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Plagio


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In una Bologna agitata dalla contestazione del 68,Angela e Massimo che partecipano ad una manifestazione soccorrono Guido,aggredito da tre giovani estremisti.
E’ l’inizio di una bella amicizia tra i ragazzi,divisi praticamente da tutto;mentre Angela e Massimo infatti appartengono a famiglie del popolo,Guido è figlio di una famiglia ricca e in vista.
A dividerli c’è anche il profondo rapporto esistenze tra Angela e Massimo,che ben presto Guido scopre di invidiare.
Ma la cosa non sembra turbare,almeno all’inizio,il rapporto tra i tre.
Solo che Guido,abituato ad ambienti completamente diversi dal loro,sembra non conoscere l’affetto e l’amore per una donna.
E così ben presto scopre di essere attirato da Angela.
Turbata dal giovane, alla fine Angela,nonostante l’amore che prova per Massimo,cede a Guido.
Il quale,correttamente,informa della cosa Massimo.

Location 4 Cinema odeon Bologna

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Il giovane reagisce scappando e ritornando nella sua Rimini,ma ben presto l’affetto che si era stabilito tra i tre prevale e il gruppo si ricompone.
Nasce così un improbabile e insostenibile menage a trois che vedrà anche l’evolversi di un rapporto gay tra i due ragazzi.
I tre si lasciano andare ad un rapporto sessuale che però sconvolge Guido,che il giorno dopo si allontana.
Per motivi sconosciuti (disgrazia?suicidio?) la sua auto finisce fuori strada e il giovane muore.
Ai funerali di Guido partecipano solo i due ragazzi.
Angela con un fascio di fiori si allontana da Massimo,quasi a voler simboleggiare la fine del rapporto con lui…
Plagio è uno dei quattro film diretti da Sergio Capogna.
Siamo nel 1969 e la tematica del triangolo consapevole è di sicuro scottante e moralmente condannata.
Ragion per cui il regista romano è costretto ad andarci con i piedi di piombo per evitare di incappare nella censura e motivo anche
di una linea non precisa del film.

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Che parte con uno sfondo politico (il 68,il movimento e gli scontri di piazza) e si conclude malinconicamente con il tema sentimentale
scandito durante la narrazione dall’uso del flash back in bianco e nero o color seppia,quasi a voler rimarcare il tono
dolente del film.
Che in realtà assomiglia più ad una tragedia,visto che le vite dei tre protagonisti saranno definitivamente cambiate dagli avvenimenti.
La storia d’amore impossibile nasce e si sviluppa con sensi di colpa da parte dei tre giovani,incapaci di vivere appieno i sentimenti che li sconvolgono,
in una società apertamente oscurantista in materia di sesso.
Sarà il più debole dei tre,apparentemente,ovvero Guido a pagarne il prezzo più alto,morendo in un incidente la cui dinamica resta volutamente
oscura:si suicida perchè sa che non c’è futuro per la loro storia oppure finisce fuori strada casualmente?
La storia non lo chiarisce,resta solo il finale,molto amaro, a dire che i tre hanno vissuto qualcosa di unico ma anche di irripetibile.
Pacato,descrittivo e affascinante sopratutto per la confezione estetica,Plagio è opera di buon livello a cui nuoce però l’acerba interpretazione dei tre attori principali,molto impacciati e poco comunicativi.
Mita Medici è bella ma algida e fredda,Ray Lovelock imbarazzato e Alain Noury acerbo e inespressivo.
Così la parte del leone la fa la bella e brava Cosetta Greco,l’operaia saggia e disponibile che ha una storia con Guido.
In quanto a Capogna mostra buona mano e padronanza del mezzo tecnico,alla luce anche del fatto che in pratica la storia è figlia sua in tutti i sensi,
visto che cura la regia,la sceneggiatura e alla fine anche il montaggio.

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Con buona tecnica e con buone capacità dicevo.
Inspiegabilmente passerà diverso tempo prima che il regista metta mano ad un altro film,quel Diario di un italiano che nel 1973 sarà l’ultima sua opera.
Quattro anni dopo infatti il regista scomparirà a soli 50 anni per una brutta malattia.
Un vero peccato,alla luce della sua capacità analitica e dal tono malinconica di eviscerare le figure protagoniste dei suoi film.
Che in questo Plagio appaiono silenziose e quasi presaghe di un futuro negato.
Sicuramente un’opera datata,vista l’evoluzione dei costumi e della morale,ma che va inquadrata in un’epoca in cui parlare di sentimenti e di sesso
a tre era veramente un azzardo.
Nella pellicola c’è qualche fugace scena di nudo di Mita Medici,probabilmente sostituita da una controfigura,scene giustificate e comunque decisamente pudiche mentre l’accenno alla relazione omosessuale tra i due protagonisti maschi è appena abbozzata.
Belle le location.
Si va da una Bologna romantica e sognante in cui gli scontri di piazza sono solo in sottofondo ad una fugace sortita per Padova,poi attraverso una Rimini quasi felliniana e infine alla splendida,palladiana villa Cordellina Lombardi in Via Giacomo Matteotti a Montecchio Maggiore (VI)
storica residenza affrescata tra l’altro da Giambattista Tiepolo.
Plagio è rimasto a lungo un film sepolto;riemerso poco tempo fa,è oggi disponibile in una splendida versione digitale che restituisce il fascino di un’opera che ebbe molto successo sopratutto all’estero e che racconta con pudore e senso della misura una storia d’amore sullo sfondo del finire degli anni sessanta,l’ultima epoca ingenua di un’Italia che di li a poco avrebbe conosciuto il triste periodo degli anni di piombo.
Bella la colonna sonora,con brani rock e classici,bella la fotografia.
Da vedere

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Plagio
Un film di Sergio Capogna. Con Ray Lovelock, Mita Medici, Alain Noury, Cosetta Greco,Dino Mele, Giuliano Disperati Drammatico, durata 85 min. – Italia 1969

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Ray Lovelock: Guido
Alain Noury: Massimo
Mita Medici: Angela
Dino Mele: Roberto
Cosetta Greco: Edera
Libero Grandi: professore universitario
Giuliano Esperanti: poliziotto
Raffi: sorella di Guido

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Regia Sergio Capogna
Soggetto Sergio Capogna
Sceneggiatura Sergio Capogna
Produttore Giuliana Scappino
Casa di produzione Faser Film (Roma); Prodimex (Paris)
Distribuzione (Italia) Regionale
Fotografia Antonio Piazza
Montaggio Sergio Capogna
Musiche Gustav Mahler, Dirtan Michailev
Scenografia Franco Bottari
Costumi Franco Bottari

2016-05-19_195033

Plagio banner recensioni

L’opinione di Franred dal sito http://www.mymovies.it

Di Plagio mi ha colpito la profonda sensibilità con cui Capogna ha raccontato i delicati sentimenti di Guido,Angela e Massimo.La rivoluzionaria regia con scene a colori e virate,lo stile sicuro,raffinato,inusuale,al di fuori di ogni schema.Un film coraggioso e sincero da vedere o rivedere con ottimi attori e una splendida fotografia e musica(l’Adagietto di Mahler due anni prima che Visconti lo scegliesse per Morte a Venezia e brani rock).

Dal sito http://www.cinematografo.it

(…) ci pare di intravvedere in questo malinconico e triste film di Capogna le linne di una sostanza intima, una poesia delle cose, e riesca a comunicarci emozioni che oltrepassano il frasario chiuso della materia narrativa (…). Comunque il suo è un film piuttosto ingenuo, ma non banale.” (G. Turoni, ‘Bianco e Nero’, 9/10 ottobre 1969)

Da Segnalazioni cinematografiche vol. 67, 1969

“E’ un film incentrato sulla figura di un giovane desideroso di entrare in una comunità di affetti, vista come integrazione della propria personalità. La storia appare nel complesso artificiosa: il legame con la contestazione studentesca, che gli fa da sfondo, incoerente; mentre gli stessi personaggi sono psicologicamente approssimativi. Bella la fotografia e l’ambientazione.”

Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com

Homesick

Ménage à trois consensuale delimita la carenza di affetti comunicata dalla voce flebile e sommessa di Lovelock e dalle sue crisi emotive. Pregevole la fotografia d’atmosfera – l’uggioso interludio riminese anticipa Zurlini – e uso sapiente della colonna sonora in cui si alternano indomito rock e malinconiche sinfonie classiche. I tre giovani attori se la cavano, ma si avverte il loro divario con la veterana Cosetta Greco, prostituta-operaia bella, saggia e rassicurante che appaga i sensi (a questi provvede anche la Medici) e l’animo. Solo sullo sfondo le contestazioni studentesche del ‘68.

Deepred89

Ménage à trois alla bolognese (ma con qualche trasferta) con tocchi decadenti, un film piccolo piccolo che sta in piedi grazie all’elegante confezione. Brava la Medici, così così Noury, Lovelock davvero mediocre (come lui stesso ammetterà), intreccio banale ma nemmeno malvagio, anche se la conclusione non soddisfa. Curiosi gli accenni gay, anche se timidi quanto tutti il resto. Non imprescindibile, ma interessante per il suo mostrare un sessantotto vissuto nelle retrovie.
Lucius

Grande successo internazionale per questa pellicola basata su una storia vera. Avrei invertito i ruoli ai due attori per una propensione maggiore verso i rispettivi personaggi ma, detto questo, trattasi di una bella perla del cinema italiano. Il triangolo no, non lo avevo considerato, in un’ambientazione sessantottina, tra movimenti studenteschi e sentimenti difficili da gestire. Qualche remora sul finale, ma realistico al cento per cento. Ottima anche la scelta delle location.
Fauno

Un bellissimo film e per nulla melodrammatico, che descrive ed esprime in maniera intatta e integra molte delle sensazioni presenti nei giovani, senza vergogna di scandagliare nel loro animo più recondito. Attori abbelliti e scenari selezionati con criterio, il film non ha pecche, non sfocia mai nel patetico e non cala. Dovendomi però trovare davanti alla biforcazione finale, umanamente son più dalla parte di Noury che da quella della Medici.

Plagio Sergio Capogna

Il regista Sergio Capogna

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Location 1 Villa Cordellina Lombardi nel film

Villa Cordellina Lombardi in Via Giacomo Matteotti a Montecchio Maggiore (VI)

Location 1 Villa Cordellina Lombardi, Montecchio Maggiore (VI

Vista frontale,oggi

Location 2 Grand Hotel Rimini nel film

Sullo sfondo,il Grand Hotel di Rimini

Location 2 Grand Hotel Rimini

Il Grand Hotel di Rimini oggi

Location 3 Prato della valle nel film

Prato della Valle,Padova, nel film

Location 3 Prato della valle oggi

Prato della Valle oggi

Location 4 Cinema odeon Bologna

Il cinema Odeon di Bologna nel film

Location 4 Cinema odeon Bologna oggi

Il cinema Odeon di Bologna oggi

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Plagio locandina 7

Maggio 18, 2016 - Posted by | Drammatico | , , , ,

7 commenti »

  1. splendida recensione! so cercando da tempo questo film..Grazie

    Commento di Paolo | Maggio 18, 2016 | Rispondi

    • Se trovi un sistema con il quale posso inviartelo,ben volentieri.Il problema è che si tratta di un file da più di un giga

      Commento di Paul Templar | Maggio 18, 2016 | Rispondi

  2. The Dreamers!!! Grazie della scheda: finora, mi era sconosciuto.

    Commento di Fabio Patanè | Maggio 19, 2016 | Rispondi

  3. Visto ieri: e per fortuna che l’ho visto in compagnia della mia donna, così da riderci su, altrimenti non so quanto avrei retto. Pur se la trama è davvero poca cosa, riesce comunque ad essere confuso ed irrisolto; idem per quanto riguarda psicologie, definizione dei personaggi, contesto sociale, verosimiglianza, utilizzo del virato-b/n. Il montaggio mi è parso rozzo, così come l’uso delle musiche. Noury è ridicolo, Mi ha ricordato, oltre che Morte A Venezia per l’uso di Mahler, The Dreamers di Bertolucci, ma anche La Prima Notte Di Quiete. Ho invece trovato belle ambientazione ed atmosfera.

    Commento di Fabio Patanè | giugno 25, 2016 | Rispondi

  4. Il cinema di 50 anni fa alle volte produceva opere inespresse o criptiche,inconcluse o contraddittorie.Tuttavia era un cinema coraggioso,che affrontava tematiche complesse senza falsi pudori o paure.Tenendo conto della temibile censura o della morale farisea che imperava nell’Italia ultra cattolica e conservatrice di quei tempi,Plagio è opera discontinua ma di pregio.

    Commento di Paul Templar | giugno 26, 2016 | Rispondi

    • … E pure il titolo mi pare poco chiaro! Sono andato anche a cercarmi il significato etimologico: niente…

      Commento di Fabio Patanè | giugno 27, 2016 | Rispondi

      • In effetti quel Plagio sembra davvero casuale.Ciao

        Commento di Paul Templar | giugno 29, 2016


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