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Tutto il mio cinema

Festival di Cannes 1967

Quella del 1967 è l’edizione numero venti del Festival di Cannes,l’ultima prima della rivoluzione dell’anno successivo.Dal 27 aprile al 12 maggio
la “capitale” della costa Azzurra accoglie attori e attrici,registi e gente che ruota attorno al cinema per visionare le pellicole selezionate per l’anno in corso.
La giuria ha,tra i suo componenti,due italiani; sono il regista Alessandro Blasetti,presidente della stessa e il critico cinematografico Gian Luigi Rondi,oltre al regista sovietico Bondarchuck,a Miklos Jancso,Vincente Minnelli e Claude Lelouch,che però si auto escluderà dalla stessa in quanto proprietario del film Ho incontrato anche zingari felici di Aleksandar Petrovic.
Tre i film italiani presenti in concorso:Blow-Up, regia di Michelangelo Antonioni,Incompreso, regia di Luigi Comencini,A ciascuno il suo, regia di Elio Petri.
La Palma d’oro viene assegnata proprio al film di Antonioni,Blow-Up,che conferma nella città francese le trionfali accoglienze della critica e in parte del pubblico.
Il premio speciale viene assegnato in ex aequo a L’incidente (Accident), regia di Joseph Losey e a Ho incontrato anche zingari felici per la regia dello jugoslavo Aleksandar Petrovic (Jugoslavia).
Un altro prestigioso premio viene assegnato ad un italiano;Elio Petri trionfa nella sezione miglior sceneggiatura (Prix du scenario) con A ciascuno il suo.
Anche in questo caso c’è un ex aequo con il film Gioco di massacro del francese Alain Jessua.
Miglior attrice è Pia Degermark per Elvira Madigan, regia dello svedese Bo Widerberg,miglior attore è Oded Kotler interprete di Shlosha Yamim Veyeled,per la regia dell’sraeliano Uri Zohar.

 

Blow-Up, regia di Michelangelo Antonioni (Gran Bretagna/Italia)

Den røde kappe, regia di Gabriel Axel (Danimarca/Islanda/Svezia)

Mouchette – Tutta la vita in una notte (Mouchette), regia di Robert Bresson (Francia)

Incompreso, regia di Luigi Comencini (Italia/Francia)

Buttati Bernardo! (You’re a Big Boy Now), regia di Francis Ford Coppola (USA)

L’immorale regia di Pietro Germi


L’immorale, regia di Pietro Germi (Francia/Italia)

Gioco di massacro (Jeu de massacre), regia di Alain Jessua (Francia)

Diecimila giorni (Tízezer nap), regia di Ferenc Kósa (Ungheria)
Rih al awras, regia di Mohammed Lakhdar-Hamina (Algeria)


L’incidente (Accident), regia di Joseph Losey (Gran Bretagna)

Hotel per stranieri (Hotel pro cizince), regia di Antonín Mása (Cecoslovacchia)

A ciascuno il suo, regia di Elio Petri (Italia)

Ho incontrato anche zingari felici (Skupljaci perja), regia di Aleksandar Petrovic (Jugoslavia)

Terra in trance (Terra em Transe), regia di Glauber Rocha (Brasile)

La vergine di Shandigor (L’inconnu de Shandigor), regia di Jean-Louis Roy (Svizzera)

Vivi ma non uccidere (Mord und Totschlag), regia di Volker Schlöndorff (Germania)
Katerina Izmajlova, regia di Michail Šapiro (Unione Sovietica)


Ulysses, regia di Joseph Strick (Gran Bretagna/USA)

La chica del lunes, regia di Leopoldo Torre Nilsson (Argentina)


Mon amour, mon amour, regia di Nadine Trintignant (Francia)

Pedro Páramo, regia di Carlos Velo (Messico)

Elvira Madigan, regia di Bo Widerberg (Svezia)

Shlosha Yamim Veyeled, regia di Uri Zohar (Israele)

Giuria

Alessandro Blasetti, regista (Italia) – presidente
Sergei Bondarchuk, regista (Unione Sovietica)
René Bonnell, produttore (Francia)
Jean-Louis Bory, critico (Francia)
Miklós Jancsó, regista (Ungheria)
Claude Lelouch, regista (Francia) – auto-squalificato
Shirley MacLaine, attrice (USA)
Vincente Minnelli, regista (USA)
Georges Neveux, scrittore (Francia)
Gian Luigi Rondi, giornalista (Italia)
Ousmane Sembène, regista (Senegal)

Fuori concorso

Natascia – L’incendio di Mosca (Voyna i mir), regia di Sergei Bondarchuk (Unione Sovietica)
Addio Lara (J’ai tué Raspoutine), regia di Robert Hossein (Italia/Francia)
Le conquérant de l’inutile, regia di Marcel Ichac (Francia)
Batouk – Africa che muore (Batouk), regia di Jean Jacques Manigot (Francia)
Treni strettamente sorvegliati (Ostre sledované vlaky), regia di Jirí Menzel (Cecoslovacchia)
Privilege, regia di Peter Watkins (Gran Bretagna)
Restauration du Grand Trianon, regia di Pierre Zimmer (Francia)

Settimana della critica

Kane, regia di Yukio Aoshima (Giappone)
Rondo, regia di Zvonimir Berkovic (Jugoslavia)
Warrendale, regia di Alan King (Canada)
Un affare di cuore (Ljubavni slucaj ili tragedija sluzbenice P.T.T.), regia di Dusan Makavejev (Jugoslavia)
Trio, regia di Gianfranco Mingozzi (Italia)
Le règne du jour, regia di Pierre Perrault (Canada)
Orizzonte rosso (L’horizon), regia di Jacques Rouffio (Francia)
Ukamau, regia di Jorge Sanjinés (Bolivia)
De minder gelukkige terugkeer van Joszef Katus naar het land van Rembrandt, regia di Wim Verstappen (Paesi Bassi)

Premi

Grand Prix: Blow-Up, regia di Michelangelo Antonioni (Gran Bretagna/Italia)
Grand Prix Speciale della Giuria: L’incidente (Accident), regia di Joseph Losey (Gran Bretagna) ex aequo Ho incontrato anche zingari felici (Skupljaci perja), regia di Aleksandar Petrovic (Jugoslavia)
Prix d’interprétation féminine: Pia Degermark – Elvira Madigan, regia di Bo Widerberg (Svezia)
Prix d’interprétation masculine: Oded Kotler – Shlosha Yamim Veyeled, regia di Uri Zohar (Israele)
Prix de la mise en scène: Ferenc Kósa – Diecimila giorni (Tízezer nap) (Ungheria)
Prix du scénario: Elio Petri, Ugo Pirro – A ciascuno il suo, regia di Elio Petri (Italia) ex aequo Alain Jessua – Gioco di massacro (Jeu de massacre), regia di Alain Jessua (Francia)
Premio per la migliore opera prima: Rih al awras, regia di Mohammed Lakhdar-Hamina (Algeria)
Premio FIPRESCI: Ho incontrato anche zingari felici (Skupljaci perja), regia di Aleksandar Petrovic (Jugoslavia) ex aequo Terra in trance (Terra em Transe), regia di Glauber Rocha (Brasile)
Premio OCIC: Mouchette – Tutta la vita in una notte (Mouchette), regia di Robert Bresson (Francia)

Antonioni,Vanessa Redgrave,Carlo Ponti,Monica Vitti

Pia Degemarck e Michel Simon

Anita Pallenberg e Keith Richards

Anita Pallenberg

Michael York e Jaqueline Sassard

Robert Bresson e Francois Truffaut

Pablo Picasso

Gina Lollobrigida

Vitti e Mastroianni

Claudia Cardinale e Elizabeth Taylor

Claude Lelouch e Yves Montand

 

gennaio 30, 2018 Posted by | Festival di Cannes | | 2 commenti

Cinema: pensieri, parole e parolacce – Parte sesta

“- Dì un po’, da quanto tempo è che non fai l’amore con una che ti piace?
– Non ho mai avuto il tempo di scegliere… ad ogni modo, è un bel po’.”

dal film La Califfa di Alberto Bevilacqua (1970)

” La speranza è una cosa buona, forse la migliore delle cose… e le cose buone non muoiono mai.”

dal film Le ali della libertà di Frank Darabont (1994)

“Tanto il bello quanto il brutto sono risultato di un eguale sforzo e sono qualità raggiunte.”

dal film Venga a prendere il caffè da noi di Alberto Lattuada (1970)

“I tradimenti di guerra sono bambinate a confronto dei nostri tradimenti in tempo di pace… .”

dal film Il paziente inglese di Anthony Minghella (1996)

“Qua sta Michele… qua sta Michele che vi porta il vostro conforto… café, café lungo, latte e cappuccino…
approfittate… non vi private delle piccole gioie della vita, oggi stiamo su questa terra e domani non ci state più… .”

dal film Café Express di Nanni Loy (1980)

“È davvero incredibile come possono diventare estranei due che si sono amati.”

dal film Una sull’altra di Lucio Fulci (1969)

“Perché non fate riposare quel vostro cervello da poliziotto? Il vostro cervello lavora sempre su preconcetti: un delinquente è sempre tale, chi è compromesso non può cambiare. Avanti, prendetemi la mano. Non vi farò nessun ricatto per questo.”

dal film Notorious – L’amante perduta di Alfred Hitchcock (1946)

“Ed io, essendo povero, ho solo i miei sogni, e i miei sogni ho steso ai tuoi piedi. Cammina leggera perché stai camminando sui miei sogni.”

dal film Equilibrium di Kurt Wimmer (2002)

“Un bel giorno senza dire niente a nessuno me ne andai a Genova e mi imbarcai su un cargo battente bandiera liberiana… . Feci due volte il giro del mondo e non riuscii mai a capire che cazzo trasportasse quella nave… ma forse un giorno lo capii: droga!”

dal film Borotalco di Carlo Verdone (1982)

“All’inizio dormiva nella mia bara, affondando le sue piccole dita fra i miei capelli, finché un giorno volle una bara tutta per sé.”

dal film Intervista col vampiro di Neil Jordan (1994)

“Tu credi ancora che gli uomini ci amino come li amiamo noi? Gli uomini, vedi, godono della felicità che ricevono. Mentre noi possiamo solo godere della felicità che diamo. Loro non riescono assolutamente a dedicarsi esclusivamente, anima e corpo, a una sola donna.”

dal film Le relazioni pericolose di Stephen Freras (1988)

“La verità è che i panni sporchi non li laviamo affatto e diventano più sozzi!”

dal film Serpico di Sidney Lumet (1973)

“Da bambino chiesi al mio parroco: come si fa ad andare in paradiso e al tempo stesso a proteggersi da tutto il male che c’è nel mondo? Mi rispose con le parole che Dio disse ai suoi figli: eravate pecore tra i lupi. Siate prudenti come serpenti ma puri come colombe.”

dal film Gone Baby Gone di Ben Affleck (2007)

“Ammetto di aver visto giorni migliori, ma sono ancora lontana dal cedere per un cocktail!”

dal film Eva contro Eva di Joseph L. Mankiewicz (1950)

“- Compare Rusante, siete dentro?
– Sì, compare Menego, son dentro.
– Posso venir dentro anca’ mi?
– A dir la verità, dove son mi c’è posto per uno solo.”

dal film Fiorina la vacca di Vittorio De Sisti (1972)

“È una verità universalmente accettata che quando una parte della tua vita comincia ad andare bene, quell’altra diventa un completo disastro.”

dal film Il diario di Bridget Jones di Sharon Maguire (2001)

“- Figlio di puttana!
– Ah, ah, lassa perde pora mamma.”

dal film Febbre da cavallo di Steno (1976)

“Ehi, non denigrare la masturbazione. È sesso con qualcuno che amo.”

dal film Io e Annie di Woody Allen (1977)

“Mi pisciano in testa e mi dicono che è pioggia!”

dal film Il diavolo in blu di Carl Franklin (1995)

“Dal passato puoi scappare… oppure imparare qualcosa.”

dal film Il re leone di Roger Allers e Rob Minkoff (1994)

gennaio 22, 2018 Posted by | La pazienza è quella cosa che prima o poi sotto pressione diventa un vaffanculo | , | 3 commenti

Andavamo al cinema-Parte 33

Da molti anni cerco immagini di cinema della mia città,Bari.Nonostante lunghe e meticolose ricerche,ho potuto colmare solo in parte la mia collezione di immagini di questi cinema.Cerco,quindi,foto dei seguenti cinema di Bari:Marilon,Orfeo,Adriatico,Jolly,Armenise,King,Arena giardino via Ravanas,Arena Moderno via Napoli,San Nicola (città vecchia),Ariston ( o Santelia),Manzoni,Savoia,Redentore (esterno),Impero (Bari città).Chiunque possegga o sia in grado di dirmi dove reperire le immagini dei cinema indicati avrà la mia imperitura gratitudine 🙂 Con questo numero sono oltre mille le immagini proposte,un archivio che spero continui ad interessarvi.La mia mail: paolobari@email.it

Arena all’aperto in Campo San Polo a Venezia

Atrio del cinema Alhambra,Firenze

Atrio del cinema Lepore,Lucera (Foggia)

Cine Teatro delle Terme,Abano Terme (Padova)

Cine Teatro Garibaldi,Padova

Cine Teatro Margherita,Bari

Cine Teatro Margherita,Napoli

Cine Teatro Orfeo,Bondeno (Ferrara)

Cinema Ariston,Firenze

Cinema Colò,Viareggio

Cinema De Caro,Forenza (Potenza)

Cinema Dolomiti,Tione di Trento

Cinema Excelsior,Firenze (1960)

Cinema Galleria,Roma

Cinema Giardino Primavera,Firenze

Cinema Imperiale,Viserba (Rimini)

Cinema Impero,Eboli

Cinema Impero,Marsala

Cinema Impero,Montagnana (Verona)

Cinema Impero,Roma

Cinema Italia,Eboli

Cinema Littorio,Carate Brianza

Cinema Massimo,Trieste

Cinema Metro Goldwin Mayer,Padova

Cinema Moderno e Modernetta,Roma

Sala Cinema Paris,Roma

Sala Cine Teatro Petruzzelli Bari

Sala Cine Teatro Sociale,Portogruaro

Sala Cinema Controluce,Sarzana (La Spezia)

Sala Cinema Italia,Cesena

gennaio 12, 2018 Posted by | Vecchie sale cinematografiche italiane | | Lascia un commento

Andavamo al cinema-Parte 32

Da molti anni cerco immagini di cinema della mia città,Bari.Nonostante lunghe e meticolose ricerche,ho potuto colmare solo in parte la mia collezione di immagini di questi cinema.Cerco,quindi,foto dei seguenti cinema di Bari:Marilon,Orfeo,Adriatico,Jolly,Armenise,King,Arena giardino via Ravanas,Arena Moderno via Napoli,San Nicola (città vecchia),Ariston ( o Santelia),Manzoni,Savoia,Redentore (esterno),Impero (Bari città).Chiunque possegga o sia in grado di dirmi dove reperire le immagini dei cinema indicati avrà la mia imperitura gratitudine 🙂 Con questo numero sono esattamente mille le immagini proposte,un archivio che spero continui ad interessarvi.

Cinema Casa del soldato,Bari

Cinema Excelsior,Mestre (Venezia)

Cinema Ideal,Giulianova Marche

Cinema Imperia,Bologna

Cinema Impero,Palese (Bari)

Cinema Italia,Vicenza

Cinema Littorio Vicenza (grazie alla Fondazione Vajenti)

Cinema Lux,Messina

Cinema Marco Polo,Favaro Veneto (Venezia)

Cinema Moderno,Brescia

Cinema Moderno,Ravenna

Cinema Monviso,Cuneo

Cinema Nazionale Quarrata,Pistoia

Cinema Odeon,Mercato Saraceno (Forli)

Cinema Odeon Parma

Cinema Olimpia,Venezia

Cinema Oriente,Bari (dettaglio)

Cinema Oriente,Bari (sulla sinistra,il Politeama Petruzzelli)

Cinema Oscar,Busto Arsizio (Milano)

Cinema Palestrina,Roma

Cinema Parco delle rose,Grado

Cinema Primiero,Trento

Cinema Teatro Principe,Roma

Sala Cinema Apollo Bologna

Sala Cine Don Bosco,La Spezia

Sala Cinema Astor,Torino (da notare il tetto apribile)

Sala Cinema Aurora,Trieste

Sala cinema Modernissimo,Bologna

Sala Supercinema,Canicattì

 

gennaio 11, 2018 Posted by | Vecchie sale cinematografiche italiane | | Lascia un commento

Van Gogh

Auverse sur Oise,Parigi,1890.

A fine primavera Vincent Van Gogh si trasferisce da Saint Remy nel piccolo centro a meno di 30 km da Parigi.
Vive in un’umile locanda,curato dal dottor Gachet e diventa amico di sua figlia Marguerite;sono gli ultimi settanta giorni della vita
del grande pittore olandese,quelli che lo separano dalla sera del 27 luglio 1890 e dal mortale colpo di rivoltella che si sparò al petto e che due giorni
dopo,il 29 luglio,lo strappò alla vita a soli 37 anni.
Il film analizza proprio questi ultimi giorni,passati in compagnia o del dottor Gachet,che tra l’altro era un collezionista di opere d’arte impressioniste o di suo fratello Theo,la persona sicuramente più importante della vita di Vincent.
Sono giorni inaspettatamente sereni,che non lasciano presagire il gesto del pittore,visto mentre allaccia relazioni amichevoli con la citata Marguerite,diciottenne oppure di Cathy,giovane prostituta di Parigi.


E nel mezzo,l’immancabile pittura di Vincent,ormai in procinto di diventare punto di riferimento imprenscindibile della pittura
dell’ottocento,un’arte alla quale Van Gogh arrivò tardi,attorno ai 28 anni,ma che nel decennio sucessivo lo portò a dipingere
oltre 900 tele e mille disegni,un patrimonio che segnerà profondamente la cultura pittorica.
Van Gogh,diretto da Maurice Pialat nel 1991 in realtà non può essere definita una biopic a tutto campo,proprio perchè non racconta gli esordi della carriera del pittore,quanto piuttosto un racconto della parte più drammatica della sua vita,vista attraverso le relazioni con i personaggi citati (fondamentale quello con Theo e sua moglie Johanna) e con la sua instancabile tendenza a raccogliere su tela le emozioni che suscitavano in lui gli iris e i girasoli,le chiese e i contadini,la vita nei campi e la natura,che dipinse innumerevoli volte in quello stile
particolarissimo che lo renderà il pittore più importante dell’800,uno dei più straordinari innovatori dell’arte pittorica.

Film di discreto impatto visivo,grazie anche alle splendide riprese della campagna parigina,resta opera abbastanza anomala tra quelle dedicate al pittore olandese;più che la pittura,il suo rapporto con essa per Pialat conta il rapporto tra Vincent e la gente che lo circonda,l’incomprensione di chi non seppe capire la grandezza della sua arte.
Jacques Dutronc,l’attore che interpreta (splendidamente) Vincent,è attento a dare una dimensione meno “pazzoide” dello stesso.Non c’è spazio per l’autolesionista taglio dell’orecchio o per i presunti disturbi mentali di Van Gogh quanto piuttosto l’incapacità di rapportarsi con i critici del suo lavoro,che spesso arrivarono a disprezzare la sua pittura,come Henry de Groux che criticò velenosamente “quello schifo dei girasoli di un certo signor Vincent
Un atteggiamento miope condiviso da molti,anche se va detto che Vincent ebbe numerosi estimatori,fra i quali Toulouse-Lautrec e sopratutto Henk Bremmer,il critico d’arte che per primo capì l’immenso valore della produzione di Vincent e lo lanciò facendolo diventare
l’artista più importante del XX secolo.


Dicevo che non è un’opera paragonabile a quelle che hanno preceduto quella di Pialat;nel 1948 usci Van Gogh di Alain Resnais,opera abbastanza convenzionale,nel 1956 Brama di vivere, di Vincente Minnelli con Kirk Douglas nel ruolo di van Gogh e Anthony Quinn in quello di Paul Gauguin,
film nel quale proprio Douglas diede una versione molto convincente della figura del pittore.Nel 1990 usci Vincent & Theo di Robert Altman,che analizza principalmente il rapporto tra Vincent e suo fratello.
Van Gogh è un bel film,ben recitato,ben diretto;un’opera decisamente anticonvenzionale che purtroppo non ha avuto una gran diffusione.
Praticamente invisibile in tv,non ha alcuna versione doppiata in italiano in rete.

Van Gogh
Un film di Maurice Pialat. Con Jacques Dutronc, Alexandra London, Bernard Le Coq, Elsa Zylberstein, Leslie Azzoulai, Jacques Vidal, Gérard Séty Titolo originale . Biografico, durata 159 min.

Jacques Dutronc: Vincent van Gogh
Alexandra London: Marguerite Gachet
Bernard Le Coq: Theo van Gogh
Gérard Séty: Gachet
Corinne Bourdon: Jo
Elsa Zylberstein: Cathy
Leslie Azzoulai: Adeline
Jacques Vidal: Ravoux
Chantal Barbarit: Mme. Chevalier

Regia Maurice Pialat
Soggetto Maurice Pialat
Produttore Patrick Lancelot
Casa di produzione Canal+, Centre National de la Cinématographie, Club des Investissments, Cofimage 2, Erato Films, Films A2, Investimage 2, Investimage 3, Les Films du Livradois, Sofiarp
Fotografia Gilles Henry, Emmanuel Machuel
Montaggio Yann Dedet, Nathalie Hubert, Hélène Viard
Musiche André Bernot, J. M. Bourget, Jacques Dutronc, P. Revedy
Scenografia Philippe Pallut, Katia Wyszkop
Costumi Edith Vesperini

Vincent Van Gogh

Autoritratto 1888

Il seminatore

Iris

Notte stellata sul Rodano

Vento

gennaio 10, 2018 Posted by | Biografie | | Lascia un commento

Renoir

Costa Azzurra,1915
Uno dei padri dell’impressionismo,Auguste Renoir,vive in ritiro gli anni della sua vecchiaia.Ha 74 anni,soffre di artrite reumatoide,malattia che lo
ha aggredito a 60 anni ed ha perso da pochissimo l’amata moglie Aline.
Ormai dipinge con estrema lentezza,la malattia lo tormenta e sembra anche aver perso l’ispirazione quando un giorno nella sua splendida casa nella quale si è ritirato arriva Andrée Madeleine Heuchling,quindicenne bella e affascinante per posare come modella.
Ad affliggere ulteriormente la fragile condizione psicologica del pittore,arriva la notizia che suo figlio Jean è rimasto gravemente ferito al fronte.
Tuttavia Andrée riesce a tirar fuori dal guscio il maturo pittore;sempre sensibile alla bellezza femminile,Renoir sembra improvvisamente rinvigorito
dalla presenza della ragazza.Nel frattempo arriva dal fronte Jean,suo figlio.


Tra i due c’è da subito tensione;entrambi amano la bellezza,vogliono possederla (Jean diverrà un grandissimo regista cinematografico).
In più c’è una tensione latente per molte cose non dette;Jean rimprovera a suo padre gli innumerevoli tradimenti fatti ai danni della defunta moglie,con modelle, cameriere,con qualsiasi donna che posasse per Auguste…
Tra Jean e Andrée nasce un’attrazione molto forte e i due diventano amanti.
Auguste assiste,ormai impotente,alla nascita dell’amore tra i due giovani,mentre continua,nonostante la malattia,a dipingere istancabilmente.
Morirà 4 anni dopo mentre Andrée,assunto il nome d’arte di Catherine Hessling,diverrà attrice ed esordirà nel 1924 nel primo dei capolavori di Jean Renoir,che diverrà uno dei più importanti registi della storia cinematografica francese.
La Fille de l’eau è il primo dei film di Catherine Hessling,che chiuderà appena 10 anni dopo la sua carriera cinematografica;morirà nel 1979,subito dopo la scomparsa di Jean avvenuta nello stesso anno.


Diretto da Gilles Bourdos,Renoir,uscito nelle sale nel 2012,è un film patinato e lussuoso,ben diretto e sopratutto scorrevole,caratterizzato da una fotografia “en plein air” che esalta ancor più la pittura di Renoir,ricreata per l’occasione sullo schermo da un suo celebre falsario,Guy Ribes,che nel corso della sua “carriera” ha falsificato Chagall , Picasso , Dalí , Léger , Bonnard , Modigliani , Renoir , , Braque , Vlaminck e Matisse.
Proprio la presenza di Ribes,che copia alla perfezione Renoir rende ancor più credibile la storia raccontata,che nella realtà andò esattamente come illustrata nel film.
Largo spazio alla storia d’amore tra Jean e Andrée,incoraggiata in qualche modo dal grande Auguste oltre alla descrizione meticolosa del conflittuale rapporto tra i due grandi artisti, ognuno dei quali ha segnato profondamente le due arti nelle quali si sono distinti,la pittura e la cinematografia.
Davvero un’opera pregevole,con buone recitazioni di Michel Bouquet nelle vesti di Auguste Renoir,di Christa Theret in quelli di Andrée Heuschling e Vincent Rottiers che interpreta Jean Renoir.
Tra le biopic dedicate ai grandi maestri della pittura,una delle più interessanti e ben dirette.

Renoir
Un film di Gilles Bourdos. Con Michel Bouquet, Vincent Rottiers, Christa Theret, Thomas Doret, Romane Bohringer, Michel Gleizer Titolo originale Renoir. Drammatico, durata 111 min. – Francia 2012.

Michel Bouquet : Auguste Renoir
Christa Theret : Andrée Heuschling
Vincent Rottiers : Jean Renoir
Thomas Doret : Coco, figlio cadetto diA uguste
Laurent Poitrenaux : Pierre Renoir
Romane Bohringer : Gabrielle Renard
Michèle Gleizer : Madame Renoir
Carlo Brandt : Il Dottor Pratt
Hélène Babu : Odette
Marion Lécrivain : Véra Sergine
Hervé Briaux : Ambroise Vollard

Regia Gilles Bourdos
Soggetto Jacques Renoir
Sceneggiatura Gilles Bourdos, Jérôme Tonnerre e Michel Spinosa
Fotografia Ping Bin Lee
Montaggio Yannick Kergoat
Musiche Alexandre Desplat
Scenografia Benoît Barouh

Bal au moulin de la Galette

Le bagnanti

La bagnante

La colazione dei cannottieri

La Grenouillere

Donna d’Algeri

Pier Auguste Renoir

Jean Renoir

Catherine Hessling

 

gennaio 9, 2018 Posted by | Biografie | , , , | Lascia un commento

La corrispondenza

In un bellissimo brano di Franco Battiato,La cura,c’è una frase che recita:”Supererò le correnti gravitazionali,lo spazio e la luce per non farti invecchiare…” che in qualche modo si adattano benissimo al film di Tornatore La corrispondenza del quale parlerò tra poco.
Un brano che è un inno all’amore,così come un inno all’amore,fuori dal tempo e dalle leggi fisiche è La corrispondenza,forse il film più intimista del regista di Bagheria; un film lontano da schemi ovvi e che parla d’amore in un linguaggio che non è melenso o strappalacrime,che racconta una storia che in fondo tutti vorrebbero vivere,una storia d’amore assoluto,di quelle che sublimano il più nobile dei sentimenti trasportandolo in una dimensione in cui anche la morte fisica è un dettaglio.Non di poco conto,perchè la grande livellatrice porta via con se tutto quello che si costruisce
e tutto quello che è reale ma che in fondo è solo una tappa,la più dolorosa ma anche la più inevitabile,che però può anche trasformarsi in qualcosa che vive nel ricordo di chi sopravvive perpetuandosi giorno per giorno,rinnovandosi e lasciando al superstite la consapevolezza di aver vissuto una storia straordinaria,che le barriere della fisicità può solo modificare ma non distruggere.


E’ l’assioma di partenza (e anche finale) dello straordinario film di Tornatore tornato dietro la macchina da presa dopo l’eccellente risultato di La migliore offerta,altra opera di grande spessore di quello che attualmente è il regista italiano più sensibile e
innovatore del grande schermo.
Il tema ultra terreno non è una novità per Tornatore;in qualche modo lo aveva già affrontato in Una pura formalità,l’enigmatico film del 1994 in cui il regista si era cimentato in una complessa storia in cui i rigidi confini della corporeità avevano lasciato spazio ad una storia in cui proprio la logica terrena si era fatta sfuggente,inafferrabile.
In La corrispondenza siamo di fronte ad una storia d’amore tra una giovane donna e un maturo scienziato,divisi dall’età e dall’attività frenetica dell’uomo ma uniti da una complicità,da un affetto che hanno dello straordinario.
Un rapporto che si sublima in un affetto che l’uomo elargisce alla giovane donna con un attaccamento che ha dell’incredibile,fatto di tanti piccoli gesti e di attenzioni che travalicano il rapporto passionale,trasformandosi in qualcosa di così profondo che,quando apprendiamo
della sua morte ( e sopratutto quando lo apprende lei) si resta sgomenti,in attesa dell’inevitabile dolorosa attesa dello scorrere della pellicola che ci racconti il passato della coppia.


Invece ecco la sorpresa.
Lui,Ed,sapeva di essere ammalato e aveva nascosto a lei,Amy,la sua mortale malattia;lo aveva fatto per pudore,per non far soffrire l’amata,per risparmiarle l’atroce agonia della malattia.
Ma aveva predisposto tutto per lasciarle la testimonianza del suo amore,per trasformarsi in una guida ultra terrena,per non lasciarla sola nel dolore…
Dal momento della scomparsa di Ed,Amy riceve lettere,mail,video e cd con filmati consegnati secondo uno schema studiato nei minimi particolari da Ed;avvalendosi di una serie di amici,al corrente della sua relazione con la donna,Ed si trasforma in una guida ultraterrena forse un po invadente,ma del resto cosa conta? Un uomo innamorato come lui può essere perdonato per questo estremo tentativo di vincere il vincolo invalicabile della morte.
E Amy in fondo si sente meno sola,guidata dal suo maturo amore;ha scoperto di essere vegliata in modo invisibile ma non per questo meno presente.
Tuttavia arriva la crisi.
Ed,al corrente dei problemi di Amy con sua madre è andata a trovare quest’ultima,per cercare di riavvicinare le due donne,separate dal senso di colpa di Amy che si ritiene responsabile della morte del padre in un incidente stradale.
La reazione della ragazza è drastica;come da istruzioni ricevute,compone 11 volte il nome di Ed sul telefono ed invia un messaggio,in modo da cessare i rapporti con l’invisibile innamorato.Distrugge anche un cd che l’uomo le aveva inviato,in quel modo sottilmente inquietante.
Ma quando dopo qualche giorno ad Amy appare chiaro che non riverà più nulla,ecco il pentimento.


E il percorso a ritroso,nel tentativo di recuperare quel rapporto del quale adesso sa che non può più fare a meno.Si reca a Borgo Ventoso,il loro nido d’amore (che Ed le ha lasciato in eredità,con la complicità dei figli) tenta insomma di recuperare quel rapporto impossibile
E scoprirà che anche Ed aveva le sue crisi nella parte finale della sua vita,fino all’ultimo,drammatico video…
Un film delicato,poetico ed intriso di una vena di malinconia percepibile sin dalle prime battute, e che prosegue inesorabilmente mentre la trama avviluppa lo spettatore in un labirinto delle emozioni che si percorre adagio.
Adagio come il ritmo ipnotico del film,cadenzato su passi di una lentezza che però è assolutamente funzionale ad un film delle emozioni.
Che racconta proprio questo:emozioni.
Ci si possono vedere molte cose,in La corrispondenza.
Qualcuno ci ha visto un amore malato,una persecuzione post mortem di un uomo che non vuole arrendersi al suo fato,altri ci hanno visto un inganno di amorosi sensi,altri una storia melensa e noiosa.
In realtà siamo di fronte ad una storia d’amore,nient’altro.


E in un periodo storico in cui l’amore è visto come qualcosa di cui vergognarsi o come qualcosa di mercificabile e vendibile,spendibile a seconda delle proprie necessità ecco che solo chi realmente prova questi sentimenti nella maniera più piena e pura è in grado di apprezzare una storia
che travalica il quotidiano per trasformarsi in un continuum eterno,assoluto.
Si possono cosi comprendere le reazioni scomposte di un pubblico incapace di assaporare una storia fuori dagli schemi,dalle convenzioni.
Una storia in fondo semplice,che mira direttamente ad un valore oggi in forte crisi.
Tutti parlano d’amore,confondendolo con il possesso o con mille altri orpelli che creiamo ad arte,incapaci come siamo di assaporare quelle che sono le cose pregnanti e fondamentali dell’esistenza.
Ecco,se c’è una lezione da apprendere dal film di Tornatore è proprio quella di riassaporare il sentimento nella sua forma più pura,più totalitaria.
Lasciandoci andare,per una volta,oltre stereotipi e schemi pre costruiti,vantandoci e non vergognandoci della nostra umanità,del nostro desiderio di eternare quello che è in assoluto il sentimento più nobile dell’essere umano.

Per quanto riguarda il resto del film,da gustare le splendide location,che vanno dagli ariosi spazi di Edimburgo alla stupenda Borgo Ventoso,che nella realtà è la magnifica Isola di san Giulio sul Lago d’Orta,impreziosita da qualche scena girata nella magica Isola dei Pescatori sul lago Maggiore,in quella Stresa che è uno dei suoi gioielli.
Semplicemente straordinaria la Olga Kurylenko,che regge con gli sguardi,con le espressioni del volto la stragrande maggioranza del film.
Ottimo anche Jeremy Irons,sicuramente sacrificato nel non facile ruolo del fantasma virtuale,che compare solo su Skype o attraverso registrazioni video.
Un film di rara bellezza,che trasporta lo spettatore in un oasi di pace e serenità dei sensi.
Tutto grasso che cola in tempi ostili e cupi.

La corrispondenza

Regia di Giuseppe Tornatore. Un film con Jeremy Irons, Olga Kurylenko, Simon Anthony Johns, James Warren , Shauna Macdonald. Genere Drammatico – Italia, 2015, durata 116 minuti

Jeremy Irons: Edward “Ed” Phoerum
Olga Kurylenko: Amy Ryan
Simon Johns: Jason
James Warren: Rick
Shauna MacDonald: Victoria
Oscar Sanders: Nicholas
Paolo Calabresi: Ottavio
Rod Glenn: Grip

Luca Ward: Ed Phoerum
Benedetta Degli Innocenti: Amy Ryan
Gianfranco Miranda: Jason
Alessandro Quarta: Rick
Emanuela Rossi: Vittoria
Michele Kalamera: Dott. Sobieski

Regia Giuseppe Tornatore
Soggetto Giuseppe Tornatore
Sceneggiatura Giuseppe Tornatore
Casa di produzione Paco Cinematografica, Rai Cinema, Warner Bros.
Distribuzione (Italia) 01 Distribution
Fotografia Fabio Zamarion
Montaggio Massimo Quaglia
Effetti speciali Renato Agostini, Mario Zanot
Musiche Ennio Morricone
Costumi Patrizia Bernardini

“Il tempo matematico
entra nella stanza, s’insinua dalla finestra con le geometrie di
luce dell’alba, ha già ripreso il suo calcolo.
Prima che la luce invadesse il mondo, Ed si era già rivestito.
Amy gli resta abbracciata. Lo bacia ancora, sulle labbra, poi sul
mento”

“Ricordo esattamente l’istante in cui nel mezzo della folla annoiata mi sono accorto del tuo sguardo incantato.
In quel momento ho capito cosa deve provare un’anima sperduta quando, tra tanti corpi, riconosce quello in cui sceglie di reincarnarsi…”

““Se vivi con la testa tra le stelle, prima o poi una ti si ficcherà nel cervello”

“Il mio errore è stato non averti incontrata prima. Non aver potuto vivere a lungo accanto a te. Mi sembra un’ottima ragione per perdere il dono dell’eternità…”

“I luoghi e le cose non sono mai gli stessi, cambiano incessantemente, cambiano con noi, con l’energia che ci trasforma senza tregua.”

“La mente umana non è fatta per capire l’infinito, come non è fatta per capire l’amore.”

“Se l’icona di una nuova mail o di un nuovo messaggio appare sul tuo pc, qualcuno nel mondo là fuori sta pensando a te.”

gennaio 8, 2018 Posted by | Drammatico | , , | 2 commenti

La migliore offerta

Virgin Oldman è un noto e stimato banditore d’aste,oltre che essere un collezionista d’arte e un grande esperto di pittura.
E’ un misogino,che vive in una grande e lussuosa casa,completamente solo;non ama il contatto con gli altri,tanto da indossare sempre
dei guanti,pranza da solo,non ha amicizie maschili nè femminili.
L’unico tributo alle donne consiste nella sua straordinaria collezione di ritratti femminili,nascosta in un caveau del suo appartamento;ritratti di donne,di grandi artisti,come Raffaello,Tiziano,Modigliani,che Oldman ha raccolto nel corso della sua carriera.
Il giorno del suo compleanno Oldman riceve una telefonata;una voce femminile,che si identifica come Claire Ibbetson gli chiede la disponibilità a periziare la collezione di oggetti d’arte che la donna dice di aver ereditato dai genitori.
Poco incline ad accettare,Oldman si reca comunque alla villa in cui la ragazza vive,ma della donna non c’è traccia.Innervosito dal comportamento di Claire,che sembra sfuggire il contatto fisico con lui,Virgil è sul punto di abbandonare tutto ma alla fine,parlando con la ragazza dietro una porta chiusa,apprende alcune cose su di lei.


Claire soffre di una rara forma di agorafobia e vive praticamente come una reclusa nella grande villa visitata da Virgil,in compagnia di un servitore che comunque non l’ha mai vista di persona.Incuriosito,Virgil inizia a frequentare la villa di Claire e a ordinare la collezione di opere d’arte della stessa;parallelamente,Virgil raccoglie dagli scantinati della villa alcune parti meccaniche,che scoprirà appartenere ad un automa costruito dal leggendario Jacques de Vaucanson.
Poco alla volta il rapporto tra Virgil e Claire evolve,complice anche le confidenze che Virgil fa a Robert,un giovane esperto di meccanica al quale si è rivolto per cercare di ricostruire l’automa di Vaucanson. Contemporaneamente Virgil cerca di acquisire alla sua collezione altre opere d’arte,con l’aiuto dell’amico ( e complice) Billy Whistler,che partecipa ad
alcune aste e acquista per conto di Oldman opere di gran valore ad un prezzo irrisorio.
Con il passare dei giorni Virgil è sempre più stregato dalla personalità contraddittoria di Claire;dopo essersi nascosto riesce finalmente a vederla e in seguito,conquistata la sua fiducia,finalmente la vede da vicino


Per lui è amore,che sembra essere ricambiato da Claire;così Virgil riesce a portarla a casa,dove le mostra anche il suo tesoro di dipinti;deciso a vivere con lei,annuncia alla donna di voler lasciare il suo lavoro di banditore e sceglie Londra come ultima asta della sua carriera.Claire non parte con lui,perchè ancora poco avvezza alle uscite pubbliche.
Al ritorno Virgil non la trova in casa;anzi,il caveau dei dipinti è completamente vuoto,l’unica presenza è quella dell’automa di Vaucanson,completamente ricostruito,che,beffardamente,ripete di continuo “in ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico:sono d’accordo
con te,infatti mi mancherai,Mister Oldman
Per Virgil è un colpo terribile;Claire,Robert e il suo amico Billy hanno complottato assieme per derubarlo.
La conferma Virgil la ha quando si reca nel laboratorio di Robert e lo trova completamente abbandonato.Anche la villa è vuota,e nel bar di fronte ad essa trova quella che è la vera Claire,una nana dalla memoria prodigiosa,che affitta la villa a produzioni cinematografiche.Nessuna traccia nemmeno del custode…


La migliore offerta,di Giuseppe Tornatore,è una pregevole opera in bilico tra il thriller e il dramma,un film di assoluto livello nel corso del quale il premio Oscar per Nuovo cinema Paradiso conferma il suo assoluto eclettismo
raccontando una storia inconsueta,quella tra un misogino cultore d’arte e una misteriosa ragazza che riuscirà a tirar fuori dal guscio il maturo uomo,ridandogli o meglio,dandogli per la prima volta una dimensione da uomo che però il protagonista pagherà ad un prezzo altissimo.
Il finale è beffardo ma anche esplicativo.
La scena finale,nella piazza di Praga,con Virgil che al cameriere che gli chiede se è solo risponde di no,dice tutto quello che la mancanza di un dialogo avrebbe detto.
Ovvero che l’uomo,nonostante tutto,continua ad essere innamorato della ragazza.Che gli ha mentito,della quale non sa nemmeno il vero nome,che lo ha tradito ma che forse in due occasioni è stata sincera.


Quando,per esempio,gli ha detto “ricordati che qualunque cosa accada io ti amo” o quando gli ha raccontato l’unico episodio forse non inventato,parlando di quel luogo per le speciale,forse in assoluto l’unico frammento di verità in un mare di finzione.
Davvero un bel film,con una robusta sceneggiatura e in cui la lentezza appare come elemento essenziale per fare del film un quadro d’ensemble fatto di tanti tasselli.
Che alla fine si incastrano tutti.


Ottime le prove degli attori protagonisti,fra i quali un ispirato Geoffrey Rush,una bella e misteriosa Sylvia Hoeks,un camaleontico Donald Sutherland e un ottimo Jim Sturgess.
Molto belle le musiche del maestro Morricone,per un film da riscoprire a 5 anni dalla sua uscita,una delle cose migliori del cinema italiano degli anni duemila.

La migliore offerta

Un film di Giuseppe Tornatore. Con Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Sylvia Hoeks, Donald Sutherland, Philip Jackson, Dermot Crowley, Liya Kebede, Maximilian Dirr, Sean Buchanan, Lynn Swanson, Miles Richardson, Kiruna Stamell, Katie McGovern, Gerry Shanahan, Sylvia De Fanti, Brigitte Christensen, Jay Natelle, Anton Alexander, Laurence Belgrave, Rajeev Badhan, Patricia Meglio
Titolo originale The Best Offer. Drammatico, durata 124 min. – Italia 2012. – Warner Bros Italia

 

Geoffrey Rush: Virgil Oldman
Jim Sturgess: Robert
Sylvia Hoeks: Claire Ibbetson
Donald Sutherland: Billy Whistler
Philip Jackson: Fred
Dermot Crowley: Lambert
Kiruna Stamell: ragazza nel bar
Liya Kebede: Sarah

Rodolfo Bianchi: Virgil Oldman
Marco Vivio: Robert
Myriam Catania: Claire Ibbetson
Vittorio Di Prima: Billy Whistler
Ugo Maria Morosi: Fred
Carlo Valli: Lambert
Tiziana Avarista: ragazza nel bar
Laura Romano: Sarah

Regia Giuseppe Tornatore
Soggetto Giuseppe Tornatore
Sceneggiatura Giuseppe Tornatore
Produttore Isabella Cocuzza, Arturo Paglia, Marco Patrizi (produttore associato)
Casa di produzione Paco Cinematografica
Warner Bros. Entertainment Italia
Distribuzione (Italia) Warner Bros. Entertainment Italia
Fotografia Fabio Zamarion
Montaggio Massimo Quaglia
Effetti speciali Mario Zanot (Storyteller)
Musiche Ennio Morricone
Scenografia Maurizio Sabatini
Costumi Maurizio Millenotti

Vivere con una donna è come partecipare ad un’asta. Non sai mai se la tua è l’offerta migliore.

Anche in un falso d’arte c’è qualcosa di vero!

Mi dispiace di aver invaso i suoi pensieri..

L’ammirazione che provo per le donne è pari al timore che ho di conoscerle!

Claire: Allora non sono la prima: ne hai avute altre donne….
Virgil: Sì, le ho amate tutte e loro hanno amato me. Mi hanno insegnato ad attenderti.

Quando pensi che con una donna è fatta,hai già perso il senso della strategia

Gli ingranaggi sono come le persone: se stanno molto tempo insieme, finiscono per assumere le forme reciproche!

gennaio 6, 2018 Posted by | Drammatico | , , , , | 5 commenti

Una breve vacanza

Clara è un’operaia di una fabbrica nell’hinterland di Milano.
Sposata,ha tre figli e si divide fra l’alienante lavoro in fabbrica e quello ancor più alienante in famiglia,nella quale al momento è anche l’unica fonte di reddito.
Il lavoro,le responsabilità le minano il fisico al punto che in seguito ad una visita medica a Clara viene prescritto un soggiorno in un sanatorio della Valtellina.
Lungi dall’essere un handicap,la cosa si trasforma in una specie di vacanza,perchè da quel momento Clara,libera da impegni famigliari e di lavoro ha finalmente tempo
per se stessa.Legge,stringe amicizie,si riposa e,conosciuto un operaio,ha anche il tempo per allacciare una platonica relazione con lui.
Ma la breve vacanza termina e Clara ritorna alla vita di tutti i giorni.


Malinconico ed esistenziale,Una breve vacanza è il penultimo film di De Sica regista,prima di Il viaggio,che nel 1974 porrà fine all’esperienza dietro la macchina da presa di De Sica.
Un film che pur partendo da una trama semplice e lineare,si trasforma nella descrizione ambientale e umana di una delle miriadi di solitudini metropolitane della capitale economica italiana,una Milano grigia come il suo cielo e come i volti delle figure che si muovono come fantasmi di cera tra i palazzoni e le vie della città.
Uno stridore che si avverte ancor più lancinante a paragone con le candide stanze del sanatorio,che a questo punto non è solo il posto deputato
alla cura delle ferite del corpo quanto piuttosto una via di fuga,per la protagonista,da una vita disumanizzante,vissuta come migliaia di altre dietro le porte chiuse di appartamenti anonimi,
consumate in un ruolo che vede la donna prigioniera di una routine peggiore della galera.


De Sica gira quindi un film in cui si mescolano diversi temi,dalla solitudine individuale della protagonista,stritolata dal lavoro in fabbrica e dagli obblighi di quello in famiglia passando attraverso una veloce disanima della condizione femminile negli anni settanta,con l’immagine di una donna che non solo non ha realizzato nessuna delle tante aspirazioni femminili,ma che
al contrario ha aggiunto ad una prigione il senso di responsabilità di dover mantenere anche una famiglia allargata da parenti e figli senza soluzione di continuità.
Bravissima Florinda Bolkan a calarsi nel ruolo della sfiorita Clara,che a tratti assomiglia a quello di un’altra grande figura femminile protagonista di un altro splendido film degli anni settanta,quello di Antonietta in Una giornata particolare di Scola.


Un film bello e ben girato,ottimamente interpretato da tutti gli attori;menzione particolare per Adriana Asti,che interpreta la signora Scanziani,una donna malata terminale nel sanatorio.Brevi comparsate anche per Christian De Sica e Monica Guerritore.
Il soggetto è di De Sica ancora una volta in coppia con Cesare Zavattini,alla loro ultima fatica assieme.
Purtroppo il film è di difficilissima reperibilità,nonostante sia passato qualche volta in tv.

Una breve vacanza
Un film di Vittorio De Sica. Con Florinda Bolkan, Renato Salvatori, José Maria Prada, Teresa Gimpera, Daniel Quenaud, Anna Carena, Miranda Campa, Adriana Asti, Hugo Blanco, Maria Mizar, Mario Garriba, Monica Guerritore, Christian De Sica Drammatico, durata 104 min. – Italia 1973

 

Florinda Bolkan: Clara
Renato Salvatori: Franco, marito di Clara
Daniel Quenaud: Luigi
Josè Maria Prada: dottor Ciranni
Hugo Blanco: fratello di Franco
Maria Mizar Ferrara: l’infermiera Garin
Adriana Asti: signorina Scanziani
Christian De Sica: giovane sul treno
Paolo Limiti: un medico

Regia Vittorio De Sica
Soggetto Rodolfo Sonego
Sceneggiatura Cesare Zavattini
Produttore Marina Cicogna, Arthur Cohn
Distribuzione (Italia) CIC (Cinema International Corporation)
Fotografia Ennio Guarnieri
Montaggio Franco Arcalli
Musiche Manuel De Sica
Scenografia Luigi Scaccianoce, Adolfo Goppino

gennaio 4, 2018 Posted by | Drammatico | , | Lascia un commento

Game of Thrones

Un grande mondo immaginario,nel quale due sono i continenti principali nei quali avvengono gli avvenimenti narrati,Westeros (occidente)
e Essos (oriente).
Ma è a Westeros che è concentrato il potere,nella sua capitale, Approdo del re.
Ed è qui che avvengono le lotte narrate in Game of Throne,in italiano Il trono di spade.serie televisiva creata da David Benioff e D.B. Weiss e basata sulla serie di romanzi fantasy Cronache del ghiaccio e del fuoco (A Song of Ice and Fire) dello scrittore di Bayonne (Usa) George Raymond Richard Martin,conosciuto come George R.R.Martin
Una serie divenuta in pochi anni la più vista nella storia della tv,con una serie innumerevole di premi vinti e giunta attualmente alla settima stagione appena conclusasi,in attesa dell’ottava che dovrebbe veder la luce nel 2019.

Mappa dei continenti

Westeros,continente occidentale
Robert Baratheon,sovrano dei sette regni,che siede sul Trono di spade,invita il suo vecchio amico Eddard Stark, lord di Grande Inverno a prendere il posto di Primo cavaliere del re presso Approdo del re.
E’ un periodo molto turbolento,quello che vede Robert governare sui sette regni;le trame della famiglia Lannister,quelle degli eredi dei deposti regnanti Targaryen rendono la situazione politica estremamente complicata e pericolosa.
A nord,intanto,un antico nemico sta preparando un attacco senza precedenti alla barriera di ghiaccio che separa il mondo civile da quello oltre la barriera,abitato da barbari e dai micidiali morti viventi.
Tra draghi e maghi,lotte di potere e assassini,guerre e continui colpi di scena,si sviluppa una storia appassionante piena di personaggi agitati da varie mire,tutte ruotanti però attorno al Trono di spade, autentico fulcro della vita del pianeta.

Quali sono le ragioni del grande successo di Game of Trones?
La principale va ricercata nella grande abilità di Martin di creare un’infinità di personaggi tutti legati però,in qualche modo,tra di loro.
Dalla famiglia Stark a quella dei Lannister,da Daenerys Targaryen agli Estranei che vivono oltre la barriera,ogni singolo episodio in cui è divisa la serie crea personaggi che alla fine si troveranno tutti a lottare per lo stesso obiettivo,dapprima la conquista del Trono di spade e poi,con l’arrivo della grande minaccia dei non morti e degli estranei,alla lotta mortale con questi ultimi.
In mezzo intrighi di ogni genere e storie personali che finiscono per intrecciarsi indissolubilmente.
Come quelle dei fratelli ( e amanti) Jaime e Cercei Lannister,del nano Tyrion Lannister e degli eredi superstiti di Eddard Stark,ovvero Brandon Stark,suo figlio,Sansa e Arya,le sue figlie e John Snow (figlio illegittimo) e infine Daenerys Targaryen,la mamma dei draghi,colei che diverrà con Jon Snow la vera protagonista dell’intera saga.


Un’altra chiave di lettura del successo della saga è l’utilizzo del fantasy come elemento preponderante;l’utilizzo dell’espediente del mondo immaginario slega la storia dalla necessità della logica,permettendo quindi l’esistenza di creature leggendarie
come i draghi,i non morti,i giganti,l’esistenza della magia.
Ancora,l’utilizzo a dosi massicce di effetti speciali,che permettono la creazione di paesaggi suggestivi e la creazione di animali,esseri e location di grande suggestione.
Attualmente sono state trasmesse sessantasette puntate della serie fantasy,divise in sette stagioni
Ecco una descrizione dei principali protagonisti della serie

Gli Estranei

Nessuno sa chi siano,da dove vengano,cosa siano sopratutto;al momento della narrazione,per tutti sono soltanto una leggenda,anche se gli antichi testi raccontano di un’epica battaglia combattuta in un tempo lontanissimo
tra i Guardiani della notte e loro.Esseri soprannaturali,con poteri straordinari,come quelli di far rivivere i morti,sono esseri quasi eterei,dagli occhi azzurri e dal corpo pressoche trasparente.Possono essere distrutti solo dal vetro di drago o dal fuoco.

Robert Baratheon

Sovrano dei sette regni,è un uomo rozzo ma anche allegro;donnaiolo,ubriacone ma al tempo stesso intelligente e furbo.E’ sposato con Cencei Lannister e ha tre figli,Joffrey, Myrcella e Tommen,che però in realtà sono frutto della relazione incestuosa tra Cencei e suo fratello Jamie.
In passato è stato innamorato di Lyanna Stark ed è legato da una grande e affettuosa amicizia con Eddard Strak. Morirà in un incidente di caccia
al cinghiale,ottenebrato da vino drogato fornitogli da Lancel Lannister.

Eddad “Ned” Stark

Lord di Grande Inverno,è uomo d’onore,stimato e rispettato da tutti.Governa su Grande inverno con forza ma con giustizia;sposato con Catelyn Tully,ha cinque figli,Robb, Sansa, Arya, Bran e Rickon oltre a Jon Snow,figlio naturale.
Chiamato da Robert Baratheon ad Approdo del re,verrà tradito da un complotto di corte e subito dopo la morte di re Robert,giustiziato da Cencei Lannister con la complicità del nuovo re,suo figlio Joffrey.

Jon Snow

Creduto da tutti (e da se stesso) figlio naturale di Ned Stark,Jon Snow si chiama Aegon Targaryen ed è in realtà figlio della sorella di quest’ultimo Lyanna e del legittimo successore del Re folle, Rhaegar Targaryen.
Coraggioso e dotato di grande senso della giustizia,Jon diventa dapprima Guardiano della notte alla barriera e poi Lord Comandante.
E’ uno dei due principali protagonisti dell’intera saga,con Daenerys Targaryen,con la quale,sul finire dell’ultima stagione trasmessa ad oggi allaccerà una problematica relazione.

Robb Stark

Primogenito di Ned Stark e Catelyn Tully,alla morte del padre rifiuta di recarsi ad Approdo del Re e giurare fedeltà a Re Joffrey Lannister.Proclamatosi re del Nord,viene tradito da Casa Frey ed assassinato con sua madre nel corso
delle drammatiche Nozze rosse.

Sansa Stark

Secondogenita di casa Stark,è uno dei personaggi che ha subito maggiori evoluzioni nell’economia del racconto.Da ragazza viziata a sposa mancata di Jeoffrey Lannister, a sposa in bianco di Tryon Lannister,attraverso mille peripezie si ritrova alla
fine al fianco di Jon Snow a Grande inverno,ultimo baluardo contro gli Estranei e il popolo dei non morti.

Arya Stark

Terza figlia di Casa Stark,Arya è la più piccola quando muore suo padre e assiste alla sua esecuzione.Nonostante la giovane età,impara a maneggiare spade e stiletti;dopo numerose avventure entra nella setta degli Assassini senza volto.
Vendicherà la morte della madre e del fratello sgozzando Walder Frey e uccidendo con il veleno tutti i Frey presenti ad un banchetto.Tornata a Grande inverno,ritrova Jon e Sansa al fianco dei
qualisi prepara all’ultima,grande battaglia contro gli Estranei.

Cersei Lannister

Figlia di Tywin Lannister e moglie di Robert Baratheon,regina dei sette regni.
Crudele e enormemente ambiziosa,ha vissuto nell’ombra di Robert,sempre in attesa di un’occasione che le permettesse di liberarsi dell’odiato marito.Ha avuto tre figli,ma non dal re,bensi dal suo amato fratello Jamie.
Nel corso della saga,perderà tutti e tre i figli trasformandosi sempre più in una donna amorale e senza pietà.

Jamie Lannister

Figlio di Tywin Lannister,lord di Castel Granito e fratello/amante di Cencei.
Personaggio controverso,dopo le prime stagioni si è trasformato da amorale e insensibile guerriero a uomo con doti di coraggio e abilità militari non comuni e dalle insospettabili doti umane.
La perdita dei tre figli,la prigionia nel Nord,durante la quale perderà la mano e la contemporanea conoscenza di Brienne di Tarth ne modificheranno fortemente il comportamento.

Tyrion Lannister

Ultimo figlio di Tywin Lannister,soprannominato folletto per il fatto di essere un nano,ha non comuni doti di simpatia e umorismo che,uniti ad una implacabile auto ironia lo rendono uno dei personaggi
più importanti della saga.Sposa Sansa Stark,ma dopo l’accusa ingiusta di aver assassinato il nipote,re Joffrey Lannister,finirà per seguire le avventure di Daenerys Targaryen della quale diverrà fido consigliere.

Daenerys Targaryen

Figlia di Aerys II Targaryen,il re ucciso da Jamie Lannister che ha portato Robert Baratheon sul Trono di spade è stata costretta a vivere in esilio e a sposare khal Drogo,capo dei Dothraki,al quale finirà per legarsi sentimentalmente e dall’unione con il quale nascerà un figlio
ucciso dalla maga Mirri Maz Duur,che alla fine renderà un vegetale anche Drogo,che Daenerys sarà costretta a soffocare con un cuscino per evitare una vita vegetativa.
Proclamatasi unilateralmente regina dei sette regni,farà rinascere tre grandi draghi,che avranno un’importanza capitale nel racconto.
Nel corso della saga,in seguito alle numerose avventure vissute diverrà Daenerys della casa Targaryen, “Nata dalla tempesta”, la prima del suo nome, regina degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, signora dei Sette Regni, protettrice del Regno, principessa di Roccia del Drago, khaleesi del Grande Mare d’Erba, “la Non-bruciata”,
“Madre dei Draghi”, regina di Meereen, “Distruttrice di catene”

Questi i principali personaggi della fortunata serie.Ma accanto a loro si muovono una miriade di altre figure,così tante che è praticamente impossibile citarle tutte.Di seguito ne propongo alcune,quelle più significative

Stannis Baratheon

Lord di Roccia del Drago e fratello di Robert,tenterà inutilmente di prendere il posto del fratello.

Melisandre di Asshai

Sacerdotessa del Dio della luce,all’inizio appare sempre al fianco di Stannis Baratheon;grazie alle sue doti magiche,riporterà in vita Jon Snow.E’ lei ad evocare l’ombra che uccide Renly Baratheon

Renly Baratheon

Amato da tutti,Renly è l’erede designato di Robert.Mentre si appresta a far valere i suoi diritti sul trono,viene assassinato da un’ombra evocata con la magia nera dalla sacerdotessa Melisandre,amante di suo fratello Stannis.

Brienne di Tarth

Guerriera potente,abilissima con la spada,Brienne è a suo agio con la guerra,non certo con la vita di corte.Sarà lei a rintracciare Sansa Stark e anche lei entrerà nell’esercito di Jon Snow pronta all’ultima battaglia.

Theon Greyjoy

Cresciuto in compagnia di Robb e Bran Stark,Theon è uno dei personaggi che subisce la trasformazione più radicale nel racconto.Da giovane arrogante e ambizioso,in seguito alle torture di Ramsay Snow che lo priva della virilità e di parte di una mano,
diventa un pavido e rassegnato individuo privo di qualsiasi dignità,prima di un sussulto finale che lo riporterà,per un attimo,ad essere il Theon di un tempo.

Olenna Redwyne Tyrell

La matriarca di casa Tyrell,è una donna senza scrupoli che manovra a suo piacimento le persone della sua casata.Ambiziosa,riesce nell’intento di far sposare sua nipote Margaery con Tommen Lannister.Verrà costretta al suicidio da
Jamie Lannister.

Petyr Baelish, Ditocorto

Maestro del Conio presso il Concilio Ristretto dei Sette Regni,è uomo spregiudicato,senza onore e odiato da tutti ma nonostante tutto
rispettato e temuto per le sue indubbie capacità.Tradisce Ned Stark in quanto innamorato di Catelyn Stark e tenterà di fare di sansa Stark una pedina per i suoi giochi di potere,prima
di venire condannato a morte da quest’ultima quando sansa tornerà ad essere la Lady di Grande inverno.

Varys

Capo del servizio di spie dei Sette regni,eunuco,Varys riesce a sopravvivere a tutti i cambi di potere usando la sua grande intelligenza e rendendo i suoi servizi di volta in volta al nuovo,temporaneo regnante.

Jorah Mormont

Ex mercenario,figlio del Lord Comandante dei Guardiani della notte,diventa il fedele braccio destro di Daenerys Targaryen;colpito da una terribile malattia,si allontana e verrà salvato da Samwell Tarly.

Samwell Tarly

Entrato nei Guardiani della notte,riesce a superare il duro tirocinio grazie alla protezione di Jon Snow.Sarà il primo ad uccidere un Estraneo grazie ad una freccia di vetro di drago.

Davos Seaworth

Contrabbandiere e pirata,abilissimo marinaio,è al servizio di Stannis Baratheon.Alla morte di quest’ultimo entra nell’esercito di Jon Snow.

Accanto ai personaggi umani che popolano Game of Thrones ci sono tutta una serie di animali e creature dai più svariati poteri:

I metalupi,creature del bosco che vivono a Grande inverno e che sono animali di compagnia dei figli degli Stark;in origine sono 6,Spettro,Vento grigio,Lady,Nymeria,Estate e Cagnaccio.Di loro solo Spettro resta in vita,continuando a muoversi
al fianco di Jon Snow;
I draghi,nati magicamente dall’incendio della capanna in cui Daenerys Targaryen aveva cercato la morte.Drogon,Rhaegal e Viserion condivideranno le avventure della loro “madre”.Viserion verrà ucciso dal Re della Notte con una lancia di ghiaccio
e poi riportato in vita dallo stesso.Sarà lui a distruggere la grande barriera di ghiaccio


I giganti,che vivono oltre la barriera,tra i Bruti.Quelli che compaiono nei vari episodi sono 3,Dongo,che morirà durante la battaglia presso la barriera,Mag Mar Tun Doh Weg, il capo dei giganti anch’esso morto durante la battaglia della barriera e infine
Wun Weg Wun Dar Wun,che verrà ucciso durante la battaglia tra Snow e Ramsay.Diverrà poi parte dell’esercito del Re della notte come non morto.
I figli della foresta,molto simili ad elfi,difendono la grotta del Corvo con Tre Occhi dagli estranei.Moriranno tutti sacrificandosiper permettere la fuga di Bran Stark.
I non morti,esseri riportati in vita dagli Estranei.Insensibili a qualsiasi ferita,si muovono come degli zombie e possono essere distrutti solo dal fuoco o dall’ossidiana (vetro di drago).Sarà Jon Snow il primo ad ucciderne uno.

Eddard Stark … Sean Bean
Robert Baratheon… Mark Addy
Tyrion Lannister… Peter Dinklage
Jaime Lannister … Nikolaj Coster-Waldau
Catelyn Tully … Michelle Fairley
Cersei Lannister … Lena Headey
Daenerys Targaryen… Emilia Clarke
Jorah Mormont … Iain Glen
Petyr Baelish… Aidan Gillen
Viserys Targaryen… Harry Lloyd
Jon Snow … Kit Harington
Sansa Stark… Sophie Turner
Arya Stark … Maisie Williams
Robb Stark … Richard Madden
Theon Greyjoy… Alfie Allen
Brandon Stark … Isaac Hempstead-Wright
Joffrey Baratheon… Jack Gleeson

Sandor Clegane … Rory McCann
Khal Drogo … Jason Momoa
Tywin Lannister … Charles Dance
Davos Seaworth … Liam Cunningham
Samwell Tarly … John Bradley
Stannis Baratheon … Stephen Dillane
Melisandre di Asshai… Carice van Houten
Margaery Tyrell … Natalie Dormer
Jeor Mormont … James Cosmo
Bronn …Jerome Flynn
Varys … Conleth Hill
Shae … Sibel Kekilli
Talisa Maegyr … Oona Chaplin
Brienne di Tarth … Gwendoline Christie

Ned Stark

Catelyn Stark

Sansa Stark

Jon Snow

Robb Stark

Arya Stark

Bran Stark

Rickon Stark

Daenerys Targaryen

Robert Baratheon

Cercei Lannister

Jamie Lannister

Tryon Lannister

Olenna Redwine Tyrell

Peter Baelish “Ditocorto”

Varys

Melisandre

Jorah Mormont

Samwell Tarly

Davos Seaworth

Incipit di Tempesta di spade di R.R.Martin
La giornata era grigia, gelida. I cani non riuscivano a fiutare la pista. La grande cagna nera aveva accostato il muso alle orme dell’orso un’unica volta, per poi arretrare di nuovo nel branco,
tenendo la coda tra le gambe. I segugi si ammassavano tetramente gli uni contro gli altri sulla riva del fiume, mentre il vento li colpiva con aghi di gelo. Anche Chett lo sentiva pungere nonostante
gli strati di lana nera e cuoio trattato. Faceva troppo freddo, sia per gli uomini sia per gli animali. Eppure loro erano là fuori. Chett strinse le labbra, gli sembrò di sentire le vesciche che gli coprivano
le guance diventare più rosse, più infuocate. “Io dovrei starmene sulla Barriera, al sicuro, a occuparmi dei fottuti corvi e a tenere il fuoco acceso per il vecchio maestro Aemon.”
Invece no: Jon Snow il bastardo gli aveva portato via tutto, lui e quel ciccione del suo amico Sam Tarly. Era colpa loro se adesso Chett era qui, a ghiacciarsi le palle assieme a un branco di cani, nelle profondità della foresta Stregata.

Ogni notte lo uccido di nuovo. Mille morti, diecimila morti sono niente al confronto di quello che meritava. (Re Robert Baratheon su Rhaegar Targaryen)

Amore, amore… quali atti si compiono in tuo nome… (Jaime Lannister)

Tyrion si dispiacque per l’accaduto..Aveva scelto una vita aspra… o forse sarebbe stato opportuno dire che una vita aspra era stata scelta per lui…

Mai dimenticare chi sei, perché di certo il mondo non lo dimenticherà. Trasforma chi sei nella tua forza, così non potrà mai essere la tua debolezza. Fanne un’armatura, e non potrà mai essere usata contro di te. (Tyrion Lannister a Jon Snow)

Mostra che le loro parole possono ferirti, e non sarai più libero dalla derisione. Se proprio vogliono darti un nome, accettalo, fallo tuo, in modo che poi non possano mai più usarlo per farti del male. (Tyrion Lannister a Jon Snow)

Non è facile essere sempre ubriachi, lo sarebbero tutti se fosse facile…

Una borsa di conio compra il silenzio di un uomo per un po’. Un dardo di balestra compra quel silenzio per sempre. (Ditocorto a Sansa)

Stavo cercando di conquistare il trono per salvare il regno, mentre avrei dovuto cercare di salvare il regno per conquistare il trono. (Stannis Baratheon a Jon Snow)

Re Jaehaerys una volta mi disse che follia e grandezza sono le due facce della stessa moneta. Ogni volta che nasce un nuovo Targaryen, disse, gli dèi lanciano in aria quella moneta, e il mondo trattiene il fiato aspettando di vedere su quale faccia cadrà. (Ser Barristan Selmy a Daenerys)

“Chi legge vive mille vite prima di morire” disse Jojen. “Chi non legge mai, ne vive una sola.”

Prima stagione 10 puntate, 2011
Seconda stagione 10 puntate, 2012
Terza stagione 10 puntate, 2013
Quarta stagione 10 puntate, 2014
Quinta stagione 10 puntate, 2015
Sesta stagione 10 puntate, 2016
Settima stagione 7 puntate,2017

Belvedere di Dubrovnik

Uno dei Canyon in Islanda (il regno dei Dotrachi)

Il fiume di Zrnovnica,Croazia

Minceta Tower,Dubrovnik

Palazzo di Diocleziano,Croazia

Spiaggia di Dubrovnik

Zrnovnica,Croazia

gennaio 2, 2018 Posted by | Serie tv | | 5 commenti