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L’arma,l’ora,il movente

L'arma l'ora il movente locandona

Il piccolo Ferruccio, orfano di genitori e “adottato” da un convento femminile, assiste non visto all’omicidio di un prete, Don Giorgio.
Il prelato, un insegnante di musica presso il convento, aveva una vita privata assolutamente non consona ai voti presi: era stato infatti l’amante di Orchidea (protettrice del piccolo Ferruccio) e in seguito di Giulia, subito dopo aver troncato la sua relazione con Orchidea.
Le indagini vengono affidate al commissario Boito, che indagando, scopre i legami proibiti tra il parroco e le due donne ma sospetta del sagrestano di don Giorgio, che aveva avuto dei trascorsi in galera.

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Caduta la pista, il commissario indirizza i suoi sospetti sul marito di Orchidea, ma nel frattempo a morire sotto le mani del misterioso assassino è Giulia, uccisa in pieno giorno nel parco del convento.
Il marito di Orchidea muore apparentemente suicida, il che per Boito equivale ad una sorta di confessione; così il commissario decide di chiudere il caso.
Avendo intrecciato una relazione sentimentale proprio con Orchidea, si appresta a sposarla, ma durante la cerimonia religiosa accade che….

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L’arma, l’ora, il movente è un thriller convenzionale girato da Francesco Mazzei nel 1972, su sceneggiatura dello stesso regista e di Mario Bianchi e Vinicio Marinucci: uno dei tantissimi thriller della produzione iniziale dei primi anni settanta, i più fortunati per questo genere, lanciato da registi come Fulci e Bava ma sopratutto nati sull’onda dello straordinario successo di L’uccello dalle piume di cristallo, primo thriller di Dario Argento.
Un film demolito dalla critica e da buona parte degli spettatori, che pure così malvagio non è.
Se la trama non è certamente nuova e il finale non riserva particolari sorprese perchè lo spettatore più attento ha già identificato il colpevole, L’arma,l’ora il movente si guarda comunque con interesse, perchè il film ha un minimo di suspence e sopratutto perchè Mazzei fa onestamente il suo mestiere.

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Il cast recita decentemente e sorprende trovare Renzo Montagnani in una parte “seria”, così lontana da quelle che saranno il suo trademark, ovvero il comico sornione protagonista di tante commedie sexy o del filone della commedia all’italiana.
La simpatia naturale che il compianto Renzo ispira fa dimenticare alcune lacune dell’attore, che anche quando recita seriamente non rinuncia mai veramente a gigioneggiare e a mettere la sua caratteristica ironia nel personaggio interpretato.

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Nel cast figura anche Bedy Moratti (figlia del petroliere e sorella dell’attuale presidente dell’Inter Angelo), al suo primo vero film da protagonista, così come presente è anche un’altra compianta attrice specializzata in ruoli secondari, Eva Czemerys. Bravo il piccolo Arturo Trina, che interpreta il personaggio chiave della storia ovvero il piccolo Ferruccio.
Il prete “playboy”, Don Giorgio, è interpretato con moderazione da Maurizio Bonuglia.
Tutto sommato, con scarso materiale tecnico e con un budget stringatissimo, Mazzei tira fuori un’opera che non delude totalmente.

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Certo, il plot inizale è quello che è e il regista maschera qualche incertezza della sceneggiatura ricorrendo ad un espediente che sarà il più utilizzato negli anni a venire, ovvero inserire quà e là qualche nudo anche abbastanza osè delle due protagoniste.
Un film diventato, con il passare degli anni, un autentico mistero: chi è riuscito a vederlo lo ha fatto o al cinema o in qualche edizione riversata su vecchie VHS, in quanto non è stato praticamente mai riproposto dalle tv private ne risulta a tutt’oggi editato in Dvd.
Come noterete dai fotogrammi che ho scelto per illustrare il film, essi risultano quasi gialli e sbiaditi, per colpa della bassa risoluzione usata per il riversaggio in VHS.
Se riuscite a trovarlo in qualche modo, guardatelo: non è certo un film rappresentativo di un’epoca ma ha qualche freccia al suo arco.

Aggiornamento

Il film è disponibile su You tube, in versione completa all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=ftlbXZs_3-o

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L’arma, l’ora, il movente ,un film di Francesco Mazzei. Con Renzo Montagnani, Bedy Moratti, Eva Czemerys, Arnaldo Bellofiore,Adolfo Belletti, Salvatore Puntillo
Giallo, durata 105 min. – Italia 1972.

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Renzo Montagnani     …     Commissario Franco Boito
Bedy Moratti         …     Orchidea Durantini
Eva Czemerys          …     Giulia Pisani
Salvatore Puntillo          …     Moriconi
Claudia Gravy         …     Suor Tarquinia
Arturo Trina          …     Ferruccio
Anselmo Barsetti         … Il sacrestano
Maurizio Bonuglia          … Don Giorgio
Gina Mascetti         … La madre superiora    

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Regia: Francesco Mazzei
Sceneggiatura: Francesco Mazzei, Bruno Di Geronimo, Vinicio Marinucci, Mario Bianchi
Fotografia: Giovanni Ciarlo
Montaggio: Alberto Gallitti
Musiche: Francesco De Masi
Produzione: Julia Roma
Distribuzione: Panta

luglio 19, 2011 Posted by | Thriller | , , , | Lascia un commento

Diario segreto di un carcere femminile

Diario segreto di un carcere locandina

Daniela Vinci, la donna di Tonino, un trafficante di droga, è arrestata e condotta in un carcere femminile: nell’auto sulla quale viaggiava sono stati trovati 20 kg di bicarbonato in luogo dei venti chili di eroina che doveva trasportare. In carcere la ragazza viene avvicinata da Lilly, che si spaccia per un’assistente sociale, detenuta per aver preso a sberle due agenti. In realtà la donna è figlia di Carmelo Musumeci, un grosso trafficante di droga, accusato proprio di aver fatto sparire i venti chili di eroina sostituendoli con il bicarbonato. l’uomo viene catturato da una banda rivale, e nel tentativo di fuggire,m uore precipitando da un’impalcatura.

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La figlia, all’oscuro di tutto, vive con Daniela la dura realtà del carcere, fatta di umiliazioni e di vicinanza con donne incarcerate per vari reati: c’è Mammasantissima, lesbica e trafficona, che gestisce tutti i movimenti di merce all’interno del carcere, c’è Maria Goretti, una fervente religiosa che ha ucciso il suo violentatore, una piromane, una donna che nella vita civile faceva l’usuraia, una ninfomane e via dicendo.

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Un campionario di società trasferito all’interno di un carcere in cui le condizioni di vita sono molto dure. La povera Daniela, assolutamente all’oscuro dei traffici del suo uomo, viene perseguitata dalle sorveglianti e brutalmente pestata da altre detenute, chiaramente istruite dall’esterno, fino ad essere avvelenata, dopo aver involontariamente fornito a Lilly la giusta traccia. Lilly,

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Le detenute sotto la doccia

che è in carcere sotto copertura, rivela al commissario incaricato delle indagini ciò che ha scoperto, e con lui, dopo essere stata scarcerata, si dirige verso il luogo dove la droga è realmente nascosta. Ma dall’interno del carcere arrivano le contromosse: Daniela muore in seguito all’avvelenamento, e il direttore del carcere, complice della banda rivale di Musumeci, manda una squadra di killer incontro al commissario e Lilly, che moriranno precipitando con l’auto dentro un burrone  a strapiombo sul mare.

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Diario segreto di un carcere femminile, film del 1973, diretto da Rino De Silvestro, è un woman in prison abbastanza anomalo; in primis perchè ha una trama nemmeno tanto mal orchestrata, poi per l’assenza delle solite scene saffiche qui veramente limitate al massimo, nonostante la presenza di un cast femminile in cui le bellezze non mancano di certo, a cominciare da Jenny Tamburi, la sfortunata Daniela, proseguendo poi con Anita Strindberg, che interpreta Lilly, con Eva Czemerys che interpreta Mammasantissima, Valeria Fabrizi, nel ruolo della ninfomane, Olga Bisera in quello della sorvegliante,

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Gabriella Giorgelli in quello dell’usuraia e infine Bedy Moratti in quello della piromane. L’unico ruolo maschile di rilievo lo interpreta Massimo Serato, il direttore del carcere collso con i mafiosi. Un film che spazia in qualche modo oltre i rigidi confini che diverranno l’ambito del genere donne in prigione, rivelandosi alla fine abbastanza gradevole, con una trama credibile e buone interpretazioni, oltre al belvedere offerto dai corpi delle attrici impegnate nelle immancabili docce. Tutto molto castigato per altro, senza le solite morbosità tipiche di tanti altri epigoni del genere.

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Diario segreto di un carcere femminile, un film di Rino De Silvestro, con Anita Strindberg, Bedy Moratti, Carlo Gentili, Cristina Gajoni, Elisa Mainardi, Eva Czemerys, Franco Fantasia, Gabriella Giorgelli, Jane Avril, Jenny Tamburi, Massimo Serato, Olga Bisera, Roger Browne, Rosita Torosh, Umberto Raiho, Valeria Fabrizi,Drammatico 92 minuti, Italia 1974

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Anita Strindberg -Hilda
Eva Czemerys – Mammasantissima
Jenny Tamburi – Daniela Vinci
Cristina Gaioni – La prigioniera religiosa
Bedy Moratti – La prigioniera piromane
Umberto Raho – Avvocato di Daniela
Massimo Serato – Direttore
Elisa Mainardi – Prigioniera
Franco Fantasia- Capo ispettore
Olga Bisera – Gerda, il capo dei secondini
Valeria Fabrizi – Prigioniera napoletana
Paola Senatore – Musumeci
Roger Browne – Ispettore Weil
Rosita Torosh – Una prigioniera


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Regia: Rino Di Silvestro
Prodotto da Giuliano Anellucci , Terry Levene
Musiche: Franco Bixio
Editing: Angelo Curi

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Le recensioni qui sotto appartengono al sito http://www.davinotti.com

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Ragazza si lascia internare in un carcere alla ricerca di prove che possano scagionare il padre dall’accusa (pilotata) che lo addita quale narcotrafficante; vivrà, da coàtta, esperienze inimmaginabili, condivise suo malgrado assieme alle altre compagne: punizioni corporali, rapporti saffici e umilianti perquisizioni “intime”. In realtà il complotto è guidato dal direttore del carcere. Apripista italiano del famigerato -non meno dell’Eros-Svastika, genere affrontato in seguito dal regista- W.I.P., il film affronta in maniera determinata e con un valido cast il tema della violenza al femminile.

Una strada al maschile (il regolamento di conti tra criminali, le indagini della polizia) e una al femminile (le detenute), dapprima parallele, si avvicinano progressivamente fino a ricongiungersi. Naturale che ’attenzione sia tutta per la variegata (nonché denudata) manovalanza muliebre: la vittima Tamburi, l’infiltrata Strindberg, la mafiosa Czemerys e la sua gelosa amichetta Senatore, la pia Gajoni, la piromane Moratti, le ruspanti Giorgelli e Mongardini, la guardiana Bisera, la ninfomane Fabrizi.

Un film né carne né pesce, a metà tra il poliziesco di maniera e un wip piuttosto blando. Un carico di droga scompare e il boss tampina chi è rimasto in libertà e chi è finita in galera (la compagna del corriere). La trama poliziesca è diluita e scontata, il carcerario finisce a tarallucci e vino. Tra le detenute segnalo la Bedy Moratti ascetica piromane, la Giorgelli bolognese caciarona e soprattutto Olga Bisera la gelida capo-guardie che interpreterà nel 1977 un James Bond (tra l’altro è l’unica a non “svelarsi”..).

Uno dei pochi “Donne In Prigione” che si possa guardare. Scene erotiche al minimo, attrici diciamo “serie” e un poco di trama (che nei film di questo tipo di solito latita); divertentissime le lotte innescate dalla detenuta burina. C’è anche un po’ di “poliziesco-mafia”… Guardabile.

Titolo completamente fuori luogo… Se solo azzardassimo un rapporto con Prigione di donne, questo film perderebbe 20 a 1. Banale la storia parallela della mafia, ridicolmente allo sbando infiltrazioni e complicità. C’è da dire che noi cinefili possiam dilettarci a vedere le nostre beniamine fare a botte, solo che le due protagoniste Strindberg e Tamburi son pessime, la Czemerys è già meglio, mentre al top sono la Moratti e soprattutto Valeria Fabrizi, in una rarissima interpretazione cinematografica. Va anche bene il finale.

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agosto 11, 2009 Posted by | Drammatico | , , , , , , , , | Lascia un commento

A tutte le auto della polizia

 

Fiorella Icardi ( Adriana Falco) , figlia sedicenne di un barone della medicina, il professor Icardi (Gabriele Ferzetti) ammanigliato con politici e affarista senza scrupoli, scompare di casa misteriosamente. Il padre,il professor Icardi, coinvolge immediatamente le sue conoscenze, e alla polizia arriva l’ordine di impegnare tutte le forze nella ricerca della ragazza. Carraro (Enrico Maria Salerno), il capo della squadra mobile, delega alle stesse il commissario Solmi (Antonio Sabato), uomo burbero ma ligio al dovere e l’ispettrice Giovanna Nunziante (Luciana Paluzzi);

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seguendo la flebile pista lasciata dalla ragazza, che è andata via di casa senza soldi e con il motorino, con l’aiuto di cani addestrati, i due riescono a individuare il posto in cui giace il cadavere della povera Fiorella; è a pochi metri dalla riva, nel lago, legata al suo motorino. L’assassino le ha sparato un colpo alla nuca.

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Il motivo diventa chiaro durante l’autopsia; la ragazza infatti era incinta di tre mesi. Grazie ad una soffiata involontaria, Solmi rintraccia Tummolo, un guardone che si apposta tra gli alberi nel bosco che circonda il lago per spiare le coppiette e apprende così, nonostante l’evidente reticenza dell’uomo, che la ragazza una volta a settimana si recava sul posto per amoreggiare con un uomo in possesso di un auto bianca con targa straniera.

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Ma è l’ispettrice Giovanna a determinare la svolta nelle indagini: seguendo Carla (Gloria Piedimonte), un’amica di Fiorella, arriva a scoprire un giro di prostituzione minorile capeggiato da Franz Hekker, un losco individuo già implicato in precedenza in traffici del genere. Durante l’irruzione alla villa di Hekker, la polizia trova foto compromettenti delle ragazze e una lunga lista di nomi di personaggi in vista, fa cui un ex ministro. La polizia sospetta sia di Hekker che di Tummolo, ma quest’ultimo vine ucciso dal misterioso assassino.

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La stessa fine fa dapprima il ginecologo che aveva visitato Fiorella, poi Carla, che si era rifugiata in casa di Hekker. Il misterioso killer sta eliminando una ad una tutte le tracce che potrebbero portare alla sua identificazione, ma una brillante trappola, preparata da Solmi, porterà alla scoperta della sua identità, con colpo di scena finale.

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A tutte le auto della polizia, diretto da Mario Caiano nel 1975, è un ibrido che potrebbe tranquillamente appartenere alla categoria thriller così come a quella, di gran fortuna in quegli anni, del poliziesco all’italiana. La trama è ben congegnata, e non manca la suspence per tutta la durata del film, grazie anche allo stuolo di bravi attori che fanno parte del cast, a partire da Gabriele Ferzetti, nei panni dell’arrogante professor Icardi, del sempre bravo Enrico Maria Salerno, il capo della mobile Carraro, di Antonio Sabato, un cinico e disincantato ispettore Solmi e della sempre bella Luciana Paluzzi. Bene anche Gloria Piedimonte, che ha una buona parte nel film; l’attrice avrà il suo momento di celebrità ballando nella sigla della trasmissione musicale televisiva Discoring.

Nel film compare, per pochi istanti, e nuda come suo solito il futuro onorevole Ilona Staller, nel ruolo di una prostituta che lavorava nella villa. Tutto sommato un buon lavoro, come al solito stroncato dai critici poco propensi a riconoscere una qualche dignità ai film di produzione italiana, definiti sprezzantemente B movie. Solo qua in patria, però, visto che negli Usa furono molti i registi che si ispirarono al cinema italiano per prendere idee.

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A tutte le auto della polizia.Un film di Mario Caiano. Con Gabriele Ferzetti, Enrico Maria Salerno, Antonio Sabato, Luciana Paluzzi,Elio Zamuto, Ettore Manni, Marino Masé, Bedy Moratti, Benedetto Benedetti, Ida Di Benedetto, Leila Ducci, Ilona Staller, Attilio Dottesio, Tino Bianchi, Fernando Cerulli, Andrea Scotti, Valentino Macchi, Franco Ressel, Fulvio Mingozzi, Gloria Piedimonte Poliziesco, durata 100 min. – Italia 1975

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* Antonio Sabàto: Fernando Solmi
* Enrico Maria Salerno: Capo della squadra mobile Carraro
* Gabriele Ferzetti: Professor Icardi
* Elio Zamuto: Professor Giacometti
* Ettore Manni: Enrico Tummoli
* Luciana Paluzzi: Ispettore Giovanna Nunziante
* Bedy Moratti: Signora Icardi
* Gloria Piedimonte:Carla
* Margherita Horowitz: Antonietta
* Franco Ressel: Ginecologo

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Regia Mario Caiano
Soggetto Fabio Pittorru, Massimo Felisatti
Sceneggiatura Fabio Pittorru, Massimo Felisatti
Casa di produzione Capitol Jarama
Distribuzione (Italia) Capitol
Fotografia Pier Luigi Santi
Montaggio Romeo Ciatti
Musiche Coriolano Gori
Scenografia Renato Postiglione

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febbraio 28, 2009 Posted by | Thriller | , , , , , , , | Lascia un commento