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Hindenburg

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La tragedia del LZ 129 Hindenburg,il dirigibile più grande costruito dall’uomo,avvenuta il Il 6 maggio 1937
a Lakehurst nel New Jersey segnò bruscamente la fine dell’era dei dirigibili come mezzo di trasporto.
Costruito due anni prima e intitolato al Presidente della Germania, Paul von Hindenburg dalla Luftschiffbau Zeppelin GmbH
volò per la prima volta a marzo del 1936.
Orgoglio della Germania nazista,era considerato come il fiore all’occhiello della flotta aerea tedesca;la tragedia di Lakehurst
troncò di netto lo sviluppo futuro dell’industria dei dirigibili e costò la vita a 35 persone delle 97 imbarcate,un bilancio tutto sommato accettabile,tenendo conto che l’Hindenburgh prese fuoco con il suo carico di 200.000 metri cubi di idrogeno, molto più infiammabile e quindi pericoloso dell’elio,tradizionalmente usato dai dirigibili,che però era in embargo per la Germania hitleriana,costretta quindi a ripiegare proprio sull’idrogeno.

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Le cause della sciagura ancora oggi sono oggetto di studio;le ipotesi vanno dall’attentato (tesi sostenuta nel film) all’incidente causato
da uno strappo sulla tela di rivestimento della struttura metallica ad un fenomeno di fuoco di Sant’Elmo,una scarica elettrica luminosa molto forte.
Robert Wise nel 1975 dirige,su sceneggiatura del trio Nelson Gidding, Richard Levinson, William Link un film a sfondo spionistico/fantastico ispirato alle tragiche vicende dell’Hindenburgh,usando nella parte finale le riprese originali dell’incidente,un vero reality film impressionante per la sua drammaticità.
La storia è ovviamente di fantasia,nella quale gli sceneggiatori sposano la tesi dell’attentato da parte di un patriota anti nazista,contrastato invano dal
Col. Franz Ritter che fino alla fine cerca disperatamente di trovare la bomba a bordo.
La trama:
siamo nel 1937,alla vigilia del secondo viaggio dell’Hindenburg oltre oceano.
Una sensitiva invia una lettera alla sede amministrativa dello Zeppelin,annunciando una sciagura per il dirigibile stesso.
Goebbels,l’onnipotente voce della propaganda nazista per questioni di prestigio accantona l’ammonimento,tuttavia ordina al colonnello
Ritter di prendere posto tra i 97 passeggeri del dirigibile.
Ritter inizia a indagare discretamente sui passeggeri,puntando il dito,come sospetto principale sul giovane anti nazista Karl Berth.
Alla fine Ritter riuscirà a scoprire la bomba,ma un evento inaspettato farà ritardare l’ancoraggio del dirigibile,con la conseguente esplosione fatale,che uccide anche Ritter stesso.

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Hindenburg è un film senza grosse scosse,caratterizzato da un bel cast che riempie la parte centrale del film con caratterizzazioni dei vari personaggi in volo abbastanza riuscite.
Diretto da Wise con mano ferma,come d’uso da parte del regista di Tutti insieme appassionatamente,Andromeda ecc. ha tuttavia la sua parte migliore nella ricostruzione finale,che chiude un film in cui gli unici momenti di tensione appaiono troppo dilatati temporalmente.
La caccia di Ritter a Berth non ha mai ritmi frenetici,è molto dialogata e questo nuoce alla tensione del film stesso.
Bella però la ricostruzione dell’incidente,con parti di fantasia mescolate sapientemente al documentario reale,che viene mostrato per intero con tanto di commento da parte di Herbert Morrison,con le sue parole ormai scolpite nella storia:

 

” Al momento è praticamente immobile. Hanno gettato le funi dalla prua e alcuni uomini le hanno assicurate al suolo.
Ricomincia a piovere; sta… la pioggia era un po’ diminuita. I motori posteriori girano quel tanto, quel tanto che basta a tenerlo su…


È andato in fiamme! È andato in fiamme e sta precipitando, si sta schiantando! Attenzione! Attenzione, voi! Toglietevi di mezzo! Toglietevi di mezzo! Riprendi, Charlie! Riprendi questo, Charlie!
Il fuoco e si sta schiantando! Si schianta, è spaventoso! O mio Dio, toglietevi, ve ne prego! Brucia e divampa, e il… e sta precipitando sopra al pilone d’ormeggio e tutti realizzano che è terribile, questa è una delle peggiori catastrofi del mondo…”
Buone prove per George C.Scott (Ritter),Anne Bancroft (La contessa Ursula bella e bara al tavolo da gioco),Burgess Meredith.
Scenografie impeccabili,con una ricostruzione degli interni del dirigibile molto accurata.
Un film tranquillo,forse un tantino soporifero,ma dal valore importante nei minuti finali premiato da due Oscar,uno per il Miglior montaggio sonoro (Oscar Speciale) a Peter Berkos e uno per i Migliori effetti speciali (Oscar Speciale) a Albert Whitlock e Glen Robinson oltre a tre nomination per la Migliore fotografia,la Migliore scenografia e il Miglior sonoro.

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Hindenburg

Un film di Robert Wise. Con Anne Bancroft, George C. Scott, Gig Young, William Atherton, Burgess Meredith, Joanna Moore, Charles Durning, Katherine Helmond, René Auberjonois, Roy Thinnes, Peter Donat, Richard Dysart,
Ted Gehring, Jean Rasey, Robert Clary, Alan Openheimer, Joyce Davis Titolo originale The Hindenburg. Drammatico, durata 115 min. – USA 1975.

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George C. Scott Col. Franz Ritter
Anne Bancroft Ursula
William Atherton Boerth
Roy Thinnes Martin Vogel
Gig Young Edward Douglas
Burgess Meredith Emilio Pajetta
Charles Durning Capt. Pruss
Richard A. Dysart Capt. Lehmann
Robert Clary Joe Spah
René Auberjonois Maj. Napier
Peter Donat Reed Channing
Alan Oppenheimer Albert Breslau

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Giuseppe Rinaldi Col. Franz Ritter
Anna Miserocchi: Ursula
Massimo Turci Boerth
Corrado Gaipa: Emilio Pajetta
Renato Mori: Capt. Pruss
Sergio Rossi Capt. Lehmann
Gianni Marzocchi: Reed Channing
Giorgio Piazza: Albert Breslau
Franca Dominici: Mildred Breslau
Arturo Dominici: Fellows
Manlio De Angelis: Truscott
Alessandro Sperlì: Heckener
Piero Tiberi: Joe Spah
Rita Savagnone: Eleanoire
Mario Milita: Ludecke
Gianfranco Bellini: Moore
Luciano De Ambrosis: Edward Douglas
Serena Verdirosi: Valerie Breslau
Cesare Barbetti: Napier
Pino Colizzi: Martin Vogel
Glauco Onorato: Knorr
Vittoria Febbi: signora Channing
Sergio Matteucci : narratore

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Regia Robert Wise
Soggetto Michael M. Mooney (romanzo)
Sceneggiatura Nelson Gidding, Richard Levinson, William Link
Produttore Robert Wise
Casa di produzione The Filmakers Group e Universal Pictures (con il nome Universal An MCA Company)
Fotografia Robert Surtees
Montaggio Donn Cambern
Musiche David Shire
Scenografia Edward C. Carfagno (con il nome Edward Carfagno) Frank R. McKelvy (con il nome Frank McKelvy)
Costumi Dorothy Jeakins
Trucco Del Acevedo, Frank McCoy, Rick Sharp

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Biglietto per il volo con l’Hindenburg (Un sentito grazie,shewolf)

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Prima della partenza

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Pranzo a bordo

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La cucina dell’Hindenburg

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Passeggeri guardano il paesaggio mentre volano a bordo del dirigibile

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L’Hindenburg

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L’Hindenburg sopra New York

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Il momento dell’incidente

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Il dirigibile brucia

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Avvolto dalle fiamme

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L’incendio inizia a spegnersi e si avvicinano i soccorsi

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I funerali nazisti

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L’opinione di Will Kane dal sito http://www.filmtv.it

Il dirigibile Hindenburg, un Led Zeppelin simbolo della potenza nazista, esplose alla fine di una traversata dalla
Germania agli Stati Uniti, il 6 Maggio del 1937: fu un attentato, secondo questo film, ordito da nemici del nazismo tedeschi, e per via dell’embargo americano al paese di Hitler, i palloni aerostatici erano alimentati da idrogeno, e non da elio.
Robert Wise, comunque un autore meno apprezzato di quanto avrebbe meritato, imbastì un film del filone catastrofico, con annesse le canoniche storie dei personaggi principali che si intrecciano in attesa del momento in cui il disastro scoppia,
scegliendo un contesto particolare: difficile, infatti, far appassionare il pubblico ad una vicenda che riguarda personaggi riportanti un simbolo generalmente inviso, storicamente, a gran parte della popolazione mondiale ( e meno male).
Però, la regia fa distinguo tra i seguaci ottusi del Fuhrer e i tedeschi meno convinti delle teorie hitleriane, come si può notare nella scena del numero musical-satirico a bordo del velivolo: e la decisione di riportare le scene finali della catastrofe
aerea in bianco e nero, o seppiato, è una finezza degna di un regista capace di unire grande spettacolo e buon cinema. Certo, non è uno dei suoi lavori migliori, ci sono lungaggini, e il classico intersecarsi di situazioni e storie personali dei maggiori caratteri è risaputo,
però c’è da dire che il gioco d’attori è interessante, e che George C.Scott è stato un attore di gran classe, perlomeno in proporzione a quanto sapeva essere ruvido e introspettivo ad un tempo.

Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com

Galbo

Inseribile nella tradizione dei film catastrofici degli Anni Settanta, Hindenburg (la storia del dirigibile che fu orgoglio della Germania nazista) ha in più la componente spionistica e può contare sulla regia di un grande professionista come Robert Wise.
Il limite del film è una sceneggiatura priva di spunti davvero interessanti e che conduce il film verso un prevedibile (anche se assai spettacolare) finale.
Ciavazzaro

Tedioso film d’azione, spionistico, che nel finale si trasforma in un catastrofico. Tedioso nonostante vi siano un buon cast e una buona colonna sonora, che tuttavia non salvano il film dal disastro. Poca suspence, dal momento che si sa già come andrà a finire. Evitabile.
Alex1988

Wise traspone su grande schermo la drammatica vicenda del dirigibile Hindenburg. Operazione non altamente spettacolare, effetti speciali un po’ datati ma che in epoca di computer si lasciano apprezzare comunque. Per quanto riguarda la storia, nulla di sorprendente; interessante l’intreccio spionistico:
lascia intendere che in realtà non si sia trattato di un incidente.

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agosto 3, 2016 Pubblicato da: | Drammatico | , , , , , | 2 commenti

Stupro (Lipstick)

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Gordon Stewart, insegnante di musica di Kathie McCormick si introduce in casa di Chris e la stupra brutalmente; denunciato dalla ragazza l’uomo viene processato.
Ma durante il dibattimento un abile avvocato riesce a instillare nella giuria il seme del dubbio, facendo apparire Chris come un’adescatrice;l’uomo viene quindi assolto, ma poco tempo dopo violenta anche Kathie.
Cosi a Chris non resta altro da fare che agire e fare giustizia da se…
Script semplice per una storia vista molte volte sullo schermo:in fondo è questo il tema portante di Lipstick,circolato sugli schermi italiani con il titolo peraltro efficace e crudo di Stupro,sotto la direzione del regista californiano Lamont Johnson,scomparso nel 2010.
Stupro è un film girato in un periodo storico molto complesso per gli Usa; era il momento in cui l’opinione pubblica si trovò davanti ad un’ondata di violenza senza precedenti,con conseguente richiesta di maggior rigore nei confronti di chi delinqueva.

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Lo stupro era una delle forme di violenza più diffuse e spesso avvocati con molto pelo sullo stomaco riuscivano a far assolvere i loro clienti, creando nell’opinione pubblica un movimento favorevole alla giustizia personale.
Che è poi il leit motiv di alcuni film con la stessa tematica di Lipstick (Stupro nella versione italiana); da Non violentate Jennifer a Il giustiziere della notte a Thriller passando per Sotto accusa, la vendetta personale la dove non arriva la giustizia ordinaria appare come l’unico modo per eliminare alla radice il problema.
Un messaggio aberrante,se vogliamo, ma comprensibile alla luce di quello che riportano le cronache del tempo.
Lipstick, diretto da Lamont Johnson è sostanzialmente diviso in tre tronconi:nella prima parte assistiamo alla preparazione allo stupro e l’evento criminale stesso, seguito dal processo (la parte più lunga) e la parte finale in puro stile rape & revenge.

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Se la prima parte è caratterizzata dal brutale stupro di Chris, la seconda vede snodarsi il processo, con l’avvocato di Gordon Stewart che riesce a ribaltare la verità mostrando Kathie non come una vittima ma come un’adescatrice.Infine la vendetta di Chris, dopo che anche la sorella minore ha dovuto subire la cieca bestialità dell’insegnante di musica.
Il film non racconta in pratica nulla di nuovo ed è abbastanza piatto sia nella parte che riguarda la sceneggiatura sia nello svolgimento, abbastanza anonimo.Alla fine l’unico vero motivo di interesse diventa la presenza della bellissima e sfortunata Margaux Hemingway, nipote del grande scrittore americano morta probabilmente suicida nel 1996 a soli 42 anni.
La splendida modella è la cosa più convincente del film, assieme a sua sorella Mariel che all’epoca del film aveva 12 anni; il resto del cast naviga abbastanza anonimamente irretito anche da una sceneggiatura senza alcun colpo di genio.
Forse la parte più forte del film è tutta nella sequenza dello stupro, con la povera Chris costretta a un rapporto sodomitico concluso poi, in segno di sfregio, con l’utilizzo da parte del violentatore di un rossetto su parte del volto (lipstick in inglese è esattamente rossetto)
Il film è abbastanza raro e non ho trovato in rete alcuna traccia di una versione italiana; su You tube è possibile visionare solo alcune parti del film, peraltro le più noiose.

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Stupro
Un film di Lamont Johnson. Con Chris Sarandon, Perry King, Margaux Hemingway, Anne Bancroft, Mariel Hemingway Titolo originale Lipstick. Drammatico, durata 90′ min. – USA 1976.

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Margaux Hemingway … Chris McCormick
Chris Sarandon … Gordon Stuart
Perry King … Steve Edison
Robin Gammell … Nathan Cartright
John Bennett Perry … Martin McCormick
Mariel Hemingway … Kathy McCormick
Francesco Scavullo … Francesco
Meg Wyllie … Sorella Margaret
Inga Swenson … Sorella Monica
Lauren Jones … Poliziotta
William Paul Burns … Giudice
Way Bandy … Creatrice Make-up
Harry King … Parrucchiera
Sean Byrnes … Fotografo
Catherine McLeod … Fotomodella

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Regia:Lamont Johnson
Sceneggiatura:David Rayfiel
Produzione:Dino De Laurentiis,Freddie Fields
Musiche:Michel Polnareff
Fotografia:Bill Butler
Montaggio:Marion Rothman
Casting:Mary Goldberg

 

L’opinione del Morandini:
Giovane fotomodella viene violentata da un insegnante di musica. Al processo l’uomo, difeso da un astuto avvocato, è assolto. Quando poi lui ci ritenta e violenta la sorella, questa lo uccide. Girato in piatto stile televisivo, ha il torto di denunciare qualcosa con strumenti inadatti. Il fine non giustifica i mezzi.
L’opinione di Atticus dal sito http://www.filmscoop.it
Rancido thriller cronachistico-giudiziario ad effetto che all’epoca fece scalpore per la crudezza delle immagini di violenza sessuale. Ma gli attori inespressivi e la piattezza generale annullano qualsiasi suspense. Chissà come c’è finita dentro la povera Bancroft.
L’opinione di Undjing dal sito http://www.davinotti.com
Titolo crudo (solo nell’edizione italiana), per un film che azzarda lievemente una confusa analisi degli effetti psicologici su Chris (la bellissima Margaux Hemingway), volgarmente spiata e posta di fronte ad atti osceni (il musicista sadico che si espone in azioni solitarie nella penombra notturna). Il maniaco, assolto dall’accusa, violenta anche la sorella scatenando l’ira di Chris. Anticipa di parecchi anni il discutibile Sotto Accusa (1988), pellicola simile ma rafforzata da un plot più serio e da un’attrice d’alta classe (Jodie Foster)

L’opinione di Lucius dal sito http://www.davinotti.com
Film drammatico a sfondo sociale ideato in un periodo in cui le violenze sessuali in America erano all’ordine del giorno, realizzato per sensibilizzare l’opinione pubblica. Le prime immgini (tralasciando le primissime in stile Sotto il vestito niente) hanno una certa connotazione thrilling. La giovane e sensualissima Margaux Hemingway riesce a interpretare abbastanza bene la difficile parte della vittima. La parte processuale è interessante, il finale discutibile, ma la pellicola si prefigge di porre delle domande. E ci riesce.

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Vi prego di dedicare pochi secondi per rispondere al sondaggio che segue:le vostre opinioni sono importantissime!

dicembre 2, 2013 Pubblicato da: | Senza Categoria | , , , | Lascia un commento