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Il plenilunio delle vergini

Spinto dalla personale ossessione di ritrovare il mitico anello dei Nibelunghi, il professor Franz Schiller si reca in Transilvania, dove la leggenda narra che esso sia custodito in un castello.
Munito di un amuleto che dovrebbe fargli da salvacondotto (un amuleto egizio), Franz fà tappa in una locanda dove però viene derubato dell’amuleto.
Il furto è opera della Contessa Dollingen De Vries, la bella e affascinante castellana che custodisce il misterioso anello, che permette di dominare le persone e assicura anche l’immortalità.

Rosalba Neri

La pericolosa Contessa però è anche un temibile vampiro e la donna, dopo aver sedotto il debole professore, lo vampirizza e lo tramuta quindi in uno della sua specie.
Sulle tracce di Franz si mette il gemello Karl che arriva al castello proprio mentre sta per cadere il Plenilunio delle vergini; durante questo periodo, che si verifica ogni 50 anni, la Contessa avvalendosi del potere dell’anello soggioga delle ragazze (cinque), destinate ad essere sacrificate in messe nere.


Con l’aiuto di Tania, una bella ostessa che Karl ha conosciuto nell’osteria dove aveva dimorato Franz, l’uomo riesce dopo alcune avventure a recuperare l’amuleto e nel corso di una dura battaglia elimina uno dopo l’altro i custodi del castello ed è costretto ad uccidere anche suo fratello per levargli di dosso la maledizione di essere un vampiro, quindi un immortale.
Ma per una fatale imprudenza Karl metterà l’anello nella tomba del fratello, permettendo così a suo fratello di rinascere, alla contessa di vampirizzare Tania che così alla fine vampirizza Karl chiudendo il cerchio.
Trama abbastanza scontata, low budget che più basso non si può e sangue finto a fiumi caratterizzano quest’opera di Luigi Batzella/Paolo Solvay/Ivan Kathansky/Paul Selvin/Paul Hamus/Dean Jones, regista con più pseudonimi che film all’attivo.


Il plenilunio delle vergini è il classico horror di casa nostra, girato come molti altri prodotti del genere thriller/horror nel mitico castello di Balsorano che ha visto fra le sue antiche mura registi alle prese con film a basso costo, come il decamerotico Metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno, il musicarello Lady Barbara, il psicologico Esotika, Erotika, Psicotika, il thriller/horror La sanguisuga conduce la danza o l’erotico/satanico Malabimba.


Opera come dicevo di Luigi Batzella, autore di film esecrabili come La bestia in calore , Kaput lager – gli ultimi giorni delle SS e Nude per Satana, è un film che presenta come unici punti di forza una fotografia accettabile e la presenza della sfinge italiana, come soprannominata all’estero la nostra affascinante Rosalba Neri.
Se il film mantiene un minimo di interesse lo si deve proprio alla presenza dell’attrice di Forlì, molto generosa nel mostrare le sue forme perfette anche se spesso colorate da tonnellate di un liquido rosso che assomiglia vagamente al sangue.
Segno che la produzione aveva davvero le lire contate, cosa che si riscontra del resto nella povertà francescana deI costumi e in quella davvero desolante degli effetti speciali.


Se il film non attira più di tanto, stante anche le varie peripezie di Batzella che ogni tanto parte per la Tangente con la sceneggiatura, finendo per travolgere di ridicolo quel poco che si potrebbe salvare, si va nel comico verò e proprio di fronte alla recitazione a dir poco parrocchiale dell’attore Mark Damon che resta in scena a lungo nel doppio ruolo di Franz/Karl.
Legnoso, inespressivo e monocorde Damon finisce per rendere l’atmosfera ancor più stravagante in modo tale che alla fine anche il debole colpo di scena finale (la mano che si erge dalla tomba) diviene un espediente ridicolo, tanto che in alcune versioni del film non è presente.

Il plenilunio delle vergini o anche The devil’s wedding night esce nel 1973, ovvero in un periodo in cui la censura iniziava a mollare lentamente la presa; Batzella ovviamente ne approfitta elargendo a piene mani eros un tanto al chilo e scene di nudo, inclusi rapporti saffici e eterosessuali.
La vera protagonista resta la Neri, donna sensuale e misteriosa quel tanto da raffigurare con una certa aderenza il personaggio della Contessa De Vries; Rosalba Neri del resto era una vera specialista del genere come testimoniato dalle sue partecipazioni a film come L’amante del demonio e La figlia di Frankenstein.
Nel cast tecnico figura anche come operatore e co-regista l’inossidabile Aristide Massaccesi, anche se non accreditato.
Il resto del cast attoriale non merita nemmeno la citazione di prammatica, tanto si esprime su livelli bassi.
Un film quindi pesanemente datato e che può valere la visione solo nel caso si voglia arricchire la propria conoscenza della filmografia di Rosalba Neri, perchè in quanto al resto….

 

Il plenilunio delle vergini
Un film di Paolo Solvay. Con Mark Damon, Rosalba Neri, Esmeralda Barros, Stefano Oppedisano,Giorgio Dolfin, Gengher Gatti Horror, durata 85 min. – Italia 1973.

Mark Damon … Karl e Franz Schiller
Rosalba Neri … La Contessa Dolingen de Vries
Esmeralda Barros … Lara
Xiro Papas … Il vampiro mostro
Gengher Gatti … L’uomo misterioso
Enza Sbordone … Tania l’ostessa
Carlo Gentili … L’oste
Giorgio Dolfin … Un frequentatore dell’osteria
Stefano Oppedisano …. Un frequentatore dell’osteria

Regia: Luigi Batzella
Sceneggiatura: Ian Danby,Alan M. Harris,Ralph Zucker
Produzione :Ralph Zucker
Fotografia: Aristide Massaccesi (anche co- rega non accreditata)
Montaggio: Piera Bruni,Gianfranco Simoncelli
Musiche: Vasili Kojucharov
Scenografie: Carlo Gentili

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Il plenilunio delle vergini foto 4

marzo 9, 2012 Pubblicato da: | Horror | , , | Lascia un commento

Byleth,il demone dell’incesto

Byleth locandina

Lionel e Barbara sono due fratelli, che hanno condiviso l’infanzia assieme, prima di separarsi.
Tornato a casa, trova sua sorella sposata ad un uomo molto più maturo di lei, Giordano; Lionel prova per la sorella un affetto morboso, ai limiti dell’incesto e non accetta il legame della stessa con il marito. La sua gelosia si spinge al punto di arrivare a spiarla, soffrendo quando la stessa è in intimità con il marito.
In paese intanto alcuni delitti sconvolgono la tranquilla e quieta vita dello stesso; alcune ragazze vengono uccise in maniera efferata.

Byleth 15

Il legame tra Lionel e i delitti appare chiaro a Giordano, che indagando, grazie anche all’aiuto di un prete, identifica in Byleth, il demone che provoca l’incesto, il responsabile della possessione diabolica del giovane.
Giordano cercherà di affrontare il demone, che compare con il volto del cognato cavalcando un destriero bianco, ma soccomberà al demone.
Lionel consuma finalmente il tanto sospirato incesto, ma Byleth (una specie di doppio cattivo di Lionel) vuole in olocausto anche sua sorella…

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Un gotico davvero poco memorabile, Byleth il demone dell’incesto, girato nel 1971 da Leopoldo Savona con lo pseudonimo Leo Colman ed uscito qualche anno dopo nelle sale con gran fanfara, visto il grandissimo successo riportato da L’Esorcista di Friedkin. Il regista, specializzato in western all’italiana fatica a dare un ritmo credibile al film, pur partendo da una buona intuizione e da un’idea apprezzabile.

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Purtroppo, penalizzato dalla mancanza di ritmo e sopratutto da un finale a dir poco frettoloso, il film imbarca via via acqua naufragando proprio nel finale.
L’espediente di condire il film con molte scene di nudo finisce poi per rendere il film stesso poco credibile sia come horror (latitano e molto scene splatter o anche semplicemente forti) sia come gotico, visto che l’ambientazione rimane confinante più con il sexy che con il classico terrore o la suspence.

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Purtroppo agli inizi degli anni settanta furono molti i registi a cedere ad un altro demone, quello della cassetta; non si spiega altrimenti la decisione di mostrare sequenze fuori contesto in cui le donne assassinate sono tutte svestite per convegni amorosi, quasi che nel paese teatro dei delitti ci fosse stato qualcuno a versare del viagra nell’acqua.
Mark Damon, che avevamo apprezzato in qualche modo in I tre volti della paura di Bava o in Nude si muore di Dawson/Margheriti è totalmente inespressivo; come Lionel è assolutamente monocorde, come demone anche.
Il cast femminile ovvero Caterina Chiani, Claudia Gravy, Silvana Pompili si segnala solo per avvenenza fisica e null’altro;siamo davanti davvero al nulla.

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La Gravy fa quello che può (davvero poco) e alla fine l’unico ad avere guadagnato la pagnotta è Aldo Bufi Landi, ovvero il povero marito che cercherà in maniera improbabile di sconfiggere il demone Byleth.
Poca roba davvero, quindi, per un film che ultimamente è stato rieditato; il che è ovviamente un mistero, visto che restano nel cassetto film di ben altra importanza rispetto a questo.

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Byleth – Il demone dell’incesto, un film di Leopoldo Savona. Con Mark Damon, Aldo Bufi Landi, Claudia Gravy, Franco Jamonte, Tony Denton, Fernando Cerulli, Carla Mancini
Horror, durata 92 min. – Italia 1971.

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Byleth banner protagonisti

Mark Damon  è Lionel Shandwell
Claudia Gravy è Barbara
Aldo Bufi Landi     è Giordano
Fernando Cerulli è il dottore
Silvana Pomilli è Floriana
Marzia Damon è la cameriera
Antonio Anelli è Il prete

Byleth banner cast

Regia: Leopoldo Savona
Sceneggiatura: Leopoldo Savona
Musiche: Vasil Kojukaroff
Editing: Otello Colangeli

Byleth locandina 1


settembre 23, 2010 Pubblicato da: | Horror | , , , , | 2 commenti