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Ben Hur

Palestina,primo secolo dopo Cristo
L’impero romano domina la terra d’Israele con durezza;l’imperatore Tiberio manda in Palestina un nuovo governatore,accompagnato da Messala,capo delle guardie.
A Gerusalemme Messala incontra il vecchio amico Giuda Ben Hur,ricco mercante schierato apertamente con il suo popolo.
Ben presto, al rifiuto di Ben Hur di collaborare alla repressione dei moti di rivolta del popolo ebreo,Messala decide di sbarazzarsi dell’ormai ex amico e approfitta di un banale quanto involontario incidente che accade durante il passaggio del nuovo governatore. Alcuni mattoni si staccano dal tetto della casa di Ben Hur e Messala accusa Ben Hur di aver attentato alla vita del governatore. Imprigionato,Ben Hur viene inviato ai lavori forzati; nei pressi di Nazareth, stremato dalla sete,verrà dissetato da Gesù, un incontro questo che cambierà il suo futuro.
Qualche anno dopo Ben Hur,incatenato ai remi di una galea romana, salva da morte sicura il console romano Quinto Arrio durante una battaglia contro i pirati. Riconoscente,l’uomo lo porta con se a Roma e decide di adottarlo.


Ben Hur torna a Gerusalemme,dove apprende una triste notizia; sua madre e sua sorella sono morte. A comunicargli la cosa è Ester,figlia di un suo vecchio amico e segretamente innamorata di lui da sempre; la donna,per risparmiargli un dolore mente, nascondendo
un’atroce verita:la madre e la sorella di Ben Hur vivono nella valle dei lebbrosi, dopo aver contratto la terribile malattia.
Distrutto, Ben Hur giura vendetta contro Messala, responsabile della tragedia che si è abbattuta sulla sua vita .E avrà un’imprevista vendetta quando, correndo con le bighe in una gara senza regole, Messala verrà travolto dai cavalli, riportando ferite mortali.
Sul letto di morte, Messala rivela a Ben Hur che sua madre e sua sorella sono vive, ma che hanno la lebbra.
Ben Hur riuscirà a vedere le sue congiunte e alla fine,senza preoccuparsi del rischio di contagio,le trascina con se ad assistere al passaggio di Gesù, avviato al Calvario. Le due donne,miracolosamente,guariscono dalla lebbra e il film si chiude con la visione in lontananza
di tre croci che si stagliano nel tramonto.


L’uscita di Ben Hur nel 1959,per la regia del grande William Wyler venne accolta in modo a dir poco entusiasta sia dal pubblico che da buona parte della critica,tanto che nell’edizione degli Oscar tenutasi nel 1960 a Hollywood nel RKO Pantages Theatre la pellicola fece incetta di statuette,ben 11  su 12 nomination , tanto da stabilire un record che è stato soltanto eguagliato da Titanic e dal Signore degli anelli-Il ritorno del re.
A stupire tutti fu la splendida sequenza della corsa delle quadrighe,realizzata con una perizia ragguardevole.Scene mozzafiato,il clou di una pellicola che ha dalla sua una storia accattivante,con il classico happy end che è una volta tanto di una sobrietà sorprendente,con le tre croci
viste nel tramonto che si stagliano quasi come monito o anche come ricordo del passaggio terreno di un uomo eccezionale,quel Gesù che nel film appare di sfuggita,ma la cui presenza cambia irreversibilmente la sorte della famiglia di Giuda Ben Hur.
Che ha il volto (e il fisico scultoreo) di Charlton Heston,reduce da un altro kolossal di successo,I dieci comandamenti.
Curiosamente Ben Hur non aveva un cast di primissimo piano;gli attori protagonisti ( e non) non erano figure di primissimo piano del gotha cinematografico.
Ma ognuno di loro recitò al meglio,tanto che buona parte del successo va ascritto ad interpretazioni asciutte,rigorose.
Un’altra celebre sequenza è quella della battaglia navale,girata con tanta perizia da risultare quasi reale; venne realizzata una grande vasca con modellini delle galee romane fatte in dimensioni simili al vero.


Il film,girato in larga parte negli stabilimenti romani di Cinecittà fece da cassa di risonanza agli stabilimenti stessi,che divennero ancor più ambiti e che successivamente vennero usati come base per una pletora di peplum.
Un film epico,un vero kolossal capace di inchiodare alla poltrona lo spettatore per tutti i 212 minuti di durata della pellicola,che per decenni è stata trasmessa in più occasioni da tv pubbliche e private di tutto il mondo.
Da segnalare la presenza nel cast tecnico di un aiuto regista che di li a poco avrebbe avuto anch’esso fama mondiale: Sergio Leone

Ben Hur
Un film di William Wyler. Con Charlton Heston, Jack Hawkins, Haya Harareet, Stephen Boyd, Hugh Griffith, Giuliano Gemma, Martha Scott, Cathy O’Donnell, Sam Jaffe, Finlay Currie, Frank Thring, Terence Longdon, George Relph, André Morell, Adi Berber, Marina Berti Avventura, durata 212 min. – USA 1959

Charlton Heston: Giuda Ben-Hur
Jack Hawkins: Quinto Arrio
Haya Harareet: Esther
Stephen Boyd: Messala
Hugh Griffith: Sceicco Ilderim
Martha Scott: Miriam
Cathy O’Donnell: Tirzah
Sam Jaffe: Simonide
Claude Heater: Gesù Cristo
Finlay Currie: Baldassarre
Frank Thring: Ponzio Pilato
Terence Longdon: Druso
George Relph: Imperatore Tiberio
André Morell: Sesto
Laurence Payne: Giuseppe
Adi Berber: Malluch
Marina Berti: Flavia
Mino Doro: Valerio Grato
José Greci: Vergine Maria madre di Gesù Cristo
Richard Hale: Gasparre
Lando Buzzanca: Schiavo
Giuliano Gemma : Soldato Romano

Emilio Cigoli: Giuda Ben-Hur
Manlio Busoni: Quinto Arrio
Maria Pia Di Meo: Esther
Glauco Onorato: Messala
Carlo Romano: Sceicco Ilderim
Renata Marini: Miriam
Fiorella Betti: Tirzah
Lauro Gazzolo: Simonide
Luigi Pavese: Baldassarre
Giorgio Capecchi: Ponzio Pilato
Olinto Cristina: Imperatore Tiberio
Bruno Persa: Sesto
Gino Baghetti: Giuseppe
Arturo Dominici: Valerio Grato
Luigi Pavese: voce narrante

Regia William Wyler
Soggetto Lew Wallace (romanzo)
Sceneggiatura Karl Tunberg (accreditato), Christopher Fry, Gore Vidal (non accreditati)
Produttore Sam Zimbalist
Casa di produzione Metro-Goldwyn-Mayer, Cinecittà
Distribuzione in italiano Metro-Goldwyn-Mayer
Fotografia Robert Surtees
Montaggio John D. Dunning, Ralph E. Winters
Effetti speciali A. Arnold Gillespie, Robert MacDonald, Milo B. Lory, Lee LeBlanc, Robert R. Hoag
Musiche Miklós Rózsa
Scenografia Edward Carfagno, William A. Horning, Hugh Hunt, Vittorio Valentini
Costumi Elizabeth Haffenden
Trucco Charles E. Parker

settembre 22, 2019 Posted by | Storico | , , , , , , | Lascia un commento

I dieci comandamenti

Egitto,regno di Ramses I
Astrologi e sacerdoti di corte hanno vaticinato l’arrivo di un uomo che porterà l’Egitto alla dissoluzione liberando contemporaneamente il popolo di Israele dalla cattività;il faraone Ramses I ordina la morte di tutti i neonati degli schiavi, ma si salva il figlio di Yochabel che mette il suo piccolo in una cesta avvolto in una tradizionale coperta ebrea e lo affida al Nilo confidando nell’aiuto di Dio.
La cesta cullata dalle acque del fiume arriva fino alla casa di Bithia,figlia del faraone,vedova e senza figli e quando questa scopre che all’interno c’è un bimbo,decide di accoglierlo come suo figlio e gli da il nome di Mosè,tratto dalle acque.
Gli anni passano e Mosè cresce forte e intelligente; è anche un valoroso guerriero, che da lustro e gloria all’Egitto ed è tenuto in grande considerazione dal faraone Seti I che nel frattempo è salito sul trono d’Egitto alla morte di suo padre Ramses I;
Seti ama il presunto nipote,tanto da essere indeciso sul suo successore,arrivando a preferire Mosè al suo naturale figlio Ramses II.
Il quale mal vede il riguardo del padre verso il rivale,gelosia accentuata anche dall’amore che la principessa Nefertari,giovane protetta da Seti,nutre per Mosè.


Il quale,fatta costruire una grande città in onore di Seti, sale ancor più nella considerazione del faraone,tanto che ormai tutto lascia presagire che sarà proprio lui il successore sul trono d’Egitto.
Ma dopo una serie di vicissitudini,Mosè scopre le sue vere origini e decide di schierarsi dalla parte del suo popolo,schiavizzato da tanto tempo e di cercare di liberarlo dal giogo egiziano.
Mosè viene quindi condannato all’esilio da Seti I sotto suggerimento di Ramses II (a sua volta sobillato da Nefertari) e allontanato dal regno,con destinazione il deserto.
Qui Mosè conoscerà la sua futura moglie Sefora e inizierà per lui un periodo di tranquillità,interrotta solo dalla folgorazione della chiamata di Dio,che lo incarica di liberare il popolo di Israele dandogli poteri straordinari con i quali convincere il faraone
a lasciar partire gli ebrei.
Alla corte di Ramses II,nonostante i prodigi compiuti,Mosè non riesce a convincere l’ostinato faraone; sarà solo provocando la morte dei primogeniti egizi, fra i quali il figlio del faraone che Mosè otterrà l’ambita libertà del suo popolo.


Che quindi raccolta la propria roba si incammina verso la valle del Giordano,dove c’è la terra promessa da Dio.
Ma Ramses II (che ha sposato Nefertari) sotto istigazione della donna,raduna un esercito per sterminare gli ebrei finendo per vederlo annientato dalle acque del mar Rosso che travolgono i suoi soldati subito dopo aver fatto passare gli ebrei,che Mosè ha condotto
attraverso le acque del fiume separandole sempre grazie all’aiuto di Dio.
Nel deserto Mosè riceve la chiamata di Dio che sul monte del Sinai gli scolpisce le tavole della legge, i dieci comandamenti che stabiliranno l’unione tra Dio e quello che è il popolo eletto.
Mosè rimane lontano per quaranta giorni  dal suo popolo.mentre la gente di Israele si lascia andare a gozzoviglie e nefandezze,suscitando l’ira di Dio sopratutto per la costruzione di un vitello d’oro destinato a diventare il nuovo Dio degli israeliani.
La collera di Dio si abbatte sulla parte di popolo infedele che scompare fra tuoni,fulmini e un terremoto che inghiotte i sacrileghi,risparmiando coloro che non avevano rinnegato la propria fede.
Tuttavia il popolo di Israele,condannato a vagare per 40 anni nel deserto,arriverà nella terra promessa senza Mosè che non potrà entrarci, avendo anch’egli offeso Dio. Sarà Giosuè,fedele compagno dalla fuga dell’Egitto a condurre il popolo eletto,emendato dai suoi peccati nella terra
che li accoglierà.


Diretto dallo specialista in kolossal Cecil De Mille nel 1956, con un remake che riprende l’omonimo film girato negli anni 20, I dieci comandamenti è una mega produzione di Hollywood che racconta le vicende narrate nel libro dell’Esodo della Bibbia attraverso 220 minuti di un cinema fastoso
e colossale,con migliaia di comparse e l’utilizzo di scene ardite zeppe di effetti speciali,tra le quali spicca la divisione delle acque che ancora oggi è un effetto speciale insuperato.
Un budget colossale permette a De Mille di creare un’ambientazione affascinante e l’utilizzo di un cast d’eccezione.
A vestire i panni di Mosè,il liberatore,viene scelto Charlton Heston mentre è Yul Brinner a interpretare Ramses II; ma il cast ha anche attrici del calibro di Anne Baxter (Nefertari),Yvonne De Carlo (Sefora,moglie di Mosè) e Debra Paget (Lilia) oltre ad attori del calibro di Edward G.Robinson e
Vincent Price,i due “malvagi” del film,Dathan e Baka.
Un film avvincente nonostante la storia narrata fosse in quache modo a conoscenza,a grandi lineee,degli spettatori;non privo di inesattezze storiche grossolane,come i nomi dei faraoni che pur essendo esistiti nella realtà (Seti I e Ramses II sono stati fra i più grandi faraoni della storia d’Egitto) probabilmente non hanno nulla a che vedere con la vicenda. La Bibbia,infatti,non accenna mai ai nomi del faraoni,limitandosi a fornire solo la denominazione “faraone”.
Altre inesattezze tuttavia non pregiudicano la bontà del racconto.


Il film avvince,tiene lo spettatore avvinghiato alla poltrona grazie alla equilibrata regia di De Mille,nonostante il tempo smisurato di proiezione,quasi quattro ore che tuttavia vengono ricompensate da grandiose scene allestite con migliaia di comparse,con la narrazione degli intrighi che porteranno alla scoperta della vera identità di Mosis (Mosè),colui che fu “tratto dalle acque”,secondo quando narrato dalla Bibbia.Una storia senza tempo,abbellita da costumi sfarzosi e da una ricostruzione storica di vestiti e oggetti vari non eccessivamente visionaria.
Accolto con entusiasmo dal pubblico,I dieci comandamenti si rivelò un affare enorme anche dal punto di vista commerciale,tanto da essere nel trentennio successivo uno dei film più remunerativi della storia.
Ed anche uno dei più visti e più riproposti sia al cinema che in Tv.
Da segnalare anche la vigorosa colonna sonora di Elmer Bernstein; candidato a sette Oscar,alla fine ne portò a casa solo uno, quello a John Fulton per gli effetti speciali.
Ma va detto che se il pubblico tributò un trionfo al film,la critica restò fredda,giudicando lo stesso poco più che un polpettone,pur riconoscendo la bontà di tutte le componenti della pellicola.
Nonostante tutto,il film continua ad essere riproposto con buona frequenza in Tv,riscuotendo a distanza di oltre sessant’anni un successo non scalfito dal tempo.

I dieci comandamenti
regia di Cecil B. De Mille,con Charlton Heston, Yul Brynner, Anne Baxter, Edward G. Robinson, Yvonne De Carlo, Debra Paget. Titolo originale: The Ten Commandments. Genere Storico – USA, 1956, durata 221 minuti

Charlton Heston: Mosè
Yul Brynner: Ramesse
Anne Baxter: Nefertari
Edward G. Robinson: Dathan
Yvonne De Carlo: Sefora
Debra Paget: Lilia
John Derek: Giosuè
Cedric Hardwicke: Sethi
Nina Foch: Bithia
Martha Scott: Yochabel
Judith Anderson: Memnet
Vincent Price: Baka
John Carradine: Aronne
Olive Deering: Miriam
Douglass Dumbrille: Jannes
Frank De Kova: Abiram
Henry Wilcoxon: Pentauro
Eduard Franz: sceicco Jethro
Donald Curtis: Mered
Lawrence Dobkin: Hur Ben Caleb
H.B. Warner: Amminadab
Julia Faye: Elisheba
Lisa Mitchell: figlia di Jethro
Noelle Williams: figlia di Jethro
Joanna Merlin: figlia di Jethro
Pat Richard: figlia di Jethro
Joyce Vanderveen: figlia di Jethro
Diane Hall: figlia di Jethro
Abbas El Boughdadly: auriga di Ramesse
Fraser Clarke Heston: Mosè appena nato
John Miljan: il cieco
Francis McDonald: Simone
Ian Keith: Ramesse I
Paul De Rolf: Eleazar
Woodrow Strode: re degli Etiopici
Tommy Duran: Gershom
Eugene Mazzola: figlio di Ramesse
Ramsay Hill: Korah
Joan Woodbury: la moglie di Korah
Esther Brown: principessa Tharbis
Cecil B. DeMille: Dio, voce narrante
Henry Brandon: comandante degli eserciti

Emilio Cigoli: Mosè
Nando Gazzolo: Ramesse
Lydia Simoneschi: Nefertari
Giorgio Capecchi: Dathan
Dhia Cristiani: Sefora
Fiorella Betti: Lilia
Pino Locchi: Giosuè
Mario Besesti: Sethi
Rina Morelli: Bithia
Giovanna Scotto: Yochabel
Tina Lattanzi: Memnet
Gualtiero De Angelis: Baka
Renato Turi: Aronne
Miranda Bonansea: Miriam
Giovanni Saccenti: Abiram
Gino Baghetti: Pentauro
Amilcare Pettinelli: sceicco Jethro
Rita Savagnone: figlia di Jehtro
Achille Majeroni: Ramesse I
Tina Lattanzi: principessa Tharbis
Luigi Pavese: Dio
Gino Cervi: voce narrante

Regia Cecil B. DeMille
Soggetto J.H. Ingraham
A.E. Southon
Dorothy Clarke Wilson
Sceneggiatura Aeneas MacKenzie, Jesse L. Lasky Jr., Jack Gariss, Fredric M. Frank
Produttore Cecil B. DeMille
Casa di produzione Paramount Pictures, Motion Picture Associates
Fotografia Loyal Griggs
Montaggio Anne Bauchens
Effetti speciali John P. Fulton
Musiche Elmer Bernstein
Scenografia Albert Nozaki, Hal Pereira, Walter H. Tyler
Costumi Arnold Friberg, Edith Head, Dorothy Jeakins, John Jensen, Ralph Jester

settembre 19, 2019 Posted by | Storico | , , , , , , | Lascia un commento

Charlton Heston

I dieci comandamenti

Ben Hur

El Cid

La più grande storia mai raccontata

Sierra Charriba

Khartoum

Il pianeta delle scimmie

1975,occhi bianchi sul pianeta terra

All’ombra delle piramidi

Il richiamo della foresta

2022 i sopravvissuti

I tre moschettieri

Airport 75

Terremoto

La battaglia di Midway

Panico nello stadio

Il principe e il povero

Salvate il Gray Lady

I giganti del West

Il pirata dell’aria

 

settembre 17, 2019 Posted by | Foto biografie | | Lascia un commento

Alla 39a eclisse

Alla 39a eclissi  locandina 6

Matthew Corbeck, archeologo egizio e sua moglie Anne sono in Egitto sulle tracce di una regina di nome Kara, completamente dimenticata dalla storia.
Con l’aiuto dell’assistente Jane, Matthew segue le indicazioni riportate su una roccia che indica la posizione della tomba della regina, mentre Anne è costretta a rimanere al campo in quanto è incinta ed è alle ultime settimane.
Mathhew e Jane aprono la tomba,proprio mentre Anne è presa dalle doglie.Tornati al campo, i due portano la donna con urgenza al Cairo perchè sembra preda di un attacco di catatonismo.
Lasciata la moglie in ospedale, l’archeologo torna alla tomba di Kara; nel momento del loro ingresso nella tomba stessa, Anne da alla luce una bimba, che nasce morta.
Ma ecco che nel momento in cui i due archeologi aprono il sarcofago che avviene un evento miracoloso; la bimba prende a respirare.

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Tornato in ospedale Matthew scopre che la moglie non ha preso affatto bene la sua lontananza al momento del parto; l’archeologo tuttavia non da peso alla cosa e torna alla tomba per curare il trasporto degli oggetti contenuti al suo interno. Al museo del Cairo verrà trattato da eroe e gli verrà regalato uno specchio a forma di Ank (la croce egizia), ma quando andrà a trovare la moglie scoprirà che Anne è andata via portandosi dietro la bimba, che ha battezzato Margaret.
Diciotto anni dopo ritroviamo Matthew sposato con Jane; ha divorziato da sua moglie e sta preparando il compleanno di sua figlia, alla quale intende regalare l’Ank ricevuto tanti anni prima.
A guastare il clima rilassato dei preparativi ci pensa Paul Whittier, assistente del professore che gli comunica che al museo del Cairo hanno gravi problemi con la mummia di Kara, che si sta deteriorando in maniera preoccupante.

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Rientrato al Cairo, dopo una furibonda lite con il direttore del museo, che si oppone con tutte le forze al trasporto della mummia a Londra, Matthew assiste alla terribile morte del direttore stesso, investito da un camion; ormai libero di muoversi, Matthew trasporta la mummia a Londra.Qui incontra finalmente sua figlia Margaret alla quale racconta quel poco che conosce della storia di Kara, la sua grande scoperta di tanti anni prima.
Kara era stata sepolta con poche informazioni scritte sulle pareti della tomba; era una regina crudele e dissoluta, che aveva ucciso sua madre, sedotto suo padre e che infine lo aveva ucciso.
Matthew decide di portare Margaret in Egitto per farle visitare la tomba di Kara; da questo momento gli eventi prendono una strada assolutamente imprevista.
Margaret, nella tomba, assume atteggiamenti al limite dell’incestuoso e Mathhew scopre come sua figlia assomigli in maniera impressionante alla defunta regina.

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Casualmente, i due scoprono con l’aiuto di una guida, che pagherà con la vita un busto di Kara recante al collo uno splendido gioiello e i 4 vasi canopi conteneti le viscere, il cuore e il cervello della regina.
I due decidono di non raccontare del ritrovamento e ritornano in Inghilterra.
Qui Margaret mostra segni preoccupanti di cambiamento.
I suoi atteggiamenti incestuosi verso il padfre aumentano, proprio mentre Mathhew scopre che la costellazione di Orione è nella stessa posizione del periodo in cui visse Kara.
Nel frattempo Anne muore, subito dopo una terribile visione.

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Cosa lega Margaret alla dissoluta regina Kara? Era scritto che suo padre le dovesse regalare l’Ank? Cosa sta accadendo?
Alla trentanovesima eclisse è un film scritto da Chris Bryant, Clive Exton e Allan Scott su un soggetto di Bram Stoker, ed è il primo film diretto da Mike Newell, futuro regista di opere come Quattro matrimoni e un funerale,Monna Lisa smile,Donnie Brasco e Harry Potter e il calice di fuoco.
E’ un film di ottima fattura, con una sceneggiatura pregevole e un andamento sicuro; per gli amanti della storia dell’antico Egitto è uno spettacolo per gli occhi, visto che è stato girato proprio nella terra dei faraoni.
Pu non essendo un horror tradizionale, mescola con eleganza e abilità gli elementi tipici dell’horror al fantastico, con risultati finali sicuramente apprezzabili sia nell’economia totale del film sia nelle varie componenti, come la fotografia e le location.

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Un film che si avvale della grande professionalità di Charlton Heston, ancora una volta alle prese con un ruolo a metà strada tra “l’avventuroso” ,lo storico e il fantastico.
Molto brava è anche Stephanie Zimbalist che interpreta Margaret Corbeck, il personaggio più ambiguo della vicenda, la bambina nata morta e poi misteriosamente tornata in vita, colei che sembra reincarnare lo spirito e il corpo della dissoluta regina Kara, della quale è destinata a seguire tragicamente le orme.
Come avrete letto ho volutamente saltato tutta la parte finale del film; anche se dal ritrovamento dei Corbeck dei vasi canopi la storia sembra diventare facilmente prevedibile (e in realtà lo è davvero) vale la pena seguire le vicende dei personaggi senza spoiler del film, che rovinerebbe un finale ben congegnato e poco politicamente corretto.
E’ proprio il finale la parte meglio realizzata del film, con l’incontro finale tra padre e figlia in una Londra in notturno tetra e silenziosa.
Un gradevole film, quindi, nel cui cast spiccano attori di ottima levatura come Susanna York (Jane, la seconda moglie di Mathhew) e Jill Townsend (Anne).
Per quanto riguarda la sua reperibilità, in rete c’è una pregevole riduzione dal digitale mentre su You tube c’è la versione completa in inglese.
Il film non ha avuto passaggi televisivi frequenti per cui occorre armarsi di pazienza se si spera in una sua proiezione domestica.

Alla trentanovesima eclisse
Un film di Mike Newell. Con Susannah York, Charlton Heston, Jill Towsend,Stephanie Zimbalist Titolo originale The Awakening. Horror, durata 102′ min. – Gran Bretagna 1980.

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Alla 39a eclissi banner personaggi

Charlton Heston: Matthew Corbeck
Susannah York: Jane Turner
Jill Townsend: Anne Corbeck
Stephanie Zimbalist: Margaret Corbeck
Patrick Drury: Paul Whittier
Bruce Myers: Khalid
Nadim Sawalha: El Sadek
Ian McDiarmid: Richter
Ahmed Osman: Yussef
Miriam Margolyes: Kadira
Michael Mellinger: Hamid
Leonard Maguire: John Matthews

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Regia Mike Newell
Soggetto Bram Stoker
Sceneggiatura Chris Bryant, Clive Exton, Allan Scott
Fotografia Jack Cardiff
Montaggio Terry Rawlings
Musiche Claude Bolling
Scenografia Michael Stringer, Lionel Couch, Salah Marei

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Soundtrack del film

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Il libro di Stoker da cui è tratto il film

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marzo 2, 2013 Posted by | Avventura, Horror | , , , , | Lascia un commento

1975,occhi bianchi sul pianeta terra

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Ispirato al romanzo di Matheson I’m a legend,Io sono leggenda. Pochissimi attori per un cult della fantascienza.
Un virus sfuggito ad un laboratorio ha distrutto l’umanità, quello che ne resta è uno sparuto gruppo di persone affette da fotofobia,psicotici e affetti da depigmentazione di capelli e con occhi bianchi.

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Uniche eccezioni,un colonnello che era riuscito a trovare un antidoto,troppo tardi (Heston) e una sparuta pattuglia di giovani,che però potrebbero ben presto ammalarsi.
Il colonnello,convinto di essere rimasto l’unico uomo vivente del pianeta,dovrà confrontarsi con i suoi nemici,e dovrà tentare di dare una speranza ai pochie sseri umani “normali” rimasti in vita.
Un film molto bello,claustrofobico,girato in una Los Angeles spettrale,priva di vita.
A differenza del romanzo,il finale differisce,rendendo meno cupa la vicenda.

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Le differenze esistenti con il romanzo di Matheson, tuttavia, sono essenziali: nel film manca completamente qualsiasi riferimento alla parte filosofica che caratterizzava il romanzo, ovvero l’accenno ad una nuova umanità, diversa, in cui la vera anomalia è il superstite, mentre gli uomini dagli occhi bianchi ( che nel romanzo sono dei vampiri) hanno ereditato un nuovo mondo, in cui non c’è spazio per la vecchia umanità. Nel film viene privilegiata la parte claustrofobica, quella in cui il protagonista, il colonnello, dapprima vaga in una città resa spettrale dall’assenza assoluta di vita, poi dai suoi gesti disperati, tipo andare al cinema a vedere un film da solo, o entrare nei negozi naturalmente vuoti.

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La storia prende il suo avvio quando il colonnello Robert incontra Lisa; fino a quel momento le uniche forme di vita umane sono quelle degli umani ridotti a creature notturne, fotobiche, allontanate dalla casa del colonnello Neville grazie alle fotoelettriche. L’incontro con la colonia di sopravvissuti al virus creerà nell’uomo la speranza di poter tornare ad essere utile, fino al finale che una volta tanto non ha l’happy end, con il sacrificio del colonnello.

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Nel 1964 ci aveva provato Ubaldo Ragona a portare sullo schermo la prima riduzione cinematografica del romanzo di Matheson, intitolando il film L’ultimo uomo sulla terra (The last man on earth), e affidando la parte di Robert (nel film Morgan e non Neville) al bravissimo Vincent Price, che morirà, a differenza del personaggio di 1975 occhi bianchi sul pianeta terra sull’altare di una chiesa, trafitto dai non più umani abitanti della terra

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1975,Occhi bianchi sul pianeta terra (Omega man)
Un film di Boris Sagal. Con Rosalind Cash, Charlton Heston, Anthony Zerbe, Paul Koslo, Eric Laneuville, Lincoln Kilpatrick, Jill Giraldi, Anna Aries, Brian Tochi, DeVeren Bookwalter, John Dierkes, Monika Henreid, Linda Redfearn, Forrest Wood.
Genere Fantascienza, colore 98 minuti. – Produzione USA 1971

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La locandina originale

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Charlton Heston: Robert Neville
Anthony Zerbe: Matthias
Rosalind Cash: Lisa
Paul Koslo: Dutch

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Regia Boris Sagal
Soggetto Richard Matheson (dal romanzo Io sono leggenda)
Sceneggiatura John William Corrington, Joyce Hooper Corrington
Musiche Ron Grainer

Nei giorni di cielo coperto Robert Neville non era mai sicuro del tramonto del sole e capitava che loro uscissero in strada prima del suo rientro.
Se fosse stato più analitico, avrebbe saputo prevedere il loro arrivo con una certa approssimazione; ma si ostinava a mantenere l’abitudine di tutta una vita di calcolare il calar delle tenebre guardando il cielo, un metodo che nelle giornate nuvolose non funzionava. Ecco perché in quelle occasioni non si allontanava mai troppo.
[Richard Matheson, Io sono leggenda)

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aprile 5, 2008 Posted by | Fantascienza | , , , | 2 commenti