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La cosa buffa

La cosa buffa locandina
Storia di un amore contrastato tra un maestro elementare (Antonio) e Maria Borghetto, figlia di un ricchissimo uomo d’affari veneziano.
Un amore impossibile, alla luce delle differenti provenienze sociali dei due; Antonio è figlio di gente comune, studia all’università ma senza nessuno stimolo mentre Maria vive la sua realtà fatta di un presente senza problemi particolari, nè economici nè d’altro tipo.
La ragazza ricambia subito l’affetto del ragazzo, ma incontra anche l’assoluta intransigenza dei genitori, nettamente contrari ad un’unione che loro mal vedono.
Per la figlia infatti hanno in serbo ben altri progetti.

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Una deliziosa Ottavia Piccolo è Maria

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Gianni Morandi è Antonio

Antonio sembra anche affetto da problemi con l’altro sesso: infatti dopo un incontro con una strana ragazza ungherese che ha a sua volta un problematico rapporto saffico con una sua cugina, esce frustrato dall’esperienza perchè non ottiene un orgasmo.
Non gli va meglio con Maria; la ragazza, nonostante sua madre vegli continuamente, va a trovare il giovane per concedersi anima e corpo.
Infatti proprio sul più bello arriva la terribile madre della giovane a interrempere l’idilio, con conseguenze prevedibili.
Antonio così riprova con la ragazza ungherese, nuovamente interrotto sul più bello questa volta proprio dall’amante della ragazza.

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Rosita Torosh e Veronique Darel, le cuginette

Sembra una nemesi, quella del giovane; nessuna donna sembra abbordabile, perchè c’è sempre un intoppo a rendere le cose impossibili.
Nel frattempo il padre di Maria decide di corrompere Antonio, arrivando ad offrirgli molti soldi pur di liberarsi dello stesso.

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Un colloquio impossibile

Con un sussulto di dignità, Antonio rifiuta il denaro e deluso ritorna alla sua vita piatta di provinciale.
Tratto dal romanzo di Berto (omonimo) La cosa buffa è realizzato da Aldo Lado nel 1972; lo score precedente a questo film del regista fiumano parla di opere altalenanti.
Passato dall’incerto  La corta notte delle bambole di vetro del 1971, opera d’esordio come regista a Chi l’ha vista morire? ottimo thriller dell’anno successivo, Lado si cimenta con una riduzione cinematografica di un romanzo graffiante di Berto.
Che non fosse aria lo si capisce immediatamente dalla sceneggiatura; laddove il romanzo di Berto punta l’indice sulle difficoltà di relazione tra giovani, divisi anche da cultura e ceto sociale, uniti solo dalle tempeste ormonali e dalla difficile ricerca di un equilibrio personale, Lado non si capisce bene dove vada a parare.

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Il film infatti a tratti diventa irritante, come il protagonista assoluto della storia, quell’Antonio che sembra il prototipo del vitellone di provincia che arriva in città convinto di fare strage e che finirà amaramente per tornarsene con le pive nel sacco.
Diventa irritante perchè Lado caratterizza in negativo il personaggio, ben più di quanto faccia Berto nel romanzo e in più affida il ruolo di interprete del maestro/studente a Gianni Morandi, passato dalle canzonette e dai musicarelli a ruoli cinematografici che mostra con chiarezza di non saper o poter padroneggiare.
Così il film si immalinconisce e ben presto perde efficacia e sopratutto smarrisce la rotta.

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La forte criticità e l’ironia di Berto vengono stravolte dal regista e trasformate in qualcosa di indistinto: la bravissima Ottavia Piccolo si trova a gestire un ruolo la cui sceneggiatura sembra tagliata più che con l’accetta con un Black and Decker.
Un film scollato, in pratica.

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Perchè l’atmosfera creata da Berto, la cosa buffa che poi buffa non è e che ha tutto il sapore della tragicità si trasforma sotto la regia di Lado in una cosa quasi comica, o sarebbe meglio dire tragicomica.
Si, d’accordo che un film non può mai rendere l’atmosfera di un romanzo per i motivi mille volte citati, ma stravolgerne completamente il significato limitandosi a riprendere solo i personaggi per renderli involontariamente (quanto involontariamente?) ridicoli è operazione poco lusinghiera.
Dal naufragio in cui ben presto viene a trovarsi il film si salva solo la brava e bellissima Ottavia Piccolo; il suo candore ben si mescola (parlo del film) ai primi pruriti sessuali , che sono quasi assenti nel romanzo.

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La Piccolo si adegua e tira fuori un personaggio ben caratterizzato e credibile, pur nel quadro poco credibile del film.
Naufragio ben più pesante per Morandi, impacciato e poco espressivo, alle prese con un personaggio non nelle sue corde (ma in realtà qual’era il personaggio adatto a lui, cinematograficamente?)
Bene Giusy Raspani Dandolo, bella e sexy Rosita Torosh ovvero la cugina lesbica di Marika, la ragazza ungherese.
In ultimo, citazione per la solita affascinante Venezia, una delle location più usate durante gli anni settanta (ripescata da Lado dopo il successo di Chi l’ha vista morire?), musiche non proprio memorabili del grande maestro Morricone.

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La cosa buffa, un film di Aldo Lado. Con Angela Goodwin, Gianni Morandi, Ottavia Piccolo, Dominique Darel, Giusi Raspani Dandolo, Fabio Garriba, Riccardo Billi, Luigi Casellato, Claudia Giannotti, Rosita Torosh
Commedia,  durata 108 min. – Italia, Francia 1972.

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La cosa buffa banner personaggi

Gianni Morandi     …     Antonio
Ottavia Piccolo          …     Maria Borghetto
Angela Goodwin          … La padrona della pensione
Fabio Garriba          …     Benito
Claudia Giannotti         … La sorella di Antonio
Nino Formicola         … Il padre di Antonio
Rosita Torosh         …     Vera , la cugina di Marika
Luigi Casellato          …     Amedeo il barbiere
Riccardo Billi         … Il papa di Maria
Ilario Borghetto – La sorella di Maria
Dominique Darel         …     Marika
Giusi Raspani Dandolo          … La madre di Maria

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Regia di Aldo Lado
Dal romanzo omonimo di Giuseppe Berto
Sceneggiatura di Alessandro Parenzo e Aldo Lado
Prodotto da Giovanni Bertolucci
Musiche di Ennio Morricone

La cosa buffa foto 1Il regista del film, Aldo Lado

La cosa buffa foto 2Il romanzo di Giuseppe Berto

La cosa buffa foto 4La soundtrack di Morricone

febbraio 18, 2011 Pubblicato da: | Commedia | , , , | Lascia un commento

L’uccello dalle piume di cristallo

L'uccello dalle piume di cristallo locandina 1

L’uccello dalle piume di cristallo è il primo film importante di Dario Argento,e segna contemporaneamente il suo ingresso nel cinema come regista di thriller;un film importante,scorrevole,con una buona trama,che segnò effettivamente una stagione,visto che molti registi usarono nomi di animali per i titoli dei loro film.Una maniera per attirare pubblico sui loro prodotti,un sistema se vogliamo ingenuo,ma efficace.

Il film inizia con un giovane scrittore,Sam Dalmas,che sta per rientrare nel suo paese d’origine,gli Stati Uniti;accade però che la sera antecedente la sua partenza assista ad un omicidio,quello di una donna,Monica.

La donna non muore,e Sam scopre grazie al commissario incaricato del caso,che non è la prima vittima di fatti di sangue.In città c’è un serial killer che ha già accoltellato tre donne.

Sam inizia ad investigare,tallonato dal killer,che per due volte tenta di ucciderlo,lui riesce a scampare agli agguati,ma la prossima vittima è la sua fidanzata Giulia.

Anche Giulia si salva,e grazie alla sua telefonata,registrata,viene identificato un rumore di fondo;un verso emesso da u uccello,l’uccello dalle piume di cristallo,che vive solo ed esclusivamente nello zoo della città

Sam e la polizia si recano sul posto,identificano la finestra e arrivano appena in tempo per fermare il marito di Monica che sta strangolando la moglie.

Sembra tutto finito,ma……..

Un film sicuramente d’effetto,ben girato,con una buona tensione;bella la scena del tentato omicidio di Monica,con Musante che osserva tutto attraverso un grande vetro.

Un film di Dario Argento. Con Enrico Maria Salerno, Tony Musante, Suzy Kendall, Umberto Raho, Werner Peters, Mario Adorf, Eva Renzi, Renato Romano, Fulvio Mingozzi, Rosita Torosh, Carla Mancini. Genere Thriller, colore 96 minuti. – Produzione Italia 1970.

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Tony Musante: Sam Dalmas
Suzy Kendall: Giulia
Enrico Maria Salerno: Commissario Morosini
Umberto Raho: Alberto Ranieri
Eva Renzi: Monica Ranieri
Mario Adorf: Berto Consalvi
Raf Valenti:Professor Carlo Dover
Gildo Di Marco: Garullo/Addio
Giuseppe Castellano: Monti
Pino Patti: Faiena
Fulvio Mingozzi: poliziotto
Omar Bonaro: poliziotto
Bruno Erba: poliziotto
Annamaria Spogli: Sandra Roversi, terza vittima
Rosita Torosh: quarta vittima
Karen Valenti: Tina, quinta vittima
Werner Peters: antiquario
Reggie Nalder: inseguitore col giubbetto giallo
Maria Tedeschi: anziana nella nebbia
Carla Mancini: ragazza che guarda la TV
Giovanni Di Benedetto: Professor Rinaldi

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Regia Dario Argento
Soggetto Dario Argento
Sceneggiatura Dario Argento
Produttore Salvatore Argento
Casa di produzione Seda Spettacoli, Central Cinema Company Film (CCC)
Distribuzione (Italia) Titanus
Fotografia Vittorio Storaro
Montaggio Franco Fraticelli
Musiche Ennio Morricone
Scenografia Dario Micheli
Costumi Dario Micheli
Trucco Pino Ferrante

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Vai in Italia, hai bisogno di pace, di tranquillità, è il paese della poesia. Non succede mai niente in Italia!

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giugno 6, 2008 Pubblicato da: | Thriller | , , , , , , | 2 commenti