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Anita Strindberg

Anita Strindberg foto

Bellezza tipicamente nordica, fisico statuario, seno probabilmente rimodellato ad arte in un periodo in cui le attrici non usavano molto gli interventi addizionali sul fisico, Anita Strindberg, svedese classe 1944, è stata una delle attrici più importanti nel panorama cinematografico italiano degli anni settanta, anche se limitatamente ad un genere, il thriller, che ebbe comunque parte rilevante dell’intera produzione del periodo. Attrice di culto, per gli amanti del genere, la svedese ha esordito sugli schermi nel 1971 nel film di Duccio Tessari Forza G;

Anita Strindberg Una lucertola con la pelle di donna 2

Anita Strindberg Una lucertola con la pelle di donna 1

Anita Strindberg Una lucertola con la pelle di donna 3

Tre immagini della Strindberg da Una lucertola con la pelle di donna

ma la sua vera scoperta cinematografica la deve a Lucio Fulci, che la volle nel film Una lucertola con la pelle di donna, primo film thriller con tematiche scabrose. Nella pellicola Anita è Julia Durer, che ha un rapporto saffico con Carol, interpretata da un altro astro nascente, Florinda Bolkan. La celebre scena girata al rallentatore, in cui simula un amplesso con la Bolkan fece scalpore, e ne impose la personalità magnetica, oltre al corpo fascinoso, all’attenzione di altri registi.

Anita Strindberg Al tropico del cancro
Anita Strindberg Al tropico del cancro 2
Fotogrammi tratti da Al tropico del cancro

Così, nello stesso anno, Sergio Martino le affidò il ruolo di Cleo Dupont in La coda dello scorpione, vibrante thriller girato in Grecia, nel quale Anita interpreta splendidamente il ruolo di una giornalista che si innamora di un agente delle assicurazioni, interpretato d George Hilton, che è sulle tracce di una donna sospettata di aver fatto esplodere l’aereo sul quale viaggiava il marito per incassarne l’assicurazione sulla vita. Parte da protagonista, che svolge nel migliore dei modi, tanto che anche Aldo Lado le affida un ruolo importante in Chi l’ha vista morire, ottimo thriller nel quale è Elizabeth;

Anita Strindberg All'onorevole piacciono le donne

La celebre sequenza di All’onorevole piacciono le donne

il film, un classico che ispirerà numerosi registi, la vede in primo piano al fianco di Adolfo Celi e di george Lazenby, la meteora che aveva interpretato James Bond in Al servizio di sua maestà. Ormai specializzata in thriller, entra nel cast di I due volti della paura, buon film di genere diretto da Tullio De Micheli nel 1972, nuovamente al fianco di Hilton, di Fernando Rey e della Paluzzi. Il film non è memorabile, ma la sua parte, quella della dottoressa Paola, moglie del professor Miguel, vale la pena di essere ricordata.

Contratto carnale

Anita Strindberg Chi l'ha vista morire

Anita Strindberg nell’ottimo Chi l’ha vista morire

Sempre nel 1972, Anita torna a lavorare con Lucio Fulci, nel graffiante e satirico All’onorevole piacciono le donne, un film nel cui cast rivaleggia in bellezza con Laura Antonelli. Nel film è protagonista della memorabile scena nella quale lei, moglie dell’ambasciatore francese, mentre è a colloquio con alti prelati vaticani, viene spogliata mentalmente dall’onorevole Puppis, il frustrato futuro presidente che sogna avventure erotiche con tutte le donne che incontra.

Anita Strindberg Il tuo vizio è una stanza chiusa 2Con Luigi Pistilli in Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave

E’ sempre il 1972, anno chiave e fortunatissimo per la sua carriera, a vederla protagonista di un’altra pellicola culto; si tratta di Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave, di Sergio Martino. Nel film è Irina, moglie dello scrittore alcolizzato Olivier, dal quale è maltrattata. Nel film avrà una relazione con la nipote di quest’ultimo, la disinibita Floriana, interpretata magistralmente da Edwige Fenech.

Anita Strindberg L'anticristoNel ruolo di Greta in L’Anticristo

Chiude l’anno indimenticabile, professionalmente, il torrido Al tropico del cancro, nel quale ha una parte scabrosa, quella di Grace. Una delle scene la vede protagonista di un sogno o incubo onirico, nel quale è inseguita, nuda, da molti haitiani decisamente eccitati. Dopo un trascurabile ruolo in Partirono preti, tornarono curati, diretto da Stelvio Massi nel 1973, western senza pretese, è una delle protagoniste dello scabroso Diario segreto di un carcere femminile,

Anita Strindberg fotogramma censuratoFotogramma censurato tratto da Diario segreto di un carcere femminile (immagine tratta da un fotoromanzo)

pruriginoso film a metà strada tra il thriller e l’erotico diretto da Rino Di Silvestro, che vede nel cast uno stuolo di belle attrici, come la Senatore, Jenny Tamburi, Olga Bisera, Gabriella Giorgielli, la sfortunata Eva Czemerys e Bedi Moratti Può sembrare paradossale, ma l’abbandono dei ruoli fino ad allora interpretati nei thriller all’italiana, le costerà una perdita di popolarità. Per quanto sia dotata di una buona tecnica recitativa, qualcosa la riporta ai margini delle produzioni più importanti.

Anita Strindberg La segretaria privata di mio padreNel film La segretaria privata di mio padre

Prigioniera di un clichè, che la vede sempre bellona e sexy, la Strindberg gira Contratto carnale, per la regia di Giorgio Bontempi; nel film è Eva, la moglie di un finanziatore senza scrupoli, interpretato da Enrico Maria Salerno. E’ un ruolo che assolve con dignità, e subito dopo, nel 1974, gira l’ennesimo thriller, questa volta per la regia di Tessari, che l’aveva fatta esordire sullo schermo. Il film è L’uomo senza memoria, nel quale è Mary, seguito da un’altra pellicola discutibile, La profanazione, di Tiziano Longo, storia morbosa di un dottore che si innamora di una suora, la convince a sciogliere i voti per scoprire poi che la ragazza è inibita sessualmente. Sempre nel 1974 è nel cast di Milano odia, la polizia non può sparare,

Anita Strindberg Milano odiaMilano odia, la polizia non può sparare

con un ruolo minore, così come minore è il ruolo di Greta in L’anticristo, di De Martino. La figura di Greta, amante del nobile Oderisi, amore osteggiato dalla posseduta Ippolita, la mostra nel pieno fulgore della sua bellezza. La verginella, regia di Sequi, datato 1976, mostra che l’attrice svedese non riesce più a trovare ruoli adatti alle sue caratteristiche; La segretaria privata di mio padre, regia di Laurenti, nel quale è Ingrid, amate svedese di Renzo Montagnani, sostanzialmente fallisce nel ruolo di riciclarla in parti comiche. Siamo nel periodo della commedia sexy, e i thriller ormai non vanno più di moda.

Anita Strindberg Murder obsession

L’ultima interpretazione in Murder obsession

Così, dopo una piccola parte nel film L’inconveniente, di De Luca, Anita si eclissa. Tornerà nel 1981 con il ruolo di Glenda in Murder obsession,Follia omicida di Freda , dopo di che di lei non ci sarà più traccia. Misteriosa la sua vita dopo di allora; nessuna fonte ne parla, come se l’attrice, volutamente o no, abbia scelto di proteggere la sua vita privata dopo gli anni della fama.

Anita Strindberg La coda dello scorpioneLa coda dello scorpione

Oggi soltanto i cultori del thriller all’italiana ricordano la sua bellezza forse un tantino mascolina, la sua capacità espressiva, davvero notevole e le numerose parti interpretate nella fortunata stagione del cinema italiano che andò dal 1969 al 1980.

Anita Strindberg Il tuo vizio è una stanza chiusaIl tuo vizio è una stanza chiusa

Anita Strindberg Chi l'ha vista morire

Un intenso primo piano dall’ottimo Chi l’ha vista morire


La salamandra

La profanazione

L’uomo senza memoria

Anita Strindberg- L'eredità della priora

L’eredità della priora

Anita Strindberg Forza G

Forza G

Anita Strindberg I due volti della paura

I due volti della paura

Forza ‘G’ (1971)

Una Lucertola con la pelle di donna (1971)

La salamandra (1971)

La Coda dello scorpione  (1971)

Chi l’ha vista morire? (1972)

Due volti della paura (1972)

All’onorevole piacciono le donne (Nonostante le apparenze… e purché la nazione non lo sappia) (1972)

Il Tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave (1972)

Al tropico del cancro (1972

Partirono preti, tornarono… curati (1973)

Diario segreto da un carcere femminile (1973)

Contratto carnale (1973)

L’ Uomo senza memoria(1974)

La profanazione (1974)

Milano odia: la polizia non può sparare (1974)

L’anticristo (1974)

La verginella (1976)

La segretaria privata di mio padre (1976)

L’inconveniente (1976)

Murder Obsession (Follia Omicida) (1981)

 

 




marzo 19, 2009 Posted by | Senza Categoria | | 5 commenti

L’Anticristo

Una giovane rampolla della nobiltà romana, Ippolita Oderisi, rimasta parzialmente priva dell’uso delle gambe da bambina, dopo un incidente stradale nel quale è morta la madre, inizia ad essere perseguitata da strani sogni. Un giorno suo padre e suo cugino decidono di farla visitare da uno psicologo, che la sottopone ad una seduta di ipnosi regressiva.

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Carla Gravina

Così Ippolita rivive dapprima il terribile incidente che le è costato l’invalidità, e subito dopo frammenti di una vita precedente di 400 anni. Rivive così la terribile esperienza di Ippolita, l’antenata omonima, che decise di aderire ad una setta satanica, e che perciò, dopo essere stata posseduta dal diavolo, venne condannata al rogo dall’inquisizione, riuscendo a pentirsi però in punto di morte. Dal momento della seduta di ipnosi, la personalità di Ippolita inizia a trasformarsi: la ragazza mostra evidenti segni di insofferenza per il legame che unisce il padre alla nuova compagna, inizia a comportarsi in maniera differente, e alla fine si alza dalla sedia a rotelle.

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Anita Strindberg

Mentre i famigliari gioiscono per l’improvvisa guarigione, Ippolita mostra sempre più i segni della possessione diabolica. Un giorno, durante una visita alle catacombe, seduce e poi uccide un giovane studente. Da quel momento la presenza del maligno diventa sempre più evidente; nonostante tutto la famiglia prova a curarla con i metodi tradizionali, ma senza risultato.

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Nella ricca casa dove la ragazza vive si succedono episodi inquietanti, con oggetti che volano, con Ippolita che parla in lingue sconosciute, mostrando i segni di un’alterazione profonda della personalità.A questo punto, dopo una violenta discussione tra Ippolita e il padre, durante la quale quest’ultimo ricava la certezza che la figlia è posseduta dal diavolo, viene deciso di rivolgersi alle autorità religiose. Sarà Ascanio, zio della ragazza, alto prelato, dapprima scettico, a rendersi conto che il demonio si è impadronito della ragazza. Viene perciò autorizzato l’esorcismo……

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L’anticristo, film del 1974, girato da Alberto De Martino, segue di un anno l’uscita del più famoso L’Esorcista; pur pagando dazio in alcune scene ( il vomito verde, la levitazione, gli oggetti che volano, l’anziano prete che pratica l’esorcismo), mostra comunque una sua linea particolare, e si caratterizza sopratutto per il buon cast e per la strepitosa prova offerta da Carla Gravina, all’epoca attrice molto in auge grazie a nuerose partecipazioni a film di ottima fattura e alla partecipazione indimenticabile al serial tv Il segno del comando. Ancora una volta vale segnalare la miopia dei critici italiani, che lo bollarono come prodotto mediocre. Valga per tutti la solita, ineffabile recensione del Morandini: “Giovane patrizia romana, paralizzata alle gambe dall’età di 12 anni, è affidata alle cure di un medico, ma la scienza è impotente perché, oltre a un complesso edipico e un legame incestuoso col fratello, c’è una possessione diabolica. Interviene un frate tedesco, esorcista autoritario. Goffo e squallido prodotto autarchico di imitazione della moda soprannaturale hollywoodiana (L’esorcista, 1973) con palesi scopi di erotismo pecoreccio.

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Se è vero che c’è qualche scena di nudo, peraltro limitata, il film ha una sua storia molto interessante, oltre a valersi di effetti scenici credibili, tenendo conto del budget sicuramente limitato rispetto a quelli disponibili ad Hollywood. Da segnalare la vigorosa prova degli attori, tutti all’altezza, fra i quali spiccano, oltre alla citata Gravina, la sempre bella Anita Strindberg, nel ruolo dell’amante del padre di Ippolita, di Alida Valli, la anziana tata di Ippolita, di Mel Ferrer nel ruolo del padre, di Arthur Kennedy nei panni dello zio Ascanio, di Umberto Orsini in quelli dello psicologo, di Filippo Oderisi. Piccoli camei per Mario Scaccia e Gloria Guida.

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L’anticristo, un film di Alberto De Martino. Con Mario Scaccia, Umberto Orsini, Carla Gravina, Mel Ferrer, Arthur Kennedy.George Coulouris, Alida Valli, Ernesto Colli, Vittorio Fanfoni, Remo Girone, Anita Strindberg Drammatico, durata 115 min. – Italia 1974

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Carla Gravina: Ippolita Oderisi
Mel Ferrer: Massimo Oderisi
Arthur Kennedy: Ascanio Oderisi
George Coulouris: Padre Mittner
Alida Valli: Irene
Mario Scaccia: Padre Healer
Umberto Orsini: Dr. Marcello Sinibaldi
Anita Strindberg: Greta
Ernesto Colli: il posseduto
Beatrice De Bono
Vittorio Fanfoni
Remo Girone: Filippo Oderisi
Luigi Antonio Guerra
Gloria Guida:
Lea Lander: Mariangela
John Francis Lane
Bruno Tocci: un amico del posseduto

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Regia Alberto De Martino
Sceneggiatura Gianfranco Clerici, Alberto De Martino e Vincenzo Mannino
Produttore Edmondo Amati
Fotografia Aristide Massaccesi
Montaggio Vincenzo Tomassi
Effetti speciali Giovanni Corridori, Alberto De Martino
Musiche Ennio Morricone e Bruno Nicolai

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marzo 18, 2009 Posted by | Horror | , , , , , , , | 3 commenti

La orca

La orca locandina

 

Mentre passeggia per la città in compagnia di un’amica, Alice, ricca studentessa, viene rapita da tre uomini, caricata a forza su un auto e poi , dopo un trasbordo in un furgone, viene portata in un casolare, legata con una catena al letto e stordita con potenti sedativi.

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Flavio Bucci è Paolo

I tre autori del sequestro sono tre sprovveduti, manipolati da una mente; uno di essi, Gino, è un giocatore di biliardo, il secondo, Paolo, un riparatore di flipper e a tempo perso contrabbandiere, ed è anche l’amante della moglie di Gino. Il terzo, Michele, il più ingenuo dei tre, è un emigrante calabrese, che fino a poco tempo prima era un pescatore.

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Michele Placido è Michele

E’ proprio Michele a dover badare alla ragazza, a provvedere alle sue necessità fisiologiche e a doverle somministrare i sedativi. Mentre la ragazza è sotto l’effetto dei farmaci, Michele la spoglia e la accarezza, fermandosi quando la ragazza da segni di risveglio. Intanto la polizia, guidata da un astuto commissario, riesce a mettersi sulle tracce dei rapitori; arresta dapprima Gino e subito dopo, con un inseguimento a piedi, Paolo.

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Rena Niehaus è Alice

Nel frattempo nel casolare i due giovani sembrano vivere un rapporto se non d’amore, di complicità; ma all’arrivo della polizia nel casolare, Alice, ricevuta la pistola da Michele, che vuole arrendersi, gli spara brutalmente. sarà il commissario a prendersi la rsponsabilità della morte di Michele, evitando problemi alla ragazza.

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Diretto da Eriprando Visconti nel 1976, La orca è u film di dubbia colocazione; non è un thriller, perchè l’ambientazione e la trama sono distanti dal genere. Non è un poliziesco, o meglio, ha qualcosa che ricorda lontanamente il genere. In effetti è un ibrido, un film che tenta di coniugare un’analisi sociale, a volte psicologica, partendo dalle motivazioni e dai comportamenti dei protagonisti. Ma resta comunque sul vago, mantenendo una certa fumosità che pregiudica il risultato finale. Buone le prove degli attori, fra i quali si segnalano Flavio Bucci nei panni di Paolo, di un giovane ma già padrone della scena Michele Placido, nel ruolo di Michele, il carceriere ingenuo, e di Rena Niehaus, perfida quanto basta nei panni di Alice.

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Il perspicare commissario è interpretato da Vittorio Mezzogiorno. Secca la recitazione e i dialoghi, con una fotografia dai toni morbidi; l’ambientazione è spoglia e monotona, tanto che il casolare che funge da prigione finisce per riempire di un’aria di malinconia tutto il film.

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Un film di Eriprando Visconti. Con Michele Placido, Flavio Bucci, Rena Niehaus, Bruno Corazzari.Vittorio Mezzogiorno,Piero Palermini, Otello Toso
Drammatico, durata 90 min. – Italia 1976.

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La orca banner protagonisti

Michele Placido: Michele
Rena Niehaus: Alice
Lisa Morpurgo: Elisa
Flavio Bucci: Gino
Bruno Corazzari: Paolo
Carmen Scarpitta: Irene

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Regia     Eriprando Visconti
Soggetto     Eriprando Visconti, Roberto Gandus
Sceneggiatura     Eriprando Visconti, Roberto Gandus
Produttore     Michele Placido
Fotografia     Blasco Giurato
Montaggio     Franco Arcalli
Effetti speciali     Luciano Anzelotti
Musiche     Federico Monti Arduini
Scenografia     Francesco Vanorio

marzo 17, 2009 Posted by | Drammatico | , , , , | Lascia un commento

Isabella, duchessa dei diavoli

Nel 1969 Bruno Corbucci porta sullo schermo le avventure di Isabella De Frissac , uno dei primissimi fumetti a connotazione fortemente erotica, edito sin dal 1966 dall’Editrice 66. Il fumetto era decisamente in anticipo sui tempi, perchè fino ad allora, almeno in Italia, il mondo delle nuvole parlanti aveva riservato all’eros qualche tavola nei fumetti della premiata ditta Magnus e Bunker, come Kriminal e Satanik. Isabella è, viceversa, un fumetto dove, oltre ai nudi, compaiono anche storie parecchio spinte, con scene di rapporti saffici o sadomasochistici. Ci sono anche i primi nudi integrali frontali, che valsero al fumetto l’indicazione di Solo per adulti, che bollava, quasi come un marchio d’infamia, tutti i prodotti destinati ai maggiori di 21 anni, quale era il limite della maggiore età in quei tempi.

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Fino alla realizzazione di questa pellicola, i tentativi di portare sullo schermo gli eroi e le eroine dei fumetti avevano avuto risultati molto modesti, fatta eccezione per Diabolik, diretto dal grande Mario Bava e interpretato molto bene dalla Mell e da J.P.Law; l’anno precedente Vivarelli aveva diretto un’altra riedizione dai fumetti, il mediocre Satanik, con Magda Konopka nel ruolo di Marny Bannister. Nel 1967 ci aveva provato Cerchio con Il marchio di Kriminal, il peggiore di tutti, chiamando nei panni di Anthony Logan l’attore Saxon e nei panni di Lola la Helga Linè, riprendendo il film di Lenzi dell’anno precedente, Kriminal, che aveva avuto un discreto successo.

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Corbucci, quindi, trasporta sullo schermo la storia di Isabella De Frissac, e sceglie di affidare il ruolo principale , quello di Isabella, all’attrice Brigitte Skay, mentre il ruolo del barone sadico e crudele, Eric Von Nutter, venne affidato ad un bravo attore che si era fatto le ossa con i peplum, Mimmo Palmara.

Il risultato fu un film che ebbe varie vicissitudini con la censura, visto che Isabella, come nei fumetti, viene stuprata mentre passa tra avventure erotiche di ogni genere. Un film comunque ben confezionato, anche se ammiccante in maniera eccessiva verso l’eros che più era possibile mostrare in quei tempi sullo schermo.

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La storia inizia con Isabella, unica superstite di una nobile famiglia della Lorena, che viene allevata da una tribù di zingari; sarà con la maggiore età che la ragazza apprenderà le vere origini personali, e apprenderà anche che il crudele barone Eric Von Nutter è l’autore del massacro dei suoi genitori, che ha consumato per impadronirsi degli averi e delle terre dei De Frissac. Isabella decide di vendicarsi e con uno stratagemma entra nel castello del nobile, lo seduce, e mentre è a letto con lui lo sfigura con un pugnale.

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Costretto a nascondere il viso deturpato sotto una maschera di cuoio, Von Nutter medita vendetta e riuscirà a far catturare la ragazza, che però aiutata da alcuni amici, a sua volta catturerà il perfido barone che verrà condannato a morte, ma riuscirà a fuggire, trasformandosi nel genio malefico della vita di Isabella. Il film finisce qui, mentre ovviamente il fumetto prenderà un’altra strada, prima di chiudere i battenti, rimpianto da molti, nel 1976.

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Detto che la recitazione è quella che è, tutto sommato possiamo accordare un certo credito ad un’opera dignitosa, come al solito maltrattata dalla critica, pronta ad osannare film cecoslovacchi, russi, coreani e via discorrendo pallosi come un discorso papale. Decisamente brava la Skay, anche se con qualche chiletto in più rispetto alla filiforme eroina dei fumetti. Ma è un particolare trascurabile.Da segnalare la presenza di un grande caratterista, Sal Borgese. Il film è disponibile in versione completa in buona qualità e in italiano all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=IzB4TgmRQus

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Isabella,duchessa dei diavoli un film di Bruno Corbucci. Con Fred Williams, Mimmo Palmara, Sal Borgese, Brigitte Skay.Elina De Witt, Loris Gizzi, Tino Scotti, Alberto Sorrentino, Furio Meniconi, Giacomo Furia, Renato Baldini, Lucia Modugno, Enzo Andronico, Mario Novelli, Gioia Desideri, Luca Sportelli, Thomas Astan, Aldo RalliAvventura, durata 93 min. – Italia 1969.

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Elina De Witt: Marguerite Fontaine
Mario Novelli: Aguzzino
Mimmo Palmara: Barone Eric Von Nutter
Brigitte Skay: Isabella Frissac
Fred Williams: Gilbert De Villancourt
Enzo Andronico: Un Sicario
Giacomo Furia: Un Popolano
Tino Scotti: Melicour
Furio Meniconi: Sicario
Lucia Modugno: Fabienne Kruger
Alberto Sorrentino: Uno Zingaro
Gioia Desideri: Nadia
Loris Gizzi: M.Llo Bassompierre
Thomas Astan: Il Negro
Renato Baldini: Gunther

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Regia Bruno Corbucci
Soggetto Elisabeth Forster, Giorgio Cavedon, Mario Amendola
Sceneggiatura Elisabeth Forster, Giorgio Cavedon, Mario Amendola
Produttore Italo Martinenghi
Casa di produzione Cinesecolo
Distribuzione (Italia) I.N.D.I.E.F.
Fotografia Fausto Zuccoli
Montaggio Luciano Anconetani
Musiche Sante Romitelli

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Isabella nei fumetti

marzo 16, 2009 Posted by | Avventura | , , , | Lascia un commento

Orchidea De Santis

Sinuosa, bella ed affascinante come il fiore del quale porta il nome: Orchidea De Santis, sangue pugliese, è stata una delle attrici più eclettiche del cinema italiano. Ha unito a doti di simpatia evidentemente naturali, una certa grazia e la capacità di saper scegliere i copioni, senza scadere, come molte sue colleghe, in scelte di dubbio gusto, in film scollacciati o per palati dozzinali. E ha attraversato le varie fasi, in simbiosi, che il cinema italiano ha affrontato tra il finire degli anni sessanta e il finire del decennio successivo. Orchidea è nata a Lecce nel dicembre del 1948, e non a Bari come erroneamente riportato da molti siti; come è possibile apprendere dal suo sito,http://www.orchideadesantis.it, ha avuto da piccola l’occasione per lavorare nel mondo dello spettacolo, anche se limitatamente alla partecipazione al coro delle voci bianche della Rai.

Orchidea De Santis Ettore lo fusto

Orchidea De Santis in Ettore Lo Fusto

Appena adolescente, lavora nel film di Parolini Gli invincibili tre, accanto a Lisa Gastoni e Rosalba Neri; è il 1964, e questo film segna il debutto sul grande schermo. Due anni dopo lavora in La battaglia dei Mods,uno dei primi film creati per sfruttare la fama del cantante di turno, in questo caso del bel tenebroso Ricky Shayne. Accanto a lei c’è un’altra ragazza, che diverrà famosa.

Orchidea De Santis Beffe licenze et amori
Orchidea De Santis in Beffe licenze et amori del decamerone segreto

Si tratta di Solvi Stubing, la bellezza nordica che pubblicizzerà la birra Peroni. Nel 1966 è Agnes nel film Come imparai ad amare le donne, per la regia di Luciano Salce, un film con un cast di ottimo livello, nel quale spiccano la Ekberg,Elsa Martinelli, la stupenda Michele Mercier, famosa come Angelica e un’altra giovanissima soubrette, Mita Medici. Ancora due anni di attesa e Orchidea torna sul set, questa volta in I due figli di Ringo, nel quale è Marisol, e lavora con due beniamini del pubblico, Franchi e Ingrassia.

Inizia così una costante della carriera di Orchidea, che diverrà quella di entrare nei cast dei film del momento: western, comici, commedie, senza soluzione di continuità. Dopo un’apparizione nei panni di Manuela in Sigpress contra Scotland Yard, di Guido Zurli, nel quale c’è la star Klaus Kinskij,nel 1969 lavora in Togli le gambe dal parabrezza, con la bella Carole Andrè, la futura perla di Labuan nel Sandokan di Sollima. Siamo ormai sul finire di quelli che, pomposamente, vengono definiti i favolosi anni sessanta. Il cinema è in pieno boom, e Orchidea torna a lavorare con Salce in Colpo di stato, in cui forse è oggi l’unica attrice davvero conosciuta, e sempre nello stesso anno, il 1969, in Nel labirinto del sesso, di Brescia, che non è un vero e proprio film, ma un documentario sul sesso e sulle sue deviazioni.

Orchidea De Santis I giochi proibiti
I giochi proibiti di l’Aretino Pietro

L’anno successivo gira 5 film: Una macchia rosa, per la regia di Enzo Muzii, con Giannini e la Boccardo, un altro musicarello, Quelli belli siamo noi, accanto a Maurizio, leader del gruppo New dada, Il tuo dolce corpo da uccidere, thriller sexy ancora per la regia di Alfonso Brescia,L’invasione di Allegret, dove ritrova Lisa Gastoni e infine Concerto per pistola solista, un robusto thriller di Michele Lupo, ambientato in Inghilterra, ben intepretato dagli attori partecipanti, fra i quali spicca il soprano Anna Moffo. Nel 1971 l’unica pellicola che interpreta è il mediocre Sette cadaveri per Scotland Yard

Orchidea De Santis Sette cadaveri per Scotland YardUn fotogramma tratto da Sette cadaveri per Scotland Yard

Ma è il 1972 l’anno della svolta; arrivano film di buon livello, come Il diavolo  nel cervello di Sergio Sollima, nel cui cast figurano due mostri sacri come Buazzelli e la Sandrelli, seguiti da due pellicole molto rivalutate nel tempo, le antesignane di un cinema erotico tutto sommato gradevole e mai volgare, ovvero Decameroticus, e Beffe licenze et amori del decamerone segreto. Questi due film, che annoverano uno stuolo di belle ragazze, come Gabriella Giorgelli, Krista Nell,Antonia Santilli, Malisa Longo, Patrizia Viotti, esaltano ancor di pù le sue indubbie qualità recitative, oltre che la sfolgorante bellezza.

Orchidea De Santis Attenti arrivano le collegiali

Orchidea De Santis in Attenti arrivano le collegiali

Orchidea De Santis Una bella governante di colore
Una bella governante di colore

E’ nel pieno della giovinezza, Orchidea, e le sue forme morbide, anche se non da pin up, ne esaltano la figura. Dopo aver lavorato in Anche se volessi lavorare, che faccio?, ecco che arriva una parte importante in Ettore Lo Fusto, surreale commedia di Castellari girata ai tempi nostri sullo schema della guerra di Troia: nel cast ci sono i più importanti attori del cinema brillane, da Leroy a Caprioli, dalla Schiaffino, da Vittorio De Sica, da Giannini, da Giuffrè, Salce, dalla Valeri…quasi il gotha del cinema italiano.Paradossalmente, nonostante si tratti di un film ben fatto e anche divertente, il successo non è quello sperato. E Orchidea torna sul set dei decamerotici, per interpretare Le Mille e una notte all’italiana,Le Calde notti del Decameron, Decamerone proibito – le altre novelle del Boccaccio; accanto alla Longo e alle altre già citate bellezze, Orchidea trova la bellissima Femi Benussi e Pia Giancaro, futura moglie di un titolato. Altri film successivi sono Amore  e morte nel giardino degli dei, il simpatico I racconti di Viterbury e La padrina

Orchidea De Santis Quelli belli siamo noi

Orchidea De Santis Quelli belli siamo noi 2
Due fotogrammi tratti da Quelli belli siamo noi


Uno dei film più importanti girati da Orchidea è senza dubbio Paolo il caldo, di Marco Vicario, tratto da una storia di Vitaliano Brancati. Anche questo film annovera un cast di alto livello: Giancarlo Giannini, Cucciolla, la Podestà, Ornella Muti, Adriana Asti, Moschin, Lionel Stander, oltre alle giovani bellezze Angela Covello, ex star dei fotoromanzi Lancio, Enrica Bonaccorti e Femi Benussi. Ormai gli anni settanta sono ben avviati, anche se il paese vive la triste stagione degli anni di piombo.

Orchidea De Santis San Pasquale Baylonne

Orchidea De Santis in San Pasquale Baylonne

Dopo La Preda e l’avvoltoio, I giochi proibiti dell’Aretino Pietro (un altro decamerotico), Provaci anche tu Lionel, parodia del film di Woody Allen con Oreste Lionello, la sua voce italiana, arriva Per amare Ofelia, di Flavio Mogherini, in cui Orchidea lavora con la Ralli e Pozzetto; il suo ruolo è quello di una prostituta, Trieste. E sempre di prostitute parla il film successivo, Prostituzione, in cui ritrova Krista Nell e Magda Konopka, che aveva avuto un breve ma fulmineo successo interpretando Satanik, l’antieroina di Magnus e Bunker

Orchidea De Santis L'ingenua
Orchidea in  L’ingenua

Nel 1974 arriva il primo film del filone “parentale”, La nipote; seguono Le calde labbra del carnefice e l’inedito in Italia  Confessions of a Sexy Photographer (titolo dell’opera inglese), oltre ad una insulsa commedia dal titolo Scusi si potrebbe evitare il servizio militare? No!, che anticipano un bel film interpretato nel 1974, per la regia di Luciano Salce: Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno. Nel film l’attrice lavora con un inedito Villaggio, fino ad allora fermo ai film fantozziani. Accanto a lei c’è una giovane ed emergente Eleonora Giorgi.

Orchidea De Santis La dottoressa sotto il lenzuolo
La dottoressa sotto il lenzuolo

Intanto il boom del cinema si sta pian piano affievolendo, complice la drammatica crisi economica del paese; i cinema iniziano a svuotarsi e le uniche pellicole a realizzare incassi cospicui, (parliamo naturalmente di cinema italiano) sono quelle emergenti della comedia sexy: arriva così Il vizio di famiglia, pellicola erotica diretta da Mariano Laurenti, con Montagnani, la Fenech, sempre più nuda e Susan Scott, seguita da L’ingenua, di Baldanello, nel quale è Susy, accanto al fenomeno emergente Ilona Staller.

Orchidea De Santis Le dolci zie
Le dolci zie

Le altre tre pellicole del 1975 non sfuggono a questa regola: cavalcare la tigre vincente. Si tratta di Le dolci zie, di Imperoli, ancora una volta accanto a Femi Benussi, nel quale interpreta la parte di una delle tre zie di un giovane a cui lei e le sorelle vorrebbero sottrarre l’eredità, e che svezzeranno il ragazzo con le loro arti erotiche. segue Attenti, arrivano le collegiali, in cui è realmente l’unica attrice di valore. L’ultimo film dell’anno è La sensualità è un attimo di vita, accanto a Margaret Lee e Rita Calderoni.

Orchidea De Santis La nipote
Orchidea De Santis nel film La nipote

Il 1976 la vede impegnata sul set di film del cosiddetto filone “caserme”, nuova frontiera del cinema sexy: il primo è La dottoressa sotto il lenzuolo, con la Schubert e Alvaro Vitali, oltre ad Ely Galleani, seguito da Una bella governante di colore, accanto alla bella e sottovalutata interprete amata da Pasolini, Ines Pellegrini. L’ultimo film dell’anno è San Pasquale Baylonne, protettore delle donne, film cucito addosso a Lando Buzzanca, ormai lontano dai fasti di inizi settanta.

Nel 1977 è la volta di Ride bene chi ride ultimo di Marco Aleandri, accanto al comico Bramieri, a Walter Chiari, a Salce, una volta tanto attore e non regista e alla emergente Anna Maria Rizzoli. Nello stesso anno è nel cast dell’allegro  Tre simpatiche carogne, con Depardieu e Piccoli, oltre all’Emanuelle cinematografica, Sylvia Kristel. Chiudono l’insulso Il signor ministro li pretese tutti e subito e L’appuntamento. Due pellicole da dimenticare, queste. Intanto la crisi del cinema va facendosi devastante: il lavoro diminuisce per tutti e anche Orchidea non fa eccezione. Nel 1978 partecipa a Tanto va la gatta al lardo, film diretto da Marco Aleandri, che, nonostante il cast che schiera Chiari, la Cortese e il solito Salce, non ottiene successo.

Orchidea De Santis Ride bene chi ride ultimo
Ride bene chi ride ultimo

Orchidea De Santis Prostituzione
Prostituzione

Lo stesso Aleandri ci riprova con maggior successo girando Ridendo e scherzando; è un film ad episodi, la nuova moda del cinema, basato su piccoli episodi e gag. Nel film lavora accanto a Bramieri, Chiari, Salce e alla Karlatos. L’anno successivo viene chiamata per Tre sotto il lenzuolo, sexy commedia che gira, ancora una volta, accanto a Chiari. E’ il 1980 l’anno della svolta nella vita dell’attrice; sul set di Arrivano i gatti, insulsa commediola creata per sfruttare la fama degli emergenti Gatti di vicolo miracoli, ossia Cala,Oppini e Smaila si fa male gravemente, e dovrà superare una lunga e dolorosa riabilitazione.

Orchidea De Santis Ettore lo fusto 2
Ettore Lo Fusto

Orchidea De Santis Beffe, licenze et amori del Decamerone segreto
Beffe, licenze et amori del Decamerone segreto

La sua carriera subisce uno stop lunghissimo, che le permette, però di uscire dalla palude di un cinema che sembra aver smarrito la bussola. Così l’attrice, che tornerà sul set solo per due film, uno nel 1987, Tenerezza, di Miloni e l’altro nel 1992, Le amiche del cuore, di Michele Placido, sperimenta altre strade, mostrando intelligenza e voglia di cambiamento. Lavora per l teatro, per la radio e si dedica alla sua passione, gli animali. Questo la porterà ad essere la prima a creare programmi in difesa degli animali; è una pioniera, in questo, una che non ha seguito una moda, ma ha davvero creato dal nulla una coscienza animalista che fino ad allora era sconosciuta nell’ambito dei mass media

Orchidea De Santis I racconti di Viterbury
I racconti di Viterbury

 Orchidea De Santis Il vizio di famiglia

Il vizio di famiglia

Orchidea De Santis non è stata una meteora o una delle tante starlette; anche se non è mai diventata una star di prima grandezza, è stata tra le protagoniste di un cinema per tutti. Una di quelle attrici che non ha mai scelto la strada del compromesso per lavorare a dispetto dei santi. Al contrario di tante stelline che hanno accettato pellicole che andavano dal softcore spinto fino alle soglie dell’hard, Orchidea ha cercato di selezionare i film a cui partecipava, evitando quindi di impelagarsi in film scadenti. E le sue scelte successive hanno mostrato come sia stata tra le poche a sfuggire alle sirene del successo, scegliendo un profilo sicuramente più dimesso, ma non per questo meno appagante in quello che è il percorso più importante, anche per un’attrice: una vita degna di autostima personale, senza compromessi.

Orchidea De Santis Concerto per pistola solista
Concerto per pistola solista

Orchidea De Santis Amore e morte nel giardinmo degli dei
Amore e morte nel giardino degli dei

Orchidea De Santis banner filmografia

Arrivano i gatti (1980)
Tre sotto il lenzuolo (1979)
Ridendo e scherzando (1978)
Tanto va la gatta al lardo… (1978)
L’appuntamento (1977)
Il signor Ministro li pretese tutti e subito (1977)
Tre simpatiche carogne (1977)
Ride bene… chi ride ultimo (1977)
San Pasquale Baylonne protettore delle donne (1976)
La dottoressa sotto il lenzuolo (1976)
Una bella governante di colore (1976)
Il vizio di famiglia (1975)
Attenti… arrivano le collegiali! (1975)
La sensualità è un attimo di vita (1975)
Le dolci zie (1975) ….
L’ingenua (1975)
Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno (1974)
Scusi, si potrebbe evitare il servizio militare?… No! (1974)
Le calde labbra del carnefice (1974)
Charlys Nichten (1974)
La nipote (1974)
Per amare Ofelia (1974)
Prostituzione (1974)
Provaci anche tu, Lionel (1973)
I giochi proibiti dell’Aretino Pietro (1973)
La preda e l’avvoltoio (1973)
I racconti di Viterbury – Le più allegre storie del ‘300 (1973)
La padrina (1973)
Paolo il caldo (1973)
Amore e morte nel giardino degli dei (1972)
Le mille e una notte all’italiana (1972)
Le calde notti del Decameron (1972)
Il decamerone proibito – le altre novelle del Boccaccio (1972)
Ettore lo fusto (1972)
Anche se volessi lavorare, che faccio? (1972)
Beffe, licenze et amori del Decamerone segreto (1972)
Decameroticus (1972
Il diavolo nel cervello (1972)
Concerto per pistola solista (1970)
Il tuo dolce corpo da uccidere (1970)
L’invasion (1970)
Una Macchia rosa (1970)
Quelli belli… siamo noi (1970)
Nel labirinto del sesso (Psichidion) (1969)
Colpo di stato (1969)
Togli le gambe dal parabrezza (1969)
Mister Zehn Prozent – Miezen und Moneten (1968)
I due figli di Ringo (1966)
Das gewisse Etwas der Frauen (1966)
La battaglia dei mods (1966)
Gli invincibili tre (1964)
Queste pazze pazze donne (1963)

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Orchidea De Santis- Tanto va la gatta al lardo

Tanto va la gatta al lardo

Orchidea De Santis- Nel labirinto del sesso

Nel labirinto del sesso

Orchidea De Santis- L'invasione

Invasion

Orchidea De Santis- L'appuntamento

L’appuntamento

Orchidea De Santis- La sensualità è un attimo di vita

La sensualità è un attimo di vita

Orchidea De Santis- La preda e l'avvoltoio

La preda e l’avvoltoio

Orchidea De Santis- I maniaci

I maniaci

Orchidea De Santis- I due figli di Ringo

I due figli di Ringo

Orchidea De Santis- Togli le gambe dal parabrezza

Togli le gambe dal parabrezza

Orchidea De Santis- Come imparai ad amare le donne

Come imparai ad amare le donne

Orchidea De Santis- Colpo di stato

Colpo di stato

Orchidea De Santis Sigfried contro Scotland yard

Sigfried contro Scotland Yard

Orchidea De Santis Le mille e una notte all'italiana

Le mille e una notte all’italiana

Orchidea De Santis Le calde labbra del carnefice

Le calde labbra del carnefice

Orchidea De Santis Il tuo dolce corpo da uccidere

Il tuo dolce corpo da uccidere

Orchidea De Santis Charlys Nitchen 1

Charlys Nitchen

Orchidea De Santis Una macchia rossa

Una macchia rossa

Orchidea De Santis Alla mia cara mamma

Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno

Orchidea De Santis Il signor ministro li pretese tutti e subito

Il signor ministro li pretese tutti e subito

Diavolo nel cervello

I due figli di Ringo

La preda e l’avvoltoio

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Orchidea De Santis- Foto 1

marzo 13, 2009 Posted by | Biografie | | 14 commenti

Il Cavalier Costante Nicosia demoniaco,ovvero Dracula in Brianza.

Il cavalier Costante Nicosia locandina

Costante Nicosia,siciliano trapiantato in Lombardia, all’apparenza ha tutto; un’azienda florida, che produce la Pasta del colonnello, una bella moglie,una bella casa. E’ un furbacchione, Costante; ha sposato la bella Mariu (Sylva Koscina), e alla morte del suocero è entrato da padrone nell’azienda che produce dentifrici.

Il cavalier Costante Nicosia 2
Lando Buzzanca e Sylvia Koscina

Ha un difetto, Costante: è molto superstizioso, tanto da tenere sul libro paga un uomo gobbo, per poterlo toccare all’occorrenza. Un giorno, durante un viaggio in Romania, Costante Nicosia viene ospitato nel castello del conte Draculescu; va a letto con due donne spose del conte, che in realtà è un vampiro.

Il cavalier Costante Nicosia 5

Ciccio Ingrassia

Ritornato in Brianza, Costante Nicosia si accorge che ha qualcosa che non va; si scopre a guardare le natiche dei giocatori di pallacanestro e si convince di aver contratto un virus che porta all’omosessualità. In realtà la sua è solo fame di sangue; sarà una sua dipendente a dargli l’idea per poter sfamare la sua bramosia di sangue,creando una emoteca. Riconciliatosi con la moglie, Costante vedrà nascere un figlio corredato di lunghi e affilati canini…

Il cavalier Costante Nicosia 12
Francesca Romana Coluzzi

Un film davvero strano, quello di Fulci, che mescola più generi, anticipando alcune novità economiche degli anni odierni, come la delocalizzazione della manodopera. Il cast è davvero di prim’ordine, con Buzzanca nel ruolo di costante Nicosia, con Sylva Koscina in quello della moglie, e con le partecipazioni di ottimi attori, come Ciccio Ingrassia, Valentina Cortese, John Steiner, Rossano Brazzi, Francesca Romana Coluzzi. Appare anche una giovane e nuda Ilona Staller nel ruolo di una delle mogli del conte Draculescu.

Il cavalier Costante Nicosia 4

Ilona Staller

Il cavalier Costante Nicosia 6

Regia di Lucio Fulci
con Lando Buzzanca, Sylva Koscina, John Steiner, Ciccio Ingrassia, Rossano Brazzi, Valentina Cortese, Moira Orfei, Francesca Romana Coluzzi, Ilona Staller, Antonio Allocca, Renato Malavasi
Anno: 1975Genere: commedia (colore)

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Il cavalier Costante Nicosia 1

Il cavalier Costante Nicosia 3

Il cavalier Costante Nicosia 7

Il cavalier Costante Nicosia 8

Il cavalier Costante Nicosia 9

Il cavalier Costante Nicosia 10

Il cavalier Costante Nicosia 11

Il cavalier Costante Nicosia 13

Il cavalier Costante Nicosia 15

Il cavalier Costante Nicosia 16

Il cavalier Costante Nicosia 17

Il cavalier Costante Nicosia banner personaggi

Lando Buzzanca     …     Costante Nicosia
Rossano Brazzi    …     Dr. Paluzzi
Sylva Koscina    …     Mariù moglie di  Costante
Moira Orfei    …     Bestia Assatanata
Christa Linder    …     Liù Pederzoli
John Steiner    …     Conte Dragulescu
Francesca Romana Coluzzi    …     Wanda Torsello
Grazia Di Marzà    …     Prostituta
Antonio Allocca    …     Peppino
Grazia Spadaro    …      Maria
Franco Nebbia    …     Meniconi
Michele Cimarosa    …     Salvatore Cannata
Giampaolo Rossi    …
Ciccio Ingrassia    …     Salvatore, il mago
Valentina Cortese    …     Olghina Franchetti

Il cavalier Costante Nicosia banner cast

Regia     Lucio Fulci
Soggetto     Lucio Fulci
Sceneggiatura     Lucio Fulci, Bruno Corbucci, Pupi Avati, Mario Amendola
Produttore     Mario Mariani
Casa di produzione     Coralta Cinematografica
Distribuzione (Italia)     Titanus
Fotografia     Sergio Salvati
Montaggio     Ornella Micheli
Musiche     Vince Tempera, Fabio Frizzi, Franco Bixio

 

Disarmonico. Un film con Buzzanca che segue il suo cliché è basato sul grottesco. Difatti quando è lui che catalizza l’attenzione va tutto bene, nel senso che ci dà quello che ci aspettiamo. Molto meno bene le cose vanno, invece, quando il tema viene calcato da altri, cui la sceneggiatura ha fornito cose non in linea. Mi riferisco al mediocre episodio con Ingrassia e al ruolo, abbastanza tremendo, della Cortese. La slava Koscina, la laziale Coluzzi e l’austriaca Linder fanno le brianzole… L’addormentamento pre-coito è preso dal Dottor Danieli.

Che Fulci sia stato un genio del cinema (erroneamente catalogato come serie B) che ogni vero amante di film adora, stanno a dimostrarlo non tanto alcune pietre miliari del genere horror, quanto le divagazioni “sui generis” cui questa raffinata ed esilarante (ma mai leggera) parodia sui vampiri appartiene. Buzzanca offre una delle sue migliori performance (ammantate di satira sociale): i tic, le manie, le idiosincrasie e le superstizioni come metafora di un arrampicatore sociale, che tenta di scrollarsi di dosso (inutilmente) l’umile origine.

La parodia del vampirismo – immediata la connessione con Polanski  – abbraccia una satira di costume discontinua e cangiante che alla debolezza degli assunti (tutti risaputi, non ultima l’equazione capitalista=vampiro) oppone un carosello di personaggi mosso da una vis comica ben calibrata e decisa: se Buzzanca dà corpo all’ennesima, saporita variazione dell’”uccello migratore”, ugualmente centrati sono il draculesco e promiscuo Steiner, il contegnoso Brazzi, la dannunziana Cortese e Ingrassia che, a pochi mesi da L’Esorciccio, riveste i panni del fattucchiere ciarlatano e maldestro.

Una bizzarra commedia con una sceneggiatura piuttosto originale e piena di spunti interessanti, ma tutto sommato abbastanza strampalata, con vari episodi disomogenei uniti tra loro senza troppa convinzione. Alcune battute vanno a segno, altre no; la regia comunque è decisamente buona e garantisce alla pellicola un livello più che accettabile. Buzzanca ripeta con poche variazioni il suo solito personaggio. Molto bella la colonna sonora di Frizzi, Bixio e Tempera. Tutt’altro che perfetto, ma curioso e, quindi, da vedere.

Parodia vampiresca, ma non solo. In modo alquanto intelligente vengono trattati aspetti sociali sensibili, quali l’ingiusta paura per le diverse preferenze sessuali e l’indiffrenza per le condizioni di lavoro nelle fabbriche. Temi bollenti, sapientemente inseriti nella baraonda del sangue e del sesso (quest’ultimo, terreno naturale del Lando). Fulci pratica un’ottima regia, la fotografia è buona e ci sono bravi attori, alcuni anche molto noti in contesti diversi. La Brianza, mia terra d’adozione, emerge attraverso il linguaggio e taluni stereotipi.

Ben inizia un film, che è da appprezzare per vari motivi (non ultimo l’avere affrontato con originalità un tema, il vampirismo, tra i più abusati del cinema mondiale). Fulci ci mette la sua mano nelle inquadrature più “strane” (tenendo presente che si tratta di un film comico, anche se il volpone non è la prima volta che si cimenta nel genere). La sceneggiatura a più mani arricchisce il film che non stanca mai, la presenza di una Moira Orfei bellissima e di una Koscina un po’ imbolsita fanno il resto. Brazzi molto simpatico.


marzo 12, 2009 Posted by | Commedia | , , , , | 2 commenti

Ria De Simone

Ria De Simone foto

Ria De Simone è stata fra le caratteriste più simpatiche del cinema minore italiano. Una carriera non di primo piano, ma dignitosa, spesa in pellicole appartenenti alla commedia erotica italiana, alle quali ha prestato il volto simpatico e il fisico prosperoso, che erano le sue due caratteristiche peculiari. Nata nel 1947, Ria ha esordito giovanissima in una particina nel film Tototruffa, diretto nel 1961 da Camillo Mastrocinque; una parte così piccola che l’attrice non viene nemmeno menzionata tra i protagonisti.

Ria De Simone Alessia un vulcano sotto la pelle
Ria De Simone in Alessia, un vulcano sotto la pelle

Dovranno passare ben 11 anni prima di rivedere Ria in una piccola parte, nel film di Pasquale Festa Campanile Jus primae noctis, uno dei primissimi decamerotici degli anni 70. Nel cast del film ci sono alcune bellezze italiane, come Marilu Tolo,Ely Galleani e la Bonaccorti.

Ria De Simone Cuginetta amore mio

La statuaria bellezza di Ria in Cuginetta, amore mio…….

Ria De Simone Il compromesso erotico
..e nel Compromesso erotico

La sua è una piccola parte, quella della donna sedotta dal signore del posto, Lando Buzzanca. E lei la interpreta bene, facendosi notare. Nel 1974 è nel cast del film Peccato veniale, di Samperi, ma è nel 1975, con il film La bolognese, una commediola erotica senza pretese, che la De Simone ottiene un buon risultato personale interpretando Lulu. I film successivi sono ancora commedie senza importanza, come Vieni,vieni amore mio, di Vittorio Caprioli, e Storie di arcieri,pugni e occhi neri, di Tonino Ricci, una sgangherata parodia di Robin Hood.

Ria De Simone Jus primae noctis 1
Ria De Simone in Jus primae noctis

Nel 1976 arriva finalmente una parte, anche se piccola, in un film discreto, Spogliamoci così senza pudor, di Sergio Martino, al fianco di star del genere con una certa fama come Barbara Bouchet e Ursula Andress. La prima, vera parte da protagonista la ottiene con un B-movie, al solito strutturato più che sulla trama, sulle bellezze esteriori delle protagoniste; il film è Sorbole, che romagnola, e accanto a Ria c’è un’altra protagonista di B movie, Maria Rosaria Riuzzi. Il ruolo di Orietta, una giovane fisioterapista che deve ripagare un debito e che troverà il successo curando le ricche e grasse matrone della città sembra cucito su misura per la simpatica attrice che, nello stesso anno, lavora in La professoressa di scienze naturali ,

Ria De Simone La professoressa di scienze naturali 2
Ria De Simone nel ruolo di Immacolata in La professoressa di scienze naturali

Ria De Simone L'emigrante

L’emigrante

accando alla coppia Carati-Alvaro Vitali; il ruolo di Immacolata, moglie di un farmacista, lo interpreta da par suo, con quel sorriso ammaliante e con quel corpo dalle grazie piene e voluttuose. Il 1976 è un anno peino, per la De Simone: tutte commedie erotiche, quelle che interpreta, ma che ottengono quanto meno un lusinghiero successo di pubblico. Così lavora in Cuginetta amore mio, film balordo e di bassa lega, nel Compromesso erotico di Bergonzelli, in La clinica dell’amore e successivamente in La cameriera nera.

Ria De Simone La ripetente fa l'occhietto al preside 3

Ria De Simone La ripetente fa l'occhietto al preside 1

Ria De Simone in La ripetente fa l’occhietto al preside, con Banfi

Il 1977 la vede interprete di altri 4 film, quasi tutti a smaccata ambientazione erotica: La vergine il toro e il capricorno, accanto alla Fenech,La presidentessa di Salce, Per amore di Poppea, accanto nuovamente a Vitali e a Maria Baxa e infine Kz9 lager di sterminio.

Se le ambizioni di Ria erano quelle di interpretare pellicole di buon livello, vengono frustrate dai copini che le sottopongono, e che regolarmente sono quelli di film di livello poco più che mediocre; non sfugge alla regola l’anno successivo, il 1978, in cui arrivano i film Napoli serenata calibro 9, al fianco di Merola, l’ambizioso ma deludente Gege Bellavita, di Pasquale Festa Campanile, lo squallido Alessia un vulcano sotto la pelle e, a chiudere un anno non esaltante, La liceale nella classe dei ripetenti. Nel frattempo la commedia erotica all’italiana sta pian piano morendo, senza grandi rmpianti, e le parti che offrono alla De Simone diminuiscono drasticamente. Dopo La liceale nella classe dei ripetenti, L’insegnante viene a casa, La ripetente fa l’occhietto al preside, in cui tuttavia ottiene successo grazie alla sua verve.

Ria De Simone Sorbole che romagnola

Ria De Simone Sorbole che romagnola 2

Due sequenze da Sorbole che romagnola

L’ultimo periodo della sua carriera è da dimenticare; a parte il suo ultimo film, Quando Alice ruppe lo specchio, di Fulci, 1988, venuto dopo un lungo oblio, intervallato da mediocri pellicole come I carabbimatti, Torna e Guapparia non si segnala più nulla. La De Simone, con la fine della commedia erotica, sembra scomparire dallo schermo.

Ria De Simone Spogliemoci cosi 1

Ria De Simone Spogliemoci cosi 2
Due fotogrammi del film Spogliamoci così senza pudor

Per la figlia dell’attrice Olga Romanelli, che sognava una carriera artistica ben diversa, sopratutto dopo aver frequentato l’Accademia d’arte drammatica Silvio D’amico, è la fine delle ambizioni. E a chiudere il tutto, malinconicamente, arriva nel 1996 un male devastante, che la porta via in pochissimo tempo.

Una fine tragica per una attrice che se non ha segnato in maniera rilevante con la sua partecipazione i film in cui ha lavorato, è riuscita però a lasciare traccia di se, della sua simpatia e perchè no, della sua bellezza in film che probabilmente non passeranno alla storia.

Ria De Simone Banner gallery

Ria De Simone La clinica dell'amore
Ria De Simone in La clinica dell’amore

Ria De Simone- Serenata calibro 9

Serenata calibro 9

Ria De Simone- Robin Hood

Robin Hood

Ria De Simone- La presidentessa

La presidentessa

Ria De Simone- La liceale nella classe dei ripetenti

La liceale nella classe dei ripetenti

Ria De Simone- La cameriera nera

La cameriera nera

Ria De Simone- KZ 9 lager di sterminio

Kz9 lager di sterminio

Ria De Simone- Gege Bellavita

Gegè Bellavita

Ria De Simone- Uomini di parola

Uomini di parola

Ria De Simone La ripetente fa l'occhietto al preside 2

La ripetente fa l’occhietto al preside

Ria De Simone La cameriera nera

La cameriera nera

Ria De Simone la liceale nella classe dei ripetenti

Ria De Simone la liceale nella classe dei ripetenti 2

Due fotogrammi tratti da La liceale nella classe dei ripetenti

Ria De Simone La moglie in bianco… l’amante al pepe

La moglie in bianco,l’amante al pepe

Ria De Simone La presidentessa

La presidentessa

Ria De Simone Alessia... un vulcano sotto la pelle 2

Alessia,un vulcano sotto la pelle

Ria De Simone La Vergine, il toro e il capricorno

La vergine,il toro e il capricorno

Ria De Simone l'insegnante viene a casa

L’insegnante viene a casa

Ria De Simone Per amore di Poppea

Per amore di Poppea

Ria De Simone Banner filmografia

* Tototruffa ’62 (1961)
* Jus primae noctis (1972)
* Peccato veniale (1973)
* La Bolognese (1975)
* Storia di arcieri, pugni e occhi neri (1976)
* Spogliamoci così senza pudor (1976)
* Sorbole… che romagnola! (1976)
* La professoressa di scienze naturali (1976)
* Cuginetta… amore mio! (1976)
* Il compromesso… erotico (1976)
* La clinica dell’amore (1976)
* La cameriera nera (1976)
* La vergine, il toro e il capricorno (1977)
* La presidentessa (1977)
* Per amore di Poppea (1977)
* KZ9 – Lager di Sterminio (1977)
* Napoli serenata calibro 9 (1978)

* Gegè Bellavita (1978)
* Alessia… un vulcano sotto la pelle (1978)
* La liceale nella classe dei ripetenti (1978)
* L’insegnante viene a casa (1979)
* La ripetente fa l’occhietto al preside (1980)
* La moglie in bianco… l’amante al pepe (1980)
* I carabbimatti (1981)
* Torna (1984)
* Guapparia (1984)
* Quando Alice ruppe lo specchio (1988)

marzo 11, 2009 Posted by | Biografie | | 7 commenti

L’ultimo treno della notte

L'ultimo treno della notte locandina

L’uscita di questo film di Aldo Lado, nel 1975, fu accompagnata da violente polemiche per il contenuto giudicato troppo violento e per l’atmosfera dark, per i dialoghi e per le scene crude che conteneva. In effetti L’ultimo treno della notte è un film che in qualche caso può disturbare, sopratutto verso la parte finale, dopo una buona oretta molto descrittiva, in cui il regista si limita a creare un’ambientazione alla storia, che esplode in un finale gore, tipico dei film rape e revenge. Ma in effetti, a guardarlo bene, il film ha ambizioni ben diverse dal solito thriller con effettacci truculenti. E, nonostante quello che i critici dissero, o almeno parte di essi, il film centra le problematiche che vuole affrontare; la violenza fine a se stessa, tipica della prima metà degli anni settanta.

L'ultimo treno della notte 4
Macha Meril, la misteriosa signora del treno

L’inizio del film è segnato da un episodio di violenza gratuito, perpetrato ai danni di un Santa Klaus, al quale due balordi rubano il misero incasso; i due scappano e li vediamo salire su un treno diretto in Italia. Sullo stesso treno viaggiano anche due ragazze, che devono tornare a casa, in Italia, per raggiungere i genitori di una di essa e festeggiare il Natale, e una enigmatica signora, molto raffinata. Elisa e Margareth, le due ragazze, non sanno che stanno andando incontro ad una spaventosa sorte.

L'ultimo treno della notte 1

All’interno del treno, infatti, i due balordi si muovono già con violenza, anche se limitata ad una aggressione ad un controllore. Uno dei due ha anche un rapporto sessuale con l’enigmatica signora ben vestita, una donna che sotto l’apparente rispettabilità nasconde un animo nero come la pece.

L'ultimo treno della notte 10

Il treno, durante il percorso, viene fermato in una stazione, e le due ragazze ne approfittano per scendere e telefonare ai genitori, senza però riuscire a contattarli. Salgono su un altro treno, ma purtroppo per loro anche i due balordi e la ricca signora hanno fatto altrettanto. E’ l’inizio di un incubo: le due ragazze vengono dapprima molestate, in seguito violentate, dapprima da un guardone costretto ad abusare di Elisa, poi da uno dei due balordi, che, incitato dalla signora, la violenta con la lama di un coltello, che farà morire l’altra ragazza, Margareth dissanguata.

L'ultimo treno della notte 5

L'ultimo treno della notte 9

Alla fine i due gettano Margareth dal treno, mentre Elisa, inseguita, preferirà gettarsi dal treno in corsa piottosto che continuare a subire la violenza cieca dei due; il treno prosegue la sua corsa, mentre i genitori di elisa attendono l’arrivo delle ragazze. E di quà la storia assume un’altra direzione, che culminerà con il violento finale.

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Il film di Lado vive sul contrasto fortissimo che caratterizza le varie fasi della storia; alla violenza cieca seguono infatti scene di stacco con i preparativi dei genitori per accogliere le due ragazze: all’atmosfera serena del Natale, con una fotografia luminosa, si sussegue l’atmosfera cupa del treno, dove si consuma la storia, con ombre che sinistramente si proiettano sui vagoni dello scompartimento. Ombre e luci, così come ombre e luci appaiono rispettivamente i due balordi e la misteriosa signora e le due ragazze.

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Un film cattivo al punto giusto, senza mediazioni, in cui la denuncia del sistema che produce questi guasti è appena accennata nei dialoghi che i genitori di Elisa hanno con i loro convitati. Il padre di Elisa, buonista e comprensivo, sceglierà viceversa la vendetta più crudele quando ad essere toccato nei suoi affetti sarà proprio lui.

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Un film bello, cupo e dannato, che, come già detto, venne molto sottovalutato all’epoca e che viceversa ha alcuni punti di contatto con il capolavoro di Kubrick, Arancia meccanica, almeno nella parte che riguarda la violenza ome tematica. Bravi gli attori, fra i quali si segnalano la luciferina Macha Meril, un inedito Flavio Bucci, nel ruolo del meno perfido dei due balordi, e di Enrico Maria Salerno, il papà di Elisa. Brave le due attrici che interpretano rispettivamene Elisa e Margareth, ovvero Laura D’Angelo e Irene Miracle

L’ultimo treno della notte,un film di Aldo Lado. Con Enrico Maria Salerno, Macha Méril, Flavio Bucci, Marina Berti,Franco Fabrizi, Daniele Dublino, Irene Miracle
Drammatico, durata 91 min. – Italia 1975.

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Flavio Bucci: Primo balordo
Marina Berti: Laura Stradi
Macha Méril: Signora sul treno
Enrico Maria Salerno: Giulio Stradi
Gianfranco De Grassi: Secondo balordo
Franco Fabrizi: Il guardone
Irene Miracle: Margareth Hoffenbach
Laura D’Angelo: Lisa Stradi

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Regia Aldo Lado
Soggetto Roberto Infascelli, Ettore Sanzò
Sceneggiatura Roberto Infascelli, Renato Izzo
Casa di produzione European Corporation
Fotografia Gábor Pogány
Montaggio Alberto Gallitti
Musiche Ennio Morricone
Scenografia Franco Bottari
Costumi Franco Bottari

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marzo 9, 2009 Posted by | Thriller | , , , | 3 commenti

Tesoromio

Prima di parlare di questa deliziosa commedia del 1979 di Giulio Paradisi, vorrei fare una piccola disgressione. Mi capita spesso di consultare, per rinfrescarmi la memoria o semplicemente per copiare il cast dei film, di andare su alcuni siti specializzati, come My movies, per esempio. Molti siti utilizzano, per le recensioni, i piccoli sunti del Morandini, che passa per essere l’opera omnia del cinema, una vera e propria enciclopedia, con tanto di recensione, cast regista e anno di produzione della stragrande maggioranza dei film usciti in Italia. Ebbene, spesso mi chiedo chi e sopratutto se abbia visto i film recensiti.

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Enrico Maria Salerno

A parte gli errori grossolani nella trama, spesso alcuni film vengono stroncati di sana pianta, con aggettivi anche pesanti, come insulsa, sciocca, idiota ecc. Una cosa che depone sicuramente male per chi cura un’opera che in fondo vuol essere di divulgazione del cinema passato, una sorta di Bignami cinematografico dedicato al futuro, quando la memoria di alcune pellicole sarà decisamente perduta.

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Zeudi Araya

Questo tipo di operazione di disinformazione riguardante alcune opere sopratutto datate è alquanto preoccupante: quando leggo di un film che sarebbe un’esposizione gratuita i nudi e violenza, e poi nel film non ci trovo ne l’una ne l’altra cosa, mi chiedo chi e perchè abbia voluto stroncare, in partenza, il film in questione. E’ il caso di Tesoro mio, la cui recensione recita testualmente così: “Un commediografo di irreparabile insuccesso è tradito dalla concubina con l’avvocato che gli finanzia le messinscena.Gli arriva in casa Tesoro, colf afro-orientale al primo servizio che, per soprammercato, è miliardaria e di sangue reale. Risolve la situazione. Derivata dalla pièce Chérie noire di François Campaux, riscritta dal trio Benvenuti, De Bernardi e Parenzo, la commedia è di una melensaggine sopportabile per merito di R. Pozzetto soltanto nella prima parte.” Un giudizio gratuito e forzato;

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Renato Pozzetto

Tesoromio non è un capolavoro, ma si lascia guardare con piacere, in primis per la presenza di un ottimo cast (Sandra Milo, Enrico Maria Salerno, Renato Pozzetto, Zeudi Araya e Johnny Dorelli), poi per la simpatia che riescono a ispirare i vari personaggi, anche se, va riconosciuto, la trama è effettivamente un po debole.

Enrico (Johnny Dorelli)  è uno scrittore di opere teatrali, che non riesce ad avere successo. L’ultimo fiasco è fatale, perchè oberato dai debiti, si vede arrivare in casa un ufficiale giudiziario (Renato Pozzetto) per un sequestro. In realtà Enrico non è assolutamente un pessimo scrittore, ma è sabotato da Roberto (Enrico Maria Salerno), un losco avvocato che lo finanzia per coprire con gli esborsi le somme che la sua società deve al fisco, truccando naturalmente i bilanci.

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La coppia Dorelli-Pozzetto

Roberto è anche l’amante di Solange, compagna di Enrico, pessima attrice che quest’ultimo è costretto a far lavorare per ricevere i finanziamenti necessari alle sue opere. Ma i guai di Enrico stanno per terminare; nella villa in cui abita arriva una ragazza, Tesoro (Zeudi Araya), che si propone come colf alla coppia; naturalmente Enrico, a corto di denaro, vorrebbe mandarla via, ma la ragazza sceglie di restare anche senza paga. Tra i due inizia così, con il tempo, una storia d’amore, e Enrico trova finalmente lo spunto per scrivere un’opera di ottimo livello, grazie anche a Tesoro e alla sua collaborazione.

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Non solo; la ragazza è una principessa, ricchissima, visto che nel suo paese i diamanti si trovano in qualsiasi posto. La ragazza paga tutti i debiti di Enrico, e lo mette in condizione di terminare il suo lavoro. La sera della presentazione dell’opera, Enrico registra il suo personale trionfo, ma Tesoro non c’è; è andata via, ma per fortuna dei due innamorati, la ragazza viene fermata all’aeroporto con un grosso quantitativo di diamanti.

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Commedia semplice, fresca, divertente, Tesoromio si avvale di un ottimo cast, nel quale spicca la straordinaria bellezza di Zeudi Araya, futura signora Cristaldi. A suo agio Johnny Dorelli, in quell’epoca protagonista di molti film sopratutto a tematica brillante.

Tesoromio, un film di Giulio Paradisi. Con Enrico Maria Salerno, Johnny Dorelli, Sandra Milo, Zeudi Araya.Carlo Bagno, Vincenzo Crocitti, Paolo Paoloni, Renato Pozzetto, Angelo Pellegrino, Carlo Cartier
Commedia, durata 108 min. – Italia 1979.

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Johnny Dorelli: Enrico Moroni
Renato Pozzetto: Ufficiale Giudiziario Pierluigi
Zeudi Araya: Tesoro Houaua
Sandra Milo: Solange
Enrico Maria Salerno: avv. Roberto Manetta
Carlo Bagno: il maggiordomo occhialuto con i baffi
Natale Tulli: uno dei traslocatori
Angelo Pellegrino: l’ufficiale dei carabinieri
Vincenzo Crocitti: un membro della commissione al teatro

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Regia Giulio Paradisi
Soggetto Francois Campaux
Sceneggiatura Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Paolo Brigenti
Produttore Franco Cristaldi, Nicola Carraro
Fotografia Roberto D’Ettorre Piazzolli
Montaggio Mario Morra
Musiche Mariano Detto
Costumi Danda Ortona

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marzo 6, 2009 Posted by | Commedia | , , , , | Lascia un commento

Una sull’altra (Perversion story)

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Falcidiato dalla censura, e uscito in Italia nel 1969 in versione ridotta, questo ottimo lavoro di Lucio Fulci ha avuto vita travagliata; le scene di sesso, oggi molto caste, all’epoca suonarono come un’offesa ai costumi e alla morale, e il flm venne pesantemente tagliato. Le scene di sesso tra George e Susan/Monica vennero giudicate troppo ardite, così come la sequenza dell’amore saffico tra Susan/Monica e Jane, amante di George. Inoltre il tema del triangolo, con implicazioni saffiche, era davvero troppo per la morale corrente; così involontariamente, fu proprio la censura a decretare un’attesa e una curiosità enorme verso la pellicola, con la conseguenza che il film incassò quasi un miliardo delle vecchie lire. Per rendersi conto di cosa significasse un incasso del genere, basti pensare che un biglietto per un posto in cinema di prima visione costava 350 lire.

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La storia parte con George Dumurrier, proprietario di una clinica ereditata assieme al fratello dal padre che lascia sua moglie Susan per recarsi dalla sua amante Jane, che sta per lasciarlo, a causa della situazione sentimentale dell’uomo. Susan, infatti, la moglie, è cattolica e non accetterebbe mai il divorzio; ma mentre è fuori casa, e Susan è affidata alle cure di un’infermiera, accade il miracolo.

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Susan stessa, ammalata di asma, muore. Al rientro george apprende che la moglie aveva stipulato una polizza sulla vita, con beneficiario proprio George per una cifra altissima, un milione di dollari. Una sera accade che George, su segnalazione di un anonimo telefonista, si rechi in un night club; li incontra Monica, una splendida spogliarellista che assomiglia come una goccia d’acqua alla defunta Susan.

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Tra i due nasce una rovente relazione momentanea; ma sulle tracce dell’uomo c’è anche la polizia, che non ha creduto alla versione della morte accidentale. Così l’incaricato del caso scopre in casa di Monica un foglietto su cui ci sono le prove che Monica si esercitava a copiare la calligrafia di Susan; la polizia scopre anche che Susan in realtà è morta avvelenata, così George viene arestato e condanato a morte. sarà durante un drammatico colloquio in carcere con il fratello che George apprenderà la terribile verità; Susan non è mai morta,

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ma è Monica, che da tempo aveva una relazione con il fratello di George, e che si era costruita una vita parallela nei panni della bella e affascinante spogliarellista, con tanto di secondo amante, Benjamin, uno che spasima per la donna. Nonostante denunci tutto alla polizia, George non viene creduto e si apresta così ad entrare nella camera a gas. Ma il diavolo alle volte dimentica qualcosa……

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La sceneggiatura di Fulci, pur essendo un tantino contorta, sembra ripresa da un film di Hithcock, ma fila via abbastanza credibile. Il vero punto di forza del film sta comunque nelle splendide interpretazioni di Marisa Mell nel doppio ruolo di Susan (imbruttita molto bene) e dell’affascinante e enigmatica Monica; di Elsa Martinelli, molto bella e sexy nel ruolo di Jane e di Jean Sorel in quello di George, nel quale appare spesso disorientato, confuso, quasi incredulo della situazione che si dipana attorno a lui. Il commento musicale, affidato a Riz Ortolani è appropriato e non è mai assillante. bene anche Riccardo Cucciolla nel ruolo di benjamin, l’amante tradito che risolverà la faccenda con il colpo di scena finale. Una sull’altra è un film godibile, uno dei migliori prodotti del genere negli anni sessanta. Qualche nudo davvero sontuoso della bellissima Marisa Mell arricchisce il film, senza mai essere ne volgare ne inappropriato.

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Una sull’atra,un film di Lucio Fulci. Con Elsa Martinelli, Jean Sorel, Marisa Mell, Giuseppe Addobbati.
Franco Balducci, Faith Domergue, Riccardo Cucciolla, Jesus Puente, Georges Rigaud, John Ireland
Giallo, durata 99 min. – Italia 1969

Jean Sorel …     Dr. Geroge Dumurrier
Marisa Mell …     Susan Dumurrier / Monica Weston
Elsa Martinelli …     Jane
Alberto de Mendoza    …     Henry Dumurrier
John Ireland    …     Ispettore Wald
Riccardo Cucciolla …     Benjamin Wormser
Bill Vanders    …     Agente delle assicurazioni
Franco Balducci    …     Proprietario del Loveday
Giuseppe Addobbati    …     Brent
Félix Dafauce    …     Royal Insurance Official
Jesús Puente    …     Sergente Rodriguez
George Rigaud    …     Arthur Mitchell
Jean Sobieski    …     Larry
Faith Domergue    …     Martha

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La colonna sonora

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Le immagini che seguono provengono dal sito http://www.dbcult.com/

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marzo 5, 2009 Posted by | Thriller | , , , , | 6 commenti