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L’albero del sangue


Una delle difficoltà che si incontrano, quando si parla di un film, è quella di riassumere lo stesso attraverso gli accadimenti che si succedono
in alcuni di questi racconti. E L’albero del sangue, film del 2018 diretto dallo spagnolo Julio Medem è il prototipo di questo genere di pellicole.
Perchè è una saga familiare, che abbraccia tre generazioni e due famiglie che finiscono per intersecare le proprie vite in un modo tale da risultare
quasi inenarrabile, tanti sono i colpi di scena, gli agganci che vengono a crearsi fra le stesse.
Un intrigo. Fatto di amore e sesso, mafia e violenza, pazzia dovuta alla scoperta di alcuni retroscena e molto altro.
Un film complesso, che lo spettatore è costretto a seguire attentamente, anche per il particolare stile registico di Medem e per la tecnica utilizzata, il flashback con l’interazione dei due principali protagonisti della storia, i giovani Marc e Rebeca, che appartengono alle due famiglie e che finiranno per essere quasi travolti da quello che scopriranno.


La storia inizia in un antico casale di campagna, nel quale i due giovani si rifugiano per stilare e scrivere l’albero genealogico delle loro famiglie, in base a quello che sanno o che hanno conosciuto nel corso della loro breve vita.
Così utilizzando due portatili i giovani scrivono tutto o almeno quello di cui loro sono a conoscenza. Ma che è ben poca cosa rispetto alla storia vera delle loro famiglie, che hanno un sottile filo rosso ad unirle,un legame fatto di storie avvolte dalle tenebre, da quelle di un passato indicibile.
Marc e Rebeca si amano, da tre anni, teneramente.
Ma quando ad un certo punto del racconto che stanno scrivendo emergeranno alcune storie, le loro esistenze ne verranno travolte, anche per l’eccesso di sincerità di Rebeca, che non ha raccontato al suo compagno passi determinanti del suo pur breve passato.
E devo fermarmi qui, con poche righe,nella descrizione del film almeno per la parte che riguarda la trama.
Un film intricatissimo, come dicevo, nel quale appaiono personaggi che hanno un passato doloroso alle spalle e sopratutto storie oscure,una delle quali fa accapponare la pelle.


Un film che mescola splendidamente i colori della Spagna e la sua campagna, la sua storia e le sue tradizioni; Medem frammenta il film scomponendolo e ricomponendolo, come se costruendo un puzzle le tessere  non combaciassero, richiedendo quindi uno sforzo supplementare per la sua composizione. Cosi tutti i protagonisti del film sembrano in bilico tra la casualità della vita e le scelte fatte da chi li ha generati, in un caotico
brodo primordiale nel quale sete di potere, arrivismo ma anche verita non dette,celate, finiscono per creare il puzzle di cui parlavo prima ma che per essere risolto richiede davvero attenzione ai particolari dell’incastro e quindi delle tessere.
Complesso anche il riferimento del regista al legame simbiotico tra l’uomo e la natura. Una natura selvaggia, con i simboli universalmente conosciuti della Spagna a dominare lo sfondo,come i tori e le mucche, la natura lussureggiante
e i notturni impagabili delle campagne basche.
Un ensemble di immagini, riferimenti a fare da fondale di un quadro d’assieme molto complesso, nel quale il destino dei protagonisti finisce per assumere l’aspetto di una tragedia greca come L’Edipo Re, con l’incesto a fare da sfondo ma i paragoni potrebbero continuare, proprio per la complessità della trama.


Approcciarsi a L’albero del sangue richiede uno sforzo iniziale davvero notevole; nella prima mezzora gli avvenimenti, i nomi, il flashback continuo disorientano e non poco lo spettatore. Ma con l’inoltrarsi della storia poco alla volta il quadro d’assieme acquista
lucidità e aumenta la comprensione di quello che accade. Fino ad un finale spiazzante.
Gran bel film. Quanto meno inusuale sia come trama che come svolgimento; in rete ci sono recensioni che esaltano la pellicola e altre che la stroncano.
Ma è il destino delle opere che non si riescono a comprendere fino in fondo.
Chi vi scrive appartiene alla prima schiera.
Apprezzabile la recitazione di tutti gli attori, anche se la parte del leone la fanno le donne: straordinaria Angela Molina nel ruolo della capostipite, bravissima Úrsula Corberó che interpreta Rebeca.


Un altro espediente a mio giudizio estremamente felice è quello di aver utilizzato diversi attori per le varie età dei protagonisti; sarebbe stato facile per il regista usare la tecnica impiegata per esempio nel pluri celebrato The Irish Man di Scorsese,nel quale l’elettronica
rende patetici grandi attori come De Niro, rendendo quest’ultima pellicola una delle cose più brutte che abbia visto recentemente. Ma il cinema è così, per fortuna ognuno ci vede quello che crede e personalmente ho visto in L’albero del sangue una delle opere più
interessanti degli ultimi anni.
Splendide le location e bellissima la fotografia,per un film che vi consiglio di non perdere assolutamente.

L’albero del sangue

un film di Julio Medem. Con Álvaro Cervantes, Úrsula Corberó, Patricia López Arnaiz, Joaquín Furriel, Lucía Delgado,Luka Peros, Najwa Nimri, Daniel Grao, Luisa Gavasa, Emilio Gutiérrez Caba, Angela Molina, Josep Maria Pou, Maria Molins, Diego Ríos, Sara Cordero, Klara Badiola, Félix Arcarazo, Alba Planas, Sergio Castellanos, Mariano Venancio, Dolma Romera Drammatico, durata 130 min. – Spagna 2018.

Álvaro Cervantes: Marc
Úrsula Corberó: Rebeca
Patricia López Arnaiz: Amaia
Joaquín Furriel: Olmo
Lucía Delgado: Nuria joven
Luka Peroš: Dimitri
Najwa Nimri: Macarena
Daniel Grao: Víctor
Luisa Gavasa: Candela
Emilio Gutiérrez Caba: Pío
Ángela Molina: Julieta
Josep Maria Pou: Jacinto
Maria Molins: Nuria
Diego Ríos: Marc a 7 anni
Sara Cordero: Rebecca a 7 anni
Klara Badiola: Ane
Félix Arcarazo: Iñaki
Alba Planas: Rebeca a 14 anni
Sergio Castellanos: Marc a 14 anni
Mariano Venancio: Padre Jesús
Dolma Romera: Jueza Boda Olmo
Lina Gorbaneva: Veronika
Juli Fàbregas: Juez Boda Nuria y Amaia
Nathalie Pinot: Infermiera dell’ospedale
Karen Martin: Xian
Joaquín Oliván: Cirujano Jefe
Lucía Calderón Luís: Rebeca Bebé
Susana Garrote: Infermiera psichiatrica

Regia Julio Medem
Sceneggiatura Julio Medem
Produttore Ibon Cormenzana e Ignasi Estapé
Produttore esecutivo Sandra Tapia
Casa di produzione Arcadia Motion Pictures e Scope Pictures
Distribuzione in italiano Netflix
Fotografia Kiko de la Rica
Montaggio Elena Ruiz
Effetti speciali Raúl Romanillos
Musiche Lucas Vidal
Costumi Carlos Díez
Trucco Olga Cruz, Rodolfo Dellibarda, Pedro Raúl de Diego, Aitana Fuentes, Tono Garzón,
Sylvie Imbert, Yuraima Morcillo e Paco Rodríguez Frías

febbraio 2, 2020 - Posted by | Drammatico | , , , ,

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