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Un detective

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Il commissario di polizia incaricato del controllo degli stranieri Stefano Belli viene contattato per conto del noto e ricco Fontana per un incarico non ufficiale;in cambio di un notevole numero di milioni Belli dovrà indagare su Sandy Bronson, una modella britannica che ha un legame con Mino, il figlio dell’avvocato e se possibile farla rimpatriare.
Contemporaneamente dovrà verificare la solidità dell’azienda di Romani, un produttore discografico nelle cui aziende Vera Fontana, moglie dell’avvocato, intende investire somme importanti.
Se l’approccio con la modella Sandy si rivela tutto sommato abbastanza semplice nonostante la stessa usi tutti i mezzi per evitare il rimpatrio, quello con Romani si rivela immediatamente un grosso problema.
Belli infatti rinviene il corpo esanime dell’uomo nel suo appartamento, chiaramente oggetto di un omicidio.
belli così deve anche difendersi dai sospetti del collega Baldo, che non riesce a spiegarsi la presenza di Belli sul luogo del delitto.

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Franco Neri e Adolfo Celi

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Inizia per Belli un’indagine complessa,che partendo dalla foto di una donna nuda e senza volto porterà lo stesso a cercare l’autore dell’omicidio Romani tra persone che in qualche modo ha avuto modo di conoscere; la prima sospettata,Sandy e in seguito la cantante ripresa nuda nella foto e la stessa moglie del suo committente,Vera Fontana.
La ricerca di Belli si trasformerà in una corsa ad ostacoli, perchè moriranno delle persone e alla fine Belli, ormai chiaramente sospettato dai suoi stessi colpevoli, riuscirà a smascherare l’assassino assolutamente insospettabile e ad assicurarlo alla giustizia, rinunciando alla ricompensa che aveva originato il suo coinvolgimento nei fatti.
Un detective è un thriller abbastanza anomalo in relazione all’anno della sua uscita;nel 1969 i canoni del thriller all’italiana, che tanta fortuna avrà negli anni successivi non erano ancora stati fissati con chiarezza.
Diretto da Romolo Guerrieri subito dopo l’ottimo successo riscontrato dal più che discreto Il dolce corpo di Deborah dell’anno precedente, che in qualche modo era stato un precursore del genere thriller all’italiana,Un detective si differenzia da altri lavori precedenti e successivi perchè adotta degli stilemi appartenenti a più generi cinematografici.
All’impianto classico del thriller, con l’indagine che parte su un morto ammazzato per continuare tra altri delitti commessi da una mano ignota e insospettabile, il film unisce l’atmosfera tipicamente noir al personaggio che sembra preso di petto da un poliziottesco all’italiana, quello del commissario Belli.

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Delia Boccardo

L’uomo infatti è rude,manesco e incline non poco alla violenza;è un personaggio un po rozzo, sensibile al denaro ma in fondo con un personalissimo codice d’onore, che all’inizio sembra essere piegato dall’avidità.
L’aver accettato una notevole somma di denaro per un compito in apparenza semplice come quello di allontanare la fotomodella Sandy dal suo amante Mino, con l’accusa di essere interessata non all’uomo ma al suo ruolo sociale e sopratutto al suo denaro, non depone certo a favore del personaggio Belli.
Che però vedrà delinearsi con altro spessore il personaggio rappresentato;in realtà Belli non tenterà solo di pararsi la schiena dopo essere diventato a sua volta un sospettato nella catena di omicidi, ma mosso da un desiderio di verità arriverà fino in fondo alla storia, scoprendo l’autore dei delitti e rinunciando alla fine al premio in denaro concordato agli inizi.
Il film ha fascino, ma è anche caratterizzato da diverse pecche; spesso verboso, infarcito di dialoghi, lascia poco spazio all’azione, fatte salve le sequenze dell’inseguimento in città che rappresentano comunque uno dei primi paletti fissi del futuro genere del poliziesco all’italiana.

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Susanna Martinkova

La sceneggiatura è solida e il finale abbastanza sorprendente, il che depone a favore di un’opera in cui il colpevole non è noto dopo poche sequenze, ma viene scoperto solo nella parte finale e ad esso ci si arriva quasi per esclusione.
Il film sfiora solo marginalmente la Roma bene di fine anni sessanta, quel mondo dipinto in seguito ( e sopratutto mostrato dalla stampa) come una succursale di Sodoma e Gomorra;il sesso, la droga, i vizi della borghesia romana sono lasciati sullo sfondo a fare da cornice ideale ad un film che gioca tutte le sue carte sull’intrigo della morte del produttore discografico e la vicenda della modella Sandy e del suo amante, che come si scoprirà sono intimamente legate fra loro.
Ad interpretare il commissario Belli c’è Franco Nero, attivissimo dalla metà degli anni sessanta e protagonista, negli anni successivi, di film thriller o poliziotteschi, fra i quali vanno segnalati gli ottimi Confessione di un commissario di polizia al procuratore della repubblica,Giornata nera per l’ariete e L’istruttoria è chiusa: dimentichi.
Il rozzo e manesco commissario è interpretato dall’attore emiliano in maniera dinamica; privo del tradizionale baffo, che sembrava dare al suo volto un’immagine più cupa e inquietante, Nero disegna un personaggio all’inizio del film abbastanza antipatico.Lo spettatore non parteggia certo per lui, poliziotto corrotto e brutale.Il modificarsi della psicologia dello stesso e le vicissitudini della sua storia porteranno tutto nei canoni tradizionali, con il finale politicamente corretto in cui scopre l’assassino e rinuncia a quel denaro fonte di tutti i suoi guai.
A corredo, uno stuolo di bellissime attrici:Delia Boccardo, che interpreta co grazia il personaggio della modella Sandy,Florinda Bolkan, ambigua moglie di Fontana che tanta parte avrà nel film, la bellissima e biondo platinata Susanna Martinkova che interpreta la cantante Emmanuelle, futura moglie dell’attore Gianni Garko oltre ad una defilatissima ma affascinante Laura Antonelli e alla presenza (non accreditata) di Silvia Dionisio.

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Florinda Bolkan

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Laura Antonelli

Completano il quadro due grandi attori del cinema italiano:Adolfo celi nei panni dell’ambiguo Avvocato Fontana e Renzo Palmer, che interpreta da par suo il Commissario Baldo, collega di Belli che per primo sospetterà un coinvolgimento diretto del suo collega nella catena di omicidi che insanguinerà la città.
Conosciuto anche come Macchie di belletto, Un detective si avvale di una gradevole colonna sonora composta da Fred Bongusto.
Passato raramente in tv, Un detective è purtroppo un film di difficilissima reperibilità in rete

Un detective

Un film di Romolo Guerrieri. Con Florinda Bolkan, Adolfo Celi, Renzo Palmer, Franco Nero, Delia Boccardo, Roberto Bisacco, Maurizio Bonuglia, Susanna Martinkova, Marino Masé, Laura Antonelli Drammatico, durata 104′ min. – Italia 1969.

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Renzo Palmer

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Franco Nero: commissario Belli
Florinda Bolkan: Vera Fontana
Adolfo Celi: avv. Fontana
Delia Boccardo: Sandy Bronson
Susanna Martinková: Emmanuelle
Renzo Palmer: commissario Baldo
Roberto Bisacco: Claudio
Maurizio Bonuglia: Mino
Laura Antonelli: Franca
Silvia Dionisio: Gabriella
Marino Masé: Romanis
John Stacy: Porter
Vittorio Ripamonti: un poliziotto

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Regia Romolo Guerrieri
Soggetto Ludovico Dentice
Sceneggiatura Massimo D’Avak, Alberto Silvestri, Franco Verucci
Produttore Mario Cecchi Gori
Casa di produzione Fair Film
Fotografia Roberto Gerardi
Montaggio Marcello Malvestito
Musiche Fred Bongusto
Scenografia Giantito Burchiellaro
Costumi Luca Sabatelli

Un detective banner recensioni

Recensioni tratta dal sito http://www.pollanetsquad.it
“[…] La narrazione è a volte attardata da un’eccessiva verbosità, da velleità d’indagine psicologica non sempre condotte a fondo, o dal troppo labirintico congegno della sceneggiatura, pure la regìa sa far scattare le molle opportune nei momenti opportuni, ricavando con abilità un clima di mistero da una serie di ben scelti interni ed sterni romani e giungendo a comporre uno spettacolo che non ha poi molto da invidiare a certi thrillers americani di successo. Assai giusto nella sua parte, Franco Nero ha intorno a sé una Florinda Bolkan tutta ghiaccio rovente, una sensibile Delia Boccardo, una spavalda Susanna Martinkova, un incisivo Adolfo Celi, nonché Renzo Palmer e Roberto Bisacco.”

“[…] Nel mettere in immagini una sceneggiatura anche troppo affastellata di false piste e di cadaveri, Romolo Guerrieri non riesce a superare i limiti del mestiere. La Bolkan fa la tenebrosa con la stessa efficienza levigata con cui Nero fa il duro.”
L’opinione del Morandini
Dal romanzo Macchie di belletto di Ludovico Dentice. Commissario indaga su casa discografica e incappa in cadaveri. Il suo comportamento apparentemente ambiguo insospettisce la polizia. Macchinoso poliziesco con noiose, inutili e pesanti divagazioni e verbosità. Il personaggio del protagonista non è approfondito.

Recensione tratta dal sito http://www.cinefatti.it
Una volta l’Italia aveva i migliori cervelli del mondo che davano vita, con zero budget, a gialli pieni di idee, tensione, pathos e, soprattutto, dubbi fino alla fine del film e (a volte) anche oltre sui vari colpevoli e sospettati. Dal romanzo Macchie di belletto di Ludovico Dentice, lo sceneggiatore Massimo D’Avak e il regista Romolo Guerrieri diedero vita, nel 1969, al giallo Un detective, film che ha l’unico difetto di essere eccessivamente dialogico, ma ha tutto il necessario per appassionare gli amanti del genere, a partire da attori fantastici per finire all’intricata trama che terrà sulla corda lo spettatore fino alla fine perché, vi assicuro, il colpevole non si scoprirà dopo cinque minuti come, purtroppo, spesso accade oggi.(…)Questa è l’Italia cinematografica di genere che ci manca, l’Italia cinematografica che merita di essere visionata e anche ascoltata, la magnificenza delle musiche di Fred Bongusto e di altre colonne sonore relative a quell’epoca, firmate (parlando sempre di film di genere) da illustrissimi compositori come Fabio Frizzi (L’aldilà di Lucio Fulci) e tantissimi altri che credevano a tal punto nelle loro composizioni da renderle, a volte, addirittura migliori dei film ad esse associati.
Perfetta anche la fotografia di Roberto Gerardi che propone interni ed esterni di una nitidezza spiazzante – visto l’anno di lavorazione. E ripeto, zero budget. Che nostalgia! Amici CineFattiani, fateci un pensierino su questo gioiellino made in Italy. E’ un po’ lento ma merita, fidatevi di me!
Recensione di Homesick dal sito http://www.davinotti.com
Il poliziesco italiano sfuma nei toni crepuscolari del noir internazionale che calano sul detective corrotto e manesco di Nero, suggerendo un’ipotetica “terza via” tra il giallo-thriller (pre)argentiano e gli inflazionati commissari di ferro degli anni a venire. Sebbene l’intreccio arranchi spesso nella macchinosità, la regia elegante e matura di Guerrieri è percepibile nelle atmosfere notturne (ben sottolineate dalle musiche di Bongusto), nell’aura pop-glamour che circonda la Martinkova e nella solida direzione del buon cast. Dal romanzo “Macchie di belletto” di Ludovico Dentice.

Recensione di Cotola dal sito http://www.davinotti.com
Bel giallo all’italiana, a tratti quasi noir, firmato dal bravo Guerrieri che conferma ancora una volta di non essere un regista dozzinale come tanti altri e di non essere stato valorizzato come merita. La storia non è il massimo, mentre molto interessante e riuscito è il personaggio dell’ispettore (per nulla simpatico e con cui è difficile identificarsi), così come lo sono le atmosfere torbide e sordide. Ottimo il finale. Insomma, per gli amanti del genere un film da non perdere.

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novembre 2, 2013 Posted by | Thriller | , , , , , , , , , , | Lascia un commento

La dama rossa uccide 7 volte

La dama rossa uccide sette volte locandina 5

Due sorelle, Ketty e Evelyn, sono divise, fin dall’infanzia da odio e rancore. Il nonno, discendente dei Wildenbruck, un’antica famiglia nobile, proprietaria di un castello dalla fama sinistra, un giorno, dopo l’ennesimo litigio tra le sorelle, la bionda Ketty e la bruna Evelyn, avvenuto per il possesso di una bambola, racconta alle due sorelle la leggenda che perseguita la famiglia.

Secoli addietro, quattro per la precisione, due sorelle, la dama rossa e la dama nera, completamente diverse tra loro, si affrontarono per rivalità in amore. La perfida dama rossa, che voleva ad ogni costo l’amore del ragazzo, lo concupì, così la dama nera uccise con sette coltellate la rivale in amore. Da quel momento, ogni cento anni precisi, la dama rossa tornò in vita, reclamando vendetta, uccidendo sette persone e facendo altrettanto ogni cento anni.

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A quattordici anni esatti dal racconto del vecchio Tobias, esattamente cento anni dopo l’ultima apparizione della dama rossa, ecco che la leggenda sembra prendere corpo. Una donna vestita di rosso appare una notte nella camera del vecchio, che muore per lo spavento. Ketty, che nel frattempo è diventata adulta, ha sposato il vice direttore della sua agenzia di moda; la ragazza nasconde però un segreto. Un giorno, dopo una violenta lite, ha colpito la sorella Evelyn con uno schiaffo. La ragazza è così finita contro un masso, cadendo in acqua; Ketty, convinta della sua morte, ne nasconde il corpo con la complicità di Franziska e di suo marito.

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Barbara Bouchet e Marina Malfatti

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Pia Giancaro

Il giorno dell’apertura del testamento di Tobias, ecco la sorpresa; il vecchio ha rinviato all’anno successivo l’apertura dello stesso, per evitare la maledizione che sembra accanirsi contro i proprietari del castello. Ma la precauzione sembra inutile, perchè da quel momento la misteriosa dama rossa sembra scatenarsi. Ad una alla volta muoiono persone che sono legate in qualche modo sia a Ketty che alla sua agenzia; muore il direttore della stessa,  seguito poco dopo da una modella.

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Sybill Danning e Ugo Pagliai

La stessa fine farà il fidanzato di Evelyn, che in qualche modo ha scoperto la verità sull’omicidio involontario della ragazza, e che ricattava Ketty. Mentre i delitti si susseguono, ad essere sospettato degli stessi è il marito di Ketty. La storia va avanti fino all’epilogo, per la verità alquanto scontato, ed evito di raccontarne il seguito per non rovinare l’effetto sorpresa.

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Il film, diretto da Emilio Miraglia nel 1972, pur partendo da una buona idea iniziale, finisce per perdersi nei labirinti di una trama troppo tesa al colpo di scena. Non giova nemmeno il finale, con l’immancabile sorpresa dell’identità del vero colpevole e il solito salvataggio all’ultimo minuto, questa volta aggravato da troppe combinazioni che avvengono contemporaneamente.

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Sybill Danning, l’affascinante Lulu

Per fortuna il cast si dimostra all’altezza; è sicuramente brava Barbara Bouchet, nel ruolo della tormentata Ketty, così come di buon livello è l’interpretazione di Ugo Pagliai nel ruolo di Martin, marito di Ketty e principale sospettato dalla polizia. Bella e sicuramente all’altezza Marina Malfatti, nei panni della ambigua Franziska.

Ruoli di contorno per Sybill Danning e Pia Giancaro, due delle vittime della complessa storia. Un film che avrebbe meritato un ottimo voto non fosse stato per i difetti citati; la tensione c’è, la storia si guarda e si segue, ma con difficoltà, legate anche ad alcune incertezze nella sceneggiatura. Punti di forza sono la splendida fotografia e il commento musicale all’altezza, oltre alla magnifica location.

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La dama rossa uccide 7 volte, un film di Emilio P. Miraglia. Con Barbara Bouchet, Maria Pia Giancaro, Marino Masé, Marina Malfatti, Ugo Pagliai.Fabrizio Moresco, Carla Mancini, Sybil Danning
Giallo, durata 90 min. – Italia 1972.

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Barbara Bouchet: Ketty Wildenbrück
Ugo Pagliai: Martin Hoffmann
Marina Malfatti: Franziska Wildenbrück
Marino Masé: ispettore di polizia
Maria Pia Giancaro: Rose Mary Müller
Sybil Danning: Lulù Palm
Nino Korda: Herbert
Rudolf Schündler: Tobias Wildenbrück
Fabrizio Moresco: Petar
Bruno Bertocci: Hans Mayer

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Regia Emilio P. Miraglia
Soggetto Emilio P. Miraglia e Fabio Pittorru
Sceneggiatura Emilio P. Miraglia e Fabio Pittorru
Casa di produzione Phoenix Cinematografica, Romano Film e Traian Boeru
Fotografia Alberto Spagnoli
Montaggio Romeo Ciatti
Musiche Bruno Nicolai
Scenografia Lorenzo Baraldi
Costumi Lorenzo Baraldi
Trucco Iolanda Conti e Giulio Natalucci

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Esattamente 14 anni dop il racconto, a cento anni esatti dall’ultima apparizione La dama rossa uccide sette volte locandina sound

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della dama rossa..W Wildenbruck

marzo 23, 2009 Posted by | Thriller | , , , , , , , | Lascia un commento