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Rita Calderoni

Rita Calderoni foto

Rita Calderoni

Ligure di nascita, friulana di adozione, Rita Calderoni è una delle meteore cinematografiche che ha legato indissolubilmente il suo nome a quello di un regista, Renato Polselli o Ralph Brown, come si faceva chiamare negli anni settanta, precursore di un cinema dai confini incerti, fatto di un miscuglio di horror, sesso e trash. La biografia di Rita è avvolta nel mistero, nel senso che di lei si sa veramente poco;  da ragazza praticava lo sport agonistico, in particolar modo la pallacanestro, tanto da arrivare fino alla massima serie. Nata nel 1951, Rita esordisce nel modo cinematografico nel 1969, girando tre pellicole:

Rita Calderoni Delirio caldo 1Rita Calderoni nel film Delirio caldo, nel ruolo di Marcia

Oh dolci baci,languide carezze, di Mino Guerini, al fianco di Luciano Salce, Isabella Rey e una giovane Gioia Desideri. Il film, una confusa storia che narra dell’infatuazione di un professionista per una hippy, è debole, ma lei ha la prima occasione per farsi notare;

La monaca di Monza, di Eriprando Visconti, che riprendeva la storia di Suor Virginia e del suo amante, con occhio piuttosto malizioso e morboso;

Un tranquillo posto di campagna, diretto da Elio Petri, con un ottimo cast, nel quale figuravano anche Franco Nero e Vanessa Redgrave.

Rita Calderoni Delirio caldo 2

Rita Calderoni Delirio caldo 3

Rita Calderoni Delirio caldo 4Fotogrammi tratti dal film Delirio caldo di Polselli

Sono tre particine, che permettono però alla giovane Rita di ambire a qualche spazio più ampio. Così entra nel cast dell’ottimo Il commisario Pepe, film del 1969 diretto da Ettore Scola, con un grande Ugo Tognazzi. Il film riscuote un notevole successo, grazie anche alla maiuscola prestazione di Tognazzi, un commissario che indaga sui peccati nascosti della provincia italiana. Confinata comunque in ruoli marginali, Rita Calderoni accetta altre parti in film non eccelsi, come Un gioco per Evelyn, di Avallone e Questa libertà di avere le ali bagnate, durante le riprese del quale ha l’incontro fatidico con Renato Polselli, del quale diverrà la musa.

Rita Calderoni Riti, magie nere e segrete orge nel trecento 1Rita Calderoni in Riti, magie nere e segrete orge nel trecento

Il regista le affida il ruolo principale in La verità secondo Satana, film pretenzioso che mescola il genere horror alle consuete fantasie allucinate, psichedeliche del regista. Il film, mutilato dalla censura, alla fine risulta un pastrocchio incomprensibile, tanto da diventare un’icona del trash. Lei, Rita, mette in mostra il suo bellissimo corpo, ma è penalizzata da dialoghi surreali, e da una recitazione approssimativa. Sempre con Polselli, lavora in Delirio caldo (Delirium), nel quale è Marcia, la moglie di un dottore impotente, assassino e maniaco, coperto dalla moglie nei suoi assassini. Rita è l’unica cosa rilevante del film, anche se, ancora una volta, la sua recitazione non è memorabile. Colpa anche dei soggetti strambi dei film di Polselli.Dopo una comparsata nel film Quando le donne si chiamavano madonne, forse il più scadente dei decamerotici d’autore, in cui è presente il povero Vittorio Caprioli, capitato sul set per chissà quale motivo, ecco il capolavoro trash di Polselli, con Rita protagonista. Si tratta di Riti, magie nere e segrete orge nel trecento, nel quale Rita interpreta il doppio ruolo di Laureen e di Isabella. La storia strampalata della strega bruciata viva nel passato sarebbe insostenibile per chiunque, ma Rita riesce a dare un minimo di credibilità alla sua parte, risultando alla fine l’unica cosa decente del film.

Rita Calderoni Riti, magie nere e segrete orge nel trecento 2

Riti, magie nere e segrete orge nel trecento

Nello stesso anno partecipa, in un ruolo minore, allo semi sconosciuto Number one, e successivamente alla commedia Il trafficone, parata di stelle e di stelline, film del 1974 diretto da Corbucci, con Giuffrè, Banfi, la Aumont e Adriana Asti. L’ultimo film di una certa rilevanza è Nuda per Satana, thriller sconclusionato diretto da Solvay/Batzella nel 1974, una specie di gotico erotico in cui l’attrice interpreta ancora il doppio ruolo di Susan-Evelyn. Il film, un pasticciaccio terribile, vive solo sulle grazie dell’attrice, generosamente esposte. Nonostante la partecipazione ad Anno uno, di Rossellini, Rita Calderoni torna nell’ombra, e i suoi ultimi lavori, ovvero Vieni,vieni amore mio di Vittorio Caprioli, pellicola incolore in cui lavora al fianco di uno dei tanti divetti dei fotoromanzi, Max Delys, il successivo La sensualità è un attimo di vita, fino a Assassino sul ponte non si segnalano che per pura cronaca.

Rita Calderoni Un attimo di vitaRita Calderoni nel film introvabile Un attimo di vita

L’ultima parte di rilievo la ottiene in Torino capitale del vizio, vero B movie diretto da Vani ( forse soltanto il prestanome del solito Polselli), film sconclusionato e inconsistente. L’ultima apparizione cinematografica, datata 1983, è nel film di Damiani Amori morbosi di una contessina, che si segnala solo per la presenza della futura porno star Marina Hedman (alias Marina Lotar o Marina Frajese)

Da questo momento in poi della Calderoni non si sente più parlare; non partecipa più a nessuna pellicola, non la si vede in nessuna opera televisiva. Ha solo 27 anni, un’età in cui un’attrice giunge alla piena maturazione. Inspiegabili restano i motivi della sua sparizione dalle scene, anche se una sua intervista è comparsa sul numero 11 di Cine 70 e dintorni, rivista cinematografica edita da Coniglio editore. Un’attrice che è emersa solo in B movie, e che con il passare degli anni è diventata un autentico mito per gli amanti dei film trash.

Rita Calderoni La monaca di MonzaLa monaca di Monza

Rita Calderoni Banner filmografia

1969  Un tranquillo posto di campagna
1969  Il commissario Pepe
1969  Oh dolci baci e languide carezze
1970  Un gioco per Evelyn
1971  Questa libertà di avere le ali bagnate
1971  Il vero e il falso
1971  La verità secondo Satana
1972  Riti, magie nere e segrete orge nel ‘300
1972  Quando le donne si chiamavano Madonne (non accreditata)
1972  Delirio caldo
1974  Number one
1974  Nuda per Satana
1974  Anno Uno
1974  Le amanti del mostro
1976  Un attimo di vita
1976  Assassinio sul ponte
1977  Torino centrale del vizio
1977  Amori morbosi di una contessina

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Rita Calderoni Riti, magie nere e segrete orge nel trecento 2Riti, magie nere e segrete orge nel trecento

Rita Calderoni Nude per Satana 3Nuda per Satana

Rita Calderoni Nude per Satana 2Nuda per Satana

Rita Calderoni Riti, magie nere e segrete orge nel trecento 3

 Riti, magie nere e segrete orge nel trecento

Rita Calderoni Torino centrale del vizioTorino centrale del vizio

Rita Calderoni-Un gioco per Evelyn

Un gioco per Evelyn

Rita Calderoni-Questa libertà di avere le ali bagnate

Questa libertà di avere le ali bagnate

Rita Calderoni-Oh dolci baci e languide carezze

Oh dolci baci e languide carezze

Rita Calderoni-Il trafficone

Il trafficone

Rita Calderoni-Il commissario Pepe

Il commissario Pepe

Rita Calderoni-Fate la nanna coscine di pollo

Fate la nanna coscine di pollo

Rita Calderoni-Anno uno

Anno uno

Rita Calderoni-Un tranquillo posto di campagna

Un tranquillo posto di campagna

Rita Calderoni La verità secondo satana 2

Rita Calderoni La verità secondo satana 1

Due fotogrammi da La verità secondo satana

Rita Calderoni D'improvviso al terzo piano

L’introvabile D’improvviso al terzo piano

Dolce pelle di donna

Gradiva

Le guerriere dal seno nudo

marzo 31, 2009 Posted by | Biografie | | 2 commenti

La pretora

La pretora locandina

In un minuscolo paesino della provincia veneta il magistrato di ruolo è una donna, la dottoressa Viola Orlando; dura e severa, la donna è però l’amante di un conte, che da un momento all’altro dovrebbe divorziare dalla legittima consorte. La durezza e inflessibilità del magistrato attira però le inimicizie dei potenti del luogo; i suoi principali nemici diventano così due loschi affaristi, Esposito, un ingegnere con molte qualifiche fasulle e Amorini, un altro losco tipaccio che spaccia per opere artistiche quelli che sono filmetti e fotoromanzi porno.

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A cambiare l’ordine delle cose e a fornire una formidabile arma di ricatto ai due, arriva un giorno in paese Rosa, sorella del magistrato, identica a lei in tutto e per tutto, ma soltanto fisicamente. La donna, infatti, è tanto libera e disinibita tanto la sorella è severa e moralmente ineccepibile. I due nemici della pretora colgono la palla al balzo e cercano di screditare il magistrato, facendo girare alla sosia della stessa un filmetto porno, con Rosa protagonista di una versione erotica di Biancaneve.

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L’arma di ricatto si rivela vincente, e la povera Viola viene chiamata a discolparsi dal procuratore della repubblica. Riuscirà a farlo, grazie ad un particolare anatomico, ma alla fine, sdegnata per essere stata messa sotto accusa, e approfittando del sopravvenuto divorzio del suo amante, la donna, dopo aver riportato giustizia e aver riabilitato il proprio nome, rassegna le dimissioni.

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Edwige Fenech (nel ruolo di Rosa), interpreta la versione a luci rosse di Biancaneve

Incursione di Lucio Fulci nel genere commedia sexy, La pretora, diretto dal maestro nel 1976, si distacca da altre pellicole del genere sia per la verve ironica che affiora spesso, sia per la bonaria presa in giro del moralismo e dell’essere bacchettoni, difetto molto radicato, allepoca, nella sonnolenta provincia italiana.

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La Fenech sostiene con garbo il doppio ruolo di Viola e di Rosa, donando ai personaggi un certo spessore narrativo, oltre che prestando il suo magnifico corpo alla telecamera. Un film che andrebbe rivisto alla luce di una stagione, quella della commedia sexy, che partorì diversi buoni film, all’epoca bocciati come commedie scollacciate. Solito giudizio tanciato con le forbici dal solone “critico so tutto”, che riprendo, as usual, dal Morandini, vera e propria Bibbia per coloro che non amano il cinema:

La dottoressa Viola Orlando, pretore in Veneto, ha una sorella gemella birichina. Film anonimo e inconsistente con la Fenech nella parte delle gemelle.

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La pretora, un film di  Lucio Fulci. Con Gianni Agus, Giancarlo Dettori, Edwige Fenech, Oreste Lionello.
Piero Palermini, Michele Malaspina, Pietro Tordi, Galliano Sbarra, Mario Maranzana, Walter Valdi, Luca Sportelli, Raf Luca, Gianni Solaro

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Edwige Fenech: Viola/Rosa
Giancarlo Dettori: conte Renato Altieri
Gianni Agus: Angelo Scotti
Oreste Lionello: Francesco Lo Presti
Raf Luca: Raffaele Esposito
Mario Maranzana: avvocato Bortolon
Carletto Sposito: procuratore

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Regia Lucio Fulci
Soggetto Franco Marotta, Laura Toscano
Sceneggiatura Franco Marotta, Laura Toscano; coll. dial. Franco Mercuri
Casa di produzione Coralta Cinematografica
Distribuzione (Italia) Dear International
Fotografia Luciano Trasatti
Musiche Nico Fidenco
Scenografia Eugenio Liverani
Costumi Vera Cozzolino

 

marzo 30, 2009 Posted by | Commedia | , , | Lascia un commento

Delirio caldo (Delirium)

Una ragazza chiede un passaggio ad un uomo mentre è in un bar; lo segue, e durante il percorso viene aggredita. Riesce a sfuggire ma viene inseguita e uccisa dentro un piccolo corso d’acqua. L’assassino è il dottor Herbert Lyutak, un uomo ossessionato dalla figura femminile, in quanto impotente. Sfoga così le sue perversioni su giovani donne che uccide selvaggiamente.

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Rita Calderoni

La polizia, che è sulle sue tracce, grazie anche al riconoscimento da parte del gestore del bar in cui l’ultima vittima è stata vista in compagnia del dottore, viene però sviata dalle indagini da due nuovi e misteriosi omicidi, quello di una ragazza, casulamente inseguita dal dottore e uccisa in una cabina telefonica e da quello di una giovane e bella assistente di polizia.

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La polizia indaga : le foto delle vittime precedenti

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Rita Calderoni è Marcia, la moglie del dottor Herbert

Poichè il dottore al momento dei due brutali omicidi era sotto interrogatorio, le indagini si focalizzano sul fidanzato della ragazza, un guardiamacchine che era poco lontano dal luogo dell’omicidio. Quest’ultimo decide di smascherare il dottore; penetra in casa sua, trova un coltello insanguinato e sopratutto trova la giovane cameriera di casa Lyutak che sta per morire, asfissiata dalle esalazioni di una bombola di gas.

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L’uomo viene aggredito dal dottore, ma si salva, così come si salva la giovane cameriera, che scappa. La polizia, ormai certa della colpevolezza del dottore, vuole però anche l’altro assassino, così fa credere che il guardiamacchine sia morto. La moglie di Herbert, Marcia, a questo punto confessa al marito la verità: a uccidere le ultime due donne è stata lei, che aveva capito la verità, ovvero che il marito, ossessionato, uccideva come in trance le sue vittime. Herbert vorrebbe autodenunciarsi e denunciare la moglie, ma……

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Strano film davvero, questo di Polselli. Un film visionario, in cui la trama sembra ben leggibile dall’inizio, in cui tutto è scontato, per poi aviarsi verso l’unico finale possibile. Se la tensione latita, si va alla ricerca delle vere motivazioni degli omicidi, ricavandone, di volta in volta, frammenti di verità, fino al finale sicuramente scontato, ma non privo di logica. Film girato nel 1972, a lungo censurato per le scene di sesso, peraltro caste, a parte il solito rapporto saffico,

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Delirio caldo o Delirium, il titolo con cui venne distribuito all’estero è sicuramente un film debole, sopratutto nella recitazione. L’unica a salvarsi è la bella Rita Calderoni, che passerà fulminea attraverso molti B movie, diventando una vera e propria icona di questo genere di cinema. Il resto, francamente, non è memorabile, anche se oggi si assiste ad una certa riabilitazione delle opere del regista.

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Delirio caldo ,aka Delirium, di Renato Polselli, ( Ralph Brown). Con Mickey Hargitay, Rita Calderoni, Tano Cimarosa, Stefano Oppedisano

Giallo, durata 90 min. – Italia 1972.

Mickey Hargitay: Herbert Lyutak
Rita Calderoni: Marzia Lyutak
Raul Lovecchio: ispettore Edwards
Carmen Young: Bonita
Christa Barrymore: Joaquine
Tano Cimarosa: John Lacey
Marcello Bonini Olas: Barista
Katia Cardinali: sig.na Heindrich
William Darni: Willy
Stefania Fassio: prima vittima
Stefano Oppedisano: giornalista
Cristina Perrier

Regia: Renato Polselli
Sceneggiatura: Renato Polselli
Produzione: Renato Polselli
Musiche: Gianfranco Reverberi
Fotografia: Ugo Brunelli
Montaggio: Otello Colangeli
Scenografie: Giuseppe Ranieri

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marzo 28, 2009 Posted by | Thriller | , | 1 commento

Chi l’ha vista morire

Una bambina, Nicole, viene uccisa in Svizzera; non assistiamo, materialmente all’omicidio, ma vediamo la sua baby sitter andare alla sua ricerca. La scena cambia e ci troviamo a Venezia; la protagonista questa volta è Roberta, figlia di uno scultore Franco Serpieri e di Elizabeth, che vive in Olanda, lontana dal marito dal quale si è un pò distaccata, tant’è vero che vediamo l’uomo avere un’avventura galante con un’altra donna. Un giorno, mentre la bambina sta giocando con i suoi amici, sparisce misteriosamente, cercata inutilmente dal padre. Verrà ripescata nel Canal Grande il giorno dopo, con il volto riverso nell’acqua.

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Ai funerali della piccola Roberta arriva anche Elizabeth, che cerca di riprendere, in qualche modo, il dialogo interrotto con Franco. Il quale, disperato, decide di svolgere indagini per conto suo. Indagando anche sulla morte di una bambina figlia di un artigiano del vetro, Franco scopre che quest’ultimo è stato aiutato da un filantropo, l’avvocato Bonaiuti.

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Il dolore di Elizabeth, la splendida Anita Strindberg

A poco alla volta Franco si rende conto che un misterioso legame unisce Bonaiuti, Ginevra, una bellissima donna che sembra il trait d’union con l’avvocato, il mercante Serafian, un losco antiquario che è in società con Ginevra. Sarà quest’ultima a dare la svolta alle indagini, morendo in un cinema, uccisa dal misterioso assassino delle bambine, che uccide successivamente anche l’avvocato Bonaiuti. Scampato alla morte, grazie al figlio di Ginevra, Franco arriverà all’agghiacciante verità, dopo che anche Elizabeth ha corso il rischio di essere uccisa.

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Dominique Boschero è Ginevra

Girato in una Venezia crepuscolare, immersa nell’atmosfera tipica autunnale della città lagunare, Chi l’ha vista morire sembra un tributo a A Venezia, un dicembre rosso schocking, di Roeg, anche se le analogie tra i due film si fermano solo alla location e all’atmosfera. Il film in effetti è un robusto thriller, teso, aiutato da una colonna sonora ossessiva, e si avvale di un cast ad alto livello, nel quale figurano Anita Strindberg nel ruolo di Elizabeth, il debole George Lazenby, forse sottotono nel ruolo drammatico di Franco, un Adolfo Celi sibillino e bravissimo in quello dell’antiquario Serafian e la splendida attrice di origini italiane Dominique Boschero, nel ruolo di Ginevra.

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Chiude il cast un giovane Alessandro Haber, che ha un ruolo chiave nel film,quello di  padre James. Un film senza sbavature, diretto nel 1972 dal bravissimo Aldo Lado, maestro nel creare atmosfere d’attesa, giocate sulla recitazione e su dialoghi scarni ed essenziali. Ancora una volta segnalo l’assoluta mancanza di buona fede del Morandini, che bolla il film come scadente: la trama riportata dal critico che scrive per l’editore è sbagliata e lacunosa.

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Viene da chiedersi cosa facesse la sera che proiettavano il film. In ultimo segnalo la presenza di una minidiva, quella Nicoletta Elmi che girerà diversi buoni thriller all’italiana, e che è bravissima nell’interpretare il ruolo di Roberta.

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Chi l’ha vista morire, un film di  Aldo Lado. Con Adolfo Celi, George Lazenby, Anita Strindberg, José Quaglio, Dominique Boschero.Alessandro Haber, Peter Chatel, Piero Vida, Vittorio Fanfoni, Rosemarie Lindt, Nicoletta Elmi
Giallo, durata 90 min. – Italia 1972

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Chi l'ha vista morire banner personaggi

George Lazenby: Franco Serpieri
Anita Strindberg: Elizabeth Serpieri
Adolfo Celi: Serafian
Dominique Boschero: Ginevra Storelli
Peter Chatel: Filippo Venier
Piero Vida: giornalista
José Quaglio: avvocato Nicola Bonaiuti
Alessandro Haber: padre James
Nicoletta Elmi: Roberta Serpieri
Rosemarie Lindt: Gabriella
Giovanni Forti Rosselli: Francesco Storelli, figlio di Ginevra
Sandro Grinfa: commissario De Donato

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Regia Aldo Lado
Sceneggiatura Francesco Barilli, Massimo D’Avak, Aldo Lado, Ruediger von Spiess
Produttore Enzo Doria
Casa di produzione Dieter Geissler Filmproduktion, Doria G. Film, Roas Produzioni
Fotografia Franco Di Giacomo
Montaggio Angelo Curi
Musiche Ennio Morricone
Scenografia Gisella Longo, Alessandro Parenzo
Trucco Franco Schioppa

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marzo 27, 2009 Posted by | Thriller | , , , , , | 2 commenti

Baba Yaga

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Valentina, una affermata fotografa di moda, mentre sta camminando viene investita da un auto, alla guida della quale c’è una misteriosa donna, Baba Yaga, che la soccorre e la invita a casa sua. Valentina si reca nella casa della donna, una casa vecchia e piena di anticaglie. La misteriosa donna regala alla fotografa una bambola, Annette, che magicamente sembra in grado di prendere vita; la bambola si trasforma in una donna bella e sensuale, subito dopo aver lanciato dei dardi dalla macchina fotografica,con i quali uccide o colpisce gravemente le sue vittime.

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Isabelle De Funes è Valentina

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Ely Galleani è Annette

La bella ex bambola coinvolgerà Valentina in uno strano rapporto sado maso, e sarà il fidanzato di Valentina a salvarla all’ultimo momento, mentre Baba Yaga, che in realtà era una strega, precipiterà in una voragine che si spalancherà sotto di lei, con Annette che si ritrasformerà in bambola frantumandosi in mille pezzi
Mi rendo conto che il riassunto della trama è alquanto confuso, ma francamente è il film stesso ad essere confuso, pasticciato e a tratti delirante.

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Girato da Corrado Farina nel 1973, ispirato alla figura di Valentina, il personaggio creato da Guido Crepax, Baba Yaga non può essere definito nemmeno un’occasione perduta, in quanto, sin dall’inizio, appare di difficile comprensione, sospeso com’è tra magia, thriller e horror. Ma a ben guardare il film, proprio per il tentativo di coniugare i vari generi, legandoli ad un’aura di erotismo, peraltro molto ma molto soft, finisce per diventare una macchia confusa, in cui l’unica cosa che alla fine si riesce a salvare è la recitazione di due delle protagoniste, Carroll Baker nei panni della strega Baba Yaga e di Ely Galleani in quelli della bambola demoniaca.

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Valentina è interpretata da una mediocre attrice, Isabelle De Funes, lontana anni luce dalla figura sexy e inquietante creata da Crepax. Il prodotto finale è un film in cui a salvarsi paradossalmente è solo la fotografia, cupa al punto giusto. Il resto è davvero poca cosa, forse in virtù dei rimaneggiamenti a cui venne sottoposta la pellicola, che infatti uscì in Italia in una versione di meno di novanta minuti.Assolutamente deprecabile, tra l’altro, il tentativo mal riuscito di accostare le tavole del fumetto al film, creando delle zone che mescolano il fantastico del mondo delle nuvole parlanti al reale, che però reale non è. Il tutto diventa un incubo onirico, come del resto testimoniato dal finale, in cui sembra che sia il sogno l’esatta dimensione dell’avventura di Valentina. Insomma, chi volesse vedere questo film lo faccia pure, aspettandosi però di ricavarne la sensazione di una cosa totalmente incompiuta.

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Baba Yaga,un film di Corrado Farina. Con George Eastman, Carroll Baker, Isabelle De Funès, Ely Galleani, Daniela Balzaretti, Lorenzo Piani, Carla Mancini
Fantastico, durata 85 min. – Italia 1973.

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Angela Covello

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Carroll Baker

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Carroll Baker: Baba Yaga
George Eastman: Arno Treves
Isabelle De Funès: Valentina
Ely Galleani: Annette
Franco Battiato (non accreditato)
Michele Mirabella (non accreditato)

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Regia Corrado Farina
Soggetto Guido Crepax
Sceneggiatura Corrado Farina
Fotografia Aiace Parolin
Montaggio Giulio Berruti
Musiche Piero Umiliani
Scenografia Giulia Mafai (assistente: Renato Moretti)
Costumi Giulia Mafai

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marzo 26, 2009 Posted by | Thriller | , , , , , | Lascia un commento

Ania Pieroni

Una carriera molto breve, quella di Ania Pieroni, vera e propria meteora del cinema a cavallo fra il 1978 e il 1985; una carriera che sarebbe passata quasi inosservata non fosse stato per la sua partecipazione a Inferno, il primo di Dario Argento dedicato alla trilogia delle Tre madri, in cui è una studentessa che guarda il protagonista con uno sguardo intenso, in cui brillano due occhi verdissimi, incastonati in un volto molto bello.Dieci sono i film globalmente interpretati dalla Pieroni, classe 1957, a partire dalla breve parte ottenuta nel film Così come sei, in cui è Cecilia, giovanissima che ha una relazione con il maturo Mastroianni.

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Ania Pieroni Cosi come sei 1
Due scene tratte dal film Così come sei, di Alberto Lattuada

Il film, diretto da Alberto Lattuada, affrontava un tema scomodo, quello di un presunto incesto, e la fece notare agli addetti ai lavori. C’era capitata per caso, Ania, nel mondo del cinema: studentessa di scienze politiche, avrebbe dovuto fare la carriera diplomatica, secondo i desideri del padre, scegliendo invece la via del cinema per un desiderio di emancipazione, comune ai giovani da sempre.Nel 1979 ottiene un’altra parte in Mani di velluto, film diretto dai re Mida di quel periodo, Castellano e Pipolo, che imposero la moda di Adriano celentano come attore comico. Nel film Ania e Maggie, e lavora accanto a Eleonora Giorgi e Olga Karlatos. L’anno successivo accade qualcosa, nella vita privata di Ania, che la costrinse a stravolgere le priorità della sua vita, condizionandole in maniera definitiva il futuro: una sera, al circolo Turati, conosce il segretario del Partito Socialista italiano Bettino Craxi.

Ania Pieroni Miracoloni
Miracoloni

Ania Pieroni Il conte Tacchia

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Ania Pieroni nel ruolo della contessina snob in Il conte Tacchia

Ecco come racconta l’inconto Ania Petroni a Bruno Vespa, nel suo “L’amore e il potere – Da Rachele a Veronica un secolo di storia italiana”:

«Mi sentivo osservata sfacciatamente giù, dal fondo, la luce era bassa, cantavano. Era lui che mi guardava, lui che con la testa girata completamente verso di me, mi sorrideva, come dire?, a 360 gradi. Lo faceva affinché lo notassi: che bel sorriso fiero, che sguardo affascinante! Mi faceva quasi tenerezza questo suo oscillare in maniera vistosa avanti e indietro con il corpo, per poi appoggiarsi il braccio sulla fronte per guardarmi in estasi, incurante degli altri. Era così buffo! Questa sua insistenza, però, aveva fatto centro. Ma anch’io feci centro dicendo alla mia amica che ero stanca e avrei voluto andar via. Chi era quell’uomo?»
Ania sostiene di non aver riconosciuto immediatamente il segretario del Psi. «Ero ancora una borghesuccia pariolina, non seguivo la politica. Quando mi dissero che era Craxi, non sapevo che fosse il segretario socialista…
»

Ania Pieroni Inferno
Inferno, di Dario Argento

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Ania Pieroni in Tenebre, di Dario Argento

Inizia così una relazione che andrà avanti per anni, e che porterà la Pieroni a fare scelte diverse anche in ambito cinematografico. Nel 1980 ha 23 anni, è bellissima, e entra nel cast del citato Inferno: la sua è una piccola parte, ma resta a lungo nella memoria degli spettatori. Quei due occhi fissi, verdi, quella mano che accarezza un gatto, assolutamente fuori contesto nell’aula universitaria, diverranno un cult. Nel 1981 è nel cast dell’insipido Miracoloni, di Francesco Massari, nel quale è Maddalena.Ben più interessante è il ruolo di Ann, una baby sitter, nel film di Lucio Fulci Quella villa accanto al cimitero; un film in cui Ania è quasi protagonista, e fa una fine terribile, decapitata dal dottor Freudstein, il mostro che si rigenerava mangiando la carne delle sue vittime.

Ania Pieroni Quella villa accanto al cimitero

Nel ruolo di Ann in Quella villa accanto al cimitero

Celebre, in questo film, la scena della testa decapitata di ann, che guarda con occhi sbarrati il piccolo Bob. Nel 1982 torna a lavorare con Argento nel ruolo di Elsa Manni: il film è il debole Tenebre. Nel 1982 lavora in Il conte Tacchia, di Bruno Corbucci, commedia leggera nella quale è la duchessina Elsa, che tenta di sedurre il villano rifatto Conte Tacchia, interpretato da Enrico Montesano. Per due anni non lavora, e torna sul set di Signori e signore, di Pulci, anonima commedia girata al fianco di Massimo Lopez e Maurizio Micheli.Arriva la parte da protagonista in Mai con le donne, di Giovanni Fago: il film non lo vede quasi nessuno, e per la Pieroni, ormai distratta anche da altri eventi, arriva l’ultima apparizione cinematografica, quella della contessina Oniria in Fracchia contro Dracula, in cui è una delle mogli del conte Dracula, che cerca di vampirizzare Paolo Villaggio.

Ania Pieroni Tenebre

Tenebre

Ania Pieroni Fracchia contro Dracula

Il suo ultimo film, Fracchia contro Dracula

Da questo momento la carriera cinematografica di Ania Pieroni cessa di colpo: l’attrice, che non ha mai creduto veramente nel suo lavoro, tornerà agli onori delle cronache per la sua vita privata, e non per motivi artistici. Va detto che Ania fu una delle poche a non rinnegare mai l’amicizia e la relazione con il segretario del Psi, nemmeno dopo la tempesta di tangentopoli, rimanendo sua amica fino alla fine. Oggi Ania Pieroni vive la sua vita privata lontana dai riflettori.

Fracchia contro Dracula (1985)
Mai con le donne (1985)
Signore e signori (1984)
Il Conte Tacchia(1982)
Tenebre (1982)
Quella villa accanto al cimitero (1981)
Miracoloni(1981)
Inferno (1980)
Mani di velluto (1979)
Così come sei (1978)

marzo 25, 2009 Posted by | Biografie | | 7 commenti

I giochi proibiti de l’Aretino Pietro

I giochi proibiti dell'Aretino Pietro locandina

Dopo il saccheggio a piene mani del Boccaccio, ecco una versione alternativa delle classiche novelle licenziose trecentesche, prese a pretesto per imbastire un film, I giochi proibiti de l’Aretino Pietro, che, a differenza di molti altri prodotti simili, ha quanto meno il pregio di suscitare qualche risata. L’Aretino, considerato autore licenzioso e fuori dagli schemi, diventa così il nume tutelare di un onesto prodotto, non di certo il peggiore della fortunata serie denominata decamerotici. L’ingrediente principale è, al solito, lo stuolo di belle ragazze impegnato a mostrare centimetri di epidermide, sfruttando una storia imbastita secondo i canoni più classici del filone.

I giochi proibiti dell'Aretino Pietro 1
Orchidea De Santis (sulla destra) è Lisa

Siamo in Umbria, precisamente a Gubbio, dove quattro donne sono state denunciate all’autorità preposta per una serie di violazioni del vincolo coniugale che hanno del beffardo. Angelica, che è una suora affatto contenta del suo stato, ha un amante, Righetto, con il quale si sollazza, per usare un termine boccaccesco, ad ogni occasione utile. Ma un giorno decide di dividere tal fortuna con le consorelle, provocando nel giovane una vera e propria crisi fisica. Violetta, moglie trascurata di un villico e bifolco paesano,si è furbescamente sostituita ad una donna di facili costumi, concedendosi così all’ignaro marito e a tutti i suoi amici, prima di essere scoperta e denunciata dal marito fedifrago.

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In questo fotogramma: Femi Benussi è Violetta

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Poi c’è Lisa, che è una domestica, che si mette d’accordo con l’amante per estorcere, grazie alle sue doti fisiche furbescamente messe in mostra al momento giusto, una somma di denaro, ed infine Bettina, che inganna il proprio marito fingendosi morta. Portata in un monastero, diventa l’amante dei locali frati, restando però incinta. Per cavarsi dai guai, in accordo con i frati gaudenti, cercherà inutilmente di far credere al marito geloso di essere miracolosamente resuscitata.

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Orchidea De Santis e Femi Benussi

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La trama del film è ovviamente un pretesto, anche se comunque qualche risata, quà e là, si riesce anche a rimediarla; il punto di forza resta però la bellezza fisica delle protagoniste, fra le quali spiccano Orchidea De Santis, bellissima come al solito, Femi Benussi, che è doppiata nel film con un curiosissimo accento che sembra romano e che i realtà chissà da dove viene,oltre alla ex star dei fotoromanzi Angela Covello e a Rosita Torosh. Particolarmente simpatico l’episodio con protagonista Femi Benussi, alias Violetta, che beffa il marito concedendosi in una sola volta, allo stesso più volte e a tutti i suoi amici. Il finale, che vede le quattro donne assolte da un giudice che poi saprà approffittare delle grazie delle donne, è ovviamente in linea con il racconto. Il regista, Pietro Regnoli, fa il suo lavoro con una qualche dignità, che mancherà in molti altri prodotti del genere.

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I giochi proibiti de l’Aretino Pietro, di Pietro Regnoli, con Orchidea de Santis, Tony Kendall, Fausto Tommei, Femi Benussi, Pupo De Luca, Tiberio Murgia, Paola Corazzi, Angela Covello, Rosita Torosh, Shirley Corrigan, Luigi Leoni, Franco Agostini, Ben Carra, Livio Galassi.Italia,1973

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Luigi Montini: Salvatore Anselmi (Il miracolo)
Franco Mazzieri: (Il miracolo)
Rose Marie Lindt: Betta (Il miracolo)
Tony Kendall: Bitto Ranieri/Fra’ Luce (Il miracolo – L’imbroglio)
Orchidea De Santis: Lisa Martini (L’imbroglio)
Luigi Crivello: Fra’ Pendolare (Il miracolo)
Angela Covello:
Shirley Corrigan: Eugenia (L’imbroglio)
Femi Benussi: Violetta (4 mogli)

Regia Piero Regnoli
Soggetto Piero Regnoli
Sceneggiatura Piero Regnoli
Casa di produzione PARF
Fotografia Fausto Zuccoli
Montaggio Adriano Tagliavia
Musiche Nico Fidenco

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marzo 24, 2009 Posted by | Erotico | , , | 2 commenti

La dama rossa uccide 7 volte

La dama rossa uccide sette volte locandina 5

Due sorelle, Ketty e Evelyn, sono divise, fin dall’infanzia da odio e rancore. Il nonno, discendente dei Wildenbruck, un’antica famiglia nobile, proprietaria di un castello dalla fama sinistra, un giorno, dopo l’ennesimo litigio tra le sorelle, la bionda Ketty e la bruna Evelyn, avvenuto per il possesso di una bambola, racconta alle due sorelle la leggenda che perseguita la famiglia.

Secoli addietro, quattro per la precisione, due sorelle, la dama rossa e la dama nera, completamente diverse tra loro, si affrontarono per rivalità in amore. La perfida dama rossa, che voleva ad ogni costo l’amore del ragazzo, lo concupì, così la dama nera uccise con sette coltellate la rivale in amore. Da quel momento, ogni cento anni precisi, la dama rossa tornò in vita, reclamando vendetta, uccidendo sette persone e facendo altrettanto ogni cento anni.

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A quattordici anni esatti dal racconto del vecchio Tobias, esattamente cento anni dopo l’ultima apparizione della dama rossa, ecco che la leggenda sembra prendere corpo. Una donna vestita di rosso appare una notte nella camera del vecchio, che muore per lo spavento. Ketty, che nel frattempo è diventata adulta, ha sposato il vice direttore della sua agenzia di moda; la ragazza nasconde però un segreto. Un giorno, dopo una violenta lite, ha colpito la sorella Evelyn con uno schiaffo. La ragazza è così finita contro un masso, cadendo in acqua; Ketty, convinta della sua morte, ne nasconde il corpo con la complicità di Franziska e di suo marito.

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Barbara Bouchet e Marina Malfatti

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Pia Giancaro

Il giorno dell’apertura del testamento di Tobias, ecco la sorpresa; il vecchio ha rinviato all’anno successivo l’apertura dello stesso, per evitare la maledizione che sembra accanirsi contro i proprietari del castello. Ma la precauzione sembra inutile, perchè da quel momento la misteriosa dama rossa sembra scatenarsi. Ad una alla volta muoiono persone che sono legate in qualche modo sia a Ketty che alla sua agenzia; muore il direttore della stessa,  seguito poco dopo da una modella.

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Sybill Danning e Ugo Pagliai

La stessa fine farà il fidanzato di Evelyn, che in qualche modo ha scoperto la verità sull’omicidio involontario della ragazza, e che ricattava Ketty. Mentre i delitti si susseguono, ad essere sospettato degli stessi è il marito di Ketty. La storia va avanti fino all’epilogo, per la verità alquanto scontato, ed evito di raccontarne il seguito per non rovinare l’effetto sorpresa.

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Il film, diretto da Emilio Miraglia nel 1972, pur partendo da una buona idea iniziale, finisce per perdersi nei labirinti di una trama troppo tesa al colpo di scena. Non giova nemmeno il finale, con l’immancabile sorpresa dell’identità del vero colpevole e il solito salvataggio all’ultimo minuto, questa volta aggravato da troppe combinazioni che avvengono contemporaneamente.

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Sybill Danning, l’affascinante Lulu

Per fortuna il cast si dimostra all’altezza; è sicuramente brava Barbara Bouchet, nel ruolo della tormentata Ketty, così come di buon livello è l’interpretazione di Ugo Pagliai nel ruolo di Martin, marito di Ketty e principale sospettato dalla polizia. Bella e sicuramente all’altezza Marina Malfatti, nei panni della ambigua Franziska.

Ruoli di contorno per Sybill Danning e Pia Giancaro, due delle vittime della complessa storia. Un film che avrebbe meritato un ottimo voto non fosse stato per i difetti citati; la tensione c’è, la storia si guarda e si segue, ma con difficoltà, legate anche ad alcune incertezze nella sceneggiatura. Punti di forza sono la splendida fotografia e il commento musicale all’altezza, oltre alla magnifica location.

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La dama rossa uccide 7 volte, un film di Emilio P. Miraglia. Con Barbara Bouchet, Maria Pia Giancaro, Marino Masé, Marina Malfatti, Ugo Pagliai.Fabrizio Moresco, Carla Mancini, Sybil Danning
Giallo, durata 90 min. – Italia 1972.

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La dama rossa uccide 7 volte banner protagonisti

Barbara Bouchet: Ketty Wildenbrück
Ugo Pagliai: Martin Hoffmann
Marina Malfatti: Franziska Wildenbrück
Marino Masé: ispettore di polizia
Maria Pia Giancaro: Rose Mary Müller
Sybil Danning: Lulù Palm
Nino Korda: Herbert
Rudolf Schündler: Tobias Wildenbrück
Fabrizio Moresco: Petar
Bruno Bertocci: Hans Mayer

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Regia Emilio P. Miraglia
Soggetto Emilio P. Miraglia e Fabio Pittorru
Sceneggiatura Emilio P. Miraglia e Fabio Pittorru
Casa di produzione Phoenix Cinematografica, Romano Film e Traian Boeru
Fotografia Alberto Spagnoli
Montaggio Romeo Ciatti
Musiche Bruno Nicolai
Scenografia Lorenzo Baraldi
Costumi Lorenzo Baraldi
Trucco Iolanda Conti e Giulio Natalucci

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Esattamente 14 anni dop il racconto, a cento anni esatti dall’ultima apparizione La dama rossa uccide sette volte locandina sound

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marzo 23, 2009 Posted by | Thriller | , , , , , , , | Lascia un commento

Marisa Mell

Parlando di Marisa Mell, una delle star cinematografiche più amate e rimpiante nel campo delle pellicole di genere del periodo che va da metà anni sessanta a metà anni ottanta, non si può non notare la mano preponderante del destino, che l’ha messa di fronte a dure prove prima di portarla alla morte a soli 53 anni, il 16 maggio del 1992, per le conseguenze di un devastante cancro alla gola.

Marisa Mell Bella ricca lieve difetto fisico
Bella, ricca, lieve difetto fisico cerca anima gemella

Una fine terribile, aggravata e resa più sinistra dalle condizioni di estrema indigenza in cui versava la popolare attrice, ridotta sul lastrico e con pochi e fidati amici intorno. Eppure, quel destino che la portò via prematuramente, le aveva dato una chance nel 1963, quando, dopo un incidente automobilistico, rischiò di restare sfigurata, uscendo invece dalla sala operatoria con un labbro leggermente all’insù, che diede al suo bellissimo volto quell’aria leggermente ironica che fu una delle sue caratteristiche.

Marisa Mell Diabolik
Il primo, grande successo di Marisa Mell: Diabolik

Nata a Graz il 24 febbraio del 1939, Marlies Theres Moitzi, in arte Marisa Mell, ha interpretato oltre 60 film, dall’esordio avvenuto nel 1954 fino all’ultimo lavoro, Amo Vienna, del 1991. Una carriera segnata da molte pellicole di genere, che spaziano dal thriller alla commedia, fino all’erotico, che fu l’ultima spiaggia dell’attrice, coinvolta in storie di droga e ridotta alla disperazione dalla mancanza di denaro.

Marisa Mell Sette orchidee macchiate di rosso
Dal film Sette orchidee macchiate di rosso

In mezzo una vita costellata da episodi dubbi, giocata sul filo dell’eccesso, fino al rapido declino che la costrinse ad accettare umilianti partecipazioni a servizi fotografici a luce rossa, dove prestava soltanto il suo bellissimo corpo, senza esserne parte attiva.

E pensare che ad Hollywood, dove erano in molti i produttori convinti delle sue capacità, era pronto un mega contratto per sette film da girare in America, e che lei rifiutò perchè, come si legge dalla sua autobiografia, “ avrei avuto bisogno del permesso anche per andare in toilette

Marisa Mell Nel buio del terrore
Con un’altra attrice scomparsa, Sylva Koscina nel film Nel buio del terrore

Una costante, la sua, quella di voler essere indipendente. Conscia dei propri mezzi, e sopratutto fiera della sua straordinaria bellezza, Marisa Mell non accettò compromessi, salvo poi lanciarsi spericolatamente in una carriera fatta di film di buon livello, ma anche infarcita di pellicole mediocri.

Marisa Mell Una sull'altra
Marisa Mell nell’ottimo Una sull’altra

Film, questi ultimi, che abbondarono verso la fine della sua carriera, quando la straordinaria bellezza del suo volto aveva lasciato il posto a lineamenti più marcati, segnati dalla vita irregolare e dalle vicissitudini personali, fra le quali l’uso di droghe. Sicuramente gli anni più appaganti e artisticamente rilevanti sono quelli che vanno dal 1967 al 1977,segnati da partecipazioni a film di ottima fattura. Il primo di questi è sicuramente il film di Mario Bava Diabolik, girato nel 1968 accanto a Law, nel quale è la bellissima compagna del criminale creato dalle sorelle Giussani. Lei è una Eva Kant credibile; bellissima e altera, con quel suo corpo appena nascosto per sfuggire alle dure maglie della censura. Un ruolo che le permette un’affermazione personale clamorosa; il film diventa rapidamente un cult, e le procura subito altri contratti.

Marisa Mell La belva col mitra

Con Helmut Berger in La belva col mitra

Il che avviene immediatamente, nel 1969: a volerla sul set è Lucio Fulci, che le affida il duplice ruolo di Susan Dumurrier-Monica Weston nello splendido Una sull’altra (Perversion story), un thriller serratissimo in cui la Mell mostra grandi capacità interpretative e in cui si mostra in tutta la sua bellezza, che in Italia verrà apprezzata parzialmente vista la formidabile censura a cui venne sottoposto il film. Sexy, bellissima, Marisa Mell è protagonista di una delle scene a più alta densità erotica del decennio sessanta, quella dello spogliarello sulla moto. Gli stessi colleghi della Mell, la Martinelli e Jean Sorel, restarono incantati dalla sua esibizione, che resero visivamente nelle inquadrature della sequenza, in cui il loro stupore appare genuino e non simulato.

Marisa Mell La profezia
Marisa Mell nel film La profezia

Nel film Marisa fu protagonista di un’altra celebre sequenza, quella saffica con Elsa Martinelli. Nello stesso anno è nel cast di Senza via d’uscita, nel quale è la bellissima Michelle, accanto a Lea Massari e Philippe Leroy. Negli anni successivi si specializza in thriller, quasi che il suo volto, reso volutamente ambiguo, da vera dark queen, sia l’ideale per rendere al meglio le anime quasi perverse dei personaggi che interpreta. Nascono così i personaggi di Carla, in Diabolicamente sole con il delitto, il doppio ruolo di Anna e Maria in Sette orchidee macchiate di rosso, di Laura in Doppia coppia con Regina.

Marisa Mell La compagna di viaggio
La compagna di viaggio

Marisa Mell La liceale al mare
La liceale al mare

Ma non ci sono soltanto ruoli drammatici, nella carriera di Marisa Mell; da segnalare il surreale Bella,ricca, lieve difetto fisico cerca anima gemella, di Cicero, girato nel 1973, in cui è Paola, preda ambita da un cacciatore di donne ricche che cambia sesso, seduce la moglie del malcapitato seduttore e la mette incinta. Film massacrato dalla critica e rivelatosi un buon successo di pubblico.

Marisa Mell Casanova e C.
Con Tony Curtis nel mediocre Casanova e C.

E’ in questo momento che la carriera della Mell diventa difficilmente inquadrabile: a parte Milano rovente, di Lenzi, nel quale è Jasmine, i film successivi mostrano la tendenza, da parte di registi e produttori, a sottovalutare le sue capacità interpretative a tutto vantaggio della sua innegabile carica erotica. Così gira film dai titoli inequivocabili, come La moglie giovane, dignitosa produzione americana, Amori letti e tradimenti di Alfonso Brescia,Perversione,Taxi love servizio per signora. Il genere è sempre lo stesso, pellicole pericolosamente ammiccanti all’erotismo, come confermato dalla mega commedia Casanova e C, in cui è al massimo della bellezza, lavora con un cast di prim’ordine, ma alla fine si trova prigioniera del clichè che le hanno costruito, quello della bellissima da mostrare nuda.


Doppia coppia con regina

Infamia

In questo film rivaleggia con uno stuolo di belle donne, in primis la Berenson, oltre alla Koscina ed altre bellezze. Il ritorno al thriller avviene con La belva con il mitra, pretenzioso poliziesco interpretato al fianco di Helmut Berger, per la regia di Grieco. Celebre, in questo film, la scena di sesso con Berger. Le parti che le sottoporranno d’ora in poi riguarderanno solo commedie sexy: La compagna di viaggio, Peccati a Venezia, La liceale al mare con l’amica di papà, La dottoressa preferisce i marinai confermano una specie di declino professionale ormai inarrestabile. L’ultima parte della sua carriera è assolutamente trascurabile, così come è meglio stendere un velo pietoso sulla sua vita privata.

Marisa Mell apparirà ,dopo la seconda metà degli anni settanta, su riviste di un certo livello, come Playboy, in nudi quantomeno artistici, per poi passare a veri servizi hard, in cui si limita a comparire in parti non attive, come in quelli proposti dal mensile Le ore, in cui il triste declino dell’artista si accompagna al rammarico per il talento sprecato.

Marisa Mell Boccaccio 70,1

Marisa Mell Boccaccio 70,2

Due fotogrammi tratti da Boccaccio 70

Come nel caso di altre attrici dalle indubbie doti interpretative, come Lilli Carati, ad esempio, la Mell ha dovuto fare i conti con la bestia peggiore in cui poteva incappare un’attore in quegli anni vissuti a tutta velocità: la dipendenza da droghe. E anche Marisa Mell non sfuggì alla dura legge che vuole associare il declino di attore a quello umano, proprio in virtù dell’assunzione di sostanze stupefacenti.

Marisa Mell Dopo di che uccide il maschio e lo divora
Marisa Mell in un fotogramma dell’introvabile E dopo di che uccide il maschio e lo divora

Marisa Mell La dottoressa preferisce i marinai
La dottoressa preferisce i marinai

Un sinistro destino, comune a Karin Schubert, passata ai film porno e alle chat erotiche. Un vero peccato, perchè proprio la Mell le qualità le aveva, e le ha mostrate sopratutto agli inizi della sua carriera, che lasciava presagire ben altri risultati. Restano, di lei, le bellissime sequenze di Una sull’altra, di Diabolik, film che ne hanno lanciato la figura facendola diventare una star.

Marisa Mell gallery

La moglie giovane 

Marisa Mell The Last Ride to Santa Cruz

The last ride to Santa Cruz

Marisa Mell Train d'enfer
Train d’enfer

Marisa Mell Doppia coppia con regina
Doppia coppia con regina

Marisa Mell Anyone Can Play

Anyone can play 

Marisa Mell Amori letti e tradimenti

Amori letti e tradimenti

Marisa Mell Un'ombra nell'ombra

Un’ombra nell’ombra

 Peccati a Venezia

Marisa Mell Sensoria

Sensoria

Marisa Mell Quest for the Mighty SwordQuest for the mighty sword

Marisa Mell New York chiama superdrago

New York chiama Superdrago

Marisa Mell Mahogany

Mahoghany

Marisa Mell L'intreccio

L’intreccio

Marisa Mell L'enigma dell'orchidea rossa

L’enigma dell’orchidea rossa

Marisa Mell Es muß nicht immer Kaviar sein

 Es muß nicht immer Kaviar sein

Marisa Mell Elisabeth Kaiserin von Österreich

Elisabeth Kaiserin von Österreich

Marisa Mell Doktor aka DR

Doktor aka DR

Marisa Mell Danger dimensione morte

Dimensione morte

Marisa Mell Vita privata di un pubblico accusatore

Vita privata di un pubblico accusatore

Marisa Mell Corpi nudi

Corpi nudi

Marisa Mell Sensazioni d'amore

Sensazioni d’amore

Marisa Mell Le dolci signore

Le dolci signore

Marisa Mell I love vienna

I love Vienna

Marisa Mell Amico stammi lontano almeno un palmo

Amico stammi lontano almeno un palmo

Marisa Mell Senza via d'uscita

Senza via d’uscita

Marisa Mell Abbigliamento francese

Abbigliamento francese

Marisa Mell Der grüne Kakadu

Der grune kakadu

Marisa Mell Divisione Lebensborn

Divisione Lebensborn

Marisa Mell La diabolica spia

La diabolica spia

Marisa Mell La lunga strada della vendetta

La lunga strada della vendetta

Marisa Mell L'ultima volta

L’ultima volta

Marisa Mell Obiettivo 500 milioni

Obiettivo 500 milioni

Marisa Mell Stuntman

Stuntman

Marisa Mell Taxi love servizio per signore

Taxi love servizio per signora

Marisa Mell Tutti fratelli nel West

Tutti fratelli nel west

Marisa Mell filmografia

1991 I Love Vienna
1990 Sensazioni d’amore
1990 Quest for the Mighty Sword
1988 La tempesta
1985 Passaporto segnalato
1984 Seifenblasen
1984 Heiße Wickel – kalte Güsse (TV Series)
1983 Corpi nudi
1983 In Zeiten wie diesen (TV Movie)
1983 Dieci registi italiani, dieci racconti italiani (TV Series)
1983 Kottan ermittelt (TV Series)
1981 La dottoressa preferisce i marinai
1981 Peccati di giovani mogli
1980 La compagna di viaggio
1980 Peccati a Venezia
1980 La liceale al mare con l’amica di papà
1980 I guerrieri del terrore
1980 Febbre a 40!
1979 Un’ombra nell’ombra
1979 Sam et Sally (TV Series)
1978 L’osceno desiderio – Le pene nel ventre
1977 La belva col mitra
1977 Es muß nicht immer Kaviar sein (TV Series)
1977 Casanova & Company
1976 L’ultima volta
1976 Taxi love, servizio per signora
1975 Amori, letti e tradimenti
1975 Mahogany
1975 Perversione
1975 Sensoria
1974 La moglie giovane
1973 Vita privata di un pubblico accusatore
1973 Bella, ricca, lieve difetto fisico, cerca anima gemella
1972 Elisabeth Kaiserin von Österreich (TV Movie)
1972 Tutti fratelli nel west… per parte di padre
1972 Magic Graz (Short)
1972 Doppia coppia con Regina
1972 Sette orchidee macchiate di rosso
1972 Amico, stammi lontano almeno un palmo
1971 …dopo di che, uccide il maschio e lo divora
1971 Diabolicamente sole con il delitto
1970 Senza via d’uscita
1970 L’intreccio
1969 Una sull’altra
1968 Stuntman
1968 Le dolci signore
1968 Diabolik
1966 Che notte ragazzi!
1966 Obiettivo 500 milioni
1966 New York chiama Superdrago
1965 Danger dimensione morte
1965 S3S massacro e diamanti
1965 La diabolica spia
1965 Casanova ’70
1965 50.000 sterline per tradire
1964 Abbigliamento francese
1964 La lunga strada della vendetta
1964 Ein Mann im schönsten Alter
1963 Suspect
1963 Der grüne Kakadu
1962 Dr
1962 L’enigma dell’orchidea rossa
1961 Ruf der Wildgänse
1961 Divisione Lebensborn
1960 Wegen Verführung Minderjähriger
1960 Ordine di esecuzione
1960 Il bravo soldato Schwejk
1959 Ragazze per l’Oriente
1954 Das Licht der Liebe (uncredited)

marzo 21, 2009 Posted by | Biografie | | 6 commenti

Una ondata di piacere

Una ondata di piacere locandina 1

Giorgio e Silvia, Irem e Barbara; i primi due formano una coppia legata da un rapporto di sudditanza della donna verso l’uomo, un ricchissimo, cinico e amorale industriale, con tendenze sadiche. Gli altri due sono dei giramondo, vagabondi legati da un rapporto non esclusivo, una coppia aperta in definitiva. Un giorno Giorgio invita Barbara, e di riflesso anche Irem, a fare una mini crociera sul suo lussuoso yacht, portandosi dietro ovviamente Silvia.

Ondata di piacere 15
Elizabeth Turner è Silvia

E’ l’inizio di uno strano gioco delle coppie, in cui si mescolano le differenti psicologie dei personaggi, e in cui si intravedono, da subito, le enormi diversità legate alle convenzioni dei rispettivi mondi di appartenenza. Lui, Giorgio, industriale con il pelo sullo stomaco, non esiterà a mettere in cassa integrazione 600 dipendenti, pur di guadagnare qualche lira in più; lei, Silvia, la sua donna, accetterà di farsi schiavizzare psicologicamente da Giorgio, incapace com’è di intraprendere qualsiasi cosa senza l’autorizzazione di quello che appare più un padrone che un amante.

Ondata di piacere 6
Silvia Dionisio è Barbara, John Steiner è Giorgio

Barbara accetterà, con cinismo misto a divertimento, i goffi tentativi di Giorgio di sedurla, tentativi legati più all’impossibilità da parte dell’uomo di dominare la ragazza che da vero desiderio . Così il viaggio sullo yacht si trasforma ben presto in un incubo; le differenti personalità vengono in conflitto. Irem, provetto marinaio, trova in Silvia una donna fragile, e ben presto inizia con lei una relazione, mentre mantiene viva quella libera con Barbara. Giorgio, frustrato e sempre più dipendente dall’alcool, si lascia andare a gesti di violenza gratuita, come quando massacra ferocemente una povera murena.

Ondata di piacere 1

E a niente vale la discesa su un’isolotto, dove i quattro provano, con il cambio di coppia, a trovare un senso al loro esperimento di vita in comune. Infatti troppe sono le differenze tra i personaggi, e troppo instabile è il carattere di Giorgio. Così le tensioni sullo yacht aumentano, fino all’uccisione di Silvia da parte dell’allucinato industriale, che morirà anch’esso, vittima della sua follia. Sopravvivono Barbara e Irem, che riprendono il viaggio, da veri vagabondi, verso il mare aperto.

Ondata di piacere 11
Al Cliver è Irem,John Steiner è Giorgio

Diretto da Ruggero Deodato nel 1975, il film è un tentativo, a volte riuscito, di coniugare un cinema di denuncia, impersonato dalle differenti estrazioni sociali dei protagonisti, il thriller canonico, che a volte affiora attraverso la tensione palpabile dei protagonisti e, buon ultimo, il pruriginoso cinema erotico, per evidenti ragioni di cassetta. E alla fine è proprio l’erotismo la maggior componente del film; Elizabeth Turner, e sopratutto Silvia Dionisio, splendida moglie del regista, passano più tempo a mostrare le loro grazie che con gli indumenti addosso.

Ondata di piacere 2

A scusante di Deodato, va dato credito di essere stato il primo a girare un film ambientato su uno yacht, antesignano di molti film successivi . Altra difficoltà, superata parzialmente, quella di reggere un film con soli quattro attori; che comunque svolgono egregiamente le loro parti. Pare che Silvia Dionisio, durante le riprese del film, avesse grossi problemi a girare le scene di eros sotto la direzione del marito. Se andò così, il risultato mostra che se la cavò brillantemente.

Ondata di piacere 3

Una nota a margine: mi chiedo quanti recensori cinematografici abbiano visto in realtà il film. Quasi tutti chiamano Irem l’industriale e Giorgio il giovane marinaio; errore marchiano, perchè i nomi sono esattamente da invertire. Evidentemente c’è la pessima usanza di fare critica senza aver visto le pellicole.

Una ondata di piacere, un  film di Ruggero Deodato. Con Elizabeth Turner, Al Cliver, Silvia Dionisio, John Steiner
Erotico, durata 88 min. – Italia 1975.

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Ondata di piacere 4

Ondata di piacere 5

Ondata di piacere 7
Ondata di piacere 8
Ondata di piacere 9

Ondata di piacere 10

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Ondata di piacere 14

 Una ondata di piacere banner personaggi

Al Cliver … Irem
Silvia Dionisio … Barbara
John Steiner … George
Elizabeth Turner … Silvia

Una ondata di piacere banner cast

Regia: Ruggero Deodato
Sceneggiatura:Gianlorenzo Battaglia,Lamberto Bava,Franco Bottari,Fabio Pittorru
Produzione:Alberto Marras,Vincenzo Salviani
Musiche:Marcello Giombini
Fotografia:Mario Capriotti
Montaggio:Mario Gargiulo
Costumi:Giovanna Deodato

marzo 20, 2009 Posted by | Erotico | , , , | 9 commenti