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Stargate

Stargate locandina 3

Egitto, Giza,1928

L’equipe del professor Robert Langford, che è in Egitto con sua figlia Catherine, fa una scoperta sensazionale tra le sabbie del deserto:un misterioso anello di pietra che reca delle iscrizioni in una lingua sconosciuta. La piccola Catherine nasconde un amuleto raffigurante l’occhio di Ra, una delle supreme divinità egizie.

New York,1994

Il dottor Daniel Jackson tiene una conferenza stampa davanti ad una platea di studiosi ed egittologi, che di fronte alle ardite teorie esposte dal giovane professore, abbandonano l’aula in cui Jackson tiene la sua conferenza.L’unica a restare è Catherine Langford, ora ultra settantenne.
La donna chiede a Jackson di aiutarla in alcune traduzioni e Jackson, ormai senza un dollaro e deriso dalla comunità scientifica,decide di accettare.

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Il giovane linguista viene trasportato in una base segreta, dove sbalordisce tutti decifrando in pochi giorni le misteriose scritte che sono scolpite sull’anello di pietra.
Le autorità militari hanno recuperato, sessant’anni prima, l’anello di pietra e ora sono interessate ai suoi misteri; Jackson scopre che l’anello altro non è che uno Stargate, una porta per le stelle, un dispositivo seppellito 10.000 anni prima e ora in grado di funzionare come trasmittente verso altri mondi.
Attivato lo Stargate e stabilito che il mondo di approdo ha un’atmosfera del tutto simile a quella terrestre, vengono inviati in perlustrazione lo stesso Jackson e una pattuglia di soldati al comando del colonnello Jonathan “Jack” O’Neil, un militare richiamato in servizio dal quale si era congedato dopo la tragica morte del figlio per un terribile incidente occorsogli mentre giocava con la pistola del padre.
Catherine Langford consegna a Jackson l’amuleto sottratto a Giza e poco dopo il gruppo formato da Jackson O’Neil,dal tenente Charles Kawalsky, dal tenente Louis Ferretti e da altri militari si smaterializza attraverso lo Stargate, destinazione la Galassia di Kalian.

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Arrivato sul pianeta,il gruppo scopre che è abitato da gente tecnologicamente arretrata e che il pianeta è dominato da un’entità superiore che i nativi chiamano Ra e che venerano come un dio.
Dopo una serie di avventure, intervallate dalla storia d’amore di Jackson con la nativa Sha’re, il gruppo libererà il pianeta riportando la libertà tra i nativi, distruggendo Ra e lasciando Jackson sul pianeta, innamorato ormai di Sha’re.
Questa, in estrema sintesi, la trama di Stargate, film del 1994 diretto da Roland Emmerich, brillante regista tedesco con all’attivo quattro film, il primo dei quali diretto a soli 29 nel 1984,ovvero 1997 – Il principio dell’arca di Noè .
Stargate è una classica produzione hollywoodiana, girata con gran dispendio di mezzi ed economicamente dispendiosa (quasi 60 milioni di costo), ma dagli ottimi risultati in termini di incassi (200 milioni di dollari) derivati anche da un astuto merchandising.
Un film decisamente ben fatto, accattivante e con una trama che si lascia apprezzare grazie alla sua scorrevolezza, basata sulla sceneggiatura di Dean Devlin e dello stesso Roland Emmerich.

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Qualche anno prima del grande successo riportato da Christian Jaque con i suoi romanzi ambientati sull’antico Egitto, Emmerich crea un film usando proprio la civiltà egizia come sfondo per un’avventura interstellare, uno dei film avventurosi del genere science fiction meglio strutturati di sempre.
Non c’è da gridare la miracolo, è vero, ma il film scorre splendidamente fra effetti speciali, intreccio narrativo di prim’ordine e, ciliegina sulla torta l’immancabile storia d’amore con tanto di happy end.
Coniugando diversi elementi come la fanta archeologia (mica tanto lontana dal vero,visto che le piramidi restano ancora un mistero), storia, avventura e azione, Emmerich resuscita in qualche modo il genere fantascientifico con un’operazione sicuramente commerciale ma non priva di eleganza e di discreto valore.
ottima la scelta del cast, con Kurt Russell ad interpretare il colonnello O’Neill, l’apparentemente cinico comandante della squadra, James Spader nel ruolo del simpatico e un tantino imbranato dottor Jackson, Jaye Davidson nel ruolo del perfido Ra e Alexis Cruz in quello della nativa Skaara, la donna per la quale Jackson sceglie di rimanere sul pianeta ormai libero dalla nefasta presenza di Ra.
Una segnalazione anche per la puntuale presenza di Viveca Lindfors nel ruolo della dottoressa Catherine Langford.
Il merito maggiore del film però è aver fatto da apripista alla serie Stargate SG1,che nel 1997 prese il via sul canale Showtime e che grazie al clamoroso successo riscontrato andò in onda per 10 stagioni, cioè fino al 2007.
A questa fortunata e bellissima serie si aggiunsero anche altre serie basate sempre sul film di Emmerich come Stargate Atlantis e Stargate Universe, andate in onda rispettivamente per 4 stagioni (la quinta è uscita solo in DVD) e per due la seconda.

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Stargate è stato trasmesso con regolarità dalle tv private ed è disponibile in streaming all’indirizzo http://www.nowvideo.sx/video/9d2eae454f860.
Per chi ama le versioni in lingua originale, è disponibile su Youtube la versione in inglese, inficiata però da fastidiosissimi sottotitoli arabi all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=tJvdLWnsgig

 Stargate

Un film di Roland Emmerich. Con Viveca Lindfors, Kurt Russell, Mili Avital, James Spader, Jaye Davidson, Alexis Cruz, Leon Rippy, John Diehl, Carlos Lauchu, Erick Avari, Gianin Loffler, French Stewart, Djimon Hounsou, Christopher John Fields Titolo originale . Fantascienza, durata 119′ min. – USA, Francia 1994.

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Stargate banner personaggi

Kurt Russell: col. Jonathan “Jack” O’Neil

James Spader: dott. Daniel Jackson

Jaye Davidson: Ra
John Diehl: ten. Charles Kawalsky
French Stewart: ten. Louis Ferretti
Erick Avari: Kasuf
Alexis Cruz: Skaara
Mili Avital: Sha’uri
Viveca Lindfors: dott.ssa Catherine Langford
Leon Rippy: gen. W.O. West
Christopher John Fields: ten. Freeman
Derek Webster: ten. Brown
Erik Holland: prof. Langford
Djimon Hounsou: Horus
Gianin Loffler: Nabeh
Carlos Lauchu: Anubis

Stargate banner cast

Regia Roland Emmerich
Sceneggiatura Dean Devlin, Roland Emmerich
Casa di produzione Metro-Goldwyn-Mayer
Carolco Pictures
Fotografia Karl Walter Lindenlaub
Montaggio Derek Brechin, Michael J. Duthie
Effetti speciali Patrick Tatopoulos
Musiche David Arnold
Scenografia Holger Gross

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Francesco Pannofino: col. Jonathan “Jack” O’Neil
Sandro Acerbo: dott. Daniel Jackson
Sandro Iovino: ten. Charles Kawalsky
Lucio Saccone: ten. Louis Ferretti
Miranda Bonansea: dott.ssa Catherine Langford
Alessandro Rossi: gen. W.O. West
Claudio Fattoretto: ten. Brown
Gianfranco Bellini: prof. Langford

Stargate banner citazioni

Il testo dice: “Un milione di anni fa nel cielo è Ra, Dio del Sole. Sigillata e sepolta per sempre” …qui non è porta del cielo, è: “porta delle stelle”, STARGATE! (Dr. Daniel Jackson)
Quindi lei avrebbe risolto in due settimane quello che loro non hanno risolto in due anni? (Gen. West al Dr. Jackson)
Nessuno dovrebbe sopravvivere ai propri figli. (Jack O’Neill)
Ci può essere un solo Ra! (Ra)
Porta i miei saluti a Tutankhamon, stronzo! (Jack O’Neill)
“Sono qui, in caso abbiate successo!” (Jack O’Neill)

 

L’opinione di weach dal sito http://www.mymovies.it
Stargate , 1994, di Roland Emmerich, è film di successo perché ha in dote la grande la capacità di coniugare fantasia, senso di avventura ,il mistero della cultura egizia con le tesi più ardite , unitamente alla teoria di universi paralleli tanto attuale ai giorni nostre con le scienze quantistiche .
Scienziati come il nostro Massimo Teodorani, David Bohm ,unitamente a scrittori di archeologia come Grahm Hancock , Robert Bauval hanno avvalorato ed approfondito le tesi sviluppate nel film Stargate.
Ma la chiave del successo sta nel coniugare il mito delle Piramidi egizie con la parola “razza aliena”; aggiungiamo poi un’azione di avventura innovativa , ben congegnata ,con effetti speciali suggestivi, una storia di amore : il gioco è fatto.
Roland Emmerich fa qui il suo capolavoro, fa scuola e riferimento per una ampia serie di filmografie successive tutte posto a sviluppare il contatto alieno in un contesto di mondi paralleli che trasudano la loro civiltà con quella misteriosa degli egizi e dei sumeri
Genere fantasy –fantascienza con attori che sanno dare spessore alla storia come Kurt Russel ed un trasognato Daniel Jackson..
Mi sento di poter dire che ispiratore della regia possa essere stato anche lo scrittore sumerologo Zecharia Sitchin , assertore di un legame nel dna umano con civiltà antiche aliene che si insediarono nell’Egitto oltre 400.000 anni fa .
Conoscendo Roland Emmerich ,che nulla inventa e tutto costruisce a tavolino, penso proprio che qualche spunto dai signori di cui sopra lo abbia tratto.
Una bella favola, ispirata, che resta nel cuore e negli occhi dello spettatore che ottiene un grande successo di pubblico e di critica .
Ripeto una favola bella , che va a libere energie surreali ed i sogni di noi tutti , condensate in due ore di spettacolo cinematografico.

L’opinione di Pandacattivo dal sito http://www.filmtv.it
Fermi tutti. prima di esprimere un proprio parere su uno dei più importanti film ma i visti, vorrei fare una premessa socio religioso culturale, a costo di passare per un invasato.
A una domanda ad uno scienziato antropologo americano lo stesso rispose; vi siete mai chiesti come mai la razza Mongola, ossia quelli con gli occhi a Mandorla, sia il più numeroso della terra e del perché le più innovative tecnologie provengano da là?… forse perché è da più tempo che esistono? … non a caso aggiungo io, le massime di Confucio, frasi tutt’altro che banali, sono antecedenti al cristiano Gesù, di centinai di anni. Qualcuno dirrà e cosa centra, semplice, che aspetto fisico ha? a chi assomiglia di più uno di quegli ipotetici extraterrestri, indo europe? negroide’ caucasico?…
Detto ciò, per alcuni questo colossal può apparire come la solita americanata fantascentifica, priva di senso ed invece dico io, attenti! forse è la miglior se pur americanizzata opera documento di come veramente l’uomo abbia popolao la terra e sopratutto di come, abbia cominciato a credere e venerare entità divine. il discorso è articolato e molto serio, tuttavia, per rimanere nel tema, il film ha una storia incredibile, fantastica, con spunti interessantissimi sotto l’aspetto scientifico e antropologica, di come si crede sia stata qualche millenio a dietro, ottimini effetti speciali, straordinario J.Spader in una parte espressa magnificamente. un opera d’arte imperdibile e che se vista con occhio storico potrebbe far aprire la mente su molti aspetti dati fin quì per scontati ma che ad oggi non hanno risposta certa.

L’opinione di sadako dal sito http://www.davinotti.com
Uno dei primi film a dare spazio a quella disciplina nota come fantarcheologia. Giocando sulla teoria che le piramidi sono state costruite da una razza superiore, se non aliena, il film ci porta attraverso il tempo e lo spazio fino al mondo di origine (o forse di arrivo) della razza umana. Un piccolo manipolo di eroi (militari decisi a tutto e uno scienziato idealista) si trovano a combattere contro una pseudo-divinità dai poteri misteriosi. Leggero e divertente, trova il suo giusto completamento nelle serie tv (due) che ne sono seguite.

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gennaio 5, 2014 Pubblicato da: | Fantascienza | , , , , | 4 commenti

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gennaio 5, 2014 Pubblicato da: | Photogallery | | Lascia un commento

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gennaio 5, 2014 Pubblicato da: | Photogallery | | Lascia un commento

Il braccio violento della legge

Nella squadra narcotici di New York, alle prese con il quotidiano problema della droga, lavorano due agenti, Jimmy Doyle e Buddy Russo; sono due uomini solitari, violenti, dai caratteri difficili e poco inclini ad accettare compromessi.
I due sono anche in difficoltà sia con i colleghi sia con i superiori,che rimproverano loro i metodi usati e maggiormente gli scarsi risultati ottenuti con le ultime operazioni.
In questo clima di aperta ostilità, Jimmy Doyle e Buddy Russo si ritrovano a lavorare ad un caso importante, che può dare una svolta alle loro carriere,ripristinando in qualche modo la stima che i superiori hanno verso di loro.
Grazie ad alcuni flebili indizi e alla loro perseveranza, i due scoprono che sta arrivando dalla Francia, dal porto di Marsiglia, un grosso quantitativo di droga, spedita nella città americana da un trafficante di nome Alain Charnier.
Jimmy Doyle e Buddy Russo iniziano così un’indagine che da subito si rivela difficilissima, in cui i lenti progressi sono controllati da due agenti messi loro alle calcagna;

intanto Vharnier, grazie all’aiuto di Lou Boca e Joel Weinstock (due trafficanti americani),di Pierre Nicoli (un killer) e di un presentatore televisivo di una certa fama, Henry Deveraux, riesce nonostante la sorveglianza a far entrare illegalmente un auto con il prezioso carico di droga.
Nonostante i due detective vengano estromessi dal caso, doyle e Russo non si arrendono e proseguono le indagini senza la necessaria autorizzazione.
La loro costanza viene ripagata quando arrivano finalmente all’auto di Devereaux, che contiene il carico di droga, che i due detective ritrovano dopo una lunga e tribolata perquisizione.
Decidono comunque di non toccare il carico e di seguire l’auto per individuare il posto dello scambio e cogliere in flagranza tutti i malviventi coinvolti;l’operazione sarà un parziale fallimento, perchè dopo una furibonda battaglia, che vedrà caduti tra i delinquenti, Doyle e Russo vedranno sfuggire il loro vero bersaglio, il trafficante Charnier.
Finale drammatico e amaro…


Il braccio violento della legge è uno dei film più importanti del 1971, divenuto nel tempo non solo un cult ma un pilastro della cinematografia mondiale.
Diretto da William Friedkin, reduce dal discreto successo di Festa per il compleanno del caro amico Harold e girato due anni prima di quell’Esorcista che gli darà fama imperitura, Il braccio violento della legge (The French Connection) può essere definito l’inizio di una nuova era cinematografica nel genere poliziesco, anche se limitare la sua importanza a questo specifico genere è sicuramente riduttivo.
Friedkin introduce un elemento di novità basilare: la distinzione tra “buoni” e “cattivi” non è più netta e delimitata ma diviene molto più sfumata.
Nel film è praticamente impossibile definire una delle due categorie elettive; non sono buoni Doyle e Russo (per citare Scola, li potremmo definire brutti,sporchi (moralmente) e sopratutto cattivi e non sono tali propri questi ultimi, che appartengono si al mondo della delinquenza,ma senza quelle caratteristiche peculiari di quello stesso mondo.
Cè una zona di grigio, d’ombra, assolutamente impermeabile e indistinguibile nel film; a tutto questo va aggiunta l’aria assolutamente estraneante e disumana della metropoli nella quale si svolgono gli avvenimenti.
La città appare fredda,disumana, a tratti tetra a tratti glaciale, quasi che i suoi abitanti siano automi che si muovano in un paesaggio lunare.


In aggiunta, Friedkin usa una tecnica innovativa nel raccontare la storia; alla frenesia delle scene d’azione aggiunge lunghe pause piene di attesa, che risultano essere a tratti angosciose e a tratti snervanti, senza però concedere mai un calo di concentrazione nervosa sia al cast sia al pubblico che segue le alterne vicende dei due gruppi in competizione, quello composto dai tutori della legge e quello composto dai delinquenti.
Il tutto, ben amalgamato, porta il film verso un finale drammatico e nero come la notte;Jimmy ‘Papà’ (come è soprannominato uno dei due detective) Doyle ammazza uno dei detective che sorvegliavano lui e Russo, ma alla fine sembra quasi contento di averlo fatto.
Uno stravolgimento incredibile degli stilemi hollywoodiani, che diverrà uno dei marchi di fabbrica della nuova Hollywood, molto più attenta d’ora in poi alla realtà americana, a quella delle sue metropoli, al sociale, con film di vario genere ma importantissimi come Tutti gli uomini del presidente e La conversazione, il padrino o Qualcuno volò sul nido del cuculo, ai revisionisti della storia dell’epopea west Soldato blu e Piccolo grande uomo, ai film antimilitaristi come Apocalypse now ecc.


Temi che diverranno frequentissimi e che daranno il via alla stagione più straordinaria del cinema americano.
Sia il pubblico che la critica tributarono una entusiastica accoglienza al film; Il braccio violento della legge trionfò nell’edizione 1972 degli Academy Awards, gli oscar cinematografici attribuiti il 10 aprile 1972 a Los Angeles, nella tradizionale sede del Dorothy Chandler Pavilion, dove vinse i tre maggiori premi, quelli più ambiti ovvero il premio per il Miglior film, la Miglior regia e per il Miglior attore protagonista,oltre a due Oscar “minori” andati alla Migliore sceneggiatura non originale (Ernest Tidyman) e al Miglior montaggio per Gerald B. Greenberg, in aggiunta ad altre 3 nomination.
Alla pioggia di premi si aggiunsero anche 3 Golden Globe per il Miglior film drammatico, per la Migliore regia e il premio per il Miglior attore in un film drammatico andato ovviamente a Gene Hackman,due premi Bafta al Miglior attore protagonista e al Miglior montaggio,il David di Donatello e altre decine di premi importanti.
Nel cast, straordinaria la caratterizzazione fornita da Gene Hackman al personaggio discutibile del Detective Jimmy ‘Papà’ Doyle,uomo dai pochissimi pregi e dai mille difetti, uno sbirro cattivo, razzista e in definitiva assolutamente politicamente scorretto.


Un’interpretazione che significò il lancio definitivo della sua carriera.
Se volgiamo trovare un appunto al film, va trovato di traverso, nel senso che Hollywood volle premiare (con esagerato sciovinismo) un film fondamentale a scapito del film più importante dell’anno, quell’Arancia meccanica di kubrick che nella notte di Los Angeles fu il grande sconfitto, non riuscendo, su 4 nomination, a prendere nemmeno una statuetta.
Ma ovviamente questo non inficia quanto detto di buono sul film.
La pellicola è disponibile in una buona riduzione divx in streaming,all’indirizzo http://www.nowvideo.sx/video/e3342b638b959

Il braccio violento della legge

Un film di William Friedkin. Con Gene Hackman, Frederic De Pasquale, Eddie Egan, Fernando Rey, Roy Scheider,Marcel Bozzuffi Titolo originale The French Connection. Poliziesco, durata 104 min. – USA 1971

Gene Hackman: Det. Jimmy ‘Papà’ Doyle
Fernando Rey: Alain Charnier

Roy Scheider: Det. Buddy ‘Tristezza’ Russo
Tony Lo Bianco: Salvatore ‘Sal’ Boca
Marcel Bozzuffi: Pierre Nicoli
Frédéric de Pasquale: Henri Devereaux
Bill Hickman: Bill Mulderig
Ann Rebbot: Mrs. Marie Charnier
Harold Gary: Joel Weinstock
Arlene Farber: Angie Boca
Eddie Egan: Walt Simonson
André Ernotte: La Valle
Sonny Grosso: Bill Klein
Benny Marino: Lou Boca
Patrick McDermott: Howard, Chemist
Alan Weeks: Willie Craven, lo spacciatore
Al Fann: Informatore
Irving Abrahams: Irving, il meccanico
Randy Jurgensen: sergente

Regia William Friedkin
Soggetto Edward M. Keyes, Robin Moore

Sceneggiatura Ernest Tidyman
Produttore Philip D’Antoni
Fotografia Owen Roizman
Montaggio Gerald B. Greenberg
Musiche Don Ellis, Jimmy Webb

Sergio Rossi: Det. Jimmy ‘Papà’ Doyle
Renato Mori: Det. Buddy ‘Tristezza’ Russo
Stefano Satta Flores: Salvatore ‘Sal’ Boca
Enzo Liberti: Joel Weinstock
Angiola Baggi: Angie Boca
Antonio Guidi: Walt Simonson
Mario Bardella: Bill Mulderig

L’opinione di Gianpaolo dal sito http://www.mymovies.it
Straordinario poliziesco,….decisamente apparentato, con “Vivere e morire a L.A.” Magistralmente diretto dal regista più sottovalutato del secolo,…strepitosa, e originale la caratterizzazione del personaggio interpretato da “Fernando Rey”, alonata da una raffinata diabolicità,..i cui connotati assumono, nella scena finale un aspetto per certi versi metafisico,…rendendolo quasi una sorta di entità ultraterrena. Non da meno la prova di “Hackman”,..nei panni di un antieroico poliziotto,..autentico antesignano del “Bad-Cop”.

L’opinione del sito http://www.1400calci.com
(…) L’adattamento di Ernest Tydman è solido: dinamico come ci si aspetta da lui ma rispettoso dei fatti, perfetto per il nuovo poliziesco americano. La riscrittura aggiunge il tocco hard-boiled necessario ai personaggi, per movimentare le acque e per levare l’alone da Dragnet che può avere il libro in alcuni passaggi, ma serve un regista che sappia girare d’istinto. Il produttore Philip D’Antoni è lo stesso di Bullitt, altra pietra miliare del poliziesco d’azione e vertice dell’inseguimento automobilistico, e non ha dubbi: vuole “Hurricane Billy”, come era chiamato per la sua irruenza il giovane Friedkin all’epoca, e questi accetta con una eccitazione febbrile. (…)

L’opinione di fabio1971 dal sito http://www.filmtv.it
Jimmy Popeye Doyle (Gene Hackman) e Buddy Cloudy Russo (Roy Scheider) sono due detective della Squadra Narcotici di New York: indagando su una coppia di spacciatori di Brooklyn, l’italoamericano Sal Boca (Tony Lo Bianco) e la sua giovane moglie Angie (Arlene Farber) e seguendo i loro movimenti, sono riusciti ad arrivare a uno dei più temibili boss della città, Joel Weinstock (Harold Gary). Hanno anche scoperto che la droga su piazza sta scarseggiando (“È come un deserto pieno di drogati rimasti secco e tutti aspettano la manna”), ma la soffiata di un informatore li avvisa che è in arrivo un grosso carico dall’estero: la spedizione, 60 chili di eroina pura al 90%, proviene dalla Francia, organizzata dal boss marsigliese Alain Charnier (Fernando Rey), che ha accompagnato direttamente il suo corriere, Henri Devereaux (Frédéric De Pasquale), un insospettabile attore televisivo, per seguire di persona le trattative. Si tratta, infatti, di un affare da 500000 dollari e i boss newyorkesi vogliono andarci coi piedi di piombo, anche perchè si sono accorti di essere sorvegliati da polizia e agenti federali. Charnier, però, ha fretta di concludere la vendita e ripartire per la Francia e perciò decide di togliere di mezzo Jimmy Doyle, l’avversario più pericoloso. Pierre Nicoli (Marcel Bozzuffi), il killer di Charnier, fallisce, però, l’incarico e Doyle scatena una caccia spietata e implacabile alla banda di narcotrafficanti. I titoli di coda sveleranno l’esito dell’inchiesta: “Joel Weinstock venne prosciolto dal Grand Jury per insufficienza di prove. Angie Boca condannata per reati minori: pena sospesa. Lou Boca, associazione a delinquere e possesso di droga: pena ridotta. Henri Devereaux, associazione a delinquere: quattro anni di detenzione in un penitenziario federale. Alain Charnier non fu mai catturato: si ritiene che viva in Francia. I detective della Narcotici Doyle e Russo vennero trasferiti a un’altra sezione”.
Premiato con l’Oscar come miglior film (più altri quattro: a Friedkin, a Gene Hackman e a sceneggiatura e montaggio), Il braccio violento della legge si colloca, nella filmografia del suo autore, come opera spartiacque: dopo due titoli sorprendenti come Quella notte inventarono lo spogliarello e Festa per il compleanno del caro amico Harold, Friedkin si cimenta per la prima volta in carriera con un genere classico come quello poliziesco per proporne una personale, travolgente e seminale rilettura: il risultato è un thriller teso e incalzante, magistralmente orchestrato su un’intricata rete di pedinamenti, inseguimenti, intercettazioni, che la vitalissima macchina da presa di Friedkin, con sguardo (e piedi) da detective, segue indifferentemente a distanza, fissa, mentre attende pazientemente di catturare il movimento, o accompagnandoli freneticamente lungo i marciapiedi e le strade, i negozi, le scalinate e le stazioni della città, tra suggestivi piani sequenza, soggettive indiavolate, riprese a spalla e il ritmo vorticoso infuso dai tagli del montaggio

L’opinione del sito http://www.offscreen.it
(…)Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio del decennio successivo il concetto hollywoodiano di “messa in scena” crolla, ed in un certo senso viene ad essere sostituito da un nuovo modo di intendere il cinema che potremmo chiamare “messa in visione”: quello che infatti viene quasi totalmente sradicato dall’idea-film è proprio la scena, intesa come costruzione artificiosa di un set in cui girare “buone immagini”. Attraverso un processo che, simile, è avvenuto in Italia nel secondo Dopoguerra ed in Francia con la Nouvelle Vague – ma i presupposti da cui queste correnti nacquero sono radicalmente differenti, non va dimenticato – la strada diventa il termine estetico di confronto primario per un nuovo modo di fare cinema, che vede nell’espressione dell’immediatezza e della “realtà” (termine da prendere sempre con le molle…) il nuovo credo. Se pubblico e critica percepiscono immediatamente il vento del cambiamento e lo abbracciano con pochissime riserve, è solo con The French Connection che Hollywood offre cittadinanza ai nuovi autori che propongono questa visione alternativa: i 5 Oscar guadagnati dal film, tra cui quelli per la miglior pellicola dell’anno, per Friedkin e per Hackman, stanno a significare non che l’industria si è arresa alla rivoluzione dei “movie brats”, ma che è già riuscita ad accettarli e quindi ad inglobarne le idee portanti dentro i suoi meccanismi produttivi, magari leggermente modificati per adattarli a questa nuova impostazione.(…)


” Partito…180, …200: marchio di garanzia dell’ associazione esercenti, 210: marchio del ministero della sanità, …220: è entrata in orbita, riconoscimento ufficiale di droga del mese, … 230 : veleno di prima scelta, pura dinamite, eroina pura al 90 %, la migliore che abbia mai visto “
“Ma in questo distretto dove si riforniscono di caffè ? A Las Mierdas ?”.
“Sai cosa diventi se ti infilo questo panino nel culo ? Un vecchio stronzo con un panino infilato nel culo”

 

gennaio 4, 2014 Pubblicato da: | Drammatico | , , , , | 2 commenti

La casa sulla collina di paglia

La casa sulla collina di paglia locandina 1

Lo scrittore Paul Martin in cerca di ispirazione per scrivere il suo secondo romanzo si rifugia in una villetta di campagna.
Il giovane è reduce dal grande successo del romanzo d’esordio,che Paul ha dedicato all’amico Simon morto suicida;per aiutarlo nella stesura del romanzo il suo editore gli invia una giovane e attraente stenografa,Linda.
La donna nasconde un segreto: è la vedova di Simon, che in realtà era il vero scrittore del romanzo che ha dato popolarità a Paul.
Inizia così un morboso e perverso gioco da parte della donna, che intende vendicarsi dello scrittore; per far ciò non esita a usare le armi della seduzione, arrivando a spiare anche Paul mentre si intrattiene con la fidanzata Susanne.
Il piano di Linda è semplice;eliminare chiunque ostacoli la sua vendetta e così la ragazza uccide senza rimorsi Susanne, non prima di averla sedotta.

La casa sulla collina di paglia 12

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Anche lei però dovrà guardarsi prima da un tentativo di stupro da parte di alcuni cacciatori e infine proprio da Paul nel drammatico duello finale…
La casa sulla collina di paglia (House on strow hill) esce nelle sale nel 1975 con un ottimo riscontro in termini di pubblico; il film è un sexploitation caratterizzato da un’atmosfera malsana e morbosa le cui scene principali non mancano di affascinare quel pubblico che va alla ricerca di emozioni visive forti.
In effetti il film ha delle sequenze abbastanza forti, anche se rigorosamente nei limiti del “lecito”, ovvero senza scivolare nell’hard o nello slasher più crudo.
Il regista James Kenelm Clarke, al suo terzo lavoro cinematografico,non va tanto per il sottile costruendo un film sicuramente molto ruvido visivamente ma con qualche pregio.
E’ abbastanza evidente la fretta che caratterizza la lavorazione del film, visibile in diversi passaggi dello stesso, film che però ha una struttura abbastanza solida dal punto di vista narrativo.
La storia non è certo nuova;siamo di fronte a una specie di rape e revenge al contrario, in cui la vittima diventa protagonista di una vendetta per interposta persona:Linda decide di perseguire l’uomo che ha causato il suicidio del marito vendicandosi crudelmente ( e crudamente) senza curarsi troppo del fatto che due sue vittime in effetti siano completamente innocenti, come per esempio Susanne, la fidanzata di Paul.
La sua è una vendetta cieca, esasperata anche dallo stupro che la ragazza subisce nei campi e che probabilmente manda definitivamente in tilt il suo già precario stato mentale.
Difatti il suo personaggio appare da subito dissociato mentalmente; ha un atteggiamento sprezzante nei confronti dello scrittore salvo poi spiarlo nei momenti di intimità con Suzanne per poi praticare un insoddisfacente e frustrante autoerotismo che il regista con furbizia e mestiere non manca di sottolineare ampiamente.
sarà proprio uno di questi momenti di piaceri solitari a causare lo stupro di cui sarà vittima la donna.

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L’elemento sesso è assolutamente preponderante nel film, unito alla cieca violenza di cui sono preda i personaggi della storia.
Che sono tutti negativi, dal primo all’ultimo.
E’ negativo il personaggio di Paul, un uomo che non esita a impossessarsi del romanzo del suo migliore amico pur di diventare famoso, così come è negativo il personaggio di Linda, ossessionata dalla vendetta a tutti i costi tanto da sacrificare in nome di essa anche la vita della sua occasionale amante Susanne.
Lo è Susanne, sfuggente e perversa così come lo sono i violentatori di Linda.
Un microcosmo quindi amorale e perverso, popolato da uomini amorali che vivono in una atmosfera malata.
La violenza è l’altro elemento determinante del film, che esploderà nel brutale finale.
La casa sulla collina di paglia non può certo essere definito un grande film, sopratutto per la mancata caratterizzazione dei personaggi in modo psicologico; le varie gesta dei protagonisti appaiono determinate solo dai peggiori impulsi e mancano di razionalità.
Tuttavia il film ha un suo fascino perverso e un’atmosfera decisamente inquietante, grazie anche alla sua location claustrofobica;peccato per i tagli subiti dalla pellicola stessa che hanno impedito, almeno finora di apprezzare alcuni dettagli probabilmente determinanti nell’economia della pellicola.

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Per quanto riguarda il cast, va segnalata la buona performance dell’enigmatico Udo Krier, uno dei volti che più si prestavano nel descrivere personaggi inquietanti, che assolve alla perfezione al suo compito.
Splendida Linda Hayden, che qualcuno ricorderà quindicenne e all’esordio, nel bel film la pelle giovane e nel successivo La pelle di Satana così come brava è Fiona Richmond che lavorerà ancora con Clarke nel successivo Hardcore del 1977.
Distribuito anche con i titoli di Exposè e Trauma, La casa sulla collina di paglia è purtroppo un film quasi invisibile in rete; tuttavia, vista la recente uscita della sua versione digitale, è probabile che a breve risulti disponibile o in streaming o su You tube.

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La casa sulla collina di paglia

Un film di James Kenelm Clarke. Con Linda Hayden, Udo Kier, Fiona Richmond Titolo originale The House on Straw Hill. Drammatico, durata 80 min. – USA 1976.

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La casa sulla collina di paglia banner protagonisti

Udo Kier … Paul Martin
Linda Hayden … Linda
Fiona Richmond … Suzanne
Patsy Smart … Mrs. Aston
Karl Howman … Un violentatore
Vic Armstrong … Un violentatore

La casa sulla collina di paglia banner cast

Regia: James Kenelm Clarke
Sceneggiatura:James Kenelm Clarke
Produzione:Brian Smedley-Aston e Paul Raymond
Musiche: Steve Gray
Fotografia:Dennis C. Lewiston
Montaggio:Jim Connock

La casa sulla collina di paglia banner recensioni
L’opinione di Ciavazzaro dal sito http://www.davinotti.com
Buon thriller. Il cast è ottimo: l’ispirato Kier, la bravissima Linda Hayden (il punto forte del film) e la seducente Richmond. Non mancano scene di sangue; il regista riesce a creare una buona tensione e a dare un senso di claustrofobia in molte sequenze, nella piccola casa. Anche il colpo di scena finale, che forse poteva essere evitato, alla fin fine funziona. Da vedere!
L’opinione di Herrkinski dal sito http://www.davinotti.com
Questo thriller inglese si è ritagliato una certa fama “cult” principalmente a causa dell’inclusione nella famigerata lista dei “video nasties”; tuttavia i motivi sono anche da ricercarsi in una trama abbastanza originale e nel clima di morbosità che permea la pellicola. Oltre a scene di sesso abbastanza audaci per l’epoca, il film si segnala per uno stupro alquanto esplicito e per esplosioni di violenza improvvise e brutali. Grande Kier (come sempre) e brava la Hayden; buone alcune intuizioni registiche. Peccato per l’inizio un po’ lento.
L’opinione di John Trent dal sito http://www.davinotti.com
Notevole thriller anglosassone con venature horror. Udo Kier è uno scrittore dal passato oscuro tormentato da incubi e visioni orrende, la Richmond è la sua disinibita amante e la Hayden è una ambigua dattilografa con tendenze lesbiche. Il triangolo potrebbe essere perfetto ma qualcuno comincia a usare il coltello… Alcune scene sono davvero molto spinte (lo stupro agreste, gli amplessi tra Kier e una Richmond che non si risparmia) e per questo è stato pluricensurato. Un po’ irrisolto ma affascinante.

L’opinione del sito http://www.filmhorror.com
(…) Non siamo di fronte a un film dalla storia avvincente, perché se guardiamo alla sceneggiatura e soprattutto al finale (che definire bruttarello sarebbe probabilmente un eufemismo) c’è da rimanere delusi, ma non è questa la chiave di lettura: LA CASA SULLA COLLINA DI PAGLIA ricorda i fumettoni porno sadici di una volta, dove le tavole pepate e al sangue solleticavano la fantasia di chi leggeva, senza troppe pretese di verosimiglianza. Non è importante cosa lo spettatore vede nell’epilogo, ma il modo in cui ci arriva: la violenza e il sesso (etero e lesbo) sono gli ingredienti principali di una vicenda in cui i personaggi sono volutamente squallidi e dove a creare una situazione ostile ci pensano tensione e nervosismo.
Un applauso a Udo Kier, piuttosto convincente nella parte dello scrittore un po’ sciroccato, alla “polposa” Fiona Richmond e alla perversa Linda Hayden; LA CASA SULLA COLLINA DI PAGLIA è ben lontano dall’essere un capolavoro, ma una visione se la merita tutta. Dategli un’occhiata, ma fate attenzione alle varie versioni che girano.

L’opinione di ezio dal sito http://www.filmtv.it
Uno scrittore assume una dattilografa per concludere il suo nuovo libro e sara’ solo sangue e morte con sorpresa finale niente male,il tutto condito con numerose scene erotiche,compresa una di genere lesbo,ma il tutto rigorosamente soft.Per cultori…non e’ male.
L’opinione del sito http://www.horrormovie.it
(…) A parte il fascino puramente 70’s dell’opera, “La casa della collina di paglia”, se epurato da singoli e rari momenti ben costruiti, è in generale un prodotto piuttosto mediocre che presenta una storia molto esile completamente costruita sulla rivelazione finale. La sceneggiatura appare in più punti improbabile, a cominciare dall’incredibile deus ex machina nel finale che dona all’epilogo un tocco quasi ridicolo, oltre che estremamente diluita in situazioni inutili all’economia La casa sulla collina di paglianarrativa (vedi la citata scena dello stupro). Il ritmo, poi, è lento e se non fosse per i picchi erotici inseriti di frequente, si potrebbe tranquillamente parlare di film noioso.
L’unico merito davvero rilevante è la buona costruzione dei due personaggi principali, supportata dalla convincete interpretazione dei due attori, Udo Kier e Linda Hayden. Kier impersona uno scrittore inetto, infido, dalle abitudini maniacali che sfociano quasi nel patologico (indossa guanti di lattice quando fa l’amore), un ideale precursore del Jack Torrance di Nicholson; la Hyden invece è una ragazza attraente che alterna momenti di estrema pudicizia e timidezza ad altri in cui appare quasi una ninfomane, un comportamento schizofrenico che funge da sentore per la sua reale personalità dedita ad un intento di folle e alo stesso tempo lucida vendetta.
“La casa sulla collina di paglia” è un film che va visto solo per completezza riguardo al filone dedicato al sesso e alla violenza tipico degli anni ’70, una pellicola per soli appassionati, per gli altri si può tranquillamente soprassedere.

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gennaio 3, 2014 Pubblicato da: | Drammatico | , , , | Lascia un commento

Gli Oscar del 1972

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Helen Hayes, Alan King, Sammy Davis Jr. e Jack Lemmon conducono la tradizionale cerimonia della consegna degli Oscar del 1972, dal Dorothy Chandler Pavilion di Los Angeles,10 aprile 1972.
C’è molta attesa per l’assegnazione della statuetta più ambita, quella del miglior film; in lizza ci sono Il braccio violento della legge (The French Connection), regia di William Friedkin,Arancia meccanica (A Clockwork Orange), regia di Stanley Kubrick,Il violinista sul tetto (Fiddler on the Roof), regia di Norman Jewison,L’ultimo spettacolo (The Last Picture Show), regia di Peter Bogdanovich e il kolossal Nicola e Alessandra (Nicholas and Alexandra), regia di Franklin J. Schaffner. A sorpresa, vince Il braccio violento della legge di Friedkin, che batte immeritatamente sia lo stupendo Arancia meccanica (ma Hollywood non ha mai amato Kubrick) sia quell’altro capolavoro che è L’ultimo spettacolo.
Friedkin bissa l’Oscar anche per la miglior regia, battendo nuovamente Kubrick,Bogdanovich e il duo formato da Norman Jewison – Il violinista sul tetto (Fiddler on the Roof) e da John Schlesinger – Domenica, maledetta domenica (Sunday Bloody Sunday).
A completare il trionfo arriva anche il premio per il miglior attore protagonista;se lo aggiudica Gene Hackman che batte Peter Finch interprete di Domenica, maledetta domenica (strepitoso),il Walter Matthau di Vedovo aitante, bisognoso affetto offresi anche babysitter,George C. Scott in Anche i dottori ce l’hanno e infine Topol interprete di Il violinista sul tetto.
La miglior attrice protagonista è Jane Fonda per Una squillo per l’ispettore Klute, che prevale sul trio britannico formato da Julie Christie in I compari (McCabe & Mrs. Miller),Glenda Jackson in Domenica, maledetta domenica e Vanessa Redgrave in Maria Stuarda Regina di Scozia (Mary, Queen of Scots),oltre all’outsider Janet Suzman protagonista di Nicola e Alessandra (Nicholas and Alexandra).
Bogdanovich, che correva per i due premi principali, miglior film e miglior regia vede premiati due suoi attori per i ruoli di miglior attore e attrice non protagonisti:
il miglior attore non protagonista è Ben Johnson per L’ultimo spettacolo, che vince la statuetta davanti al collega di cast Jeff Bridges,a Leonard Frey in Il violinista sul tetto,a Richard Jaeckel interprete di Sfida senza paura (Sometimes a Great Notion) e a Roy Scheider per Il braccio violento della legge.
E’ l’intensa, bravissima Cloris Leachman per L’ultimo spettacolo ad aggiudicarsi l’Oscar per la miglior attrice non protagonista, davanti a Ann-Margret per Conoscenza carnale,Ellen Burstyn per L’ultimo spettacolo, Barbara Harris per Chi è Harry Kellerman e perché parla male di me e infine Margaret Leighton per Messaggero d’amore.
L’Italia vince la prestigiosa statuetta grazie a Il giardino dei Finzi-Contini, regia di Vittorio De Sica che supera film poco conosciuti come Karl e Kristina (Utvandrarna), regia di Jan Troell (Svezia),Dodès’ka’dèn (Dodesukaden), regia di Akira Kurosawa (Giappone),Basso, moro, scalcagnato e… con i piedi piatti (Ha Shoter Azulai), regia di Ephraim Kishon (Israele) e Una pioggia di stelle (Čajkovskij), regia di Igor Talankine (Unione Sovietica).
Con colpevole ritardo, Hollywood si ricorda di un attore e regista che ha contribuito in maniera determinante alle fortune della musa cinematografica:viene assegnato a Charlie Chaplin l’Oscar alla carriera, per “aver avuto un incalcolabile effetto facendo del cinema la forma d’arte di questo secolo”
I grandi sconfitti sono , nell’ordine, Arancia meccanica di Kubrick che su 4 nomination non ottiene nemmeno una statuetta,Domenica, maledetta domenica di John Schlesinger, la cui tematica ardita (storia di un triangolo con implicazioni omosessuali) scandalizza Hollywood.
Succede di peggio a Maria Stuarda, regina di Scozia di Charles Jarrott che su 5 nomination resta a bocca asciutta.

Dorothy Chandler Pavilion

Il Dorothy Chandler Pavilion, sede degli Oscar 1972

Alcune curiosità;
Arancia meccanica, vero capolavoro di Kubrick, uno dei cento film più importanti di sempre concorrerà anche ai British Academy of Film and Television Arts (Bafta), gli Oscar europei del cinema.Su 7 nomination non vincerà alcun premio, così come candidato ai Golden globe con 3 nomination resterà nuovamente a secco.Nel 1973 vincerà il Nastro d’argento promosso dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI) a Taormina.
Maria Stuarda, regina di Scozia bocciato agli oscar subirà identica sorte ai Golden Globe,dove su 5 nomination non porterà a casa nemmeno un premio.A parziale consolazione arriveranno i due David di Donatello per le due protagoniste,Vanessa Redgrave e Glenda Jackson come Migliore attrice straniera.
Ben Johnson,interprete di L’ultimo spettacolo, trionferà nelle maggiori vetrine cinematografiche, aggiudicandosi il Golden Globe come Miglior attore non protagonista,il Premio BAFTA,il Kansas City Film Critics Circle Award,il New York Film Critics Circle Award.
Il braccio violento della legge, oltre ai 5 Oscar su 8 nomination trionferà ai Golden Globe con 3 premi (Miglior film drammatico,Migliore regia a William Friedkin e Miglior attore in un film drammatico a Gene Hackman),a Premio BAFTA(Miglior attore protagonista a Gene Hackman,Miglior montaggio a Gerald B. Greenberg),ai Directors Guild of America,ai Kansas City Film Critics Circle Award,National Board of Review Award,ai David di Donatello

Legenda:in neretto i vincitori nelle varie categorie

Miglior film

1 Il braccio violento della legge

Il braccio violento della legge (The French Connection), regia di William Friedkin

Le altre nomination:

1 Arancia meccanica
Arancia meccanica (A Clockwork Orange), regia di Stanley Kubrick

1 Il violinista sul tettoIl violinista sul tetto (Fiddler on the Roof), regia di Norman Jewison

1 L'ultimo spettacoloL’ultimo spettacolo (The Last Picture Show), regia di Peter Bogdanovich

1 Nicola e Alessandra

Nicola e Alessandra (Nicholas and Alexandra), regia di Franklin J. Schaffner

Miglior regia

William Friedkin Oscar

William Friedkin – Il braccio violento della legge (The French Connection)

Stanley Kubrick – Arancia meccanica (A Clockwork Orange)
Norman Jewison – Il violinista sul tetto (Fiddler on the Roof)
Peter Bogdanovich – L’ultimo spettacolo (The Last Picture Show)
John Schlesinger – Domenica, maledetta domenica (Sunday Bloody Sunday)

Miglior attore protagonista

2 Gene Hackman - Il braccio violento della legge

Gene Hackman – Il braccio violento della legge (The French Connection)

2 Peter Finch - Domenica, maledetta domenica
Peter Finch – Domenica, maledetta domenica (Sunday Bloody Sunday)

2 Walter Matthau - Vedovo aitante, bisognoso affetto offresi anche babysitter
Walter Matthau – Vedovo aitante, bisognoso affetto offresi anche babysitter (Kotch)

2 George C. Scott - Anche i dottori ce l'hanno
George C. Scott – Anche i dottori ce l’hanno (The Hospital)

2 Topol - Il violinista sul tetto
Topol – Il violinista sul tetto (Fiddler on the Roof)

Migliore attrice protagonista

3 Jane Fonda Klute

Jane Fonda – Una squillo per l’ispettore Klute (Klute)

3 Julie Christie - I compari
Julie Christie – I compari (McCabe & Mrs. Miller)

3 Domenica maledetta domenica
Glenda Jackson – Domenica, maledetta domenica (Sunday Bloody Sunday)

3 Vanessa Redgrave - Maria Stuarda Regina di Scozia
Vanessa Redgrave – Maria Stuarda Regina di Scozia (Mary, Queen of Scots)

3 Janet Suzman - Nicola e Alessandra
Janet Suzman – Nicola e Alessandra (Nicholas and Alexandra)

Miglior attore non protagonista

4 Ben Johnson - L'ultimo spettacolo

Ben Johnson – L’ultimo spettacolo (The Last Picture Show)

4 Jeff Bridges - L'ultimo spettacolo
Jeff Bridges – L’ultimo spettacolo (The Last Picture Show)

4 Leonard Frey - Il violinista sul tetto
Leonard Frey – Il violinista sul tetto (Fiddler on the Roof)

4 Richard Jaeckel - Sfida senza paura
Richard Jaeckel – Sfida senza paura (Sometimes a Great Notion)

4 Roy Scheider - Il braccio violento della legge
Roy Scheider – Il braccio violento della legge (The French Connection)

Migliore attrice non protagonista

5 Cloris Leachman L'ultimo spettacolo

Cloris Leachman – L’ultimo spettacolo (The Last Picture Show)

5 ann Margret Conoscenza carnale
Ann-Margret – Conoscenza carnale (Carnal Knowledge)

5 Ellen Burstyn - L'ultimo spettacolo
Ellen Burstyn – L’ultimo spettacolo (The Last Picture Show)

5 Barbara Harris - Chi è Harry Kellerman e perché parla male di me
Barbara Harris – Chi è Harry Kellerman e perché parla male di me

5 Margaret Leighton - Messaggero d'amore
Margaret Leighton – Messaggero d’amore (The Go-Between)

Miglior sceneggiatura originale

Paddy Chayefsky

Paddy Chayefsky – Anche i dottori ce l’hanno (The Hospital)

Elio Petri e Ugo Pirro – Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto
Andy Lewis e Dave Lewis – Una squillo per l’ispettore Klute (Klute)
Herman Raucher – Quell’estate del ’42 (Summer of ’42)
Penelope Gilliatt – Domenica, maledetta domenica (Sunday Bloody Sunday)

Miglior sceneggiatura non originale

Ernest Tidyman

Ernest Tidyman – Il braccio violento della legge (The French Connection)

Stanley Kubrick – Arancia meccanica (A Clockwork Orange)
Bernardo Bertolucci – Il conformista (Il conformista)
Ugo Pirro e Vittorio Bonicelli – Il giardino dei Finzi-Contini
Larry McMurtry e Peter Bogdanovich – L’ultimo spettacolo (The Last Picture Show)

Miglior film straniero

Il giardino dei Finzi Contini

Il giardino dei Finzi-Contini, regia di Vittorio De Sica (Italia)

Karl e Kristina (Utvandrarna), regia di Jan Troell (Svezia)
Dodès’ka’dèn (Dodesukaden), regia di Akira Kurosawa (Giappone)
Basso, moro, scalcagnato e… con i piedi piatti (Ha Shoter Azulai), regia di Ephraim Kishon (Israele)
Una pioggia di stelle (Čajkovskij), regia di Igor Talankine (Unione Sovietica)

Miglior fotografia

Oswald Morris

Oswald Morris – Il violinista sul tetto (Fiddler on the Roof)

Owen Roizman – Il braccio violento della legge (The French Connection)
Robert Surtees – L’ultimo spettacolo (The Last Picture Show)
Freddie Young – Nicola e Alessandra (Nicholas and Alexandra)
Robert Surtees – Quell’estate del ’42 (Summer of ’42)

Miglior montaggio

Jerry Greenberg

Jerry Greenberg – Il braccio violento della legge (The French Connection)
Bill Butler – Arancia meccanica (A Clockwork Orange)
Stuart Gilmore e John W. Holmes – Andromeda (The Andromeda Strain)
Ralph E. Winters – Vedovo aitante, bisognoso affetto offresi anche babysitter (Kotch)
Folmar Blangsted – Quell’estate del ’42 (Summer of ’42)

Miglior scenografia

John Box, Ernest Archer, Jack Maxsted, Gil Parrondo e Vernon Dixon – Nicola e Alessandra
Boris Leven, William Tuntke e Ruby Levitt – Andromeda (The Andromeda Strain)
John B. Mansbridge, Peter Ellenshaw, Emile Kuri e Hal Gausman – Pomi d’ottone e manici di scopa
Robert Boyle, Michael Stringer e Peter Lamont – Il violinista sul tetto (Fiddler on the Roof)
Terence Marsh, Robert Cartwright e Peter Howitt – Maria Stuarda Regina di Scozia (Mary, Queen of Scots)

Migliori costumi

Yvonne Blake e Antonio Castillo – Nicola e Alessandra (Nicholas and Alexandra)
Bill Thomas – Pomi d’ottone e manici di scopa (Bedknobs and Broomsticks)
Piero Tosi – Morte a Venezia
Margaret Furse – Maria Stuarda Regina di Scozia (Mary, Queen of Scots)
Morton Haack – I raptus segreti di Helen (What’s the Matter with Helen?)

Migliori effetti speciali

Alan Maley, Eustace Lycett e Danny Lee – Pomi d’ottone e manici di scopa (
Jim Danforth e Roger Dicken – Quando i dinosauri si mordevano la coda (When Dinosaurs Ruled the Earth)

Migliore colonna sonora

Michel Legrand – Quell’estate del ’42 (Summer of ’42)
John Barry – Maria Stuarda Regina di Scozia (Mary, Queen of Scots)
Richard Rodney Bennett – Nicola e Alessandra (Nicholas and Alexandra)
Isaac Hayes – Shaft il detective (Shaft)
Jerry Fielding – Cane di paglia (Straw Dogs)

Adattamento con canzoni originali

John Williams – Il violinista sul tetto (Fiddler on the Roof)
Richard M. Sherman, Robert B. Sherman e Irwin Kostal – Pomi d’ottone e manici di scopa
Peter Maxwell Davies e Peter Greenwell – Il boy friend
Dimitri Tiomkin – Una pioggia di stelle (Čajkovskij)
Leslie Bricusse, Anthony Newley e Walter Scharf – Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato

Miglior canzone

Theme from Shaft, musica e testo di Isaac Hayes – Shaft il detective (Shaft)
The Age of Not Believing, musica e testo di Richard M. Sherman e Robert B. Sherman – Pomi d’ottone e manici di scopa
All His Children, musica di Henry Mancini, testo di Alan Bergman e Marilyn Bergman – Sfida senza paura
Bless the Beasts & Children, musica e testo di Barry DeVorzon e Perry Botkin Jr. – Bless the Beasts & Children
Life Is What You Make It, di Marvin Hamlisch, testo di Johnny Mercer – Vedovo aitante, bisognoso affetto offresi anche babysitter

Miglior sonoro

Gordon K. McCallum e David Hildyard – Il violinista sul tetto (Fiddler on the Roof)
Gordon K. McCallum, John Mitchell e Alfred J. Overton – Agente 007: Una cascata di diamanti (Diamonds Are Forever)
Theodore Soderberg e Christopher Newman – Il braccio violento della legge (The French Connection)
Richard Portman e Jack Solomon – Vedovo aitante, bisognoso affetto offresi anche babysitter (Kotch)
Bob Jones e John Aldred – Maria Stuarda Regina di Scozia (Mary, Queen of Scots)

Miglior documentario

The Hellstrom Chronicle (The Hellstrom Chronicle), regia di Walon Green e Ed Spiegel
Alaska Wilderness Lake (Alaska Wilderness Lake), regia di Alan Landsburg
Il rally dei campioni (On Any Sunday), regia di Bruce Brown
The RA Expeditions (RA), regia di Lennart Ehrenborg e Thor Eyerdahl
Le chagrin e la pitié (Le chagrin et la pitié), regia di Marcel Ophüls

Miglior cortometraggio

Sentinels of Silence (Centinelas del silencio), regia di Robert Amran
The Rehearsal (The Rehearsal), regia di Stephen Verona
Good Morning (Good Morning), regia di Denny Evans e Ken Greenwald

Miglior cortometraggio documentario

Sentinels of Silence (Centinelas del silencio), regia di Robert Amran
Adventures in Perception (Adventures in Perception), regia di Han van Gelder
Art Is… (Art Is…), regia di Julian Krainin e DeWitt L. Sage Jr.
The Numbers Start with the River (The Numbers Start with the River), regia di Donald Wrye
Somebody Waiting (Somebody Waiting), regia di Hal Riney, Dick Snider e Sherwood Omens

Miglior cortometraggio d’animazione

The Crunch Bird (The Crunch Bird), regia di Ted Petok
Evolution (Evolution), regia di Michael Mills
The Selfish Giant (The Selfish Giant), regia di Peter Zander

Premio alla carriera
Charlie Chaplin

La serata degli Oscar 1972

Ben Johnson OscarBen Johnson, miglior attore non protagonista

Charlie Chaplin

Charlie Chaplin, Oscar alla carriera

Cloris Leachman Oscar

Cloris Leachman, Oscar miglior attrice non protagonista

Gene Hackman e Jane Fonda

Gene Hackman e Jane Fonda, migliori attori protagonisti

Gene Hackman e Raquel Welch premiano la miglior attrice non protagonista

Raquel Welch e Gene Hackman stanno per annunciare la miglior attrice non protagonista

Gene Hackman OscarGene Hackman riceve l’Oscar

Isaac Hayes

Isaac Hayes, Oscar per la colonna sonora

Jane Fonda Oscar

Jane Fonda riceve l’Oscar

Liza Minnelli premia il miglior attore

Liza Minnelli annuncia l’Oscar per il miglior attore protagonista

Nicholson premia il miglior film

Jack Nicholson premia il miglior film

Premiazione

La foto di rito

Ricard Harris,Ben Johnson e Sally KellermanBen Johnson tra Richard Harris e Sally Kellerman

Richard Harris e Sally Kellerman premiano il miglior attore non protagonista

Richard Harris e Sally Kellerman annunciano l’Oscar per il miglior attore non protagonista

gennaio 2, 2014 Pubblicato da: | Oscar | | Lascia un commento