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La forma dell’acqua


Gli Usa nel 1962 sono nel bel mezzo della guerra fredda e l’amministrazione Kennedy si ritrova a dover fronteggiare il blocco sovietico anche con nuove armi; in questo clima di contrapposizione non solo ideologica si svolgono le vicende della giovane Elisa, una ragazza uscita da un orfanotrofio che ora lavora come addetta alle pulizie in un laboratorio segreto governativo.
Elisa è muta, divide la sua vita fra il lavoro, l’unica persona che le mostri amicizia, l’afroamericana Zelda e il suo coinquilino Gilles, anche lui un emarginato per la sua omosessualità.
Nel laboratorio della base viene portata una strana creatura, un essere che sembra essere una mutazione umana di un pesce; l’uomo anfibio è stato catturato in Amazzonia, sottratto alla popolazione indigena che lo venerava come un essere speciale e dai grandi poteri.
L’essere infatti ha straordinarie capacità guaritive e la sua particolare conformazione fisica scatena gli appetiti dei militari, decisi a scoprirne le caratteristiche fisiche che gli permettono di vivere sott’acqua.


La creatura viene affidata al colonnello Strickland, uomo crudele che incurante della somiglianza della creatura con gli umani la tratta come cavia di laboratorio.
Elisa però riesce a stabilire una comunicazione con l’essere,portandogli da mangiare e colloquiando con lui tramite il linguaggio dei sordomuti e con la musica, facendo ascoltare alla creatura i suoi dischi; ma la stessa Elisa non impiega molto a scoprire che il suo nuovo amico
è destinato ad una fine orribile, la vivisezione.
Un insperato aiuto arriva dalla spia sovietica Hoffstetler, che si oppone alla decisione del Kgb di sopprimere la creatura per evitare che le sue particolarità fisiche possano essere utilizzate come arma dagli americani.
Si arriva così ad uno scontro fra Strickland da un lato, ormai ossessionato dalla creatura e dal trio composto da Elisa, Hoffstetler e Gilles dall’altro, decisi a salvare l’anfibio dal suo destino di morte…


Diretto nel 2017 da Guillermo del Toro,La forma dell’acqua è stato il film di maggior successo di quell’anno; premiato con 4 premi Oscar per il miglior film, il miglior regista, la migliore scenografia e la migliore colonna sonora ha poi raccolto
altri importanti riconoscimenti in tutto il mondo a cominciare dal Leone d’oro alla mostra di Venezia passando poi per i Golden Globe e i prestigiosi British Academy Film Awards e numerosi altri premi in tutto il mondo.
Meritati,senza dubbio.
Costruito come una favola moderna ma lontana dalla concezione di favoletta edificante in stile la bella e la bestia, La forma dell’acqua è strutturato come film dalle tonalità cupe che con sapienza mescola temi purtroppo universali sulla tolleranza del diverso,che sia esso un portatore di handicap (Elisa), una minoranza etnica (Zelda), un diverso come orientamento sessuale (Gilles).
L’ambientazione è quella sospesa fra isterismo e caccia alle streghe tipica della guerra fredda anni 60,con i blocchi Usa e Urss divisi dalla reciproca diffidenza che culminerà nella crisi dei missili di fine 1962; ma per il film ben più importante è
la contemporanea presenza di temi sociali universali angoscianti quanto e più di una contrapposizione ideologica in fondo riservata solo ai potenti che tirano i fili dell’umanità/burattina.


Negli Usa c’è ancora un irrisolto tema di divisione razziale, la diversità sessuale è qualcosa da nascondere con vergogna e da emarginare, della democrazia tanto declamata come la più compiuta al mondo si vede solo la facciata scintillante, come una vecchia soubrette che nasconda sotto un metro di cipria rughe profonde.
Guillermo del Toro non affonda i colpi.
Resta molto in superficie, privilegiando la storia e consolidando, con un finale giudicato da molti troppo buonista, la sua personale visione del tema fondante l’intero film, la tolleranza.
Molte critiche hanno riguardato proprio questo aspetto del film, dimenticando che non sempre è necessaria una visione disincantata e cinica del presente e del futuro; l’umanità può e deve avere una speranza, e il finale del film conforta questa tesi.
Anche se, sotto un’ottica realistica, il messaggio non è poi così grondante speranza; i due diversi devono nascondersi, perchè quel loro non essere allineati ai canoni di perfezione richiesti dalla società non si coniuga nemmeno lontanamente con i canoni stessi.


E allora la fuga assume i connotati di un passaggio ad una clandestinità dove poter essere se stessi, in un mondo che possa accettare le loro “imperfezioni” per quelle che sono.
Il suggerimento del finale è proprio quello; la creatura e la ragazza vanno verso la casa di lui, almeno verso quella che lui considera tale portando con se Elisa, creatura pura e eterea, che ha accettato la diversità dell’anfibio come riflesso della sua condizione.
Un film molto bello,reso affascinante dalla bellissima interpretazione di Sally Hawkins,quella che impropriamente hanno paragonato alla “bella” della storia La bella e la bestia.
Anonima, lontana dai canoni estetici della bellezza,una Hawkins acqua e sapone incarna perfettamente la figura della dolce Elisa, emarginata per la sua impossibilità al dialogo. Altrettanto brava è l’espressiva Octavia Spencer, la Zelda del film, protagonista secondaria di tante pellicole di successo come Spider-Man,Essere John Malkovich,La verità nascosta e tante altre; bene anche
il carognesco Michael Shannon ( Richard Strickland) e Doug Jones (la creatura),pur limitato nelle espressioni dal travestimento.
Decisamente attraente la colonna sonora,premiata con un Oscar e che riporta in auge gli anni 50 e 60 della musica americana,dallo swing al jazz al tip tap.
Un film coinvolgente,da vedere.

La forma dell’acqua
Regia di Guillermo Del Toro, con Sally Hawkins, Michael Shannon , Richard Jenkins, Doug Jones, Michael Stuhlbarg. Titolo originale: The Shape of Water. Genere Drammatico, Fantasy, Sentimentale, – USA, 2017, durata 119 minuti,distribuito da 20th Century Fox Italia.

Sally Hawkins: Elisa Esposito
Michael Shannon: col. Richard Strickland
Richard Jenkins: Giles
Doug Jones: uomo anfibio
Michael Stuhlbarg: dott. Robert ‘Bob’ Hoffstetler / Dimitri
Octavia Spencer: Zelda Delilah Fuller
Nick Searcy: gen. Frank Hoyt
David Hewlett: Fleming
Lauren Lee Smith: Elaine Strickland
Morgan Kelly: uomo della torta
Stewart Arnott: Bernard
Nigel Bennett: Mihalkov
Martin Roach: Brewster Fuller
John Kapelos: Arzoumanian
Jayden Greig: Timmy Strickland
Brandon McKnight: Duane

Pino Insegno: col. Richard Strickland
Franco Zucca: Giles
Loris Loddi: dott. Robert ‘Bob’ Hoffstetler / Dimitri
Cinzia De Carolis: Zelda Delilah Fuller
Flavio De Flaviis: gen. Frank Hoyt
Franco Mannella: Fleming
Eleonora De Angelis: Elaine Strickland
Roberto Gammino: uomo della torta
Luca Biagini: Bernard
Roberto Fidecaro: Mihalkov
Simone Mori: Brewster Fuller
Angelo Nicotra: Arzoumanian
Giulio Bartolomei: Timmy Strickland
Fabrizio De Flaviis: Duane

Regia Guillermo del Toro
Soggetto Guillermo del Toro
Sceneggiatura Guillermo del Toro, Vanessa Taylor
Produttore Guillermo del Toro, J. Miles Dale
Produttore esecutivo Liz Sayre
Casa di produzione Bull Productions, Fox Searchlight Pictures, TSG Entertainment, Double Dare You Productions
Distribuzione in italiano 20th Century Fox
Fotografia Dan Laustsen
Montaggio Sidney Wolinsky
Musiche Alexandre Desplat
Scenografia Paul D. Austerberry
Costumi Luis Sequeira
Trucco Kristin Wayne

aprile 4, 2020 - Posted by | Drammatico, Fantastico | , ,

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