Mission
Il 13 gennaio 1750, Ferdinando VI di Spagna e Giovanni V di Portogallo firmano un documento per stabilire un confine tra le colonie in America meridionale. Si tratta del Trattato di Madrid, basato su uno dei principi fondamentali del diritto romano: chi possiede di fatto, possiede di diritto. Applicato nel contesto del Trattato, esso riconosce l’espansione e colonizzazione portoghese verso il bacino dell’Amazzonia a scapito dell’Impero spagnolo.
In questa cornice storica, alcuni membri della Compagnia di Gesù, armati di fede incrollabile e forza di volontà, si recano sul confine tra Argentina, Brasile e Paraguay, nella vasta foresta pluviale che circonda le cascate dell’Iguazú. Il film sviluppa la sua storia attraverso una corrispondenza che racconta gli accadimenti all’insediamento della missione. L’autore della corrispondenza è il cardinale Altamirano (Ray McAnally) cui voce narrante nella versione italiana è Renzo Palmer.
La missione dei gesuiti è quella di evangelizzare le tribù dei Guaranì e proteggerle dallo sfruttamento da parte degli spagnoli e portoghesi che si sono spartiti i territori dell’America meridionale. I gesuiti edificano le cosiddette “riduzioni”, centri in cui gli indios apprendono mestieri e arti proprie della cultura europea. I frutti del loro lavoro vengono distribuiti tra tutti i partecipanti secondo criteri di equità e collaborazione.
Padre Gabriel (Jeremy Irons) è un membro della Compagnia di Gesù che raggiunge in solitudine una tribù di Guaranì, scalando le cascate dell’Iguazú. Riesce a farsi accettare dagli indios grazie alla dolce musica dell’oboe che suona. Il gesuita ormai adottato dai Guaranì crea con il loro aiuto una missione, un’oasi di tranquillità ove gli indios vivono protetti dall’avidità dei mercanti di schiavi.
In questa missione impegnativa padre Gabriel è aiutato da Rodrigo Mendoza (Robert De Niro), ex mercenario e mercante di schiavi. Mendoza, in un momento di ira, uccide suo fratello Felipe (Aidan Quinn) e, in preda ai rimorsi, decide di lasciarsi morire. Ma il gesuita lo persuade a non troncare la sua vita a mezzo del suicidio. Gli suggerisce di percorrere la via della redenzione per perseguire un fine onesto, importante. Rodrigo decide quindi di mettersi al servizio dei gesuiti e degli indios, scegliendo di prendere i voti per diventare un missionario gesuita.
Le “riduzioni” sono mal viste sia dagli spagnoli sia dai portoghesi che le considerano un ostacolo nelle fruttuose attività di compravendita di schiavi. I poteri forti chiedono la mediazione del Papa per allontanare i gesuiti ed eliminare di conseguenza le missioni costruite sui territori ormai portoghesi. I coloni accolgono il cardinale Altamirano (Ray McAnally) il quale,
pur essendo impressionato dalla bontà e bellezza delle missioni, ordina ai gesuiti e agli indios di abbandonare le loro terre in favore dei latifondisti portoghesi. I rappresentanti dei re di Spagna e Portogallo, Don Cabeza (Chuck Low) e Don Hontar (Ronald Pickup), nei loro colloqui con il cardinale minacciano apertamente l’esistenza stessa della Compagnia di Gesù all’interno della Chiesa. Gli indios rifiutano l’ordine di lasciare le loro terre. Decidono di combattere per difenderle, guidati da padre Rodrigo che riprende in mano le armi e organizza la difesa. I gesuiti rimangono con gli indios che li hanno accolti e adottati. Una spedizione militare è inviata contro “i ribelli”. Padre Gabriel respinge la violenza; durante i combattimenti celebra la messa nella missione con la partecipazione delle donne, dei bambini e degli anziani Guaranì. I missionari Fielding (Liam Neeson) e Ralph (Rolf Gray) muoiono combattendo accanto ai Guaranì.
Padre Rodrigo muore deriso dai soldati portoghesi durante il tentativo fallito di far esplodere il ponte di collegamento della missione. Disteso a terra, il suo sguardo contempla padre Gabriel in processione mentre avanza tra gli spari e viene colpito a morte.
La missione è distrutta, i Guaranì sopravvissuti sono condotti in schiavitù. Un gruppo ristretto di bambini si salva dal massacro e si allontana silenziosamente con una canoa.
Ad una prima visione la figura centrale sembra essere Rodrigo Mendoza, commerciante di schiavi e fratricida, che ottiene la redenzione attraverso i missionari che gli assegnano la penitenza di curarsi di coloro che un tempo erano oggetto dei suoi affari: i Guaranì. Grazie alla bravura di De Niro il personaggio Mendoza suscita nello spettatore un maggiore interesse in quanto la sua trasformazione si svolge in maniera quasi spettacolare. Tuttavia, è mia opinione che Padre Gabriel, egregiamente interpretato da Jeremy Irons, ben sostiene il confronto. Perché se è vero che un cambiamento del male in bene è l’aspirazione degli umanisti convinti, è altrettanto vero che un bene che non si lascia corrompere dal male è l’ideale dei cristiani. Padre Gabriel, devoto, schietto, sensibile e leale, dichiara fino all’ultimo che “Dio è amore”. Continua a combattere il male con il bene rifiutandosi di ricorrere ad atti di violenza. Lui che ha conquistato l’affetto degli indios con il dolce suono dell’oboe, continua a vivere nella memoria dei sopravvissuti grazie alla bontà delle sue azioni.
Personalmente, avrei apprezzato una migliore rappresentazione dei personaggi Guaranì, un approfondimento della loro filosofia di vita, dei loro valori, ecc. In questo senso ho pensato di portare un modesto contributo per coloro che leggendo questo scritto e visionando il film potrebbero gradire una descrizione di questo popolo: “Gli esseri che sono privi dell’ipocrisia delle persone civili, reagiscono naturalmente, al momento che percepiscono le cose. È nell’immediato che sono contenti o scontenti, allegri o tristi, interessati o indifferenti. Notevole è la superiorità di indios puri come questi guajiros. Ci superano in tutto perché, se adottano qualcuno, tutto ciò che essi hanno è suo e, a loro volta, quando da questa persona ricevono la più piccola attenzione sono commossi profondamente, nel loro essere ipersensibile.” (da”Papillon”, di Henri Carrière)
Tornando alla pellicola, nella parte finale, regna la confusione. Le scene dei combattimenti sono mal orchestrate. Un vero peccato per un trama che si sviluppa in luoghi spettacolari. In particolare, la cascata che nell’apertura del film inghiottisce un missionario crocifisso. La misteriosa atmosfera della foresta pluviale conferisce alla pellicola una patina mistica.
“The Mission” è stato prodotto da David Puttnam e diretto da Roland Joffé, che hanno realizzato il premiato “The Killing Fields” (1984). Pur essendo un buon prodotto, non raggiunge i livelli di sceneggiatura e regia di “Urla del silenzio”.
Una menzione particolare va alla colonna sonora. Il maestro Morricone azzecca in pieno con l’utilizzo di uno strumento musicale dal suono vellutato: l’oboe. Il suo contributo viene riconosciuto e premiato con un Golden Globe e un Premio Bafta.
Agli Oscar la pellicola viene nominata in numerose categorie ma si aggiudica unicamente il premio per la migliore fotografia che va a Chris Menges.
“The Mission” è un film difficile, a tratti sconnesso. Tuttavia, tratta una storia coinvolgente, trasmette sentimenti intensi e trasporta lo spettatore in una natura selvaggia, forte, al riparo della quale vive un popolo fragile.
Mission
Un film di Roland Joffé. Con Robert De Niro, Jeremy Irons, Ronald Pickup, Liam Neeson, Aidan Quinn.Drammatico, durata 125 min. – Gran Bretagna 1986
Robert De Niro: Rodrigo Mendoza
Jeremy Irons: Padre Gabriel
Ray McAnally: Cardinale Altamirano
Liam Neeson: Fielding
Aidan Quinn: Felipe Mendoza
Cherie Lunghi: Carlotta
Ronald Pickup: Don Hontar
Chuck Low: Don Cabeza
Rolf Gray: Padre Ralph
Bercelio Moya: ragazzo indio
Stefano De Sando: Rodrigo Mendoza
Gino La Monica: Padre Gabriel
Renzo Palmer: Cardinale Altamirano/Voce narrante
Massimo Venturiello: Fielding
Roberto Pedicini: Felipe Mendoza
Mino Caprio: Hontar
Glauco Onorato: Cabeza
Regia Roland Joffé
Soggetto Robert Bolt
Sceneggiatura Robert Bolt
Produttore Fernando Ghia, David Puttnam
Casa di produzione Warner Bros.
Distribuzione in italiano Warner Brothers Entertainment
Fotografia Chris Menges
Montaggio Jim Clark
Effetti speciali Peter Hutchinson
Musiche Ennio Morricone
Scenografia Stuart Craig
Costumi Enrico Sabbatini
Fantasmi (Haunted)
David e Juliet Ash sono due gemelli molto uniti; durante uno dei loro giochi nella campagna inglese (siamo all’inizio del novecento) accidentalmente David provoca la caduta della sorella che finisce nelle acque di un laghetto e muore annegata nonostante il disperato tentativo di aiuto da parte di David.
Anni dopo ritroviamo David in America, dove si è trasferito con la madre; è diventato adulto e si è laureato in psicologia.
Ottenuta una cattedra in un’università inglese, ritorna nella madrepatria.
L’idilliaco scenario del castello dei Mariell
Siamo nel 1928, David studia principalmente tutte le manifestazioni sul paranormale; è uno scettico, che si occupa di smascherare medium e falsi fantasmi.
Un giorno decide di accettare l’invito di un’anziana signora, Tess Webb che lo pressa con disperate richieste di aiuto; così David si trasferisce nel Sussex a Edbrook Hall.
Ad accogliere David alla stazione di Edbrook è la bellissima Christine Mariell, che gli mostra immediatamente simpatia.
L’arrivo nel quieto posto di campagna, in uno splendido castello vittoriano immerso in una natura tranquilla e silenziosa e sopratutto il primo approccio con la signora Tess che parla di presenze oscure nel castello convincono David di una situazione patologica della donna, rafforzata anche dai suoi convincimenti sulla materia.
I tre fratelli Mariell
Al castello, David conosce anche i due fratelli di Christine ovvero Robert e Simon che da subito mostrano di non nutrire grande simpatia per lui e contemporaneamente inizia a notare la strana atmosfera che si respira nella casa.
La notte infatti qualcuno lo rinchiude nella stanza e all’indomani fa presente la cosa ai tre fratelli che però mostrano di non credergli.
E’ l’inizio di una serie di accadimenti misteriosi che vedono David man mano che il tempo scorre, iniziare a vacillare nelle sue convinzioni.
Christine dipinta da suo fratello Robert
Piccoli fenomeni inspiegabili dapprima e oscure presenze in seguito portano David a credere che in quel castello avvenga davvero qualcosa di insolito, come la disperata Tess tenta di dirgli, ostacolata però da Robert e Simon. A parlare di una malattia mentale è anche il dottor Doyle, medico di famiglia che ha in cura Tess, la quale è nel castello in virtù della lunghissima collaborazione dei genitori dei ragazzi ai quali ha fatto da balia sopratutto dopo la morte avvenuta in India degli stessi.
Christine mostra sempre più apertamente la sua attrazione per David, che però si rende conto dell’aperta avversione del fratello Robert verso un loro legame più profondo.
Il giovane infatti compare sempre nei momenti meno opportuni, quando sembra che l’attrazione tra David e Christine debba finalmente concretizzarsi.
Nel frattempo però i piccoli avvenimenti inspiegabili a cui ha assistito David acquistano contorni sempre più inquietanti;
Kate Beckinsale è Christine
una lampada che esplode all’improvviso provocando un incendio che si spegne misteriosamente, la figura di una bambina che David vede passeggiare nel parco e altri segnali lo portano a modificare profondamente le sue convinzioni.
A nulla vale un colloquio con il dottor Doyle che lo convince di essere preda dei sensi di colpa per la morte di Juliet; dopo un brevissimo periodo di tranquillità, gli avvenimenti oscuri si susseguono e prendono una piega drammatica.
David finisce per rischiare la vita cadendo nel laghetto del castello e subito dopo crede di morire bruciato vivo nella cantina dello stesso; nel primo caso è proprio Christine a salvarlo, nel secondo lo convince di aver immaginato tutto.
La ragione di David vacilla, sopratutto nel momento in cui vede Christine posare nuda per Robert e subito dopo baciarlo appassionatamente.
Ancora una volta crede di aver immaginato tutto e si lascia irretire dal fascino di Christine, con la quale vive una appassionata notte d’amore.
David, Aidan Quinn
Ma al risveglio, non trovando la ragazza, David esce di casa in tempo per vedere la misteriosa bambina che si incammina per il bosco.
L’uomo la segue e giunge in un cimitero fa un’agghiacciante scoperta: su una lapide trova i tre nomi di Robert, Simon e Christine con le date di nascita e la data della loro morte, avvenuta in contemporanea nel 1923.
Sconvolto, David corre a casa del dottor Doyle, ma la trova vuota e all’interno scopre l’identità della misteriosa bambina….
Ancora una volta mi fermo qui con la trama, per evitare di rivelare il finale a sorpresa del film, anche se per lo spettatore più smaliziato non è certo un finale inaspettato.
Fantasmi (Haunted nella versione originale) è un thriller ambientato nel mondo del paranormale diretto da Lewis Gilbert nel 1995; un film che anticipa un prodotto molto simile come argomento e come trattazione ovvero lo splendido The others, uscito sei anni dopo e diretto benissimo da Alejandro Amenábar.
A differenza di The others, il film di Gilbert è meno claustrofobico e più bucolico, se mi si passa l’espressione.
C’è uno stridente contrasto di fondo, infatti, fra il castello soleggiato e immerso in una splendida cornice naturale di Fantasmi e quello più lugubre e dalle finestre perennemente chiuse di The others, come ricorderanno coloro che hanno visto il film di Amenábar.
“Non aver paura David, vieni con me…”
Un film che vive diversi momenti di pausa e descrittivi con una tensione che solo a momenti si respira palpabile e concentrati peraltro nella seconda parte del racconto; qualche sequenza è davvero ben realizzata, come quella dell’incendio nella cantina, oppure quella in cui David rischia di annegare soffocato dalle alghe o ancora il balletto finale tra i tre fratelli e la vecchia Tess.
Smontato da parte della critica e da qualche deluso spettatore, Fantasmi è un buon prodotto di genere che vive su una buona sceneggiatura e sopratutto su una fotografia con i contro fiocchi.
Grazie ad una location da favola, con paesaggi in stile cartolina e ambientato in un castello che farebbe la felicità di ogni amante della natura, il film di Gilbert si snoda attraverso il percorso di cognizione di David, che da fiero negazionista del paranormale si troverà a dover fare i conti con una realtà che lo riporterà indietro fino all’infanzia, al momento cioè della morte della sua amata sorella Juliet.
E’ proprio con il ricordo di Juliet che dovrà fare i conti David, costretto dagli avvenimenti a barcamenarsi in una situazione limite, stretto da un lato dalla sua infatuazione per Christine, dall’altro a fare i conti con i fenomeni paranormali che gli si scateneranno attorno prima della drammatica conclusione.
L’incendio nella cantina
Una conclusione in linea con il racconto, ben congegnata e che permette allo spettatore di non rimpiangere il tempo perso fino ad allora.
I personaggi chiave sono ben interpretati, a cominciare da quello principale di David a cui presta il volto Aidan Quinn, per passare alla fascinosa e sensuale Kate Beckinsale che interpreta l’ambigua Christine.
David inizia ad intuire la verità
Molto bene anche Anna Massey (la governante Tess), Anthony Andrews (Robert Mariell) e Alex Lowe (suo fratello Simon), così come una garanzia è John Gielgud nel ruolo del dottor Doyle.
Gilbert dirige con mano ferma un film che poteva essere insidioso e quindi scivolare nel solito prodotto a sensazione; viceversa riesce a creare un minimo di atmosfera senza strafare, senza ricorrere cioè a candelabri e teschi, musica notturna e stridore di porte.
Il regista londinese, oggi novantunenne e conosciuto per i tre film diretti sulle avventure dell’agente 007 (Agente 007, si vive solo due volte,Agente 007, la spia che mi amava e Agente 007, Moonraker: operazione spazio ) ha una mano ben diversa da quella di Amenábar, che in The others propone un lavoro più finemente angoscioso e psicologico; tuttavia ottiene risultati discreti e il giudizio su quest’opera, per quanto mi concerne, è largamente positivo.
Fantasmi
Un film di Lewis Gilbert. Con Anna Massey, Aidan Quinn, John Gielgud, Kate Beckinsale,Anthony Andrews
Titolo originale Haunted. Thriller, durata 108 min. – Gran Bretagna 1995
Christine accoglie David alla stazione
David e il dottor Doyle
Frammenti di verità affiorano dal passasto…
Christine e David
Tess, la governante
Juliet e David
L’incidente di Christine
La misteriosa presenza…
La sorellina di David, Juliet
La terrificante scoperta finale
Aidan Quinn … Prof. David Ash
Kate Beckinsale … Christina Mariell
Anthony Andrews … Robert Mariell
John Gielgud … Il Dottor Doyle
Anna Massey … Tess Webb
Alex Lowe … Simon Mariell
Geraldine Somerville … Kate
Victoria Shalet … Juliet Ash
Linda Bassett … Madame Brontski
Liz Smith …La vecchia zingara
Peter England … David da giovane
Alice Douglas … Clare
Edmund Moriarty …Liam
Emily Hamilton … Mary
Regia: Lewis Gilbert
Romanzo: James Herbert
Sceneggiatura: Timothy Prager, Bob Kellet, Lewis Gilbert
Produzione: Anthony Andrews, Francis Coppola e altri
Musiche: Debbie Wiseman
Editing: John Jympson