Filmscoop

Tutto il mio cinema

Una spirale di nebbia

Una spirale di nebbia locandina 2

Un colpo di fucile risuona nel bosco.
C’è una battuta di caccia e a sparare è Fabrizio Sangermano,sposato con Valeria e padre di due figli;il bersaglio però non è un animale ma la moglie di Fabrizio.
La donna cade,colpita mortalmente; ma è stato un terribile incidente o Fabrizio ha deliberatamente colpito sua moglie?
A indagare su quello che si presenta da subito un caso di difficilissima interpretazione è Renato Marinoni, giudice inquirente che ha il compito di raccogliere prove e testimonianze proprio all’interno della famiglia Sangermano.
Qui si troverà ben presto a cospetto di un mondo assolutamente impenetrabile, coinvolto in prima persona nell’inestricabile groviglio di segreti e inconfessabili peccati che tutti i componenti della famiglia in qualche modo tentano di occultare.
In primis c’è Fabrizio,che ha sposato la francese Valeria contro il parere della sua famiglia, oltremodo ricca la dove la ragazza è invece di umili origini;qualche tempo dopo il matrimonio l’uomo si è quasi rintanato nella tenuta della sua famiglia, dedicandosi esclusivamente alla fattoria e al commercio ad essa legato.

Una spirale di nebbia 1

Marc Porel

Una spirale di nebbia 11

Eleonora Giorgi e Stefano Satta Flores

Marinoni poco alla volta ricostruisce il puzzle dei legami sentimentali dei vari componenti della famiglia;scopre così che il matrimonio di Fabrizio con Valeria non era affatto felice, scopre che Maria Teresa, cugina di Fabrizio, sposata a Marcello ha anch’essa un matrimonio in bilico, avendo la donna scoperto che il marito era assolutamente impotente proprio la prima notte di nozze.
Via via che scorrono le indagini Marinoni ha modo di conoscere Vittorio, amico di Fabrizio che è sposato ma ha una relazione extra coniugale con l’infermiera Armida, scopre che la cameriera di Maria Teresa, Armida, ha avuto una relazione con un domestico del quale è ora incinta, ma che la stessa donna ha intenzione di dichiarare di essere incinta di Marcello allo scopo di coprire l’impotenza del suo padrone.
L’unico punto fermo di Renato sembra essere la sua relazione con Lidia, unica oasi di serenità nel corso delle indagini, che mettono a contatto il disincantato giudice con un mondo in cui i valori tradizionali sembrano essere una chimera, in cui anche i rapporti personali, amorosi o sessuali diventano cose dai contorni indistinti.

Una spirale di nebbia 6

Martine Brochard

Una spirale di nebbia 17

Marina Berti

Alla fine il giudice deve arrendersi; le indagini non hanno portato a nulla e Fabrizio potrebbe aver ucciso volontariamente la moglie oppure no; questa è la conclusione che trasmetterà ai suoi superiori.
Una spirale di nebbia, tratto da un racconto di Michele Prisco da Eriprando Visconti è un film in perenne bilico tra il thriller e il film di indagine psicologica e comportamentale.Immerso in’atmosfera volutamente fredda, quasi inanimata, vive sull’indagine introspettiva di pirandelliani personaggi in cerca d’autore.Tutti i comportamenti personali o sociali dei vari protagonisti appartengono ad una logica di base che vede i rapporti di tutti i generi che gli stessi protagonisti allacciano o hanno allacciati mediati e alla fine minati da sentimenti inesplorabili, legati come sono allo status sociale, agli obblighi verso la società stessa e in fondo ad una immatura genesi degli stessi.
Il sesso, patinato ed elegante del e nel film è volutamente rarefatto, freddo, quasi glaciale;tutte le pulsioni sessuali dei protagonisti appaiono slegate,meccaniche,tanto da rendere il film stesso gelido e al tempo stesso didascalico.

Una spirale di nebbia 3

Una spirale di nebbia 2
Visconti aveva già affrontato tematiche molto simili, analizzando comportamenti umani come farebbe invece un entomologo alle prese con il mondo degli insetti; si pensi a film come La orca o ad Oedipus orca, nei quali i personaggi sembrano essere inanimati, privi di senso d’orientamento, fatalmente avviati verso destini volutamente disperati.
Una spirale di nebbia è quindi un buon film,con momenti felici (la battuta di caccia) e qualche cedimento strutturale che però alla fine rendono in maniera dignitosa sia a livello di risultato sia come “insegnamento” impartito, ovvero la dove c’è la borghesia, la ricchezza,la dove la classe sociale si eleva ecco affiorare il retroterra della stessa, fatto di valori decadenti quando non del tutto assenti.
Bene sicuramente tutto il cast, con fior di protagonisti come Porel e Satta Flores, oltre ad un cast femminile da urlo, fra le quli segnalerei la Giorgi,Martine Brochard e Claude Jade, splendida la fotografia.
Il film è finalmente disponibile in una versione da digitale;lo potrete trovare qui https://uploadto.us/file/details/cElQ1NEGL8o/Sprl77mst.rar. Vi ricordo per l’ennesima volta che dopo averlo visionato avete l’obbligo legale di eliminare il file…

Una spirale di nebbia 4

Una spirale di nebbia

Un film di Eriprando Visconti. Con Duilio Del Prete, Stefano Satta Flores, Marc Porel, Martine Brochard,Claude Jade, Enzo Fiermonte, Marina Berti, Corrado Gaipa, Valeria Sabel, Victoria Zinny, Wendy D’Olive, Flavio Bucci, Dario Ghirardi, Eleonora Giorgi, Giorgio Trestini, Carlo Puri, Roberto Posse, Anna Bonaiuto, Flavio Andreini Drammatico, durata 104′ min. – Italia, Francia 1977.

Una spirale di nebbia banner gallery

Una spirale di nebbia 5

Una spirale di nebbia 7

Una spirale di nebbia 8

Una spirale di nebbia 9

Una spirale di nebbia 10

Una spirale di nebbia 12

Una spirale di nebbia 13

Una spirale di nebbia 14

Una spirale di nebbia 15

Una spirale di nebbia 16

Una spirale di nebbia 18

Una spirale di nebbia banner personaggi

Claude Jade: Maria Teresa
Marc Porel: Fabrizio
Duilio Del Prete: Marcello
Carole Chauvet: Valeria
Stefano Satta Flores: Renato Marinoni
Roberto Posse: Molteni
Martine Brochard: Lavinia, l’infermiera
Flavio Bucci: Vittorio, il medico
Marina Berti: Costanza San Germano
Corrado Gaipa: Pietro San Germano
Eleonora Giorgi: Lidia
Anna Bonaiuto: Armida
Elvira Cortese: Cesira
Valeria Sabel: Cecilia
Carlo Puri: Piero
Giorgio Trestini: Boris
Victoria Zinny: la governante
Tom Felleghy: Bellini

Una spirale di nebbia banner cast

Regia Eriprando Visconti
Soggetto Michele Prisco (romanzo)
Sceneggiatura Luciano Lucignani, Fabio Mauri, Lisa Morpurgo, Roselyne Seboue, Eriprando Visconti
Fotografia Blasco Giurato
Montaggio Franco Arcalli
Effetti speciali
Musiche Ivan Vandor, Carl Maria von Weber

Una spirale di nebbia banner romanzo

E così continuava a fissare assorta la fotografia di sua madre e a rincorrere l’immagine di Valeria, ormai persa abbandonata dietro questo giuoco di sovrimpressioni: e forse perché adesso doveva pensarla morta, eliminata per sempre, avvertiva a un tratto un vago turbamento, un rimorso, no, non proprio un rimorso, semmai un’insofferenza confusa e delusa, una specie di, come poteva definirla, di necessità di riparazione, ma neppure è l’espressione giusta, di maggiore tolleranza e umanità, di ordine, ecco, di pulizia. Per quel bisogno che abbiamo, di fronte alla morte, di sistemare per bene i nostri rapporti con coloro che ci hanno preceduti evitando di lasciare zone d’ombra, sentimenti di cruccio o d’acredine, quasi per sentirsi in pace con noi stessi più che per non sentirsi in debito con loro. Quasi per farci perdonare d’essere ancora vivi…

claude20jade4

Una spirale di nebbia locandina 3

Una spirale di nebbia banner recensioni

L’opinione di mm40 dal sito http://www.filmtv.it
Un Chabrol all’italiana, questo Una spirale di nebbia, penultimo film della non lunghissima carriera di Eriprando (nipote di Luchino) Visconti; è in pratica il ritratto di un ‘gruppo di famiglia in un interno’ sociale, nelle convenzioni cioè che la relazionano a sè stessa e con il prossimo (amici, servitù e via dicendo). Piano piano ognuno di questi legami si viene a scoprire in realtà debole, debolissimo, se non addirittura già sciolto nei fatti, ma mantenuto vivo solamente per confermare le apparenze; l’infedeltà sentimentale è solamente una delle mille varianti possibili in tale contesto, nel quale ogni personaggio nasconde qualcosa a tutti gli altri. Ma rispetto all’entomologo – chirurgico nell’approccio, insomma – Chabrol, Visconti si prodiga nel mostrare la vivace italianità della storia: corna e menzogne spudorate la fanno da padrone. Dignitosissimo il cast, che vanta una coppia di nomi, qui centrali, che hanno sempre sfiorato il cinema di serie A da protagonisti, senza mai riuscire però a conquistarlo: con vero peccato, perchè fra Stefano Satta Flores e Flavio Bucci è difficile scegliere il migliore, ma se la cavano bene anche Martine Brochard, Marc Porel, Duilio Del Prete, Claude Jade e ci sono infine due particine per Anna Bonaiuto ed Eleonora Giorgi. Sceneggiatura che Visconti scrive insieme a Luciano Lucignani, Fabio Mauri, Lisa Morpurgo e Roselyne Seboue, tratta da un romanzo di Michele Prisco; sontuose e patinate le musiche di Ivan Sandor e la fotografia di Blasco Giurato; montaggio di Franco Arcalli
L’opinione di Undijng dal sito http://www.davinotti.com
Durante una battuta di caccia un ricco possidente uccide (involontariamente?) la moglie. Ad un tormentato magistrato tocca il difficile compito di stabilire la verità. Ispirato dall’omonimo romanzo di Michele Prisco, Eriprando Visconti dirige un significativo erotico dalle forti componenti thriller e dai risvolti inquietanti, sempre in bilico tra menzogna e realtà. L’ottimo cast offre al regista un mezzo potente per dare corso ad una storia ambigua e compatta, spesso limitrofa al territorio dell’hard (la scena della fellatio).

L’opinione di fauno dal sito http://www.davinotti.com
…Alla fine mi sono alzato ad applaudire! Sincero, controcorrente, mette KO tutte le ipocrisie e le schifezze borghesi. Non solo il denaro non rende felici, ma non fa neppure da lenitivo quando in certe unioni matrimoniali si devono accettare ingiustizie o prevaricazioni del genere… di più: il medesimo può portare perfino all’autodistruzione. Un film talmente bello che nudità e petting si interpretano finalmente per quel che sono: le cose più belle e naturali del mondo e non quello sboccatissimo ciarpame che viene pubblicizzato adesso…

L’opinione di The gaunt dal sito http://www.filmscoop.it

Un inno all’irrisolto: una morte che rimane avvolta nel mistero, una galleria di personaggi o per meglio dire di coppie di personaggi, afflitte da una gabbia esistenziale alla quale devono soggiacere per rispetto delle convenzioni. Si è parlato della grande presenza di nudi integrali in questo film di Eriprando Visconti, ma è un erotismo volutamente sfumato e meccanico, noioso persino. In questo contesto dove tutti faticano a trovare una propria dimensione e si accetta qualsiasi compromesso, suonano amare le parole del giudice quando afferma “cosa devo mettere come movente del delitto nel fascicolo? La Vita?” Parole amare per un film amaro. apprezzabile per il soggetto di base, con un buon cast di attori, ma eccessivamente freddo, a mio parere, nella rappresentazione.

Una spirale di nebbia banner foto

Una spirale di nebbia foto 1

Una spirale di nebbia foto 2

Una spirale di nebbia foto 3

Una spirale di nebbia locandina 1

Seguite il link aggiornamenti per vedere le gallerie ricaricate!

https://filmscoop.wordpress.com/2014/09/01/aggiornamenti/

settembre 28, 2014 Posted by | Drammatico | , , , , , , , | 5 commenti

Ridendo e scherzando

Ridendo e scherzando è un film del 1978, strutturato in 5 episodi con tematica identica, ovvero il tradimento coniugale.
Il primo episodio, intitolato “Nozze d’argento“, vede protagonista un maturo notaio a cui vien fatta trovare in camera da letto dell’albergo Aurora una gigantesca scatola regalo, all’interno della quale c’è una splendida ragazza vestita da coniglietta. Dopo i dubbi iniziali, il notaio decide di “usufruire” del regalo, ma dopo aver consumato si vede piombare in casa un commissario mandato su denuncia della suocera preoccupata dalla mancanza di notizie sulla figlia.

Luciano Salce e Licinia Lentiniprotagonisti del primo episodio

Stefano Satta Flores

Trasportato in commissariato sotto gli occhi esterrefatti dei vicini, viene raggiunto dalla moglie che è in realtà colei che gli ha fatto il regalo.
Finirà a ceffoni tra i due coniugi e l’ignaro cameriere ai piani dell’albergo Aurora che si era offerto di accompagnare la signora Procaccini, moglie del notaio in Questura.
Il secondo episodio è intitolato “Corpi separati“, e vede protagonista un contrabbandiere di sigarette napoletano, Michele Sintona,tifosissimo della squadra della sua città che si appresta ad andare allo stadio per seguire l’evento sportivo; confuso per un banale caso di omonimia per il famoso banchiere Sindona, bancarottiere ricercato da diversi corpi di Polizia, si vede piombare in casa Digos, servizi segreti ed antiterrorismo. Riuscirà a cavarsela solo facendo fare una lite furibonda ai tre graduati che comandano i rispettivi corpi.
Il terzo episodio, “Per favore ammazzami il marito” vede protagonista una bella americana dell’Oregon stanca della volgarità del marito. La donna decide di usare il cameriere di casa per procurare un incidente al marito, ma tutti i tentativi saranno vani. Alla fine la donna si riconcilierà con il marito sotto gli occhi attoniti del cameriere.

Macha Meril

Il quarto episodio è “Melodramma della gelosia“, con protagonista un bancario innamorato follemente della moglie e gelosissimo, che però, per tenere su il menage famigliare, è costretto ad assumere un attore che di volta in volta interpreti un personaggio diverso, un fantomatico amante della moglie che alla fine viene scovato dal marito geloso.
L’ultimo episodio, “Costi quel che costi” è incentrato invece sulla figura di un portinaio di uno stabile lussuoso, nel quale vive una splendida donna con il geloso marito.

La stupenda Orchidea De Santis

Il portiere scoprirà che la donna si prostituisce per 300.000 lire, e fattesele prestare dal marito della donna, approfitta delle grazie della stessa dicendo poi al marito cornuto che ha restituito i soldi che lui gli ha prestato proprio alla moglie.
Ridendo e scherzando è un film del 1978, diretto da Vittorio Sindoni (che qui si firma come Marco Aleandri) che vorrebbe ricalcare la commedia sexy all’italiana senza innestare nessuna innovazione, anzi, sfruttando quelle che erano le caratteristiche peggiori della commedia stessa, ovvero trama esile basata su sketch, dialoghi infarciti di volgarità e qualche spruzzatina di erotismo come collante del tutto.

A sinistra, Gino Bramieri

Il regista utilizza un cast di assoluto buon livello, che include Luciano Salce e Didi Perego con Licinia Lentini (primo episodio) , Stefano Satta Flores (secondo episodio) Macha Meril, Fiorenzo Fiorentini e Carlo Hinterman (terzo episodio) Walter Chiari, Enrico Simonetti e Olga Karlatos (quarto episodio), Gino Bramieri e Orchidea De Santis (quinto episodio)
Un cast all star che finisce malauguratamente in una commedia debolissima e stramba, in cui è difficile trovare un solo momento in cui si riesca se non a ridere almeno a sorridere e che si regge solo sulla simpatia e professionalità dei vari interpreti.

Un’altra bellissima dello schermo, Olga Karlatos con il compianto Walter Chiari

A parte la banalità assoluta della sceneggiatura, tutti gli episodi sono debolissimi e basati solo su equivoci visti e rivisti, su battute scontatissime e sul triste corollario del peggio delle commedie pecorecce italiche, con tanto di parolacce e ceffoni, doppi sensi et similia.
Tutti gli episodi sono molto al di sotto della sufficienza, ma a voler sceglierne uno, si può optare per il meno peggio ovvero l’ultimo, che vede protagonisti Gino Bramieri e Orchidea De Santis.
Mentre l’attore milanese dimostra di essere presente solo per guadagnarsi il pane, la splendida attrice pugliese quanto meno, nel grigiore generale, appare in tutta la sua superba bellezza.
L’episodio con Salce è deprimente, quello con Stefano Satta Flores (vi compare una giovane Maurisa Laurito) inguardabile, poco più su quello con la Meril (anch’essa bellissima), catastrofico e sconclusionato quello con protagonisti Chiari, una bellissima Karlatos e il compianto maestro Enrico Simonetti.

Il film ebbe uno scarso successo alla sua uscita nelle sale cinematografiche italiane e la cosa è facilmente comprensibile; quando un film che ha un titolo esplicito come Ridendo e scherzando non riesce nemmeno a far sogghignare si è fallito l’obiettivo primario.
In aggiunta, quando si usano solo i classici stereotipi come il tifoso napoletano contrabbandiere e furbo che conclude con un triste “Forza Napoli” urlato verso gli spettatori, il marito geloso che trova l’amante della moglie nell’armadio ( o tristemente appeso ad un lampadario!) vuol dire che si è di fronte ad una preoccupante mancanza di idee.
Un vero peccato, perchè con un cast di questo tipo di poteva tirar fuori ben altro film.
Ridendo e scherzando
Un film di Marco Aleandri. Con Walter Chiari, Orchidea De Santis,Olga Karlatos,Fiorenzo Fiorentini,Gino Bramieri, Macha Méril, Luciano Salce,Stefano Satta Flores, Didi Perego, Licinia Lentini, Enrico Simonetti
Commedia, durata 94 min. – Italia 1978

Episodio 1, “Nozze d’argento”

Luciano Salce … Il notaio
Licinia Lentini …. La coniglietta
Didi Perego ….. signora Procaccini, moglie del notaio
Episodio 2, “Corpi separati”

Stefano Satta Flores … Michele Sintona
Marisa Laurito …. La moglie

Episodio 3, “Per favore ammazzami il marito”

Macha Meril … La signora americana dell’Oregon
Carlo Hinterman …. Il marito
Fiorenzo Fiorentini … Il domestico
Episodio 4, “Melodramma della gelosia”

Walter Chiari … Il marito geloso
Olga Karlatos …La moglie
Enrico Simonetti … Il finto amante
Episodio 5, “Costi quel che costi”
Gino Bramieri … Il portinaio
Orchidea De Santis … La squillo

Regia : Vittorio Sindoni
Sceneggiatura : Marco Aleandri
Musiche: Enrico Simonetti
Casa di produzione: Megavision FilmTV
Fotografia : Alfio Contini

marzo 13, 2012 Posted by | Commedia | , , , , , , , , , , , | 3 commenti

Riavanti,marsch….

A vent’anni di distanza dal servizio militare, cinque ex soldati vengono richiamati, per quaranta giorni in caserma, per apprendere l’uso di missili teleguidati.
Ognuno di loro, in vent’anni, ha avuto alterna fortuna.
Giovanni Crippa è stato il più fortunato, perchè è diventato un industriale: anche se per lui i problemi non mancano, afflitto com’è da una moglie che lo cornifica e da un’amante sanguisuga; Alessio invece , nonostante tre lauree, è rimasto un intellettuale di sinistra, che sogna la rivoluzione e vive da precario con una signora russa, Matrioska; poi c’è Francesco Paternò, nobile siciliano, barone per l’esattezza, tormentato dall’incubo che la giovane moglie possa cornificarlo.

Riavanti,marsch….11
Paola Quattrini e Renzo Montagnani

Riavanti,marsch….2
Carlo Giuffrè, Alberto Lionello, Stefano Satta Flores

Infine, Otello, che non ha fatto fortuna, vive sul GRA di Roma con un camper che gli viene sequestrato vendendo panini alla porchetta e cocomeri e Pietro, anonimo marito di una parrucchiera, uomo però felicemente sposato.
Le diverse personalità, le diverse vite vengono così riportate assieme dalla naia; per i cinque sarà un po come ritornare ai vent’anni, e l’occasione servirà per riannodare i rapporti fra di loro ma non solo.
Tra scherzi di ogni genere e angherie da parte del solito colonnello dispettoso, che li costringe a scavare un’inutile bunker, i cinque troveranno il modo di stare una svolta alla loro vita.

Riavanti,marsch….9
Alberto Lionello e Sandra Milo

Giovanni ritroverà l’amore e la possibilità di liberarsi di moglie e amante grazie all’incontro con una sua vecchia fiamma, Zaira, ex prostituta che gestisce una pompa di benzina, donna dal cuore grande e dai sentimenti autentici; Francesco, il barone, ritroverà la giovane moglie e quindi la sua tranquillità, Pietro scoprirà di avere avuto durante il periodo militare una figlia, otterrà un lavoro da Giovanni, mentre Alessio, scapolone convinto che tutte le donne siano delle poco di buono, troverà l’amore e un nuovo camper grazie alla generosità di Giovanni.

Riavanti,marsch….14
Carlo Giuffrè e Adriana Russo

Anche Alessio avrà la sua parte di gloria trovando finalmente l’amore.
Riavanti marsch, film di Luciano Salce del 1979, è una commedia amarognola che prende un po qua e un po la temi portanti di altri film: evidente il tributo ad Amici miei, almeno nella parte ironica degli scherzacci e dell’amicizia tra reduci, come è ancora più evidente il tributo a C’eravamo tanto amati nella parte nostalgica degli amici che si ritrovano dopo tanti anni, con un bagaglio di esperienze molte delle quali negative.

Riavanti,marsch….7
Silvia Dionisio

Alla fine il risultato è un ibrido molto modesto; Salce non graffia, forse perchè indeciso sul tono da dare al film.
Amici miei era graffiante, ironico e dissacrante, C’eravamo tanto amati nostalgico e malinconico: Riavanti marsch resta in bilico tra tutte queste caratteristiche, puntando però sullo sberleffo, tentanto anche la via drammatica, come nel caso della storia di Pietro, che troverà una figlia della quale ignorava l’esistenza.
Ma il tono dato al tutto resta leggero, quasi Salce avesse esaurito quella sua carica ironica, dissacrante che ne aveva caratterizzato la produzione precedente: così il film resta nelle intenzioni, limitandosi a far sorridere di volta in volta, sopratutto negli scherzacci da caserma, tralasciando invece le storie personali dei cinque che avrebbero meritato ben altro sviluppo.

Riavanti,marsch….16
Olga Karlatos

Succede quando non si sposa una sceneggiatura originale, ma ci si limita al compitino in classe.
Il che è un vero peccato, tenendo conto anche del cast di buon livello che il regista chiamò a recitare: si va da Renzo Montagnani a Aldo Maccione, da Carlo Giuffrè a Stefano Satta Flores, oltre a Gigi Reder, Alberto Lionello (forse il più convincente di tutti), le bellissime Olga Karlatos e Silvia Dionisio, Paola Quattrini, Sandra Milo e Adriana Russo, Annamaria Rizzoli e Carmen Russo.

Riavanti,marsch….5
Silvia Dionisio e Renzo Montagnani

Davvero un’occasione sprecata, per mancanza di coraggio o forse, più semplicemente, per necessità di cassetta: l’errore fondamentale resta quello di aver tentato di nobilitare un genere, quello militar/caserma, ormai troppo sfruttato per essere ancora credibile.

Riavanti,marsch….1

Aldo Maccione e Carmen Russo

Troppo vicino l’esempio dei vari La dottoressa ci sta con il colonnello e affini per dare credibilità ad un film che vuole distaccarsi dal genere ma che finisce per assumerne gli stilemi.
Riavanti, marsch…

un film di Luciano Salce. Con Sandra Milo, Olga Karlatos, Stefano Satta Flores, Renzo Montagnani, Silvia Dionisio,Alberto Lionello, Carlo Giuffrè, Adriana Russo, Nello Pazzafini, Gigi Reder, Paola Quattrini, Elisa Mainardi, Venantino Venantini, Roger Browne, Rita Forzano, Aldo Maccione, Carmen Russo, Renato Cecilia, Renzo Rinaldi
Commedia, durata 118 min. – Italia 1979.

Riavanti,marsch….banner gallery

Riavanti,marsch….15

Riavanti,marsch….13

Riavanti,marsch….12

Riavanti,marsch….8

Riavanti,marsch….6

Riavanti,marsch….4

Riavanti,marsch….3

Riavanti,marsch….banner protagonisti

Stefano Satta Flores: Alessio
Adriana Russo: Valeria
Annamaria Rizzoli: Immacolata
Gigi Reder: Colonnello
Paola Quattrini: Sofia
Renzo Montagnani: Pietro Bianchi
Sandra Milo: Zaira
Aldo Maccione: Otello Cesarini
Alberto Lionello: Giovanni Crippa
Olga Karlatos: Elena
Carlo Giuffré: Il Barone Francesco Paternò
Silvia Dionisio: Marina
Venantino Venantini: Sergente Sconocchia

Riavanti,marsch….banner cast

Regia:     Luciano Salce
Soggetto:     Augusto Caminito, Teodoro Agrimi
Sceneggiatura:     Luciano Salce, Augusto Caminito
Casa di produzione:     Produzioni Atlas Consorziate
Distribuzione (Italia):     PAC
Fotografia:     Sergio Rubini
Montaggio:     Antonio Siciliano
Musiche:     Piero Piccioni

Riavanti marsch foto 1

Riavanti marsch foto 2

Riavanti marsch foto 3

Riavanti marsch foto 4

Riavanti marsch locandina 2

gennaio 16, 2010 Posted by | Commedia | , , , , , , , , , , , | 2 commenti

Salon Kitty

Salon Kitty locandina

Salon Kitty è il film più controverso di Tinto Brass, girato nel 1975 in due versioni, una per il cinema estero e l’altra per il cinema italiano, vista l’impossibilità di ottenere il visto della censura per un prodotto in cui c’è un’abbondanza di scene ad alto contenuto erotico che sarà superata solo dal Caligola. Va detto subito che Salon Kitty ebbe reazioni assolutamente contrastanti, alla sua uscita, sia dal pubblico che dalla critica specializzata; demonizzato, stronacato, oppure valutato positivamente, pur senza nessun entusiasmo particolare, il film comunque colpì come pochi nel segno, andando a pescare dall’armadio dei ricordi uno degli episodi più oscuri della seconda guerra mondiale, l’esistenza del famigerato Salon Kitty  un bordello realmente esistente nella Berlino nazista, nel quale spie del partito nazionalsocialista spiavano i ricchi tedeschi o anche i militari nazisti che lo frequentavano.

Salon Kitty 1

Salon Kitty 2

Theresa Ann Savoy e Tina Aumont

Basandosi sul romanzo di Peter Narden, e adattandolo allo schermo, con molta libertà, Brass racconta la storia di  Kitty Kellermann, cantante, soubrette e artista, nonchè tenutaria della casa di tolleranza Salon Kitty, costretta dal tenente delle SS Wallemberg a licenziare le prostitute che lavorano nel bordello in favore di un gruppo di donne appartenenti per la maggior parte alla Germania bene.
Le donne dopo il reclutamento, vengono costrette a mostrare la loro fede nel nazionalsocialismo addestrandosi nel più turpe dei modi, attraverso cioè una serie di perversioni erotiche degne di una bolgia infernale.

Salon Kitty 3

Salon Kitty 4

Le donne infatti, allo scopo di valutarne le effettive attitudini, vengono sottoposte a incontri erotici aberranti con nani deformi, uomini senza gambe, ebrei, zingari o costrette ad avere rapporti sessuali con animali, rapporti omosessuali e via dicendo, in un crescendo bestiale di depravazione.
Le ragazze del bordello iniziano così a lavorare, non sapendo, però, che le loro gesta erotiche sono solo un paravento: tutto viene spiato, registrato, al fine di scoprire chi, tra i generali, i militari o i potenti abbia la tendenza o idee diverse da quelle del nazismo.

Margherita, una bella e ricca ragazza tedesca, della quale si è infatuato il tenente Wallemberg, conosce un pilota, Hans Reiter, e se ne innamora; quando scopre che l’uomo è stato impiccato per colpa di Wallemberg, la ragazza decide di vendicarsi.

Salon Kitty 5

Salon Kitty 6

Con l’aiuto di Kitty e di un italiano, Margherita tende una trappola a Wallemberg, che finisce per fare la fine di molte delle sue vittime; verrà infatti ucciso a colpi di pistola in una sauna.
Film molto crudo sopratutto in alcune scene, davvero al limite del guardabile, Salon Kitty ha alcuni pregi e molti difetti: i pregi sono una fotografia asciutta ed essenziale, che incupisce la storia dando un ulteriore tocco di drammaticità al tutto, una recitazione di ottimo livello del cast, decisamente di qualità, che compone il film.
I difetti, molti, sono evidenziati dall’eccessiva lunghezza del film (almeno nella sua versione integrale), con lunghi dialoghi o scene di sesso portate davvero ai limiti della pornografia; vero è che l’azione in pratica si svolge in un bordello, e che quindi un minimo di realismo è lecito.

Salon Kitty 7

Salon Kitty 8

Ma Brass indugia troppo nel mostrare le perversioni a cui vengono sottoposte le ragazze dell’aristocrazia tedesca, in particolare nella scena del reclutameno, quando tutte le ragazze vengono convocate in un immenso salone, sotto una gigantesca bandiera con la svastica, e costrette ad avere rapporti con i soldati tedeschi che sono presenti.
Scene che durano diversi minuti, così come durano troppo alcune delle scene girate nelle stanze delle ragazze, con la descrizione delle perversioni dei vari generali e colonnelli; lo spazio dedicato a Margherita, vera protagonista della storia, risulta alla fine marginale, sopratutto alla luce della scarsa profondità data a quello che è il personaggio principale.

I nazisti assomigliano troppo a delle macchiette, cosa che in realtà non erano affatto, purtroppo.
Così alla fine il film sembra piuttosto incoerente, quasi che l’eccesso visivo dell’erotismo sbandierato ogni minuto provochi una specie di overdose nello spettatore.

Brass tenta in qualche modo di distingersi da Visconti e dal suo La caduta degli dei, punando troppo sul lato grottesco, la dove il maestro aveva puntato sul lato tragico del nazismo; alla fine il risultato è altalenante, proprio perchè il film manca di un suo stabile equilibrio.
Scrive Morandini :

“T. Brass cava un film per uomini soli con un apporto figurativo di prim’ordine dove bisogna continuamente levarsi il cappello per salutare il passaggio di Visconti, Bertolucci, Cavani, Chaplin, Barbarella, l’Histoire d’O, Arancia meccanica, Cabaret, persino Freaks e la commedia all’italiana.
C’è del vero, ma le citazioni, da sole, non bastano.

Salon Kitty 9

La Cavani con Portiere di notte aveva puntato sul lato oscuro di un rapporto sado masochistico tra una vittima e il suo  ex carnefice, con una profondità ben maggiore di Salon Kitty; del film di Kubrick, citato da Morandini, c’è solo la violenza. Una violenza però che non nasce dalla noia, dalla difficoltà di adeguamento alle leggi sociali o come valvola di sfogo di una società malata, come suggerito da Kubrick.
Quella di salon Kitty è una violenza che nasce dalla perversione, da parte di gente che provocò 50 milioni di morti, mentre nel film gli stessi appaiono come una massa di degenerati, capaci solo di emozionarsi davanti alla sfilata delle truppe (il generale che costringe la prostituta che è con lui a mettersi il suo cappello e scimmiottare Hitler) in maniera buffonesca.

Salon Kitty 10

La realtà, che conosciamo, è di ben altra natura.
Un film eccessivo, come del resto nello stile di Brass.
Ma è indubbio che Salon Kitty sia un film che fa dell’eccesso la sua bandiera.
E l’eccesso, cinematograficamente, non è mai la scelta migliore.
Due righe sugli attori: bene Helmut Berger e Ingrid Thulin (scritturati da Brass forse in ossequio al film di Visconti o per mere considerazioni commerciali), brava Teresa Ann Savoy, bene anche Bekim Fehmiu, l’Hans Reiter che verrà impiccato, inappuntabile Steiner; brevi apparizioni per Tina Aumont, Paola Senatore,Rosemarie Lindt e Stefano Satta Flores.

Salon Kitty, un film di Tinto Brass. Con John Steiner, Helmut Berger, Ingrid Thulin, Stefano Satta Flores, Maria Michi, Therese Ann Savoy, Paola Senatore, Tina Aumont, Bekim Fehmiu, Rosemarie Lindt, Gigi Ballista, Clara Colosimo, John Ireland, Giancarlo Badessi, Malisa Longo, Paola Maiolini, Gengher Gatti, Alena Penz, Sara Sperati, Aldo Valletti, Salvatore Baccaro, Luciano Rossi
Drammatico, durata 130 min. – Italia 1975.

Salon Kitty banner gallery

 Salon Kitty 11

Salon Kitty 12

Salon Kitty 13

Salon Kitty 14

Salon Kitty 15

Salon Kitty banner personaggi

Helmut Berger …     Helmut Wallenberg
Ingrid Thulin …     Kitty Kellermann
Teresa Ann Savoy …     Margherita
John Steiner …     Comandante SS
Sara Sperati …     Helga
Maria Michi …     Hilde
Rosemarie Lindt …     Susan
Paola Senatore …     Marika
John Ireland …     Cliff
Tina Aumont …     Herta Wallenberg
Alexandra Bogojevic …     Gloria
Dan van Husen …     Rauss
Stefano Satta Flores …     Dino
Bekim Fehmiu …     Hans Reiter
Luciano Rossi …     Dr. Schwab
Gianfranco Bullo …     Wolff
Gigi Ballista …     Generale
Margherita Horowitz …     Madre di Margherita
Alain Naya …     Ufficiale tedesco
Clara Colosimo …     Cuoca
Malisa Longo …      Kitty Girl
Annie Ross …     Kitty Kellermann (voce cantante)
Salvatore Baccaro Prigioniero (uncredited)
John Bartha …     Agente Gestapo  (uncredited)
Tom Felleghy …     Agente Gestapo  (uncredited)
Tito LeDuc …     Frankie (uncredited)
Pietro Torrisi …     Zingaro tatuato (uncredited)

 Salon Kitty banner cast

Regia:     Tinto Brass
Soggetto:     Peter Norden (romanzo), Antonio Colantuoni, Maria Pia Fusco, Ennio De Concini
Sceneggiatura:    Tinto Brass, Maria Pia Fusco, Ennio De Concini
Produttore:     Ermanno Donati, Giulio Sbarigia (Coralta Cinematografica)
Fotografia:     Silvano Ippoliti
Montaggio:     Tinto Brass
Musiche:     Fiorenzo Carpi, José Padilla, Bruno Nicolai
Scenografia:     Ken Adam
Costumi:     Jost Jacob,Ugo Pericoli

Sul Davinotti, sito sul quale scrivono appassionati di cinema, ho letto questi commenti che trascrivo:
“Estenuante ed eccessivo (specie nella lunghezza) pasticcio erotico di marca brassiana che sprizza cattivo gusto da tutti i pori. Il “merito”, si fa per dire, è da dividere a metà tra regia e sceneggiatura. Il plot è solo una scusa per mostrare nudità e perversioni assortite oltre che per assecondare il voyeurismo del regista. La rappresentazione dei nazisti poi è oltre modo macchiettistica ed inverosimile. A tratti poi, come spesso accade nei lavori di questo regista, il film è inutilmente volgare e sopra le righe.”

Oppure:

“Orgia di kitsch, feticismo d’accatto e perversioni nazi-sado-maso da banco dei remainders cucite addosso a una trama inconsistente, che diventa risibile quando vuol mostrare la presa di coscienza della puttana innamorata e la conseguente vendetta. Una caduta degli dei for dummies sporcaccioni, in cui sono coinvolti purtroppo attori come Berger e Thulin, anche se è a quest’ultima che si deve l’unico momento da salvare (il ballo double-face) in questa pellicola di rara bruttezza e volgarità.”

dicembre 31, 2009 Posted by | Drammatico, Erotico | , , , , , , , , , , , , | 6 commenti

Una donna di seconda mano

Una donna di seconda mano locandina

Firenze, anni 50. Luca, uno studente orfano di entrambi i genitori, vive con suo zio Augusto, un donnaiolo cinquantenne, proprietario di un negozio di scarpe. L’uomo è legato sentimentalmente a Clelia, una sua dipendente. La donna ha una figlia, Simona, che è la ragazza di Luca. Un giorno suo zio, per svezzarlo sessualmente, lo porta in un bordello, dove il ragazzo conosce Nerina, una matura ma seducente prostituta.

Una donna di seconda mano 1
Enrico Maria Salerno è Augusto

Una donna di seconda mano 8
Rena Niehaus è Simona

Il giorno dopo, in seguito all’ennesimo rifiuto di Simona di avere rapporti con lui, la violenta.  La ragazza racconta tutto alla madre, che decide di vendicarsi. Istruisce la figlia a dovere, con l’incarico di sedurre il maturo Augusto. Il piano riesce, e Simona circuisce Augusto. Un amico di Luca scopre la ragazza mentre è in auto con il suo amante e informa il giovane, che reagisce male. Ritorna al bordello e si fa consolare da Nerina. Nerina però ha un suo piano: è stufa di essere una donna di seconda mano, come si definisce durante un colloquio con una collega, e medita di farsi sposare.

Una donna di seconda mano 13
Macha Meril

Una donna di seconda mano 4

Senta Berger

Nel frattempo Simona si sposa con Augusto, e il giovane per un pò riesce a consolarsi tra le braccia di Nerina. Ma un giorno la donna scompare, e sarà un amico camionista di Luca a scoprirla casualmente a Venezia: la donna è riuscita nel suo intento, ha sposato un ricco uomo d’affari. Luca, dopo aver respinto la corte di Simona, segue Nerina a Venezia, dove riesce a riallacciare la relazione. Ma la donna non vuol perdere quanto faticosamente conquistato, dichiara al giovane di non amarlo e lo lascia, prende un vaporetto e guarda in direzione del giovane, con uno sguardo appena velato dalla nostalgia, mentre Luca urla dal ponte che non la ama.

Una donna di seconda mano 6
Luca violenta Simona

Una donna di seconda mano 2

Nonostante l’ottimo cast, che include Enrico Maria Salerno (Augusto), Senta Berger (Nerina), Macha Meril ( Clelia), Rena Niehaus (Simona), Stefano Satta Flores (l’autista amico di Luca), Stefano Amato (Luca), Una donna di seconda mano, film del 1977 diretto da Pino Tosini e sceneggiato da Renato Izzo, scorre sullo schermo nella più assoluta indifferenza dello spettatore. Colpa principalmente di una trama scontata sin dall’inizio, di una sceneggiatura raffazzonata e sopratutto della scarsa volontà mostrata dal cast, che sembra svogliato e impigrito, quasi anestetizzato da ruoli senza spessore.

Una donna di seconda mano 3
Luca alla ricerca di Nerina nel bordello

A salvarsi è il solito Salerno, in parte la deliziosa Niehaus e parzialmente anche Senta Berger, troppo sorridente e poco incisiva. Un film che penzola tra il dramma e la commedia e che forse aveva l’ambizione di mostrare uno squarcio del mondo dei bordelli prima della legge Merlin. Alla fine tra qualche casto nudo, qualche amplesso una volta tanto mostrato con pudore, si arriva senza scossoni alla parte finale, che forse è la più interessante, non fosse per la fretta e per la scarsa incisività degli attori, tra i quali spicca in senso negativo proprio il protagonista principale, Stefano amato, che piattamente interpreta Luca.

Una donna di seconda mano 5

Una donna di seconda mano 7

Poca roba, alla fine, forse l’unica cosa da rimarcare è la location, parzialmente ambientata a Firenze nelle parti iniziali e a Venezia in quelle finali. Un’altra nota dolente è il fiorentino di Augusto-Enrico Maria Salerno, davvero poco credibile anche nel doppiaggio.

Una donna di seconda mano 9

Una donna di seconda mano, un film di Pino Tosini con Stefano Amato, Senta Berger, Macha Meril, Rena Niehaus, Enrico Maria Salerno, Stefano Satta Flores, Bruno Valente, Italia 1977

Una donna di seconda mano banner gallery

Una donna di seconda mano 10

Una donna di seconda mano 11

Una donna di seconda mano 12

Una donna di seconda mano 14

Una donna di seconda mano 15

Una donna di seconda mano 16

Una donna di seconda mano banner personaggi

 

Senta Berger- Nerina
Enrico Maria Salerno:Augusto
Macha Meril:Clelia
Stefano Amato:Luca
Rena Niehaus:Simona
Stefano Satta Flores:l’autista

Una donna di seconda mano banner cast

Regia Pino Tosini
Soggetto Sergio Perillo
Sceneggiatura Renato Izzo
Casa di produzione Boxer Films
Fotografia Tonino Nardi
Montaggio Massimo Ferlicco
Musiche Michele Francesio
Scenografia Massimo Lentini

luglio 28, 2009 Posted by | Commedia | , , , , , , | 2 commenti

C’eravamo tanto amati

C'eravamo tanto amati locandina 1

Tre amici diventati tali durante la guerra di liberazione dal nazifascismo; Nicola, Gianni ed Antonio hanno diviso tutto,la paura,il rischio,la pelle. Ma un bel giorno la guerra finisce,e i tre si separano,ognuno per riprendere una parvenza di vita normale. Nicola torna al suo paese per insegnare, Gianni torna nella natia Pavia per riprendere i suoi studi di giurisprudenza,Antonio ritorna a Roma,dove ad attenderlo c’è un posto da portantino in un ospedale.
Ma la vita è fatta di casualità,cos’ un giorno Gianni ed Antonio si reincontrano;il primo è ormai un avvocato,che aspira a molto più,e ruba la fidanzata al vecchio amico, Luciana,una ragazza con ambizioni cinematografiche.

C'eravamo tanto amati 13

Gianni coglie al volo l’occasione per diventare ricco,sposando una donna ricca ma ignorante, Elide, figlia di un palazzinaro senza scrupoli,e lascia Luciana,che,dopo una breve avventura con Nicola,viene abbandonata anche da quest’ultimo.
Luciana tenta il suicidio,mentre Elide,che è innamorata del marito,che viceversa la disprezza,si trasforma nel tempo in una donna raffinata.
Ma anche se la cosa la realizza,si rende conto che Gianni non la ama,e un giorno trova la morte in un incidente stradale,vittima probabilmente di un suicidio.

C'eravamo tanto amati 7
Stefano Satta Flores, Nicola

C'eravamo tanto amati 4
Aldo Fabrizi

Le vite dei tre amici proseguono su binari assolutamente dissimili;Antonio,idealista,cerca di cambiare la società,venendo per questo meso in disparte anche sul lavoro.Nicola,insoddisfatto del suo lavoro di insegnante,lascia il suo paesino al sud e va a Roma,dove spera di diventare un critico cinematografico;ma,dopo una breve e sfortunata parentesi di notorietà conquistato con una partecipazione a Lascia o raddoppia,finisce per accettare lavori umili scrivendo sui giornali,patetica figura di intellettuale che vuol cambiare il mondo a suon di polemiche.

C'eravamo tanto amati 1

Federico Fellini e Marcello Mastroianni

I tre si re incontreranno un giorno,seduti alla tavola di un’osteria;è tempo di bilanci,testimoniati dalla frase “Volevamo cambiare il mondo,ma il mondo ha cambiato noi”
Antonio,che è l’unico che coerentemente con se stesso e con quello in cui credeva non ha nulla da rimproverarsi,porta i suoi vecchi amici in un presidio notturno,dove ad attenderli c’è Luciana,che ha sposato il suo primo amore e gli ha dato due figli.

C'eravamo tanto amati 14
Stefania Sandrelli

Scola mostra subito,dalle prime inquadrature,quali siano le sue simpatie, tratteggiando le figure dei tre amici in modo diverso;
l’unico a mostrare coerenza nella vita è Nicola,simbolo di una classe sociale che lotta,vive e si impegna,anche lottando contro i mulini a vento.
Il film acquisisce quindi una forte valenza politica, la dove si intravede,dietro il personaggio dell’arrampicatore Gianni, quella classe di malversatori,opportunisti e profittatori ben identificabili politicamente.
Così come Nicola rappresenta quella parte di cultura sempre pronta a contestare ma assolutamente improduttiva politicamente.
Un film che vive di momenti particolarmente intensi,grazie anche alle superbe interpretazioni di Gassman,nel ruolo di Gianni,avvocato con il pelo sullo stomaco;di Nicola,un superbo Stefano Satta Flores,intellettuale inconcludente,e sopratutto di Antonio,l’unico ad essere vero e genuino,uno splendido Nino Manfredi.

C'eravamo tanto amati 15
 Giovanna Ralli

C'eravamo tanto amati 2

Vittorio Gassman e Aldo Fabrizi

Luciana è una bellissima Stefania Sandrelli, mentre Elide è interpretata da Maria Giovanna Ralli,il cui padre è Aldo Fabrizi,strepitoso nel ruolo del corrotto e laido palazzinaro.
Cameo per Mike Bongiorno,che interpreta se stesso.
Un grande film,premio Cesar 1974 come miglior film straniero.

C'eravamo tanto amati 11

Nino Manfredi

C’eravamo tanto amati, un film di Ettore Scola. Con Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Aldo Fabrizi, Stefania Sandrelli, Stefano Satta Flores, Giovanna Ralli, Federico Fellini, Isa Barzizza, Marcello Mastroianni, Mike Bongiorno, Fiammetta Baralla, Ugo Gregoretti, Lorenzo Piani, Marcella Michelangeli, Carla Mancini, Livia Cerini, Luciano Bonanni. Genere Commedia, colore 121 minuti. – Produzione Italia 1974

https://filmscoop.files.wordpress.com/2012/08/filmscoop-banner-gallery.jpg?w=445&h=75

C'eravamo tanto amati 3

C'eravamo tanto amati 5

C'eravamo tanto amati 6

C'eravamo tanto amati 8

C'eravamo tanto amati 9

C'eravamo tanto amati 10

C'eravamo tanto amati 12

C'eravamo tanto amati 16

ceravamo-tanto-amati

https://filmscoop.files.wordpress.com/2012/08/filmscoop-banner-personaggi.jpg?w=443&h=76

* Stefania Sandrelli: Luciana Zanon
* Vittorio Gassman: Gianni Perego
* Nino Manfredi: Antonio
* Stefano Satta Flores: Nicola Palumbo
* Aldo Fabrizi: Romolo Catenacci
* Giovanna Ralli: Elide Catenacci
* Elena Fabrizi: moglie di Romolo Catenacci
* Luciano Bonanni: Torquato
* Fiammetta Baralla: Maria

https://filmscoop.files.wordpress.com/2012/08/filmscoop-banner-cast.jpg?w=442&h=76&h=76

Regia Ettore Scola
Soggetto Age & Scarpelli, Ettore Scola
Sceneggiatura Age & Scarpelli, Ettore Scola
Produttore Pio Angeletti, Adriano De Micheli per Dean Film
Distribuzione (Italia) Delta (1974)
Fotografia Claudio Cirillo
Montaggio Raimondo Cruciani
Musiche Armando Trovajoli
Scenografia Luciano Ricceri
Costumi Luciano Ricceri

ceravamo-tanto-amati-3

Citazioni

Devo domandarti una cosa.
Va bene, e allora coraggio.
Sono importante per te adesso?
Importante in che senso? Importante perché sei morta? Ma non lo so… non mi sembra…no, no.
Ma che te possino ammazzarte! Ma perché no?
Elide, perché se una non è stata importante da viva, non lo è nemmeno da morta. Ecco perché.
Bravo ignorante! La morte sublima! Si vede che non hai letto il Sidarta.
No, non l’ho letto il Siddharta.
Eh certo, a me mi obbligavi a leggere, ma tu non leggi mai niente.
Elide, che rottura!”

“Ma che, ma chi l’ha detto? Buttare via la propria vita significa farne il migliore degli usi. Oppure preferite quest’altra battuta, ah? Vivere come ci pare e piace costa poco, perché lo si paga con una cosa che non esiste: la felicità.”

Ti credevo buono e generoso…
Eh, se semo stufati d’esse bboni e generosi!

L’amicizia non è al di sopra di tutto?
Niente è al di sopra di tutto. lo poi sono contrario all’amicizia: è una combutta tra pochi, una complicità antisociale.

Erano tempi duri, ma noi eravamo poveri ma felici, come dicono i ricchi.

Insomma, a me mi piaci, perché sei prima di tutto de cultura, poi sei incorruttibile e tosto. Io amo l’onesti, perché nell’onesti c’è quella purezza che, se je capita l’occasione, diventano tarmente mascalzoni che t’ammolleno le fregature pejo de li mascalzoni diciamo normali.

Eh… Che ha fatto Nicola? Ha preso a calci la famiglia, la carriera, e a coronamento di tutto è finito a scribacchiare critiche cinematografiche firmando “vice”.
Ah, è lui “vice”? Ma allora scrivi su un sacco de giornali!

C'eravamo tanto amati foto 5

C'eravamo tanto amati foto 4

C'eravamo tanto amati foto 3

C'eravamo tanto amati foto 2




aprile 24, 2008 Posted by | Drammatico | , , , , , , , | Lascia un commento