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Giallo a Venezia

Sulla riva di una darsena della Giudecca, a Venezia, ci sono due corpi privi di vita adagiati su un prato: sono quelli di una giovane coppia di sposi, Flavia e Fabio.
Lui è morto a causa di alcune ferite prodotte da un’arma non identificata dall’ispettore che viene chiamato sul posto (si scoprirà in seguito che sono delle forbici), lei è morta annegata.

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Leonora Fani (Flavia) e Gianni Dei (Fabio)

A seguire le indagini è chiamato l’ispettore De Paul (o De Pol, questo non è dato a sapersi), un bizzarro tutore dell’ordine con un sorrisino ebete stampato in faccia e con la pessima abitudine di mangiare uova sode ad ogni istante.
Le indagini condotte dal fantomatico ispettore porteranno lo stesso a incrociare le strade di Marzia, di una squillo  e quella del disegnatore Bruno, che risulteranno implicati in qualche modo nella vicenda e che faranno una brutta fine.
Si scopre così che l’architetto Fabio era un uomo vizioso oltre ogni limite, affetto però da eiaculazione precoce che costringeva la moglie a rapporti sessuali di ogni tipo con inclusi rapporti occasionali con sconosciuti.

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Identificato il presunto assassino, ovvero un giovane segretamente innamorato di Marzia, De Paul ( o De Pol che nel frattempo ha divorato altre uova sode) ha un lampo di genio, ovvero interrogare l’unico che poteva assistere all’omicidio della coppia di coniugi.
E si, perchè è ovvio che i tre delitti compiuti dal giovane appaiono slegati dall’omicidio misterioso dei due coniugi.
Il lampo di genio di De Paul (o De Pol) si rivela vincente: in realtà è stata Flavia a uccidere il marito con un paio di forbici, dopo essere stata violentata (in pieno giorno, naturalmente) da alcuni muratori presumibilmente ubriachi di primo mattino e poi a scegliere il suicidio mediante annegamento, nonostante il tentativo in extremis di Bruno, anche lui innamorato della ragazza.
Sipario.

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Giallo a Venezia esce sugli schermi italiani nel 1979 per la regia di Mario Landi in passato ottimo regista televisivo di produzioni ormai storiche come quelle sulle gesta del commissario Maigret, del tenente Sheridan e delle prime fiction Canne al vento e Cime tempestose.
Sciaguratamente, Landi percorre le strade del thriller con esiti assolutamente nefasti per lo spettatore per tutta una serie di motivi.
In primis per colpa di una sceneggiatura demenziale, che fatica a stare in piedi credibilmente per l’improbabile intreccio della vicenda che vede un omicidio suicidio e tre omicidi assolutamente slegati fra loro e senza un vero , poi per la scelta assolutamente ridicola del cast nel quale spiccano in totale senso negativo i due protagonisti ovvero l’ispettore De Paul e l’architetto Fabio rispettivamente interpretati da Jeff Blynn all’epoca piccola star dei fotoromanzi Lancio e da Gianni Dei.

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Jeff Blynn, l’ispettore De Paul, alle prese con l’immancabile uovo sodo

Quest’ultimo, che nel corso della sua carriera interpreterà autentiche perle cinematografiche dai titoli emblematici come La cameriera nera, Una vergine in famiglia,  Peccati a Venezia e il terribile Patrick vive ancora, del recidivo Landi, fa a gara con Blynn per contendersi la palma di peggior interprete del film.
Inespressivo, molle e a tratti commovente nella sua staticità, Gianni Dei esce vincitore dal confronto solo perchè si spupazza in più occasioni Leonora Fani, che nel film è sua moglie.
La Fani si ritrova nell’ingrato compito di dover rallegrare  lo spettatore e grazie a Landi si produce in una performance erotica pressochè indimenticabile: nel film, dopo un amplesso insoddisfacente con il marito, si consola con un atto di autoerotismo seguito nei dettagli dal regista.

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Mariangela Giordano è Marzia

Una delle perle del film è la scena in cui Fabio, a tavola con la moglie, inserisce un grissino in una cozza spalancata, in una volgare simulazione ed allegoria del rapporto sessuale.
Ecco, siamo al punto saliente: Landi, alle prese con una sceneggiatura degna del parto di un cervello di una gallina affetta da meningite punta sull’erotismo di bassa lega e su due sequenze slasher molto forti.
La prima vede protagonista la prostituta assassinata con delle coltellate nelle parti intime, la seconda la povera Mariangela Giordano a cui viene segata una gamba da viva.
Come se non bastasse la donna verrà poi surgelata nel frigo dove verrà ritrovata dalla sua cameriera.
Sono scene abbastanza forti e gli amanti del gore si consoleranno almeno con questo.

Sequenza gore

 

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L’assassino amputa la gamba a Marzia, sucecssivamente la rinchiude con l’arto in bella vista nel frigo

Un film assolutamente indecoroso, quindi, che a tratti sembra essere una presa per le natiche dello spettatore, costretto a sorbirsi la recitazione infantile di Blynn a cui deve essere salito il colesterolo di 100 punti, vista la quantità spaventosa di uova trangugiate e a sorbirsi una trama demente.
Il film in pratica dura 5 minuti, quelli iniziali per intenderci; ci sono due corpi morti, nessuno parla e a fare da sottofondo c’è la bella musica di Berto Pisano.
Poi arriva un poliziotto con espressione da ritardato mentale, poi Blynn e scende la notte fonda.
Per rendersi conto dell’assoluta schifezza a cui si rischia di assistere, vi propongo gli unanimi consensi in negativo a questa recensione, tratti dalla “Bibbia” cinematografica degli spettatori Davinotti, che utilizzo spesso proprio per la frequente identità di vedute.Vi accorgerete così che sono stato anche troppo tenero nei confronti del film.
Da vedersi solo se si è autenticamente masochisti.

Il film è ora disponibile su Youtube all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=T20uGUaTop8  in una qualità tutto sommato discreta.

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L’omicidio seguito dal suicidio di Flavia

Giallo a Venezia,un film di Mario Landi. Con Leonora Fani, Gianni Dei, Jeff Blynn, Mariangela Giordano, Eolo Capritti
Poliziesco, durata 92 min. – Italia 1979.

 

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Giallo a Venezia banner protagonisti

Jeff Blynn….Ispettore De Paul
Leonora Fani… Flavia
Gianni Dei… Fabio
Mariangela Giordano…Marzia

Giallo a Venezia banner cast

Regia     Mario Landi
Produttore     Gabriele Cristiani
Casa di produzione     Stefano film
Fotografia     Franco Villa
Montaggio     Mario Salvatori
Musiche     Berto Pisano

Le recensioni qui sotto appartengono al sito http://www.davinotti.com

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Giallo a Venezia banner recensioni

Tremendo giallo sul Canal Grande, che mescola vaporetti stracolmi a turpi effettacci finendo con l’essere un’esperienza strana, di serie Y, ma da fare. Disinibite la Fani e la meno giovane Giordano. Cast secondario preso chissà dove, ma il peggiore di tutti è Jeff Blynn, chiamato scherzosamente “Maigret” da Capritti perché il regista è Mario Landi, che a lungo aveva diretto Cervi per la tv.

Allucinato giallo, che merita d’esser visto per la sua “eccentricità”. Sulla linea di Patrick vive ancora, per intendersi, siglato dallo stesso Mario Landi. L’estremità di contenuti (sul versante sleazy) rimanda ai contemporanei fumetti per adulti (Storie Blu, Terror, Oltretomba). La sceneggiatura delirante passa in secondo piano, di fronte ad una messa in scena povera e confusa, rappresentata da attori ed attrici allo sbando. Il gore eccessivo sfuma, spesso, nel grottesco per via dell’approssimazione di effetti (poco) speciali. Un caposaldo del cattivo gusto della serie “so bad it’s so good”.

Inenarrabile schifezza, che raggiunge vette inarrivate di orrore non tanto negli splatterosissimi delitti quanto nei plurimi e polimorfi accoppiamenti Dei-Fani, e nel vomitevole ingozzamento di uova sode di Blynn. Ovviamente ha tutti gli ingredienti del culto trash (c’è anche Vassili “Spirito Santo” Karis!), per cui sopravviverà a molti migliori. Sigh. Maigret, dal suo appartamento, scuote il testone bofonchiando.

Discontinuo e raffazzonato. Una trama gialla decisamente blanda cede presto il passo ad un erotismo ai limiti dell’hard con protagoniste le nudissime Leonora Fani e Mariangela Giordano. Gli omicidi sono tutti estremamente cruenti: spiazzanti quello con la benzina e soprattutto quello, molto insistito, con la sega elettrica il cui effetto gore rimanda alle pellicole di H.G. Lewis. Trashissimo Gianni Dei, che si atteggia a star.

Ingenuo gialletto che spinge decisamente sul lato erotico. La storia in sé non sarebbe nemmeno malaccio (psicologia spicciola sulle perversioni sessuali a parte) se il ritmo non fosse fin troppo spezzettato dalle tante sequenze di nudo con la Fani e la Giordano. Blynn e Capritti poi sono forse i due poliziotti più improbabili del cinema italiano, ma tra un paio di scene splatter e qualche bell’esterno lagunare si può dire che il film non annoia lo spettatore. Facile dimenticarlo in fretta, in ogni modo.

Film di rara bruttezza e cretineria, costellato di personaggi di una stupidità indicibile. Più che un thriller una sorta di soft-core con parentesi gialle. In ogni caso la noia regna incontrastata. Inoltre gli attori fanno a gara a chi è peggio ma su tutti spiccano un patetico Gianni Dei ed un Jeff Blynn che è semplicemente ridicolo e ripete sempre la stessa battuta: “Peggio per lui o lei” a seconda del sesso della persona cui si riferisce. Porcate così è difficile vederle. Solo per gli amanti del brutto.

Bruttissimo e noiosissimo giallo di fine Anni Settanta. La trama è quasi inesistente e viene presto sostituita da numerosissime scene di sesso (parecchio spinte) e qualche scena splatter (molto violente, ma realizzate malissimo), tra le quali va citata quella dell’omicidio col seghetto. Il protagonista Jeff Blynn (che nel film non fa altro che mangiare uova sode), una specie di clone mal riuscito di Maurizio Merli, non si può vedere, e Gianni Dei ci fa come al solito la figura dello stupido.

Incredibile trashata. Incerto sulla direzione da prendere, soft-core audace o giallo con picchi gore, il regista opta per un mix delle due cose, con una propensione alla lungaggine nelle scene erotiche (noiosissime e tristissime). Le parti gore sono notevoli, ma non bastano a sollevare dalla tremenda mediocrità questo pasticcio. Venezia non è mai stata fotografata in modo così anonimo e gli interpreti sono agghiaccianti, tra un Gianni Dei patetico e una Leonora Fani dal deretano cellulitico (per non parlare degli altri). * 1/2 per il gore.

Film “gemello diverso” di Patrick vive ancora, propone ancora una volta sesso spinto e violenza, qui talmente esagerati da risultare ridicoli (la gamba della Giordano e l’uomo carbonizzato). Ottimo Gianni Dei nella parte di un vizioso tossicomane, perfetta la Fani nel ruolo di vittima sacrificale. Comica la trovata del commissario che gira con delle uova sode nei jeans…

Film davvero deprimente e difficile da vedere fino in fondo. Quando ci si rende conto che le goffe scene di sesso (mal pensate e recitate) prendono quasi tutto il tempo di durata della pellicola, è troppo tardi. Si può quindi cercare di restare a guardare in attesa di qualcosa da salvare, ma è tutto inutile. Il film appare dilettantesco in tutti i suoi aspetti, il direttore della fotografia forse era rimasto a terra quando la troupe aveva preso il vaporetto e le scene di Venezia visibili sembrano tratte da un documentario amatoriale. Repellente.

La classificazione internazionale è già un commento: eurotrash-eurosleazy. La versione visionata (brasiliana) è indicata come la più uncut, indugiando maggiormante sulle scene di sesso (volgarissime) e trovando la massima rappresentazione dello squallore in un breve momento hardcore maschile (all’interno del cinema). Il Dei è scatenato! Un maniaco totale, drogato ed esaltato esibizionista (e alla fine pure vouyeur). Tutto questo film è improntato al profilo del disgusto, massificando i personaggi e le loro azioni. Obiettivo raggiunto**!

Un lungometraggio banale e perverso, da vedere solo per chi ama Venezia e i film lì ambientati (fra l’altro se ne vedono solo scorci), il film è un giallo caratterizzato da punte di una morbosità e di un vuojerismo, non soliti. L’attore protagonista, non nuovo a queste “sconcezze” (vedi Manhattan gigolò) si trova completamente a suo agio in prodotti di tale livello. Alcuni delitti sono feroci, specialmente quello della prostituta a cui vengono infilate le forbici nella vagina. Da vedere e dimenticare.

Non sono amante di questo genere di film (non mi riferisco ai gialli veri, quelli mi piacciono), anche quando sono fatti bene. “Giallo a Venezia” l’ho voluto vedere solo per la presenza di Leonora Fani, che mi era molto piaciuta in Nenè. Se non altro ho avuto una conferma: gli attori (escludendo i mostri sacri) sono più o meno bravi a seconda di come vengono diretti e di quello che sono costretti a fare su certi set. Il film non lo commento, se però lo si guarda con la predisposizione al riso, sono sicuro che il divertimento è assicurato.

Più erotico che thriller, lo si dice di tanti gialli: ma questo è veramente squallido come un porno senza sesso esplicito. Un paio di omicidi particolarmente truculenti non risollevano l’attenzione e si sdrammatizzano da soli per l’improponibilità degli effetti. Venezia è praticamente assente dopo la cartolina dei titoli. Dei e la Fani bisseranno in Peccati a Venezia.

Sia la versione integrale che quella tagliata mi son piaciute. È un film un po’ paradossale, ma non è assolutamente un serie Z. La sorpresa vera è il non collegamento tra i due avvenimenti, mentre ogni personaggio, ad iniziare dal commissario, esprime al meglio i propri sentimenti, tanto che alla fine non ci si accorge di aver visto uno slasher. Eccellente anche Gianni Dei, il quale non è mai normale in alcun film. Abbastanza attendibile il movente… per gente pazza. Superba la colonna sonora. Che dire… per me vale.

Brutto di brutto. Sciatterie e superficialità su ogni fronte, dalla recitazione (e dire che la Fani, pur se giovanissima all’epoca, solitamente è un ottima attrice!) alla storia e alla fotografia (che trasforma la bella Venezia in uno squallido porto marino), creando buffi eccessi di trash. Tutto all’insegna del cattivo gusto, il quale ci è dato soprattutto dall’estremizzare le scene di sesso (comunque softcore) con amplessi e giochi sadomaso a tutto spiano. Lo splatter non è realizzato male, ma stona molto, data la piattezza generale. Voto: *.

Una Venezia irriconoscibile (da sembrare quasi una oscura località affacciata sul Bosforo) fa da sfondo a questo filmaccio immondo. Landi si impegna, con cocciutaggine inspiegata, nel realizzare un prodotto il meno artistico e fine possibile: tecniche registiche e bella recitazione cedono il posto a sciatteria, approssimazione, interpreti ridicoli e tragicomiche morbosità da sottoriviste di quart’ordine. Le scene sanguinose, seppur crudissime, sono imbastite alla meno peggio, mentre le musiche di Pisano risultano totalmente fuori contesto. Escrementizio.

Filmetto che mischia splatter e porno soft in una Venezia irriconoscibile. Gli attori recitano da cani, i poliziotti sono tra i più sgangherati della storia. Anche lo studente-maniaco che non si priva mai di un paio di enormi occhiali scuri fa piuttosto ridere. A cercare di salvare il salvabile numerosi ed evitabili amplessi, un commissario che divora uova sode e il suo vice che a tratti sembra un Kojak di serie Z…

Più soft-core che giallo questo film è un supercult. Avete notato che per essere un “raro” è stato visto da molte persone? Una ragione ci sarà pure, no? La mia è che per gli amanti del trash più trashofilo è da antologia. Il film omaggia i vari generi Anni 70: il poliziottesco (il commissario sorta di cugino alla lontana di Merli), l’erotico (scene erotiche che ricoprono la maggior parte dei tempi del film per sprofondare in un soft-core che si trasformerà in hard negli anni vicini a venire), lo splatter: scene splatter alla Fulci.

Incommentabile “giallo” fine Anni Settanta. Praticamente un lento film porno-thriller che non arriva mai al dunque. Jeff Blynn, il commissario di turno nonché mix tra un tardo Maurizio Merli e un giovane Claudio Caniggia, si limita a sfoderare un umorismo da “La settimana enigmistica”, inframezzato da scorpacciate di uova sode che tiene sempre pronte nel taschino della giacca. Gianni Dei, nella parte dell’erotomane tossicodipendente, raggiunge forse il picco più alto della sua carriera dopo la performance in Patrick vive ancora. Imperdibile.

Oggettivamente è terribile, soggettivamente lo adoro. Vero esempio di “Z-movie” tutto italiano, patetico quanto geniale nel suo saper essere perfettamente ridicolo. I seguaci della Fani e della Giordano, indubbiamente, lo ricorderanno a vita. Dei è la caricatura di se stesso, quindi anche lui è memorabile a prescindere! Ho letto che in Germania è stato bandito per anni, ma in quegli anni è stato fatto comunque di peggio. Cinema popolare, assolutamente “low-cost”… sarebbe impensabile, oggi, fare un film simile!

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aprile 7, 2011 Posted by | Erotico | , , | 3 commenti

Che dottoressa, ragazzi

Che dottoressa ragazzi locandina

Un piccolo borgo della Sicilia è in rivolta, perchè in paese dopo la morte del vecchio medico condotto nessuno può garantire l’assistenza medica.
Così sul posto viene mandata una procace dottoressa teutonica, che al suo arrivo sull’isola trova rifugio in casa di una famiglia stramba, composta da un facoltoso agricoltore, da Rosalia, moglie svampita dell’uomo, da Sasà il figlio timido e foruncoloso, dall’allupato nonno che tenta sempre di allungare le mani e dalla cameriera Carmelina che deve tenere a bada le lunghe mani dei tre componenti maschi della famiglia.

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Mariangela Giordano

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Maria Pia Conte

La dottoressa deve far fronte da subito a situazioni impreviste, come le attenzioni pesanti dei maschietti di casa, di quelle di alcuni suoi pazienti e sopratutto con la “consueta” ignoranza della popolazione locale.
Dopo alcune disavventure, la dottoressa avrà una relazione con Sasà che finalmente è dventato uomo e potrà svolgere il suo lavoro con rinnovata lena.
Commediaccia semi- erotica, indisponente e sciatta, Che dottoressa ragazzi rappresenta uno dei punti più bassi della commedia sexy.
Il perchè è individuabile dopo 5 minuti dall’inizio del film; l’arrivo di Grun (non sono certissimo del nome dell’improbabile dottoressa), medico disinibito e abituato alla famosa cultura del nord trova un’immediata accoglienza da parte dei galletti della famiglia che la ospiterà, mostrando da subito il solito repertorio di luoghi comuni sul machismo del sud.

Non solo; ad aggravare la fiera dei luoghi comuni ecco arrivare una’utentica perla, a cui assistiamo con sgomento; una ragazza si reca da Grun perchè ritiene di essere incinta “da due giorni”.
Alla legittima perplessità della dottoressa, la ragazza (che è ancora vergine, come ha modo di constatare Grun), risponde che due giorni prima un giovane l’ha portata in un fienile e le si è strofinata addosso.
“Disonorata sono”, conclude la ragazza con un accento siciliano assolutamente improbabile!

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Ecco, il tenore della pellicola è questo: non si ride nemmeno per errore anzi, ci si indigna davanti alla fiera, al festival dei luoghi comuni che il regista del film Baldanelli propone praticamente ad ogni sequenza del film.
Lui, baldanelli, due anni dopo girerà un’altra perla, uno dei film più trash della storia del cinema, quell’Incontri molto ravvicinati del quarto tipo che rappresenterà il fondo del fondo della commedia erotica.
Ad aggravare il tutto, se possibile, la recitazione del cast maschile degna di un canile.
Unico elemento di un relativissimo interesse è rappresentato dal cast femminile, visto che le tre protagoniste quanto meno conoscono il loro mestiere.

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Maria Pia Conte, la dottoressa, in realtà altro non deve fare che spogliarsi e lei accontenta tutti mettendo in mostra un corpo prosperoso e null’altro; Mariangela Giordano, la Rosalia svampita e sciocchina che vive in casa con i tre galletti perennemente allupati fa il suo, castigatissima come non mai perchè concede solo la schiena nuda al tourbillon di seni e natiche del film.

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Infine la sventurata Femi Benussi, capitata sul set sbagliato e alle prese con un personaggio ridicolo, la cameriera un pò esibizionista e un tantino porcella; sentirla parlare in siciliano è una tortura indicibile e tra l’altro i suoi fans debbono accontentarsi solo di un paio di sequenze in cui mostra seni e natiche.
Insomma, un disastro completato anche dalla mancanza di una location con cui rifarsi gli occhi; poichè il film non è erotico nemmeno per errore, lo spettatore può consolarsi con le grazie di Maria Pia Conte e nulla più.
Un film da scansare come una malattia esantematica.
Ps: il solito ineffabile Morandini tira fuori questa mini recensione che è uno spasso: “Dopo le studentesse, le supplenti, le infermiere, ora sono le dottoresse a far da specchietto per le allodole per attirare il pubblico dei guardoni. La solita Femi Benussi fa il medico condotto in un’isoletta. Ovvio che gli abitanti si inventino malattie di ogni genere pur di farsi visitare dalla bellona; altrettanto ovvio che le rispettive mogli non vedano di buon occhio il nuovo medico condotto.”

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Femi Benussi

Per una volta il critico, che ovviamente si è ben guardato da vedere il film, per sua fortuna, azzecca la recensione. Come abbia potuto confondere la Conte con la Benussi resta però un intrigante mistero.
Che dottoressa, ragazzi!
Un film di Gianfranco Baldanello. Con Femi Benussi, Mariangela Giordano, Francesco Parisi, Maria Pia Conte,Lucio Como
Erotico, durata 90 min. – Italia 1976.

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Maria Pia Conte … Sigrun
Femi Benussi … Carmelina
Lucio Como … Max Colombi
Francesco Parisi … Mimì
Mariangela Giordano … Rosalia
Vincenzo De Toma … Nonno Checco

Regia Gianfranco Baldanello
Sceneggiatura Odoardo Fiory, Giuseppe Maggi
Produttore Gabriele Crisanti, Vincenzo Genesi
Produttore esecutivo Giuliano Simonetti
Casa di produzione Cinematografica Generale Enterprise
Fotografia Franco Villa
Montaggio Mariano Arditi
Musiche Elsio Mancuso

aprile 5, 2011 Posted by | Commedia | , , , | 3 commenti

Helga Liné

Helga Linè foto

Una bellezza altera e statuaria, una carriera lunghissima con un curriculum impressionante composto da quasi 130 film e poco meno di una decina di partecipazioni a serie tv; sono le caratteristiche salienti della vita di Helga Line Stern, divenuta famosa con il nome d’arte di Helga Liné, autentico oggetto di culto sopratutto in Spagna, sua terra d’adozione.
Ma la bellissima attrice di origini tedesche (è nata a Berlino nel 1932) è popolare anche da noi, sopratutto tra il pubblico over 40 per alcuni lavori divenuti con il passare del tempo oggetto di rivalutazione critica.
Helga Linè ha lavorato praticamente in tutti i generi cinematografici, rivelandosi un’attrice di genere versatile e duttile.
E’ stata protagonista o co-protagonista di peplum, western, gialli, thriller, horror e infine anche di commedie sexy ed erotiche, queste ultime sopratutto a fine anni settanta quando l’attrice aveva superato la cinquantina .

Helga Linè Cosi dolce cosi perversa
Helga Liné nel giallo di Lenzi Così dolce, così perversa

Con 130 film all’attivo è praticamente impossibile citare tutti i suoi lavori, alcuni dei quali risalgono addirittura agli anni 40 e 50, quando mosse i primi passi in un cinema molto diverso dall’attuale.
Un cinema quasi sempre in bianco e nero, nel quale la sua statuaria bellezza spiccava inconfondibile anche nelle particine di inizi carriera.

Helga Linè Mio caro assassino
Una splendida Helga Linè in Mio caro assassino

Helga Linè El appartamento de la tentacionEl appartamento de la tentacion

Da giovanissima si trasferisce in Portogallo, dove approda al mondo circense lavorando come ballerina e  acrobata, prima di trasferirsi in quella che sarà la sua terra d’adozione, la Spagna.
Sono gli inizi degli anni 60 e la Linè ha già lavorato in una quindicina di film facendosi quindi conoscere dal grande pubblico, alternando il lavoro di attrice a quello di modella aiutata sicuramente da quella bellezza così poco teutonica e così regale.
Il suo volto infatti ben si prestava a ruoli di donna sofisticata, di principessa o regina ed è praticamente così che il pubblico la vedrà per larga parte della sua carriera.

Helga Linè La saga de los Dracula

La saga de los Dracula

La parte più importante della sua carriera cinematografica inizia con il decennio sessanta e con il film di Eugenio Martin Il conquistatore di Maracaibo, uno dei tanti film di ambientazione piratesca che affollarono gli schermi prima del declino del genere, sancito dalla nascita dei peplum che ebbero tanto successo per buona parte degli anni sessanta.
E’ proprio in questo particolare genere cinematografico che Helga costruisce la sua solida fama; film come Gli invincibili sette, diretto da Alberto De Martino (produzione spagnola), la vedono protagonista assoluta.
In questo film per esempio è Lydia, la donna che ama Leslio e che contribuirà in maniera decisiva alla liberazione di Sidone dalla tirannia di Rabirio.
Ovviamente non ci sono solo peplum in questa fase della sua carriera; nel 1963 lavora nel film di Caiano Il segno di Zorro, classico cappa e spada dedicato ancora una volta alla vita del leggendario giustiziere mascherato.

Helga Linè Kriminal
Kriminal

Helga Linè Il marchio di Kriminal
Il marchio di Kriminal

Il film è una coproduzione spagnola-italiana-francese e ottiene un buon successo; la Linè, che ha già 31 anni è agevolata nell’interpretare i suoi ruoli dall’incredibile dote di essere una donna quasi ferma in un limbo d’età.
Mostra sicuramente dieci anni in meno ed è quindi preziosissima per i registi, che possono contare sulla sua maturità di donna e sulla sua abilità camaleontica nel celare la vera età.
Tra il 1964 e il 1965 lavora esclusivamente nell’ambito dei peplum, che sono nel periodo di massimo fulgore; se ciò può apparire limitativo, basti pensare a come fosse difficile per un’attrice trentenne interpretare parti che generalmente venivano offerte a ragazze molto più giovani.

Helga Linè Plus ca va moins ca va
Helga Linè nuda a 45 anni nel film Plus ça va, moins ça va (titolo italiano Che scalogna!)

Sono film di discreta fattura, come Il trionfo dei dieci gladiatori di Nick Nostro (nel film ci sono Staccioli e Sal Borgese) o come il sequel Spartacus e i dieci gladiatori, sempre diretto da Nostro (nel film c’è ancora il nostro validissimo Sal Borgese e c’è anche Alfredo Varelli)

Helga Linè Il terrore sorge dalla tomba
Il celebre nudo di Il terrore sorge dalla tomba

Il peplum era ormai agli apici della popolarità ed era il genere più amato dal grande pubblico, tanto che molti registi, usando set già sfruttati riuscivano a dirigerne diversi nell’arco dello stesso anno.
Helga è ormai una piccola star del genere e lavora in altre produzioni come Ercole contro i tiranni di Babilonia (conosciuto anche come Golia alla conquista di Bagdad) accanto a Peter Lupus per la regia di Domenico Paolella, La rivolta dei sette diretto ancora da De Martino accanto a Tony Russell e un giovane Howard Ross.
Alle soglie del 1965 il peplum mostra la corda; il pubblico è stanco di storie che sembrano ripetersi all’infinito ed è saturo delle decine di produzioni che sono state proposte a ritmo vertiginoso nelle sale.
Il genere emergente, anche se non è corretto usare questa definizione in quanto le sue origini si perdono sino agli albori della nascita del cinema è l’horror.
Un horror ben diverso da quello pionieristico degli anni 30 e 40.

Helga Linè banner

Hlega è chiamata ancora da Caiano per il film Amanti d’oltretomba, un piccolo gioiello in bianco e nero destinato a diventare un punto fermo della cinematografia horror; la parte della protagonista assoluta è affidata a Barbara Steel, indiscussa regina del genere ma Helga tratteggia in maniera perfetta il ruolo di Solange, amante del dottor Stephen che uccide sua moglie per sposarne la sorella erede dei beni della defunta, che tornerà con il suo amante dall’oltretomba per perseguitare il suo assassino.
Il film riscuote grande successo, ed Helga ottiene ancora un ruolo da protagonista nel film di Grieco Agente 077 missione Bloody Mary prima di girare il western di Grimaldi All’ombra di una colt.
I lavori si susseguono senza sosta, Helga in pratica entra nei set di una dozzina di film in due anni, prima di approdare sul set di Kriminal di Umberto Lenzi; il cinema ha da poco scoperto gli eroi del fumetto e i personaggi di Magnus e Bunker (Kriminal e Satanik) o il Diabolik delle sorelle Giussani.

Helga Linè Il grande attacco
Il grande attacco

Con Glenn Saxson interpreta il doppio ruolo di Inge e Trude, sempre con bravura e classe mentre Kriminal è interpretato proprio da Saxson; il film non ebbe molto successo principalmente per la abissale differenza con il fumetto noir di Magnus e Bunker che avevano creato un criminale violento e distruttivo mentre nel film di Lenzi questa carica viene assoluamente meno ed Anthony Logan (vero nome di Kriminal) appare un ladro in puro stile Arsenio Lupin.
Anche il seguito del film, Il marchio di Kriminal diretto nel 1968 da Cicero e Cerchio non migliorerà le cose e alla fine l’unica nota di rilievo è ancora una vola la prsenza dell’affascinante Helga.Scorrendo ancora la carriera della Linè, arriviamo al 1969 e al film di Lenzi Così dolce così perversa, antesignano della gloriosa stagione del thriller all’italiana; lei è Helene Valmont amante del protagonista Jean (Jean-Louis Trintignant), assassinato dalla crudele Carroll Baker in combutta con Erika Blanc.

Il film è un grande successo, e anche se la Linè non compare come vera e propria protagonista la fa conoscere ancora di più al pubblico di casa nostra, quello sopratutto che non aveva seguito i peplum e che scopre un’artista versatile e bellissima.
Il decennio settanta la vede ormai sulla soglia dei quarantanni: ha una bellezza invidiabile, un fisico assolutamente splendido e la maturità di una donna che sa di avere fascino da vendere.
Se per molte attrici la fatidica età dei quarantanni ha rappresentato il momento dell’eclisse, a lei succede il contrario.
E’ l’inizio dell’età dell’oro del cinema e Helga lavora a pieno regime.

Helga Linè L’orgia notturna dei vampiri
L’orgia notturna dei vampiri

Helga Linè La venganza de la momiaCon Paul Naschy in La venganza de la momia

In Italia è la commedia sexy a imperversare, accanto al genere thriller; nel 1970 lavora in Un caso di coscienza, diretta ancora una volta da Grimaldi accanto a Dagmar Lassander e Lando Buzzanca mentre nel 1971 lo stesso regista la chiama per il film ad episodi Le belve, ancora interpretato da Buzzanca attorniato da uno stuolo di splendide attrici come Femi Benussi, Annabella Incontrera, Ira Furstenberg, Margaret Lee e Maria Baxa.
Il suo ruolo è limitato all’episodio del fachiro, in cui è la moglie dello stesso, che per avidità fa quasi morire il povero marito in scena.
Solo nel 1971 Helga Linè è nel cast di ben 9 film, alcuni dei quali di buon livello come il bellico I Leopardi di Churchill (regia di Maurizio Pradeaux) o Buon funerale, amigos!… paga Sartana diretto da Carnimeo accanto a Gianni Garko e alla bellissima Daniela Giordano.

Helga Linè Ercole contro i tiranni di Babilonia
Ercole contro i tiranni di Babilonia

Divide il suo impegno quindi tra produzioni italiane e produzioni spagnole, saltando da un set all’altro e passando indifferentemente da un film in costume come L’arciere di Sherwood ispirato alle vicende di Robin Hood al western Su le mani, cadavere! Sei in arresto oppure al thriller Mio caro assassino.
Ormai è un’attrice dalla fama solida, anche se limitata al cinema di genere eppure la parte migliore della sua carriera (o meglio, quella che le diede miglior fama) non è ancora iniziata.
E’ una produzione spagnola a introdurla definitvamente in quello che in Spagna è il genere principe del cinema, l’horror.
Nel 1972 gira Horror express accanto ai due mostri sacri del genere, Christopher Lee e Peter Cushing nel film diretto dallo specialista Eugenio Martín e contemporaneamente lavora in Esperienze prematrimoniali di Pedro Masó, accanto alla coppia Muti-Orano che fanno coppia anche nella vita.
Subito dopo L’ultimo vampiro (regia di León Klimovsky), partecipa all’horror La venganza de la momia (1973) conosciuto anche come The Mummy’s Revenge accanto alla star del genere Paul Naschy che cura anche la sceneggiatura del film stesso.
Lei interpreta la parte della malvagia Zenifer, assistente di Assad Bey che resuscitano dalla morte prima di essere uccisi dal fuoco provocato da un archeologo.
Il film è una curiosa mescolanza di elementi tipici dell’horror conditi da elementi sottilmente erotici e riscuote grande successo.
E’ un anno d’oro per la Linè, forse il più fortunato della sua carriera, perchè lavora contemporaneamente ai western Fuori uno sotto un altro arriva il passatore e Campa carogna… la taglia cresce, al film in costume Le guerriere dal seno nudo (Le Amazzoni) di Terence Young e sopratutto a quello che è il film per cui diventa un autentico culto.

Helga Linè Le belve
Helga Linè e Lando Buzzanca in Le belve

Si tratta di Il terrore sorge dalla tomba (El espanto surge de la tumba in Spagna, Horror Rises from the Tomb negli Usa); accanto a lei c’è il grande Paul Naschy con cui crea una coppia perfettamente assortita in uno degli horror meglio riusciti di sempre.
E’ il 1973, Helga ha 41 anni, e compare nuda in una celebre sequenza del film, mostrando un fisico strepitoso e sopratutto dando corpo ad un personaggio indimenticabile, quello di Mabille De Lancré.

Helga Linè El consenso
El consenso

Un altro film diventato ormai un cult è L’abbraccio mortale di Lorelei diretto dallo specialista Armando de Ossorio, datato 1974, nel quale Helga è protagonista accanto a Tony Kendall.
Ma non ci sono solo film horror nella sua filmografia di metà anni settanta; troviamo infatti L’amante adolescente (1974) di Pedro Masò, protagonista una incantevole Ornella Muti, horror erotico Aberrazioni sessuali in un penitenziario femminile, Las correrías del Vizconde Arnau accanto a Sylva Koscina…

Helga Linè 077 missione Bloody Mary
o77 missione Bloody Mary

Helga Linè La venganza de la momia 2
Ancora con Naschy in La venganza de la momia

Dopo il 1975, la Linè lavora principalmente in Spagna, specializzandosi in ruoli di contorno e partecipando curiosamente a diversi film scopertamente erotici, complice anche la liberalizzazione dei costumi nel paese iberico, reduce dalla dura dittatura di Francisco Franco.
Tra i molteplici film interpretati a cavallo tra il 1975 e il 1980, segnalo Amore piombo e furore, un western inconsueto diretto da Monte Hellman e Tony Brandt nel 1978 in cui lavorano la bella Jenny Agutter e il nostro Fabio Testi, Plus ça va, moins ça va , una produzione francese tradotta in spagnolo come Eróticos juegos de la burguesía e in italiano Che scalogna!, in cui Helga all’età di 46 anni si mostra completamente nuda per alcuni secondi mostrando un fisico assolutamente invidiabile e infine Enigma rosso di Alberto Negrin, nel quale però non figura tra i credit.
Preferisco sorvolare sull’ultima parte della carriera della Linè, consumata tra film erotici dai titoli espliciti come Mírame con ojos pornográficos (1980), Las alumnas de madame Olga (1981) fino al famoso Los ritos sexuales del diablo (1982) nel quale Helga compare nuda a 50 anni esatti.
L’ultima parte della carriera di Helga Linè si svolge quasi completamente in Spagna, dove l’attrice si divide tra i set cinematografici e quelli televisivi con un rallentamento inevitabile dell’attività, che si conclude, almeno al momento nel 2005 con la serie tv Vientos de agua, un grande successo in terra iberica.
Ricomparirà solo per uno spot promozionale destinato alle giovani coppie spagnole.
Una carriera lunghissima e gratificante, quello della splendida attrice tedesca dai tratti così mediterranei.
Una carriera lusinghiera nella quale manca probabilmente l’acuto ovvero il film d’autore che ti rende immortale, ma caratterizzata senza dubbio da una indiscutibile professionalità unita alle sue doti principali, la bellezza del volto e del fisico.

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Helga Linè Los caraduros
Los caraduros

Helga Linè Mister X
Helga Linè in Mister X

Helga Linè Tres suecas para tres RodríguezTres suecas para tres Rodríguez

Helga Linè Campa carogna la taglia cresce
Campa carogna la taglia cresce

Helga Linè Estigma
Estigma

Helga Linè Su le mani,cadavere, sei in arresto
Su le mani,cadavere, sei in arresto

Helga Linè I leopardi di Churchill
I leopardi di Churchill

Helga Linè Spartaco e i dieci gladiatori
Spartaco e i dieci gladiatori

Helga Linè Los ritos sexual
Los ritos sexual del diablo

Helga Linè Los dios de cabirios
Los dios de cabirios

Helga Linè Lorelai graspe
Lorelay graspe

Helga Linè Le protecteur
Le protecteur

Helga Linè Le labirynth de passion
Le labirynth de passion

Helga Linè Le amazzoni
Le amazzoni

Helga Linè Horror express
Horror express

Helga Linè Fin de semana al desnudo
Fin de semana al desnudo

Helga Linè L'arciere di fuoco
L’arciere di Sherwood

Helga Linè Goliath
Goliath

Helga Linè Los assassinos de las muenacas
Los assassinos de las muenacas

Helga Linè Cuentos de la sabana blanca
Cuentos de las sabanas

Helga Linè-Su le mani, cadavere sei in arrestoSu le mani cadavere, sei in arresto

Helga Linè-Santo contra el doctor Muerte

Santo contra el doctor Muerte

Helga Linè-Las alumnas de madame olga

Las alumnas de madame Olga

Helga Linè-Las alimanas

Las aliminas

Helga Linè-La moglie giovane

La moglie giovane

Helga Linè-Il trionfo dei dieci gladiatori

Il trionfo dei 10 gladiatori

Helga Linè-Golia alla conquista di Bagdad

Golia alla conquista di Atlantide

Helga Linè-Gli invincibili sette

Gli invincibili sette

Helga Linè-El sexologo

El sexologo

Helga Linè-Tres suecas para tres Rodríguez

Tres suecas para tres Rodríguez

Helga Linè The vampires night orgy

The vampyres night orgy

Helga Linè Operazione Mogador

Operazione Mogador

Helga Linè Las alumnas de madame Olga

Las alumnas de Madame Olga

Helga Linè Una señora llamada Andrés

Un lujo a su alcance

Helga Linè All'ombra di una colt

All’ombra di una Colt

Helga Linè Amanti d'oltretomba

Amanti d’oltretomba

Helga Linè Caccia ai violenti

Caccia ai violenti

Helga Linè Il segno di Zorro

Il segno di Zorro

Helga Linè La rivolta dei Sette

La rivolta dei sette

Helga Linè Los novios de mi mujer

Los novios de mi mujer

Helga Linè NazarèNazarè

Helga Linè Operazione Poker

Operazione Poker

Helga Linè Spartaco e i 10 gladiatori

Spartaco e i 10 gladiatori

Helga Linè Un caso di coscienza

Un caso di coscienza

Helga Linè Una rosa al viento

Una rosa al viento

Buon funerale amigo,paga Sartana

Gli invincibili sette

Helga Linè banner memorabilia

Helga Linè-Foto 1


2006 Vientos de agua (TV ) III stagione
2005 Torrente 3: El protector
2004 Hospital Central (TV)
2004 Aires de tormenta
2001 El comisario (TV series)
1993 El aliento del diablo
1990 Pareja enloquecida busca madre de alquiler
1987 La legge del desiderio
1986 Turno de oficio (TV )
1985 La comedia musical española (TV )
1985 Una y sonada…
1985 Playa azul
1984 Una rosa al viento
1984 Las alegres chicas de Colsada
1984 Pulsaciones
1983 Los caraduros
1983 Venere nera
1982 Labirinto di passioni
1982 Los ritos sexuales del diablo
1981-1982 Verano azul (TV )
1982 Femenino singular
1981 Dos y dos, cinco
1981 Las alumnas de madame Olga
1980 Mírame con ojos pornográficos
1980 El canto de la cigarra
1980 Memorias de Leticia Valle
1980 El consenso
1980 Estigma
1979 La boda del señor cura
1979 Que usted lo mate bien (TV )
1979 El juglar y la reina (TV series)
1978 Enigma rosso (uncredited)
1978 Amore, piombo e furore
1978 Pepito Piscina
1977 Makarras Conexion
1977 Plus ça va, moins ça va-Che scalogna!
1977 Cazar un gato negro
1977 Hasta que el matrimonio nos separe
1977 Las locuras de Jane
1977 Cuentos de las sábanas blancas
1976 Call Girl: La vida privada de una señorita bien
1976 La amante perfecta
1976 La casa
1976 El alijo
1976 Las alimañas
1975 Un lujo a su alcance
1975 Una abuelita de antes de la guerra
1975 El asesino de muñecas
1975 Tres suecas para tres Rodríguez
1975 Novios de la muerte
1975 Vida íntima de un seductor cínico
1974 Dick Turpin
1974 Fin de semana al desnudo
1974 L’orgia notturna dei vampiri
1974 Le mele marce
1974 Las correrías del Vizconde Arnau
1974 Il protettore
1974 Aberrazioni sessuali in un penitenziario femminile
1974 El amor empieza a medianoche
1974 El chulo
1974 L’amante adolescente
1974 L’abbraccio mortale di Lorelei
1974 La moglie giovane
1973 Santo contra el doctor Muerte
1973 Le guerriere dal seno nudo- Le amazzoni di Terence Young
1973 Il terrore sorge dalla tomba
1973 Estudio 1 (TV )
1973 Campa carogna… la taglia cresce
1973 Fuori uno sotto un altro arriva il passatore
1973 La venganza de la momia
1973 L’ultimo vampiro
1973 Il chiodo nel cervello
1972 Esperienze prematrimoniali
1972 Horror Express
1972 Doppia coppia con Regina
1972 Mio caro assassino
1972 Los novios de mi mujer
1971 Los días de Cabirio
1971 Su le mani, cadavere! Sei in arresto
1971 L’arciere di Sherwood
1971 El apartamento de la tentación
1971 Buon funerale, amigos!… paga Sartana
1971 Hay que educar a papá
1971 Si Fulano fuese Mengano
1971 Simón, contamos contigo
1971 Le belve
1970 Una señora llamada Andrés
1970 I Leopardi di Churchill
1970 Un caso di coscienza
1969 Così dolce… così perversa
1968 Il marchio di Kriminal
1968 Caccia ai violenti
1968 Brutti di notte
1968 Colpo sensazionale al servizio del Sifar
1967 Mister X
1966 Kriminal
1966 Cifrato speciale
1966 Password: Uccidete agente Gordon
1966 Missione speciale Lady Chaplin
1966 Missione sabbie roventi
1966 Der Mörder mit dem Seidenschal
1965 Operazione poker
1965 L’ombrellone
1965 All’ombra di una colt
1965 Agente 077 missione Bloody Mary
1965 Amanti d’oltretomba
1965 Sette ore di fuoco (uncredited)
1965 Golia alla conquista di Bagdad
1964 La rivolta dei sette
1964 Golia alla conquista di Bagdad
1964 Spartacus e i dieci gladiatori
1964 Il trionfo dei dieci gladiatori
1964 Un amore e un addio
1964 Rueda de sospechosos
1963 Gli invincibili sette
1963 Le avventure di Scaramouche (uncredited)
1963/I Horror
1963 Las gemelas
1963 Il segno di Zorro
1963 Rocío de La Mancha
1962 Canción de juventud
1961 Alerta en el cielo
1961 Il conquistatore di Maracaibo
1954 O Cerro dos Enforcados
1953 Duas Causas
1952 Nazaré
1952 Kill or Be Killed
1952 Os Saltimbancos
1952 Madragoa
1951 El gran Galeoto (as Helga Lina Stern)
1951 La trinca del aire (come Helga Lina Stern)
1951 El negro que tenía el alma blanca (come Hega Lina Stern)
1946 La mantilla de Beatriz
1946 Ladrão, Precisa
1941 Porto de Abrigo

aprile 2, 2011 Posted by | Biografie | | 8 commenti