattoni si staccano dal tetto della casa di Ben Hur e Messala accusa Ben Hur di aver attentato alla vita del governatore. Imprigionato,Ben Hur viene inviato ai lavori forzati; nei pressi di Nazareth, stremato dalla sete,verrà dissetato da Gesù, un incontro questo che cambierà il suo futuro.
Qualche anno dopo Ben Hur,incatenato ai remi di una galea romana, salva da morte sicura il console romano Quinto Arrio durante una battaglia contro i pirati. Riconoscente,l’uomo lo porta con se a Roma e decide di adottarlo.


Ben Hur torna a Gerusalemme,dove apprende una triste notizia; sua madre e sua sorella sono morte. A comunicargli la cosa è Ester,figlia di un suo vecchio amico e segretamente innamorata di lui da sempre; la donna,per risparmiargli un dolore mente, nascondendo
un’atroce verita:la madre e la sorella di Ben Hur vivono nella valle dei lebbrosi, dopo aver contratto la terribile malattia.
Distrutto, Ben Hur giura vendetta contro Messala, responsabile della tragedia che si è abbattuta sulla sua vita .E avrà un’imprevista vendetta quando, correndo con le bighe in una gara senza regole, Messala verrà travolto dai cavalli, riportando ferite mortali.
Sul letto di morte, Messala rivela a Ben Hur che sua madre e sua sorella sono vive, ma che hanno la lebbra.
Ben Hur riuscirà a vedere le sue congiunte e alla fine,senza preoccuparsi del rischio di contagio,le trascina con se ad assistere al passaggio di Gesù, avviato al Calvario. Le due donne,miracolosamente,guariscono dalla lebbra e il film si chiude con la visione in lontananza
di tre croci che si stagliano nel tramonto.


L’uscita di Ben Hur nel 1959,per la regia del grande William Wyler venne accolta in modo a dir poco entusiasta sia dal pubblico che da buona parte della critica,tanto che nell’edizione degli Oscar tenutasi nel 1960 a Hollywood nel RKO Pantages Theatre la pellicola fece incetta di statuette,ben 11  su 12 nomination , tanto da stabilire un record che è stato soltanto eguagliato da Titanic e dal Signore degli anelli-Il ritorno del re.
A stupire tutti fu la splendida sequenza della corsa delle quadrighe,realizzata con una perizia ragguardevole.Scene mozzafiato,il clou di una pellicola che ha dalla sua una storia accattivante,con il classico happy end che è una volta tanto di una sobrietà sorprendente,con le tre croci
viste nel tramonto che si stagliano quasi come monito o anche come ricordo del passaggio terreno di un uomo eccezionale,quel Gesù che nel film appare di sfuggita,ma la cui presenza cambia irreversibilmente la sorte della famiglia di Giuda Ben Hur.
Che ha il volto (e il fisico scultoreo) di Charlton Heston,reduce da un altro kolossal di successo,I dieci comandamenti.
Curiosamente Ben Hur non aveva un cast di primissimo piano;gli attori protagonisti ( e non) non erano figure di primissimo piano del gotha cinematografico.
Ma ognuno di loro recitò al meglio,tanto che buona parte del successo va ascritto ad interpretazioni asciutte,rigorose.
Un’altra celebre sequenza è quella della battaglia navale,girata con tanta perizia da risultare quasi reale; venne realizzata una grande vasca con modellini delle galee romane fatte in dimensioni simili al vero.


Il film,girato in larga parte negli stabilimenti romani di Cinecittà fece da cassa di risonanza agli stabilimenti stessi,che divennero ancor più ambiti e che successivamente vennero usati come base per una pletora di peplum.
Un film epico,un vero kolossal capace di inchiodare alla poltrona lo spettatore per tutti i 212 minuti di durata della pellicola,che per decenni è stata trasmessa in più occasioni da tv pubbliche e private di tutto il mondo.
Da segnalare la presenza nel cast tecnico di un aiuto regista che di li a poco avrebbe avuto anch’esso fama mondiale: Sergio Leone

Ben Hur
Un film di William Wyler. Con Charlton Heston, Jack Hawkins, Haya Harareet, Stephen Boyd, Hugh Griffith, Giuliano Gemma, Martha Scott, Cathy O’Donnell, Sam Jaffe, Finlay Currie, Frank Thring, Terence Longdon, George Relph, André Morell, Adi Berber, Marina Berti Avventura, durata 212 min. – USA 1959

Charlton Heston: Giuda Ben-Hur
Jack Hawkins: Quinto Arrio
Haya Harareet: Esther
Stephen Boyd: Messala
Hugh Griffith: Sceicco Ilderim
Martha Scott: Miriam
Cathy O’Donnell: Tirzah
Sam Jaffe: Simonide
Claude Heater: Gesù Cristo
Finlay Currie: Baldassarre
Frank Thring: Ponzio Pilato
Terence Longdon: Druso
George Relph: Imperatore Tiberio
André Morell: Sesto
Laurence Payne: Giuseppe
Adi Berber: Malluch
Marina Berti: Flavia
Mino Doro: Valerio Grato
José Greci: Vergine Maria madre di Gesù Cristo
Richard Hale: Gasparre
Lando Buzzanca: Schiavo
Giuliano Gemma : Soldato Romano

Emilio Cigoli: Giuda Ben-Hur
Manlio Busoni: Quinto Arrio
Maria Pia Di Meo: Esther
Glauco Onorato: Messala
Carlo Romano: Sceicco Ilderim
Renata Marini: Miriam
Fiorella Betti: Tirzah
Lauro Gazzolo: Simonide
Luigi Pavese: Baldassarre
Giorgio Capecchi: Ponzio Pilato
Olinto Cristina: Imperatore Tiberio
Bruno Persa: Sesto
Gino Baghetti: Giuseppe
Arturo Dominici: Valerio Grato
Luigi Pavese: voce narrante

Regia William Wyler
Soggetto Lew Wallace (romanzo)
Sceneggiatura Karl Tunberg (accreditato), Christopher Fry, Gore Vidal (non accreditati)
Produttore Sam Zimbalist
Casa di produzione Metro-Goldwyn-Mayer, Cinecittà
Distribuzione in italiano Metro-Goldwyn-Mayer
Fotografia Robert Surtees
Montaggio John D. Dunning, Ralph E. Winters
Effetti speciali A. Arnold Gillespie, Robert MacDonald, Milo B. Lory, Lee LeBlanc, Robert R. Hoag
Musiche Miklós Rózsa
Scenografia Edward Carfagno, William A. Horning, Hugh Hunt, Vittorio Valentini
Costumi Elizabeth Haffenden
Trucco Charles E. Parker

settembre 22, 2019 Posted by | Storico | , , , , , , | Lascia un commento

I dieci comandamenti

Egitto,regno di Ramses I
Astrologi e sacerdoti di corte hanno vaticinato l’arrivo di un uomo che porterà l’Egitto alla dissoluzione liberando contemporaneamente il popolo di Israele dalla cattività;il faraone Ramses I ordina la morte di tutti i neonati degli schiavi, ma si salva il figlio di Yochabel che mette il suo piccolo in una cesta avvolto in una tradizionale coperta ebrea e lo affida al Nilo confidando nell’aiuto di Dio.
La cesta cullata dalle acque del fiume arriva fino alla casa di Bithia,figlia del faraone,vedova e senza figli e quando questa scopre che all’interno c’è un bimbo,decide di accoglierlo come suo figlio e gli da il nome di Mosè,tratto dalle acque.
Gli anni passano e Mosè cresce forte e intelligente; è anche un valoroso guerriero, che da lustro e gloria all’Egitto ed è tenuto in grande considerazione dal faraone Seti I che nel frattempo è salito sul trono d’Egitto alla morte di suo padre Ramses I;
Seti ama il presunto nipote,tanto da essere indeciso sul suo successore,arrivando a preferire Mosè al suo naturale figlio Ramses II.
Il quale mal vede il riguardo del padre verso il rivale,gelosia accentuata anche dall’amore che la principessa Nefertari,giovane protetta da Seti,nutre per Mosè.


Il quale,fatta costruire una grande città in onore di Seti, sale ancor più nella considerazione del faraone,tanto che ormai tutto lascia presagire che sarà proprio lui il successore sul trono d’Egitto.
Ma dopo una serie di vicissitudini,Mosè scopre le sue vere origini e decide di schierarsi dalla parte del suo popolo,schiavizzato da tanto tempo e di cercare di liberarlo dal giogo egiziano.
Mosè viene quindi condannato all’esilio da Seti I sotto suggerimento di Ramses II (a sua volta sobillato da Nefertari) e allontanato dal regno,con destinazione il deserto.
Qui Mosè conoscerà la sua futura moglie Sefora e inizierà per lui un periodo di tranquillità,interrotta solo dalla folgorazione della chiamata di Dio,che lo incarica di liberare il popolo di Israele dandogli poteri straordinari con i quali convincere il faraone
a lasciar partire gli ebrei.
Alla corte di Ramses II,nonostante i prodigi compiuti,Mosè non riesce a convincere l’ostinato faraone; sarà solo provocando la morte dei primogeniti egizi, fra i quali il figlio del faraone che Mosè otterrà l’ambita libertà del suo popolo.


Che quindi raccolta la propria roba si incammina verso la valle del Giordano,dove c’è la terra promessa da Dio.
Ma Ramses II (che ha sposato Nefertari) sotto istigazione della donna,raduna un esercito per sterminare gli ebrei finendo per vederlo annientato dalle acque del mar Rosso che travolgono i suoi soldati subito dopo aver fatto passare gli ebrei,che Mosè ha condotto
attraverso le acque del fiume separandole sempre grazie all’aiuto di Dio.
Nel deserto Mosè riceve la chiamata di Dio che sul monte del Sinai gli scolpisce le tavole della legge, i dieci comandamenti che stabiliranno l’unione tra Dio e quello che è il popolo eletto.
Mosè rimane lontano per quaranta giorni  dal suo popolo.mentre la gente di Israele si lascia andare a gozzoviglie e nefandezze,suscitando l’ira di Dio sopratutto per la costruzione di un vitello d’oro destinato a diventare il nuovo Dio degli israeliani.
La collera di Dio si abbatte sulla parte di popolo infedele che scompare fra tuoni,fulmini e un terremoto che inghiotte i sacrileghi,risparmiando coloro che non avevano rinnegato la propria fede.
Tuttavia il popolo di Israele,condannato a vagare per 40 anni nel deserto,arriverà nella terra promessa senza Mosè che non potrà entrarci, avendo anch’egli offeso Dio. Sarà Giosuè,fedele compagno dalla fuga dell’Egitto a condurre il popolo eletto,emendato dai suoi peccati nella terra
che li accoglierà.


Diretto dallo specialista in kolossal Cecil De Mille nel 1956, con un remake che riprende l’omonimo film girato negli anni 20, I dieci comandamenti è una mega produzione di Hollywood che racconta le vicende narrate nel libro dell’Esodo della Bibbia attraverso 220 minuti di un cinema fastoso
e colossale,con migliaia di comparse e l’utilizzo di scene ardite zeppe di effetti speciali,tra le quali spicca la divisione delle acque che ancora oggi è un effetto speciale insuperato.
Un budget colossale permette a De Mille di creare un’ambientazione affascinante e l’utilizzo di un cast d’eccezione.
A vestire i panni di Mosè,il liberatore,viene scelto Charlton Heston mentre è Yul Brinner a interpretare Ramses II; ma il cast ha anche attrici del calibro di Anne Baxter (Nefertari),Yvonne De Carlo (Sefora,moglie di Mosè) e Debra Paget (Lilia) oltre ad attori del calibro di Edward G.Robinson e
Vincent Price,i due “malvagi” del film,Dathan e Baka.
Un film avvincente nonostante la storia narrata fosse in quache modo a conoscenza,a grandi lineee,degli spettatori;non privo di inesattezze storiche grossolane,come i nomi dei faraoni che pur essendo esistiti nella realtà (Seti I e Ramses II sono stati fra i più grandi faraoni della storia d’Egitto) probabilmente non hanno nulla a che vedere con la vicenda. La Bibbia,infatti,non accenna mai ai nomi del faraoni,limitandosi a fornire solo la denominazione “faraone”.
Altre inesattezze tuttavia non pregiudicano la bontà del racconto.


Il film avvince,tiene lo spettatore avvinghiato alla poltrona grazie alla equilibrata regia di De Mille,nonostante il tempo smisurato di proiezione,quasi quattro ore che tuttavia vengono ricompensate da grandiose scene allestite con migliaia di comparse,con la narrazione degli intrighi che porteranno alla scoperta della vera identità di Mosis (Mosè),colui che fu “tratto dalle acque”,secondo quando narrato dalla Bibbia.Una storia senza tempo,abbellita da costumi sfarzosi e da una ricostruzione storica di vestiti e oggetti vari non eccessivamente visionaria.
Accolto con entusiasmo dal pubblico,I dieci comandamenti si rivelò un affare enorme anche dal punto di vista commerciale,tanto da essere nel trentennio successivo uno dei film più remunerativi della storia.
Ed anche uno dei più visti e più riproposti sia al cinema che in Tv.
Da segnalare anche la vigorosa colonna sonora di Elmer Bernstein; candidato a sette Oscar,alla fine ne portò a casa solo uno, quello a John Fulton per gli effetti speciali.
Ma va detto che se il pubblico tributò un trionfo al film,la critica restò fredda,giudicando lo stesso poco più che un polpettone,pur riconoscendo la bontà di tutte le componenti della pellicola.
Nonostante tutto,il film continua ad essere riproposto con buona frequenza in Tv,riscuotendo a distanza di oltre sessant’anni un successo non scalfito dal tempo.

I dieci comandamenti
regia di Cecil B. De Mille,con Charlton Heston, Yul Brynner, Anne Baxter, Edward G. Robinson, Yvonne De Carlo, Debra Paget. Titolo originale: The Ten Commandments. Genere Storico – USA, 1956, durata 221 minuti

Charlton Heston: Mosè
Yul Brynner: Ramesse
Anne Baxter: Nefertari
Edward G. Robinson: Dathan
Yvonne De Carlo: Sefora
Debra Paget: Lilia
John Derek: Giosuè
Cedric Hardwicke: Sethi
Nina Foch: Bithia
Martha Scott: Yochabel
Judith Anderson: Memnet
Vincent Price: Baka
John Carradine: Aronne
Olive Deering: Miriam
Douglass Dumbrille: Jannes
Frank De Kova: Abiram
Henry Wilcoxon: Pentauro
Eduard Franz: sceicco Jethro
Donald Curtis: Mered
Lawrence Dobkin: Hur Ben Caleb
H.B. Warner: Amminadab
Julia Faye: Elisheba
Lisa Mitchell: figlia di Jethro
Noelle Williams: figlia di Jethro
Joanna Merlin: figlia di Jethro
Pat Richard: figlia di Jethro
Joyce Vanderveen: figlia di Jethro
Diane Hall: figlia di Jethro
Abbas El Boughdadly: auriga di Ramesse
Fraser Clarke Heston: Mosè appena nato
John Miljan: il cieco
Francis McDonald: Simone
Ian Keith: Ramesse I
Paul De Rolf: Eleazar
Woodrow Strode: re degli Etiopici
Tommy Duran: Gershom
Eugene Mazzola: figlio di Ramesse
Ramsay Hill: Korah
Joan Woodbury: la moglie di Korah
Esther Brown: principessa Tharbis
Cecil B. DeMille: Dio, voce narrante
Henry Brandon: comandante degli eserciti

Emilio Cigoli: Mosè
Nando Gazzolo: Ramesse
Lydia Simoneschi: Nefertari
Giorgio Capecchi: Dathan
Dhia Cristiani: Sefora
Fiorella Betti: Lilia
Pino Locchi: Giosuè
Mario Besesti: Sethi
Rina Morelli: Bithia
Giovanna Scotto: Yochabel
Tina Lattanzi: Memnet
Gualtiero De Angelis: Baka
Renato Turi: Aronne
Miranda Bonansea: Miriam
Giovanni Saccenti: Abiram
Gino Baghetti: Pentauro
Amilcare Pettinelli: sceicco Jethro
Rita Savagnone: figlia di Jehtro
Achille Majeroni: Ramesse I
Tina Lattanzi: principessa Tharbis
Luigi Pavese: Dio
Gino Cervi: voce narrante

Regia Cecil B. DeMille
Soggetto J.H. Ingraham
A.E. Southon
Dorothy Clarke Wilson
Sceneggiatura Aeneas MacKenzie, Jesse L. Lasky Jr., Jack Gariss, Fredric M. Frank
Produttore Cecil B. DeMille
Casa di produzione Paramount Pictures, Motion Picture Associates
Fotografia Loyal Griggs
Montaggio Anne Bauchens
Effetti speciali John P. Fulton
Musiche Elmer Bernstein
Scenografia Albert Nozaki, Hal Pereira, Walter H. Tyler
Costumi Arnold Friberg, Edith Head, Dorothy Jeakins, John Jensen, Ralph Jester

settembre 19, 2019 Posted by | Storico | , , , , , , | Lascia un commento

Charlton Heston

I dieci comandamenti

Ben Hur

El Cid

La più grande storia mai raccontata

Sierra Charriba

Khartoum

Il pianeta delle scimmie

1975,occhi bianchi sul pianeta terra

All’ombra delle piramidi

Il richiamo della foresta

2022 i sopravvissuti

I tre moschettieri

Airport 75

Terremoto

La battaglia di Midway

Panico nello stadio

Il principe e il povero

Salvate il Gray Lady

I giganti del West

Il pirata dell’aria

 

settembre 17, 2019 Posted by | Foto biografie | | Lascia un commento

I film con Sansone e Ursus

Sansone

Sansone e Dalila

Sansone contro i pirati

Sansone contro il corsaro nero

Sansone e il tesoro degli Incas

Ercole sfida Sansone

Ursus gladiatore ribelle

La vendetta di Ursus

Ursus

Ursus e la ragazza tartara

Ursus nella terra di fuoco

La regina delle Amazzoni

Ursus nella valle dei leoni

Ursus il terrore dei Kirghisi

Ercole,Sansone,Maciste e Ursus gli invincibili

Gli invincibili tre

settembre 16, 2019 Posted by | Miscellanea | | Lascia un commento

Neorealismo

Un cinema fatto con pochi mezzi, se non nulli.
Ma ricchissimo di una straordinaria inventiva, di una capacità comunicativa che prende spunto dalla realtà,dal quotidiano; una realtà drammatica, quella di un paese uscito a pezzi dalla tragedia della seconda guerra mondiale.
In sostanza il neorealismo è questo.
La capacità di raccontare le storie semplici di gente che ha perso tutto se non la voglia di ricominciare in un presente fatto di ostacoli quasi insormontabili.
L’Italia è un paese in ginocchio,nel 1945.
La guerra appena finita ha lasciato lutti e disperazione,fame e povertà.
Manca tutto.
Non c’è da mangiare, molte città sono distrutte, le infrastrutture sono presso che inesistenti.
Ma gli italiani si rimboccano le maniche e il cinema,dopo la parentesi troppo lunga dei “telefoni bianchi” racconta proprio il quotidiano; ma un quotidiano della povera gente, la dove il cinema fascista aveva raccontato un paese che
esisteva solo nei salotti buoni, scollato dalla realtà fatta di miseria e sopratutto da una guerra scellerata,che aveva portato illusioni dapprima e cruda realtà dopo.
Rossellini,De Sica,Visconti ma anche Castellano,Camerini,Germi,Lizzani ecc. scelgono per rappresentare la realtà attori di rango ma anche tanta gente comune.
Si va per strada, per raccontare le storie: drammatiche e tristi,come quelle di Roma città aperta,che parla ancora della guerra e dell’occupazione di Roma da parte dei tedeschi per passare a Ladri di biciclette,storia del proletariato e della povertà assoluta,totalizzante,
in cui il furto di una semplice bicicletta rappresenta la fine dei sogni di riscatto di un onesto proletario.
E ancora Umberto D., Siuscià, Paisà, film che ben presto escono dai confini nazionali per diffondersi nel mondo,ricevendo entusiastiche accoglienze e influenzando profondamente il cinema mondiale.
Grandi registi come Orson Welles confessarono un’ammirazione sconfinata per il neorealismo;”Sciuscià è il più bel film del mondo,se per gli italiani il neorealismo è Rossellini, per gli americani è De Sica”.
Quasi partigianeria,quella del grande Welles;sopratutto c’è il riconoscimento per una cinematografia che segnerà profondamente il cinema mondiale.
Dal capostipite Ossessione,nato si durante il fascismo,ma che coraggiosamente si era staccato dai canoni imposti a Era notte a Roma o Rocco e i suoi fratelli, ultimi epigoni di una stagione irripetibile,il neorealismo segna profondamente la cultura,la società e il costume
non solo italiano.
Indica la strada da seguire a tanti registi,insegna come si possa fare cinema anche senza lo star system,raccogliendo gente dalla strada,raccontando la realtà di un paese allo sbando.
Una stagione che arriverà fino agli anni sessanta,quando il neorealismo finirà per spegnersi più per le mutate condizioni sociali che per mancanza di idee.
L’Italia inizia un percorso ben diverso da quello che aveva caratterizzato l’immediato dopoguerra.
Arriva il boom economico e con esso una stagione nuova,fatta di sogni ben diversi da quelli di poco meno di un ventennio prima.Casa e auto,elettrodomestici e vacanze prendono il posto della mancanza assoluta di tutto,del sogno del semplice pane o di un tetto qualsiasi.
E nascerà la commedia all’italiana,ma questa è un’altra storia.
Queste sono due parole di presentazione per una gallery di 20 film scelti tra la massa della produzione neorealista;c’è anche una piccola gallery di libri sul neorealismo per chi voglia approfondire l’argomento.

Roma città aperta, 1945

Ladri di biciclette, 1948

Paisà, 1946

Umberto D. , 1942

La terra trema, 1948

Sciuscià, 1946

Germania anno zero, 1948

Ossessione, 1943

Miracolo a Milano, 1951

Bellissima, 1951

Mamma Roma, 1961

Cronaca di un amore, 1950

Domenica d’agosto, 1950

Stromboli, 1950

Anni facili, 1953

Il cammino della speranza, 1950

Il ferroviere, 1957

Sotto il sole di Roma, 1948

Viaggio in Italia, 1953

L’amore in città, 1953

settembre 13, 2019 Posted by | Miscellanea | | 3 commenti

I film girati nella Reggia di Caserta

La splendida Reggia di Caserta è stata,nel tempo,una delle location più suggestive nell’ambito cinematografico. Sono molte le produzioni,sia di film che di serie tv che hanno avuto come sfondo il palazzo voluto dal  Re di Napoli Carlo di Borbone, i cui lavori, affidati a Luigi Vanvitelli,iniziarono a metà del 1700. Patrimonio dell’Unesco,la Reggia di caserta è uno dei gioielli dell’architettura italiana. Quella che segue è una selezione di alcune opere che hanno avuto come location la Reggia.

Angeli e demoni

Mission Impossible III

Star Wars: la minaccia fantasma

Star Wars: l’attacco dei cloni

I tre aquilotti

Donne e briganti

Ferdinando e Carolina

Il papocchio

La donna più bella del mondo

Giovanni Paolo II (Serie Tv)

La maya desnuda

Li chiamarono briganti

Le calde notti di Lady Hamilton

Lo sbarco di Anzio

Madame Sans Gene

Sing Sing

Io speriamo che me la cavo

Il sole anche di notte

Eravamo solo mille (Serie Tv)

Il resto di niente

 

 

settembre 12, 2019 Posted by | Miscellanea | | Lascia un commento

Fernando Di Leo

Rose rosse per il Fuhrer

Brucia ragazzo brucia

I ragazzi del massacro

Milano calibro 9

Gli amici di Nick Hezard

Il boss

La bestia uccide a sangue freddo

La seduzione

Amarsi male

La mala ordina

Colpo in canna

Diamanti sporchi di sangue

La città sconvolta caccia spietata ai rapitori

Sesso in testa

Il poliziotto è marcio

Vacanze per un massacro

Avere vent’anni

I padroni della città

 

settembre 10, 2019 Posted by | Foto biografie | | Lascia un commento

I flani del 1967-Parte 2

settembre 8, 2019 Posted by | Flani | | Lascia un commento