Filmscoop

Tutto il mio cinema

Gloria

Gloria è una donna ormai vicina alla sessantina, divorziata da un decennio e con figli ormai adulti e indipendenti. E’ quindi una donna libera e realizzata ma con una inesauribile voglia di vivere.
Una sera in una discoteca incontra Rodolfo,di qualche anno più grande di lei; un uomo qualsiasi, anonimo, ma molto dolce. Anche lui ha divorziato,ma da poco e ha due figlie che a differenza di quelli di lei
non sono indipendenti e sembrano anzi legate al padre da un rapporto di subalternità fin troppo accentuato.
Rodolfo è  troppo presente per le sue figlie,sempre pronto ad accorrere alle loro richieste, che siano economiche o di risoluzioni di problemi banali.
Tra i due nasce una relazione appassionata, ma la sera che Gloria lo invita a casa sua per presentarlo alla famiglia (cena alla quale è presente anche il suo ex marito), Rodolfo abbandona la compagnia semplicemente
per rispondere alla chiamata d’aiuto di una sua figlia.

Furibonda,Gloria sceglie di interrompere la relazione ma di fronte alle pressanti,quasi disperate insistenze di lui, accetta di passare un week end in un albergo in riva al mare; ma anche qui arriva una telefonata che avvisa l’uomo di un incidente subito da
una delle figlie; l’unico modo che ha Gloria per fermarlo e fare l’amore con lui, poi, durante la cena,getta il telefono dell’uomo in una zuppa.Questa volta è Rodolfo ad andar via,piantando in asso la donna a cui non resta altro da fare che scatenarsi nel dancing dell’albergo.
Tornata a casa,riceve l’ennesima telefonata di Rodolfo,ma questa volta Gloria sceglie il mezzo più radicale per interrompere la relazione.Prende una delle pistole da paintball dell’uomo,che gestisce un campo per questo sport e spara decine di proiettili di vernice
sula casa di Rodolfo,colpendo anche lui ripetutamente, davanti allo sguardo esterrefatto delle figlie.


Qualche tempo dopo,invitata a un matrimonio, non accetta inviti a ballare da nessuno, scegliendo invece di farlo da sola…
Gloria,film del 2013 diretto da Sebastián Lelio è basato su una sceneggiatura e quindi su una storia semplice e lineare,che racconta la vita di una donna qualsiasi,alle prese con una fase della vita in cui si è realizzato tutto tranne che la solidità sentimentale.
Lei è la rappresentazione figurata di una donna indipendente,intelligente e a suo modo affascinante,pur non essendo bella.Ma Gloria ha dalla sua doti ben più importanti;è piena di voglia di vivere,di muoversi e ballare,di fare quelle cose che evidentemente a sessant’anni
appartengono ad un passato che lei vuole continuare a tener vivo.La vita non finisce certo con un divorzio e con l’aver sistemato i figli; c’è sempre il tempo per godersi gli scampoli di quello che la vita offre. E la vita le pone davanti un altro uomo,che però antepone ai desideri di indipendenza
di Gloria una dipendenza quasi patologica dai figli. Il suo ruolo genitoriale,auto imposto,lo porta ad essere fin troppo presente nelle vite delle sue figlie, abituate evidentemente al ruolo passivo dell’uomo.


Che antepone le necessità delle figlie anche alla bella storia d’amore che vive con Gloria.
Di qui il fin troppo ovvio conflitto con una donna ben più forte e emancipata di lui e sopratutto ben distante dal ruolo della donna succube dell’uomo,l’angelo del focolare relegata in un cantuccio che aspetta il ritorno del suo uomo.
Così la storia,la relazione si interrompe bruscamente per scelta di Gloria,assolutamente non disposta ad anteporre la propria libertà ai desideri di quello che in fin dei conti è un uomo immaturo,plagiato e calato in un ruolo che non gli competerebbe più.
Gloria è quindi un film intelligente,ben diretto e ben assecondato da due attori davvero molto bravi, la bravissima Paulina Garcia che interpreta con grande intensità la figura di Gloria e Sergio Hernadez con sobrietà il ruolo di Rodolfo.


Un film che per una volta affronta il tema della vita dei sessantenni, spesso portata sullo schermo con eccessi di problematiche legate agli acciacchi dell’età o di persone affette quasi sempre da sindrome di Peter Pan. Al contrario,Gloria racconta una storia semplice,quella di vite quotidiane qualsiasi,
con garbo e intelligenza,puntando il dito benevolmente sulla solida e matura Gloria opposta all’incerto Rodolfo,due simboli opposti di modi di affrontare il tramonto dell’esistenza.Che per Gloria semplicemente non esiste. Perchè in fondo chi l’ha detto che la vita finisce a sessant’anni?
Finalmente un’opera fresca e intelligente.
Finalmente un film che parla anche della sessualità nella terza età, esplicitata da alcune scene di sesso,peraltro molto garbate,che mostrano come anche il sesso stesso


può essere un valore aggiunto nella terza età,un sesso vissuto con la maturità dell’età,quindi più adulto e consapevole,più incline ad una intima unione anche con il sentimento maturo dell’affetto.
Un film da vedere sicuramente,che per una volta si conclude senza l’happy end hollywoodiano ma anche senza tristezze eccessive.La vita va avanti,ci sono nuove occasioni ed esperienze in attesa,ce lo insegna Gloria.

Gloria
un film di Sebastian Lelio, con Paulina García, Sergio Hernández, Marcial Tagle, Diego Fontecilla, Fabiola Zamora Titolo originale: Gloria. Genere Drammatico – Cile, Spagna, 2013, durata 94 minuti.

Paulina García: Gloria
Sergio Hernández: Rodolfo
Diego Fontecilla: Pedro
Fabiola Zamora: Ana
Coca Guazzini: Luz
Hugo Moraga: Hugo
Alejandro Goic: Gabriel
Liliana García: Flavia
Antonia Santa María: Maria
Luz Jiménez: Nana
Marcial Tagle: Marcial

Regia Sebastián Lelio
Sceneggiatura Gonzalo Maza e Sebastián Lelio
Distribuzione in italiano Lucky Red
Fotografia Benjamín Echazarreta
Montaggio Sebastián Lelio e Soledad Salfate
Scenografia Marcela Urivi

dicembre 29, 2019 Posted by | Drammatico | , | Lascia un commento

Romanzo criminale

Roma,fine degli anni settanta
Un gruppetto di 4 adolescenti della borgata romana della Magliana ruba un auto ma i ragazzi, nella fuga, investono e uccidono un poliziotto; i quattro si rifugiano in una vecchia roulotte e decidono di creare una baby gang. Si scelgono anche dei soprannomi, Dandi, Freddo, Libanese e Grana. Ma vengono individuati e mentre il Libanese viene ferito, Freddo viene catturato e il Grana ucciso. Si salva il solo Dandi che fugge.
Ormai adulto, Freddo esce dal carcere e ad attenderlo trova il suo amico Libanese che gli prospetta un colpo clamoroso, il rapimento di un industriale col quale chiedere un riscatto miliardario.
Cosa che fanno con l’aiuto di un elemento dell’estrema destra, Il Nero.
Il sequestro riesce ma il gruppo, ancor prima di incassare i soldi del sequestro uccide il rapito; al momento della divisione dei soldi decidono di reinvestirli nell’attività più lucrosa degli anni 80,il traffico di eroina.


E’ l’inizio di una folgorante attività criminale e di affari lucrosi,che porteranno la banda dei Rolex e delle Kawasaki,come ormai è conosciuto il gruppo, ad essere un potente punto di riferimento della malavita romana.
Con omicidi, traffico di droga e altre attività illecite la banda diventa sempre più potente, arrivando anche ad allacciare ambigue relazioni con i servizi segreti. Ma con il passare del tempo iniziano le divisioni e le morti nel sempre più grande gruppo della banda.
Così tra una morte e l’altra davvero in pochi sopravviveranno al declino della banda stessa.
Romanzo criminale,tratto dall’omonimo romanzo del giudice Giancarlo De Cataldo esce sugli schermi nel 2005 per la regia di Michele Placido.
Un film che ripercorre i drammatici fatti in cui fu coinvolta la banda della Magliana, l’organizzazione criminale che insanguinò Roma per più di un decennio; seguendo fedelmente il romanzo, Michele Placido ricrea l’ambientazione di Di Cataldo, usando lo stesso espediente di
cambiare i nomi dei protagonisti,che peraltro sono facilmente riconoscibili, almeno per coloro che hanno familiarizzato con la storia del gruppo malavitoso secondo in Italia solo alla mafia o alla camorra sia come organizzazione che come influenza economica.


Una storia terribile,scritta da uomini che si chiamavano nella realtà “Er fornaretto” (alias Franco Giuseppucci nel film Libanese),”Renatino”(De Pedis,nel film Dandi),protagonista di una delle pagine più oscure della storia d’Italia,con un ruolo ancor oggi non del tutto chiaro,quello della scomparsa di Emanuela Orlandi,
poi “Crispino” (nel film Il freddo,ovvero Maurizio Abbatino,uno dei “pentiti” della banda) e ancora “Er Camaleonte” (nel film Nembo Kid,alias Danilo Abbruciati),ucciso nel 1982 da una guardia giurata mentre tentava di sparare a Roberto Rosone, vice presidente del Banco Ambrosiano.
E ancora tanti altri,i cui veri nomi sono diventati tristemente famosi,come Nicolino Selis,Franco Nicolini,Marcello Colafigli,Antonio Mancini…
La storia della banda della Magliana è raccontata da Michele Placido con mano svelta e con ritmo,senza cadute di tensione.
Buona parte delle vere azioni della banda della Magliana sono riportate anche se per ovvi motivi in modo frammentario aprendo uno squarcio su episodi ancora oggi controversi,come il vero ruolo della banda nel sequestro Moro,nella strage di Bologna e altri fatti di sangue che ormai fanno parte storicamente dei misteri d’Italia.


A parte l’ottimo plot e la mano abile,va riconosciuto un altro merito a Placido,quello di aver utilizzato nel cast giovani promettenti come Kim Rossi Stuart e Piergiorgio Favino,Gianmarco Tognazzi,Riccardo Scamarcio e Stefano Accorsi,Claudio Santamaria e Jasmine Trinca oltre a Elio Germano,Anna Mouglalis e Francesco Venditti.
Un cast di attori che ancora oggi sono il meglio del cinema italiano,impegnati a dare un valore aggiunto fondamentale ad un film di per se davvero affascinante.

Merito ovviamente anche dello splendido romanzo di De Cataldo,che ha collaborato alla sceneggiatura del film unitamente a Sandro Petraglia, Stefano Rulli e allo stesso Michele Placido.
Il grande successo del film,vincitore di 8 David di Donatello,di 1 Globo d’oro e 5 nastri d’argento dette il via alla serie Romanzo criminale,ben fatta e di grandissimo successo sul piccolo schermo.
Romanzo criminale è sicuramente un film da vedere,il miglior prodotto italiano dell’anno 2005 e uno dei migliori del decennio.

Romanzo criminale
di Michele Placido. Un film con Stefano Accorsi, Kim Rossi Stuart, Anna Mouglalis, Claudio Santamaria, Pierfrancesco Favino,Jasmine Trinca, Elio Germano,Anna Mouglalis,Gianmarco Tognazzi, Francesco Venditti Titolo originale: Romanzo Criminale. Genere Drammatico – Italia, Francia, Gran Bretagna, 2005, durata 152 minuti

Kim Rossi Stuart: Il Freddo
Pierfrancesco Favino: Il Libanese
Claudio Santamaria: Il Dandi
Stefano Accorsi: Comm. Nicola Scialoja
Riccardo Scamarcio: Il Nero
Jasmine Trinca: Roberta Vannucci
Anna Mouglalis: Cinzia “Patrizia” Vallesi
Roberto Brunetti: Aldo Buffoni
Antonello Fassari: Ciro Buffoni
Stefano Fresi: Il Secco
Eleonora Danco: Filomena, fidanzata del Sorcio
Elio Germano: Il Sorcio
Francesco Venditti: Bufalo
Giorgio Careccia: Fierolocchio
Daniele Miglio: Scrocchiazeppi
Andrea Ricciardi: Ricotta
Leslie Csuth: Il Francese
Toni Bertorelli: Il Vecchio
Roberto Infascelli: Gigio
Donato Placido: Maresciallo Colussi
Massimo Popolizio: Il Terribile
Bruno Conti: Nicolino Gemito
Gigi Angelillo: Zio Carlo
Giorgio Sgobbi: Avvocato Vasta
Gianmarco Tognazzi: Dr. Eugenio Carenza
Franco Interlenghi: Barone Valdemaro Rosellini
Michele Placido: Il padre del Freddo
Virginia Raffaele: la fidanzata di Nicolino Gemito
Claudio Amato: Bernardino Scafa
Brenno Placido: Andrea
Nicolò Malfatti: Il Dandi da giovane
Marco Bauccio: Il Freddo da giovane

Regia Michele Placido
Soggetto dall’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo
Sceneggiatura Giancarlo De Cataldo, Sandro Petraglia, Stefano Rulli, Michele Placido
Casa di produzione Cattleya
Distribuzione in italiano Warner Bros. Entertainment Italia
Fotografia Luca Bigazzi
Montaggio Esmeralda Calabria
Effetti speciali Claudio Napoli
Musiche Paolo Buonvino
Scenografia Paola Comencini
Trucco Alberto Blasi

“Se ne stava rannicchiato fra due auto in sosta e aspettava il prossimo colpo cercando di coprirsi il volto. Erano in quattro. Il più cattivo era il piccoletto, con uno sfregio di coltello lungo la guancia. Tra un assalto e l’altro scambiava battute al cellulare con la ragazza: la cronaca del pestaggio. Menavano alla cieca, per fortuna. Per loro era solo un gran divertimento. Pensò che potevano essergli figli. A parte il negro, si capisce. Pischelli sbroccati. Pensò che qualche anno prima, solo a sentire il suo nome, si sarebbero sparati da soli, piuttosto che affrontare la vendetta. Qualche anno prima. Quando i tempi non erano ancora cambiati.
Un attimo fatale di distrazione. Lo scarpone chiodato lo prese alla tempia. Scivolò nel buio.”

dicembre 22, 2019 Posted by | Drammatico | , , , , , , , , , | Lascia un commento

I flani del 1965-Parte 2

dicembre 18, 2019 Posted by | Flani | | Lascia un commento

Andavamo al cinema-Parte 57

Chiunque voglia inviare immagini può farlo mandando il tutto alla mail paolobari@email.it

Ingresso Cinema Adria,Brescia

Sala Cinema Impero,L’Aquila

Sala Cine Teatro Ligure,Genova

Sala Cine Teatro Comunale,Teramo

Cinema Principe,Saponara (Messina)

Sala Cine Teatro Comunale,Siracusa

Cinema Principe,Modena

Cinema Oratorio Salesiani,Genzano di Roma

Cinema Odeon,Rosolini (Siracusa)

Cinema Progresso,Peschici (Foggia) Ringrazio Sebastiano per l’identificazione

Cinema Moderno,Reggio Calabria

Cinema Mexico,Milano

Cinema Massimo,Palermo

Cinema Marconi,Mestre (Venezia)

Cinema Lux,Torino

Cinema Lux,Roma

Cinema Lux,Pistoia

Cinema La Licata,Ragusa

Cinema Impero,Messina

Cinema Imperiale,Messina

Cinema Il Glauco,Palermo

Cinema Ideal,Torino

Cinema Gregory,Roma

Cinema Fulgor,Rimini

Cinema Fortino,Torino

Cinema Florida,Firenze

Cinema Flagella,Foggia

Cinema Filangeri,Napoli

Atrio Cinema Meda,Milano

dicembre 11, 2019 Posted by | Vecchie sale cinematografiche italiane | | 2 commenti

Daisy Diamond

Il sogno di Anne, ragazza danese alla ricerca di un suo spazio nel mondo del cinema è quello di poter fare un provino e avere una parte; è una ragazza di buona famiglia, una di quelle però tradizionaliste e anche poco inclini a manifestazioni d’affetto.
Durante un incontro con il suo boy friend, Anne subisce violenza carnale; la famiglia le volta le spalle e inoltre scopre di essere incinta.
Ma la voglia di sfondare,di indipendenza la portano lontano dalla natia Svezia,direzione Danimarca,con la sua piccola nata dall’atto di violenza subito.
In Danimarca le cose non vanno affatto come sperato; Anne non ha un lavoro, non ha soldi,il cinema sembra rifiutarla.
Anche perchè la piccola Daisy piange,piange,piange. Ininterrottamente. Quasi a rimproverare la madre della sua esistenza, del suo dover vivere anche se in fasce una vita da bambina senza un padre, priva anche del necessario per vivere.
La vita di Anne scivola lentamente verso un baratro profondo,senza fine.

Cambia pannolini,tenta inutilmente un impossibile colloquio con sua figlia,che piange, senza soluzione di continuità.
Non potendosi permettere una baby sitter la porta con se ai provini, dove però irrita gli organizzatori dei casting proprio con la presenza urlante della piccola,che in pratica
vive le sue giornate strillando.
Una notte,la sempre più stressata Anne compie un gesto terribile: all’ennesimo pianto,questa volta notturno,della piccola Daisy la porta nella vasca da bagno e la affoga.
Ora Anne è libera.
Ma il gesto non è rimasto senza conseguenze.


Il morale,la mente iniziano a vacillare, complici una serie di rifiuti e di amare esperienze che la ragazza fa.
Affronta una degradante esperienza con una matura donna che dopo averla posseduta carnalmente con la promessa di aiutarla la ignora e la delude, ha un rapporto con un regista che non approda a nulla così
ormai incapace di riannodare i fili della sua vita Anne compie l’ultimo passo sugli scalini della personale discesa all’inferno.
Cambia colore di capelli, si trasforma in Daisy Diamond,una prostituta.
E’ l’ultimo anello della catena dell’abiezione,gira un porno film…ma la sua esistenza è segnata,ormai ha dialoghi con la immaginaria figlia cresciuta,il suo cervello è alla deriva e il finale sarà davvero tragico.
Daisy Diamond è un film bellissimo e durissimo, crudele e sconvolgente.


Difficilmente sullo schermo si è vista un’opera glaciale,triste e senza speranza come questa; allo spettatore non è risparmiato nulla, dai pianti disperati della piccola Daisy allo stupro,dalla sodomizzazione della giovane Anna ad opera della laida regista ai degradanti rapporti sessuali
con i protagonisti di un mondo,quello del cinema marginale,che appare marcio fin nei gangli più intimi.
Non c’è nessuna speranza di redenzione nel film,non c’è altro che la descrizione analitica di una vita bruciata.
Quella di una ragazza che in fondo parte solo con un sogno comune a molte ragazze,quello di seguire la propria voglia di affermazione che però deve fatalmente scontrarsi
con la realtà.Che è fatta di cose meschine. Da istituzioni meschine, da una società meschina. Non si salva nulla: la famiglia,l’amore,nulla di nulla.Non ci sono capisaldi a cui fare riferimento perchè tutto è malato.
Anche il sesso.


Che il regista,un bravissimo Simon Staho,ci mostra senza mediazioni (anche se non arriva mai all’esplicito degli organi sessuali nell’accoppiamento);è un sesso raffigurato gelidamente,un atto meccanico raffigurato nelle sue varianti prive però della componente fondamentale,quella dell’amore.
Un sesso animale,istintivo.
E su tutto c’è una meravigliosa,straordinaria Noomi Rapace capace di calarsi in modo così convincente nella parte della sventurata Anna che vien da chiedersi perche mai non le affidino altre parti importanti; la oggi quarantenne attrice svedese,nonostante le ottime prove fornite
continua ad essere impiegata poco nel cinema. Un vero peccato.
In quanto a Daisy Diamond,personalmente lo ritengo uno dei migliori prodotti degli ultimi vent’anni: un film coraggioso,scomodo e come già detto,disturbante.


Uno di quei film che pur essendo bellissimi non vuoi rivedere.
Per non dover immergerti,di nuovo,in un’atmosfera angosciante,nichilista.
In rete non ci sono versioni in italiano del film,che pur avendo avuto un grosso successo tra la critica e e tra il pubblico competente,per i soliti misteri del cinema è rimasto piuttosto ai margini della grande distribuzione.
E anche questo è un vero peccato.

Daisy Diamond
Un film di Simon Staho. Con Noomi Rapace, Thure Lindhardt, Benedikte Hansen, Morten Kirkskov, Amelie Thomesen, Sofie Pedersen Munkholm, Shanaya Ingemansen, Hjálmar Sigtryggsson, Snæfridur Jónsdottir, Jonathan Weis Brüel, Lotte Andersen,
Laura Drasbæk, Bent Mejding, Beate Bille Drammatico, durata 94 min. – Danimarca 2007

Noomi Rapace … Anna
Thure Lindhardt … Skuespiller
Benedikte Hansen … Regista
Morten Kirkskov … Assistente regista
Trine Dyrholm … Eva
Dejan Čukić … Bettina
Sofie Gråbøl … Attrice
Christian Tafdrup … Thomas Lund
David Dencik … Jens
Jens Albinus … Kunde

Regia … Simon Staho
Sceneggiatura … Peter Asmussen,Simon Staho
Fotografia … Eric Kress
Montaggio … Janus Billeskov Jansen
Art Direction … Thomas Greve

dicembre 4, 2019 Posted by | Drammatico | , | Lascia un commento

Il fidanzamento

Luigi e Mirella sono due giovani che da alcuni anni sono legati sentimentalmente;lui,funzionario dello stato,è uno scapolone davvero poco interessato al matrimonio mentre lei è una bella donna che fondamentalmente non sembra affatto offesa dal modo in cui Luigi la considera.
Eh si,perchè l’uomo appare più interessato alle grazie fisiche di Mirella,dai soddisfacenti rapporti sessuali con lei che ai sentimenti della donna.
Ma Mirella ha una madre,Mussia,che al contrario della figlia ha dei valori ben precisi (più per convenzione sociale che per intima convinzione) ; sogna infatti per la figlia il matrimonio e la realizzazione quindi della sua vita come obiettivo fondamentale.
Ma di fronte ai continui rinvii di Luigi,Mussia escogita un piano,che riesce perfettamente; sorprende infatti i due proprio durante un rapporto sessuale e tenta di costringere lui a quello che sarebbe un matrimonio riparatore.
Ma Luigi scappa da quella che considera una gabbia.


Ottiene quindi un trasferimento a L’Aquila,in centro Italia, ben lontana dalla natia Catania.
Mussia, temendo che la figlia sia destinata ad una vita da zitella combina una storia tra Mirella e un giovane, Lucio; la notizia arriva in qualche modo a Luigi che,da buon siciliano (come da stereotipo) scopre in se il germe della gelosia.
Riuscirà a far rompere il fidanzamento tra la nuova coppia, provocando l’allontanamento di Lucio; così Mussia,messa alle strette, approfittando anche della morte del marito
riesce con mille sotterfugi a far riavvicinare i Luigi e Mirella.
Che così,alla fine,si sposano,con la benedizione della finalmente soddisfatta Mussia.
Diretto da Giovanni Grimaldi nel 1975,Il fidanzamento è da considerare una fiera delle banalità oltre che un film molto noioso salvato solo da una recitazione accettabile; tutti gli stereotipi possibili sono contenuti in 100 minuti di un film
che non solo non avvince,ma che a tratti irrita.Il siciliano donnaiolo dapprima,geloso poi,la donna all’apparenza libera sessualmente ma sotto sotto alla ricerca di un marito da accalappiare,la suocera preda del tipico e atavico vizio delle mamme del sud, il sogno di un marito benestante che assicuri la tranquillità (sopratutto economica) alla propria figlia e che briga tanto da raggiungere l’agognata meta.


A questo si può aggiungere una trama davvero banale e dei dialoghi piatti,in cui in nessun momento del film la pellicola stessa si solleva da un’algida,aurea mediocrità.
La presenza di Buzzanca attira qualche spettatore in più,la bellissima Martine Brochard qualche sguardo concupiscente,in virtù di qualche sprazzo di nudità, quello della Anna Proclemer (di gran lunga la migliore) ammirazione per la resa di un personaggio fondamentalmente antipatico,quello della suocera; da segnalare la presenza di Daniela Giordano,Didi Perego,Riccardo Garrone. Grimaldi ha sicuramente fatto di meglio nel corso della sua carriera,come i discreti La prima notte del dottor Danieli, industriale, col complesso del… giocattolo e Le inibizioni del dottor Gaudenzi, vedovo, col complesso della buonanima, Le belve ,tutti del 1971 e tutti con Lando Buzzanca come protagonista oltre all’ottimo La governante.


Davvero ben misera cosa per giustificare una visione del film.Che del resto non è nemmeno passato spesso in tv,tanto da essere di difficile reperibilità.Tuttavia in rete,su You tube all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=hJfe3_1sJoM
è comparsa una versione peraltro poco vista per il titolo in inglese del film e della dizione trailer. Ma il film,in discreta versione,è integrale e sopratutto in italiano.

Il fidanzamento

Un film di Gianni Grimaldi. Con Lando Buzzanca, Didi Perego, Martine Brochard, Riccardo Garrone,Gina Mascetti, Gabriele Antonini, Anna Proclemer, Ennio Balbo, Daniela Giordano , Maria Bertrand Commedia, durata 93 min. – Italia 1975.

Lando Buzzanca: Luigi Mannozzi
Martine Brochard: Mirella Guglielmi
Didi Perego: Elide, sorella di Mussia
Anna Proclemer: Mussia Katiuscia, madre di Mirella
Michele Abruzzo: Edmondo Guglielmi, padre di Mirella
Carlo Sposito: Totò
Gabriele Antonini: Lucio Davossa
Antonia Brancati: Maria Pia
Ennio Balbo: monsignor Solinas
Riccardo Garrone: Vincenzo, fratello di Luigi
Daniela Giordano: Lina, moglie di Vincenzo
Gina Mascetti: oste

Regia Giovanni Grimaldi
Soggetto dal romanzo omonimo di Goffredo Parise
Sceneggiatura Giovanni Grimaldi
Produttore Fulvio Lucisano
Casa di produzione Italian International Film
Distribuzione in italiano Italian International Film
Fotografia Mario Capriotti
Montaggio Daniele Alabisio
Musiche Piero Umiliani
Scenografia Vincenzo Del Prato
Costumi Marisa Crimi

dicembre 1, 2019 Posted by | Senza Categoria | , , , , | Lascia un commento