Filmscoop

Tutto il mio cinema

Il cappotto di Astrakan

Un gruppo di amici si ritrova per giocare a biliardo; tra di loro c’è Piero, che riesce a vincere una partita con in palio un viaggio a Parigi. Salutato alla stazione il gruppo, Piero si appresta a sbarcare nella capitale francese.
Ma non ha fatto i conti con Ramazzini, un tipo con la fama da iettatore; per la serie non è vero, ma ci credo, ecco che al povero Piero, appena sbarcato a Parigi, iniziano a piovere sul capo disgrazie.
Viene rapinato di tutti i soldi da alcuni italiani, arrestato e tradotto davanti al commissario Juvetin, che gli trattiene il passaporto.

Il Cappotto di Astrakan 16
Johnny Dorelli è Piero

Il Cappotto di Astrakan 1
Andrea Ferreol è la signora Marie Lenormand

Lo sventurato Piero si ritrova così in città, affamato e senza meta; ma per una volta il caso sembra dargli una mano.
Avendo visto un cartello con la scritta “stanze libere”, si rivolge alla signora Maria Lenormand, che rimane stranamente colpita da Piero, tanto da affittargli ad un prezzo ridicolo un intero salone, in condominio con un pestifero gatto. La donna racconta all’italiano che divide l’appartamento con il fratello Maurice; in realtà Maurice è il marito della donna,detenuto per una rapina.

Il Cappotto di Astrakan 2

Il Cappotto di Astrakan 3

Tutto ciò Piero lo apprenderà da Valentine, una splendida figliola che conosce altrettanto casualmente. Così scopre che la ragazza era l’amante proprio di Maurice, e per questo viene seguito dal sospettoso commissario Juvetin. Inizia così una girandola di situazioni, con Piero, che ha ricevuto in dono da Maria uno splendido cappotto di Astrakan conteso dalle due donne e guardato con sospetto da Juvetin; una sera, mentre sta per finire a letto con Maria, ecco comparire il misterioso Maurice, che assomiglia come una goccia d’acqua a Piero.

Il Cappotto di Astrakan 19

Il Cappotto di Astrakan 4
Carole Bouquet è Valentine

Piero scappa, ma con indosso il cappotto di Astrakan, il che gli varrà un’altra serie di traversie. Ritornato in Italia, riprende la sua solita vita in compagnia degli amici fidati, ma ecco che ricompare Valentina…….
Tratto da un romanzo di Piero Chiara del 1978, Il cappotto di astrakan, girato l’anno successivo da Marco Vicario, è una gradevole commedia degli equivoci, ben strutturata e divertente. Merito sopratutto della bravura di Johnny Dorelli, simpatico e spassoso nel ruolo dell’imbranato Piero, di Andrea Ferreol, che interpreta con misura Maria Lenormand e della bellissima Carole Bouquet, che interpreta l’affascinante Valentine.

Il Cappotto di Astrakan 5

Sullo sfondo di una Parigi vista di corsa, si muovono i tre destini dei tre protagonisti, sui quali incombono le figure di Maurice, sempre presente come un’ombra e quella del terribile ispettore Juvetin, un ottimo Marcel Bozzuffi, molto prevenuto nei confronti degli italiani.
Le gag ci sono e sono a tratti davvero divertenti, come quelle che vedono protagonista il povero Piero e l’indemoniato gatto della signora Lenormand, Domitien;

Il Cappotto di Astrakan 6

pur essendo il film molto divergente dal romanzo di Chiara, si riesce ad apprezzare il tentativo di Vicario di rendere con ironia e arguzia la vicenda del vitellone Piero, trasportato da Luino, il posto in cui vive, nella tentacolare città francese.
Non c’è molta profondità psicologica nei personaggi, ma del resto in due ore di film, articolato principalmente sulle disavventure di Piero era davvero ben difficile andare oltre.
La parte meno interessante del film è quella basata sul viaggio di ritorno in treno, con Piero che incontra uno strano personaggio che alla fine tenta di fargli la corte; viceversa abbastanza bene in linea è il finale, forse amarognolo ma in sintonia con il film.

Il Cappotto di Astrakan 9

Il Cappotto di Astrakan 10

Il cappotto di Astrakan, un film di Marco Vicario. Con Johnny Dorelli, Marcel Bozzuffi, Andréa Ferréol, Paolo Bonacelli,Carole Bouquet, Ninetto Davoli, Elio Crovetto, Salvatore Billa, Quinto Parmeggiani, Enzo Robutti, Ettore Garofalo, Nanni Svampa
Commedia, durata 105 min. – Italia 1980

Il cappotto di astrakan banner gallery

Il Cappotto di Astrakan 7

Il Cappotto di Astrakan 8

Il Cappotto di Astrakan 11

Il Cappotto di Astrakan 12

Il Cappotto di Astrakan 13

Il Cappotto di Astrakan 14

Il Cappotto di Astrakan 15

Il Cappotto di Astrakan 17

Il Cappotto di Astrakan 18

Il cappotto di astrakan banner personaggi

Johnny Dorelli     …     Piero
Andréa Ferréol    …     Maria Lenormand
Marcel Bozzuffi    …     Commissario Juvet
Carole Bouquet    …     Valentine
Ninetto Davoli                Il ladro
Quinto Parmeggiani    Lo scrittore
Enzo Robutti    …     Ramazzini

Il cappotto di astrakan banner cast

Regia Marco Vicario
Soggetto Piero Chiara
Sceneggiatura Marco Vicario, Sandro Parenzo
Produttore Franco Cristaldi, Nicola Carraro
Fotografia Ennio Guarnieri
Montaggio Nino Baragli
Musiche Bruno Nicolai
Scenografia Andrea Crisanti
Costumi Patrizia Castaldi

Banner incipit romanzi

Verso la fine d’aprile del millenovecentocinquanta, non avendo trovato dalle mie parti e non pensando di trovare neppure in altri luoghi vicini, o per dir meglio in Italia, il terreno favorevole alla nuova vita che durante la guerra mi ero proposta per il il caso che ne fossi scampato, pensa di portarmi a Parigi, senza programmi di alcun genere e solo per viverci qualche mese. Chissà, mi dicevo, che non abbia a cogliersi il bandolo di un avvio e magari a trovarvi la mia fortuna

“Ottimo Dorelli tardo vitellone in trasferta parigina, che sembra avviarsi kafkianamente e invece si svolge secondo i registri consueti del grande scrittore luinese, la sensualità e il grottesco, sulle note di Salvador e Charles Trenet. Non tutto funziona al meglio, c’è qualche concessione alla macchietta (tutta la sequenza della visita al manicomio) ma il risultato finale è apprezzabile.”

“Disavventure a Parigi per Johnny Dorelli, in questa commedia diretta da Vicario con il solito stile. Purtroppo qualcosa nella complessità del tema centrale della pellicola rimane irrisolto, ed alcuni snodi della sceneggiatura non mi sono parsi molto fluidi. Però Dorelli è molto bravo, e la Bouquet -scheletrica- si spoglia senza troppi problemi. Finisce invece col risultare odioso il gatto Domiziano, al quale hanno appiccicato un fastidioso e cacofonico miagolio in ognuna delle circa 200 scene in cui appare sullo schermo.”

“Trasposizione corretta ma piuttosto piatta e poco grintosa di un romanzo di Chiara, ennesima variazione sul tema del doppio, con il provinciale Piero che, in trasferta parigina, ne passa di tutti i colori per colpa/merito della sua forte somiglianza fisica con un tizio poco di buono ma fascinoso. I pregi maggiori risiedono nel cast, da Dorelli che ha il dono della leggerezza, alle due donne di così diversa sensualità (la straripante Ferreol e l’algida Bouquet) fino ai bravi caratteristi di contorno.”

“Soave Dorelli-movie in cui l’attore confidenziale contiene (anche se non del tutto) i panni dell’uomo brillante e sofisticato. La storia è tratta da un romanzo e se ne ha testimonianza nei dialoghi, forse non sempre credibili e a mio avviso eccessivamente teatrali. La scenografia parigina è raffinata e adeguata al racconto. Sublime l’interpretazione di Andrea Ferreol, ma citerei anche Marcel Bozzuffi che considero straordinario nel difficile ruolo di “spina nel fianco”.”

“Marco Vicario dirige con una certa eleganza questo buon film tratto dal romanzo di Piero Chiara, interessante nella trama ma forse un po’ scialbo nei dialoghi (adattamento di Parenzo e dello stesso regista). Tra gli interpreti spiccano un Dorelli simpatico ma per nulla macchiettistico, un’intensa Ferreol e una Bouquet dolce e sensuale. Caratteristi in gran forma, da Svampa a Parmeggiani, da Robutti a Bonacelli. Di gran classe gli interni di Crisanti e la fotografia di Guanieri.”

 

Il cappotto di Astrakan lobby card 2

 

Il cappotto di Astrakan lobby card 1

 

Il cappotto di Astrakan 2

 

Il cappotto di Astrakan 1

 

 

febbraio 3, 2010 Posted by | Commedia | , , , , , , | 1 commento

Dagobert

Dagobert locandina

Dagobert, re dei Franchi, è un re cialtrone, simpatico, donnaiolo e crapulone. La sua esistenza si divide fra la caccia, enormi mangiate e le donne del suo entoruage, che insegue tutte con gran passione e diletto. Continuerebbe così a lungo non fosse per la presenza di un monaco,Otarius, arrivato alla sua corte di straccioni, ma anche di gente libera e senza censure morali. Otarius, inviato dal papa Onorio I,

Dagobert 7
Il debole di re Dagobert

Dagobert 3Le bon roi Dagobert è l’attore Coluche

deve cercare di convincere il buon re Dagobert ( come specificato nel titolo francese) ad entrare nei ranghi della chiesa, come difensore della fede. Costretto dall’infido Lotarius a mettersi in marcia su Roma, per chiedere perdono dei suoi numerosi peccati, Dagobert arriva nella città eterna proprio mentre un complotto ordito dall’imperatore di Bisanzio ha tolto temporaneamente di mezzo Papa Onorio, sostituito da un sosia perfetto,

Dagobert 11
Michel Serrault è Otaryus

crapulone anche lui, che ha il compito di annullare le legittime nozze di Dagobert per sostituire la di lui moglie con la figlia dell’imperatore; con un colpo di fortuna il re riesce a conoscere il vero Onorio, che viene pertanto rimesso sul trono di Pietro. Ma il complotto è ormai in moto: Dagobert verrà avvelenato, pianto da tutto il popolo, mentre l’infido Otarius, gettata la tonaca alle ortiche (che, come dice una voce fuori campo, “in fondo servono solo a questo”),riesce nell’intento di mettere sul trono la figlia dell’imperatore, diventando, a sua volta, reggente del trono.

Dagobert 1

Dagobert 2
La stupenda Carole Bouquet è la Principessa di Bisanzio

Dagobert, film diretto da Dino Risi nel 1984, accolto malissimo dalla critica e con scarso successo dal pubblico, è un film in costume, in puro stile Brancaleone, anche se ne diverge in maniera sostanziale. La dove l’avventuriero sfigato creato da Comencini si muove tra cialtroni di ogni risma, con una banda di straccioni al seguito, sognando mirabolanti avventure, abbiamo la sostituzione con il re franco, barbaro, crapulone e lussurioso, ma anche libero nei costumi che il suo popolo pratica da sempre.

Dagobert 4

 Isabella Ferrari, una concubina di Dagobert

L’avvento del cristianesimo e quindi delle leggi morali della chiesa, lo obbliga a tenere un comportamento ben diverso, cosa che finisce per snaturarne l’essenza, rendendo i franchi un popolo soggetto alle ferree leggi della chiesa, all’obbedienza al pontefice e quindi a snaturare profondamente la sua anima. Attraverso le avventure di Dagobert, Risi fustiga proprio i costumi cattolici, ma lo fa in maniera blanda, privilegiando piuttosto la parte paradossale della vicenda, attraverso una narrazione a volte scoordinata, a volte infarcita di doppi e tripli sensi e di qualche volgarità gratuita.

Dagobert 5

Dagobert 6

I franchi saranno stati anche barbari, rispetto al resto d’Europa, ma erano comunque un popolo libero e fiero. Questo a Risi interessa poco; interessa invece il lato comico, con un Coluche, che interpreta re Dagobert, assolutamente irresistibile, mentre il ruolo del perfido Otarius è affidato ad uno strepitoso Michel Serrault. Molto bravo il solito Tognazzi, qui nei panni di re Onorio e del suo sosia, Introcchius, figlio di Introcchia (omen nomen), un malandrino lussurioso e dedito ai bagordi ben più del re franco. Le donne del film sono entrambe bellissime: bella è Isabella Ferrari, una delle concubine del re franco, sedotta da Dagobert sui rami di un albero.

Dagobert 8

L’altra è la figlia dell’imperatore di Bisanzio, interpretata dalla splendida Carole Bouquet, che si esibisce in un nudo assolutamente strepitoso. Dagobert non è probabilmente un film riuscito del tutto, ma è godibile nel suo scorrimento, con qualche battuta memorabile e qualche cedimento alla volgarità gratuita; anche se lontano da quel capolavoro assoluto del Brancaleone monicelliano, resta un’opera guardabile, godibile per gustare due ore di divertimento. Segnalo, tra i numerosi figuranti, Salvatore Baccaro, il barbaro che recupera la corona di Dagobert Moana Pozzi, Sabrina Siani e Claudia Cavalcanti, due splendide figliole, i caratteristi Ennio Antonelli e Venantino Venantini.

Dagobert 9

Michel Serrault e Ugo Tognazzi

Dagobert 10

Dagobert (Le bon roi Dagobert), un film di Dino Risi. Con Ugo Tognazzi, Michel Coluche, Michel Serrault, Attilio Dottesio, Nello Pazzafini, Venantino Venantini, John Karlsen, Ennio Antonelli, Antonio Marsina, Antonio Vezza, Percy Hogan, Carole Bouquet, Sabrina Siani, Claudia Cavalcanti, Isabella Ferrari, Moana Pozzi, Giordano Falzoni, Gea Martire, Salvatore Baccaro, Romano Puppo, Francesco Scali, Pietro Torrisi
Comico, durata 118 min. – Italia, Francia 1984

Dagobert banner gallery

Dagobert 5

Dagobert 4

Dagobert 3

Dagobert 2

Dagobert 1

Dagobert 6

Dagobert banner protagonisti

Coluche: Dagoberto I
Michel Serrault: Otarius
Ugo Tognazzi: Papa Onorio e sosia
Carole Bouquet: Héméré
Isabella Ferrari: Chrodilde
Moana Pozzi: cortigiana
Francesco Scali: Landek
Salvatore Baccaro: paesano
John Karlsen: Corbus

 Dagobert banner cast

Regia Dino Risi
Soggetto Gérard Brach
Sceneggiatura Gérard Brach, Age, Dino Risi
Fotografia Armando Nannuzzi
Musiche Guido De Angelis, Maurizio De Angelis
Scenografia Dante Ferretti
Costumi Raffaella Leone, Gabriella Pescucci

Dagobert banner recensioni

L’opinione di Kowalskj dal sito http://www.filmscoop.it
Non saprei come definirlo. Un’apologo sul potere? E’ soltanto una brutta farsa in costume, sguaiata, eccessiva e volutamente grottesca. Gli attori – compreso Tognazzi – sono totalmente fuori parte e fuori-contesto. Un Risi completamente in declino
L’opinione del Morandini
Il re dei Franchi, Dagobert, fa un viaggio verso Roma, ma il Papa è stato rapito. Il film è tagliato addosso a Coluche, il più plebeo dei comici francesi e su di lui fa perno una farsa floscia, epicomica, all’insegna di una buffoneria escrementizia che non diverte perché non si capisce che senso abbia. Premio di consolazione: Carole Bouquet nuda. Scene di Dante Ferretti.

L’opinione di B.Legnani dal sito http://www.davinotti.com
Ribalderia in splendidi costumi (Pescucci) di Dino Risi. Meglio di quanto si sente dire (vale almeno **), ha un eroe-vittima che, benché regale, incarna i difetti di tutti noi. Recitato in modo spesso artificioso ma gradevole, con volti deliziosi (cast pazzesco: Tognazzi e Moana, Lonsdale e Baccaro, fino alle subitanee apparizioni di Ceccarelli, Pazzafini, Ennio Antonelli……), paga un ritmo lento, che è perfettamente congruo con i tempi del primo Medio Evo, ma che mal si sposa col pubblico odierno. Qua e là un po’ fiacco, è accompagnato da divertente musica (testo in latino) dei De Angelis.

L’opinione di 124c dal sito http://www.davinotti.com
Commedia Anni Ottanta di Dino Risi che, nelle tv private collegate al circuito Odeon, passava spesso in seconda serata. La presenza di Michel Serrault, Carole Bouquet e Ugo Tognazzi sembrava assicurare divertimento ed umorismo, invece il tutto risulta una commedia di bassa qualità in costume, con un interprete (Coluche) che qui da noi non ha mai fatto proseliti. Dino Risi gira un decamerotico fuori stagione, che scontenta anche gli amanti della commedia sexy. Peccato, perché poteva venir fuori qualcosa di più di stuzzicante.

Dagobert lobby card 3

 

Dagobert lobby card 2

 

Dagobert lobby card 1

 

Dagobert lobby card 4

 

Dagobert foto 3

 

Dagobert foto 2

 

Dagobert foto 1

luglio 9, 2009 Posted by | Commedia | , , , | 5 commenti