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Incensurato,provata disonestà,carriera assicurata cercasi


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Se qualcuno avesse voluto appioppare a questo film un titolo più pretenzioso, avrebbe potuto optare per un chiaro ed efficace brocardo latino: promoveatur ut amoveatur. Ma è difficile immaginare che un produttore, negli anni ’70, avrebbe accettato un titolo saccente per una commedia a sfondo politico. Quindi, Incensurato, provata disonestà, carriera assicurata, cercasi, pur essendo un titolo insolito, descrive in una riga, con termini di uso comune, la trama di una commedia satirica di ottima fattura, uscita nelle sale italiane il 7 dicembre del 1972. Ancora una volta, l’umorismo che perde la pazienza nei confronti della politica diventa satira sfogando rabbia ed amarezza per ben 105 minuti di pellicola visionaria.
Dietro la macchina da presa c’è il trentino Marcello Baldi, il quale segnò il suo debutto nel lontano 1949, nel kolossal Fabiola, come secondo regista al fianco di Alessandro Blasetti. Sin da giovanissimo, Baldi lavorò come assistente per registi affermati e come sceneggiatore, maturando, quindi, una solida esperienza di documentarista. Infatti, il film si distingue per l’ottimo impiego della cinepresa ed anche per un montaggio perfetto, che inserisce sequenze di vita (politica) reale, le quali ritraggono manifesti, raduni e discorsi elettorali; tra questi, un comizio PCI con la partecipazione di Gian Maria Volontè.

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La trama si apre sulle allegre musiche di Stelvio Cipriani le quali accompagnano il risultato del disboscamento italiano: tonnellate di carta stampata a poster, manifesti e biglietti elettorali.
Il protagonista è Giuseppe Zaccherin (Gastone Moschin), classe 1930, originario di Bardolino, provincia di Verona. Figlio di padre ateo, marxista e libero pensatore (interpretato sempre da Moschin) e di madre cattolica, Zaccherin è un comunista dichiarato il quale viene coinvolto nelle elezioni politiche a causa di un errore di battitura. Più precisamente, nell’iscrivere il nome del marchese Zeccarin nelle liste della DC per il Senato, un attivista del partito (Nanni Loy) commette un errore. Così, al posto del marchese, risulta candidato un qualsiasi Giuseppe Zaccherin.
Su incarico della DC, vengono svolte ricerche intense in tutta Italia al fine di trovare un incensurato con quel nome. Grazie all’intervento di un commissario arrivista (Riccardo Cucciolla), viene, quindi, rintracciato il bardolinese Zaccherin.
Tuttavia, Zaccherin, a causa delle proprie convinzioni politiche, mal digerisce la candidatura con il partito avversario (Diiiocaro!!!). Saranno i guai con la moglie svizzera (Gisela Hahn), alla quale deve un’ingente somma di denaro a titolo di spese di vitto e alloggio, e le macchinazioni di vari esponenti politici della DC, del PCI e perfino del MSI, a convincere il bardolinese ad accettare la candidatura.
Ma Zaccherin, oltre ai guai con la moglie, conduce una vita sostentata da imbrogli (commercializza alcoolici contraffatti e orologi rubati) circostanza che lo rende facilmente ricattabile.
Per di più, il futuro senatore democristiano tiene un’amante comunista (Paola Quattrini) la quale non perdona il tradimento politico del diletto. Com’è facile immaginare, in seguito, sorgono un mare di guai.

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In fine, Zaccherin accetta di presentarsi convinto che non otterrà più di cinque o sei voti. Contrariamente alle aspettative, Zaccherin riscuote un successo clamoroso: viene votato da 82.000 cittadini che hanno visto in lui un uomo diverso rispetto agli altri politici. Senatore neoeletto, Giuseppe Zaccherin si applica con impegno nell’attività legislativa: “15 proposte di legge in una settimana!”. Le proposte, però, sono così deliranti che, per porre fine alle sue iniziative, i colleghi decidono di promuoverlo: Giuseppe Zaccherin viene eletto Presidente della Repubblica.


Lo spettatore si trova di fronte ad una riuscita satira del malcostume politico italiano. Il personaggio interpretato da Gastone Moschin fa sorridere ma, sopratutto, fa riflettere sulla condotta smidollata degli uomini di potere e sull’abisso che si infrappone tra gli elettori e la casta politica.
L’uso del linguaggio volgare, in particolar modo delle bestemmie, non è fine a se stesso. Al contrario, nel caso di Zaccherin, esso accentua lo stato d’animo del personaggio, spesso teso, confuso o avvilito. Seppur un uomo di flessibile moralità, Zaccherin non è un cittadino amorale, cosa che traspare nei plurimi momenti in cui rifiuta la candidatura per mantenere fede all’ideologia comunista. Ma, come gli verrà spiegato dal politico della DC, dal compagno Pinto (politico del PCI) e dal Comandante (politico MSI) (tutti e tre interpretati da Arnoldo Foà), un politico spesso si trova costretto a fare la “puttana”.

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Sorgono spontanei gli applausi alla prestazione di Gastone Moschin il quale, tra gli anni ’60 e gli anni ’80, ha vissuto il periodo migliore della sua carriera. Attore poliedrico, Moschin ha dato vita a numerosi personaggi memorabili in svariati generi cinematografici. È stato l’ambiguo Ugo Piazza nel celebre Milano calibro 9, diretto da Fernando Di Leo, nel 1972; Filippo Turati nel film storico Il delitto Matteotti (1973); il Marsigliese, crudele bandito, nel poliziesco Squadra volante di Stelvio Massi; l’architetto Rambaldo Melandri, sentimentalista inguaribile, nella saga Amici miei e molti altri ancora.
Bene anche il resto del cast, ad eccezione forse di Nanni Loy il quale, nei panni dell’attivista democristiano, appare un tantino sopra le righe.
Da ottimo voto la fotografia curata da Antonio Climati.
Il film è di facile reperibilità e passa qualche volta anche in tv, ed è disponibile su You tube all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=KV7QjpVLU8g in una qualità discreta.

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Incensurato, provata disonestà, carriera assicurata cercasi
Un film di Marcello Baldi. Con Riccardo Cucciolla, Paola Quattrini, Gastone Moschin, Gisela Hahn, Nanni Loy, Arnoldo Foà, Nietta Zocchi, Claudio Nicastro, Fernando Cajati Commedia, durata 91 min. – Italia 1972.

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Gastone Moschin: Giuseppe Zaccherin / il padre di Zaccherin
Nanni Loy: politico della DC
Gisela Hahn: moglie di Zaccherin
Paola Quattrini: amante di Zaccherin
Günther Ungeheuer
Silvio Spaccesi: Il compagno Luvisotti
Arnoldo Foà: Politico della DC / il compagno Pinto (politico del PCI) / il Comandante (politico MSI)
Riccardo Cucciolla: commissario

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Regia Marcello Baldi
Soggetto Marcello Baldi
Sceneggiatura Marcello Baldi, Guido Leoni
Fotografia Antonio Climati
Montaggio Marisa Mengoli
Musiche Stelvio Cipriani
Scenografia Elena Ricci Poccetto
Costumi Dafne Ciarrocchi

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– Non poteva aspettare due ore a morire?! Guarda sto figlio della migniotta!
– I mortacci sua…!
– Almeno fino a dopo la presentazione della lista al tribunale… .
– E adesso?
– Facciamo votare per il morto.
– Ma come?
– Noi, come notizia, lo teniamo in vita fino a dopo la presentazione della lista e poi lo facciamo morire ufficialmente.
– Mah… .
– Ma non ti ricordi di quei due candidati morti nell’incidente in Val d’Aosta?! E’ andato tutto benissimo! Abbiamo fatto votare per loro, no?!

 

Non ci sono cittadini onesti. Guarda, i cittadini si dividono in tre categorie: colpevoli veri e propri, colpevoli potenziali e colpevoli intoccabili.
– Io no innamorata.
– Scusi, ma lei non lo aveva inseguito fino qui, in Italia, perché aveva perduto la testa per lui?!
– Io perduto soldi per lui non testa.

 

– Vedi, compagno, i modi di edificare il comunismo sono tanti. Sulle liste elettorali i simboli con falce e martello sono perlomeno dodici.
– Appunto. Un bel casino! Beh, in un casino, con rispetto parlando, chi si avvantaggia?! Le puttane.
– Anche le puttane possono rendere dei servizi preziosi e tu devi rispettarle.
– Ah, ma io le rispetto! Ah, sì … .
– Perché tu dovrai fare proprio questo: la puttana al servizio del partito.
– Diocaro… .
– Dove vai camerata?! Da questa parte camerata!
– Camerata, un casso! Io voglio parlare con quello là… col führer.
– Lasciatelo! Ma voi chi siete?! Cosa volete?!
– Non go’ bombe. Io sono questo qua, Zaccherin Giuseppe.
– Ah, sì … .
– No. Io voglio sapere cos’è questo affare e subito!
– Questi li facciamo distribuire dalla ragazza del movimento. Ne abbiamo regalato già piu di duemila. Valgono circa cento milioni, una bella sommetta! Praticamente, stiamo facendo la campagna elettorale per vostro conto. Dovreste essere grato.
– Io?! E perché?!
– Noi sappiamo tutto: voi siete un candidato DC per sbaglio. In realtà, siete un fervente comunista.
– Appunto, eh! Allora mi faccia il favore di spiegarmi perché voialtri fascisti volete fare la propaganda a me che non sono fascista e candidato DC?!
– Ma è molto semplice: per dare una batosta all’Onorevole Colli. Noi vogliamo distruggerlo!
– Come distruggerlo?
– Politicamente, s’intende. Facendogli subire lo smacco non solo di essere trombato, perché sarete trombati tutti e due e su questo non ci piove, ma facendolo addirittura scavalcare da uno che politicamente non vale un casso!
– Io.
– Appunto, voi. Per l’Onorevole Colli, essere scavalcato da uno come voi, significa la fine della sua carriera politica! E ce lo leviamo per sempre dalle palle! Se vuoi foste veramente un comunista dovreste essere contento di collaborare con noi ai danni di un democristiano di merda!
– Anche i fascisti adesso… . Ma io, con voi fascisti, non voglio aver niente da spartire! Io vi mando a fare in… !!!
Progetto di legge numero uno: provvedimenti urgenti in favore della sanità pubblica.
Articolo primo. I grattacieli sono severamente proibiti. Qualsiasi edificio superiore ai cinque piani sarà abbattuto e al suo posto sorgerà un giardino.

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gennaio 28, 2017 - Posted by | Commedia | , , , , , , , ,

4 commenti »

  1. Complimenti al recensore: stile pulito e chiaro, ed una scheda che aiuta chi fosse interessato al film, e che incuriosisce chi inizialmente interessato non era.

    Commento di Fabio Patanè | gennaio 28, 2017 | Rispondi

    • E’ la caratteristica dello stile di Dana:essenziale,esaustivo.E sopratutto completo.Ciao

      Commento di Paul Templar | gennaio 29, 2017 | Rispondi

  2. Questa recensione devo proprio ammettere è riuscita a destare il mio interesse per un film dal contenuto ancora (PURTROPPO! ) attualissimo!
    Non conoscevo questo titolo del compianto Moschin, ma l’ho sempre apprezzato per quella sua vis comica a metà tra il brillante ed il grottesco.
    Non vedo l’ora di vederlo!

    Commento di Marco Z | febbraio 1, 2017 | Rispondi

    • Credo ne valga la pena,stando alla descrizione di Dana.Moschin,ma non solo,anche Nanni Loy,una figura importante del nostro cinema 🙂

      Commento di Paul Templar | febbraio 2, 2017 | Rispondi


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