Filmscoop

Tutto il mio cinema

Cristiana monaca indemoniata

Cristiana monaca indemoniata locandina 2

La licenziosa Cristiana,mentre è in viaggio in aereo,fa l’amore per scommessa con il suo boy friend Luca.
Spaventata da una turbolenza,la ragazza giura che se uscirà viva dalla disavventura si farà monaca;così scampata a quella che lei crede la sua fine,Cristiana mantiene la promessa ed entra in convento.
Qui però non resiste ai richiami della carne e dopo aver concesso le sue grazie ad un giovane e allaccia una ambigua amicizia con un’altra suorina dalla vocazione traballante,Eleonora.
Rintracciata dal suo ex amante Luca,che entra nel convento in cui vive per sfuggire alla polizia,Cristiana scopre una notte il suo uomo a letto con suor Eleonora.
Dopo alcune vicissitudini,che la porteranno a diventare una prostituta,Cristiana troverà pace ai suoi tormenti nel peggior modo possibile.
Cristiana monaca indemoniata è un film diretto dal solito Sergio Bergonzelli nel 1973.

Cristiana monaca indemoniata 1

Cristiana monaca indemoniata 4

Cristiana monaca indemoniata 5
Incautamente accostato al filone conventuale,del quale riprende solo la tematica della suora per caso,il film è chiaro espediente per contrabbandare scene erotiche ad uso e consumo del pubblico guardone.
A parte la trama assolutamente inconsistente,il film ha una sceneggiatura lacunosa e rabberciata alla bene e meglio,con incongruenze di ogni tipo,senza tener conto del sottile ma forse involontario anticlericalismo che lo pervade.
Dopo le discrete prove di Nelle pieghe della carne e Io Cristiana studentessa degli scandali il regista di Alba mostra di gradire molto più l’interesse della platea più infima che quello dei critici,con risultati visibili in questa e nelle opere successive,come Il compromesso… erotico (Menage a quattro) e La trombata – quattro ladroni a caccia di milioni  opere se vogliamo di livello ancora più basso.

Cristiana monaca indemoniata 11
Film da evitare come la peste,con attori ai minimi storici della recitazione, a partire da una pessima Magda Konopka per finire alla protagonista
Toti Achilli.
Brutto in modo patologico,è praticamente scomparso e oggi circola solo una coppia quasi inguardabile ricavata da una VHS.

Cristiana monaca indemoniata 12

Cristiana monaca indemoniata – La vocazione

Un film di Sergio Bergonzelli. Con Vassili Karis, Magda Konopka, Toti Achilli, Jerry Ross, Marco Guglielmi, Bruno Boschetti, Carla Mancini,
Eva Czemerys Erotico, durata 90 min. – Italia 1973.

Cristiana monaca indemoniata banner gallery

Cristiana monaca indemoniata 2

Cristiana monaca indemoniata 3

Cristiana monaca indemoniata 6

Cristiana monaca indemoniata 7

Cristiana monaca indemoniata 9

Cristiana monaca indemoniata 8

Cristiana monaca indemoniata 10

Cristiana monaca indemoniata 13

Cristiana monaca indemoniata 14

Cristiana monaca indemoniata 15

Cristiana monaca indemoniata 16

Cristiana monaca indemoniata banner protagonisti

Toti Achilli … Cristiana
Magda Konopka … Suor Eleonora
Vassili Karis …Massimo Raggi
Gerardo Rossi … Luca
Maria Virginia Benati … Madre Superiora
Marco Guglielmi … Prof. Paolo
Eva Czemerys … Madre di Cristiana

Cristiana monaca indemoniata banner cast

Regia:Sergio Bergonzelli
Sceneggiatura: Sergio Bergonzelli
Musiche:Nevil Cameron e Elvio Monti
Fotografia: Antonio Maccoppi
Montaggio:Vincenzo Vanni

Cristiana monaca indemoniata banner recensioni

L’opinione di Ezio dal sito http://www.filmtv.it

Uno dei peggiori trash della storia del cinema.Una ragazza sopravvissuta da una disgrazia aerea si fa suora e poi …..
giu’ alla grande con il sesso e con chi capiti a tiro ,dentro al convento.Trama zero,erotismo zero noiosita’
a mille.Uno dei tonaca-movie piu’ brutti che il cinema abbia realizzato.Quasi inguardabile.

L’opinione di mm40 dal sito http://www.filmtv.it

Scritto e diretto da Sergio Bergonzelli, garanzia di modestissimi mezzi e ancor meno mestiere, questo Cristiana monaca indemoniata
si pone, sia pur di poco, sopra alla media delle produzioni trash/erotico/demenziali (anche involontariamente) del periodo per due caratteristiche,
essenzialmente. La prima è quella di rappresentare in sè una sorta di parabola a tutti gli effetti cristiana (peccato, mancata redenzione, inferno):
ma difficilmente un film del genere, in cui orge, perdizione, carnalità trionfano con compiaciuto gusto dall’inizio alla fine della storia,
senza traccia alcuna di pentimento o di senso di colpa, potrebbe essere apprezzato da uno spettatore di profondo spirito religioso.
La seconda particolarità è invece l’eterogeneità dello sviluppo della trama: la pellicola comincia quasi come un porno, poi si butta nel filone conventuale
(parallelo al decamerotico, in quel momento popolarissimo) e infine degenera nel trash più assurdo, illogico e tirato via, aperto e chiuso da due scene
d’azione girate in maniera – a voler essere gentili – approssimativa. Ai limiti di Bergonzelli si aggiungono comunque quelle dei suoi attori,
non eccelsi (Magda Konopka è il nome maggiore), in un prodotto che accosta con giustezza forma e contenuto: mediocri entrambi.

L’opinione di deepred89 dal sito http://www.davinotti.com

Forse ci starebbe il pallino singolo, ma sarebbe un peccato far inabissare nell’oceano delle vaccate tale assurdo, dozzinale e a suo modo imprevedibile
miscuglio di generi e umori, peraltro recitato neanche malissimo e con curiose musiche tra il liturgico e il progressive. Forma grezzissima (e la marcia copia
circolante non aiuta), con palesi riempitivi (l’interminabile striptease) e ampie cadute nel ridicolo, ma resta la forte sensazione di una premeditata presa in giro,
verso la chiesa, gli hippies e gli spettatori.

Cristiana Monaca indemoniata flano

Cristiana monaca indemoniata banner foto

Cristiana monaca indemoniata foto 1

Cristiana monaca indemoniata foto 2

Cristiana monaca indemoniata foto 3

Cristiana monaca indemoniata lobby card 1

Cristiana monaca indemoniata lobby card 2

Cristiana monaca indemoniata lobby card 3

Cristiana monaca indemoniata lobby card 4

Cristiana monaca indemoniata lobby card 5

Cristiana monaca indemoniata locandina 1

Cristiana monaca indemoniata locandina 3

Cristiana monaca indemoniata locandina 4

 

aprile 15, 2016 Posted by | Erotico | , , | Lascia un commento

Sedicianni

Sedicianni locandina 2

Francesca è una sedicenne che, come le ragazze della sua età, smania dalla voglia di diventare grande.
E’ figlia di Giorgio, uno scrittore di una certa fama e di Mara; ma i due ormai sono profondamente distanti l’uno dall’altra e Mara si è rifatta una vita sentimentale accanto a Sergio.
Quando la donna va a vivere a casa di quest’ultimo, Francesca accoglie la novità malvolentieri.
Inoltre la ragazza si rivela gelosa delle attenzioni che Sergio rivolge alla madre e si mostra sempre più incline a bruciare le tappe, spinta sopratutto dall’esempio delle amiche che alla sua età hanno già un ragazzo e dei rapporti sessuali.
Inevitabilmente la ragazza sceglie, come prima esperienza, quella proibita con Sergio; con malizia e con lentezza stende la sua tela attorno all’uomo, che alla fine cede.

Sedicianni 1

Sedicianni 2
Per Mara sarà una scoperta dolorosissima…
Modestissima commedia a sfondo sexy travestita da dramma medio borghese e adolescenziale questo Sedicianni, film diretto da Tiziano Longo nel 1973.
Su un plot estremamente semplice che avrebbe permesse un’indagine ben più approfondita sulle tematiche adolescenziali, sui turbamenti dell’età e sulle problematiche relative alle prime esperienze di vita di un sedicenne, Longo costruisce una pellicola che sceglie la via più facile, ma anche meno approfondita per illustrare i pruriti di una ragazzina che soffia l’amante alla mamma un po per gelosia e un po per affermare la sua sessualità finalmente espressa.
Tutto il film è costruito attorno al personaggio di Francesca, che sembra essere rappresentato con il triste clichè, tante volte ripetuto, della ragazza senza scrupoli che afferma in ogni modo la sua sessualità, questa volta a scapito della madre, che a sua volta resta un personaggio inespresso così come inespressi restano i personaggi di contorno della pellicola.

Sedicianni 3

Sedicianni 5

Sedicianni 6
Ad essere rappresentata è sopratutto la voglia, quasi animalesca della ragazza che, irretita dai discorsi di un’amica, ormai non sogna altro che di diventare adulta anzi tempo.
Ma lo fa non emancipandosi dal punto di vista intellettuale, bensi meramente fisico:è la sessualità il mezzo con cui Francesca cerca un inserimento nel mondo dei grandi, mostrando però un chiaro e forte contrasto con i mezzucci ai quali ricorre per sedurre l’amante di sua madre, meschino obiettivo di una lotta tutta in famiglia per accalappiarsi le grazie del maschio dominane.
La pellicola scorre quindi fra le pieghe più epidermiche della storia, mostrando appena possibile sia la relazione sessuale tra Mara e Sergio sia quella successiva fra Francesca e Sergio stesso, con buona pace sia della profondità della storia e a tutto scapito di un’indagine sul mondo in cui vivono i personaggi.
Appare chiaro così da subito che a Longo interessa l’aspetto morboso della storia e lo si capisce benissimo quando francesca mette in mostra tutte le armi di seduzione di cui dispone per raggiungere il suo scopo, ovvero sottrarre alla madre le grazie dell’amante.

Sedicianni 7

Sedicianni 8
Per buona parte della pellicola così assistiamo ai tentativi della ragazza di coinvolgere Sergio nei suoi piani, con tanto di esposizione di mutandine e coscette, seni adolescenziali e allusioni sia a parole che puramente fisiche.
Alla fine, quando il micro dramma familiare è consumato, si assiste alla scena madre, quella in cui Mara becca la figlia a letto con l’amante.
In alcune pellicole scoppia la tragedia, con tanto di vendetta ma in questo Sedicianni si va verso lo scioglimento del dramma in maniera canonica, ovvero con Mara che piange nello scoprire di avere una rivale sotto lo stesso tetto, una rivale con la quale non può competere.
Il dramma è compiuto, il film finisce e allo spettatore resta solo un pugno di mosche, ovvero l’aver visto una pellicola insulsa e anche poco soddisfacente dal punto di vista erotico. L’unica fortuna di Longo è l’aver utilizzato per il film due ottime protagoniste femminili, ovvero Ely Galleani (che interpreta Francesca) e Eva Czemerys (che interpreta Mara), che in qualche modo sopperiscono alla banalità del soggetto grazie alla credibilità delle loro interpretazioni.
La Galleani ha evidentemente il phisique du role, visto il suo corpo efebico, il suo sguardo e il suo volto da adolescente mentre la Czemerys è una sicurezza, capace com’è l’attrice di dare dignità a qualsiasi ruolo venga chiamata.Poco più che decente la prestazione di Giorgio Ardisson che interpreta il papa di Francesca mentre in grosso, grossissimo imbarazzo è Anthony Steffen, sopratutto nelle scene d’amore con Eva Czemerys.
Tiziano Longo è al suo primo, vero lungometraggio e mostra evidenti limiti che saranno parzialmente corretti con i sei film che dirigerà successivamente, tra i quali i perlomeno discreti Lo stallone e La profanazione e il buon risultato ottenuto con Mala amore e morte.

Sedicianni 9
Il resto del film mostra evidenti limiti di budget, che costringono il regista a sacrificare location e tutto il resto, con dilungamenti inopportuni dei dialoghi e eccessivo protrarsi di alcune scene.
Film senza grosse ambizioni e quindi film dal risultato povero e decisamente sciatto.
Il film è praticamente scomparso dalla circolazione e non è editato in digitale.
Ne esiste tuttavia una copia di pessima qualità, ricavata da una VHS polverosa e piena di graffi a questo indirizzo: http://wipfiles.net/saiae0375c1i.html
Sedicianni
Un film di Tiziano Longo. Con Anthony Steffen, Eva Czemerys, Ely Galleani, Giorgio Ardisson, Carla Mancini Drammatico, durata 93 min. – Italia 1974.

Sedicianni banner gallery

 

Sedicianni 4

 

Sedicianni 11

Sedicianni 12

Sedicianni 13

Sedicianni 14

Sedicianni 15

Sedicianni 16

Sedicianni banner protagonisti

George Ardisson … Giorgio
Eva Czemerys … Mara
Anthony Steffen … Sergio
Ely Galleani … Francesca
Danika La Loggia … Sandra
Carla Giarè … Patrizia

Sedicianni banner cast

Regia:Tiziano Longo
Sceneggiatura:Piero Amati,Tiziano Longo,Bruno Torregiani
Produzione:Lucio Giuliani
Musiche:Stefano Liberati ,Elio Maestosi
Fotografia:Roberto Girometti
Montaggio:Mario Gargiulo
Allestimento set:L. Galli
Costumi:Gisella Longo

Sedicianni locandina 1

Sedicianni banner recensioni

L’opinione del sito http://www.filmtv.it

Francesca, sedici anni, ha preso male il divorzio dei genitori e soprattutto il nuovo compagno della madre, Sergio. Nella nuova situazione poi Francesca ha una gran voglia di fare la sua prima esperienza sessuale. Il partner più disponibile per l’operazione sarà proprio Sergio. Pessimo. Solita commedia sexy travestita da dramma psicologico. Gli attori sono inetti.

L’opinione di B.Legnani dal sito http://www.davinotti. com

Mediocre polpettina erotico-sentimentale, con una quasi diciassettenne tutto pepe, gelosa del nuovo compagno della madre. Finirà come ovvio. Filmetto senza pretese, con dialoghi mediocri, con pochi mezzi, con location raccogliticce e con tante soluzioni di comodo. Recitazioni così così. Il migliore è Steffen. Non male la Czemerys, impegnata in un ruolo prevalentemente drammatico.

L’opinione di Undying dal sito http://www.davinotti. com

Francesca (una incantevole Ely Galleani) è un’adolescente maliziosa e perversa, che non esita a fare torto alla piacente madre (Eva Czemerys), seducendo nientemeno che il suo amante (Anthony Steffen). Riuscirà nel suo intento, ma a caro prezzo. La famiglia (poco) cristiana dell’epoca è qua rappresentata anticipando noti cliché, purtroppo mal orchestrati da una regia distratta, una sceneggiatura poco curata (soprattutto nei dialoghi) e scenografie molto modeste. Certo: il cast fa il suo effetto, ben reso dall’avere piazzato accanto l’allora ventenne Galleani alla più matura Czemerys…

L’opinione di Homesick dal sito http://www.davinotti. com

Nel mare magnum del lolitismo italiano si perde questo dozzinale e sbrigativo prodotto, povero nei mezzi e incapace di slanci drammatici. L’obiettivo ronza attorno alla Galleani, sbirciandola sotto la gonna e inquadrandone i pallidi seni o le terga velate da mutandine sempre sul punto di scivolare giù e la Czemerys viene definita ad un certo punto una “gatta in calore”, alludendo ad un suo film di due anni prima. Steffen non si stacca dall’espressione rigida e intontita dei suoi western; in sordina Ardisson.

Banner cineromanzi

Banner db cult

 

Sedicianni cineromanzo 1

Sedicianni cineromanzo 13

Sedicianni cineromanzo 12

Sedicianni cineromanzo 11

Sedicianni cineromanzo 10

Sedicianni cineromanzo 9

Sedicianni cineromanzo 8

Sedicianni cineromanzo 7

Sedicianni cineromanzo 6

Sedicianni cineromanzo 5

Sedicianni cineromanzo 4

Sedicianni cineromanzo 3

Sedicianni cineromanzo 2

 

Filmscoop è su Facebook: richiedetemi l’amicizia.

Il profilo è il seguente:

http://www.facebook.com/filmscoopwordpress.paultemplar

 

aprile 14, 2014 Posted by | Drammatico | , , | Lascia un commento

Una vita lunga un giorno

Una vita lunga un giorno locandina 1

E’ passato molto tempo da quando Andrea è partito da Sanremo per imbarcarsi per lavoro.
Il giovane infatti è un marinaio e alloggia periodicamente presso la pensione della signora Andersson; questa volta trova un’amara sorpresa, perchè la donna è morta tre giorni prima del suo arrivo.
Una lettera arrivata la mattina al portiere della pensione informa che la nipote della signora Hilde Andersson arriverà alla pensione, cosi Andrea va a prendere la ragazza alla stazione.
Anna è una bella ragazza e ben presto tra i due nasce l’amore;nel frattempo inutilmente Andrea cerca un imbarco.
Una mattina Anna, mentre sta facendo la doccia, viene assalita da un uomo: la ragazza è salvata dallo stupro da Andrea giunto opportunamente nella sua camera.

Una vita lunga un giorno 5

Una vita lunga un giorno 1
Andrea porta Anna ospedale per accertamenti dove però ha un’amara sorpresa; la ragazza infatti, a detta del medico, soffre di un grave disturbo al cuore e necessita di una delicata ( e costosa) operazione a cuore aperto per essere salvata.
Avvicinato da un misterioso personaggio, Andrea scopre che ha la possibilità di guadagnare in un colpo solo la somma che necessita per l’operazione.
Un gruppo di annoiati professionisti, fra i quali spicca un depravato riccastro, Philippe, è disposto a dargli la somma necessaria a patto che riesca a coprir la distanza che c’è tra le alture della cittadina ligure e il porto sfuggendo a cinque tentativi di omicidio che avverranno secondo modalità assolutamente impreviste da Andrea.

Una vita lunga un giorno 2

Una vita lunga un giorno 3
Il giovane accetta e da quel momento la sua vita dipenderà solo dalla fortuna e dalla sua capacità di essere preda.
Dopo il primo tentativo andato a vuoto, durante il percorso con la funicolare che lo porta sulle colline, Andrea riesce a sfuggire casualmente al tiro di un cecchino armato di fucile di precisione,per poi finire nel letto della bellissima moglie di Philippe, sfuggire alle fiamme (dolose) che avvolgono una baracca per poi giungere, pesto e sanguinante al porto.
Qui scoprirà di essere stato parte di un gioco ancora più perverso, al quale non è estranea l’amata Anna, che ha funzionato dall’inizio come esca per l’ingenuo marinaio.
Finale drammatico e sconsolante.
Sotto lo pseudonimo di Sam Livingstone il regista Ferdinando Baldi dirige nel 1973 Una vita lunga un giorno subito dopo il discreto successo di Afyon oppio (1972) e quello dell’inusuale western Blindman del 1971 che molti ricorderanno per aver avuto come protagonista un pistolero cieco.

Una vita lunga un giorno 4

Una vita lunga un giorno 7
In questo strano film, a metà strada tra il sentimentale e il thriller venato di noir, Baldi cerca di armonizzare una sceneggiatura molto lacunosa destreggiandosi a fatica con un film che ricorda moltissimo, troppo in realtà, il più fortunato La decima vittima di Petri.
Ad una prima parte del film caratterizzata da una lentezza quasi esasperante, fa seguito una seconda in cui il ritmo accelera improvvisamente e in cui il protagonista è costretto a muoversi come una belva braccata da un invisibile mini esercito di killer che lo aspettano al varco per ucciderlo.
L’amalgama del film però risulta alla fine assolutamente ondulatorio e non giova certo all’economia dello stesso l’espressione monocorde del protagonista principale, quel Mino Reitano all’epoca idolo delle folle in un ambito ben differente, quello del panorama musicale.
Il cantante di Fiumara, prestato al cinema dopo l’esperienza sfortunata di Tara Poki, western di Amasi Damiani del 1971 e prima dell’unico film di discreto livello interpretato, ovvero Povero Cristo di Pier Carpi conferma di non essere adatto al grande schermo.

Una vita lunga un giorno 11
Colpa della sua rigidità espressiva, caratterizzata dall’espressione perennemente imbabolata e monocorde del viso.
In questo film poi, in cui era necessaria un’espressione mobile dello sguardo per passare dal contesto romantico a quello drammatico,Reitano conferma i suoi evidenti limiti condannando il film ad un giudizio negativo.
Che, per inciso, meriterebbe di già per lo scarso coordinamento fra le varie parti del film, che oscilla e sbanda indeciso su quale strada prendere.
Se la trama non è già di per se originale, il resto del film risente di calate di ritmo e brusche accelerazioni, con scene d’azione che avrebbero richiesto un dosaggio più equilibrato per essere credibili.
Non fosse per la squadra di caratteristi utilizzata, nella quale figurano ottimi mestieranti come Luciano Catenacci,Dante Maggio, Franco Ressel e la “star” Philippe Leroy la pellicola sarebbe naufragata ancor più miseramente di quanto fece.
Una vita lunga un giorno infatti non ebbe praticamente alcun successo al botteghino e sparì completamente dalla circolazione.

Una vita lunga un giorno 6
Nel film troviamo la svedesina Eva Aulin alla sua penultima interpretazione; l’attrice di Landskrona infatti tornerà sul set nel 1996, a ventitre anni di distanza con il film Mi fai un favore di Giancarlo Scarchilli e Eva Czemerys, nel ruolo minore della debosciata moglie dell’ancor più debosciato Philippe. Discreta la colonna sonora composta dai fratelli Reitano.
Un film quindi non particolarmente affascinante, più che altro anonimo che è stato recentemente ripescato dall’oblio e che può essere visionato in una versione passabile su You tube all’indirizzo: http://youtu.be/05XU4lfa92o
Una vita lunga un giorno
Un film di Ferdinando Baldi. Con Philippe Leroy, Luciano Catenacci, Franco Ressel, Ewa Aulin, Mino Reitano,Dante Maggio, Franco Fantasia, Eva Czemerys Drammatico, durata 94 min. – Italia 1973.

Una vita lunga un giorno banner gallery

 

Una vita lunga un giorno 8

 

Una vita lunga un giorno 9

 

Una vita lunga un giorno 10

 

Una vita lunga un giorno 12

 

Una vita lunga un giorno 13

 

Una vita lunga un giorno 14

 

Una vita lunga un giorno 15

 

Una vita lunga un giorno banner protagonisti

Mino Reitano: Andrea Rispoli
Ewa Aulin: Anna Andersson
Philippe Leroy: Philippe
Eva Czemerys:Moglie di Philippe
Luciano Catenacci: Spyros
Nello Pazzafini: Nello
Franco Ressel:Il dottore
Anna Maria Pescatori:Frieda
Dante Maggio:Zio GIuseppe

Una vita lunga un giorno banner cast

Regia Ferdinando Baldi
Soggetto Ferdinando Baldi
Montaggio:Eugenio Alabiso
Fotografia:Aiace Parolin
Musiche Franco Reitano e Mino Reitano
Scenografia Claudio Cinini
Produzione:Manolo Bolognini

Una vita lunga un giorno locandina 4

Una vita lunga un giorno banner recensioni

 L’opinione del sito http://www.bizzarrocinema.it/

Passato nei cinema di allora nella quasi totale indifferenza, riproposto ogni morte di papa nelle più infime tv locali, privo di quell’alone di culto che solitamente contraddistingue opere così rare, Una vita lunga un giorno non ha avuto certo un destino felice. I difetti non mancano e si mostrano senza remore: il ritmo – componente essenziale per un buon thriller – è a velocità bradipo zoppo, la sceneggiatura presenta buchi tipo voragini e, certuni interpreti – Leroy su tutti – hanno palesemente il pilota automatico azionato. A ciò aggiungiamo che il soggetto non è tra i più originali: trattasi di chiaro “ricalco” dello splendido La pericolosa partita di Ernest B. Schoedsack. Eppure, basta poco. Basta un primo piano del nostro Beniamino – di nome e di fatto – a farci dimenticare, come d’incanto, tutti i difetti di questo film e a darci quell’estasi che solo noi esteti del Bizzarro possiamo provare. Reitano, tenace e stoico come solo lui sa essere (e chi l’ha potuto ammirare nelle sue storiche ospitate televisive sa benissimo di cosa parlo), abbatte totalmente il senso del ridicolo, va avanti per la sua strada di “attore per caso” e non si ferma davanti a nulla. Guidato dalla mano sapiente del regista Livingstone/Baldi, il nostro eroe attraversa un’odissea notturna degna del Bruce Willis dei tempi migliori, ma anche del Griffin Dunne di Fuori orario e – perché no? – del Joel McCrea protagonista de La pericolosa partita (di cui sopra). è troppo? Forse. Mi limiterò dunque a consigliarvi caldamente questa insolita visione. Armatevi di pazienza e di vhs (o dvd) vergine, piantonate la programmazione di tutte le tv locali e state pronti a spingere il tasto “rec”, Una vita lunga un giorno potrebbe capitarvi sotto mano. Per noi amanti del Bizzarro, fidatevi, non c’è modo migliore per commemorare l’artista Reitano come merita.
L’opinione di renato dal sito http://www.davinotti.com

Un film interessante, almeno nella prima parte in cui Ferdinando Baldi introduce la vicenda con indubbio stile. Peccato poi che l’ultima mezzora diventi troppo meccanica e prevedibile, quando inizia la discesa verso il mare di Mino Reitano. Su quest’ultimo come attore non c’è molto da dire… Se non che mantiene la stessa espressione imbambolata per tutto il film, ma grazie al cielo venne almeno doppiato da un professionista. Meravigliosa Ewa Aulin, ma questa non è certo una notizia. Girato in esterni a Sanremo.

L’opinione di Undying dal sito http://www.davinotti.com

Incasinato dramma sentimentale, che trova in Love Story (la Aulin è cardiopatica) ed una miriade di altri ben più riusciti titoli (La decima vittima su tutti, causa caccia spietata alla preda umana) il nucleo portante e fulcro dell’intera sceneggiatura. Il regista può contare su un bravo attore (uno spietato Philippe Leroy) ed una bellissima attrice (la Aulin, qua su uno degli ultimi set cinematografici che la ospita), ma fallisce nel far indossare un “vestito sfilacciato” al protagonista (un monocorde e poco espressivo Mino Reitano).

L’opinione del sito www.robydickfilms.blogspot.it

Reitano attore sarà sicuramente un po’ monotono, ma non è così inespressivo come si potrebbe credere.
Baldi dalla sua parte dirige come al solito abbastanza bene, anche se l’ultima mezz’ora in cui dal sentimentale il film vira decisamente verso l’azione, cade nella prevedibilità e soprattutto nell’inconcludenza.
Luciano Catenacci, con quella sua faccia, se la cava come sempre, ovviamente nella parte del cattivo.
Per ogni adoratore del povero Mino, così prematuramente scomparso, il film è certamente opera a dir poco magnifica, ma bisogna dire che come versione italiana di film rientrabile nel filone delle “Manhunt”, della “caccia all’uomo”, non è secondo a molti altri titoli ben più celebrati, a partire proprio dal datato e decisamente invecchiato male, irrisolto, “La Decima vittima” (’66) di Elio Petri. Al quale Baldi nelle scene d’azione, anche quando un po’ assurde, spacca letteralmente il culo.
Ascoltare la introvabile colonna sonora rock strumentale del film, composta da Mino con il fido fratello Franco, per rendersi bene conto di quanto i Reitano fossero stati dei musicisti molto lontani da quello che avrebbero dovuto essere, una volta raggiunto il successo popolare.
La scena della rivelazione finale “ Face to face” con la Aulin, è inarrivabile e una vera e propria gemma, per chiunque pensa che comunque Reitano “non è mai stato un attore”, altro che far ridere.

Una vita lunga un giorno locandina 2

 

Una vita lunga un giorno locandina 3

 

Una vita lunga un giorno foto 5

 

Una vita lunga un giorno foto 4

 

Una vita lunga un giorno foto 3

 

Una vita lunga un giorno foto 2

 

Una vita lunga un giorno foto 1

febbraio 17, 2014 Posted by | Drammatico | , , , , , , , , | Lascia un commento

La gatta in calore

La gatta in calore locandina 1

L’ingegner Antonio è sposato con la bellissima Anna; è un uomo d’affari molto impegnato, ragion per la quale è spesso assente da casa.
Un giorno, di rientro da uno dei suoi numerosi viaggi, rinviene nel giardino della villa in cui abita con Anna il corpo esanime di Massimo, un giovane pittore che abita in una casa adiacente.
Antonio trascina il corpo in una zona meno esposta e si reca da sua moglie, chiedendo spiegazioni sull’accaduto.
Anna, che aveva una relazione con il pittore, stanca di dover serbare il silenzio sulla relazione con Massimo, racconta una storia triste e drammatica a suo marito.
Da tempo aveva intrapreso una relazione con il pittore, per rompere principalmente la monotonia e la solitudine in cui il marito l’aveva precipitata con i suoi frequenti allontanamenti.
Dapprima Anna si era limitata a spiare Massimo, poi, fatalmente attratta dalla sua bellezza e dalla sua vitalità ne era diventata l’amante.

La gatta in calore 11
Ma l’uomo, dissoluto e vizioso, dedito anche alle droghe, ben presto si era stancato della donna; Anna racconta che Massimo aveva preso a tradirla a tutto spiano e che in seguito l’aveva concessa ai suoi amici e in ultimo l’aveva in qualche modo costretta a usare droghe.
Anna aveva accettato umiliazioni di ogni genere fino alla sera prima, quando, stanca dei continui maltrattamenti in seguito ad un’ultima umiliazione aveva sparato a Massimo, colpendolo alla testa.
Con grande sorpresa della donna, Antonio confessa di esser stato sempre al corrente della tresca esistente tra i due.
Non essendo più in grado di dare alla donna, più giovane di lui, affetto e soddisfazione coniugale nel talamo, aveva accettato in silenzio la relazione dei due, quasi Massimo fosse un sostituto personale nei doveri coniugali.
Dopo le confessioni reciproche tra i coniugi, Antonio decide di seppellire il corpo di Massimo, ma uscito dalla villa e recatosi in giardino scopre che il corpo del dissoluto pittore è scomparso…

La gatta in calore 12

La gatta in calore 13

La gatta in calore 14
Caratterizzato da un orrendo titolo che evoca inesistenti atmosfere erotiche al calor bianco, La gatta in calore è in realtà un dramma familiare a tinte fosche con eros di facciata, utilizzato dal regista con parsimonia, senza particolari indugi allo scabroso o all’esposizione prolungata del corpo della statuaria Eva Czemerys.
Nello Rossati, il regista veneto autore della regia, torna a dirigere la Czemerys nel 1972, dopo l’esordio alla regia avvenuto l’anno prima con Bella di giorno moglie di notte, un altro dramma sconfinante nel noir.
Questa volta si basa su una sceneggiatura stesa personalmente, che però se ha un certo interesse nel suo svolgimento mostra una pecca molto grossa in un finale francamente deludente, che in qualche modo abbassa il giudizio finale sul film.
Che resta però opera dignitosa nel suo assieme, vista l’indubbia abilità del regista nel creare l’atmosfera malsana che si respira sopratutto nella parte in cui la protagonista Anna racconta la sua personale odissea al marito.
L’andamento del film è eccessivamente lento, ma è anche una caratteristica dei film psicologici che tanto andavano di moda nei primi anni settanta, quando c’era una tendenza precisa a dare alle pellicole una patina di interesse socio-culturale, spesso con esiti incerti come nel caso di questo film.

La gatta in calore 15

La gatta in calore 2
Che viaggia in maniera forse monotona per quasi tutta la totalità del tempo, salvo tentare un improbabile colpo di scena finale, che in qualche modo finisce però per penalizzare il risultato finale.
Rossati si avvale di due attori molto bravi nel caratterizzare i caratteri dei protagonisti del dramma, Silvano Tanquilli e Eva Czemerys.
L’attore romano, scomparso nel 1997 dopo una lunga e onorata carriera con all’attivo circa una novantina di film è una delle presenze costanti dei film a cavallo tra il 1969 e il 1977, periodo nel quale interpreta la metà dei suoi lavori, dividendosi tra i set cinematografici e quelli delle serie tv di allora che non avevano ancora la definizione di fiction.
Volto severo, presenza scenica accentuata, Tranquilli era una maschera adattissima ai drammi e in La gatta in calore da spessore e originalità al personaggio del marito che accetta supinamente ma anche con consapevolezza il ruolo del coniuge tradito, un po per vigliaccheria un po per quieto vivere.

La gatta in calore 5
La Czemerys invece è agli inizi della sua carriera, partita con il botto visto il ruolo di protagonista assoluta dei primi due film di Rossati interpretati; la carriera della stessa proseguirà con alti e bassi e senza grossi ruoli, cosa inspiegabile viste le ottime doti che l’attrice di Monaco possedeva.
Da segnalare la presenza di Massaccesi alla fotografia e le belle e calzanti musiche di Plenizio.
Film che è passato qualche volta, in notturna,su reti private locali mentre è di difficilissima reperibilità in rete.

La gatta in calore 3

La gatta in calore 4

La gatta in calore
Un film di Nello Rossati. Con Silvano Tranquilli, Eva Czemerys, Anthony Fontane, Renato Pinciroli, Sergio Serafini Drammatico, durata 92 min. – Italia 1972.

La gatta in calore banner gallery

La gatta in calore 10

La gatta in calore 9

La gatta in calore 8

La gatta in calore 7

La gatta in calore 6

La gatta in calore 1

La gatta in calore banner personaggi

Eva Czemerys: Anna
Silvano Tranquilli:Ingegner Antonio
Anthony Fontane:Massimo

La gatta in calore banner cast

Regia:Nello Rossati
Soggetto:Nello Rossati
Sceneggiatura:Nello Rossati
Montaggio:Mauro Bonanni
Fotografia:Aristide Massaccesi
Musiche:Gianfranco Plenizio

La gatta in calore banner recensioni

La recensione del sito http://www.ilmiovizioeunastanzachiusa.wordpress.com
A dispetto del titolo fuorviante che potrebbe far pensare ad un banale filmetto sexy o porno-soft, questo film di Nello Rossati è invece un buon thriller erotico a tinte morbose molto ben interpretato da una Eva Czemerys in ottima forma che dà vita ad un interessante ed inquieto personaggio combattuto tra la noia del rapporto coniugale e l’attrazione per un giovane e attraente vicino di casa che andrà a sfociare in un rapporto ricco di colpi di scena. La sceneggiatura si dipana a colpi di flashback sin dalle prime battute in un continuo rincorrersi di incastri temporali ed è una scelta felice perchè l’attenzione dello spettatore è sempre desta, anche se il ritmo è un po’ cadenzato in diversi passaggi. Rossati dimostra di saperci fare sia come sceneggiatore sia come regista imbastendo una storia piuttosto semplice ma efficace realizzata ottimamente grazie ad una sicura padronanza del mezzo cinematografico e alla buonissima interpretazione soprattutto della Czemerys (ma anche di Silvano Tranquilli), senza dimenticare la perfetta fotografia di Aristide Massaccesi/Joe D’Amato. Co-protagonista è il fratello del regista, Tony Rossati, che per l’occasione sfoggia lo pseudonimo di Anthony Fontane. All’epoca fu vietato ai minori di 18 anni (che esagerazione!) e fu sponsorizzato da uno dei flani più belli e accattivanti che io ricordi: “Vive per amare alla ricerca continua di qualcosa di ‘nuovo’ per la soddisfazione dei sensi, nel film più stimolante, più piccante, più spregiudicato dell’anno.”

La gatta in calore soundtrack 2

Il commento di Undijng dal sito http://www.davinotti.com
La bella Eva Czemerys, nata a Monaco ma di adozione italiana (sin dall’età di 1 anno) e purtroppo spentasi nel 1996, è passata sugli schermi cinematografici in una serie di film altamente suggestivi. Qua è diretta da Nello Rossati (Io zombo, tu zombi, lei zomba), regista meritevole d’esser riscoperto per lo strano connubio di “temi”, conviventi – spesso in puro contrasto – all’interno dei film; in questo caso, invece, l’erotismo e thriller “coagulano” per dare corso ad uno strano (ma efficace) mix di generi. Il risultato finale è accattivante.

Il commento di Ildandy dal sito http://www.davinotti.com
Lui torna dal lavoro e trova la moglie che ha appena ucciso il giovane vicino di casa. Il resto del film ci svela i retroscena (già ovvi) che hanno portato a tale gesto, con ritmo non sempre funzionale. Nell’ultima parte però si riscatta, con un paio di scene di tensione ben costruite (l’intrusione del cane ridesta l’attenzione). Buone musiche, professionalità ma anche un po’ di noia.

Il solito ringraziamento al sito http://www.dbcult.com per l’immensa quantità di immagini rare disponibili!

La gatta in calore banner foto di scena

La gatta in calore foto 7

La gatta in calore foto 6

La gatta in calore foto 5

La gatta in calore foto 4

La gatta in calore foto 3

La gatta in calore foto 2

La gatta in calore foto 1

La gatta in calore 0

La gatta in calore soundtrack

La gatta in calore locandina 5

La gatta in calore locandina 4

La gatta in calore locandina 3

La gatta in calore locandina 2

La gatta in calore lobby card 5

La gatta in calore lobby card 4

La gatta in calore lobby card 3

La gatta in calore lobby card 2

La gatta in calore lobby card

 

Filmscoop è su Facebook:

potete richiede l’amicizia al profilo

https://www.facebook.com/filmscoopwordpress.paultemplar

 

luglio 21, 2013 Posted by | Drammatico | , | 2 commenti

Poppea una prostituta al servizio dell’impero

Poppea locandina 2

Durante il loro vagabondare per le terre sotto la dominazione romana, due amici etruschi, Otone e Savio, finiscono in una taverna dove dopo aver mangiato a sbafo vengono allontanati con la forza. Il furbo Otone non contento seduce la moglie dell’oste, con il risultato di essere fermato da un drappello di soldati romani e inviato con Savio nelle cave per l’estrazione di pietre destinate alla costruzione di un acquedotto.
Qui Otone, con uno scaltro espediente, riesce a farsi allontanare dalle cave stesse:fingendo di avere la peste, terrorizza i soldati con il risultato di essere cacciato.
Dopo aver tentato di rubare una barca ed essere stati sorpresi dai legittimi proprietari, i due in qualche modo giungono nella periferia di Roma dove Otone conosce casualmente la bellissima Poppea, che dispensa le sue grazie ad uno stuolo di persone.

Poppea 1

Poppea 2
Ovviamente anche Ottone finisce tra le vogliose braccia della donna;ma per colpa del maldestro Savio, finisce in compagnia di quest’ultimo direttamente nell’arena come gladiatore.
Qui i due vengono messi a combattere fra loro, ma un provvidenziale colpo di fortuna evita ai due amici di soccombere;Otone lancia in aria il suo scudo che intercetta una lancia scagliata contro Nerone da un gladiatore ribelle.
L’imperatore riconoscente nomina Otone capo della guarnigione romana in Cappadocia; dopo aver scoperto che Poppea altri non è che la moglie dell’imperatore, Otone parte per la guerra contro i barbari in compagnia del fido Savio, al quale Nerone ha fatta salva la vita grazie all’intercessione di Otone stesso.

Poppea 3
In Cappadocia per il solito colpo di fortuna, Otone riesce a vincere la battaglia decisiva e subito dopo aver sedotto la sacerdotessa dei barbari, torna a Roma accolto dal trionfo tributatogli da Nerone.
Ma sarà proprio Poppea la causa delle sue disgrazie perchè l’imperatrice viene scoperta in adulterio proprio con Otone; l’imperatore lo bandisce, non tanto per il “cornetto” come lo definisce Poppea quanto perchè l’imperatrice ha osato definire noiose le odi di Nerone.
Costretto ancora una volta alla fuga, Otone assiste all’incendio di Roma, che un provvidenziale temporale spegne…
Vi risparmio il finale non perchè particolarmente avvincente ma solo per il fatto che forse è la cosa migliore di un filmetto bruttino e volgare, infarcito di parolacce in un trionfo di “li mortacci tua” e “sto fijo de na’ mignotta”
Un peplum tardo a sfondo non tanto erotico quanto sexy, con la bellissima e sexy Femi Benussi ad interpretare la parte della ninfomane Poppea con le grazie generosamente esposte.

Poppea 4

Poppea 5
Alfonso Brescia dirige nel 1972 questa commedia sexy senza molto badare all’estetica, con dialoghi rozzi e personaggi ritagliati con un’accetta; ma lo scopo principale del regista e della produzione è quello di cavalcare l’onda lunga dei film erotici che tanto in voga sono nel 1972 e in quest’ottica il film qualcosa rende, anche se va detto che per fortuna si tratta quasi sempre di scenette sexy non particolarmente volgari.
Il resto del film è purtroppo abbastanza desolante, fatti salvi i posti in cui è girato e le scenografie usate, che quantomeno rendono il film sufficientemente dignitoso.
La storia di per se poteva avere un andamento migliore, mentre invece il regista romano punta tutto su gag poco divertenti, con dialoghi che non sono nemmeno surreali ma abbastanza scadenti.

Poppea 6

Poppea 7
Nel cast finiscono inopinatamente attori come Vittorio Caprioli, francamente imbarazzato (sopratutto imbarazzante) nel ruolo di un Nerone matto come un cavallo ed effeminato in modo esageratamente esasperato;anche la Benussi appare a disagio, però si spoglia e quindi permette al film di attirare l’attenzione di quel pubblico che tanto l’adorava.Nel cast, in ruoli marginali, figurano anche Howard Ross nel ruolo di Tigellino, la bellissima Eva Czemerys nel ruolo della sacerdotessa Cappadocia che sta in scena pochi minuti e infine Don Backy e Peter Landers nel ruolo di Otone e Savio.
Il primo fa quello che gli viene chiesto, replicando in qualche modo il ruolo del vagabondo interpretato in Elena si…ma di troia mentre il secondo è davvero poca cosa in tutti i sensi.
Poppea … una prostituta al servizio dell’impero è un film di facile reperibilità, anche in streaming in una versione ripresa dalla proiezione tv di qualche tempo fa ad opera della defunta Odeon Tv.

Poppea 8

Poppea, una prostituta al servizio dell’impero
Un film di Alfonso Brescia. Con Don Backy, Femi Benussi, Linda Sini, Peter Landers,Vittorio Caprioli, Andrea Scotti, Giancarlo Badessi, Esmeralda Barros, Carla Mancini, Eva Czemerys Commedia, durata 93 min. – Italia 1972.

Poppea banner gallery

Poppea 9

Poppea 10

Poppea 11

Poppea 12

Poppea 13

Poppea 14

Poppea 15

Poppea 17

Poppea banner personaggi

Don Backy: Otone
Femi Benussi: Poppea
Piero Scheggi: Savio
Linda Sini: Agrippina
Eva Czemerys: Vergine di Cappadocia
Esmeralda Barros: Tortilla
Renato Rossini: Tigellino
Vittorio Caprioli: Nerone

Poppea banner cast

Regia Alfonso Brescia
Soggetto Mario Amendola
Sceneggiatura Vittorio Vighi, Alfonso Brescia, Mario Amendola
Casa di produzione Luis Film
Fotografia Franco Villa
Montaggio Vincenzo Vanni
Musiche Carlo Savina
Scenografia Francesco Calabrese
Costumi Mimmo Scavia

Poppea banner recensioni

L’opinione di Undjing tratta dal sito http://www.davinotti.com

E chi poteva essere la “prostituta” al servizio dell’Impero se non la prolifica (quanto bella e brava, per inciso) Femi Benussi? La briccona imperatrice ha un trascorso non proprio nobile, affiancato a quello della “vergine di Cappadocia” (Eva Czemerys). Due soldati al servizio di Nerone ricordano i precedenti di Poppea, molto più estroversa in (s)veste di donna che nei (pochi) panni di moglie. Al di là delle buone premesse, il divertimento risiede in altri lidi, al pari dell’erotismo; né funziona l’ibridazione “boccaccesca” con il peplum.

L’opinione di sasso 67 tratta dal sito http://www.filmtv.it

Brutto film, del filone Satyricon, molto in voga tra fine anni sessanta e primi anni settanta, in seguito al famoso film di Fellini. Uno degli eroi di questo filone fu Don Backy, già cantante di un certo successo negli anni sessanta. Grazie al suo fisico segaligno, riusciva a bene interpretare questa specie di picari che si muovevano nel mondo romano o medievale (ricordiamo Don Backy nel film “Una cavalla tutta nuda”, del filone decamerotico). Questo film è veramente insignificante, con un coprotagonista, brutta copia di Bud Spencer, che parla con un assurdo accento umbro-marchigiano, mentre i soldati romani parlano come i burinacci dei nostri giorni. C’è qualche ragazza formosa che si spoglia (Benussi, Czemerys, Barros ed altre) e si lascia andare a scene più spinte della media del genere, ma l’unico vero motivo d’interesse è Vittorio Caprioli che interpreta Nerone, ispirandosi senza troppi complessi a Petrolini.

Poppea locandina 1

Poppea foto 4

Poppea foto 3

Poppea foto 2

Poppea foto 1

Poppea 16

 

Filmscoop è su Facebook:per richiedere l’amicizia:

https://www.facebook.com/filmscoopwordpress.paultemplar

2013-06-15_115611

giugno 15, 2013 Posted by | Erotico | , , | Lascia un commento

L’arma,l’ora,il movente

L'arma l'ora il movente locandona

Il piccolo Ferruccio, orfano di genitori e “adottato” da un convento femminile, assiste non visto all’omicidio di un prete, Don Giorgio.
Il prelato, un insegnante di musica presso il convento, aveva una vita privata assolutamente non consona ai voti presi: era stato infatti l’amante di Orchidea (protettrice del piccolo Ferruccio) e in seguito di Giulia, subito dopo aver troncato la sua relazione con Orchidea.
Le indagini vengono affidate al commissario Boito, che indagando, scopre i legami proibiti tra il parroco e le due donne ma sospetta del sagrestano di don Giorgio, che aveva avuto dei trascorsi in galera.

L'arma l'ora e il movente 3

L'arma l'ora e il movente 15

Caduta la pista, il commissario indirizza i suoi sospetti sul marito di Orchidea, ma nel frattempo a morire sotto le mani del misterioso assassino è Giulia, uccisa in pieno giorno nel parco del convento.
Il marito di Orchidea muore apparentemente suicida, il che per Boito equivale ad una sorta di confessione; così il commissario decide di chiudere il caso.
Avendo intrecciato una relazione sentimentale proprio con Orchidea, si appresta a sposarla, ma durante la cerimonia religiosa accade che….

L'arma l'ora e il movente 1

L'arma l'ora e il movente 2

L’arma, l’ora, il movente è un thriller convenzionale girato da Francesco Mazzei nel 1972, su sceneggiatura dello stesso regista e di Mario Bianchi e Vinicio Marinucci: uno dei tantissimi thriller della produzione iniziale dei primi anni settanta, i più fortunati per questo genere, lanciato da registi come Fulci e Bava ma sopratutto nati sull’onda dello straordinario successo di L’uccello dalle piume di cristallo, primo thriller di Dario Argento.
Un film demolito dalla critica e da buona parte degli spettatori, che pure così malvagio non è.
Se la trama non è certamente nuova e il finale non riserva particolari sorprese perchè lo spettatore più attento ha già identificato il colpevole, L’arma,l’ora il movente si guarda comunque con interesse, perchè il film ha un minimo di suspence e sopratutto perchè Mazzei fa onestamente il suo mestiere.

L'arma l'ora e il movente 4

Il cast recita decentemente e sorprende trovare Renzo Montagnani in una parte “seria”, così lontana da quelle che saranno il suo trademark, ovvero il comico sornione protagonista di tante commedie sexy o del filone della commedia all’italiana.
La simpatia naturale che il compianto Renzo ispira fa dimenticare alcune lacune dell’attore, che anche quando recita seriamente non rinuncia mai veramente a gigioneggiare e a mettere la sua caratteristica ironia nel personaggio interpretato.

L'arma l'ora e il movente 7

Nel cast figura anche Bedy Moratti (figlia del petroliere e sorella dell’attuale presidente dell’Inter Angelo), al suo primo vero film da protagonista, così come presente è anche un’altra compianta attrice specializzata in ruoli secondari, Eva Czemerys. Bravo il piccolo Arturo Trina, che interpreta il personaggio chiave della storia ovvero il piccolo Ferruccio.
Il prete “playboy”, Don Giorgio, è interpretato con moderazione da Maurizio Bonuglia.
Tutto sommato, con scarso materiale tecnico e con un budget stringatissimo, Mazzei tira fuori un’opera che non delude totalmente.

L'arma l'ora e il movente 10

Certo, il plot inizale è quello che è e il regista maschera qualche incertezza della sceneggiatura ricorrendo ad un espediente che sarà il più utilizzato negli anni a venire, ovvero inserire quà e là qualche nudo anche abbastanza osè delle due protagoniste.
Un film diventato, con il passare degli anni, un autentico mistero: chi è riuscito a vederlo lo ha fatto o al cinema o in qualche edizione riversata su vecchie VHS, in quanto non è stato praticamente mai riproposto dalle tv private ne risulta a tutt’oggi editato in Dvd.
Come noterete dai fotogrammi che ho scelto per illustrare il film, essi risultano quasi gialli e sbiaditi, per colpa della bassa risoluzione usata per il riversaggio in VHS.
Se riuscite a trovarlo in qualche modo, guardatelo: non è certo un film rappresentativo di un’epoca ma ha qualche freccia al suo arco.

Aggiornamento

Il film è disponibile su You tube, in versione completa all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=ftlbXZs_3-o

L'arma l'ora e il movente 5

L’arma, l’ora, il movente ,un film di Francesco Mazzei. Con Renzo Montagnani, Bedy Moratti, Eva Czemerys, Arnaldo Bellofiore,Adolfo Belletti, Salvatore Puntillo
Giallo, durata 105 min. – Italia 1972.

L'arma l'ora il movente banner gallery

L'arma l'ora e il movente 6

L'arma l'ora e il movente 9

L'arma l'ora e il movente 11

L'arma l'ora e il movente 13

L'arma l'ora e il movente 14

L'arma l'ora il movente 1

L'arma l'ora il movente banner personaggi

Renzo Montagnani     …     Commissario Franco Boito
Bedy Moratti         …     Orchidea Durantini
Eva Czemerys          …     Giulia Pisani
Salvatore Puntillo          …     Moriconi
Claudia Gravy         …     Suor Tarquinia
Arturo Trina          …     Ferruccio
Anselmo Barsetti         … Il sacrestano
Maurizio Bonuglia          … Don Giorgio
Gina Mascetti         … La madre superiora    

L'arma l'ora il movente banner cast

Regia: Francesco Mazzei
Sceneggiatura: Francesco Mazzei, Bruno Di Geronimo, Vinicio Marinucci, Mario Bianchi
Fotografia: Giovanni Ciarlo
Montaggio: Alberto Gallitti
Musiche: Francesco De Masi
Produzione: Julia Roma
Distribuzione: Panta

luglio 19, 2011 Posted by | Thriller | , , , | Lascia un commento

L’assassino ha riservato nove poltrone

L'assassino ha riservato 9 poltrone locandine

Nove persone e una decima che si nasconde nell’ombra di un  teatro, all’apparenza vuoto, di proprietà di uno dei 9.
Patrick Devenant invita otto suoi amici (ma il termine è decisamente eccessivo) a trascorrere una serata in un suo teatro, completamente vuoto.
Così i 9 arrivano a destinazione; immediatamente ci si rende conto che tra di essi non regna l’armonia, anzi.
Sembrano esserci antipatie e anche odio, oltre ad asti dovuti a svariati motivi.

L'assassino ha riservato 9 poltrone 2

L'assassino ha riservato 9 poltrone 1

Cè’ Patrick che ha una relazione con Vivian, Rebecca Davenant che ha una relazione lesbica con Doris, Lynn Davenant con Duncan Foster, c’è Kim che ha una relazione con Russell e infine c’è Albert; un gruppo assolutamente eterogeneo di persone, che ben presto però verrà coinvolto in una spirale di morte.
La prima a cadere è la giovane Kim, uccisa mentre recita davanti al gruppo; subito dopo tocca a Doris, schiacciata tra due pesanti porte.

L'assassino ha riservato 9 poltrone 3

Paola Senatore

L'assassino ha riservato 9 poltrone 4

E’ poi la volta di Rebecca, straziata a pugnalate e corcefissa, poi toccherà a Russell, impiccato…..
Uno dopo l’altro gli sventurati ospiti di Davenant cadono vittime del misterioso assassino; dal teatro non è possibile uscire in alcun modo, perchè l’assassino ha inchiodato le porte.
Riuscirà qualcuno a sopravvivere?
L’assassino ha riservato nove poltrone , film del 1974 diretto da Giuseppe Bennati su sceneggiatura dello stesso unitamente a Paolo Levi è un thriller con connotazioni soprannaturali.
Un film decisamente in tono minore, sopratutto per lo stanco espediente di ricalcare per l’ennesima volta la trama di 10 piccoli indiani della Christie e sopratutto penalizzato da una sceneggiatura assolutamente ostica, in cui è difficile districarsi nonostante il finale in qualche modo cerchi di spiegare ciò a cui abbiamo assistito.

L'assassino ha riservato 9 poltrone 10
Cris Avram (Patrick)

La lunga teoria di morti non da tensione al film, che appare molto slegato; tuttavia l’efferatezza delle scene rende quanto meno poco soporifero il film, afflitto da ua cronica mancanza di tensione.
Tra un morto ammazzato e l’altro troppe pause, che il regista cerca di colorare di sexy mostrando le varie protagoniste in abiti succinti, risparmiando solo la Schiaffino.
Eros e tanatos, quindi, presenti in ogni buon thriller anni settanta ma in un amalgama davvero imperfetto.

L'assassino ha riservato 9 poltrone 7
Paola Senatore è Lynn

Poca colpa va attribuita agli attori, che appaiono spaesati più dal dover recitare in un luogo vuoto in cui non è presente una minaccia visibile (l’assassino sembra un’ombra dell’aldilà, cosa che rende ancor più increibile il film) che per colpe specifiche o mancanze proprie.
Nel cast c’è Eva Czemerys, che interpreta Rebecca, alle prese con una relazione lesbica con Dorys, interpretata da Lucrezia Love; se la prima mostra qualche imperfezione recitativa, la seconda appare davvero svagata e fuori parte.
C’è ancora la bella Janet Agren, nei panni di Kim, la prima a morire ammazzata quindi poco giudicabile nel complesso; cè la bella Rosanna Schiaffino, che interpreta Vivian, l’unica delle protagoniste femminili a restare abbottonata e con i vestiti ben calzati addosso.
C’è Paola Senatore, che quanto meno si fa perdonare per la sua bellezza esplosiva e generosamente mostrata, che intepreta una stravagante Lynn, donna dagli ambigui costumi; tra gli uomini vanno segnalati Howard Ross (Russell) e Cris Avram (Patrick), che fanno la loro parte con relativa sufficienza.

L'assassino ha riservato 9 poltrone 5

Lucretia Love

L'assassino ha riservato 9 poltrone 6

Janet Agren

Quello che disturba principalmente, nel film, è l’isterismo di cui sembra preda il cast femminile, costretto a usare grida e espressioni di paura per sopperire alla assoluta mancanza di tensione nel film, che alla fine risulta essere l’arma in meno dello stesso.
Un thriller decisamente mediocre, mal diretto e poco attraente.

 

L’assassino ha riservato nove poltrone ,un film di Giuseppe Bennati. Con Rosanna Schiaffino, Lucretia Love, Howard Ross, Andrea Scotti, Chris Avram, Janet Agren, Paola Senatore, Eva Czemerys,Gaetano Russo
Giallo, durata 92 min. – Italia 1974.

L'assassino ha riservato 9 poltrone banner gallery

L'assassino ha riservato 9 poltrone 8

Janet Agren e Lucretia Love

L'assassino ha riservato 9 poltrone 9

Howard Ross e Rosanna Schiaffino

L'assassino ha riservato 9 poltrone 11

Eva Czemerys

L'assassino ha riservato 9 poltrone 12

L'assassino ha riservato 9 poltrone 13

L'assassino ha riservato 9 poltrone 14

L'assassino ha riservato 9 poltrone 15

L'assassino ha riservato 9 poltrone 16

L'assassino ha riservato 9 poltrone 17

L'assassino ha riservato 9 poltrone 18

L'assassino ha riservato 9 poltrone 19

L'assassino ha riservato 9 poltrone 20

L'assassino ha riservato 9 poltrone banner

L'assassino ha riservato 9 poltrone banner personaggi

Rosanna Schiaffino     …     Vivian
Chris Avram    …     Patrick Davenant
Eva Czemerys    …     Rebecca Davenant
Lucretia Love    …     Doris
Paola Senatore    …     Lynn Davenant
Gaetano Russo    …     Duncan Foster
Andrea Scotti    …     Albert
Eduardo Filipone    …     L’assassino misterioso
Luigi Antonio Guerra    …     Caretaker (credit only)
Renato Rossini    …     Russell (come Howard Ross)
Janet Agren    …     Kim

L'assassino ha riservato 9 poltrone banner cast

Regia di Giuseppe Bennati
Prodotto da Dario Rossini
Sceneggiato da Giuseppe Bennati,Paolo Levi
Musiche di Carlo Savina
Editing di Luciano Anconetani

L'assassino ha riservato 9 poltrone banner filmscoop 2

“L’intreccio narrativo è poca cosa, trattandosi dell’ennesima versione di “Dieci piccoli indiani” adagiata all’interno di un teatro frequentato da gente non proprio esemplare e – come morale “horror” vuole – passabile pertanto di punizione. Ma il folto gineceo femminile attira l’attenzione e dona un plus all’estetica del film: dei gialli questo è forse l’unico esemplare che raduna siffatte bellezze. Né è parco di delitti, prospettati in maniera assai feroce ed intervallati a sequenze d’erotismo (per l’epoca) spinto. Thrillerotico

Interessante pellicola, che incomincia come un classico giallo gotico, incrociato con “Dieci Piccoli Indiani”, ma che presto vira verso il fantastico e il mystery-tale, con risulati originali e border-line. Memorabili gli omicidi, tutti efferati, e il finale nei sotterranei del lugubre teatro.

Partendo da una situazione trita e ritrita (alcune persone che restano intrappolate in luogo chiuso e cominciamo a morire una dopo l’altra sotto i colpi di una mano misteriosa), il regista Bennati è incerto su quale strada prendere e dà così vita ad un film debolissimo e noioso, che si trascina avanti tra situazione viste e riviste, fino ad arrivare ad uno sconcertante finale, che lascia più che interdetti per la sua inconcludenza.

Spesso sottovalutato, è invece uno dei migliori gialli ambientati in luoghi chiusi che io abbia mai visto, che può contare su un nutrito cast di buoni attori (Avram, Ross) e alcune delle migliori bellezze femminili del nostro cinema (Agren, Senatore, Czemerys, Love), che però si spogliano moderatamente. L’atmosfera è assicurata dall’ambientazione nel vecchio teatro e dalle musiche di Carlo Savina (parzialmente riprese da Contronatura). Coraggioso e riuscito lo svolgimento finale.

Buon giallo di vecchio stampo. Lento quanto basta, come deve essere un giallo doc, gode dell’ottima ambientazione teatrale, decisamente efficace e a tratti claustrofobica. L’effetto “siamo in trappola e non ci sono vie di uscita” è formidabile e funzionale al racconto. Rivisto oggi è un film piuttosto invecchiato, forse destinato solo agli aficionados del cinema settantiano italico, ma d’altronde chi altri può avere il desiderio di rivedere questo film?

Grande, grandissimo giallone anomalo e suggestivo. Unica pecca: il ritmo non altissimo e qualche momento di noia (caratteristica quasi insita nel genere!). Per il resto solo cose positive: l’atmosfera malsana, il riuscito incipit di cui avevo letto su Nocturno, l’inquietante maschera dell’assassino, la brutalità degli omicidi. Eppoi il finale, che proprio nel suo crossover di generi (dal thriller al gotico nel breve volgere di una sequenza, come se gli attori, scendendo nei sotteranei, entrassero in un altro film) riesce a spiazzare lo spettatore. Sorprendente.

Interessante anche se molto tardivo rispetto al suo genere, molto più in voga nel decennio precedente. La presenza di Janet Agren e il duo lesbico Czemerys-Love giustificano appieno il ritardo. Non mancano la suspense e neppure le disinibizioni erotiche, almeno a livello concettuale. Una claustrofobia poetica, non fastidiosa e ossessiva. Siamo lontani dai thriller più lugubri di altri registi contemporanei, ma merita di essere visto.

Curiosa ambientazione teatrale, che ispirerà altri registi in seguito. Il film mescola il giallo classico (alla Dieci piccoli indiani) con i toni più maliziosi e violenti del thrilling all’italiana. Come spesso accade in questo tipo di cinema, la regia interrompe la narrazione per indugiare (piacevolmente) sulle grazie femminili, raffreddando però il phatos del racconto. Gli attori se la cavano e l’assassino è molto fantasma del palcoscenico”


L'assassino ha riservato 9 poltrone banner filmscoop

agosto 2, 2010 Posted by | Thriller | , , , , , , , , | Lascia un commento

Bella di giorno, moglie di notte

Bella di giorno moglie di notte locandina 1

Un uomo viene ucciso a colpi di pistola in un locale: a sparare è stata una donna, che viene arrestata senza fare alcuna resistenza. Viene tradotta in commissariato, e mentre attende l’arrivo degli inquirenti, pensa a come è arrivata all’insano gesto. Paola, bella e seducente moglie di Giorgio, pubblicitario in difficoltà con il suo lavoro, è innamorata di suo marito.

Bella di giorno moglie di notte 6
Eva Czemerys

Bella di giorno moglie di notte 12

Così, quando si rende conto che il menage familiare senza il suo contributo economico non può continuare a lungo, decide di lavorare anche per poter dare una mano a Giorgio nel suo lavoro. Trova così un’occupazione nella galleria d’arte di Anna, un’ambigua e ricca mercante d’arte, che le dimostra subito simpatia. Ma i soldi che Paola guadagna non bastano per comprare abiti, per organizzare cene che siano d’aiuto al marito; così la donna accetta l’offerta della mercante di soldi in prestito, con i quali comprare le cose necessarie.

Bella di giorno moglie di notte 11

Ben presto Paola si ritrova a dovere più soldi di quelli che guadagna; così, confidatasi con Anna, ne riceve in cambio il subdolo suggerimento di accettare per denaro la compagnia di maturi o ricchi professionisti. Messa alle strette, Paola accetta: comincia così un periodo in cui la donna si trova a dover prostituirsi con uomini che mostrano il peggio della loro natura; Paola va con giovani e ricchi, con viziosi che la vogliono fotografare o con sadici pervertiti, scendendo sempre più i gradini dell’abiezione.

Bella di giorno moglie di notte 10

Ma il lato positivo è rappresentato dalle grosse somme che la donna riesce a guadagnare; Paola regge fino al giorno in cui si rende conto che non solo il marito era al corrente della sua doppia vita di bella di giorno e moglie di notte, ma che ci speculava su, trattandola ne più ne meno come un pappa con la sua protetta. Così, una sera, stanca di quella vita miserabile, Paola spara al marito……

Bella di giorno moglie di notte 9

Dramma cupo e ben diretto da Nello Rossati, Bella di giorno moglie di notte si lascia guardare ben volentieri; merito di una regia sicura e asciutta, aiutata senza dubbio dalla grande prova di Eva Czemerys, che intepreta perfettamente Paola, dando al suo personaggio un sapore dolente, sofferto. Bene anche Nino Castelnuovo, abile nel definre il personaggio di Giorgio con le caratteristiche dell’antipatia viscerale per un uomo non dissimile da un pappa. Film da rivalutare, anche se purtroppo di difficilissima reperibilità; le immagini che compaiono sono frutto di una paziente ricostruzione da una vecchia Vhs.

Bella di giorno moglie di notte 8

Bella di giorno moglie di notte 7

Bella di giorno moglie di notte, un film di Nello Rossati, con Lee Banner, Ennio Biasciucci, Nino Castelnuovo, Fernando Cerulli, Eva Czemerys, Vincenzo Liberti, Carla Mancini, Franco Marletta, Anna Miserocchi, Renato Panciroli Drammatico, Italia 1971

Bella di giorno moglie di notte 5

Bella di giorno moglie di notte 4

Bella di giorno moglie di notte 3

Bella di giorno moglie di notte 2

Bella di giorno moglie di notte 1

Bella di giorno moglie di notte 13

Bella di giorno moglie di notte 14

Bella di giorno moglie di notte 16

Bella di giorno moglie di notte 17

Bella di giorno moglie di notte 18

Eva Czemerys … Paola Nino Castelnuovo

Giorgio Giulio Baraghini … Marcello

Enzo Liberti … Commissario

Fernando Cerulli … Poliziotto

Renato Pinciroli … Giudice

Carla Mancini … Cameriera

Franco Marletta … amico di Giorgio

Pietro Torrisi … Maciste

Anna Miserocchi Anna

Regia: Nello Rossati
Sceneggiatura:Nello Rossati e Tiziano Longo
Musiche:Gianfranco Plenizio
Fotografia:Franco Delli Colli
Montaggio:Mauro Bonanni
Set Decoration:Toni Rossati
Costumi:Toni Rossati

Bella di giorno moglie di notte foto z

Bella di giorno moglie di notte foto q

Bella di giorno moglie di notte foto s

Bella di giorno moglie di notte foto t

Bella di giorno moglie di notte foto u

Bella di giorno moglie di notte foto v

Bella di giorno moglie di notte foto w

Bella di giorno moglie di notte foto x

bella-di-giorno-moglie-di-notte-2

bella-di-giorno-moglie-di-notte

Bella di giorno moglie di notte locandina flano

Bella di giorno moglie di notte locandina 2

Bella di giorno moglie di notte foto 8

Bella di giorno moglie di notte foto 7

Bella di giorno moglie di notte foto 6

Bella di giorno moglie di notte foto 5

Bella di giorno moglie di notte foto 4

Bella di giorno moglie di notte foto 3

Bella di giorno moglie di notte foto 2

Bella di giorno moglie di notte foto 1

Bella di giorno moglie di notte locandina lc1

ottobre 30, 2009 Posted by | Drammatico, Erotico | , , | 3 commenti

Eva Czemerys

Eva Czemerys foto

Una biografia, quella di Eva Czemerys, per forza di cose incompleta, almeno nei suoi dati essenziali riguardanti la vita prima dell’esordio cinematografico avvenuto nel 1971; non esistono, nella rete, dati anagrafici oltre la località di nascita, Monaco. Non si sa la data, presumibilmente comunque dopo il 1950; il mensile Nocturno parla di origini cecoslovacche, probabilmente in base al cognome. Eva Czemerys,bellezza molto mediterranea, alta, capelli scuri, fisico asciutto, esordisce sullo schermo nel 1971,nel film Bella di giorno moglie di notte, per la regia del compianto Nello Rossati, interpretando immediatamente una parte da protagonista, quella di Paola, moglie di un designer pubblicitario che uccide il marito per averla fatta prostituire.

Eva Czemerys All'onorevole piacciono le donne
La bella Eva in All’onorevole piacciono le donne, nella parte del sogno erotico di Puppis

Eva Czemerys Diario di un carcere
Con Anita Strindberg in Diario segreto di un carcere femminile

Un esordio di buon livello, che le vale la scrittura per il film La gatta in calore, che ad onta del suo titolo malizioso, non è un film sexy ma un thriller; a dirigerla è nuovamente Nello Rossati, lei interpreta Anna, moglie trascurata di Antonio, che avrà una relazione pericolosa con un pittore drogato e hippy. Curiosamente, pur avendo esordito come prima attrice, e dopo due buone prove pur in film non eccelsi, Eva non sfonda. nel 1972 ha solo un piccolo ruolo in All’onorevole piacciono le donne (Nonostante le apparenze… e purché la nazione non lo sappia), film molto sottovalutato di Lucio Fulci, graffiante commedia sui vizi di un politico perdutamente attratto dalle donne.

Eva Czemerys La gatta in calore
La gatta in calore

Eva Czemerys L'arma l'ora il movente
L’arma, l’ora e il movente

Nello stesso anno interpreta un ruolo di contorno nel film Poppea… una prostituta al servizio dell’impero, al fianco della giovane Femi Benussi e con il cantante- attore Don Backy; il film, diretto da Alfonso Brescia, ottiene un qualche successo di pubblico, pur essendo un sottoprodotto della commedia sexy. Nel film Eva è una vergine concupita dall’imperatore; curiosamente, nonostante le buone prove offerte, la Czemerys resta rilegata in parti secondarie, come nel successivo film di Bergonzelli,Cristiana monaca indemoniata, sempre del 1972, nel quale è la madre dela protagonista, la monaca Cristiana, interpretata dalla sconosciuta Toti Achilli.

Eva Czemerys L'assassino ha riservato 9 poltrone

Eva Czemerys L'assassino ha riservato 9 poltrone,2

Eva Czemerys in due scene tratte da L’assassino ha riservato 9 poltrone

Ancora un ruolo marginale nel successivo Una vita lunga un giorno, girato nel 1973 per la regia di Ferdinando Baldi,mentre torna in un ruolo di primo piano in L’arma, l’ora, il movente, di Francesco Mazzei, nel ruolo di Gulia, l’amante di un prete, uccisa poi da Orchidea, interpretata da Bedy Moratti. Sempre nel 1973 è nel cast di 24 ore… non un minuto di più, curioso prodotto realizzato da Franco Bottari, film che ruota attorno all’eccellente Riccardo Cucciolla;

Eva Czemerys Cristiana monaca indemoniata

Cristiana monaca indemoniata

sempre nel 1973 arriva un film della serie women in prison, quel Diario segreto da un carcere femminile, diretto da Rino De Silvestro, con un cast di bellezze, come Anita Strindberg,Jenny Tamburi, Cristina Gajoni, Gabriella Giorgelli, Bedy Moratti,

Eva Czemerys Una vita lunga un giorno 2

Una vita lunga un giorno

Continua a lavorare con buona lena, creandosi un suo pubblico di ammiratori: il film successivo la vede protagonista, il film è questa volta Sedicianni, di Tiziano Longo, girato nel 1974. La sua parte è quella di Mara, una donna che dopo il divorzio va a vivere con il suo nuovo amore portandosi dietro la figlia sedicenne, che la colpirà al cuore seducendo l’amante della madre. Ancora una volta si tratta di un prodotto di non eccelsa qualità, che la confina tra le interpreti minori, nonostante il suo indubbio carisma e le buone capacità.

Eva Czemerys Perchè si uccide un magistrato

Eva Czemerys Perchè si uccide un magistrato 2
Due fotogrammi tratti da Perchè si uccide un magistrato

Confermate, ancora una volta, dal ruolo di Sibilla, amante del giornalista Solaris in Perché si uccide un magistrato , ottimo film di Damiano Damiani, un thriller con connotazioni poliziesche.Il vero passo falso è Morbosità, film diretto da Luigi Russo sempre nel 1974; è un film scadente, con un cast striminzito, nel quale spicca, per modo di dire, Gianni Macchia. Un insuccesso che sembra non pesare, tant’è vero che ottiene la parte da protagonista in Il figlio della sepolta viva, diretto da Luciano Ercoli nel 1974; il suo ruolo è quello di Giovanna, duchessa di Cambise, una perfida donna che con un complotto si è impossessata di una contea.

Eva Czemerys La gatta in calore 2

La gatta in calore

L’assassino ha riservato nove poltrone, thriller di discreta fattura del 1974, diretto da Giuseppe Bennati, è la sua opera successiva; vi interpreta il ruolo di Rebecca, sorella di un nobile, che finirà uccisa per un’oscura maledizione. Nel 1974 lavora in Juegos de sociedad, dello spagnolo José Luis Merino, film che non dovrebbe mai essere uscito sul mercato italiano, e successivamente in Roma drogata: la polizia non può intervenire, di Lucio Marcaccini. E’ l’ultimo film degli anni settanta che interpreta, siamo nel 1975; la Czemerys sparisce letteralmente dallo schermo, per motivi assolutamente sconosciuti. Tonerà nel 1983 in due ruoli secondari; il primo in Fuga dal Bronx, di Enzo G. Castellari,

Eva Czemerys Sedicianni

Sedicianni

il secondo in Le feu sous la peau, letteralmente Il fuoco sotto la pelle, interpretato da attori di serie B e inedito in Italia. In pratica la sua carriera termina quì, e della bella Eva Czemerys si saprà soltanto del suo ritiro a vita privata. La bellissima attrice pare si sia dedicata da allora ad iniziative di beneficenza difendendo la sua privacy. La notizia della sua morte pare essere decisamente una leggenda metropolitana, come del resto potrete leggere nei commenti a questa breve biografia; suo marito ha smentito la notizia e la cosa ovviamente non può che fare piacere ai suoi numerosi ammiratori.

Un’attrice dotata, purtroppo poco sfruttata o impiegata per film di serie B, con qualche dovuta eccezione; un’attrice che era talmente riservata nella vita privata da non lasciare nemmeno a chi scrive una traccia di quello che l’ ha portata a scegliere di allontanarsi dal cinema.

Eva Czemerys Hoczeitsnacht report

Hoczeitsnacht report

Eva Czemerys Poppea
Poppea

Eva Czemerys Banner gallery

Eva Czemerys-Morbosità

Morbosità

Eva Czemerys-Il figlio della sepolta viva 2

Il figlio della sepolta viva

Eva Czemerys-Il calore sotto la pelle

Il calore sotto la pelle

Eva Czemerys Una vita lunga un giorno 1

Una vita lunga un giorno

Eva Czemerys Giochi di società

Giochi di società

Eva Czemerys Roma drogata

Roma drogata: la polizia non può intervenire

Eva Czemerys Hochzeitsnacht-Report

Hochzeitsnacht report

Eva Czemerys 24 ore... non un minuto di più

24 ore,non un minuto di più

Eva Czemerys Banner filmografia

 Il calore sotto la pelle 1985
Fuga dal Bronx 1983
Roma drogata: la polizia non può intervenire 1975
Perché si uccide un magistrato 1975
Giochi di società 1974
L’assassino ha riservato nove poltrone 1974
Il figlio della sepolta viva 1974
24 ore… non un minuto di più 1973
Una vita lunga un giorno 1973
Sedici anni 1973
Diario segreto da un carcere femminile 1973
La gatta in calore 1973
Cristiana monaca indemoniata 1972
L’arma, l’ora, il movente 1972
Poppea… una prostituta al servizio dell’impero 1972
Morbosità 1972
Hochzeitsnacht-Report 1972
All’onorevole piacciono le donne 1972
Bella di giorno moglie di notte 1971

agosto 24, 2009 Posted by | Biografie | | 16 commenti

Diario segreto di un carcere femminile

Diario segreto di un carcere locandina

Daniela Vinci, la donna di Tonino, un trafficante di droga, è arrestata e condotta in un carcere femminile: nell’auto sulla quale viaggiava sono stati trovati 20 kg di bicarbonato in luogo dei venti chili di eroina che doveva trasportare. In carcere la ragazza viene avvicinata da Lilly, che si spaccia per un’assistente sociale, detenuta per aver preso a sberle due agenti. In realtà la donna è figlia di Carmelo Musumeci, un grosso trafficante di droga, accusato proprio di aver fatto sparire i venti chili di eroina sostituendoli con il bicarbonato. l’uomo viene catturato da una banda rivale, e nel tentativo di fuggire,m uore precipitando da un’impalcatura.

Diario segreto di un carcere 1

Diario segreto di un carcere 2

La figlia, all’oscuro di tutto, vive con Daniela la dura realtà del carcere, fatta di umiliazioni e di vicinanza con donne incarcerate per vari reati: c’è Mammasantissima, lesbica e trafficona, che gestisce tutti i movimenti di merce all’interno del carcere, c’è Maria Goretti, una fervente religiosa che ha ucciso il suo violentatore, una piromane, una donna che nella vita civile faceva l’usuraia, una ninfomane e via dicendo.

Diario segreto da un carcere femminile 0

Diario segreto da un carcere femminile 1

Un campionario di società trasferito all’interno di un carcere in cui le condizioni di vita sono molto dure. La povera Daniela, assolutamente all’oscuro dei traffici del suo uomo, viene perseguitata dalle sorveglianti e brutalmente pestata da altre detenute, chiaramente istruite dall’esterno, fino ad essere avvelenata, dopo aver involontariamente fornito a Lilly la giusta traccia. Lilly,

Diario segreto da un carcere femminile 2

Diario segreto da un carcere femminile 3

Diario segreto di un carcere 15

Diario segreto di un carcere 23

Le detenute sotto la doccia

che è in carcere sotto copertura, rivela al commissario incaricato delle indagini ciò che ha scoperto, e con lui, dopo essere stata scarcerata, si dirige verso il luogo dove la droga è realmente nascosta. Ma dall’interno del carcere arrivano le contromosse: Daniela muore in seguito all’avvelenamento, e il direttore del carcere, complice della banda rivale di Musumeci, manda una squadra di killer incontro al commissario e Lilly, che moriranno precipitando con l’auto dentro un burrone  a strapiombo sul mare.

Diario segreto di un carcere 4

Diario segreto di un carcere 5

Diario segreto di un carcere femminile, film del 1973, diretto da Rino De Silvestro, è un woman in prison abbastanza anomalo; in primis perchè ha una trama nemmeno tanto mal orchestrata, poi per l’assenza delle solite scene saffiche qui veramente limitate al massimo, nonostante la presenza di un cast femminile in cui le bellezze non mancano di certo, a cominciare da Jenny Tamburi, la sfortunata Daniela, proseguendo poi con Anita Strindberg, che interpreta Lilly, con Eva Czemerys che interpreta Mammasantissima, Valeria Fabrizi, nel ruolo della ninfomane, Olga Bisera in quello della sorvegliante,

Diario segreto di un carcere 6

Gabriella Giorgelli in quello dell’usuraia e infine Bedy Moratti in quello della piromane. L’unico ruolo maschile di rilievo lo interpreta Massimo Serato, il direttore del carcere collso con i mafiosi. Un film che spazia in qualche modo oltre i rigidi confini che diverranno l’ambito del genere donne in prigione, rivelandosi alla fine abbastanza gradevole, con una trama credibile e buone interpretazioni, oltre al belvedere offerto dai corpi delle attrici impegnate nelle immancabili docce. Tutto molto castigato per altro, senza le solite morbosità tipiche di tanti altri epigoni del genere.

Diario segreto di un carcere 7

Diario segreto di un carcere femminile, un film di Rino De Silvestro, con Anita Strindberg, Bedy Moratti, Carlo Gentili, Cristina Gajoni, Elisa Mainardi, Eva Czemerys, Franco Fantasia, Gabriella Giorgelli, Jane Avril, Jenny Tamburi, Massimo Serato, Olga Bisera, Roger Browne, Rosita Torosh, Umberto Raiho, Valeria Fabrizi,Drammatico 92 minuti, Italia 1974

Diario segreto di un carcere banner protagonisti

Anita Strindberg -Hilda
Eva Czemerys – Mammasantissima
Jenny Tamburi – Daniela Vinci
Cristina Gaioni – La prigioniera religiosa
Bedy Moratti – La prigioniera piromane
Umberto Raho – Avvocato di Daniela
Massimo Serato – Direttore
Elisa Mainardi – Prigioniera
Franco Fantasia- Capo ispettore
Olga Bisera – Gerda, il capo dei secondini
Valeria Fabrizi – Prigioniera napoletana
Paola Senatore – Musumeci
Roger Browne – Ispettore Weil
Rosita Torosh – Una prigioniera


Diario segreto di un carcere banner cast

Regia: Rino Di Silvestro
Prodotto da Giuliano Anellucci , Terry Levene
Musiche: Franco Bixio
Editing: Angelo Curi

Diario segreto di un carcere banner gallery

Diario segreto di un carcere 9

Diario segreto di un carcere 10

Diario segreto di un carcere 16

Diario segreto di un carcere 18

Diario segreto di un carcere 19

Diario segreto di un carcere 20

Diario segreto da un carcere femminile 6

Diario segreto da un carcere femminile 7

Diario segreto da un carcere femminile 8

Diario segreto da un carcere femminile 9

Diario segreto da un carcere femminile 10

Diario segreto da un carcere femminile 11

Diario segreto da un carcere femminile 12

Diario segreto da un carcere femminile 13

Diario segreto da un carcere femminile 14

Diario segreto da un carcere femminile 15

Diario segreto da un carcere femminile 16

Diario segreto da un carcere femminile 17

Diario segreto da un carcere femminile 18

Diario segreto da un carcere femminile 19

Diario segreto da un carcere femminile 20

Diario segreto di un carcere banner recensioni

Le recensioni qui sotto appartengono al sito http://www.davinotti.com

TUTTI I DIRITTI RISERVATI


Ragazza si lascia internare in un carcere alla ricerca di prove che possano scagionare il padre dall’accusa (pilotata) che lo addita quale narcotrafficante; vivrà, da coàtta, esperienze inimmaginabili, condivise suo malgrado assieme alle altre compagne: punizioni corporali, rapporti saffici e umilianti perquisizioni “intime”. In realtà il complotto è guidato dal direttore del carcere. Apripista italiano del famigerato -non meno dell’Eros-Svastika, genere affrontato in seguito dal regista- W.I.P., il film affronta in maniera determinata e con un valido cast il tema della violenza al femminile.

Una strada al maschile (il regolamento di conti tra criminali, le indagini della polizia) e una al femminile (le detenute), dapprima parallele, si avvicinano progressivamente fino a ricongiungersi. Naturale che ’attenzione sia tutta per la variegata (nonché denudata) manovalanza muliebre: la vittima Tamburi, l’infiltrata Strindberg, la mafiosa Czemerys e la sua gelosa amichetta Senatore, la pia Gajoni, la piromane Moratti, le ruspanti Giorgelli e Mongardini, la guardiana Bisera, la ninfomane Fabrizi.

Un film né carne né pesce, a metà tra il poliziesco di maniera e un wip piuttosto blando. Un carico di droga scompare e il boss tampina chi è rimasto in libertà e chi è finita in galera (la compagna del corriere). La trama poliziesca è diluita e scontata, il carcerario finisce a tarallucci e vino. Tra le detenute segnalo la Bedy Moratti ascetica piromane, la Giorgelli bolognese caciarona e soprattutto Olga Bisera la gelida capo-guardie che interpreterà nel 1977 un James Bond (tra l’altro è l’unica a non “svelarsi”..).

Uno dei pochi “Donne In Prigione” che si possa guardare. Scene erotiche al minimo, attrici diciamo “serie” e un poco di trama (che nei film di questo tipo di solito latita); divertentissime le lotte innescate dalla detenuta burina. C’è anche un po’ di “poliziesco-mafia”… Guardabile.

Titolo completamente fuori luogo… Se solo azzardassimo un rapporto con Prigione di donne, questo film perderebbe 20 a 1. Banale la storia parallela della mafia, ridicolmente allo sbando infiltrazioni e complicità. C’è da dire che noi cinefili possiam dilettarci a vedere le nostre beniamine fare a botte, solo che le due protagoniste Strindberg e Tamburi son pessime, la Czemerys è già meglio, mentre al top sono la Moratti e soprattutto Valeria Fabrizi, in una rarissima interpretazione cinematografica. Va anche bene il finale.

Diario segreto di un carcere banner foto

Diario segreto di un carcere cineromanzo 2

Diario segreto di un carcere cineromanzo 1

Diario segreto da un carcere femminile locandina 1

Diario segreto da un carcere femminile locandina 2

Diario segreto da un carcere femminile locandina 3

Diario segreto da un carcere femminile locandina sound

agosto 11, 2009 Posted by | Drammatico | , , , , , , , , | Lascia un commento