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Spostamenti progressivi del piacere

Spostamenti progressivi del piacere locandina

Una stanza spoglia, una donna legata ad un letto da sottili funi, un paio di forbici conficcate nel petto della donna, nuda, e per terra una bottiglia, con ancor su delle impronte. Le impronte appartengono ad Alice, mentre la donna morta si chiama Nora.
Sembra l’inizio di un giallo classico, del quale però conosciamo in anticipo il colpevole.
O meglio, la colpevole. Perchè le impronte sulla bottiglia sono di Alice, che aveva con Nora una torbida relazione.
La ragazza è arrestata, ma racconta una sua verità; ad uccidere Nora è stato un misterioso assassino, che ha trovato la chiave dell’appartamento sotto lo zerbino, ha aperto e ha sfogato i suoi istinti bestiali sulla ragazza.

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Anicee Alvina

Nora era una depravata, che la spingeva a sottili e perversi giochi, che la teneva soggiogata psicologicamente.
E’ così oppure è una forma di difesa di Alice, quella di incolpare la donna morta che non può ovviamente smentire?
Alice conferma la sua versione: Nora la spingeva sul marciapiede, aveva annullato la volontà della ragazza.
La sua versione è sempre la stessa, e viene confermata al suo avvocato difensore, all’ispettore che conduce le indagini, al cappellano del carcere dove Alice è detenuta, alle suore, in pratica a tutti coloro che è affidata questa enigmatica ragazza.

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Che smonta e rimonta la verità, in un gioco progressivo in cui tutti coloro che la avvicinano finiscono per diventare colpevoli di qualcosa: è lei la colpevole e gli altri sono solo turpi individui preda di passioni oscene?
Dov’è la verità?
Se lo chiede anche l’avvocato difensore, che ben presto diventa parte integrante del gioco perverso portato avanti da Alice.

Spostamenti progressivi del piacere 2

Lei si identifica in Nora, e alla fine ne condivide la sorte.
Un’altra stanza, una vittima diversa.
Si ricomincia.
Riassumere la trama di Spostamenti progressivi del piacere è impresa improba, come del resto avviene con tutti i film di Alain Robbe-Grillet, regista del quale ho già parlato nel caso di Giochi di fuoco; anche in questo caso siamo di fronte ad un film che smonta e rimonta le immagini, in una struttura circolare in cui non c’è una verità e un finale, ma un vero e proprio gatto che si morde la coda.

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Spostamenti progressivi del piacere 4

Ancora una volta il regista demolisce quel che vediamo, sostituendo alla certezza il dubbio; il volto angelico di Alice passa rapidamente da essere tale ad essere diabolico, per poi tornare angelico, senza soluzione di continuità.
Vittima e carnefice diventano indistinguibili; è Alice la vittima, che subiva i rapporti lesbici o era invece la mente occulta e perversa del torbido rapporto?
Le suore, l’ispettore, il cappellano diventano figure ambigue: è l’invenzione della fantasia malata della ragazza o è una delle facce della realtà?
Sono persone normali oppure nascondono segreti inconfessabili?
Non lo sapremo.

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Possiamo immaginare a nostro piacimento sul come siano andate le cose; il regista non aiuta in nulla, lasciando i personaggi privi di una qualsiasi connotazione psicologica.
Si muovono generalmente in spazi chiari, oppure scuri.
Grillet provoca, affascina, propone immagini da decifrare; lo fa con il suo stile, colmando il film di immagini di nudo delle due protagoniste, tanto da provocare l’ottusa reazione della censura, che boccia il film come pornografico.
Visione parziale e asettica di una pellicola che non solo non è pornografica, ma non è nemmeno erotica;

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la bella Anicee Alvina non ispira nessuna pulsione erotica, tanto sembra asessuata, quasi incoporea.
Cosi, alla fine, a parte il senso di gelo dettato dalla rigida struttura circolare del film, che sembra iniziare dalla fine e finire dall’inizio, ci si trova davanti ad un’opera che sembra trasportata dal teatro dell’assurdo, con personaggi scomposti, ricomposti e poi nuovamente scomposti, in un gioco eterno che sembra irridere i canoni estetici e narrativi del cinema.

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Il cinema di Alain Robbe-Grillet è questo e anche molto più; è la destrutturazione del racconto, un inganno visivo e sensoriale, in cui tutto e il contrario di tutto si rincorrono, trascinando lo spettatore in un vortice; il suo è un cinema affatto semplice. Non si illuda, lo spettatore, di guardare un’opera in cui è davvero centrale la figura o la trama; Grillet decompone tutto, affidando alle immagini e alla fantasia dello stesso spettatore il compito di dipanare la matassa.

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Un cinema strutturato in maniera così complessa da sembrare un quadro di Escher; nulla, in ciò che guardiamo, è vero, e se è vero, probabilmente è falso. Realtà efantasia sono facce di una stessa medaglia, che però puoi guardare dai due lati senza distinguere quale sia quella vera. Si confondono, la fantasia e il reale, perchè sono un gioco.Oppure sono una cosa terrivilmente seria.

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Spostamenti progressivi del piacere, un film di Alain Robbe-Grillet. Con Isabelle Huppert, Michael Lonsdale, Anicée Alvina, Jean Martin, Olga Georges-Picot, Marianne Eggerickx
Titolo originale Glissements progressifs du plaisir. Drammatico, durata 104 min. – Francia 1971.

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Spostamenti progressivi del piacere banner protagonisti

Anicée Alvina     …     Alice
Olga Georges-Picot    …     Nora
Michael Lonsdale    …     Il giudice
Jean Martin    …     Il prete
Marianne Eggerickx    …     Claudia
Claude Marcault    …     Suor Julia
Maxence Mailfort    …     Cliente
Nathalie Zeiger    …     Suor Maria
Bob Wade    …     Becchino
Jean-Louis Trintignant    …     Il poliziotto
Isabelle Huppert    …     Bit
Hubert Niogret    …     Il fotografo
Alain Robbe-Grillet    …     Un passante
Catherine Robbe-Grillet    …     Una suora

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Regia Alain Robbe-Grillet
Sceneggiatura Alain Robbe-Grillet
Produttore André Cohen, Marcel Sébaoun
Fotografia Yves Lafaye
Musiche Michel Fano

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febbraio 5, 2010 Posted by | Drammatico | , , | Lascia un commento