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Cara sposa

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In una giornata plumbea,in una Milano immersa nella pioggia Alfredo esce dal carcere dove ha scontato quattro anni di galera per aver percosso la moglie;è un piccolo ladruncolo,Alfredo, con poca voglia di lavorare ma ora che è uscito dal carcere medita di tornare da sua moglie e dal suo piccolo Pasqualino.
Ma all’uscita dal carcere, sotto la pioggia,c’è sua moglie Adelina che gli comunica che, stanca delle sue botte, lo lascia.
Ad Alfredo, che comunque è innamorato della moglie, non resta altro da fare che accettare, almeno in apparenza la decisione di Adelina; così torna a casa sua per scoprire che la moglie ha portato via tutto, lasciando la casa desolatamente vuota.
Ritornare alla vita normale presenta dei problemi, per Alfredo;ma grazie anche ad una vicina di casa, Liliana, anche lei una piccola ladruncola riesce in qualche modo a ricominciare.
Ma Alfredo è sempre innamorato della moglie che,mentre Alfredo era in galera, ha allacciato una relazione con Giovannino, un tassista per il quale Adelina forse non prova una passione travolgente, ma che rappresenta un porto sicuro, una figura tranquillizzante.

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L’uomo decide allora di ricostruire un rapporto almeno con il figlio con il doppio scopo di avere informazioni sulla moglie;nel frattempo riprende la vita di prima, occupandosi di piccoli furti e occasionali truffe.
Ricopre Giovannino di regali ma tenta anche di rapire sua moglie; che reagisce in maniera sprezzante lasciando Alfredo solo con i suoi sensi di colpa.
Ma Adelina ha capito che Alfredo, a modo suo la ama;la donna scopre che suo marito dorme con un cuscino che riporta la sua immagine, che l’uomo ha creato mentre era in carcere e la successiva morte della mamma di lui li riavvicina almeno temporaneamente.La donna riprende quindi a frequentarlo nuovamente, diventando una specie di amante di suo marito.
Ma sarà un breve viaggio fatto da Alfredo con suo figlio a rischiare di far scoppiare una tragedia…
Commedia agro dolce a sfondo comico sentimentale, Cara sposa, diretto da Pasquale Festa Campanile è un film del 1977, inquadrabile nell’ormai agonizzante filone della commedia all’italiana.

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Una commedia gradevole e a tratti anche divertente, lieve e leggera, interpretata da un Johnny Dorelli in perfetta forma, che all’epoca del film aveva consolidato la sua fama di attore brillante con ottimi riscontri al box office.
Punti di forza del film sono l’ambientazione proletaria del film stesso,come la scelta del casermone ultra propolare nel quale viveva la coppia e alcune sequenze particolarmente riuscite come quella in cui Adelina, stanca della “persecuzione” del marito, lo attira nella loro vecchia casa e lo tempesta di botte.
Bellissima come sempre Agostina Belli che interpreta il ruolo della moglie di Alfredo, una donna stanca sia dei maltrattamenti del marito sia dell’incapacità da parte dello stesso di vivere una vita ordinaria, meno precaria e ai margini della legge.
Un personaggio che cerca la tranqullità e la serenità tra le braccia del bravo Giovannino, un uomo che è un porto sicuro; ma l’amore e la passione sono sempre gli stessi per quello strano marito accanto al quale la vita era sicuramente più movimentata.
Tranquillità e sicurezza oppure passione e vivere alla giornata?

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Attorno a questo dilemma Adelina vive conflittualmente la propria vita ed in pratica è il tema centrale del film.
Un tema probabilmente banale ma che il regista lucano descrive con leggerezza, senza mai travalicare i limiti della commedia leggera e senza affannarsi a cercare soluzioni soluzioni socio politiche che non vengono affrontate mai, nemmeno marginalmente.
Questa è una storia di sentimenti condita da storie qualunque e da qualche gag divertente,null’altro.
Pasquale Festa Campanile, uno dei più prolifici registi degli anni settanta torna così ai temi preferiti dopo la breve parentesi del film comico/storico affrontato l’anno precedente con Il soldato di ventura e prima dell’unico esperimento di cinema thriller dello stesso anno, rappresentato da quel Autostop rosso sangue che mostrerà la versatilità del regista prematuramente scomparso nel 1986 a 58 anni.
Cast di contorno di ottimo livello, nel quale ogni protagonista fa la sua parte con lodevole diligenza a partire dalla bella e affascinante Marilda Donà, la Liliana del film che ama a modo suo quell’uomo disordinato e irresponsabile così innamorato però della moglie

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Ci sono anche Enzo Cannavale, vicino di casa di Alfredo e Lina Volonghi e infine Mario Pilar, una volta tanto lontano dai ruoli di cattivo che hanno rappresentato la caratteristica della sua carriera.
Menzione d’onore per l’atmosfera a tratti plumbea a tratti malinconica che cattura il regista in una milano vista nella sua anima autenticamente popolare.
Il film ha avuto diversi passaggi in tv ed è oggi edito in digitale; tuttavia in rete esiste solo una versione rippata da una VHS di qualità mediocre e visionabile in streaming con un’agevole ricerca su Google.
Cara sposa
Un film di Pasquale Festa Campanile. Con Johnny Dorelli, Enzo Cannavale, Agostina Belli,Marilda Donà, Lina Volonghi, Guido Verdiani, Carlo Bagno, Livia Cerini Commedia, durata 110′ min. – Italia 1977.

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Johnny Dorelli:Alfredo
Agostina Belli:Adelina
Marilda Donà:Liliana
Mario Pilar:Giovannino

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Regia Pasquale Festa Campanile
Soggetto Franco Verucci
Sceneggiatura Franco Verucci
Fotografia Giuseppe Ruzzolini
Montaggio Mario Morra
Musiche Stelvio Cipriani
Daniele Patucchi
Scenografia Giantito Burchiellaro

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Cara sposa banner recensioni

L’opinione di renato dal sito http://www.davinotti.com
Quello che si dice un buon film, tanto per essere chiari. Ottimi sia Johnny Dorelli che Agostina Belli (doppiata, peraltro), buone l’ambientazione milanese e la regìa. Sulla sceneggiatura si può dire che qualche passaggio è risolto forse in modo frettoloso, come quando Dorelli denuncia la moglie e la fa finire in carcere, ma il film non perde punti per questo. Ed il sardonico finale è perfetto per il tono della pellicola, a mio avviso.

L’opinione di willcane dal sito http://www.filmtv.it
Attivissimo come regista,ancor più che come scrittore,Pasquale Festa Campanile ,come Alberto Bevilacqua,realizzò anche qualche titolo di successo,pur essendo sempre considerato un “outsider” al cinema:certo,spesso ha fatto film di qualità discutibile,come questa commediola che regge gran parte del suo peso su Johnny Dorelli,spiantato marito alla riconquista della bella moglie Agostina Belli,fino a rischiare di morire linciato.E’una Milano un pò triste e periferica quella in cui il film si svolge,qualche sorriso viene riscosso dal comunque simpatico protagonista:è che la storia non ha niente di originale,molti degli attori recitano a quella maniera,e il copione non è particolarmente brillante.Un tipico film da seconda visione degli anni Settanta.

L’opinone di Marenco73 dal sito http://www.davinotti.com
Opera singolare e rappresentativa di un regista che ci ha lasciati troppo presto e che aveva tante altre cose da dire. In “Cara sposa” infatti comicità ed amarezza si mescolano. Campanile gioca su temi delicatissimi (il nucleo familiare, il distacco, la gelosia) con mano sincera grazie ad un Dorelli in forma e ad un’Agostina Belli al massimo del suo splendore. Originariamente il progetto era di Ponti e avrebbero dovuto interpretarlo Mastroianni e la Loren. Poi Lombardo cambiò le carte in tavole e l’ambientazione che fa tanto “Romanzo popolare”.

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ottobre 8, 2013 Posted by | Commedia | , , , , | Lascia un commento

Di che segno sei?

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Film in quattro episodi, con tema portante i quattro gruppi in cui sono divisi i 12 segni astrologici, ovvero acqua,terra fuoco e aria, diretto da Sergio Corbucci nel 1975 girato con un cast all star che racchiude i nomi più importanti della commedia all’italiana degli anni settanta.

Primo episodio,Acqua

Dante è un marittimo che in seguito ad una visita medica crede di essere sul punto di cambiare sesso, ovvero diventare una donna.
La rivelazione gli provoca ovviamente un trauma e Dante tenta il suicidio.In seguito si convince a convivere con la realtà che incombe e si adatta alla cosa, salvo scoprire, dopo varie vicissitudini, che il dottore aveva inopinatamente confuso le analisi.

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Secondo episodio,Aria

Claquette è una donna della Romagna appassionata di ballo, che ha un sogno, comprarsi una Vespa; a tal pro decide di iscriversi ad una gara di ballo per vincere il premio in palio ma il suo compagno di allenamenti e suo partner Lorenzo finisce per rompersi una gamba con il risultato che Claquette è costretta a rivolgere il suo sguardo altrove per trovare un degno sostituto.
Lo individua in Alfredo detto “Fred Astaire”, un ballerino sposato ad una donna che nella vita fa la lottatrice.
Nella gara la coppia dopo aver superato tutte le selezioni arriva a vincere, ma la vittoria dei due sarà amara perchè Alfredo verrà arrestato dalla polizia per tentato omicidio, in quanto l’uomo per sbarazzarsi della gelosa moglie aveva tentato di eliminarla fisicamente.

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Terzo episodio,Terra

Basilio è un operaio edile con un sogno nel cassetto: mettere da parte i soldi per acquistare una tabaccheria e cambiare finalmente vita.
Un giorno, nel palazzo alla cui costruzione sta lavorando vede arrivare il proprietario dello stabile, il conte Leonardo e la sua bellissima amante Cristina; ne rimane così colpito che durante il viaggio di ritorno in treno dimentica di scendere dallo stesso ed è costretto a passare la notte in un’automobile rottamata in una stazione di servizio.
Qui arrivano il conte e Cristina, che ha una disperata voglia di fumare.
Basilio potrebbe cambiar loro i soldi che servono per utilizzare il distributore automatico ma rifiuta prendendosi una piccola rivincita.Arriva anche a rifiutare i soldi che potrebbero servirgli per rilevare la famosa tabaccheria e realizzare il suo sogno.
Il conte e Cristina litigano e il primo, dopo la discussione, pianta l’amante e si allontana. Cristina, pur di avere l’agognata sigaretta si offre a Basilio.
Qualche ora dopo il conte ritorna con in mano una stecca di sigarette e presa Crisitina va via con lei. Basilio ha così perso la sua grande occasione ma ha avuto comunque qualcosa a cui teneva tanto…

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Quarto episodio, Fuoco

Nando è una guardia del corpo che viene assunta dal Commendator Ubaldo Bravetta per vigilare su di lui.L’imprenditore è infatti a rischio rapimento e Nando fa del suo meglio per sventare i presunti tentativi di sequestro a cui crede che Ubaldo sia sottoposto.Non è così in realtà, perchè da quel momento Nando finirà per diventare una spina nel fianco di Ubaldo, malmenando sistematicamente persone innocue o lo stesso imprenditore e scambiando semplici avvenimenti casuali per atti dolosi.Quando viceversa si verificherà il tentativo di sequestro vero, Nando si rivelerà drammaticamente ma anche comicamente inadatto al suo ruolo…

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A fare da collante ai quattro episodi descritti è il tema, assolutamente marginale dei gruppi di appartenenza dei segni astrologici; in realtà l’astrologia centra poco o nulla se non come apologo di un paese in profondo cambiamento, nel quale la lotta politica e sociale, le grandi battaglie civili e i grandi ideali stanno per trasformarsi in un unicum che porterà il paese stesso alla stagione del riflusso.Siamo ancora lontani dagli edonistici anni 80, ma i segnali del cambiamento ci sono, con un paese che inizia a credere nell’oroscopo, nei concorsi a premi, nei giornali pieni di gossip che anticipano i temi portanti degli anni ottanta, quando il paese, stanco di lutti e della triste stagione degli anni di piombo passerà ad un’epoca in cui tutti i valori degli anni settanta verranno dimenticati per lasciar spazio all’arrivismo più rampante ma sopratutto alla voglia sfrenata di dimenticare un passato recente triste e plumbeo.
Ma nel film di Corbucci questi temi si possono osservare solo in trasparenza o quantomeno solo lontanissimi sullo sfondo.
La pellicola è più che altro un tentativo di far sorridere in un momento storico in cui c’è veramente poco da ridere; un tentativo riuscito a metà o meno, perchè la formula del film a sketch funziona marginalmente per la scarsa omogeneità degli episodi e per il loro diverso peso specifico.
Se l’episodio interpretato da Sordi (Fuoco) è probabilmente il più divertente, con l’attore romano che interpreta un personaggio che ricalca quello già interpretato in Un americano a Roma, caciarone e fanfarone, che finisce per stravolgere la vita del suo datore di lavoro salvo consegnarlo poi a coloro che volevano rapirlo, quello con protagonista Pozzetto è ben equilibrato, con altri due grandi protagonisti del cinema italiano, Salce e la Ralli.
E’ un episodio agro/dolce, con protagonista un muratore che rinuncerà al sogno della sua vita per un puntiglio e che ne ricaverà comunque qualcosa in cambio, una notte d’amore con il suo sogno proibito, la bellissima Cristina.
Molto meno riuscito, decisamente anonimo è l’episodio interpretato dal duo inedito Celentano-Melato; la storia non cattura, è fragile e i due protagonisti finiscono ingabbiati nei loro personaggi.
Infine l’episodio con protagonista Villaggio dimostra in maniera lampante come l’attore genovese fosse prigioniero della maschera di Fantozzi; le sue espressioni, le sue battute restano implacabilmente sempre le stesse e finiranno per diventare il suo personale marchio di fabbrica, rendendolo uno degli attori più sopravvalutati della storia del cinema.
Un film in chiaro scuro come pochi, strettamente legato alla sua struttura ad episodi, che non permette un’omogeneità spontanea della storia e che per questioni di tempi cinematografici finisce per mortificare le storie stesse, compresse in spazi temporali ristretti.
Corbucci scrive la sceneggiatura con uno stuolo di amici, come lo stesso Sordi, con Mario Amendola, con Bruno Corbucci ecc.
Alla fine ottiene un prodotto di sicuro successo nazional popolare che si impone anche grazie alla voglia di ridere o quanto meno di sorridere di un paese avvolto da una cappa di piombo.
Corbucci replicherà il tentativo due anni più tardi con esiti ancora inferiori con il film Tre tigri contro tre tigri.
Da segnalare nel cast la presenza di Lilli Carati al suo esordio sullo schermo nel ruolo di una ballerina al fianco di Celentano con cui girerà qualche anno dopo Qua la mano e di Carmen Russo in una brevissima scena durante la quale scende una scalinata con la gonna svolazzante.
Il resto del cast fa il suo.
Il film è passato numerose volte in tv ed è di facile reperibilità in rete.

Di che segno sei?
Un film di Sergio Corbucci. Con Renato Pozzetto, Paolo Villaggio, Alberto Sordi, Luciano Salce, Mariangela Melato, Adriano Celentano, Giovanna Ralli, Ugo Bologna, Barbara Magnolfi, Marilda Donà Commedia, durata 130′ min. – Italia 1975.

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Adriano Celentano: Alfredo Astariti detto “Fred Astaire”
Mariangela Melato: Marietta detta “Claquette”
Paolo Villaggio: Dante Bompazzi
Renato Pozzetto: Basilio
Alberto Sordi: Nando Mericoni
Giovanna Ralli: la contessa Cristina
Luciano Salce: il conte Leonardo
Ugo Bologna: Commendator Ubaldo Bravetta
Massimo Boldi: Massimo
Giuliana Calandra: Maria
Lilli Carati (come Ileana Carati): “Chewingum”
Gil Cagnè: Ballerino
Jack La Cayenne: Enea Giacomazzi detto “Bolero”
Angelo Pellegrino: Lorenzo
Marilda Donà: la cameriera del commendator Brevetta
Shirley Corrigan: segretaria del commendatore
Maria Antonietta Beluzzi: Maria Vincenzoni, detta “King Kong”
Enzo De Toma: un pendolare
Marcello Di Falco: Cosimo, il domestico
Gino Pernice: il Dottore
Luca Sportelli: Il marito “ipotetico” di Bompazzi alla discoteca, che parla con accento siciliano (l’uomo con gli occhiali)
Raffaele Di Sipio: membro della giuria della gara di ballo (l’uomo calvo con il monocolo)
Ettore Geri: Geri
Sofia Dionisio: amante del commendatore
Lello Bersani: Tv reporter
Barbara Magnolfi: ragazza nella sauna
Marcello Tusco: Vice di Bravetti
Lucia Alberti: Sé stessa
Mafalda Berri:
Carmen Russo: ragazza importunata
Eduardo Faietta: Capo dell’organizzazione delle guardie del corpo
Alberto Postorino: funzionario del commendator Ubaldo Brevetta (l’uomo aggredito da Nando Mericoni)
Mauro Misul: Il giudice che telefona alla polizia, spaventato da Nando Mericoni

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Regia Sergio Corbucci
Soggetto Mario Amendola, Franco Castellano, Sabatino Ciuffini, Bruno Corbucci,
Sergio Corbucci, Massimo Franciosa, Giuseppe Moccia, Rodolfo Sonego, Alberto Sordi
Sceneggiatura Mario Amendola, Franco Castellano, Sabatino Ciuffini, Bruno Corbucci,
Sergio Corbucci, Massimo Franciosa, Giuseppe Moccia, Rodolfo Sonego, Alberto Sordi
Produttore Franco Cristaldi
Montaggio Eugenio Alabiso
Musiche Lelio Luttazzi
Scenografia Giantito Burchiellaro

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L’opinione dell’utente Dr.Jerryll tratta da http://www.filmtv.it

A volte si pretende troppo da un film. Questi episodi sono nati per divertire il pubblico e ci riescono. Un poker d’assi della comicità italiana in altrettanti sketch. Villaggio gioca con la sua solita comicità dell’assurdo, quasi kafkiana; Celentano e Pozzetto ripropongono i loro personaggi lunari; Sordi rispolvera efficacemente l’americano di Roma. Proprio questo ultimo episodio è il più riuscito diventando un vero e proprio film nel film. Da rivalutare in fretta!

L’opinione dell’utente B.Legnani tratta dal sito http://www.davinotti.com


Celebre film ad episodi, piuttosto disuguali. Bello quello con Sordi, che rifà l’americano “de Roma”; divertente quello surreale con Pozzetto (in tv viene tagliata una scena con la Ralli, per cui lo spettatore non capisce, nel finale, perché Pozzetto parli di collànt). Più deboli quello con Celentano (nonostante una paio di battute notevoli ed una Lilli Carati in fiore) e quello con Villaggio (nel quale si vedono Carmen Russo e Luca Sportelli, non accreditati).

L’opinone dell’utente Markus tratta dal sito http://www.davinotti.com

Quartetto di episodi con cast di all stars racchiusi in un unico film commercialmente riempi-sala. A parte la confezione puramente commerciale e fine a se stessa, la pellicola, pur in forma discontinua, allieta lo spettatore con quanto di meglio potevano offrire, seppur stancamente, gli attori presenti. L’episodio più ricordato è l’ultimo con Sordi, che fa il verso a se stesso reinterpretando nuovamente il Nando Moriconi di Un americano a Roma. Gli altri episodi sono piuttosto divertenti o quantomeno scacciapensieri. Un po’ datato.

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Marilda Donà

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Giuliana Calandra

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Sofia Dionisio

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Carmen Russo

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Mariangela Melato

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Renato Pozzetto

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Adriano Celentano

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Alberto Sordi

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giugno 18, 2013 Posted by | Commedia | , , , , , , , , , , | Lascia un commento

L’affittacamere

Le sorelle Giorgia (Gloria Guida)  e Angela Mainardi (Fran Fullenwider) alla dipartita della loro amata zia, si ritrovano ad aver ereditato una villa nei dintorni di Bologna; la costruzione, fatiscente, richiede cure e investimento di denaro.
Giorgia, bella e intraprendente tanto quanto la sorella Angela è goffa e svampita, decidono di trasformare la costruzione in una pensione, confidando anche nell’aiuto del fidanzato di Angela, Lillino (Lino Banfi), un meridionale dotato di un appetito degno di Pantagruel.

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E’ Giorgia a darsi da fare per attirare clienti nella pensione; giocando sulla sua bellezza fisica, la ragazza riesce a dirottare nella pensione alcuni professionisti.
Così, alla rinfusa, arrivano prima il maresciallo Pasquale Esposito (Enzo Cannavale), che ben presto si trasforma in un tutto fare, l’avvocato Mandelli (Gianfranco Dettori), accalappiato in maniera involontaria da Giorgia, che va a rifugiarsi in macchina dell’uomo dopo essere rimasta in slip e reggiseno per strada, l’onorevole Vincenzi (Vittorio Caprioli), a cui si aggiungeranno altri personaggi.

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Nel frattempo il giudice Damiani, un tipo rigido, moralista e inflessibile, venuto a conoscenza dell’esistenza della pensione, decide di indagare sulla stessa; in contemporanea alla storia si aggiungono altri personaggi, ovvero il Prof. Eduardo Settebeni (Luciano Salce), amico del Mandelli, anch’egli incuriosito da quella struttura sopratutto dopo aver incontrato l’amico reduce da una nottata insonne e Anselmo Bresci (Beppe Pambieri), un tipografo che è l’amante di Rosaria (Marilda Donà), moglie del giudice Damiani.

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Ogni personaggio ha le sue manie e i suoi tic; la stessa Angela è affetta da sonnanbulismo, erra infatti di notte per la pensione alla ricerca di cibo, e in stato di incoscienza finisce per andare in camera di Mandelli, mentre l’onorevole Vincenzi si appaga autografando le parti intime della disponibile Giorgia, concupita anche dagli altri protagonisti della storia.

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Gloria Guida è Giorgia Mainardi

In un crescendo boccacesco, le vicende si intrecciano quando la moglie del professor Settebeni, insospettita dal comportamento del marito, decide di seguirlo e lo vede entrare nella pensione; contemporaneamente il giudice Damiani decide di vederci chiaro e si reca anche lui sul posto.
Qui in un altalenarsi di situazioni curiose, verranno tutti a trovarsi nella stessa stanza, incluso il giudice e sua moglie, scoperta con le mani nel sacco, ovvero a convegno con il suo amante.

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Vittorio Caprioli è l’Onorevole Vincenzi

L’arrivo della signora Settebeni costringe tutti ad un patto di mutuo soccorso per evitare lo scandalo; Settebeni annuncia alla moglie di essere sul posto per acquistare la pensione e trasformarla in una clinica.
Così la furba Giorgia riesce a vendere la struttura al professore e con la sorella e il cognato, finalmente sposi, si trasferisce in Puglia dove l’uomo ha appena ereditato una villa con molte stanze. A Giorgia viene un’idea…

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Commedia innocua e senza pretese, questa L’affittacamere, diretta da uno specialista del genere, il regista Mariano Laurenti, che l’anno precedente aveva proposto Il vizio di famiglia , forse la sua commedia sexy più riuscita; anche in questo caso utilizza un cast notevole, in cui compaiono grossi nomi del cinema, come quello di Adolfo Celi, di Luciano Salce, di Lino Banfi e Enzo Cannavale, oltre all’onnipresente Caprioli, a Pambieri e Dettori.

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Giancarlo Dettori è  L’avvocato Mandelli

Il cast femminile è composto da Gloria Guida, dalla sfortunata Fran Fullenwider, morta nel 1997 e dalla bella Marilda Donà; la Guida e la Donà rivaleggiano più in bellezza e sex appeal, piuttosto che in bravura, ma assolvono discretamente il loro ruolo, visto che a loro era rihiesto solo l’essere belle e fisicamente apprezzabili.
Qualche risata quà e là, qualche situazione buffa, alcuni nudi davvero notevoli, qualche incredibile gaffe nella sceneggiatura, come quella che vede la Guida entrare seminuda nell’auto di Dettori e lo stesso utilizzare la chiave per aprire la porta.

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In un film che si propone solo come passatempo per stimolare due risate sono cose ampiamente giustificabili; per fortuna manca la solita componente scurrile, davvero molto limitata o inesistente, il che rende questo prodotto, se non memorabile, almeno degno di essere visto.
La recensione del Morandini, ancora una volta, porta fuori strada: “Ereditata da una zia contessa una villa malridotta vicino a Bologna, due intraprendenti sorelle la trasformano in una pensione molto, molto ospitale che attira i maschi della zona. Nell’orto del cinema erotico-pornografico Laurenti si è fatto un nome. Non manca il sale dell’umorismo”
Se, come detto, “non manca il sale dell’umorismo” allora perchè bollare con il voto minimo il film?

L’affittacamere, un film di Mariano Laurenti. Con Vittorio Caprioli, Gloria Guida, Giancarlo Dettori, Luciano Salce, Lino Banfi, Adolfo Celi, Enzo Cannavale, Vincenzo Crocitti, Fran Fullenwider, Giuseppe Pambieri, Giuliana Calandra, Dino Emanuelli, Marilda Donà
Erotico, durata 100 min. – Italia 1976.

 

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Gloria Guida     …     Giorgia Mainardi
Lino Banfi    …     Lillino
Enzo Cannavale    …     Pasquale Esposito
Vittorio Caprioli    …     Onorevole Vincenzi
Adolfo Celi    …     Giudice Damiani
Giancarlo Dettori    L’avvocato Mandelli
Fran Fullenwider    …     Angela Mainardi
Giuseppe Pambieri    …     Anselmo Bresci
Luciano Salce    …     Prof. Eduardo Settebeni
Marilda Donà    …     Rosaria la moglie di Damiani
Giuliana Calandra    Adele Bazziconi – moglie di Settebeni
Dino Emanuelli    …     Notaio
Francesco D’Adda    Orazio
Vincenzo Crocitti    Paziente di Settebeni

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febbraio 16, 2010 Posted by | Commedia | , , , , , , , , | 2 commenti