Buon viaggio, Paul
Cari amici lettori,
sono sconvolta e profondamente addolorata per l’improvvisa scomparsa del mio amico Paul.
Guardo la pagina home del sito, l’elenco degli articoli, le immagini pubblicate.
Questo sito è la sua anima, frutto del suo amore per l’arte cinematografica. Lo definisco amore perché lui era capace di visionare anche film che non gli piacevano, che lo annoiavano o, peggio, lo irritavano. Lo faceva per poter parlare e scrivere coerentemente di quest’arte, per comprenderla meglio e trasmettere ai lettori le sue conoscenze. Paul non sfruttava il cinema ma lo coltivava con pazienza, costanza e dedizione.
Lui ed io ci siamo conosciuti qui. Mi ha proposto di scrivere per il sito e, grazie a questa collaborazione, è nata la nostra amicizia. L’affetto e il rispetto che abbiamo condiviso, da oggi cambierà forma ma non verrà mai a mancare. Il mio amico era una persona in gamba, amava la sua famiglia, si prendeva cura di tutti coloro che lo circondavano. Era gentile, garbato, intelligente, divertente, leale, sensibile e generoso. Era una persona d’altri tempi. Si interessava anche alla storia e all’arte. Mi dava perfino le dritte per le ricerche scolastiche dei miei figli.
Più di una volta, mi ha accennato al fatto di prendere in mano le redini del sito nel caso in cui lui venisse a mancare. Gli avevo risposto che non ero all’altezza e che l’anima di questo sito è e rimarrà lui, sempre. Mi ha mandato a cagare, però con fare gentile.
Ieri sera mi ha inviato il film “Un amico straordinario” scrivendomi “Ti ho mandato Un amico straordinario, con Tom Hanks, molto bello. Non è drammatico, ma è un film serio, una storia davvero intelligente. Buonanotte e buoni sogni. Ci sentiamo domani. Tvb e un bacio a Charlie DM.” (il mio cagnolino). Mi ha salutato con queste parole e, poi, è andato a raggiungere la sua amata Sun.
Ai lettori che seguono Filmscoop da molto tempo e anche a quelli occasionali, a tutti coloro che apprezzano il lavoro di Paul, un sentito ringraziamento per la vostra presenza qui.
Al mio amico straordinario, grazie, eternamente grazie.
Riposa in pace, Paul Templar.
Buon compleanno,Filmscoop
E siamo arrivati al dodicesimo compleanno di Filmscoop.
Intendiamo ringraziare tutti coloro che dal 2008 seguono il nostro sito,con costanza e fedeltà.
Grazie!
Paul e Dana
Il fidanzamento
Luigi e Mirella sono due giovani che da alcuni anni sono legati sentimentalmente;lui,funzionario dello stato,è uno scapolone davvero poco interessato al matrimonio mentre lei è una bella donna che fondamentalmente non sembra affatto offesa dal modo in cui Luigi la considera.
Eh si,perchè l’uomo appare più interessato alle grazie fisiche di Mirella,dai soddisfacenti rapporti sessuali con lei che ai sentimenti della donna.
Ma Mirella ha una madre,Mussia,che al contrario della figlia ha dei valori ben precisi (più per convenzione sociale che per intima convinzione) ; sogna infatti per la figlia il matrimonio e la realizzazione quindi della sua vita come obiettivo fondamentale.
Ma di fronte ai continui rinvii di Luigi,Mussia escogita un piano,che riesce perfettamente; sorprende infatti i due proprio durante un rapporto sessuale e tenta di costringere lui a quello che sarebbe un matrimonio riparatore.
Ma Luigi scappa da quella che considera una gabbia.
Ottiene quindi un trasferimento a L’Aquila,in centro Italia, ben lontana dalla natia Catania.
Mussia, temendo che la figlia sia destinata ad una vita da zitella combina una storia tra Mirella e un giovane, Lucio; la notizia arriva in qualche modo a Luigi che,da buon siciliano (come da stereotipo) scopre in se il germe della gelosia.
Riuscirà a far rompere il fidanzamento tra la nuova coppia, provocando l’allontanamento di Lucio; così Mussia,messa alle strette, approfittando anche della morte del marito
riesce con mille sotterfugi a far riavvicinare i Luigi e Mirella.
Che così,alla fine,si sposano,con la benedizione della finalmente soddisfatta Mussia.
Diretto da Giovanni Grimaldi nel 1975,Il fidanzamento è da considerare una fiera delle banalità oltre che un film molto noioso salvato solo da una recitazione accettabile; tutti gli stereotipi possibili sono contenuti in 100 minuti di un film
che non solo non avvince,ma che a tratti irrita.Il siciliano donnaiolo dapprima,geloso poi,la donna all’apparenza libera sessualmente ma sotto sotto alla ricerca di un marito da accalappiare,la suocera preda del tipico e atavico vizio delle mamme del sud, il sogno di un marito benestante che assicuri la tranquillità (sopratutto economica) alla propria figlia e che briga tanto da raggiungere l’agognata meta.
A questo si può aggiungere una trama davvero banale e dei dialoghi piatti,in cui in nessun momento del film la pellicola stessa si solleva da un’algida,aurea mediocrità.
La presenza di Buzzanca attira qualche spettatore in più,la bellissima Martine Brochard qualche sguardo concupiscente,in virtù di qualche sprazzo di nudità, quello della Anna Proclemer (di gran lunga la migliore) ammirazione per la resa di un personaggio fondamentalmente antipatico,quello della suocera; da segnalare la presenza di Daniela Giordano,Didi Perego,Riccardo Garrone. Grimaldi ha sicuramente fatto di meglio nel corso della sua carriera,come i discreti La prima notte del dottor Danieli, industriale, col complesso del… giocattolo e Le inibizioni del dottor Gaudenzi, vedovo, col complesso della buonanima, Le belve ,tutti del 1971 e tutti con Lando Buzzanca come protagonista oltre all’ottimo La governante.
Davvero ben misera cosa per giustificare una visione del film.Che del resto non è nemmeno passato spesso in tv,tanto da essere di difficile reperibilità.Tuttavia in rete,su You tube all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=hJfe3_1sJoM
è comparsa una versione peraltro poco vista per il titolo in inglese del film e della dizione trailer. Ma il film,in discreta versione,è integrale e sopratutto in italiano.
Il fidanzamento
Un film di Gianni Grimaldi. Con Lando Buzzanca, Didi Perego, Martine Brochard, Riccardo Garrone,Gina Mascetti, Gabriele Antonini, Anna Proclemer, Ennio Balbo, Daniela Giordano , Maria Bertrand Commedia, durata 93 min. – Italia 1975.
Lando Buzzanca: Luigi Mannozzi
Martine Brochard: Mirella Guglielmi
Didi Perego: Elide, sorella di Mussia
Anna Proclemer: Mussia Katiuscia, madre di Mirella
Michele Abruzzo: Edmondo Guglielmi, padre di Mirella
Carlo Sposito: Totò
Gabriele Antonini: Lucio Davossa
Antonia Brancati: Maria Pia
Ennio Balbo: monsignor Solinas
Riccardo Garrone: Vincenzo, fratello di Luigi
Daniela Giordano: Lina, moglie di Vincenzo
Gina Mascetti: oste
Regia Giovanni Grimaldi
Soggetto dal romanzo omonimo di Goffredo Parise
Sceneggiatura Giovanni Grimaldi
Produttore Fulvio Lucisano
Casa di produzione Italian International Film
Distribuzione in italiano Italian International Film
Fotografia Mario Capriotti
Montaggio Daniele Alabisio
Musiche Piero Umiliani
Scenografia Vincenzo Del Prato
Costumi Marisa Crimi
Le meravigliose avventure di Marco Polo
Roma, XIII secolo
Alla corte papale arriva una lettera del sovrano mongolo Kubilai Khan diretta a Papa Gregorio X; con essa il Khan chiede di poter stabilire rapporti commerciali con l’Europa e in particolare con Roma.
Il Papa convoca la famiglia Polo di Venezia,conosciuta per essere composta da abili mercanti.
E’ Marco Polo,il più giovane della famiglia ad essere il più entusiasta della spedizione; spirito d’avventura e voglia di conoscenza si scontreranno però con una serie enorme di difficoltà.
Polo dovrà misurarsi con l’ambizione del figlio del Khan,Nazam, guerriero indomito e assolutamente poco incline ad aperture verso l’occidente.
Inoltre Nazam nutre la segreta ambizione di diventare imperatore dei mongoli e conta su un gruppo di dignitari stanchi della durezza del Khan,che governa un paese immenso con durezza ma anche con giustizia.
Sarà proprio Marco Polo a sventare il piano dei congiurati e così facendo si guadagnerà la riconoscenza del Khan,ottenendo di aprire le vie dello scambio commerciale fra oriente e occidente.
Le meravigliose avventure di Marco Polo, liberamente tratte dal Milione di Polo,il libro che apri o meglio spalancò una finestra su un mondo assolutamente sconosciuto come quello dell’enorme impero mongolo è una mega produzione
francese del 1965,costata una fortuna e che si rivelò contrariamente alle speranze del produttore/regista Raoul Levy un fiasco colossale ai botteghini.
Levy,colui che aveva contribuito alla nascita del mito Brigitte Bardot finanziando il film Dio creò la donna,organizzò in modo faraonico la pre produzione;attori di grido (Delon,Blier), location orientale (Afghanistan,Iran) e soldi a profusione.
Ma Delon dopo poche riprese abbandonò il set, la trasferta si rivelò dispendiosa e Levy accantonò il progetto.
Lo riprese grazie a nuovi finanziamenti e con Horst Bucholz come attore protagonista e la regia affidata a Denys de La Patelliere; in qualche modo la pellicola venne terminata e come già detto si rivelò un fiasco colossale.
A ben vedere la cosa appare strana; sia le location che i costumi appaiono adeguati,la recitazione di buon livello e la componente fondamentale del film,la sceneggiatura e la storia tout court non sono poi male.
Eppure il film non incontrò il favore del pubblico,che lo snobbò abbastanza misteriosamente.Nonostante la presenza di star del calibro di Anthony Quinn (un magnifico Khan) ,di Omar Sharif, Orson Welles, i nostri Elsa Martinelli e Massimo Girotti, il film non attrasse il pubblico che ne decretò il flop.
La cosa ebbe conseguenze drammatiche per Levy,che fu colto da depressione e che poco tempo dopo si suicidò,complice il fallimento di due produzioni successive.
Un film nato male,per le vicissitudini raccontate e finito peggio,quindi.
Un film che però ha dalla sua una storia decorosa,che complice una fotografia eccellente e una buona tecnica registica può essere visto per passare due ore disimpegnate.
Uscito prima in Italia con il titolo Lo scacchiere di Dio,ha avuto alcuni passaggi televisivi sopratutto nei decenni 60 e 70; c’è una versione decorosa sul sito di Raiplay all’indirizzo http://h5.raiplay.it/raiplay/video/2016/06/Le-meravigliose-avventure-di-Marco-Polo-5589a4c1-0898-4fd0-b3cb-6bc70357eea2.html previa registrazione assolutamente gratuita.
Le Meravigliose Avventure di Marco Polo (lo Scacchiere di Dio)
Un film di Denys De La Patellière, Raoul Levy, Noël Howard. Con Orson Welles,Horst Bucholz,Omar Sharif,Anthony Quinn,Elsa Martinelli, Massimo Girotti, Folco Lulli, Guido Alberti, Lynne Sue Moon, Bruno Cremer, Titolo originale La fabuleuse aventure de Marco Polo. Avventura, durata 115 min. – Francia 1965.
Horst Buchholz: Marco Polo
Massimo Girotti: Nicolò Polo
Anthony Quinn: l’imperatore Kubilai Khan
Robert Hossein: principe Nayam
Orson Welles: Akerman
Omar Sharif: emiro Alao
Akim Tamiroff: il vecchio della montagna
Elsa Martinelli: la ragazza con la frusta
Folco Lulli: Spinello, mercante veneziano
Guido Alberti: papa Gregorio X
Lynne Sue Moon: principessa Gogatine
Bruno Cremer: Guillaume di Tripoli
Jacques Monod: Nicolò di Vicenza
Mica Orlovic: Matteo, zio di Marco
Grégoire Aslan: Achmed
Massimo Turci: Marco Polo
Emilio Cigoli: l’imperatore Kubilai Khan
Pino Locchi: principe Nayam
Giorgio Capecchi: Akerman
Giuseppe Rinaldi: emiro Alao
Luigi Pavese: il vecchio della montagna
Valeria Valeri: la ragazza con la frusta
Manlio Busoni: Achmed
Renato Turi: voce narrante
Regia Denys de La Patellière, Noël Howard
Sceneggiatura Noël Howard, Raoul Lévy, Jean-Paul Rappeneau, Jacques Rémy, Denys de La Patellière
Produttore Raoul Lévy
Casa di produzione Avala Film, ITTAC, Italaf Kaboul, Mounir Rafla, Prodi Cinematografica, Société Nouvelle de Cinématographie
Distribuzione in italiano Titanus
Fotografia Wladimir Ivanov, Claude Renoir, Armand Thirard
Effetti speciali Roscoe Cline
Musiche Mario Bua, M.J. Coignard-Helison, Georges Garvarentz
Scenografia Jacques Saulnier
Costumi Jacques Fonteray
Trucco Radmila Todorovic
Otto milioni di grazie
Filmscoop ha compiuto 11 anni e contemporaneamente (quasi) festeggia gli 8 milioni di visitatori. Vogliamo ringraziare tutti coloro che ci hanno seguito finora e che continuano a farlo,spronandoci a un continuo miglioramento.
Grazie a tutti da Dana e Paul
Senza movente
Nizza,Costa azzurra
Tre misteriosi omicidi,opera di un inafferrabile killer munito di fucile di precisione sconvolgono l’estate;Tony Forest e Pierre Barroyer,due rispettabili uomini d’affari e Hans Klainberg,un astronomo sono le vittime.I tre si conoscevano fra loro,ma il movente dell’omicidio appare sconosciuto.
E’ il commissario Stephane Carella il detective incaricato delle indagini,ma all’inizio tutto appare assolutamente nebuloso.
Il primo labile indizio è una vecchia conoscenza del commissario,Joceline Rocca,che conosceva bene i tre assassinati,ma ben presto anche lei cade vittima del killer.
Grazie a Sandra Forest,figlia della prima vittima,Carella accerta un legame comune ai quattro morti,tutti assieme avevano fatto parte del cast di un dramma teatrale scritto da un professore di università quando ancora i quattro erano studenti.Fortuitamente,il commissario impedisce che Julien Sabirnou,presentatore tv,venga anche esso assassinato e scopre cosi che la giovane e bella Juliette Vaudreuil,un’altra componente del gruppo teatrale aveva subito violenza carnale,ricavandone un trauma irreversibile.A questo punto per Carella è facile arrivare alle conclusioni e…
Senza movente,distribuito anche con il titolo Senza motivo apparente è un buon giallo poliziesco diretto nel 1971 da Philippe Labrò,regista,scrittore e attore di buon livello che appare nella piccola parte di un giornalista in una pellicola ben diretta,
caratterizzata principalmente da una trama essenziale.Senza grossi colpi di scena,ma avvincente e recitata da professionisti del calibro di Jean Louis Trintignant (il commissario),Dominique Sanda,bella e misteriosa (Sandra Forest),Stéphane Audran oltre alle italianissime e fascinose
Carla Gravina e Laura Antonelli.C’è anche lo chansonnier Sacha Distel,con un buon passato attoriale in un film francese fino al midollo,caratterizzato anche da un ritmo non eccelso ma calibrato.
Da segnalare la bella location della perla della Costa azzurra Nizza e le musiche adeguate del nostro Morricone.
Fino a una decina di anni addietro il film era trasmesso con regolarità,oggi è praticamente scomparso dagli schermi ed è di difficile reperibilità.
Senza movente
Un film di Philippe Labro. Con Jean-Louis Trintignant, Dominique Sanda, Sacha Distel, Carla Gravina, Paul Crauchet, Laura Antonelli, Jean-Pierre Marielle, Stéphane Audran, Gilles Ségal, Pierre Dominique Titolo originale Sans mobile apparent. Giallo, durata 97 min. – Francia 1971.
Jean-Louis Trintignant: Ispettore Stéphan Carella
Dominique Sanda: Sandra Forest
Carla Gravina: Jocelyn Rocca
Stéphane Audran: Hélène Vallée
Paul Crauchet: Francis Palombo
Erich Segal: Hans Kleinberg
Sacha Distel: Julien Sabirnou
Laura Antonelli: Juliette Vaundreuil
Jean-Pierre Marielle: Perry Rupert-Foote
Michel Bardinet: Tony Forest
Esmeralda Ruspoli: signora Forest
Alexis Sellan: Pierre Barroyer
Jean-Jacques Delbo: Commissario Capo
André Falcon: Prefetto
Regia Philippe Labro
Soggetto Ed McBain
Sceneggiatura Vincenzo Labella, Philippe Labro, Jacques Lanzmann
Produttore Jacques-Eric Strauss
Fotografia Jean Penzer
Musiche Ennio Morricone
Le amorose notti di Ali Babà
Ultimo lavoro cinematografico del “bottegaio” Luigi Latini De Marchi, Le amorose notti di Ali Baba è un decamerotico sciapo e narcolettico
girato in un’economia spartana che toglie ancor più interesse ad un prodotto girato per evidenti questioni alimentari.
Sfruttando il buon momento del genere,De Marchi rabbercia una sceneggiatura incolore e insapore,rimedia un cast raccogliticcio
in cui le uniche due attrici conosciute sono Krista Nell e Barbara Marzano e raccoglie due spiccioli al botteghino.
Tant’è vero che il film sparisce per quarant’anni dalla circolazione,prima di essere editato in digitale,cosa della quale non si sentiva affatto la necessità.
Come suggerisce giustamente Segnalazioni cinematografiche,””La tenue fiaba, nelle mani di un regista che ne ha voluto approfittare, o meglio abusare,è solo un canovaccio per una tessitura fatta di sconcezze, nudità integrali, accoppiamenti, orge e linguaggio triviale.
Sfuggito completamente alla direzione del regista, di tutt’altro preoccupato, il film, ambientato in esterni e interni assolutamente improbabili, è avvilito vieppiù da una recitazione mediocre“.
Epitaffio perfetto per un prodotto di bassissima lega,che narra le vicende di Ali Babà,figlio di un giudice del Califfo, dedito esclusivamente ai piaceri della carne.
Il giudice,misogino in maniera patologica in seguito a delusioni amorose,chiama come suo assistente El Freuch,che dal momento del suo insediamento,ostacolato vanamente da Ali Babà,prende a tiranneggiare le donne del califfato.
Le quali alla fine,stufe della discriminazione fatta dal professore,si rivoltano;è costretto ad intervenire il Califfo in persona che,utilizzando filtri d’amore e un atteggiamento benevolo e permissivo,riescea guarire sia il giudice che il professore.
Ali Babà può riprendere la sua vita,prima di fuggire con la preferita del Califfo…
Le amorose notti di Alì Babà è un prodotto di bassissima lega,che fa toccare il fondo ad un genere che già di per se aveva esaurito il poco che aveva da dire.
Finito il saccheggio selvaggio di Boccaccio e Masuccio Salernitano,dell’Aretino e del Ruzante,i registi assemblano storie ai limiti dell’idiozia
infarcento le pellicole di nudi estemporanei,che però alla fine smettono di attrarre gli spettatori.
Con l’ovvio risultato di portare i decamerotici ad una fine non rimpianta da nessuno.
Tra le varie ridicolaggini del film,da segnalare un’ambientazione agreste che complice dei vestiti assurdi e una location campagnola porta lo spettatore a credere che più che l’esotico Oriente si sia in un paesino del Lazio o dell’Umbria.Guardando attentamente si possono notare le antenne sui tetti di edifici che di orientale non hanno nulla!
Nessun motivo quindi per vedere un film brutto e inutile.
La pellicola era presente fino a pochi giorni fa su You tube,ora è ritornata di difficilissima reperibilità.
Le amorose notti di Alì Babà
Un film di Luigi Latini de Marchi. Con Krista Nell, Colette Castel, Alan Barker, Pierre Mirat,Ivana Novak, Carla Mancini, Barbara Betti Commedia, durata 89 min. – Italia 1973.
Luis La Torre … Ali Baba
Krista Nell … Yashira
Pierre Mirat … Bahara ‘El Freuch’
Ivana Novak … Ibidissan
Barbara Marzano … Una schiava
Regia … Luigi Latini de Marchi
Sceneggiatura … Luigi Latini de Marchi,Renzo Genta
Produzione … Luigi Mondello
Musiche … Coriolano Gori
Fotografia … Oberdan Troiani
Montaggio … Manlio Camastro