Jus primae noctis
Ariberto da Ficulle è un piccolo nobile, arrogante e arrivista; per poter diventare signore di un feudo ha però bisogno di impalmare una nobildonna. Così sceglie di sposare Matilde, nipote del re, ma brutta da far spavento. Ariberto, frustrato, decide di angariare i suoi nuovi sudditi per sfogare la sua rabbia, e grazie ad un piccolo manipolo di mercenari e al suo nuovo potere di signore, prende a tiranneggiare i sudditi con balzelli di ogni genere.
Lando Buzzanca è Ariberto da Ficulle
Ma non tutti i villani sono disposti ad accettare il volere del signore; tra essi c’è Gandolfo, cervello finissimo e lucido, che si ribella alla tirannia, giocando tiri birboni ai danni di Ariberto. Che, stanco di essere preso in giro dal paesano, decide di ripristinare l’antica usanza dello Jus primae noctis, il diritto feudale del signore di giacere con la sposa nella prima notte di nozze. Gandolfo è innamorato di Venerata, una bellissima ragazza, e alla fine è costretto, cadendo in un tranello, a sposarla.
La bellissima Marilu Tolo è Venerata
Per Ariberto è il trionfo; ma proprio nel momento in cui si appresta a giacere con la donna, uno squillo di campane annuncia una rivolta popolare, al capo della quale c’è l’astuto Gandolfo, che come vendetta consuma la sua prima notte davanti al deposto signore. Cacciato dal suo feudo, Ariberto viaggia verso Roma per chiedere aiuto al papa.
Tra tutti i film del filone erotico-medioevale, questo di Pasquale Festa Campanile, Jus primae noctis, si segnala per una trama organica, per la presenza di bellissime donne, tra le quali vanno segnalate Marilu Tolo, una giovane e bella Enrica Bonaccorti, Ely Galleani, la compianta Ria De Simone.
Tra gli uomini, accanto ad un gigione Buzzanca, che in quel periodo girava una montagna di film, c’erano Montagnani, splendido e ironico nel ruolo di Gandolfo, il grande Paolo Stoppa e il caratterista Felice Andreasi.
Enrica Bonaccorti
Jus primae noctis, un film di Pasquale Festa Campanile,con Lando Buzzanca, Renzo Montagnani, Marilu’ Tolo, Felice Andreasi, Paolo Stoppa,Ely Galleani,Enrica Bonaccorti,Ria De Simone
Lando Buzzanca … Ariberto da Ficulle
Renzo Montagnani … Gandolfo
Marilù Tolo … Venerata
Felice Andreasi … Frate Puccio
Toni Ucci … Guidone
Paolo Stoppa … Il papa
Gino Pernice … Marculfo
Alberto Sorrentino Un mercenario
Giancarlo Cobelli … Curiale
Ely Galleani … Beata
Regia Pasquale Festa Campanile
Soggetto Ugo Liberatore
Sceneggiatura Pasquale Festa Campanile
Ottavio Jemma
Luigi Malerba
Fotografia Silvano Ippoliti
Montaggio Nino Baragli
Musiche Riz Ortolani
Le donne di Tinto Brass
Ho già parlato della carriera del cineasta veneziano; è il caso di guardare un pò le muse ispiratrici dei suoi film, con uno sguardo particolare alle 13 pellicole girate da Brass nel periodo tra il 1983, data di uscita di La chiave, prima pellicola dichiaratamente a sfondo erotico, interpretata da Stefania Sandrelli, fino a Monamour,film del 2005 che ad oggi resta il suo ultimo lavoro cinematografico.
Ornella Marcucci,Così fan tutte
Un percorso segnato da una crescita esponenziale dell’epidermide femminile, con una conseguente perdita di credibilità cinematografica, visto che si passa da un soggetto erotico, La chiave, esplicitamente scabroso, ma girato con una certa raffinatezza ed eleganza, e con una trama ancora presente, alle sue ultime fatiche, che guardano al sesso in maniera esplicita, con abbondante esposizione di nudi ai limiti del porno e con un’esposizione abbastanza penosa di falli maschili, molto spesso finti, che in definitiva cercano di esaltare il ruolo gaudente della filosofia di Brass, contestata e scurrile quanto si vuole, ma non priva di elementi di riflessione.
Serena Grandi in Miranda
Sarah Cosmi in Fallo!
Il successo di La chiave spinse Brass a tentare un’incursione che prendesse spunto da un classico della letteratura italiana, La locandiera di Goldoni. Nacque così Miranda, con protagonista Serena Grandi, nella quale la procace artista riveste il ruolo di una locandiera piuttosto disinibita, che, in attesa del ritorno del marito, disperso in guerra, non esita a divertirsi con gli avventori della sua locanda, prima di impalmare un suo dipendente. Il film ebbe un grosso risultato di audience, così, due anni dopo, Brass lancia la giovane Francesca Dellera in Capriccio, storia pruriginosa, anche se non priva di qualche eleganza formale, di una giovane coppia che si concede sani passatempi erotici, prima di tornare insieme più legati di prima.
Susanna Martinkova in Monella
Angela Ferlaino in Fallo!
La Dellera è quella che, in un film di Brass, si spoglia di meno; cosa che non accadrà invece alla debuttante Debora Caprioglio, che nel film Paprika del 1991, espone più volte le proprie abbondanti grazie agli sguardi dello spettatore. La trama, con qualche pretenziosità, vorrrebbe raccontare l’iter di vita di una giovane che, in accordo con il fidanzato, per abbreviare l’attesa per potersisposare, non esita ad entrare in una casa di tolleranza, poco prima della promulgazione della legge Merlin.
Rossana Di Pierro, Così fan tutte
Raffaella Offidani in L’uomo che guarda
Nel 1992 Brass lancia un’altra esordiente, Claudia Koll, nel film Così fan tutte, storia di un’adultera molto libertina che sperimenta tutto quello che il sesso può offrire in materia di trasgressione. Il successo sarà rilevante, e porterà la Koll, dopo questo esordio piuttosto imbarazzante, ad una carriera paradossalmente legata alle fiction, prima della sua conversione totale che la allontanerà dallo schermo. Nell’Uomo che guarda, girato due anni dopo e liberamente ispirato a Moravia, Brass abbandona anche le tematiche care, dandosi a un film in cui c’è un’imbarazzante sfilata di falli finti e di situazioni osè, che spesso confinano con l’hard core; delle “muse” di Brass, lanciate in questo film, si ricordano Cristina Garavaglia,Katerina Vassilissa,Raffaella Offidani e Martine Brochard,
Maruska Albertazzi in Fallo!
Katerina Vassilissa in L’uomo che guarda
che il regista aveva già scritturato per Paprika. delle prime tre non si sono più avuto tracce; la mancanza di una storia accettabile, le frequenti scene di sesso, non hanno funzionato nel caso di questo film da cassa di risonanza. Così l’anno successivo arriva un film assolutamente ai confini dell’hard, Fermo posta Tinto Brass,in cui la trama è praticamente inesistente; nello studio del regista, affiancato dalla solita procace segretaria, arrivano le lettere erotiche e un filmato di affezionati cultori di Brass, che raccontano le loro pruderie, prima di un finale assolutamente desolante. Le attrici del film si chiamano Cinzia Roccaforte, Erika Saffo Savastani, Carla Solaro,Cristina Rinaldi,Gabriella Brbuti,Alessandra Antonelli. Anche di loro si perdono ben presto le tracce, vista la scarsa mostra di abilità recitativa richiesta e mostrata nel film.
Francesca Nunzi,Trasgredire
Ancora la Nunzi in Monella
Nel 1997 Brass propone Monella, tentativo di riportare il suo cinema ad un minimo di credibilità per quanto riguarda la trama; questa volta la protagonista è Anna Ammirati,che interpreta il ruolo di una lolita che prima di convolare a nozze si concede qualche peccatuccio nemmeno tanto veniale. Per tre anni Brass resta fermo, prima di tornare alle produzioni erotiche sempre più basate sulla sua visione di una donna subdolamente erotica, pervasa, come dice lui, “dagli stessi aneliti dell’uomo, solo più nascosti”.Con Tra(sgre)dire lancia la bellezza nordica di Yuliya Mayarchuck,affiancata da quella più nostran di Francesca Nunzi;nel film, una bella ragazza sceglie di allontanarsi dal troppo geloso fidanzato, va a Londra, dove sperimenta anche l’amore saffico, oltre a collezionare qualche trasgressione che la appagheranno fisicamente.
Federica Palmer,Fallo!
Deborah Caprioglio, Paprika
Cristina Garavaglia in L’uomo che guarda
Con Senso 45, Brass tenta due anni dopo di rientrare dalla finestra in una dimensione cinematografica che privilegi la storia rispetto all’epidermide; un tentativo mal riuscito, nonostante la presenza della bella, matura e sensuale Anna Galliena, molto a disagio nella parte di una ricca e matura signora che cede ai sensi, tradisce il bolso marito concedendo i suoi favori ad un ufficiale nazista amorale, che punta solo ai suoi soldi. Il film ha un finale tragico, ma, nonostante le premesse permettessero lo svolgimento di un film di livello, lo stesso si perde in scene di sesso senza alcuna spiegazione.
Claudia Koll, Così fan tutte
Nel 2003 arriva Fallo!, in cui la trama ormai non esiste più; esistono, e si vedono, uno stuolo di belle ragazze: Maruska Albertazzi,Sarah Cosmi, Silvia Rossi, Raffaella Ponzo, Angela Ferlaino, Federica Palmer, interpreti dei vari episodi, tutti pruriginosi e spesso legati solo a trasposizioni su celluloide delle fantasie del regista. Con Monamour, forse il punto più basso in assoluto toccato da Brass, la solita tiritera delle avventure galanti di giovani e vogliose, oltrechè insoddisfatte mogli, tocca il punto più basso. L’interprete principale è Anna Jimskaja, ma vengono lanciate anche Nela Lucic e qualche altra disinibita attricetta.
Anna Galiena,Senso 45
A parte i casi di Stefania Sandrelli e Anna Galliena, le altre protagoniste dei film di Brass o erano esordienti o erano attrici dal passato poco significativo; La Dellera, la Caprioglio, Serena Grandi e Claudia Koll in qualche modo sono tiuscite a liberarsi del pesante fardello dell’interprete di film erotici; è accaduto a molte attrici del passato di passare attraverso il soft core, per poi lanciare la propria carriera in film di ben altro livello. Tutte le altre non sono più riuscite a scrollarsi di dosso il clichè di attrici brassiane, finendo spesso in produzioni di serie B, o in film che nessuno ricorda. L’ultima delle star lanciate da Brass fu Claudia Koll; che è stata anche l’attrice che ha rinnegato in toto il proprio passato, scegliendo una vitaben diversa da quella sotto i riflettori. Da allora sono passati 16 anni, e il cinema di Brass in pratica si è specializzato in una moderna versione dell’erotico d’autore in stile Emmanuelle o Histoire d’O; pellicole ormai destinate solo ad una fascia ben definita di pubblico.
Virginia Barrett,Fallo!
Anna Jimskaia,Fallo!
Anna Ammirati, Monella
Anita Sanders, Nerosubianco
Teresa Ann Savoy,Caligola
Sonia Topazio,Corto circuiti erotici
Paola Senatore,Action
Nicola Warren,Capriccio
Mirella D’Angelo,Caligola
Martine Brochard,Paprika
Luciana Cirenei,Paprika
Loredana Cannata,Senso 45
Laura Antonelli,Le sedicenni
Isabella Deiana,Cosi fan tutte
Cinzia Roccaforte,Fermo posta Tinto Brass
Valentina Demy,Paprika
Stefania Sandrelli da La chiave
Serena Grandi da Miranda
Raffaella Ponzo, Corti circuiti erotici
Nicola Warren, Capriccio
Loredana Cannata,Senso 45
Deborah Caprioglio,Paprika
Yulia Mayarchuck,Trasgredire
La commedia sexy all’italiana
Edwige Fenech nel film La patata bollente
Non c’è una data di nascita ufficiale del genere che viene oggi identificato come Commedia sexy all’italiana; non è possibile altresi determinare un padre putativo del genere, ma semplicemente basta dare un’occhiata ai titoli dei film che a partire dal 1969, lentamente, ma con costanza, invasero le sale cinematografiche, fino a ritagliarsi uno spazio ben preciso che all’epoca vide tanti detrattori, principalmente tra i critici ma anche tanti spettatori, che affollavano le sale per vedere film in cui alla pellicola che affrontava in modo più o meno graffiante i problemi della società mutuando così le peculiarità della Commedia all’italiana, si aggiungevano ben precise caratteristiche.
Il vero protagonista, il nudo integrale: Ines Pellegrini in Una bella governante di colore
Nei film comparivano spesso scene di nudo, più o meno integrale, con attrici dal talento assolutamente difforme; questa abitudine, di mostrare il nudo per esigenze di botteghino divenne ben presto un elemento caratterizzante dei film stessi, tanto che spesso finivano per mescolarsi a episodi etichettabili come commedia sexy, altri che di sexy avevano ben poco, essendo film drammatici o anche comici, che partivano però da visioni differenti delle tematiche specifiche.
Claudia Cardinale e la Spaak in Certo, certissimo, anzi…probabile
Per esempio, un film come Decameron, di Pasolini, divenne l’involontario capostipite della fortunata serie dei decamerotici, pur non condividendo praticamente nulla con essi, se non l’ambientazione medioevale e le scene di nudo. Praticamente la stessa cosa successe con i film polizieschi, da allora definiti poliziotteschi, ai thriller all’italiana, ai film horror e in definitiva a buona parte della cinematografia italiana.
Laura Antonelli in Sessomatto
La liberalizzazione dei costumi e della morale portò sugli schermi un elemento di novità, il nudo femminile, che fino ad allora era stato rigorosamente tabù, imbrigliato nelle maglie severe dei censori, che spesso, sopratutto sul finire degli anni sessanta agivano con mano di ferro sulle pellicole sospettate di essere contro la morale. Si pensi, per esempio, a film come Brucia ragazzo brucia, di Fernando Di Leo, con le sue fugaci scene di nudo, ma dal contenuto scabroso ovvero l’orgasmo femminile in una donna matura.Un film che fece scandalo proprio per la sua tematica, accompagnata dai primi timidi segni che il nudo bucava lo schermo. Uno dei primi registi a usare qualche fugace scena di nudo fu Pasquale Festa Campanile, autore di pregevoli pellicole come Con quale amore, con quanto amore, del 199, Dove vai tutta nuda dello stesso anno, Quando le donne persero la coda, una surreale commedia con un ottimo cast ambientata nella preistoria, con un linguaggio preso, o sarebbe meglio dire copiato, dal Brancaleone di Monicelli. Un altro regista degli esordi della commedia sexy fu Gianni Grimaldi, che diresse un film dal gran successo, La prima notte del dottor Danieli, con l’attore che più di tutti, proprio in quegli anni, girò pellicole a sfondo sexy o comunque infarcite di scene di nudo, Lando Buzzanca. Buzzanca divenne ben presto l’emblema italico del maschio assatanato, forse un po tonto ma tanto virile; interpreterà alcuni tra i più visti film dell’epoca,come Il merlo maschio, Homo eroticus, Il debito coniugale, Jus primae noctis, Il vichingo venuto dal sud
Ancora Edwige Fenech, dal film Giovannona coscialunga
Ricchi ricchissimi, praticamente in mutande
La parentesi del decamerotico, film esplicitamente e dichiaratamente a sfondo sexy, portò nelle sale cinematografiche un’esposizione sempre più rilevante di nudi femminili; questi film ben presto divennero una palestra in cui si misurarono molti dei caratteristi tipici della commedia all’italiana, e servirono da trampolino di lancio per attrici che con questi film costruirono parte della loro commedia, come Edwige Fenech,Marilu Tolo, Janet Agren, Femi Benussi,Barbara Bouchet e Cramen Villani, solo per fare qualche nome. Nomi a cui si aggiunsero quelli di attrici anche dal passato “impegnato”, come Ornella Muti, Agostina Belli, Laura Antonelli. Quest’ultima, interpretando Malizia, dette il via al filone “casalingo”, zie e nipoti, matrigne e nonne pronte a sedurre parenti o estranei, giovani imberbi e mariti fedifraghi.
Susan Scott in Il vizio di famiglia
Accanto a questi veri e propri filoni, si aggiunsero ben presto thriller a metà strada tra il noir vero e proprio e il thriller infarcito di sesso, con pellicole in cui la dose di sangue e terrore era pari all’epidermide mostrata sugli schermi. Questo interesse sempre più accentuato verso film con protagoniste le bellone di turno convinse i produttori a sfruttare fino in fondo quei film che portavano un elemento di novità nella programmazione;
avvenne così che il film La poliziotta, diretto dal grande Steno, si trovò a fare da battistrada a tutta una serie di film che avevano per protagoniste procaci difensori della legge, come la Fenech, che interpretò un sequel di gran successo, La poliziotta fa carriera, sostituendo il ruolo che era stato della Melato, con evidenti intenti satirici, con quello della procace e avvenente poliziotta Gianna che fa carriera con il cervello ma anche con le curve.
Lori Del Santo in L’onorevole con l’amante sotto il letto
Parallelamente nascono altri filoni; quello delle insegnanti e delle alunne, dei professori, liceali e via discorrendo, in cui ancora una volta bellezze quasi sempre nostrane, come Gloria Guida, Lilli Carati ecc. incarnano le voglie nemmeno tanto nascoste di assatanati studenti, così come vengono guardate con occhi concupiscenti le insegnanti che siano di scienze naturali o di lettere: va tutto bene, purchè la Lassander di turno, o la Cassini, mostrino seni e glutei, in commedie che ben presto perdono anche l’originalità, trasformandosi in cloni. Un film assomiglia all’altro, la Fenech, per esempio, è contemporaneamente dottoressa in un film, insegnante nell’altro, mentre viene molestata nel ruolo di zia o addirittura di nonna. Sfruttando al massimo il momento, si inaugura la serie piuttosto becera dei marinai, film ambientati sulle navi, o anche in caserma. Lino Banfi,Annamaria Rizzoli, Renzo Montagnani,Nadia Cassini,l’immancabile Fenech,girano commedie a volte divertenti, a volte becere e sguaiate.
Michela Miti e Lino Banfi in Vieni avanti cretino
Bene o male anche questo elemento è destinato a diventare destabilizzante; il finire degli anni 70 vede un concorrente temibile per il cinema. Sono nate le tv private, che inondano gli schermi proprio di queste pellicole, contribuendo in maniera decisiva all’agonia del cinema. Così la stagione della commedia sexy termina con la sua parte più becera e penosa, la triste serie dei Pierini, dove all’impianto cinematografico classico si sostituisce quello della gag triviale e da caserma. Protagonista è Alvaro Vitali, che aveva peraltro un passato onesto, avendo girato film anche con Fellini.
Nadia Cassini in Tutta da scoprire
Siamo al crepuscolo, alimentato anche da registi che, grazie alle ormai larghe maglie della censura, propongono film erotici in cui il sottile confine con l’erotismo sfocia nel porno, spesso e volentieri. Malombra, Maladonna e via dicendo sono film che si spingono verso il voyeurismo, cosa che diverrà la regola nei film di Brass, che inaugureranno negli anni 80 il cosiddetto erotico d’autore. Agli inizi degli anni 80 la commedia sexy muore, con qualche rimpianto da parte di alcuni, con molti sospiri di sollievo da parte dei più. L’avanzare sugli schermi del nudo e del porno estremo, reclamizzato dai famosi cinema a luce rossa segna la divisione netta tra cinema per adulti e cinema per tutti.
Janet Agren in L’onorevole con l’amante sotto il letto
Molti film perdono l’inquietante Vietato ai minori di anni 18, a tutto vantaggio dei film porno. In definitiva la stagione della commedia sexy può essere vista sotto molte angolature; una di evoluzione e cambiamento del costume, legato a necessità diverse dello spettatore,un’altra che porta la stessa dagli splendori di inizio decennio 70 al buio di inizi decennio ottanta, simboleggiato da un film, Non stop sempre buio in sala, che segna il passaggio dal soft al porno. Vanno definitivamente in archivio donne e madonne rinascimentali e medioevali, poliziotte e professoresse, zie e nipoti, cameriere e dottoresse.
Un film fortunato si intitola in maniera inequivocabile W la foca; scriverlo con la i sarebbe stato spudorato, e a quel punto l’epitaffio si trasforma in pietra tombale. il genere muore, per lasciare il posto ad una nuova stagione della commedia sexy, che cambia pelle e titoli. E’ il momento delle vacanze di natale, pasqua e sulla neve, al mare e ovunque venga spinta la fantasia dei registi.
Il fidanzamento
Le protagoniste femminile della commedia sexy sono tantissime; stelle, stelline, semplici starlette o anche comparse, attricette alle prime armi, ragazze desiderose di mettersi in mostra oppure semplicemente ragazze che guadagnano qualche soldino come comparse o figuranti. Un’armata che partecipa alla commedia sexy con la voglia di affermarsi, di mettersi in luce, sognando un futuro nel dorato mondo del cinema, che permette l’appagamento dei propri sogni, l’affermazione personale e come logica conseguenza, fama e denaro.
Per la stragrande maggioranza di loro non sarà così; è solo una percentuale esigua a rivelare doti tali da permettere di mettersi in luce, di diventare una star.
Carmen Villani, protagonista di Ecco lingua d’argento
La commedia sexy forse è la via più difficile per la vera notorietà; un’attrice che compare nuda nella miriade di film che costellano il percorso di questo particolare filone cinematografico viene guardata con sospetto dai registi di calibro superiore, da coloro cioè che puntano ad un cinema di qualità.
Così, per molte attrici, diviene davvero difficile mostrare che “oltre le gambe c’è di più” ; la stragrande maggioranza di loro finirà ben presto nel dimenticatoio, una minoranza riuscirà ad ottenere scritture per film chiamiamoli d’autore, pochissime procederanno nella carriera verso tappe più esaltanti.
Dagmar Lassander spiata in Classe mista
Non di rado accade anche che la notorietà abbia effetti imprevisti e sopratutto dolorosi; il mondo del cinema avvolge lentamente e poi stritola coloro che non riescono a rimanere distaccati dalle tentazioni, dalle lusinghe che inevitabilmente si trasformano in sirene.
Un abbraccio mortale che porta alle volte alcune di loro a dare una svolta drammatica alla propria vita; la commedia sexy è solo la punta di un iceberg, un iceberg fatto di tante facce, alcune molto oscure.
La vita extra cinema finisce per essere direttamente coinvolta nel lavoro, si deve coltivare l’amicizia con quel produttore, con quel regista per sperare in una parte; la bravura spesso non conta, conta la disponibilità ad entrare nel famoso letto dell’uno o dell’altro, nelle grazie dello sceneggiatore oppure di quell’attore che può metterci la parola giusta.
Sydne Rome in 40 gradi all’ombra del lenzuolo
Accettare compromessi spessi è l’unica maniera per avanzare; così le più scafate fanno strada, le altre o hanno davvero talento o ritornano nel nulla.
Ci sono poi le debolezze private, mutuate purtroppo da quel mondo fatto di scarsi valori morali; così si cede ai vizi, in primis quello della droga.
Alcune di loro, come la Senatore, la Schubert, Lilli Carati, affronteranno un vero e proprio viaggio all’inferno, con risultati drammatici.
Ma qualcuna davvero ce la fa, diventa una star e mostrerà il talento posseduto proseguendo con successo la carriera.
E’ il caso di una delle regine della commedia sexy, Edwige Fenech, che attraverserà da protagonista la storia della commedia sexy, ricavandone notorietà che le servirà per lavorare anche in altri generi.
La bellissima attrice passerà con disinvoltura dalla commedia sexy al thriller, dalla commedia in senso lato al cinema drammatico, sempre con risultati discreti.
Tra le regine c’è Barbara Bouchet, anche lei camaleontica, in grado di sostenere ruoli drammatici o comici, di lavorare senza problemi in film polizieschi o noir, nei thriller come nelle commedie sexy; la caratteristica della Bouchet è anche quella di non accettare pellicole di infimo ordine, il che mostra l’intelligenza della donna consapevole della sua bravura, ma anche dei suoi limiti.
E’ il caso anche di Orchidea De Santis, affascinante, sinuosa, con ottime capacità espressive; un potenziale enorme non completamente sfruttato, per la miopia di molti registi. Anche lei ha avuto l’accortezza di non infilarsi nelle produzioni più scadenti; così come Laura Antonelli, probabilmente l’attrice simbolo del cinema italiano per un intero decennio, capace di lavorare con registi del calibro di Visconti e al tempo stesso di girare film classici della commedia sexy.
La Antonelli, almeno per tre quarti della sua carriera, ha selezionato con cura i copioni, riuscendo ad elevarsi sulla media evitando le pellicole più dozzinali e scarse qualitativamente; il tutto fino al punto di rottura,coinciso purtroppo con l’età e con le rughe, con le debolezze private che l’hanno portata a far uso di cocaina e sopratutto con il non aver accettato i segni dell’età e con la disastrosa decisione di ricorrere ai chirurghi estetici, che ne hanno devastato il volto, rovinandole cosi la vita in tutti i sensi.
Le attrici della commedia sexy sono davvero tante, come dicevo all’inizio un nugolo; alcune di loro hanno interrotto la carriera una volta sfiorita la bellezza che aveva permesso loro di mettersi in mostra.
Nadia Cassini è una di loro, mentre per altre hanno giocato motivazioni diverse.
La fine del genere, o meglio, la sua trasformazione in qualcosa di diverso, la commedia erotica pura, ha segnato la fine di quasi tutte le carriere.
Sono state davvero poche quelle che hanno scelto di seguire l’onda, finendo poi per pagare un prezzo altissimo.
Nel cinema esiste anche un ricambio generazionale, e l’inizio degli anni ottanta ha segnato anche questo, ovvero l’avvicendarsi sullo schermo di volti nuovi.
Di che segno sei?
Ma lo spettatore di qualsiasi generazione non ha di certo dimenticato le attrici di quel periodo, che siano Annamaria Rizzoli o Susan Scott, Gabriella Giorgelli oppure la bellissima Femi Benussi, Malisa Longo o Gloria Guida.
Il cinema stesso evolve, le caratteristiche richieste alle attrici cambiano di conseguenza;oggi, per tutta una serie di fattori concomitanti, è molto difficile affermarsi solo perchè si è in possesso di un bel fisico.
La selezione è molto più dura, anche perchè si girano meno film, i produttori sono meno propensi alle scommesse.
Classifica al botteghino 1981
1) Innamorato pazzo di Castellano & Pipolo
con Adriano Celentano, Ornella Muti, Adolfo Celi, Milla Sannoner, Enzo Garinei
Giudizio:
2) Il Marchese del Grillo di Mario Monicelli
con Alberto Sordi, Paolo Stoppa, Flavio Bucci, Cochi Ponzoni, Leopoldo Trieste, Marina Confalone, Renzo Rinaldi
Giudizio:
3) Il tempo delle mele (La boum) di Claude Pinoteau
con Claude Brasseur, Brigitte Fossey, Sophie Marceau, Denise Grey, Bernard Giraudeau
Giudizio:
4) Culo e camicia di Pasquale Festa Campanile
con Enrico Montesano, Renato Pozzetto, Maria Rosaria Omaggio, Daniela Poggi, Leopoldo Mastelloni
Giudizio:
5) I predatori dell’arca perduta (The Riders of the Lost Ark) di Steven Spielberg
con Harrison Ford, Karen Allen, Paul Freeman, John Rhys-Davies, Denholm Elliott, Wolf Kahler, Anthony Higgins
Giudizio:
6) Nessuno è perfetto di Pasquale Festa Campanile
con Renato Pozzetto, Ornella Muti, Lina Volonghi, Felice Andreasi, Massimo Boldi
Giudizio:
7) Eccezzziunale… veramente di Carlo Vanzina
con Diego Abatantuono, Massimo Boldi, Teo Teocoli, Stefania Sandrelli
Giudizio:
8- Excalibur (Excalibur) di John Boorman
con Nigel Terry, Helen Mirren, Nicol Williamson, Nicholas Clay, Cherie Lunghi, Gabriel Byrne, Liam Neeson
Giudizio:
9) Fracchia la belva umana di Neri Parenti
con Paolo Villaggio, Lino Banfi, Anna Mazzamauro, Massimo Boldi, Gigi Reder, Gianni Agus
Giudizio:
10) I fichissimi di Carlo Vanzina
con Diego Abatantuono, Jerry Calà, Mauro Di Francesco
Giudizio:
Classifica dei film oltre la decima posizione:
11) Agente 007 – Solo per i tuoi occhi di John Glen
con Roger Moore, Carole Bouquet, Cassandra Harris, Topol, Julian Glover
Giudizio:
12) Il tango della gelosia di Steno
con Monica Vitti, Diego Abatantuono, Jenny Tamburi, Philippe Leroy, Tito LeDuc
Giudizio:
13) Borotalco di Carlo Verdone
con Carlo Verdone, Eleonora Giorgi, Angelo Infanti, Christian De Sica, Isa Gallinelli
Giudizio:
14) La pazza storia del mondo (History of the World – Part I) di Mel Brooks
con Mel Brooks, Dom DeLuise, Sid Caesar, Madeline Kahn, Cloris Leachman, Harvey Korman, Ron Carey, Spike Milligan, Barry Levinson
Giudizio:
15) Pierino contro tutti di Marino Girolami
con Alvaro Vitali, Riccardo Billi, Enzo Liberti, Marisa Merlini, Francesca Romana Coluzzi, Michela Miti
Giudizio:
16) 1997 Fuga da New York (Escape from New York) di John Carpenter
con Kurt Russell, Ernest Borgnine, Lee Van Cleef, Donald Pleasence, Isaac Hayes, Adrienne Barbeau, Harry Dean Stanton
Giudizio:
17) Cristiana F. – Noi i ragazzi dello Zoo di Berlino di Uli Edel
con Nadja Brunckhorst, Thomas Haupstein, Christiane Reichelt
Giudizio:
18- Red e Toby nemici amici (The Fox and the Haunt) di Art Stevens & Ted Berman & Richard Rich
Giudizio:
19) Bolero (Les uns et les autres) di Claude Lelouch
con Robert Hossein, Nicole Garcia, Geraldine Chaplin, James Caan, Daniel Olbrychski, Macha Méril
Giudizio:
20) La casa stregata di Bruno Corbucci
con Renato Pozzetto, Gloria Guida, Lia Zoppelli, Marilda Donà
Giudizio:
Brancaleone alle crociate
Brancaleone da Norcia è in viaggio con la sua accozzaglia di straccioni e sbandati, diretto verso la Terra Santa per “liberare lo Santo sepolcro”
Ma è destino che la sventurata banda non ci arrivi;attaccato,il gruppo viene sterminato, ad eccezione di Brancaleone che,quando rinviene da un colpo preso in battaglia, resosi conto dell’accaduto, invoca la morte per mettere fino “ a lo disonore mio”
All’improvviso la morte appare davvero, e Brancaleone, spaventato, le chiede una tregua, onde possa riscattarsi dalla sua onta. Si mette in viaggio con una raccogliticcia armata di straccioni, fra i quali c’è un tedesco, Thorz, al quale ha fermato il braccio mentre quest’ultimo si apprestava ad affogare il rampollo infante di un re normanno, una strega, Tiburzia, strappata al rogo, e Pattume, un uomo che si è reso, a suo dire, colpevole di una atto così infame che “orecchie umane non possono udire”
Trascina quest’ultimo dal santo eremita Pantaleo, per chiedere perdono delle malefatte,ma questi,udito l’inconfessabile segreto, inorridisce, e lo stesso pattume viene inghiottito da una voragine. La avventure continuano; l’armata si imbatte in un lebbroso, e accoglie anche quest’ultimo personaggio tra le sue fila; in realtà il lebbroso è una principessa, Berta. Dopo aver incontrato papa Gregorio e il suo avversario, l’antipapa Clemente, e aver diramato la questione con un giudizio di dio, finalmente la strampalata armata si imbarca per la Terra Santa.
Qui Brancaleone consegna il piccolo al padre e viene da questi nominato barone; potrebbe impalmare anche la bella Berta se un incantesimo fatto da Tiburzia non gli facesse perdere il duello decisivo con il campione dei musulmani.
Inferocito, Brancaleone insegue Tiburzia nel deserto, dove però riappare la morte, venuta a reclamare il suo credito. Sarà la giovane strega a salvargli la vita, morendo e liberando così Brancaleone dal suo debito.
Girato nel 1970 da Monicelli, dopo lo straordinario successo di L’armata Brancaleone,del 1966, questo secondo episodio mantiene le promesse del primo, anche se il riscontro del pubblico non fu altrettanto lusinghiero;tuttavia il film fu gradito moltissimo, grazie alla presenza di un cast di livello,con attori caratteristi davvero bravi, come Proietti,Villaggio,la Sandrelli,la Loncar e Adolfo Celi.
Brancaleone alle crociate, Un film di Mario Monicelli. Con Vittorio Gassman, Paolo Villaggio, Adolfo Celi, Stefania Sandrelli, Beba Loncar, Lino Toffolo, Luigi Proietti, Alberto Plebani, Franco Balducci, Gianrico Tedeschi, Renzo Marignano, Sandro Dori, Christian Alegny, Augusto Mastrantoni. Genere Commedia, colore 116 minuti. – Produzione Italia 1970.
Vittorio Gassman: Brancaleone da Norcia
Adolfo Celi: Re Boemondo
Stefania Sandrelli: Tiburzia da Pellocce
Beba Loncar: Berta d’Avignone
Gigi Proietti: Pattume, Colombino
Lino Toffolo: Panigotto da Vinegia
Paolo Villaggio: Thorz
Gianrico Tedeschi: Pantaleo
Sandro Dori: Rozzone
Gianluigi Crescenz: Taccone
David Norman Shapiro: Zenone
Angiola Baggi: Tiburzia de Pellocce
Noemi Gifuni: Berta d’Avignone
Nino Dal Fabbro: Panigotto da Vinegia
Enzo Liberti: Rozzone
Fotografia: Aldo Tonti
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Effetti speciali: Armando Grilli
Musiche: Carlo Rustichelli
Scenografia: Mario Garbuglia
“Sono impuro, bordellatore insaziabile, beffeggiatore, crapulone, lesto di lengua e di spada, facile al gozzoviglio. Fuggo la verità e inseguo il vizio.”
“Aiitaaa! Chi ode questo mio richiamo mi soccorra! Ohidimé! Chi me l’avesse detto dover rifar la… la fine dello sòricio [sorcio], nella fonda tenebra! “Opritemi! Traetemi di qua! (Brancaleone rimasto sotto lo scafo ribaltato della nave)”
“Gente mia, dove ne siete? “
“Et così moiano capovolti tutti li scismatici che capovolgono la verità “
“E voaltri, voaltri ignominiosi, come osaste restar vivi tra cotanti morti? Chi vi dette tanto infame coraggio? “
“Panigotto, a ben’anco tu sie verboso alquanto talora sei di bon consiglio, ma ch’io vi ponsi. “
“E facetelo zittire questo pupo, ché qui non si chiude oculo!”
“Et ora pendoliamo fianco a fianco come morte foglie, e lo vento benevolo a tratti un po’ ci ravvicina. “
“Né voglio vedere lacrime, né indugi, né mi dicere volemo restare con te, volemo combattere, volemo questo e volemo quello… “
“Fatevi sotto, fatevi sotto ché non temo anco se arrovesciato!”
“Lo vostro papa dice: pappate, pappate senza tema, ché forse li doni saranno più graditi allo santo cui furono destinati se essi serviranno a satollare otto cristiani affamati. “
“E qual mai potrìa esse lo meo iudicio, che da qua suso ommeni terragni tutti uguarmente brutti io vi contemplo? “
“Non sapio notare! [nuotare] “
“Childericu, figghiu miu, sia rennùta grazia a Diu! Ah Turoni, sitibondu dellu scettro di Boemondu, sii frategghiu miu minori, ma in ferocia sii maggiori! Nì tempesta, nì cicluni, ponnu stare a paraguni col tremuoto dellu cori di un regali genitori, che ritrova il suo picciottu che pensava fosse mottu!”
“Santu cielu! Che vidìa? Chistu non è figghio a mmia!”
“Re Boemondo, scusa se parlo a te da paro a paro, ma lo sdegno meo si esprime rispondendo per le rime. Lo tuo seme è vivo e sano grazie a sette sgorbi e un nano. Ed in premio? Una contea? No! Nemmanco per l’idea! Ardi un foco: per ci dare uno lauto desinare? Nooo! Né pranzi né castella, tu ci abbruci la donzella! Oh nessuno certo è più magnifico d’un re!”
“Un sol grido un solo idioma: scapòma! “
L’opinione di Giudag dal sito http://www.mymovies.com
Brancaleone (Gassman), amareggiato per non esser riuscito ad impedire il massacro dei fedeli guidati da Zenone, stringe un patto con la Morte per riscattare la propria felloneria. Raccimolando nuovamente uno sciame di pezzenti sotto la propria guida si dirige nelle Terre Sante per trovare la sua morte eroica.
Sebbene si avverta lo stacco col primo film, specialmente per la perdita dei personaggi (in particolare Gian Maria Volonté ed Enrico Maria Salerno, sostituito da David Norman Shapiro) Brancaleone alle Crociate regge discretamente la prova, innanzitutto per la bravura di Gassman, ma specialmente grazie
all’ottimo cast: Villaggio, Toffolo, Proietti (che recita nei ruoli della Morte, il santo stilita Colombino e Pattume), Celi e non meno importante Stefania Sandrelli; in più la visione di quel Medioevo pecorone del primo film si fa inesorabilmente più tragica (la ballata degli impiccati, il rogo delle streghe),
ma allo stesso tempo più ricca e varia. La sceneggiatura tuttavia risulta meno compatta e lineare, con alcune parti troppo a sé stanti (la faccenda di Pattume) ed alcuni snodi risolti sbrigativamente come il passaggio frettoloso della scena dall’Italia alla Terra Santa. Ottima colonna sonora.
L’opinione di Jonas dal sito http://www.filmtv.it
Sequel di L’armata Brancaleone, che si concludeva appunto con la partenza dei nostri per la Terrasanta al seguito del monaco Zenone. A parte il protagonista, rispetto al primo episodio la squadra è completamente rinnovata: in particolare va segnalato l’ingresso del soldato vigliacco Paolo Villaggio (col consueto accento da professor Kranz),
del penitente Gigi Proietti e della strega Stefania Sandrelli, mentre Beba Loncar sostituisce Catherine Spaak nel ruolo della biondona oggetto dei desideri maschili. Non cambia invece la sostanza, e il gioco è ormai risaputo, anche se si cerca di rivitalizzarlo con qualche invenzione: la sfida con la Morte in stile Il settimo sigillo,
i discorsi degli impiccati, i dialoghi in ottonari a rima baciata (espediente tirato un po’ troppo per le lunghe).
Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com
Cangaceiro
Così come l’opera prima anche questo è un film soprattutto da ascoltare, carico di nuove peripezie linguistiche che sfociano nella parte con Celi mirabilmente recitata quasi tutta in rima. I dialoghi sono come una linfa vitale che anima una disavventura errabonda episodica e macchinosa, in cui i guizzi divertenti
soffocano tra parentesi stiracchiate francamente noiose (ma il capostipite tutto sommato non era da meno). Gassman ancora sugli scudi rende Brancaleone eroico nel finale desertico e metafisico, mentre la Sandrelli dà freschezza al gruppo.
Gugly
Sequel che come qualità può essere eguagliato al primo film; momenti comici a parte, colpiscono le stoccate all’intolleranza (la caccia alle streghe, l’albero degli impiccati); Gassman si conferma attore “grande” per prestanza fisica, capace di ridursi ad un norcino scalcagnato e sfortunato.
Fra i comprimari la menzione speciale spetta a Celi, che ricorda delle sue origini siciliane per mettere in scena la versione in carne ed ossa dei pupi.
Fabbiu
Brancaleone da Norcia (un teatralissimo Gassman che da la massima prova di se nei monologhi) verso la Terra Santa a capo di un’armata di sfigati: un cieco in groppa a un burbero, un soldato tedesco (Paolo Vilaggio, il minore tra tutti), un peccatore masochista, una strega,
un nano e un “lebbroso” che li segue a debita distanza. Le scenografie sono deliziose e il mix latino-arcaico volgare che contraddistingue la parlata raggiunge apici di genialità assoluta (un po’ meno quando per l’abbondante parte finale diventa tutto in rima). Divertente.
Rambo90
Monicelli si diverte a gettare i suoi “eroi” in imprese ancora più assurde e grottesche che nel prototipo e il risultato è molto divertente, nonostante una durata forse eccessiva. Gassman è grande, ben coadiuvato da un cast completamente rinnovato: Celi che parla in rima,
Villaggio alemanno e un’incantevole Sandrelli sono comprimari di grande spessore (ma anche Proietti che si divide in ben tre parti). Bellissimo da un punto di vista visivo il duello con la morte. Colonna sonora fondamentale.
Jandileida
Stessi pregi e stessi difetti per il Brancaleone che si getta a liberar il sacro sepolcro. Migliora molto la scrittura e la struttura della storia, più omogenea e con l’ottima intuizione, che ricorda la scrittura cortese, di far introdurre i singoli episodi da dei cartelli;
purtroppo però i momenti di stasi permangono e sembra quasi che la maggior cura nello scrivere la storia abbia fatto perdere un po’ della sgangherata freschezza del primo episodio. Insomma, io ho riso pochino ma alcune scene sono ottime (come la lotta con la Morte nel deserto).
Quando il cinema fa flop
La macchina o la fabbrica dei sogni, Hollywood, non ha conosciuto solo successi e incassi. Ha avuto viceversa produzioni costose, fastose, che si sono rivelate fallimenti clamorosi al botteghino. Film non necessariamente brutti, ma semplicemente o troppo complessi, come nel caso del capolavoro di Cimino, I cancelli del cielo o al contrario così deludenti dopo l’uscita nelle sale da determinare il passaparola che decreta sempre, da parte del pubblico, il successo o il fiasco al botteghino.
Isabelle Huppert in I cancelli del cielo
Un altro flop: Flash Gordon
Il cinema vive sul biglietto staccato al box office; una regola commerciale e impietosa; oggi, a mitigare la delusione dei produttori arriva il mercato dell’home video, permettendo alle major cinematografiche di rifarsi, almeno in parte, delle somme investite. Ci sono film, come Waterworld, di Kevin Kostner, costati uno sproposito e poi rivelatisi un fallimento clamoroso, che nel corso degli anni successivi alla sua uscita ha recuperato parecchio proprio grazie al mercato dell’home video;lo stesso si può dire del faraonico Dune, di David Lynch, oggi diventato un autentico cult, ma che all’epoca dell’uscita nelle sale incassò a mala pena un decimo della somma spesa per girarlo.
Jennifer Lopez in Gigli
Dustin Hoffman,protagonista di Ishtar
Arnold Schwarznegger nel clamoroso fiasco Last action hero
Ho citato tre film che sono stati un’autentica sciagura per le case che li hanno prodotti; paradossalmente, i tratta di tre ottimi film, sopratutto I cancelli del cielo. Un western atipico, girato da Cimino sull’onda del grandissimo successo di Il cacciatore; un film straordinario, un affresco potente e drammatico della storia nascosta degli americani, quella che non amano ricordare; un film assolutamente unico per fastosità, ambientazione e per la bellezza lirica delle immagini usate.
Per quegli strani giochi del destino che determinano il successo o il fiasco di una produzione, il film di Cimino mandò in bancarotta la United Artist, che lo aveva prodotto. Altro esempio di cinema di assoluto livello bocciato ai botteghini è Dune; chi non ha letto Herbert, l’autore del ciclo di romanzi da cui è tratto il film non può capire la difficoltà di condensare in tre ore una storia complessa e ingarbugliata come quella della saga di Arrakis, degli Harkonnen, del duca Leto; e Lynch, il regista, ci mise del suo, costruendo un film geniale e visionario, ma molto lontano dal classico film hollywoodiano, dai gusti del pubblico. Con il risultato di mandare in crisi De Laurentis.
Ragtime
Silvester Stallone nello sfortunato Rambo III
Waterworld, di Kostner, è effettivamente un film pieno di buchi, ma dignitoso; costato uno sproposito, vide i tempi della sua realizzazione dilatati, scenografie sontuose, liti e risse verbali tra produzione e regista, con il risultato di fare fiasco al botteghino. Stessa sorte, anche se sicuramente meno deficitaria rispetto agli investimenti, toccò agli inizi degli anni 60 a Cleopatra, il film diretto da Mankiewicz, che costò uno sproposito e incassò meno della metà al botteghino. Il film, peraltro dignitoso, ebbe un suo seguito più per la storia d’amore tra i protagonisti, Liz Taylor e Richard Burton, che per le sue doti.
Il flop di Kostner, Waterworld
Uno degli insuccessi meno prevedibili e più grandi fu quello di Last action hero, diretto da John Mc Tiernan; il film, che voleva essere una parodia degli action americani, contava sulla presenza, nel cast, di Arnold Scwarznegger; lungi dall’essere attratti, gli spettatori, davvero pochi, bocciarono senza pietà una pellicola effettivamente debole. Buon per Spielberg che rifiutò la direzione del film, visto che stava preparandosi a girare il suo capolavoro, Schindler list. Mc Tiernan, che veniva da Caccia a ottobre rosso, ma anche dal clamoroso fiasco di Mato grosso,riuscirà a riprendersi solo con Die hard.
1941 allarme a Hollywood, il fiasco di Spielberg
Una scena dal film Beloved
Bounty,con un giovane Mel Gibson
Un altro clamoroso fiasco ai botteghini fu Un sogno lungo un giorno, di Coppola;troppo in anticipo sui tempi,il film costò al regista la perdita della Zootrope,la neonata casa di produzione fondata con molte speranze e che invece fallì miseramente. Anche Cotton club, un gran bel film diretto ancora da Coppola non ebbe un buon riscontro al box office, pur non potendosi definire un autentico flop. Invece un flop clamoroso fu senz’altro 1941 allarme ad Hollywood, opera ambiziosa, divertente, in stile helzapoppin diretta da Spielberg. con un cast stellare, che andava da Belushi (praticamente ubriaco ogni giorno delle riprese) a Christopher Lee e Toshiro Mifune. Il film, una commedia sarcastica e ironica sulla paura derivata nella mecca del cinema dall’avvistamento di un sommergibile giapponese al largo della costa americana, venne impietosamente bocciata dal pubblico, nonostante i momenti spassosi non mancassero di certo.
Liz Taylor in Cleopatra
Flash Gordon, pellicola diretta da Hodges, Ragtime, di Milos Forman e Il Bounty di Donaldson possono essere definiti flop; costati tantissimo, questi film non hanno avuto assolutamente riscontro di pubblico. Come Rambo III, di Stallone, che segnò in qualche modo il declino dell’attore americano; nella storia recente si sono visti clamorosi fiaschi per registi di valore. come nel caso di Gigli, diretto da Martin Brest, con l’improbabile coppia Affleck-Lopez, di Beloved, per la regia di J.Demme, film brutto e scansato come la peste dagli spettatori.
Il bellissimo ma incompreso Dune, di David Lynch
Spesso un film diventa un flop anche per la stroncatura della critica; a questa regola non può opporsi nessuno, che sia un regista di grido o che sia un grande attore. Un caso emblematico è quello di Ishtar, ilm del 1987 diretto da Elaine May, con protagonisti Isabelle Adjani, Dustin Hoffman e Warren Beatty. Stroncato dalla critica, il film, che narra l’odissea di due cantautori in viaggio in Medio Oriente irretiti da una bella donna, e che si trovano nel bel mezzo di una rivoluzione divenne uno dei fiaschi più colossali della storia del cinema. Qualcuno arrivò a dire che rappresentava “un’offesa all’intelligenza, sia del pubblico, sia degli attori”.
Il fiasco di Coppola, Un sogno lungo un giorno
Una legge dura, quella del box office;che non risparmia praticamente nessuno, sia che si tratti del prestigioso regista che ha vinto l’oscar, sia che si tratti dell’attore sulla cresta dell’onda.
Classifica al botteghino 1980
1) Ricomincio da tre di Massimo Troisi
con Massimo Troisi – Lello Arena – Fiorenza Marchegiani – Deddi Savagnone – Lino Troisi – Renato Scarpa
Giudizio:
2) Il bisbetico domato di Castellano & Pipolo
con Adriano Celentano – Ornella Muti – Edith Peters – Milly Carlucci
Giudizio:
3) Fantozzi contro tutti di Paolo Villaggio & Neri Parenti
con Paolo Villaggio – Milena Vukotic – Gigi Reder – Diego Abatantuono – Giuseppe Anatrelli – Plinio Fernando
Giudizio:
4) L’impero colpisce ancora (The Empire Strikes Back) di Irvin Kershner
con Mark Hamill – Harrison Ford – Carrie Fisher – Billy Dee Williams – Dave Prowse – Anthony Daniels – Alec Guinness – Frank Oz
5) Asso di Castellano & Pipolo
con Adriano Celentano – Edwige Fenech – Renato Salvatori
Giudizio:
6) Il pap’occhio di Renzo Arbore
con Renzo Arbore – Roberto Benigni – Isabella Rossellini – Manfred Freyberger – Mario Marenco – Andy Luotto – Luciano De Crescenzo – Diego Abatantuono – Ruggero Orlando – Martin Scorsese
Giudizio:
7) Mia moglie è una strega di Castellano & Pipolo
con Renato Pozzetto – Eleonora Giorgi – Lia Tanzi – Helmut Berger – Sonia Otero
Giudizio:
8 ) Laguna blu (The Blue Lagoon) di Randal Kleiser
con Brooke Shields – Gus Mercurio – Jeffrey Measn – Leo McKern – Gleen Kohan – Elva Josephson – Alan Hopgood – William Daniels – Christopher Atkins
Giudizio:
9) Il vizietto 2 (La cage aux folles 2) di Edouard Molinaro
con Ugo Tognazzi – Michel Serrault – Paola Borboni – Marcel Bozzuffi – Michel Galabru – Roberto Caporali – Claire Maurier
Giudizio:
10) Shining (The Shining) di Stanley Kubrick
con Jack Nicholson – Shelley Duvall – Danny Lloyd – Scatman Crothers – Barry Nelson – Philip Stone – Joe Turkel
Giudizio:
Altri film oltre la decima posizione:
11) Biancaneve e i 7 nani [R] (Snow White and the Seven Dwarfs) di Walt Disney
Riedizione cartone animato
Giudizio:
12) The Blues Brothers (The Blues Brothers) di John Landis
con John Belushi – Dan Aykroyd – Kathleen Freeman – James Brown – Henry Gibson – Carrie Fisher – Cab Calloway – Ray Charles – Aretha Franklin – John Candy – John Lee Hooker – Charles Napier
Giudizio:
13) Camera d’albergo di Mario Monicelli
con Vittorio Gassman – Monica Vitti – Enrico Montesano – Nestor Garay – Ida Di Benedetto – Gianni Agus
Giudizio:
14) Zucchero miele e peperoncino di Sergio Martino
con Pippo Franco – Edwige Fenech – Renato Pozzetto – Lino Banfi – Dagmar Lassander – Glauco Onorato
Giudizio:
15) Mi faccio la barca di Sergio Corbucci
con Laura Antonelli – Johnny Dorelli – Christian De Sica – Daniele Formica
Giudizio:
16) Gente comune (Ordinary People) di Robert Redford
con Donald Sutherland – Mary Tyler Moore – Timothy Hutton – Elizabeth McGovern – Judd Hirsch – Dinah Manoff – M. Emmet Walsh
Giudizio:
17) Io e Caterina di Alberto Sordi
con Alberto Sordi – Edwige Fenech – Catherine Spaak – Rossano Brazzi – Valeria Valeri
Giudizio:
18 L’aereo più pazzo del mondo (Airplane) di Jim Abrahms & Jerry e David Zucker
con Robert Hays – Julie Hagerty – Kareem Abdul-Jabbar – Lloyd Bridges – Peter Graves – Leslie Nielsen
Giudizio:
19) Flash Gordon (Flash Gordon) di Mike Hodges
con Sam J. Jones – Max von Sydow – Ornella Muti – Brian Blessed – Timothy Dalton – Topol – Mariangela Melato – Melody Anderson
Giudizio:
20) Oltre il giardino (Being There) di Hal Ashby
con Peter Sellers – Shirley MacLaine – Melvyn Douglas – Jack Warden – Richard Basehart
Giudizio: