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La vita segreta della signora Lee

Per Pippa Lee è il momento di un cambio di vita radicale.
In seguito ad un infarto subito da Herb,suo marito,molto più grande di lei, ha deciso di seguirlo in quella che l’uomo chiama la residenza della pensione dopo una vita passata nell’editoria.
E’ anche il momento di guardare al passato con occhi nuovi, rivedere quello che è accaduto e sopratutto capire il perchè sia diventata per tutti una specie di enigma vivente.
Perchè Pippa sembra avere per tutti parole di comprensione, essere conscia del suo ruolo di moglie e madre di due figli ormai adulti,un figlio che è ormai prossimo a diventare avvocato e una figlia fotografa e reporter di zone di guerra,che però ha con lei un rapporto conflittuale.
Attraverso l’uso del flash back conosciamo così particolari sulla vita di Pippa, sulla sua famiglia nativa,con una madre dall’umore incostante che avendo 5 figli e un marito pastore protestante tirava avanti assumendo sempre più anfetamine e che la plasmava secondo i desideri del momento,come una bambola o come una vamp per esempio, condizionandole l’infanzia.


Fino al giorno in cui aveva deciso di trovare una strada nuova, allontanandosi da casa accolta da sua zia, che intratteneva una relazione saffica con una scrittrice/fotografa.
Poi la fuga anche dal nuovo rifugio, scoperta da sua zia mentre posava per delle foto erotiche scattate da Kat, la sua compagna e l’inizio di una fase turbolenta, con l’assunzione di stupefacenti fino al momento di svolta,l’incontro con Herb, editore con 30 anni più di lei, il matrimonio e la nascita di figli.
Così la vita di Pippa aveva preso una strada sicura tranquilla e borghese, fino al presente, in cui la donna è diventata per amici e vicini un punto di riferimento, un porto sicuro e una confidente alla quale ricorrere nei casi di problemi quotidiani.
Che ovviamente non mancano,come in tutte le esistenze.
Pippa però è rimasta troppo nell’ombra, sacrificando se stessa alla famiglia e al marito, un uomo terrorizzato dall’età che avanza e dalla morte al punto che allaccerà una relazione extraconiugale con l’amica di sua moglie, Sandra,una donna fragile ed emotiva sposata ma in crisi con suo marito.
La scoperta inaspettata porterà Pippa ad analizzare in modo diverso tutto ciò che la circonda e a prendere coscienza di se stessa; si è annullata, è stata una moglie fedele ma ora è il momento di cambiare.
Ed è esattamente quello che la donna farà…


Un film che si muove tra flash back e presente analizzando il comportamento di una donna che realizza,nel momento in cui tutto sembra scorre come un placido fiume, una nuova possibilità di vita dopo essere stata nell’ombra,tranquilla custode
e moglie affettuosa relegata in un ruolo marginale, quasi un soprammobile bello ma di pura decorazione per un marito fondamentalmente egoista e per degli amici e conoscenti abituati a vederla troppo in ruoli subalterni.
E’ la sintesi di La vita segreta di Pippa Lee, film diretto da Rebecca Miller (figlia del grande commediografo Arthur) nel 2009; una storia raccontata come una biopic nella quale si assiste all’evoluzione di una donna che finalmente prende coscienza di se stessa
dopo un’infanzia condizionata fortemente da una madre instabile e un’adolescenza turbolenta, segnata dalla ribellione e dagli eccessi,fatta di occasionali amanti e di droghe fino all’episodio che la spingerà ancora una volta a mettere in discussione tutto, alla ricerca
del suo vero ruolo umano e sociale.
Non più moglie fedele e madre, donna comprensiva con tutti e confidente,ma persona capace di scegliere e di decidere, di riannodare i fili dell’esistenza con la consapevolezza che ci sono nuove sfide,nuove occasioni.


Con un uso non ossessivo del flashback la Miller mostra così quella che è stata la vita di Pippa Lee almeno fino all’incontro con suo marito,che la donna sposerà quasi avesse una missione,prendersi cura di un uomo tanto più anziano di lei.
Herb, suo marito, si trasformerà in un padre pigmalione, un doppio ruolo che però finirà fatalmente per stringere Pippa in un recinto.
Dal quale la donna avrà la forza di uscire,complice anche un avvenimento che porterà le cose in una direzione imprevista.
La vita segreta di Pippa Miller è anche un film blandamente satirico sul vuoto pneumatico che sembra avvolgere le esistenze borghesi, prive di problemi concreti e quindi soffocate dalla noia generata dall’agiatezza; il barbecue,le cene, il pettegolezzo,amori clandestini,ovvero
l’armamentario con cui si combatte un quotidiano fondamentalmente votato alla noia.
Per contrappasso la ribellione e la presa di coscienza di una donna,Pippa, che finalmente realizza come oltre i simboli citati ci sia una via differente ;la vita non termina certo con un tradimento,anzi,può ricevere nuova linfa e spingere a decisioni impreviste.


Film gradevole, caratterizzato dalla presenza di un cast di sicuro valore: da Robin Wright Penn (Pippa Lee) a Keanu Reeves ( Chris) da Julianne Moore (Kat) a Alan Arkin (Herb) e Winona Ryder (Sandra), da Maria Bello (Suky) Monica Bellucci (la prima moglie di Herb) ogni componente
del cast fa la sua parte con professionalità facendo acquisire valore ulteriore al film.
Che resta una commedia leggera con momenti drammatici tenuti volutamente con bassi profili; perchè lo scopo della MIller è quello di raccontare un’evoluzione,quella di Pippa,che avviene per gradi.
Dall’iniziale senso di colpa agli accadimenti di varia natura che condizioneranno la vita di Pippa, tutto è mostrato con abilità dalla Miller e il risultato finale è un film di buon livello che si gusta senza particolari momenti di noia.
Consigliato.

La vita segreta della signora Lee

Un film di Rebecca Miller. Con Winona Ryder, Robin Wright, Julianne Moore, Keanu Reeves, Monica Bellucci, Blake Lively, Maria Bello, Alan Arkin, Zoe Kazan, Robin Weigert, Tim Guinee, Mike Binder, Madeline McNulty, Ryan McDonald, Drew Beasley, Christin Sawyer Davis, Beckett Melville, Adam Shonkwiler, Cornel West, Audrey Lynn Weston, Teresa Yenque Titolo originale: The Private Lives of Pippa Lee.Drammatico, durata 100 min. – USA 2009.

 

Robin Wright Penn: Pippa Lee
Keanu Reeves: Chris
Monica Bellucci: Gigi
Winona Ryder: Sandra
Alan Arkin: Herb Lee
Maria Bello: Suky Sarkissian
Julianne Moore: Kat
Blake Lively: Pippa Lee adolescente
Robin Weigert: Trish
Zoe Kazan: Grace Lee
Mike Binder: Sam Shapiro

Regia Rebecca Miller
Soggetto Rebecca Miller
Sceneggiatura Rebecca Miller
Produttore Brad Pitt, Lemore Syvan
Casa di produzione IM Global
Fotografia Declan Quinn
Montaggio Sabine Hoffmann
Scenografia Michael Shaw

febbraio 9, 2020 Posted by | Commedia | , , , , , , , | Lascia un commento

La riffa

La riffa locandina

Francesca è una bellissima donna,appagata da un matrimonio all’apparenza felice,da una figlia e da una vita socialmente agiata.
L’improvvisa morte di Maurizio,suo marito, avvenuta in un incidente stradale la priva allo stesso tempo sia del suo compagno sia di tutte le sue apparenti sicurezze.
Come Francesca scopre ben presto,suo marito si era riempito di debiti tanto da lasciare la donna
in braghe di tela.
Così Francesca è costretta a vendere tutti i suoi gioielli,la pelliccia di zibellino,la barca e a rinunciare così alla sua vita agiata.
In questo modo paga un anno di fitto arretrato (i due vivevano in una casa esclusiva sulla muraglia della città vecchia di Bari) e riesce anche a pagare la retta della scuola costosissima frequentata da sua figlia Giulia.

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Aiutata da Cesare,avvocato di famiglia nonchè all’apparenza amico di Francesca,la donna approfitta di un’offerta di lavoro per tentare di ricominciare una nuova vita.
Le cose non funzionano da subito,perchè l’uomo che le ha offerto il lavoro in realtà mira esclusivamente al suo corpo;così a Francesca non resta che una sola cosa da fare,vendere il suo corpo al miglior offerente.
Scoperta anche la vita segreta di Maurizio,suo marito,che la tradiva senza scrupoli e aveva una relazione stabile con un’altra donna,Francesca decide di organizzare una lotteria fra i maggiori ambienti della città.
Lo scopo è quello di far pagare 100 milioni ad ogni partecipante alla “riffa“;il premio finale sarà lei che per quattro anni si impegnerà a soddisfare tutte le voglie del vincitore.
Con l’aiuto di Cesare,Francesca si mette in vendita;ben presto vengono raccolte le 20 quote necessarie alla riffa,ma nel frattempo,complice un incidente stradale, la donna conosce Antonio,un giovane simpatico con il quale Francesca allaccia una relazione appassionata.

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Ma anche Antonio in fondo non è diverso dagli uomini che hanno comprato il biglietto per la riffa;anzi,forse lui è anche peggiore, perchè al corrente della lotteria non fa nulla per dissuadere Francesca dal mettersi in vendita sembrando in realtà interessato a che lei accetti.
Una denuncia anonima allerta la polizia,Francesca è convocata dal commissario di PS che le chiede spiegazioni sulla lotteria.
Ed ecco il colpo di genio di Francesca….
Francesco Laudadio dirige nel 1991 il suo primo film ambientandolo a Bari, della quale descrive con puntiglio degno di miglior causa pruriti e debolezze,frustrando in maniera velleitaria la classe dei maggiori abbienti della città stessa, descritti come un manipolo di persone viziose,depravate ed amorali.
La riffa è un film abbastanza debole e sfilacciato,non brutto ma neanche interessante.
A parte la presenza di una Monica Bellucci bellissima e affascinante ma anche inespressiva e piatta,il film non offre nulla di rilevante;la critica sociale è blanda e poco convincente,i dialoghi sono assolutamente ordinari e la storia coinvolge poco.

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Unica nota di merito del film è l’utilizzo di bellissimi squarci di Bari e dei suoi immediati dintorni;dalla muraglia della città vecchia al teatro Margherita ormai abbandonato (all’epoca) passando per villa Romanazzi Carducci non ancora trasformata in esclusivo hotel passando per il convento di San Vito a Polignano e per lo splendido palazzo Mincuzzi in via Sparano è tutto un festival vintage primi anni novanta dal punto di vista architettonico.
Molto interessante il cast,che include Massimo Ghini e Giulio Scarpati,Tiziana Pini e altri bravi caratteristi,bene la ftografia e discreto il montaggio.
Un film non particolarmente affascinante ma che si può anche vedere.

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La riffa

Un film di Francesco Laudadio. Con Monica Bellucci, Massimo Ghini, Giulio Scarpati, Marino Masé, Carla Cassola,Renato Scarpa, Gianluca Favilla, Francesco Gabriele, Tiziana Pini, Federico Pacifici, Sandra Collodel Commedia, durata 91 min. – Italia 1991.

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La riffa 1 Giulio Scarpati

La riffa banner protagonisti

Monica Bellucci … Francesca
Giulio Scarpati … Antonio
Massimo Ghini … Cesare

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Regia Francesco Laudadio
Soggetto Francesco Laudadio
Sceneggiatura Francesco Laudadio
Produttore Giuseppe Perugia per Artisti Associati
Distribuzione (Italia) Artisti Associati
Fotografia Cristiano Pogany
Montaggio Ugo De Rossi
Musiche Antonio Di Pofi
Scenografia Livia Borgognoni

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La riffa 1 Villa Romanazzi

Villa Romanazzi Carducci, oggi albergo di lusso e sala convegni

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Il porticciolo di San Vito a Polignano a mare

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L’interno del teatro Petruzzelli prima dell’incendio

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Il mitico panificio-salumeria di San Vito prima dell’attuale ristrutturazione,specialità focaccia e mortadella

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Il palazzo della Provincia vista dal mare

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La riffa 1 Palazzo Mincuzzi

Interno ed esterno del palazzo Mincuzzi in via Sparano a Bari

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La riffa 1 Margherita porto

Il retro del teatro Margherita

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Lungomare Nazario Sauro di sera

La riffa 1 Lung.Nazario Sauro

Lungomare Nazario Sauro di giorno

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Lo gnomone di Piazza Ferrarese

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La riffa 1 Città vecchia

La casa in cui vive la Bellucci nel film,muraglia della città vecchia

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Il Barion

La riffa 1 Abbazia di san Vito

L’abbazia di San Vito

La riffa banner recensioni

L’opinione di mm40 dal sito http://www.filmtv.it

Difficile dire se La riffa sia un film più insensato a livello logico – la storia fa acqua da tutte le parti – o demenziale nella scelta di attribuire il ruolo centrale di sofisticata femme fatale a un’attricetta debuttante al cinema e smodatamente canina nella recitazione, oltre che burina nell’anima, come Monica Bellucci. Laudadio, giunto qui alla quarta regia, si occupa anche della sceneggiatura (ed è il suo primo copione in assoluto): il modestissimo contributo fornito nella prima surclassa nettamente quello versato nella seconda; La riffa è una pellicola innocua che sfrutta il corpo della protagonista, più volte messo in vetrina senza troppe smancerie, e un’idea di base graffiante, satirica, da commedia all’italiana; idea purtroppo rovinata molto presto dai suddetti gravissimi difetti. Massimo Ghini per lo meno è un attore; Giulio Scarpati così così; nel resto del cast ci sono anche Renato Scarpa, Marino Masè, Carla Cassola. L’inspiegabile ascesa verso la fama internazionale per la Bellucci comincia così. La situazione non migliorerà granchè neppure a successo raggiunto e consolidato.

L’opinione del sito http://www.filmscoop.it

(…) Il regista intende fare satira sull’alta borghesia italiana e sulla buona dose di ipocrisia e di perversione che da sempre contraddistingue certi ambienti ed è per questo che punta sulla Bellucci più che un’attrice un corpo e un volto. La donna interpreta il ruolo di una vedova incapace di svolgere qualsiasi attività e che, rimasta sul lastrico a causa delle cattive speculazioni finanziarie del marito, è costretta a puntare sull’astuzia e sulle sue doti fisiche per mantenere il benessere al quale è stata abituata. Tutto intorno un mondo di persone guaste dentro come delle belle mele ritoccate dai venditori.
Purtroppo a un’idea valida non corrisponde altrettanto valore a livello recitativo. Gli attori, a parte Ghini che svetta su tutti, recitano male e senza convinzione facendo quindi perdere tutte le buone intenzioni iniziali.
Resta la sottile ipotesi che anche la cattiva interpretazione faccia parte di un piano che ha come base la presa in giro di un determinato mondo, peccato però che in pochi abbiano eventualmente colto le intenzioni del regista in quanto la pellicola si è rivelata un flop sia all’epoca della sua uscita sul grande schermo che nei rari passaggi televisivi, e purtroppo resta solo la Bellucci ad attirare un certo tipo di pubblico esattamente come intendeva Laudadio.(…)
Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com

Ciavazzaro

Brutto film, con la Bellucci non-recitante come al solito. Non che il resto del cast aiuti, intendiamoci, e anche la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti. La messa in scena è pessima e la pellicola si fa dimenticare molto in fretta. Da evitare.

Zardoz

Filmetto leggero, che ha peraltro come scopo di mettere alla berlina la ricca borghesia di una città di provincia, Bari. E così la bella ma inespressiva Bellucci, trovatasi all’improvviso vedova di un faccendiere fedifrago, scopre che i tanti “amici” che pensava di avere in realtà sono interessati solo al suo corpo o alle sue proprietà materiali. Discreto Ghini nel ruolo dell’avvocato/amico, anche se il film non riesce a decollare, nonostante la grottesca trovata finale.

Galbo

Non memorabile esordio cinematografico della bella (nonché non irresistibile) attrice Monica Bellucci, in una commedia che vorrebbe avere pretese di critica sociale, ma che riesce solo ad essere pretestuosa, oltre che realizzata con stile registico impersonale. Praticamente non lascia tracce, nonostante il buon livello del cast impegnato (Bellucci a parte).

Undying

Francesca (Monica Bellucci) si ritrova improvvisamente vedova e piena di debiti: le ipoteche la spingono a vendere tutto quel che possiede sino ad arrivare a concepire una sorta di “lotteria”, denominata in gergo “la riffa”: 20 contendenti sborsano 10 milioni; tra questi un estratto avrà diritto a possedere Francesca (che incassa i 200 milioni) per 4 anni. Dopo il pessimo Topo Galileo e il documento politico Addio a Enrico Berlinguer, Laudadio realizza un dramma fortemente polemico nei confronti del bigottismo e del pregiudizio, tratteggiando un ambiente (barese) ricolmo di vizi e perversioni.

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luglio 9, 2015 Posted by | Drammatico | , | 2 commenti

L’ultimo capodanno

Roma, 31 dicembre.
Per festeggiare l’ultimo dell’anno convergono nel condominio Le isole, in via Cassia 1043 una serie di persone che si mescoleranno agli abituali abitanti delle due palazzine.
C’è l’attore Gaetano che deve recarsi nell’appartamento della Contessa Sinibaldi e mentre fa rifornimento sulla tangenziale è riconosciuto da un vecchio amico napoletano, che è reduce da una gara di uno sport non meglio specificato e che vorrebbe presentarlo ai vecchi amici dell’attore; c’è la bellissima Giulia che sta preparando il cenone per i suoi invitati e nel frattempo indossa reggiseno e slip rossi mentre ascolta la segreteria telefonica.

L’auto dei Trodini distrutta dai vandali di Mastino

C’è la signora Gina che attende ospiti e che vorrebbe che suo figlio Cristiano passasse con lei la notte, c’è l’avvocato Rinaldi che sta progettando una serata tragressiva all’insegna del sesso estremo con una professionista, mentre sua moglie è a Cortina con i figli.
C’è il signor Trodini che sta festeggiando con la sua famiglia e l’anziano padre l’acquisto di un auto d’epoca a lungo desiderata, ci sono Osvaldo, Orecchino e il Trecchia ovvero tre ladri che aspettano il momento buono per entrare in azione, c’è Filomena Belpedio che è attesa da una notte triste, perchè suo marito è prigioniero in Cambogia dei khmer rossi.
Tutta questa gente non ha nessun punto di contatto, se non quello di vivere all’interno di uno dei tanti condomini della Roma bene.

Giulia fuori di se dopo aver scoperto il tradimento del marito

Le loro vite stanno per incrociarsi a loro insaputa per un destino comune, ma nel frattempo ogni nucleo vive esperienze pressochè fallimentari.
Giulia per esempio apprende dalla segreteria telefonica lasciata incautamente in funzione della tresca esistente fra suo marito e la sua migliore amica Lisa, invitata anche lei per la festa di fine anno e medita vendetta; Gaetano, che nell’incontro con il vecchio amico napoletano ha perso la sua preziosa agenda con gli indirizzi è sedotto dall’anziana contessa che però al momento buono ha un malore. Cristiano, deludendo sua madre, si chiude in camera con un suo amico, meditando su come passare la notte, mentre Rinaldi viene raggiunto dalla professionista dell’amore.
Contemporaneamente Filomena che ha ingerito una quantità enorme di sonniferi riesce a malapena a leggere un telegramma che le ha spedito il marito che le comunica l’avvenuta liberazione, mentre la famiglia Trodini vorrebbe festeggiare in via Veneto l’arrivo dell’auto nuova.

La Contessa obbliga Gaetano a spogliarsi

Tutti quindi sono alle prese con le varie situazioni in cui si sono venuti a trovare e i tre ladri entrano in azione, penetrando nell’appartamento di Rinaldi. I ladri così scoprono l’uomo steso su un tavolo e ammanettato, mentre la professionista sta praticando un gioco erotico estremo.
Si crea così una assurda situazione, mentre telefona la moglie di Rinaldi e l’uomo, steso e ammanettato è costretto a chiedere aiuto proprio ai tre ladri.
Nel frattempo Giulia ha preparato la sua vendetta; armata di un fucile subacqueo, spara una freccia mortale all’indirizzo del marito, che rimane così inchiodato alla poltrona, con il petto trafitto dal micidiale arpione.
Cristiano e il suo amico finiscono in un locale caldaie, mentre sta per arrivare il cataclisma.
Che è rappresentato dagli amici di Gaetano, capitanati da un trucidissimo e coatto capobanda di nome Mastino; i fracassoni amici dell’attore si auto invitano alla festa della Contessa mettendo a soqquadro la casa e creando situazioni incresciose sia per Gaetano sia per gli snob ospiti della Contessa.
Gli eventi precipitano quando Mastino, lanciando l’albero natalizio giù dal balcone, sfonda il tetto dell’auto di Trodini, suscitando la reazione del figlio di quest’ultimo che chiama il nonno a fare vendetta.

Giulia si prepara a dar fuoco ai ricordi della sua vita coniugale

L’anziano, munito di fucile, spara in direzione di Mastino colpendo però Gaetano al collo.
Nonostante l’estremo tentativo di salvataggio Gaetano precipita in cortile proprio mentre Trodini sta soccorrendo suo figlio, investito in pieno da un televisore scagliato dall’incontenibile Mastino giù in cortile.
I tre quindi muoiono per una tragica fatalità, proprio mentre Cristiano e il suo amico sono nel locale caldaie, mentre Lisa rimane colpita a morte da un razzo lanciato per ritorsione dal figlio di Trodini che manca il bersaglio e la colpisce nel ventre.
Uno dei due giovani scaglia all’interno della caldaia accesa un pacchetto di esplosivi, con il risultato di far saltare per aria l’intero comprensorio.
Il primo mattino vede una scena desolante: del comprensorio non restano che le rovine fumanti.

Continua l’opera di distruzione di Giulia

A uscire miracolosamente indenne dai ruderi di quello che era il condominio di via Cassia 1043 è l’amico di Cristiano che, salito sul suo scassatissimo ciclomotore, imbocca un ponte Milvio completamente deserto.
Tratto da L’ultimo capodanno dell’umanità di Niccolò Ammaniti , un racconto pubblicato nella raccolta Fango edita nel 1996, L’ultimo capodanno di Marco Risi ha alle spalle una storia travagliata, un pò come le vicende narrate nel film.
Uscito nelle sale nel 1998, venne ritirato dal regista dalle sale, in seguito alla delusione per gli incassi e per l’accoglienza riservata alla prima del film. A suo modo di vedere, il regista rimproverava ai produttori e alla distribuzione un’errata promozione del film stesso, come raccontato ai giornalisti: “I trailer hanno dato del film un’ immagine apocalittica, cupa. Hanno insistito sul pedale del tragico, invece L’ ultimo capodanno è pensato proprio per il grande pubblico. Si è perso il senso della commedia che, anche se tutto è giocato sull’ eccesso e sull’ esasperazione, sono convinto che punti a una comicità irriverente. Sbagliato anche proporre, nei trailer, Haber in guepière in situazioni sado- maso e l’ urlo della Bellucci 

La telefonata di Gaetano

L’ultimo capodanno in effetti ha due chiavi di lettura differenti, anche se poi alla fine tutto converge verso la commedia grottesca, dopo un percorso in bilico tra la commedia, la farsa, la tragedia condite da uno humour nerissimo.
Tutte le situazioni che vedono coinvolti gli inquilini del famoso stabile sulla Cassia passano dal grottesco al tragico, per poi prendere la loro dimensione definitiva man mano che appare chiaro l’obiettivo del regista, mostrare cioè il lato tragicomico di alcune esistenze attraverso situazioni volutamente estremizzate; nascono così i siparietti con protagonista la splendida Giulia (una convincente Monica Bellucci) che si scopre becca proprio nel giorno più importante dell’anno quando è indaffarata a preparare il cenone per gli ospiti o quello con protagonista l’avvocato Rinaldi (un ottimo Alessandro Haber) che cerca la trasgressione e finirà vittima di ladri da strapazzo.
Ogni situazione del film è tesa a mostare il lato comico delle vite dei protagonisti, anche se a predominare è l’aspetto grottesco delle cose; così la varia umanità che si agita nel film sembra paradossalmente la caricatura di se stessa, vista attraverso situazioni volutamente esasperate e portate ai limiti del credibile.

La preparazione per il cenone

Come del resto prendere sul serio l’intera sequenza in cui Mastino lancia il televisore dal terrazzo della Contessa colpendo il ragazzo della famiglia Trodini che aveva appena incitato il nonno a sparare sui responsabili del danneggiamento dell’auto d’epoca? Come non sorridere davanti alla gag del nonno a cui viene tranciata di netto una mano che finisce per far bella mostra di se in un piatto di zampone?
L’aspetto paradossale del film, in bilico tra il comico tradizionale e il comico noir, è in realtà l’elemento di novità del film.
Ma va da se che il pubblico sovrano non sempre apprezza le novità dirompenti e non può essere un caso se all’uscita del film, un’orrenda porcheria come Il macellaio con protagonista Alba Parietti ebbe incassi nettamente superiori a quelli del film di Risi.
L’ultimo capodanno è un film particolare ed estremo, forse troppo; le sinistre risate che possono coinvolgere lo spettatore sono al tempo stesso il limite del film.

La mamma di Cristiano impegnata nei preparativi

Il pubblico non sempre ama vedere la cattiveria, lo sberleffo e la comicità ammantata di nero spiattellate in un film che in pratica è vissuto tutto all’interno di un condominio, pur popolato da un campione di umanità variamente composto.
Come spiegarsi se no il travolgente successo dei cinepanettoni, espressione del cinema più autenticamente nazional popolare in senso deleterio o il cinema dei Pierini, un cinema minimalista espressione del trionfo del peggio esprimibile, ovvero il cinema dei rutti e dei peti, delle barzellette sconce e tristi?

L’avvocato Rinaldi racconta frottole alla moglie in vacanza

Il film di Risi, vissuto tutto sull’equivoco commedia nera finisce per arenarsi proprio davanti ai suoi meriti, che sono tanti ma assolutamente non capiti dal pubblico.
Così l’amarezza del regista è comprensibile, così come le sue parole amare: “Forse era il momento sbagliato, la gente voleva storie romantiche e la mia non e certo una commedia rassicurante. Forse sarebbe stato giusto allargare la popolarita del film, puntare di meno su certe atmosfere cupe. Forse sono anche stato troppo frettoloso in fase di montaggio.”

I tre ladruncoli in attesa di fare il colpo

Purtroppo il successo di un film dipende da fattori assolutamente particolari, primo fra tutti l’empatia tra il pubblico e il prodotto che sta visionando.
Tornando al film, notevole la carrellata di caratteristi che popola la pellicola, con menzioni su tutti per Haber, per Adriano Pappalardo che è irresistibile nel ruolo del coattissimo Mastino, per Beppe Fiorello che interpreta l’attore Gaetano Malacozza e per Ricky Memphis che interpreta Orecchino.
Bene tutto il resto del cast, a cominciare da Iva Zanicchi per finire con Claudio Santamaria.
Il mio consiglio è di recuperare questo film e goderselo possibilmente non prima di un giorno di festa, visto l’effetto un tantino deprimente che potrebbe ingenerare, preparandosi a visionare una commedia nera di notevole spessore e arguzia.

L’apocalisse dopo l’esplosione

L’ultimo capodanno
Un film di Marco Risi. Con Antonella Steni,Beppe Fiorello, Alessandro Haber, Monica Bellucci, Piero Natoli, Marco Giallini,Maria Monti, Francesca D’Aloja, Marco Patanè, Claudio Santamaria, Angela Finocchiaro, Primo Reggiani
Drammatico, durata 100 min. – Italia 1998.

Le prime fiamme dopo l’esplosione

Gaetano colpito mortalmente

Mastino lancia il televisore dal terrazzo

Lisa colpita al ventre da un razzo

Giulia dopo aver ucciso il marito

La famiglia Trodini festeggia i nuovi fari per l’auto d’epoca

Cristiano indeciso sul da farsi

La Contessa allupata

Monica Bellucci: Giulia Giovannini
Marco Giallini: Enzo Di Girolamo
Angela Finocchiaro: signora Rinaldi
Claudio Santamaria: Cristiano Carucci
Iva Zanicchi: Gina Carucci
Giorgio Tirabassi: Augusto Carbone
Ricky Memphis: Orecchino
Adriano Pappalardo: Mastino di Dio
Max Mazzotta: Ossadipesce
Giovanni Ferreri: Gualtiero Treccia
Natale Tulli: Osvaldo Ferri
Piero Natoli: Vittorio Trodini
Francesca D’Aloja: Lisa Faraone
Alessandro Haber: avv. Rinaldi
Beppe Fiorello: Gaetano Malacozza
Ludovica Modugno: Filomena
Antonella Steni: Esa Giovannini
Federica Virgili: Sukla
Maria Monti: Scintilla
Franco Odoardi: nonno

Regia     Marco Risi
Soggetto     Niccolò Ammaniti (racconto)
Sceneggiatura     Marco Risi, Niccolò Ammaniti
Produttore     Marco Risi, Maurizio Tedesco
Fotografia     Maurizio Calvesi
Montaggio     Franco Fraticelli
Musiche     Andrea Rocca
Scenografia     Luciano Ricceri
Costumi     Maurizio Millenotti

dicembre 30, 2011 Posted by | Commedia | , , , , , , , , , , , , | Lascia un commento