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Ragazza tutta nuda assassinata nel parco

Madrid,1972
In un vagoncino appena uscito dal tunnel degli orrori del luna park cittadino c’è il corpo riverso di un uomo.
Johannes Wanterburger,questo il suo nome,era un miliardario e al momento dell’ingresso nel tunnel era in possesso di una borsa contenente un considerevole quantitativo di denaro,sottratta dal misterioso assassino.
L’uomo,poco prima di morire,aveva stipulato una polizza sulla vita da un milione di dollari e così la compagnia assicurativa,per indagare sul misterioso omicidio ( e sugli eredi) manda Christopher Buyer,un suo agente a casa Wanterburger,nella speranza che la morte possa essere attribuita a un suicidio.
Con l’aiuto del collega Martin,Christopher aggancia la bellissima figlia dell’uomo d’affari,Catherine;presto tra i due nasce una relazione,mentre Catherine è perseguitata da strane telefonate.
La coppia decide di unire le forze per scoprire cosa si nasconda dietro la morte del padre della donna e dietro le misteriose telefonate.
Mentre la polizia segue la pista di un omicidio a scopo di ricatto,Christopher arriva nella tenuta dei Wanterburger;qui conosce,in successione,la sorella di Catherine,Barbara, la madre Magda,lo stalliere Gunther e la domestica Silvia.


Nel frattempo l’ispettore Huber,indagando sul movente dell’omicidio,scopre che Wanterburger aveva prosciugato il suo patrimonio e che al momento della morte aveva con se oltre mezzo milione di dollari.
Ma se il movente sembra legato a qualcosa di molto simile a un ricatto,la misteriosa mano omicida rimane ignota.
Christopher ha una fugace relazione con Barbara,che però viene ritrovata morta nel parco della villa completamente nuda,mentre stringe in una mano un bottone di una giacca da uomo; subito dopo è la governante Silvia ad essere uccisa.
L’omicida delle due donne viene rapidamente scoperto grazie al bottone;è lo stalliere Gunther il colpevole,che aveva una relazione
con Barbara e che aveva ucciso Silvia che era al corrente della storia.A questo punto per la polizia la storia è chiara,è stato l’uomo a uccidere Wanterburger che si opponeva alla loro storia.
Ma le cose non sono così semplici:con Gunther sotto chiave,le telefonate a Catherine continuano,muore anche Magda,sconvolta dalla presneza,in casa,di quello che sembra suo marito,
La donna precipita dal parapetto del primo piano della sua villa.


Ma allora cosa realmente sta succedendo?
Thriller complicato e risolto da un colpo di scena che però tale non è agli occhi degli spettatori più smaliziati,Ragazza tutta nuda assassinata nel parco esce nella sale nel 1972,in un periodo in cui il genere thriller era sicuramente uno dei più amati dal pubblico.
Diretto da Alfonso Brescia,che nella sua carriera ha girato 50 film e che si era fatto le ossa negli anni 60 con qualche peplum di rozza fattura,il film ha una trama abbastanza contorta ma che alla fine si riesce a seguire discretamente alla luce delle spiegazioni che di volta in volta seguono gli avvenimenti.
La sequenza iniziale,ambientata a Berlino nel 1945 e che vede un ufficiale nazista in compagnia di una donna mettere una bomba a orologeria in una stanza nella quale ci sono una donna e un bambino legati mentre attorno cadono le bombe lanciate dagli aerei alleati assume nel finale un valore decisivo,andando a chiarire le vere motivazioni del misterioso omicida.
Finale che oltre a rivelare il volto del misterioso assassino spiega tutti i retroscena della storia,con una certa logica,senza farraginose arrampicate sugli specchi.


Un buon giallo/thriller,caratterizzato dalla presenza di eccellenti attori,come Adolfo Celi (l’ispettore Huber),Phlippe Leroy (l’agente assicurativo Martin) che avrà un ruolo decisivo nella vicenda,assolutamente imprevisto,il fascinoso Robert Hoffmann (Christopher Buyer) e Howard Ross (Gunther),qui in un ruolo di secondo piano.
Tre bellezze nei ruoli femminili:Patrizia Adiutori (Barbara) in uno dei ruoli più lunghi della carriera,la ragazza nuda assassinata nel parco del titolo;Pilar Velasquez,addirittura stupenda,una vera gioia per gli occhi nel ruolo della fragile Catherine e Teresa Gimpera nel ruolo di Ursi oltre a Irina Demick,forse sopra le righe,nei panni della vedova Wanterburger.
Brescia non era certo uno specialista del genere thriller,al suo attivo aveva solo il debole Il tuo corpo da uccidere dell’anno precedente,ma qui riesce a confezionare quello che è probabilmente il film migliore della sua cospicua filmografia,
della quale cito alla rinfusa Le calde notti di Don Giovanni,Poppea… una prostituta al servizio dell’impero,L’adolescente,un film scorrevole e che non cala mai di tensione,con una trama abbastanza credibile.
Alla sceneggiatura contribuisce Peter Skerl,che aveva lavorato in due pellicole del maestro svedese Bergman e che diresse Bestialità,unica sua regia cinematografica.
Il film è disponibile in rete,anche se in versioni di qualità decisamente mediocri;se invece volete gustare una versione eccellente,vi consiglio il download da questo link,di qualità eccellente:
https://ulozto.net/!vA2WDpcH6yp5/rtnanp-7z
Il link è attivo e sicuro.

Ragazza tutta nuda assassinata nel parco
Un film di Alfonso Brescia. Con Robert Hoffmann, Adolfo Celi, Irina Demick, Howard Ross, Pilar Velasquez, Franco Ressel, Teresa Gimpera, Philippe Leroy, Patrizia Adiutori Giallo, durata 95 min. – Italia 1972.

Robert Hoffmann: Christopher Buyer
Irina Demick: Magda Wanterburger
Pilar Velázquez: Catherine Wanterburger
Howard Ross: Günther
Patrizia Adiutori: Barbara Wanterburger
Adolfo Celi: ispettore Huber
Philippe Leroy: Martin
María Vico: Silvia
Teresa Gimpera: Ursi
Franco Ressel: cameriere

Regia Alfonso Brescia
Soggetto Antonio Fos
Sceneggiatura Gian Antonio Martucci, Peter Skerl
Produttore esecutivo Luigi Mondello
Casa di produzione Dauro Films, Luis Film
Distribuzione (Italia) Florida Cinematografica S.p.A.
Fotografia Alfonso Nieva
Montaggio Rolando Salvatori, Roberto Fandino
Musiche Carlo Savina
Scenografia Cruz Baletzena
Costumi Massimo Bolongaro

 

 

Maggio 20, 2018 Posted by | Thriller | , , , , , , , , , | 1 commento

Un bianco vestito per Marialè

Un bianco vestito per Marialè locandina 1

Una giovane donna è appartata ,con il suo amante completamente nudo, in un prato; un uomo che imbraccia un fucile (presumibilmente suo marito) spara ai due sotto gli occhi terrorizzati di una bambina.

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Un bianco vestito per Marialè 3

 

Evelyn Stewart è Marialè

Diversi anni più tardi Massimo arriva ad una villa, convocato da una sua vecchia amica, Marialè, che vive praticamente segregata dal mondo con suo marito e con un maggiordomo.
Proprio quest’ultimo comunica a Massimo che nella villa non c’è nessuno, ma è falso; infatti poco dopo arriva un gruppo di persone, tutte convocate da Marialè.La donna, che ha delle turbe psichiche originate dalla visione della scena raccontata all’inizio, è in pratica prigioniera nella villa sotto custodia di suo marito che le somministra sedativi e narcotici. La donna, per poter chiamare il gruppo di amici, è riuscita ad eludere la stretta sorveglianza del marito e del maggiordomo, a rompere il lucchetto e a telefonare a diversi amici del suo passato.

L’arrivo della variegata comitiva sembra scuotere la donna, ma ben presto si inizia a capire che qualcosa non funziona; tra i vari componenti del gruppo ci sono gelosie, risentimenti e ben presto accade qualcosa di grave.

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Pilar Velasquez è Mercedes

Ci scappa il primo morto, poi il secondo e in un crescendo di morte ben presto si arriva alla soluzione finale con la scoperta dell’assassino e delle sue motivazioni.
Thriller con evidenti colorazioni di gotico, Un bianco vestito per Marialè è un film del 1972 diretto da Romano Scavolini; un prodotto non privo di un certo fascino, anche se abbastanza confuso e penalizzato da un finale telefonato.
Elegante la confezione, con una fotografia vivace e ben curata, abbastanza claustrofobica la location, bene le prestazioni di Evelyn Stewart (Ida Galli), Luigi Pistilli e Ivan Rassimov.

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Quà si fermano le buone notizie.
Il plot del film è molto prevedibile, anche se il primo quarto d’ora, quello introduttivo che ci mostra le cause scatenanti del trauma subito da Marialè sembrerebbe orientare il film verso un’atmosfera tipicamente “gialla”.
Lo svolgimento del film invece mostra la corda, perchè Scavolini resta abbastanza indeciso su quale genere di film proporre; il giallo lascia il posto al gotico classico, con atmosfera tipica dei Dieci piccoli indiani della Christie, per poi fare un’escursione nella denuncia sociale.
Infatti è il momento (abbastanza lungo, per la verità), dei tempestosi rapporti che si scoprono esserci tra i vari ospiti della villa, con inclusa cena delle beffe finale e colpi di sciabola del regista alle convenzioni sociali e alla morale borghese.
Dopo queste tre fasi, che occupano tre quarti del film, si arriva al momento topico, con la strage di tutti i presenti peraltro mostrata senza grossi elementi slasher o gore.

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Luigi Pistilli è Paolo

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Il percorso del film quindi non è lineare, anzi; ma tutto sommato si riesce ad appassionarsi alla storia raccontata; Scavolini getta la con nonchalance anche una scena saffica e permette un paio di sbirciatine ai seni della splendida Pilar Velasquez.
Tutto sommato un film senza grossi picchi ma anche senza evidenti pecche, che però in rete gode di una fama abbastanza negativa per una serie di motivi legati alla sceneggiatura, da molti considerata farraginosa.
La cosa è in parte vera, però va ascritto a indubbio merito del regista l’aver evitato la trappola mortale dell’uso abnorme del sangue o il facile richiamo dell’erotismo tout court.
In ultimo la mia solita, devota ammirazione per Evelyn Stewart, che ricopre il doppio ruolo di Marialè e di sua mamma, con la solita grazia ed eleganza.

Il film è disponibile su You tube, in un’ottima versione all’indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=BLKQ4y9l5ro

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Un bianco vestito per Marialé,un film di Romano Scavolini. Con Luigi Pistilli, Evelyn Stewart, Edilio Kim, Ivan Rassimov,Pilar Velasquez, Gianni Dei, Bruno Boschetti, Ezio Marano, Carla Mancini, Gengher Gatti
Horror, durata 89 min. – Italia 1972

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Un bianco vestito per Marialè foto 1

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Un bianco vestito per Mariale protagonisti

Evelyn Stewart ( Ida Galli): Marialè
Ivan Rassimov: Massimo
Luigi Pistilli: Paolo
Pilar Velázquez: Mercedes
Ezio Marano: Sebastiano
Giancarlo Bonuglia: Jo
Gianni Dei: amante della madre di Marialè
Franco Calogero: padre di Marialè
Gengher Gatti: Osvaldo,il maggiordomo
Edilio Kim: Gustavo
Carla Mancini: donna che legge il libro
Shawn Robinson: Semy

Un bianco vestito per Mariale cast

Regia     Romano Scavolini
Sceneggiatura     Remigio Del Grosso, Giuseppe Mangione
Casa di produzione     KMG Cinema
Fotografia     Romano Scavolini
Montaggio     Francesco Bertuccioli
Musiche     Fiorenzo Carpi, Bruno Nicolai
Costumi     Herta Swartz Scavolini
Trucco     Carlo Sindici

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Un bianco vestito per Marialè foto 1

Un bianco vestito per Marialè locandina 1

Un bianco vestito per Marialè lobby card 2

Un bianco vestito per Marialè lobby card 1

luglio 11, 2011 Posted by | Thriller | , , , , | 1 commento

Paolo il caldo

Paolo il caldo locandina

Siamo in Sicilia;
nella nobile famiglia dei Castorino è presente, quasi fosse un imprinting genetico, una sensualità che sconfina nella lussuria ai limiti del patologico, unitamente anche alla classica arroganza dei nobili.
Il barone Castorini, patriarca della famiglia, offeso dal farmacista del paese (Salvatore), si vendica raccontando tutto a suo figlio Edmondo, che per tutta risposta distrugge la farmacia dell’uomo e lo umilia pubblicamente, vendicando così l’offesa ricevuta.

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Lionel Stander, il Barone Castorino

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Il barone ha anche un altro figlio, un uomo completamente diverso da lui, timido e di idee progressiste che a sua volta ha un figlio, Paolo, che ha ereditato il marchio di famiglia della lussuria.
Quest’ultimo mostra subito di volersi adeguare al nonno, intrecciando sin dall’adolescenza, una prima relazione sessuale con la servetta Giovanna, che non si fa scrupoli di essere contemporaneamente l’amante dell’anziano barone.
In questo clima morboso, il giovane Paolo cresce senza regole morali, trattando le donne con disprezzo, come del resto ha visto fare a suo nonno e suo zio.
Le cose cambiano quando il padre del giovane muore per suicidio; Paolo farà in tempo a raccogliere le ultime parole del genitore, che lo esorta ad abbandonare quel luogo prima che sia troppo tardi e che influisca in maniera definitiva sulla sua psiche.
Il giovane così si trasferisce a Roma, dove però, dopo essersi illuso di poter cambiare vita, si adegua ben presto al clima ozioso (e anche vizioso) dei salotti buoni, intrecciando relazioni principalmente sessuali con Lilia, una donna dalla morale elastica e spregiudicata, che diverrà la sua amante prima di sposare un carabiniere,

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Ornella Muti, Giovanna la servetta

Paolo il caldo 2Marianne Comtell, la madre di Paolo e Riccardo Cucciolla,il padre

poi con una nobildonna, ancora con una sarta e infine con una ragazza appassionata di politica, di idee comuniste, la bella Ester. Alla lunga questo tipo di vita da gaudente trasforma Paolo in un essere sempre più lascivo e schiavo della lussuria, tanto da portarlo ad accompagnarsi con occasionali prostitute raccolte sui marciapiede.
Quella che ormai è divenuta una malattia sembra sul punto di poter essere fermata quando Paolo ritorna al suo paese in occasione della morte della madre. Qui incontra la nipote del farmacista Salvatore, una bella ragazza con sani principi e una vita morigerata.

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Giancarlo Giannini e Barbara Bach

Paolo la sposa, convinto che la donna possa rappresentare un’ancora di salvezza, illudendosi:ben presto il forte contrasto tra quella che è ormai una malattia per Paolo, la sua sensuale e incontrollabile lussuria e la morigerata morale della moglie esplode in un contrasto insanabile.
Caterina, la giovane sposa, lo abbandona; sul treno che la riporta in Sicilia legge una lettera del marito, con la quale quest’ultimo confessa di aver provato a cambiare vita accanto a lei, senza riuscirci.
Subito dopo aver accompagnato la moglie alla stazione, Paolo riprende il suo solitario giro in cerca di prostitute, conscio di essere ormai destinato ad una vita di solitudine, schiavo dei sensi e della lussuria.
Tratto da un romanzo incompiuto di Vitaliano Brancati, Paolo il caldo, diretto da Marco Vicario nel 1973, riprende nella maniera più fedele possibile le gesta del dissoluto nobile siciliano Paolo, ossessionato come la sua famiglia da una sensualità eccessiva e incontrollabile, che era poi uno dei temi di fondo del romanzo di Brancati.
Purtroppo ancora una volta la differenza tra un libro e la trasposizione cinematografica dà luogo ad un ibrido in cui gran parte delle atmosfere del romanzo stesso finiscono per perdersi; colpa della sintesi, quindi della necessità di condensare in due ore quello che un libro racconta in maniera molto più esaustiva.
Il solito problema quindi esistente tra la parola scritta e l’immagine, che riesce ad essere immediata, la dove però sarebbe necessaria maggiore profondità per dare spessore e comprensibilità ai personaggi.

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Intendiamoci, il film di Vicario è un buon prodotto, senza alcun dubbio; merito della grande prova di Giannini assolutamente superbo nel rendere il conflitto interiore che agita il giovane Paolo, quella necessità fisiologica e un po animale costituita da una sensualità incontrollabile e la ragione, spesso annichilita e asservita proprio ai sensi, che riescono ogni volta ad avere la meglio sulle buone intenzioni dell’uomo.
Il film di Vicario avrebbe avuto bisogno di illustrare meglio le vite e le psicologie dei personaggi, inquadrandoli nell’ottica di una Sicilia indolente e lussuriosa, pigra e sensuale proprio nella sua componente di maggior prestigio, quella nobiltà che Tomasi Di Lampedusa descrisse così bene nel Gattopardo.

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Gastone Moschin interpreta Edmondo Castorino, zio di Paolo

Viceversa, nel film, i tempi sono troppo stretti, con la fatale conseguenza che tutto risulta compresso, anche se alla fine qualcosa si riesce ad afferrarla; le atmosfere oziose e viziose di catania e di Roma appaiono in sottofondo, ma non in maniera tale da non poter essere percepite.
Il discorso qui si farebbe troppo complesso; Vicario punta principalmente sul personaggio Paolo, illustrandone il comportamento patologico e schizofrenico, condizionato da quell’istinto animale che porta il protagonista ad un satirismo malato, in cui ogni donna viene vista nell’esclusiva ottica del piacere che può produrre.
Non dimentichiamo che siamo nella prima metà del secolo scorso, con tutte le logiche storiche del periodo; sullo sfondo del racconto e quindi anche del film appaiono filtrate le prime lotte contadine e il declino della nobiltà, le rivendicazioni operaie e la miseria e via discorrendo.

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I personaggi che si avvicendano sullo schermo ben presto diventano un caleidoscopio; si va dal barone Castorni, un vecchio vizioso e prepotente allo zio Edmondo, che sembra quasi un clone del padre, arrogante, sessista e puttaniere, che non si farà scrupolo di sedurre ( o di essere sedotto) la vedova di suo fratello, anche lei donna preda dei sensi (memorabile la scena in cui Paolo vede suo zio e sua madre a letto assieme, quasi una conferma al ruolo fondamentale che assume nella sua famiglia la lussuria).

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C’è il padre di Paolo, unico contraltare “pulito” alla malattia di casa Castorino, un uomo che sceglie la morte ad un’esistenza oziosa e di mollezze a cui si sente condannato, e che cerca disperatamente in punto di morte di trasmettere al figlio un’idea diversa, quella di vivere una vita fuori dai condizionamenti dei sensi.
E ci sono poi tutti i personaggi di contorno che compariranno nella vita di Paolo; c’è Lilia, all’apparenza spregiudicata e moderna, che sceglierà poi un avvenire borghese e rassicurante, c’è Giovanna, serva opportunista che inizierà Paolo ai piaceri della carne, c’è Ester, comunista e femminista, che però alla fine si comporta come tutte le altre cedendo al richiamo dei sensi.

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Pilar Velasquez, Ester la comunista

In mezzo tante prostitute, tanti volti anonimi, compagne di un’ora o di una notte.
E c’è Caterina, la donna pulita, quella dai sani principi: la speranza, per Paolo, di poter sfuggire ad una logica spietata e ad una vita di mollezze.
Una speranza frustrata dall’abbandono della donna proprio nel momento in cui Paolo sta cercando disperatamente una via d’uscita alla vita vuota e desolante che conduce.
Un ritratto, in definitiva, abbastanza ben riuscito sia di un’epoca, sia di una società e maggiormente di un uomo che fa parte di entrambe, anche se vive una vita da fantasma.

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Angela Covello

Il romanzo di Brancati è ben più esaustivo, della cosa, ma bisogna accontentarsi; Vicario sfrutta molto bene il cast che organizza, un cast ricchissimo.
Nel film compaiono, oltre a Giannini, ottimi attori come Lionel Stander (forse il meno convincente) nel ruolo del patriarca Castorino, Gastone Moschin, bravissimo in quello del vizioso Edmondo, Vittorio Caprioli nel ruolo del farmacista, un intenso Riccardo Cucciolla in quello del padre di Paolo, Oreste Lionello (il pittore).

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Assolutamente irripetibile quello femminile, con una sfilza di brave attrici e sopratutto belle donne; si va da Rossanna Podestà (Lilia) a Marianne Comtell (la madre di Paolo), da una splendida Ornella Muti (la servetta Giovanna) a  Adriana Asti (Beatrice), da Pilar Velasquez (Ester) a Barbara Bach (la moglie di Salvatore il farmacista), per finire con Neda Arneric e con le bellissime e brave Orchidea De Santis, Femi Benussi e Angela Covello, alcune delle prostitute incontrate da Paolo nel suo cammino sulla strada della lussuria.

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Un buon film quindi, misteriosamente mai editato in dvd, ragione per la quale troverete i fotogrammi del film stesso di mediocre qualità.
Siamo alle solite, il discorso lo abbiamo già fatto:resta un mistero il perchè si siano editate autentiche porcherie e non film come questo che meriterebbero sicuramente una visione.

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Paolo il caldo, un film di Marco Vicario. Con Giancarlo Giannini, Adriana Asti, Riccardo Cucciolla, Rossana Podestà, Vittorio Caprioli, Ornella Muti, Gastone Moschin, Marianne Comtell, Mario Pisu, Attilio Dottesio, Andrea Aureli, Oreste Lionello, Bruno Scipioni, Umberto D’Orsi, Lionel Stander, Ugo Fangareggi, Femi Benussi, Eugene Walter, Pilar Velasquez, Angela Covello, Anna Melita, Roberta Paladini, Barbara Bach, Orchidea De Santis Commedia, durata 124 min. – Italia 1973.

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Paolo il caldo banner protagonisti

Giancarlo Giannini     …     Paolo Castorini
Rossana Podestà    …     Lilia
Riccardo Cucciolla    …     Padre Paolo
Lionel Stander    …                 Barone Castorini
Gastone Moschin    …      Edmondo Castorini
Adriana Asti    …     Beatrice
Marianne Comtell    …     Madre di Paolo
Vittorio Caprioli    …     Salvatore, il farmacista
Ornella Muti    …     Giovanna
Bruno Scipioni    …     Vincenzo Torrisi
Pilar Velázquez    …     Ester
Neda Arneric    …     Caterina moglie di Paolo
Barbara Bach    …     Moglie di Salvatore
Femi Benussi    …     Prostituta vestita di rosso
Enrica Bonaccorti    …     Mariella, l’amante di Vincenzo
Angela Covello    …     La ragazza dell’ultimo incontro
Orchidea de Santis    …     Prostituta
Dori Dorika    …     Sorella di  Paolo
Umberto D’Orsi    …     Il Marchese
Attilio Dottesio    …     Dottor Mondella
Jessica Dublin    …     Prostituta sulla strada
Ugo Fangareggi    …     Luigi Castorini
Oreste Lionello    …         Pittore
Mario Pisu    …     Lorenzo Banchieri
Eugene Walter    …     Jacomini

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Regia: Marco Vicario
Sceneggiatura: Marco Vicario dal romanzo di Vitaliano Brancati
Produzione:Alfonso Vicario
Musiche: Armando Trovajoli
Fotografia: Tonino Delli Colli
Scenografie: Flavio Mogherini
Costumi: Gabriella Pescucci

Paolo il caldo banner citazioni

“Seduto su questa terrazza, a due, a tre, o a dieci metri dalle donne che vedo,mi par di sentire, per un’allucinazione uditiva, il pulsare leggero della stupidità
in quelle fronti bianche delicatamente poggiate sugli archi dei sopraccigli;se spingo le cose più a fondo con un altro bicchiere di vino, posso assicurare
il mio lettore di aver percepito distintamente il rumore delle dieci sconclusionate parole che la vita fiacca e convenzionale fa dentro quei cervelli intanto che
le bocche sono mirabilmente immobili in un sorriso enigmatico”.

“Maiali! delinquenti!… sotto casa mia?… Andatelo a fare dalla troia di vostra madre… Li sparo, per quanto è vero Dio, li sparo…”

* Ci sono sofferenze che scavano nella persona come i buchi di un flauto, e la voce dello spirito ne esce melodiosa.
* L’anima è eterna, e quello che non fa oggi, può farlo domani.


* L’avvenire non è un probabile dono del ciclo, ma è reale, legato al presente come una sbarra di ferro, immersa nel buio, alla sua punta illuminata.


* La felicità è la ragione.


* Un uomo può avere due volte vent’anni, senz’averne quaranta.

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Vittorio Caprioli

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Ornella Muti

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Marianne Comtell 

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Rossana Podestà

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Pilar Velasquez

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Angela Covello

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Neda Arneric  

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Femi Benussi

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Orchidea De Santis

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ottobre 5, 2010 Posted by | Drammatico | , , , , , , , , , , , , , , | 1 commento