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Un amico straordinario

A Paul 
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Fred Rogers (Tom Hanks), conduttore di una popolare trasmissione televisiva americana, davanti alla telecamera assume la parte del miglior vicino di casa. Entra cantando sul set. Poi, si toglie la giacca, indossa un cardigan e si cambia le scarpe. I modi cordiali, la spontaneità dei gesti, la cadenza lenta dei discorsi, fanno capire sin da subito che Mr. Rogers è un’icona di gentilezza. Infatti, si rivolge ai telespettatori dal suo salotto raccontando storie di empatia e presentando i suoi migliori amici: le marionette. Fred Rogers è una figura molto amata da grandi e piccoli.
Ma il protagonista di questa storia è Lloyd Vogel (Matthew Rhys), giornalista della rivista statunitense “Esquire”. Il suo personaggio è inspirato a Tom Junod, autore dell’articolo “Can You Say … Hero?” che riporta un’intervista a Mr. Rogers. Lloyd Vogel è un uomo ferito dal passato. La fonte principale della sua sofferenza è suo padre, Jerry (Chris Cooper), un donnaiolo con gravi problemi di alcolismo. Lloyd ha una brava moglie, Andrea (Susan Kelechi Watson) e un figlio neonato. Di recente, è stato premiato con il National Magazine Award. Tuttavia, vive perennemente afflitto da dolore e disgusto.

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Per la maggior parte dell’età adulta, Lloyd ha vissuto lontano dal padre. A un matrimonio di famiglia, i due litigano malamente e Lloyd respinge i successivi tentativi di riconciliazione di Jerry.
L’incarico di intervistare Mr. Rogers, ricevuto dal suo editore, Ellen (Christine Lahti), si rivela una sorta di miracolo, un intervento divino. Lloyd, che sopravvive sopprimendo le sue emozioni, un po’ alla volta, tornerà a vivere. Lentamente, sullo schermo si dipana la storia di un’amicizia che aiuta Lloyd a diventare un figlio clemente, un marito e un padre più partecipe.
In principio, il cinico giornalista cerca di scoprire il lato oscuro di Mr. Rogers. È convinto che l’immagine popolare del conduttore sia frutto di un inganno. Poi, quando Lloyd parla con Joanne Rogers (Maryann Plunkett) e lo paragona a “un santo”, lei lo corregge dicendo che suo marito, pur essendo un uomo religioso, è un peccatore come chiunque altro. La sua autorità morale nasce dall’empatia piuttosto che dalla superiorità. I telespettatori hanno fiducia in lui perché i suoi discorsi sono ricchi di comprensione ma privi di moralismo.

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Un amico straordinario celebra virtù come l’ascolto paziente, la gentilezza e l’espressione dei sentimenti. In buona sostanza, si tratta di una sceneggiatura semplice, lineare, incentrata sull’amicizia: un uomo che ha condotto la sua vita privata e professionale all’insegna della gentilezza, aiuta un altro, che ha vissuto e lavorato nello scetticismo, a diventare più gentile. Mr. Rogers insegna a Lloyd che i ricordi dell’infanzia non vanno archiviati; i giocattoli preferiti come anche i sentimenti feriti fanno parte delle fondazioni del sé maturo. Essi sono un promemoria della vulnerabilità e della sincerità.
In tempi in cui l’assenza e la scortesia dominano i rapporti interumani, il fascino di un film di questo genere è piuttosto ovvio. Questa pellicola tranquilla, priva di grosse pretese, avrebbe potuto facilmente trasformarsi in un film moralista. Ma la storia costruita con dignità ed intelligenza emotiva si rivela avvincente. 

Il cast sfoggia attori pluripremiati che contribuiscono senza ombra di dubbio al successo del biopic. Ottime le interpretazioni di Tom Hanks e Matthew Rhys. Purtroppo, la colonna sonora non risulta essere all’altezza del prodotto finale. Apprezzabile la regia di Marielle Heller. Da vedere.

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Un amico straordinario
regia di Marielle Heller, con Matthew Rhys, Tom Hanks, Chris Cooper, Susan Kelechi Watson, Maryann Plunkett. Titolo originale: A Beautiful Day in the Neighborhood. Genere Biografico/Drammatico – USA, 2019, durata 1h 49min.

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“Tu lo sai cosa significa perdonare? E’ quando prendiamo la decisione di liberare una persona dai sentimenti di rabbia che abbiamo contro di lei. E’ strano, qualche volta, è più difficile perdonare qualcuno a cui vogliamo bene.”

“Nel nostro programma, cerco di guardare attraverso la telecamera negli occhi di ogni bambino e parlare con lui o con lei cercando di essere del tutto presente per i suoi sentimenti e i suoi bisogni.”  

“- Non esiste una vita normale che sia priva di sofferenza.
– Come l’affronta?
– Beh, ci sono molti modi per affrontare i propri sentimenti senza ferire se stessi oppure qualcun altro.
– Sì? Tipo? Tipo cosa?
– Può martellare un blocco di argilla oppure nuotare martellando velocemente i piedi, oppure martellare i tasti bassi del piano, tutti nello stesso momento: bam ba ba bam.”

“Sapete, la morte è una cosa di cui molti di noi trovano assai sgradevole parlare. Ma morire è un fatto umano e tutto quello che è umano è nominabile. Tutto ciò che è nominabile si può gestire.” 

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Un amico straordinario-banner protagonisti

Matthew Rhys: Lloyd Vogel
Tom Hanks: Fred Rogers
Susan Kelechi Watson: Andrea Vogel
Chris Cooper: Jerry Vogel
Enrico Colantoni: Bill Isler
Maryann Plunkett: Joanne Rogers
Tammy Blanchard: Lorraine
Wendy Makkena: Dorothy
Sakina Jaffrey: Ellen
Carmen Cusack: Margy
Noah Harpster: Todd
Maddie Corman: Betty Aberlin

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Oreste Baldini: Lloyd Vogel
Angelo Maggi: Fred Rogers
Alessia Amendola: Andrea Vogel
Gianni Giuliano: Jerry Vogel
Saverio Indrio: Bill Isler

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Regia: Marielle Heller
Sceneggiatura: Micah Fitzerman-Blue, Noah Harpster (Soggetto “Can You Say… Hero?“, Tom Junod)
Fotografia: Jody Lee Lipes
Montaggio: Anne McCabe
Musiche: Nate Heller

febbraio 7, 2021 Posted by | Drammatico | , , , | 5 commenti

Buon viaggio, Paul

candela di cera accesa

Cari amici lettori,

sono sconvolta e profondamente addolorata per l’improvvisa scomparsa del mio amico Paul.

Guardo la pagina home del sito, l’elenco degli articoli, le immagini pubblicate.

Questo sito è la sua anima, frutto del suo amore per l’arte cinematografica. Lo definisco amore perché lui era capace di visionare anche film che non gli piacevano, che lo annoiavano o, peggio, lo irritavano. Lo faceva per poter parlare e scrivere coerentemente di quest’arte, per comprenderla meglio e trasmettere ai lettori le sue conoscenze. Paul non sfruttava il cinema ma lo coltivava con pazienza, costanza e dedizione.

Lui ed io ci siamo conosciuti qui. Mi ha proposto di scrivere per il sito e, grazie a questa collaborazione, è nata la nostra amicizia. L’affetto e il rispetto che abbiamo condiviso, da oggi cambierà forma ma non verrà mai a mancare. Il mio amico era una persona in gamba, amava la sua famiglia, si prendeva cura di tutti coloro che lo circondavano. Era gentile, garbato, intelligente, divertente, leale, sensibile e generoso. Era una persona d’altri tempi. Si interessava anche alla storia e all’arte. Mi dava perfino le dritte per le ricerche scolastiche dei miei figli.

Più di una volta, mi ha accennato al fatto di prendere in mano le redini del sito nel caso in cui lui venisse a mancare. Gli avevo risposto che non ero all’altezza e che l’anima di questo sito è e rimarrà lui, sempre. Mi ha mandato a cagare, però con fare gentile.

Ieri sera mi ha inviato il film “Un amico straordinario” scrivendomi “Ti ho mandato Un amico straordinario, con Tom Hanks, molto bello. Non è drammatico, ma è un film serio, una storia davvero intelligente. Buonanotte e buoni sogni. Ci sentiamo domani. Tvb e un bacio a Charlie DM.” (il mio cagnolino). Mi ha salutato con queste parole e, poi, è andato a raggiungere la sua amata Sun.

Ai lettori che seguono Filmscoop da molto tempo e anche a quelli occasionali, a tutti coloro che apprezzano il lavoro di Paul, un sentito ringraziamento per la vostra presenza qui.

Al mio amico straordinario, grazie, eternamente grazie.

Riposa in pace, Paul Templar.

Maggio 21, 2020 Posted by | Senza Categoria | 18 commenti

The Confession

 

Roy Bleakie (Alec Baldwin) è un un apprezzato professionista di sicuro avvenire, un avvocato newyorchese disposto a scendere a patti col diavolo per ottenere il proscioglimento dei suoi assistiti. Per di più, ha una relazione passionale con la giudice che presiede una delle sue cause.
Un giorno, viene ingaggiato per difendere in giudizio il direttore finanziario di una rinomata società, Harry Fertig. Fertig è accusato di omicidio: ha ucciso un medico, un’infermiera e un operatore sanitario, responsabili del decesso del figlio Stevie (Ryan Marsini). I tre avevano trascurato di offrire assistenza e cure al bambino, morto in seguito per una banale appendicite.
Se riuscirà a dimostrare che Fertig era malato di mente al momento degli omicidi, Bleakie sarà ricompensato con la carica di Procuratore distrettuale. Su richiesta di Jack Renoble (Jay O. Sanders), capo di Fertig, l’avvocato tenta di far riconoscere Fertig incapace di intendere e di volere. Tuttavia, questa scelta difensiva viene contestata dal suo assistito. Fertig è un ebreo praticante dai forti valori umani e religiosi. Il cliente è determinato a dichiararsi colpevole dei tre omicidi, pur andando incontro alla pena di morte, per rendere giustizia al figlio. Incontro dopo incontro, l’avvocato approfondisce il rapporto con il suo cliente. Si rivolge a Sarah (Amy Irving), moglie di Fertig, per comprendere meglio le motivazioni del suo assistito. Avrà con lei una breve relazione.

Se da un lato è lusingato dalla prospettiva di una carica professionale importante, dall’altro è sospettoso delle intenzioni e delle motivazioni di Renoble. Bleakie intuisce che l’interesse di Renoble per la difesa del dipendente sorge da un motivazione oscura. Incarica il suo assistente a indagare sugli affari della società.
Scoprirà, in seguito, che Renoble ha inquinato un terreno adiacente al bacino idrico che rifornisce con acqua potabile la città di New York al fine di rendere necessario il filtraggio dell’acqua e di acquisire l’appalto milionario per l’operazione. Una volta dichiarata l’infermità mentale, Fertig non potrebbe essere escusso come testimone sull’intera vicenda dell’inquinamento. Ignaro delle mosse del datore di lavoro, Fertig viene messo a conoscenza dei fatti proprio dal suo legale.
In aula, di fronte al giudice, Fertig si lascia trasportare dal suo credo rischiando di passare per pazzo ma il suo difensore impedisce la dichiarazione dell’infermità mentale, avvalorandone la testimonianza nel processo che lui stesso preannuncia contro Renoble.
In occasione dell’arringa difensiva, mirata ad ottenere il riconoscimento della responsabilità di Fertig per i tre omicidi, Bleakie sottolinea la differenza fra la legge umana e quella divina. Secondo Bleakie il sistema giudiziario si è allontanato dalla giustizia e dai valori morali che dovrebbe rappresentare. Ottiene la pena detentiva alla quale ambiva il suo assistito e tronca i piani di Renoble fornendo le prove per un rinvio a giudizio.

Il film, che potrebbe essere valutato come un comune legal thriller, è in realtà un dramma morale cui sviluppo è costruito sui momenti dello Spirito oggettivo appartenenti alla filosofia hegeliana: diritto astratto, moralità ed eticità. Questi concetti vengono espressi attraverso il personaggio Fertig per tutta la durata del film.
La manifestazione del volere libero del singolo individuo, considerato come persona giuridica, ossia nella sua capacità esteriore di compiere atti giuridicamente corretti, indipendentemente dai caratteri specifici che lo caratterizzano (diritto astratto); il momento della libertà soggettiva, in cui l’uomo non è più considerato nella sua esteriore capacità di contrattare, ma nella sua dimensione interiore (moralità); infine, l’eticità, definita da Hegel “il concetto della libertà divenuto mondo sussistente e natura dell’autocoscienza” – la moralità sociale, ovvero la realizzazione concreta del diritto e del bene nelle forme istituzionali della famiglia, della società civile e dello Stato.

Forse il lettore percepirà una forzatura nel rimando a Hegel e alla sua filosofia. Ma qui gli elementi appena elencati ci sono tutti: moralità, eticità e legalità. Sono questi i concetti che sorreggono la trama narrativa.
Personalmente non ho letto il romanzo “Fertig” di Sol Yurick. Non so, pertanto, quanto la pellicola si discosti dall’opera letteraria. Ad ogni buon conto, nel film i dialoghi sono tecnicamente ben curati.
Ottima la prova attoriale del premio Oscar, Ben Kingsley. Buona anche quella di Amy Irving che interpreta la moglie di Fertig, Sarah. Un po’ sotto tono invece Alec Baldwin nelle vesti del legale di fiducia di Fertig, Roy Bleakie.
Il film mantiene un buon ritmo per tutta la sua durata. Da vedere, non deluderà gli amanti del genere.

The Confession

un film di David Jones con Alec Baldwin, Ben Kingsley, Amy Irving, Richard Jenkins, Kevin Conway, Jay O.Drammatico,Usa 1999

 

Alec Baldwin: Roy Beckle
Ben Kingsley: Harry Fertig
Amy Irving: Sarah Fertig
Jay O. Sanders: Jack Renoble
Kevin Conway: Mel Duden
Anne Twomey: Judy Crossland
Richard Jenkins: Coss O’Donell
Boyd Gaines: Liam Clarke
Chris Noth: Mike Campuso

Regia David Jones
Soggetto basato sul romanzo “Fertig” di Sol Yurick
Sceneggiatura David Black
Produttore Elie Samaha, Alec Baldwin, Corrinne Mann
Fotografia Michael Seresin
Montaggio Peter Honess
Musiche Mychael Danna

“Molto spesso penso che il mondo sia solo dolore.”
” Pensiamo che sia difficile fare quello che è giusto. Difficile è sapere cosa è giusto fare. E quando si sa cosa è giusto, è difficile non farlo.”
“- Sono sempre stato sicuro di quello che facevo. Sono sempre stato sicuro di fare quello che andava fatto. Per certi versi ero come tuo marito… per certi versi… .
– Non posso aiutarti.
– A volte nella vita desideriamo una cosa, la vogliamo intensamente, senza ottenerla. Otteniamo qualcos’altro per poi scoprire che era quello di cui avevamo bisogno.”
“Faccio l’avvocato da molti anni e, immancabilmente, a ogni processo, finisce che insegno al mio cliente qualcosa sulla legge con la l minuscola, come in legge dello Stato di New York. Questo processo invece è stato diverso. Ho avuto io l’opportunità di imparare cose sulla legge dal mio cliente, legge con la l maiuscola come in Legge di Dio, la legge divina. Il miglior avvocato del mondo non può tirarti fuori, non può patteggiare, non può avere sconti di pena.”

marzo 15, 2020 Posted by | Drammatico | , , , | 1 commento

Mission

Il 13 gennaio 1750, Ferdinando VI di Spagna e Giovanni V di Portogallo firmano un documento per stabilire un confine tra le colonie in America meridionale. Si tratta del Trattato di Madrid, basato su uno dei principi fondamentali del diritto romano: chi possiede di fatto, possiede di diritto. Applicato nel contesto del Trattato, esso riconosce l’espansione e colonizzazione portoghese verso il bacino dell’Amazzonia a scapito dell’Impero spagnolo.
In questa cornice storica, alcuni membri della Compagnia di Gesù, armati di fede incrollabile e forza di volontà, si recano sul confine tra Argentina, Brasile e Paraguay, nella vasta foresta pluviale che circonda le cascate dell’Iguazú. Il film sviluppa la sua storia attraverso una corrispondenza che racconta gli accadimenti all’insediamento della missione. L’autore della corrispondenza è il cardinale Altamirano (Ray McAnally) cui voce narrante nella versione italiana è Renzo Palmer.
La missione dei gesuiti è quella di evangelizzare le tribù dei Guaranì e proteggerle dallo sfruttamento da parte degli spagnoli e portoghesi che si sono spartiti i territori dell’America meridionale. I gesuiti edificano le cosiddette “riduzioni”, centri in cui gli indios apprendono mestieri e arti proprie della cultura europea. I frutti del loro lavoro vengono distribuiti tra tutti i partecipanti secondo criteri di equità e collaborazione.


Padre Gabriel (Jeremy Irons) è un membro della Compagnia di Gesù che raggiunge in solitudine una tribù di Guaranì, scalando le cascate dell’Iguazú. Riesce a farsi accettare dagli indios grazie alla dolce musica dell’oboe che suona. Il gesuita ormai adottato dai Guaranì crea con il loro aiuto una missione, un’oasi di tranquillità ove gli indios vivono protetti dall’avidità dei mercanti di schiavi.
In questa missione impegnativa padre Gabriel è aiutato da Rodrigo Mendoza (Robert De Niro), ex mercenario e mercante di schiavi. Mendoza, in un momento di ira, uccide suo fratello Felipe (Aidan Quinn) e, in preda ai rimorsi, decide di lasciarsi morire. Ma il gesuita lo persuade a non troncare la sua vita a mezzo del suicidio. Gli suggerisce di percorrere la via della redenzione per perseguire un fine onesto, importante. Rodrigo decide quindi di mettersi al servizio dei gesuiti e degli indios, scegliendo di prendere i voti per diventare un missionario gesuita.
Le “riduzioni” sono mal viste sia dagli spagnoli sia dai portoghesi che le considerano un ostacolo nelle fruttuose attività di compravendita di schiavi. I poteri forti chiedono la mediazione del Papa per allontanare i gesuiti ed eliminare di conseguenza le missioni costruite sui territori ormai portoghesi. I coloni accolgono il cardinale Altamirano (Ray McAnally) il quale,

pur essendo impressionato dalla bontà e bellezza delle missioni, ordina ai gesuiti e agli indios di abbandonare le loro terre in favore dei latifondisti portoghesi. I rappresentanti dei re di Spagna e Portogallo, Don Cabeza (Chuck Low) e Don Hontar (Ronald Pickup), nei loro colloqui con il cardinale minacciano apertamente l’esistenza stessa della Compagnia di Gesù all’interno della Chiesa. Gli indios rifiutano l’ordine di lasciare le loro terre. Decidono di combattere per difenderle, guidati da padre Rodrigo che riprende in mano le armi e organizza la difesa. I gesuiti rimangono con gli indios che li hanno accolti e adottati. Una spedizione militare è inviata contro “i ribelli”. Padre Gabriel respinge la violenza; durante i combattimenti celebra la messa nella missione con la partecipazione delle donne, dei bambini e degli anziani Guaranì. I missionari Fielding (Liam Neeson) e Ralph (Rolf Gray) muoiono combattendo accanto ai Guaranì.


Padre Rodrigo muore deriso dai soldati portoghesi durante il tentativo fallito di far esplodere il ponte di collegamento della missione. Disteso a terra, il suo sguardo contempla padre Gabriel in processione mentre avanza tra gli spari e viene colpito a morte.
La missione è distrutta, i Guaranì sopravvissuti sono condotti in schiavitù. Un gruppo ristretto di bambini si salva dal massacro e si allontana silenziosamente con una canoa.

Ad una prima visione la figura centrale sembra essere Rodrigo Mendoza, commerciante di schiavi e fratricida, che ottiene la redenzione attraverso i missionari che gli assegnano la penitenza di curarsi di coloro che un tempo erano oggetto dei suoi affari: i Guaranì. Grazie alla bravura di De Niro il personaggio Mendoza suscita nello spettatore un maggiore interesse in quanto la sua trasformazione si svolge in maniera quasi spettacolare. Tuttavia, è mia opinione che Padre Gabriel, egregiamente interpretato da Jeremy Irons, ben sostiene il confronto. Perché se è vero che un cambiamento del male in bene è l’aspirazione degli umanisti convinti, è altrettanto vero che un bene che non si lascia corrompere dal male è l’ideale dei cristiani. Padre Gabriel, devoto, schietto, sensibile e leale, dichiara fino all’ultimo che “Dio è amore”. Continua a combattere il male con il bene rifiutandosi di ricorrere ad atti di violenza. Lui che ha conquistato l’affetto degli indios con il dolce suono dell’oboe, continua a vivere nella memoria dei sopravvissuti grazie alla bontà delle sue azioni.


Personalmente, avrei apprezzato una migliore rappresentazione dei personaggi Guaranì, un approfondimento della loro filosofia di vita, dei loro valori, ecc. In questo senso ho pensato di portare un modesto contributo per coloro che leggendo questo scritto e visionando il film potrebbero gradire una descrizione di questo popolo: “Gli esseri che sono privi dell’ipocrisia delle persone civili, reagiscono naturalmente, al momento che percepiscono le cose. È nell’immediato che sono contenti o scontenti, allegri o tristi, interessati o indifferenti. Notevole è la superiorità di indios puri come questi guajiros. Ci superano in tutto perché, se adottano qualcuno, tutto ciò che essi hanno è suo e, a loro volta, quando da questa persona ricevono la più piccola attenzione sono commossi profondamente, nel loro essere ipersensibile.” (da”Papillon”, di Henri Carrière)

Tornando alla pellicola, nella parte finale, regna la confusione. Le scene dei combattimenti sono mal orchestrate. Un vero peccato per un trama che si sviluppa in luoghi spettacolari. In particolare, la cascata che nell’apertura del film inghiottisce un missionario crocifisso. La misteriosa atmosfera della foresta pluviale conferisce alla pellicola una patina mistica.
The Mission” è stato prodotto da David Puttnam e diretto da Roland Joffé, che hanno realizzato il premiato “The Killing Fields” (1984). Pur essendo un buon prodotto, non raggiunge i livelli di sceneggiatura e regia di “Urla del silenzio”.
Una menzione particolare va alla colonna sonora. Il maestro Morricone azzecca in pieno con l’utilizzo di uno strumento musicale dal suono vellutato: l’oboe. Il suo contributo viene riconosciuto e premiato con un Golden Globe e un Premio Bafta.
Agli Oscar la pellicola viene nominata in numerose categorie ma si aggiudica unicamente il premio per la migliore fotografia che va a Chris Menges.
“The Mission” è un film difficile, a tratti sconnesso. Tuttavia, tratta una storia coinvolgente, trasmette sentimenti intensi e trasporta lo spettatore in una natura selvaggia, forte, al riparo della quale vive un popolo fragile.

Mission

Un film di Roland Joffé. Con Robert De Niro, Jeremy Irons, Ronald Pickup, Liam Neeson, Aidan Quinn.Drammatico, durata 125 min. – Gran Bretagna 1986

Robert De Niro: Rodrigo Mendoza
Jeremy Irons: Padre Gabriel
Ray McAnally: Cardinale Altamirano
Liam Neeson: Fielding
Aidan Quinn: Felipe Mendoza
Cherie Lunghi: Carlotta
Ronald Pickup: Don Hontar
Chuck Low: Don Cabeza
Rolf Gray: Padre Ralph
Bercelio Moya: ragazzo indio

Stefano De Sando: Rodrigo Mendoza
Gino La Monica: Padre Gabriel
Renzo Palmer: Cardinale Altamirano/Voce narrante
Massimo Venturiello: Fielding
Roberto Pedicini: Felipe Mendoza
Mino Caprio: Hontar
Glauco Onorato: Cabeza

Regia Roland Joffé
Soggetto Robert Bolt
Sceneggiatura Robert Bolt
Produttore Fernando Ghia, David Puttnam
Casa di produzione Warner Bros.
Distribuzione in italiano Warner Brothers Entertainment
Fotografia Chris Menges
Montaggio Jim Clark
Effetti speciali Peter Hutchinson
Musiche Ennio Morricone
Scenografia Stuart Craig
Costumi Enrico Sabbatini

settembre 23, 2019 Posted by | Drammatico | , , , , , | 2 commenti

Cinema: pensieri,parole e parolacce-Parte 08

“E’ talmente antico il desiderio dell’altro da essere radicato in noi, il desiderio di riunire la nostra natura originaria, di cercare di fare un uno di due e sanare la condizione umana.” (Platone, Simposio)

dal film Io sola sulla Terra (2019) di Jonathan Helpert

“- Fra il dolore e il nulla, io scelgo il dolore. E tu, cosa sceglieresti?
– Il dolore è idiota, io scelgo il nulla. Non è meglio, ma il dolore è un compromesso. O tutto o niente… .”

dal film Fino all’ultimo respiro (1960) di Jean-Luc Godard

“La gente della pioggia è fatta di pioggia, così che, quando piange, sparisce.”

dal film Non torno a casa stasera (1969) di Francis Ford Coppola

“Non devi essere perfetto, ma ci sono delle regole fondamentali da rispettare: fai sempre quello che puoi per la tua famiglia, vai a lavorare ogni giorno e di’ come la pensi, non far male a nessuno se puoi evitarlo, e non trattare mai con i disonesti.”

dal film Fuori controllo (2010) di Martin Campbell

“Spesso la gente non dice ciò che pensa. Fa solo in modo che uno non vada avanti nella vita.”

dal film Hannibal (2001) di Ridley Scott

“Il dottore mi ha detto di smettere di bere, così ho deciso di non bere più whisky: lo faccio congelare e lo succhio come un lecca-lecca.”

dal film Baciami stupido (1964) di Billy Wilder

“Mia madre era sempre così ubriaca che quando ci siamo decisi di farle fare un controllo medico hanno trovato il 2% di sangue nel suo alcol.”

dal film Re per una notte (1983) di Martin Scorsese

“- Non so cosa darei per una tazza di tè!
– E io non so che darei per una birra gelata servita da una cameriera con indosso soltanto un grembiulino!
– Ma hanno aperto un posto così?!
– No, l’hanno appena chiuso!”

dal film I due nemici (1961) di Guy Hamilton

“- È come quando la gente smette di fumare: il primo anno è molto duro, ma poi ti possono accendere una sigaretta davanti e non ti fa più nessun effetto.
– Ho smesso di fumare due anni fa e se qualcuno mi fuma davanti vorrei baciarlo in bocca per succhiargli un po’ di fumo dai polmoni! È chiaro?”

dal film Tentazioni d’amore (2000) di Edward Norton

“- Ecco, il mio malessere è il seguente: può un sistema nervoso essere innamorato ugualmente di colui che l’ha corcata di botte? E cioè alludo a Oreste. A mente fredda penso che lo odio, giuro di mai più rivederlo, ma so che mento a me stessa. Ora mi spiego. L’altro, il secondo, Nello, mi appaga sia sul piano umano che su quello dei sessi, ma poi il ricordo del primo, Oreste, prende il mio sopravvento e io mi ritrovo a desiderare proprio colui che m’ha menato in un’insonnia notturna che non mi fa dormire. Debbo parlare dell’infanzia, vero?
– Parli dell’infanzia.
– Ho fatto la piscia a letto fino a due anni e mezzo poi non più. Nel vitto sono sempre stata di gusti semplici: pasta asciutta, spezzato con patate, contorni vari, frutta secca… “

dal film Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) (1970) di Ettore Scola

“Ha mai fatto una cagata che dopo si è sentito come rinato? (…) Una bella mangiata è zero al confronto.”

dal film Americani (1992) di James Foley

“Sei cieco e stai camminando senza bastone, e vai a sbattere contro le porte che si aprono col denaro.”

dal film Wall Street (1987) di Oliver Stone

“Più lontano scappi dai tuoi peccati, più sarai esausto quando ti raggiungeranno. E ti raggiungono. Sempre.”

dal film Inside Man (2006) di Spike Lee

“Per un pugno di dollari, per un miserabile pugno di dollari, che non sono neanche tuoi, devi già ripartire. Almeno lo facessi per qualche dollaro in più! E invece vamos a matar compañeros, sempre in giro con il buono, il brutto e il cattivo tempo. Giù la testa, caro. Sei alla resa dei conti, ormai. Chi sono io per te? Nessuno, ecco. Il mio nome è Nessuno. Tu devi metterti faccia a faccia con le tue responsabilità. Per queste creature ti danno solo un dollaro a testa. Sei il mercenario peggio pagato di tutto il Texas. Cangaçeiro! E noi siamo il mucchio selvaggio. Ma tu non vali nemmeno un dollaro bucato, e prima o poi finirai come quel Bounty Killer del Minnesota, Clay era il suo nome, ma poi lo chiamarono il magnifico. Però ricordatelo, c’era una volta il West che dicevi tu, oggi anche gli angeli mangiano i fagioli. Ma sì, corri uomo corri, altrimenti ci arrabbiamo sul serio, e se Dio perdona, io no. Perciò datti da fare, capito? E tu smettila di fare il bestione. Vergognati, vergognati di fare vivere i tuoi bambini come dei barboni: Leone! Questo devi diventare, se vuoi fare la rivoluzione nel mondo del West.”

dal film Il bianco, il giallo, il nero (1974) di Sergio Corbucci

“Io mi fido degli uomini, è del diavolo che c’è in loro che non mi fido… .”

dal film The Italian Job (2003) di F. Gary Gray

“- Lo sai perché mi piace cucinare?
– No, perché?
– Perché dopo una giornata in cui niente è sicuro, e quando dico niente voglio dire n-i-e-n-t-e, una torna a casa e sa con certezza che, aggiungendo al cioccolato rossi d’uovo, zucchero e latte, l’impasto si addensa. E’ un tale conforto!”

dal film Julie & Julia (2009) di Nora Ephron

“Prima dell’inferno una sola parola ha definito la mia vita: spensieratezza. Da bambino mi piaceva guardare il cielo della Polonia, lo stesso cielo che in seguito ho visto dal campo rigato dalla striscia nera del fumo dei miei parenti; eppure questa macabra visione non mi impediva di godere della bellezza di quel cielo. Un altro pensiero mostruoso, come tutti i pensieri che gli uomini fanno all’inferno .”

dal film This Must Be the Place (2011) di Paolo Sorrentino

“Io mi ricordo che c’era una clessidra come questa… in casa di mio padre. La sabbia scorre attraverso un forellino così sottile che all’inizio sembra che il livello della parte superiore non debba cambiare mai. Cominciamo ad accorgerci che la sabbia scorre via solo verso la fine. Ma prima di allora ci vuole tanto… che non vale la pena di pensarci. Poi all’ultimo momento, quando non c’è più tempo, ci si accorge che è troppo tardi… ci si accorge che è troppo tardi per pensarci… .”

dal film Morte a Venezia (1971) di Luchino Visconti

“Qui la regola è il silenzio assoluto. Noi non diamo ad intendere che riabilitiamo la gente. Non siamo preti, siamo delle macchine. Mediante le macchine gli animali vivi sono trasformati in roba commestibile. Noi trasformiamo gli uomini pericolosi in esseri innocui. E lo facciamo spezzandoli. Spezzandovi nel fisico, nello spirito e qui, nella testa. Qui succedono strane cose. Toglietevi dalla mente ogni speranza. E masturbatevi il meno possibile per non esaurirvi.”

dal film Papillon (1973) di Franklin J. Schaffner

“Nelle pagine della storia, di tanto in tanto, il fato si ferma a guardarti e ti tende la mano.”

dal film Bastardi senza gloria (2009) di Quentin Tarantino

“You’re a dirty bastard! That’s what you are! A dirty bastard!
Un little precisation, America. Voi americani dite sempre la parola bastardo, lo sai perché? V’o dico io. Perché c’avete una lingua molto, ma molto povera. Perché se io mi volessi abbassare a rispondere al tuo bastard, che a noi ce fa proprio ride, io ti potrei dare del figlio di madre ignota, del rotto nel posteriore, ti potrei mandare a fare nel medesimo, potrei fare appello anche ai tuoi morti, con eventuale partecipazione de tu’ nonno in carriola opzionale e coinvolgere tua sorella, notoriamente incline allo smandrappo e all’uso improprio della bocca, e allargà il discorso a quel grandissimo Toro Seduto de tu’ padre, a sua volta figlio di una città di cinque lettere cantata da Omero, che tu ‘n sai manco chi era perché sei ignorante. Are you ignorant!”

dal film Il tassinaro (1983) di Alberto Sordi

“E voi ve sete fatta tutta ‘sta strada pe piavve un vaffanculo?!”

da Delitto a Porta Romana (1980) di Bruno Corbucci

Maggio 6, 2019 Posted by | La pazienza è quella cosa che prima o poi sotto pressione diventa un vaffanculo | | 5 commenti

Venezia 75 Il cinema in mostra

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Cosa c’è di meglio che avere una giornata libera da impegni, da dedicare a qualcosa che ti affascina e ti sorprende?! Se poi hai anche la piacevole compagnia di un’amica e la complicità di una splendida mattinata settembrina, ecco che puoi fare qualcosa che sognavi da tempo: un salto al Lido di Venezia per visitare, lontano dai clamori e dalla confusione, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. 

Più precisamente, si tratta di un’esposizione sulla storia della mostra, il più antico festival di cinema al mondo, che terminerà il 16 settembre, nella quale si possono ammirare ben 680 foto stampate e 800 foto da monitor con sequenze tratte da 120 film.

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L’hotel des Bains

Le immagini, di cui molte inedite, ripercorrono gli anni che vanno dal 1932, quando fu inaugurata la mostra di Venezia ad oggi, la 75a edizione. Un percorso di grande suggestione e fascino reso ancor più ammaliante dalla splendida location utilizzata, quell’Hotel des Bains che, dopo anni di degrado, ha ripreso a vivere e che in un prossimo futuro dovrebbe riacquistare l’antico splendore.Un’emozione unica passeggiare per le spaziose sale dell’hotel che hanno accolto Greta Garbo, Marcello Mastroianni, Luchino Visconti… .

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Greta Garbo

Un sottile brivido sedersi nella sala che vide Dirk Bogarde/Gustav von Aschenbach innamorarsi di Björn Andrésen/Tadzio mentre il direttore dell’albergo, interpretato da Romolo Valli, si muoveva elegante nella decadente città, vera protagonista di Morte a Venezia, un film che il regista trasse dall’omonimo romanzo di Thomas Mann, scrittore innamorato della città lagunare.

Il percorso si snoda attraverso sale sulle cui pareti campeggiano volti e frammenti di film che hanno segnato in qualche modo la storia della mostra. Le immagini ritraggono Malcom Mac Dowell in Arancia meccanica, Daryl Hannah in Blade Runner, Sofia Loren, la coppia Delon-Schneider, Marlon Brando e Yves Montand, Clara Calamai, Romolo Valli, Juliette Binoche, Charlize Theron la quale è stata così gentile de concedermi un selfie e moltissimi altri.

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Con il premio Oscar Charlize Theron

Un’esposizione in cui domina il bianco e nero, simbolo di oltre trent’anni del cinema veneziano sublimato dal potente contrasto tra due tonalità padrone del cinema degli esordi e il colore tout court, forse meno affascinante ma più incisivo.Mentre giravo per le sale scattando foto come le giapponesi in vacanza premio, il mio sguardo correva sulla vastità dell’Hotel des Bains. Immaginavo la gente che nel corso del tempo ha pernottato e percorso le scale,i corridoi, ammirato il gigantesco Barovier di Murano, forse il lampadario in cristallo più grande mai costruito.

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Un’intensa Sofia Loren

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Claudia Cardinale

Per chi non lo sapesse, il des Bains è stato costruito nel 1900 e seguito, 8 anni dopo, dall’Excelsior; i due alberghi hanno contribuito in maniera determinante allo sviluppo della zona del Lido che da allora è diventata un’altra attrazione della Serenissima.Venezia… forse in nessun altro posto al mondo si respira l’aria del passato in maniera così palpabile. Ho ammirato tantissime immagini e scattato numerose foto, alcune delle quali ho allegato a questo sunto, ricordo di una giornata particolare ed emozionante non solo per la bellezza della mostra ma perché chi vi scrive ha tentato di uscire dalla porta girevole dismessa, rischiando di restare bloccata tra le massicce ante.Per chi dovesse trovarsi a Venezia nei prossimi giorni, l’invito caloroso è a visitare l’esposizione. Buon cinema a tutti.

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Alain Delon e Romy Schneider alla Mostra del 1960

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Mastroianni e Clara Calamai in Le notti bianche

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Malcom Mc Dowell in Arancia meccanica di Kubrick

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Daryl Hannah in Blade Runner di Ridley Scott

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Robin Williams

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Michael Caine

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I saloni della mostra

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Il manifesto dell’edizione del 1934

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 Pierre Clementi e Catherine Deneuve in Bella di giorno di Bunuel

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Il passato dell’Hotel des Bains

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settembre 13, 2018 Posted by | Miscellanea | | 3 commenti

Cinema:pensieri,parole e parolacce-Speciale donne e uomini

– Per un uomo non esiste crudeltà più grande dell’infedeltà di una donna.

– Per una donna c’è di peggio: la fedeltà forzata.

Dal film Venere in pelliccia di Roman Polański (2013)

Dicono che le donne siano più brave a mantenere i segreti. Ma ogni donna che abbia un po’ di cervello ti dirà che non è mai riuscita a leggere nel cuore di un uomo. Il cuore di un uomo è più duro della pietra.

Dal film Cimitero vivente di Mary Lambert (1989)

Le donne più disoneste hanno sempre le qualità degli uomini più onestissimi.

Dal film Casotto di Sergio Citti (1977)

Chi non parla mai male delle donne, non le ama. Perché per capirle e amarle devi soffrire per loro colpa. Allora e solo allora puoi trovare la felicità sulle labbra della tua diletta.

Dal film Il Casanova di Federico Fellini (1976)

Quando un uomo comincia a toccarti con le parole, arriva lontano con le mani.

Dal film Il postino di Michael Radford (1994)

Una malattia capita, una disgrazia capita. Ma a letto, se uno non vuole, non capita proprio un bel niente.

Dal film Se permettete parliamo di donne di Ettore Scola (1964)

Le femmine dovranno essere scelte tenendo presente le loro doti fisiche che dovranno essere stimolanti sessualmente.

Dal film Dr. Stranamore di Stanley Kubrick (1964)

Tutti noi vorremmo per moglie un incrocio fra una maestrina di scuola parrocchiale e una puttana da 500 dollari a notte.

Dal film Lenny di Bob Fosse (1974)

Lo sapete perché mi hanno fatto federale di Catania?! Perché sono stato con nove donne in una notte!

Dal film Il bell’Antonio di Mauro Bolognini (1960)

Il sesso, le cosce, due belle chiappe… Ecco la sola religione, la sola idea politica, la vera patria dell’uomo.

Dal film Profumo di donna di Dino Risi (1974)

Tu credi ancora che gli uomini ci amino come li amiamo noi? Gli uomini, vedi, godono della felicità che ricevono. Mentre noi possiamo solo godere della felicità che diamo. Loro non riescono assolutamente a dedicarsi esclusivamente anima e corpo a una sola donna.

Dal film Le relazioni pericolose di Stephen Frears (1988)

Ho già incontrato l’uomo giusto ma, purtroppo, lui non è innamorato di me e finché non smetterò di amarlo non ci sarà posto per un altro.

Dal film Quattro matrimoni e un funerale di Mike Newell (1994)

Gli uomini sdraiati sono disposti a concedere tutto.

Dal film Il mattatore di Dino Risi (1960)

La storia dell’intuito femminile farà vendere i romanzi gialli ma, nella vita reale, è roba da favole.

Dal film La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock (1954)

La femminilità, il fascino, la seduzione sono cose che non si imparano. Sono armi che si hanno o non si hanno.

Dal film 8 donne e un mistero di François Ozon (2002)

– Ma tu perché non ti trovi una brava ragazza?

– Io ne trovo di bravissime tutte le sere, mamma.

Dal film Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese (1990)

Quando fai sesso con una donna, sii gentile e ascoltala. Trattala con rispetto e dignità anche se non la ami.

Dal film Captain Fantastic di Matt Ross (2016)

– Mi fai venire voglia di essere un uomo migliore.

– Questo è forse il più bel complimento della mia vita.

Dal film Qualcosa è cambiato di James L. Brooks (1997)

A una femmina giovane, quando ha tutte le soddisfazioni, la faccia si rischiara.

Dal film Pane, amore e fantasia di Luigi Comencini (1953)

Ci sono giorni in cui avere in mano un ago, una stoffa, un libro o un uomo è la stessa cosa.

Dal film L’eclisse di Michelangelo Antonioni (1962)

agosto 22, 2018 Posted by | La pazienza è quella cosa che prima o poi sotto pressione diventa un vaffanculo | | 3 commenti

Cinema:pensieri,parole e parolacce-Speciale Romy Schneider e Alain Delon

                                                          

 

– E’ strano, Anna, ritrovarsi così dopo vent’anni… . Ma perché il nostro amore è finito così, senza ragione?
– Finito? Non per me. L’amore che ho per te non è mai, mai morto. Io sono una donna, Nino, e le donne non distruggono niente ma coltivano, conservano. Io non ho dimenticato ciò che ho vissuto. Ho tutti i miei ricordi, sopratutto quelli che ti riguardano. Tengo tutto dentro di me. Sai che ho ancora tutte le tue lettere?

Dal film Fantasma d’amore di Dino Risi (1981)

Figlie mie, oggi non potrete ascoltare la messa. Non sono ahimè in condizioni di spirito per celebrarla. I disegni divini sono imperscrutabili. Lui solo sa cos’è ingiusto o giusto.Noi siamo in balia dei venti del male e delle passioni. Io stesso, ministro del Signore, appena un’ora fa, ero qui sereno fra voi, lontano dalle città. in questa povera parrocchia sperduta nella landa e vivevo di preghiere, in colloquio col Signore, in un quasi paradiso. Ed ecco improvviso un vento di tempesta che sconvolge la mia pace e interrompe il mio colloquio! La parola è alla carne. Abisso chiama abisso. Amen.

Dal film L’uomo di Saint Michel di Jacques Deray (1971)

– Non sono maturo per il matrimonio.
– Come puoi dire che mi ami?
– Perché ti amo. Non sarebbe giusto sposarti adesso. Vedi, ho ancora un sacco di lava e lapilli da togliermi di dosso, e io voglio sposarti a fine eruzione.

Dal film Ciao Pussycat di Clive Donner (1965)

– E’ simpatica tua madre?
– Uhm, quando le va.
– E quando non le va?
– Allora è antipatica.

Dal film Tre uomini da abbattere di Jacques Deray (1980)

Qualche anno fa, sposò un tossicomane che l’ha trascinata sulla via della droga. E’ piombata così in una nevrosi tossico maniaca che le ha lasciato degli squilibri psichici e, in particolare, un comprensibile disgusto per gli uomini.

Dal film Esecutore oltre la legge di Georges Lautner (1974)

– Ecco cos’è che fa paura a mia madre: la miseria. Questa, sì.
– Fa paura a tutti… .

Dal film L’eclisse di Michelangelo Antonioni (1962)

No, non sono cieco. Lo vedevo bene, esattamente com’era. Io ho sempre giudicato quelli che amo, fino a soffrirne, ma mi dicevo che lui era giovane.

Dal film Il figlio del gangster di José Giovanni (1976)

– Ecco, mi sono truccata, mi sono pettinata, mi sono ripulita e mio marito è al cinema. Ecco… .
– Perfetto. Allora, visto che siamo qui, facciamo le cose in regola.
– In regola?
– Eh sì. Non è adesso che mi fa assaggiare il suo liquore preferito? Mi dica dov’è il bar e io le servirò subito da bere.
– Perché, ha molta sete?
– Sì… moltissima… .

Dal film L’importante è amare di Andrzej Zulawski (1975)

– Esco dalla galera.
– Ha ucciso qualcuno?
– Ero molto giovane… .
– E ora non vuole più essere un dottore?
– Non voglio più niente… . Sì, voglio del sole e del vino, del buon vino.

Dal film L’evaso di Pierre Granier-Deferre (1971)

– Di che paese sei?
– Sono nata in Germania.
– E come mai sei qui?
– Ero in un campo profughi nel Belgio. Ci hanno liberati subito.
– Ma perché non hai aspettato le truppe tedesche?
– Sono tedesca ma ebrea.
– E allora?
– Sai, da noi, a certa gente non siamo simpatici… vogliono sterminarci.
– Ma come sterminarvi?
– Sì… con la fame, il freddo, la paura… nei campi di concentramento.

Dal film Noi due senza domani di Pierre Granier-Deferre (1973)

– Scrive alla macchina con due dita?
– Sì, stavo scrivendo cattiverie sul conto suo.
– E’ uno strano mestiere raccontare quello che non si sa… 

Dal film La mia legge di Jean Chapot (1973)

– Volevo salutarti.
– Lo hai già fatto, stamattina.
– No, stamattina ho accettato di salutare un gigione, adesso saluto un uomo.

Dal film La Califfa di Alberto Bevilacqua (1971)

– Ciao, Lola.
– Buongiorno.
– Stai bene?
– Sto bene, sì.
– Hai pagato?
– Sì sì.
– Metti il cappello, prendi la borsa e vieni via.

Dal film Borsalino di Jacques Deray (1970)

– Dicono di non capire una parola di francese.
– Bene, se tra dieci secondi non capiscono, gli parlerò in un’altra lingua.

Dal film Notte sulla città di Jean-Pierre Melville (1972)

– Tu!
– Ce l’hai forse con me?!
– Voglio sapere il tuo nome!
– Vuoi che buchi anche te?!

Dal film dal film Sole Rosso di Terence Young (1971)

Se non ci siamo anche noi, quelli ti combinano la repubblica in quattro e quattr’otto. Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi.

Dal film Il Gattopardo di Luchino Visconti (1963)

Tu non vuoi partire. Hai paura di sentirtelo dire ma io te lo dico: tu mi ami perché sono qui ma, se devi attraversare la strada per raggiungermi, ci rinunci.

Dal film L’amante di Claude Sautet (1970)

Andrò alla messa delle donne. Lei vada a quella degli uomini. Sarò nascosta nel confessionale. Io la… l’aspetterò.

Dal film Che gioia vivere! di René Clément (1961)

Aspetterò che tu ti accorga di amarmi, per tutta la vita.

Dal film La piscina di Jacques Deray (1968)

 

Non esiste solitudine più profonda del samurai, se non quella della tigre nella giungla.

Dal film Frank Costello faccia d’angelo di Jean-Pierre Melville (1967)

Maggio 16, 2018 Posted by | La pazienza è quella cosa che prima o poi sotto pressione diventa un vaffanculo | | Lascia un commento

Cinema:pensieri,parole e parolacce-Parte 07

“Mamma è a casa che piange perché papà è un porco e va con le altre anche se lei è ancora bella e piacente: guarda che petto.”

Dal film Dimenticare Venezia di Franco Brusati (1979)

“- Buonasera, signor Barry, ve la siete fatta la mia signora?”
– Mi scusi, ma non capisco.
– Suvvia, signore, preferisco di gran lunga aver fama di cornuto che di imbecille!”

Dal film Barry Lyndon di Stanley Kubrick (1975)

“Un’isola è un’isola solo se la guardi dal mare.”

Dal film Lo squalo di Steven Spielberg (1975)

“Se mi toccate muore, se non sparite entro 30 secondi muore, se ritornate muore.”

Dal film 1997: Fuga da New York di John Carpenter (1981)

“- E il cane dov’è?
– Oh, ancora paura del cane! Gliel’ho detto, è tranquillo. L’ho anche fatto castrare.
– Ma signora, io il cane mica ho paura che m’inculi eh, ho paura che mi morda!”

Dal film Grandi magazzini di Pipolo, Franco Castellano (1986)

“- Quando ridi, dimostri dieci anni di meno.
– Quanti?
– Una quarantina.
– Beh, quando sto serio…
– No, quando ridi.
– Ne ho trentanove.”

Dal film La voglia matta di Luciano Salce (1962)

“- Senti questa: dove si trova un tetraplegico?
– Non lo so. Dove si trova?
– Dove lo hai lasciato!”

Dal film Quasi amici di Olivier Nakache e Éric Toledano (2011)

“È solo dopo aver perso tutto che siamo liberi di fare qualsiasi cosa.”

Dal film Fight Club di David Fincher (1999)

“Stare sulla corda è vita. Tutto il resto è attesa.”

Dal film All That Jazz di Bob Fosse (1979)

“Capitano, mi tolga una curiosità: cosa fa scattare prima il metal detector? Il piombo che ha nel culo, o la merda che ha nel cervello?”

Dal film Die Hard 2 di Renny Harlin (1990)

“Te lo dico con amore, comprensione e spirito di vera sorellanza: tu fai soltanto cagare!”

Dal film Il club delle prime mogli di Hugh Wilson (1996)

“Mademoiselle, i dipendenti del Pronto Soccorso, reparto suicidi, le offrono questo orologio d’oro come premio di assiduità.”

Dal film Ciao Pussycat di Clive Donner (1965)

“Sono impuro, bordellatore insaziabile, beffeggiatore, crapulone, lesto di lengua e di spada, facile al gozzoviglio. Fuggo la verità e inseguo il vizio.”

Dal film Brancaleone alle Crociate di Mario Monicelli (1970)

“Donne, l’avete sentito il padrone? La colpa è dei nostri uomini perché sono andati in guerra a farsi accoppare. La colpa è dei braccianti perché non solo lavorano, ma vogliono anche farsi pagare. La colpa è tutta nostra che abbiamo fame e ci viene il gozzo e la pellagra. Ed è ancora colpa nostra se ci muoiono due figli su tre. Al padrone gli va ancora bene se prendiamo un po’ del nostro grano e gli lasciamo il resto, per il momento.”

Dal film Novecento di Bernardo Bertolucci (1976)

“- Che uomo Mussolini! A Roma gli hanno offerto sei portafogli e lui li ha rifiutati tutti!
– Ha rifiutato i portafogli? Ma perché?
– Perché erano pochi.”

Dal film La marcia su Roma di Dino Risi (1962)

“Ci sono due tipi di uomini, solo due. Quel giovane è del tipo raro. Egli è nobile, ed è puro: è il tipo d’uomo che il mondo finge di ammirare ma che in realtà disprezza; è il tipo d’uomo che genera sgomento e infelicità, specialmente nelle donne. Capisci? (…) E c’è l’altro tipo: non è idealista, non è puro; ma è vivo.”

Dal film Il dottor Zivago di David Lean (1965)

“Ho sentito che Dio è svelto, ma dovrò affrontarlo personalmente prima di esserne convinto.”

Dal film Pat Garrett and Billy The Kid di Sam Peckinpah (1973)

“Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita.”

Dal film Shakespeare in Love di John Madden (1998)

“Dimmi, quando uno si sente completamente idiota, vuol dire che è innamorato?”

Dal film Finalmente domenica di Francois Truffaut (1983)

“Incapace di percepire la forma di te, ti trovo tutto intorno a me. La tua presenza mi riempie gli occhi del tuo amore, umilia il mio cuore, perché tu sei ovunque.”

Dal film La forma dell’acqua di Guillermo del Toro (2017)

“Ora se non le dispiace vorrei salutare mio marito, non ci siamo mai separati per un mese in questi ultimi 44 anni.”

Dal film Away From Her di Sarah Polley (2006)

aprile 20, 2018 Posted by | La pazienza è quella cosa che prima o poi sotto pressione diventa un vaffanculo | | 3 commenti

Cinema:pensieri,parole e parolacce-Speciale Clint Eastwood

Avete mai fatto caso che ogni tanto si incontra qualcuno che non va fatto incazzare?
… quello sono io.

Dal film Gran Torino di Clint Eastwood (2008)

È meglio che prendi nota: io sono cattivo, incazzato e stanco.
Sono uno che mangia filo spinato, piscia napalm e riesce a mettere una palla in culo
ad una pulce a 200 metri.

Dal film Gunny di Clint Eastwood (1986)

Myles, l’unica cosa di cui io e te possiamo parlare è che tu hai una malattia inguaribile
e ti manca il fegato di ammazzarti.

Dal film Assassino sull’Eiger di Clint Eastwood(1975)

– Sembra che non amiate la pace.
– Si può amare ciò che non si conosce e in cui non si crede?!
– Se resterete a San Miguel cambierete opinione.
– Decido io quando cambio opinione.

Dal film Per un pugno di dollari di Sergio Leone(1964)

Quando devo sparare, la sera prima vado a letto presto.

Dal film Per qualche dollaro in più di Sergio Leone(1965)

Vedi, il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola carica e chi scava.
Tu scavi.

Dal film Il buono, il brutto, il cattivo di Sergio Leone (1966)

– Ha seguito quell’uomo?
– Sì, l’ho pedinato ma quando ero fuori servizio, ed è evidente che non sono stato io a picchiarlo.
– Perché?
– Perché gli è rimasta qualche parte di faccia sana.

Dal film Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! di Don Siegel (1971)

– Sei un figlio di puttana calzato e vestito, Everett, non te l’ha mai detto nessuno?
– Solo gli amici intimi e i familiari.

Dal film Fino a prova contraria di Clint Eastwood(1999)

Quando uno vuole fare lo spaccalegna deve imparare a maneggiare l’accetta.

Dal film Cielo di piombo, ispettore Callaghan di James Fargo (1976)

– Se becchi uno con questa, devi raccogliere i pezzi se vuoi le impronte digitali… .
– Questa è una 44 Magnum automatica e spara proiettili esplosivi… . Se becchi uno con questa non se ne parla neanche di impronte.

Dal film Coraggio… fatti ammazzare di Clint Eastwood (1983)

I pareri sono come i coglioni: ognuno ha i suoi.

Dal film Scommessa con la morte di Buddy Van Horn (1988)

– Le posso fare una domanda?
– Ma certo.
– Cosa deve fare una ragazza per venire a letto con lei?
– Provi a bussare alla mia porta.

Dal film Una 44 Magnum per l’ispettore Callaghan di Ted Post (1973)

Ho bevuto una specie di cappuccino decaffeinato che sembrava bollito in un sospensorio.

Dal film Space Cowboys di Clint Eastwood (2000)

I vecchi sogni erano bei sogni… . Non si sono avverati… comunque li ho avuti.

Dal film I ponti di Madison Country di Clint Eastwood (1995)

Il domani non si promette a nessuno.

Dal film Potere assoluto di Clint Eastwood (1997)

Sai come dice il proverbio: Dio li fa e poi li accoppa!

Dal film Cacciatore bianco, cuore nero di Clint Eastwood (1990)

– Padre, un sermone straordinario, mi sono commosso.
– Cosa ti confonde questa settimana?
– Sempre la stessa cosa: Dio, la storia della Trinità… .
– Frankie, lo capiscono quasi tutti fin dall’asilo: è una questione di fede.
– Vuole dire una specie di pane burro e marmellata infilati nel medesimo sacchetto?

Dal film Million Dollar Baby di Clint Eastwood(2004)

Dieci anni fa stavo in un bar in Alabama e due stronzi hanno cominciato a darmi addosso: è stato il loro primo sbaglio. Tirarono fuori i coltelli ed è stato il secondo sbaglio. Non sapevano neanche usarli e questo è stato l’ultimo sbaglio che hanno fatto… .

Dal film Fuga da Alcatraz di Don Siegel (1979)

– Dì un pò, tu credi nella nobiltà del suicidio?
– No, però se vuoi farti saltare il cervello, prometto che non ti ostacolo, accomodati.

Dal film Nel centro del mirino di Wolfgang Petersen(1993)

Allora, sto uscendo. Se vedo qualcuno là fuori, l’ammazzo.
Se qualche figlio di puttana mi spara addosso, non ammazzo soltanto lui,
gli ammazzo anche la moglie e tutti i suoi amici. E poi gli brucio anche la casa.
Meglio che nessuno spari. Voglio che facciate per Ned un bel funerale!
E non azzardatevi più a sfregiare prostitute! Altrimenti torno e vi ammazzo tutti,
figli di puttana.

Dal film Gli spietati di Clint Eastwood (1992)

marzo 21, 2018 Posted by | La pazienza è quella cosa che prima o poi sotto pressione diventa un vaffanculo | | 6 commenti