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Ragionier Arturo De Fanti bancario precario

A 5 anni esatti dall’uscita di Fantozzi e a 4 da quella di Il secondo tragico Fantozzi Luciano Salce chiama ancora a se Paolo Villaggio per girare Ragionier Arturo De Fanti bancario precario, puntando anche su parte della allegra banda che aveva caratterizzato i due film dedicati al travet imbranato Ugo Fantozzi.
Ma la magia è presso che svanita,Salce non ha più la verve che lo aveva caratterizzato con opere Basta guardarla o L’anatra all’arancia,senza andare troppo a ritroso nel tempo e citare La voglia matta ecc.
Un film con tante ombre e poche luci, non tanto per la regia,in fondo attenta quanto per l’incapacità di portare il protagonista Villaggio fuori dal clichè fantozziano,che inutilmente l’attore genovese cerca di reprimere;ad una prima
parte tutto sommato godibile,ecco che Fantozzi sbuca fuori all’improvviso,rovinando quel poco di buono,quelle poche gag autenticamente divertenti che dovevano essere l’ossatura del film.


A guardarlo oggi,Ragionier De Fanti lascia più rimpianti per la scomparsa di molti validi comprimari del cinema italiano che per la sostanza della pellicola;sono scomparsi Vincenzo Crocitti e Gigi Reder,lo stesso Villaggio oltre a Salce,Ugo Bologna,Carlo Giuffrè e quest’anno anche Paolo Paoloni…

Il film è del 1980,anno che in teoria dovrebbe appartenere al decennio ottanta,ma che in pratica vive cinematograficamente degli ultimi fasti del decennio precedente,ormai consegnato alla storia con la sua aurea produzione,forse la più cospicua eredità cinematografica con quella del primo dopo guerra e del decennio sessanta.
E’ l’epoca del carovita,degli affitti impossibili,di una società che vuole sbarazzarsi degli anni di piombo ma ne ha ancora la pesante eredità e che si affaccia ancora timidamente al periodo della Milano da bere.
La storia raccontata ha uno schema semplicissimo:

i coniugi Arturo e Elena De Fanti,alle prese con la crisi economica,vivacchiano in attesa di un futuro migliore,assistiti dalla domestica Esmeralda che non lascia la casa un pò perchè avanza molte mensilità arretrate,molto perchè in fondo è affezionata
alla coppia,svolgendo un ruolo da chioccia assolutamente fondamentale.
I due coniugi hanno rispettivamente due amanti; lui ha una relazione con la bella Vanna,lei con il gestore di una palestra,Willy.
La soluzione che i due escogitano per risolvere parte delle grane economiche è geniale (forse):portare a casa i due e dividere spese di affitto e vitto.La soluzione si rivelerà fonte di una serie di equivoci e complicazioni,resa impossibile da gestire con l’arrivo dei rispettivi coniugi degli amanti.Alla fine tutto si sistemerà,con tanto di happy end riservato alla cameriera Esmeralda che,incinta,troverà due “nonni” disposti a tenerla con loro adottando anche il nascituro.

Trama labile e inconsistente quindi,giocata sulle gag e sugli equivoci.Che funzionano per metà film,il tempo esatto di capire l’andazzo e sopratutto per iniziare a provare un sottile malessere per un film senza un vero capo e con una coda da pochade di secondo ordine.
Non fosse per la presenza dei citati comprimari,ai quali vanno aggiunti la solita Mazzamauro (una volta tanto lontana dalla signorina Silvani),una statuaria,bella e altrettanto inespressiva Annamaria Rizzoli e una bellissima Catherine Spaak,forse la più brava di tutti che si produce in un nudo
all’epoca molto apprezzato,tenuto conto dei 35 anni che l’attrice aveva allora.Citazione anche per una bravissima Enrica Bonaccorti.
Il resto è davvero poca cosa;si sorride a tratti è vero,ma il film non lascia alcuna traccia.
Il film è disponibile su Dailymotion agli indirizzi https://www.dailymotion.com/video/x5el2xg e https://www.dailymotion.com/video/x5elwu3 in una versione però poco più che mediocre.

Rag. Arturo De Fanti, bancario precario

Un film di Luciano Salce. Con Paolo Villaggio, Catherine Spaak, Anna Maria Rizzoli, Anna Mazzamauro,Carlo Giuffrè, Enrica Bonaccorti, Gigi Reder, Ugo Bologna,Vincenzo Crocitti, Paolo Paoloni, Angelo Pellegrino Commedia, durata 92 min. – Italia 1980.

Paolo Villaggio: Rag. Arturo De Fanti
Catherine Spaak: Elena
Annamaria Rizzoli: Vanna
Enrica Bonaccorti: Smeralda
Gigi Reder: Willy
Anna Mazzamauro: Selvaggia
Carlo Giuffré: Libero Catena
Ugo Bologna: Morpurgo, il direttore di banca
Vincenzo Crocitti: Ciuffini, collega di Arturo
Paolo Paoloni: il contino, amante di Selvaggia
Angelo Pellegrino: un prete

Regia Luciano Salce
Soggetto Luciano Salce
Sceneggiatura Luciano Salce, Augusto Caminito, Ottavio Alessi
Casa di produzione Produzioni Atlas Consorziate
Distribuzione (Italia) P.A.C. Dif – Lineafilm
Fotografia Sergio Rubini
Montaggio Antonio Siciliano
Musiche Piero Piccioni

febbraio 6, 2019 Posted by | Commedia | , , , , , , , , , | 2 commenti

Beati i ricchi

Beati i ricchi locandina

Un contrabbandiere di sigarette e suo cognato vigile urbano; due personaggi del popolo, che sognano qualche lira in più e poco altro.
Geremia, il contrabbandiere, accetta più per fare un piacere ad Augusto, suo cognato, di far passare il confine italo svizzero ad un tipo misterioso che per tale “favore” sborsa un milione di lire.
Ma il tipo incappa in una squadra di finanzieri e si lascia prendere dal panico, sparando addosso ai militari; nel conflitto a fuoco che ne segue l’uomo resta ucciso.

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I due cognati scoprono così che l’uomo portava con se delle borse cariche di denaro, oltre due miliardi di lire.
Ovviamente decidono di tenerselo, senza sapere che i soldi appartengono ad un gruppo di notabili, fra i quali un industriale, un banchiere e il sindaco di un paese che avevano deciso di contrabbandare in una banca svizzera il frutto di attività illecite o poco pulite.
Quasi certi che gli autori della sparizione del denaro siano proprio Geremia e Augusto, gli uomini tentano in tutti i modi di riprendersi il malloppo, ma alla fine di alterne vicende, sarà Geremia a beffare tutti…
Beati i ricchi è un film del 1972, diretto da Salvatore Samperi che passa direttamente dal cinema dell’impegno con il quale aveva esordito con pellicole come Grazie zia, Cuore di mamma e Uccidete il vitello grasso e arrostitelo alla commedia all’italiana, dopo la discreta prova fornita con la commedia leggera Un’anguilla da trecento milioni.

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Per farlo sceglie una storia abbastanza lineare, sfruttando una sceneggiatura alla quale mette mano anche Aldo Lado; il risultato finale è una commedia garbata, dal ritmo discreto che riesce a strappare qualche risata anche se il tema dei vizietti del mondo borghese, dei suoi affari sporchi e di certi traffici illeciti del mondo industriale e politico potevano sicuramente essere stigmatizzati con più nerbo ed efficacia.
Samperi invece sceglie la strada più semplice, lasciando sullo sfondo la denuncia a favore della commedia, con esiti tutto sommato nemmeno disprezzabili, alla luce delle future regie del cineasta veneto, che l’anno successivo avrebbe diretto il cult Malizia.
Il film gioca le sue carte oltre che sulla storiella del malloppo del quale vengono in possesso i due cognati, sul contrasto fra le loro figure e marginalmente sullo sfondo dei tentativi dei tre notabili di recuperare il denaro perso inopinatamente.
geremia e Augusto appaiono sideralmente differenti come personalità;il primo è fondamentalmente onesto ma anche furbo, il secondo è vanaglorioso, pavido e al tempo stesso avido.

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Sarà davvero un miracolo quello che compirà Geremia, nonostante i tentativi dei tre di rientrare in possesso del denaro e la stupidità di suo cognato.
Quest’ultimo, infatti, si lascerà condizionare dai tre furfanti e tenterà di beffare Geremia che a sua volta, da uomo furbo e scaltro, dopo aver messo alla prova sia Augusto sia la ragazza che ama, scoprirà che è meglio non fidarsi di nessuno e ritornerà in Svizzera con il denaro che ha saggiamente nascosto non prima di un piccolo colpo di scena finale.
Una commedia leggera, senza grosse pretese, ma alla fine gustosa; grazie anche all’ottimo cast che Samperi allestisce per il film e grazie anche alla presenza di Lino Toffolo che riesce a rendere il personaggio dello scaltro Geremia al meglio delle sue capacità.

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Sempre a suo agio quando deve interpretare popolani e personaggi umili, Toffolo conquista lo spettatore con la sua enorme carica di simpatia.
Viceversa l’altro protagonista, Paolo Villaggio,non ancora diventato Fantozzi, personaggio con cui alla fine diverrà si famoso ma anche simbiotico al punto tale da essere indistinguibile dalla creatura di Salce, è decisamente su uno standard qualitativo meno apprezzabile, in virtù probabilmente dell’estrema antipatia che il personaggio di Augusto suscita.
Bene anche le tre belle protagoniste femminili del film, a cominciare da Sylvia Koscina (la moglie dell’industriale), di Olga Bisera (quella del sindaco) e di Neda Arneric, la bella Lucia amata da Geremia.
Film, in definitiva, non disprezzabile per passare un paio d’ore in totale disimpegno.
E’ possibile visionare il film, in una versione completa e molto buona qualitativamente, all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=EhCNP-I0E_E

Beati i ricchi
Un film di Salvatore Samperi. Con Paolo Villaggio, Sylva Koscina, Lino Toffolo, Enzo Robutti, Piero Vida, Eugene Walter, Gigi Ballista, Olga Bisera, Neda Arneric, Enrica Bonaccorti Commedia, durata 98′ min. – Italia 1972.

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Paolo Villaggio: Augusto
Sylva Koscina: La contessa
Lino Toffolo: Geremia
Piero Vida: Il prete
Eugene Walter: Il sindaco
Enzo Robutti: Direttore di banca
Gigi Ballista: Il commendatore
Neda Arneric: La signorina Barti
Enrica Bonaccorti: Adele

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Regia Salvatore Samperi
Soggetto Aldo Lado
Salvatore Samperi
Sceneggiatura Alessandro Continenza
Aldo Lado
Salvatore Samperi
Produttore Silvio Clementelli
Fotografia Claudio Cirillo
Angelo Samperi
Montaggio Franco Arcalli
Olga Pedrini
Musiche Luis Bacalov
Scenografia Luciano Spadoni
Costumi Mariolina Bono

Beati i ricchi banner recensioni

L’opinione di Mark 70 dal sito http://www.davinotti.com
Mentre tante boiate ricevono lo status di film di culto dispiace che opere ben più godibili vengano completamente dimenticate: questo è un film che andrebbe riscoperto. Per carità, non c’è da gridare al capolavoro, ma si tratta di un film divertente, con un Villaggio che fa le prove per Fantozzi (nel film il suo personaggio effettivamente è una “merdaccia”) e un Toffolo che regge bene il suo ruolo di protagonista. La parte debole è la satira sociale, con troppi stereotipie luoghi comuni (grottesca la festa con i cattivi in camicia nera).

L’opinione di mm40 dal sito http://www.filmtv.it
Commediola senza grandi idee, basata su una storiella semplice e su personaggi abbastanza trasparenti, forti soltanto delle rispettive interpretazioni. E’ un’opera leggera e nel complesso piuttosto scontata, con qualche accenno di volgarità lieve lieve, tutte caratteristiche che aiutano a capire il momento che sta vivendo i cinema (popolare) italiano; la polemica sociale, sottilissima, sfiora appena il concetto di classe per farne più burletta che riflessione. Villaggio qui è quasi agli esordi nel cinema, ma presto il sodalizio con Salce lo porterà ai fantozziani trionfi; il ruolo principale è però quello di Toffolo, non un cattivo attore, ma sempre un po’ limitato. C’è pure una giovane Enrica Bonaccorti, provocante camerierina sexy (!). Ivano Fossati canta la canzone-tema del film.

L’opinione del sito http://www.filmxtutti.org
Due miliardi di lire in contanti finiscono nelle mani di un contrabbandiere di sigarette _ scarpe grosse e cervello fino _ e di suo cognato, vigile urbano ignobile e leccone. Il primo va in Svizzera col malloppo. Scritto con A. Lade e S. Continenza, montato da F. Arcalli. Buffonesca satira dell’avida e ipocrita borghesia di provincia contrapposta alla sana furbizia degli umili. Samperi e C. lavorano d’accetta, mescolando l’aggressività sessantottina col qualunquismo e un acre anticlericalismo di taglio veneto, esterni in Valgrande

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dicembre 28, 2013 Posted by | Commedia | , , , | Lascia un commento

Jus primae noctis

Jus primae noctis locandina

Ariberto da Ficulle è un piccolo nobile, arrogante e arrivista; per poter diventare signore di un feudo ha però bisogno di impalmare una nobildonna. Così sceglie di sposare Matilde, nipote del re, ma brutta da far spavento. Ariberto, frustrato, decide di angariare i suoi nuovi sudditi per sfogare la sua rabbia, e grazie ad un piccolo manipolo di mercenari e al suo nuovo potere di signore, prende a tiranneggiare i sudditi con balzelli di ogni genere.

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Lando Buzzanca è Ariberto da Ficulle

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Renzo Montagnani è Gandolfo

Ma non tutti i villani sono disposti ad accettare il volere del signore; tra essi c’è Gandolfo, cervello finissimo e lucido, che si ribella alla tirannia, giocando tiri birboni ai danni di Ariberto. Che, stanco di essere preso in giro dal paesano, decide di ripristinare l’antica usanza dello Jus primae noctis, il diritto feudale del signore di giacere con la sposa nella prima notte di nozze. Gandolfo è innamorato di Venerata, una bellissima ragazza, e alla fine è costretto, cadendo in un tranello, a sposarla.

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La bellissima Marilu Tolo è Venerata

Per Ariberto è il trionfo; ma proprio nel momento in cui si appresta a giacere con la donna, uno squillo di campane annuncia una rivolta popolare, al capo della quale c’è l’astuto Gandolfo, che come vendetta consuma la sua prima notte davanti al deposto signore. Cacciato dal suo feudo, Ariberto viaggia verso Roma per chiedere aiuto al papa.

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Tra tutti i film del filone erotico-medioevale, questo di Pasquale Festa Campanile, Jus primae noctis, si segnala per una trama organica, per la presenza di bellissime donne, tra le quali vanno segnalate Marilu Tolo, una giovane e bella Enrica Bonaccorti, Ely Galleani, la compianta Ria De Simone.
Tra gli uomini, accanto ad un gigione Buzzanca, che in quel periodo girava una montagna di film, c’erano Montagnani, splendido e ironico nel ruolo di Gandolfo, il grande Paolo Stoppa e il caratterista Felice Andreasi.

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Enrica Bonaccorti

Jus primae noctis, un film  di Pasquale Festa Campanile,con Lando Buzzanca, Renzo Montagnani, Marilu’ Tolo, Felice Andreasi, Paolo Stoppa,Ely Galleani,Enrica Bonaccorti,Ria De Simone

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Jus primae noctis protagonisti

Lando Buzzanca     …     Ariberto da Ficulle
Renzo Montagnani    …     Gandolfo
Marilù Tolo    …     Venerata
Felice Andreasi    …     Frate Puccio
Toni Ucci    …     Guidone
Paolo Stoppa    …     Il papa
Gino Pernice    …     Marculfo
Alberto Sorrentino    Un mercenario
Giancarlo Cobelli    …     Curiale
Ely Galleani    …     Beata

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Regia Pasquale Festa Campanile
Soggetto Ugo Liberatore
Sceneggiatura Pasquale Festa Campanile
Ottavio Jemma
Luigi Malerba
Fotografia Silvano Ippoliti
Montaggio Nino Baragli
Musiche Riz Ortolani

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settembre 27, 2008 Posted by | Erotico | , , , , , , , , | 2 commenti