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Canterbury proibito

Un gruppo di pellegrini è diretto a Canterbury e durante il viaggio,per allontanare la noia,ecco che vengono raccontate sette storie
piccanti.
Una storia d’amore – La bella Bianca è oggetto di attenzione da parte di due giovani;ma lei,indecisa,finisce per accettare la corte ( e il resto)
da un terzo pretendente che così fa becchi i due amici;
Santa del Grande – Due vagabondi incontrano santa,una ragazza svampita;approfittando della sua ingenuità ne godranno le grazie;
Viola – In questa novella sono ben tre gli uomini che ambiscono alle grazie di Viola, moglie del noto ser Brunetto;dei tre solo il più scaltro
riuscirà a conquistare la donna;
Due suore – Suor Chiara e Suor Agnese,due religiose poco propense alle virtù e inclini a i piaceri della carne seducono due frati.Il vescovo e la badessa
del convento scoprono la cosa ,ma verranno comunque beffati dalle scaltre ragazze;


Le brache di San Grifone – Fratello Antonio,beccato in adulterio plateale con la bella moglie di un villico riesce a scansare la punizione usando uno stratagemma e convincendo gli ingenui popolani che le sue mutande sono una reliquia sacra;
Il gallo cantachiaro – dalla viva voce degli animali,furbizie e stupidaggini sugli esseri umani;
Antona e Giustina – Due donne,Antona e Giustina,sposate a due fratelli (infelicemente) si trovano un amante in comune.Ma i loro robusti appetiti sessuali alla fine alla meglio del poveraccio,che dopo tre giorni è ridotto una larva.

Dopo Boccaccio,Pietro Aretino e Masuccio Salernitano anche Geoffrey Chaucer vede le sue novelle piccanti saccheggiate e portate sul piccolo schermo in un film, Canterbury proibito dal valore presso che uguale a zero. A salvare il film dal naufragio più totale c’è un volenteroso cast fatto di belle attrici e di tanti comprimari che pur costretti a recitare in storielle di bassa lega si guadagnano il salario con la loro professionalità.
Italo Alfaro,regista del film,scomparso ad appena 50 anni,più famoso presso il grande pubblico per la serie tv I ragazzi di padre Tobia,sceglie la sua Toscana (precisamente Cortona) per assemblare sette storielle (storiacce?) che hanno poco o nulla di divertente.


Paola Corazzi e Femi Benussi,Patrizia Viotti e Imelda Marani,Magda Konopka e Rosemarie Lindt sono le belle discinte,un vero piacere per gli occhi mentre Nerina Montagnani e Memè Perlini, Franco Garofalo e altri comprimari tengono alto almeno il livello qualitativo della recitazione.
Qualche scorcio della Toscana e poco altro da segnalare,per un film completamente scomparso anche dai circuiti televisivi,
tanto da essere in pratica un film “invisibile”

Canterbury proibito
Un film di Italo Alfaro. Con Femi Benussi, Magda Konopka, Fausto Tommei, Rosemarie Lindt, Rosita Torosh, Patrizia Viotti, Paola Corazzi, Enza Sbordone, Emilio Bonucci Erotico, durata 90 min. – Italia 1972.

Rosita Torosh Badessa in viaggio per Canterbury
Franco Garofalo Pellegrino
Francesco D’Adda Pellegrino
Paola Corazzi Bianca
Carla Mancini Cameriera di Bianca
Guerrino Crivello Un vagabondo
Franco Alpestre Un altro vagabondo
Edda Soligo La madre di bianca
Femi Benussi Viola
Gino Pagnani Ser Brunetto
Luigi Montini Taddeo
Patrizia Viotti Suor Chiara
Imelda Marani Suor Agnese
Magda Konopka Antona
Rosemarie Lindt Giustina

Regia: Italo Alfaro
Sceneggiatura: Italo Alfaro,Enzo Boetani
Produzione: Enzo Boetani,Giuseppe Collura
Musiche: Gianni Meccia,Bruno Zambrini
Fotografia: Giuseppe Pinori
Montaggio: Adriano Tagliavia
Costumi: Giorgio Desideri

giugno 8, 2018 Posted by | Erotico | , , , , , , , , | 2 commenti

La notte dei dannati

A casa Duprey arriva una lettera spedita da parte del principe Guillaume de Saint Lambert.
La missiva è indirizzata ai due coniugi Jean e Danielle e contiene uno strano indovinello che è ripreso da Les fleurs du Mal di Beaudelaire, un libro che nel passato Guillaume, amico di Jean, gli ha regalato.
Incuriositi i due coniugi decidono di partire alla volta del castello di de Saint Lambert, ma all’arrivo vengono accolti dalla moglie del principe Rita Lernod che li informa immediatamente che il marito è in condizioni critiche essendo affetto da una malattia che nemmeno i medici riescono a diagnosticare.
Il principe riceve Jean e Danielle e rivela loro che la sua malattia è ereditaria; colpisce infatti da alcune generazioni tutti gli uomini della famiglia che abbiano compiuto 35 anni.
Intanto Danielle è turbata da uno strano quadro che ha visto appeso ad un muro; il dipinto mostra con dovizia di particolari una morte sul rogo e finisce per provocare degli incubi nella donna che si identifica con il personaggio del dipinto e quindi sogna di finire anche lei bruciata.


Nel frattempo Guillaume ha affidato a Jean un anello, raccontandogli che la verità sulla storia della sua malattia e della sua famiglia è racchiusa nella biblioteca del castello.
Quella notte il castello è scosso da due tragici avvenimenti; il primo riguarda la morte di Guillaume, il secondo quello di una giovane che viene rinvenuta con dei profondi graffi sul corpo.
La ragazza è una cugina del principe, che però la sera prima era presente in una casa a diverse centinaia di chilometri dal castello.
Jean intanto è riuscito a trovare il libro indicato da Guillaume; il testo fa accenno a streghe, alle proprietà dell’ametista come rimedio contro di esse e così l’uomo collega l’anello (che reca una pietra proprio di ametista) agli strani avvenimenti che stanno susseguendosi.


Infatti c’è un’altra morte e questa volta la vittima è la sorella della ragazza morta il giorno prima.
Le indagini di Jean, sempre più incuriosito e turbato dalla vicenda, lo portano a scoprire degli atti di un processo per stregoneria, avvenuto oltre tre secoli prima e che avevano visto morire sul rogo una donna, Tarin Drole.
L’uomo non impiega molto a capire che Tarin Drole altro non è che l’anagramma di Rita Lernod e scopre anche che il tribunale che aveva condannato la donna era presieduto da un antenato di Guillaume.
Intanto Rita, che è davvero la reincarnazione della strega bruciata sul rogo rapisce Danielle e…
La notte dei dannati, diretto da Filippo Walter Ratti nel 1971 è un gotico con variazioni horrorifiche condite in salsa thriller e mescolate con un pizzico di erotismo, quel tanto che si poteva mostrare 40 anni addietro.


Sopratutto, è un film girato in strettissima economia e dai ritmi dilatati temporalmente; sono presenti estenuanti passeggiate notturne e ogni scena dura più del consentito.
Per cercare di dare un senso alla pellicola, un tantino di pathos che altrimenti non giustificherebbe il pastrocchio messo su alla rinfusa, Ratti saccheggia tutti gli elementi portanti del cinema horrorifico di stampo stregonesco.
Si va dai candelabri e relative candele ai meandri del castello male illuminati alla processione di incappucciati con tanto di teschio in prima fila, dalle immancabili ragnatele alla morte della strega che si trasforma nella solita vecchiaccia orrida, senza però un minimo di effetti speciali che creino una suspense accettabile.


Filippo Walter Ratti (oggi quasi centenario) aveva alle spalle all’epoca di questa regia, una quindicina di film girati senza infamia e senza lode; il pubblico cinematografico anni settanta lo ricorda per Erika (1971) torbido drammone ambientato in Sicilia e sopratutto per il successivo I vizi morbosi di una governante del 1977.
Un mestierante come tanti altri, come dimostra  questo insipido filmetto che per risollevarsi punta tutto sulle grazie di Patrizia Viotti, una attrice che ebbe qualche momento di celebrità proprio agli inizi dei settanta e su quelle di Angela De Leo, che ebbe una carriera cinematografica limitata a 6 film.


Con queste premesse è ovvio che il film sprofondi immediatamente nel limbo dei B movies; ad aggravare le cose interviene la recitazione amatoriale di Pierre Brice che tre anni dopo questa pellicola si trasferì in Germania dove continua tuttora a lavorare.
Filmetto insipido, quindi, che ebbe comunque una ristretta fama principalmente per la pubblicità involontaria che ne fece Big film, il mensile cine romanzato che mostrò diverse sequenze della pellicola che non erano invece presenti nella stessa per probabili motivi censori.

La notte dei dannati
Un film di Filippo Maria Ratti. Con Pierre Brice, Patrizia Viotti, Angela De Leo, Mario Carrè,Antonio Pavan, Daniela D’Agostino, Carla Mancini
Horror, durata 85 min. – Italia 1971.

Pierre Brice: Jean Duprey
Angela De Leo: Rita Lernod
Patrizia Viotti: Danielle Duprey
Alessandro Tedeschi:Prof. Berry
Mario Carra:Guillaume de Saint Lambert

Regia     Filippo Walter Ratti
Soggetto     Aldo Marcovecchio
Sceneggiatura     Aldo Marcovecchio
Fotografia     Girolamo La Rosa
Montaggio     Rolando Salvatori
Effetti speciali     Rino Carboni
Musiche     Carlo Savina

Immagini tratte dal cineromanzo Bigsfilm

Si ringrazia per le foto del cineromanzo il sito: http://www.lovelockandload.net/

marzo 5, 2012 Posted by | Horror | , , , | Lascia un commento

Beffe licenze et amori del Decamerone segreto

Il grande poeta Cecco Angiolieri, autore del “Sì fossi foco arderei lo mondo”  è trasformato in questo film del filone decamerotico, datato 1973, in un omologo poeta senza alcuna credibilità storica o riferimento accettabile alla sua vita. Nel film il poeta, diventato parte integrante della compagnia itinerante di Camillo, un ingenuo teatrante, gira in lungo e in largo la penisola, come cantastorie e clown. Naturalmente Cecco è un impenitente seduttore di leggiadre fanciulle, e alle sue mire non sfugge nemmeno la moglie di Camillo, la bella Dinda.

Beffe licenze et amori del Decamerone segreto 1

Beffe licenze et amori del Decamerone segreto 2

Inventando un sacco di storie, Cecco riesce a prendere il posto del capo comitiva Camillo nel suo talamo nuziale, godendosi le fresche grazie di Dinda fino a quando la donna non resta incinta. Giunto in una cittadina di provincia in cui l’autorità è rappresentata da uno scadente poeta, Gianni , Cecco, dopo aver ottenuto la possibilità di impiantare la compagnia e tenervi delle rappresentazioni, seduce la giovane Tessa, moglie di Gianni.

Beffe licenze et amori del Decamerone segreto 3

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Ma il poeta è anche un furbo matricolato, con la vocazione alle beffe, anche le più atroci: riesce a far prostituire persino la madre superiora del monastero della cittadina, madre Lucrezia, costringendo la povera donna a sostituirsi alla tenutaria dello stesso. Alla fine il perfido Cecco, di beffa in beffa, convincerà Lucrezia, divenuta sua amante, ad ospitare il figlio nato dall’unione con Dinda, in attesa che il solito scemo, Camillo, non lo accolga come figlio legittimo.

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Orchidea De Santis

Filmetto senza qualità particolari, infarcito dai soliti doppi e tripli sensi, con immancabile stuolo di donnine seminude e discinte raccattate per mettere in scena una pellicola incolore e insapore. Anche le due protagoniste più conosciute, Orchidea de Santis e Malisa Longo, alla fine naufragano, non per demerito loro, nella pochezza di questa stanca ripetizione del già visto sequel delle novelle boccaccesche, ancora una volta prese in pretesto per esibizioni, peraltro gradite, di ettari di tette e natiche.

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Beffe licenze et amori del Decamerone segreto, un film di Walter Pisani. Con Orchidea De Santis,Malisa Longo, Patrizia Viotti, Antonella Patti, Giacomo Rizzo, Carla Mancini, Claudia Bianchi, Renzo Rinaldi
Commedia, durata 85 min. – Italia 1973.

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Dado Crostarosa: Cecco
Malisa Longo: Suor Lucrezia
Giacomo Rizzo: Camillo
Orchidea De Santis: Dinda
Patrizia Viotti: Tessa
Claudia Bianchi: Fiammetta
Renzo Rinaldi: Gianni Lotteringhi
Carla Mancini: Suora
Josiane Tanzilli: Suora

Regia Giuseppe Vari
Soggetto Giovanni Boccaccio, Antonio Racioppi, Gastone Ramazzotti
Sceneggiatura Antonio Racioppi, Gastone Ramazzotti
Casa di produzione Corinzia
Fotografia Carlo Cerchio
Montaggio Manlio Camastro
Musiche Mario Bertolazzi
Scenografia Osanna Guardini

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luglio 21, 2009 Posted by | Erotico | , , , , | 2 commenti