Incontri molto… ravvicinati del quarto tipo
Una bella professoressa di astrofisica, che insegna all’università e vive in campagna accudita da una giovane cameriera veneta sogna di incontrare gli extraterrestri.
Tre giovani studenti, che bramano la loro insegnante, decidono così di affittare dei costumi da alieni incluse delle finte armi aliene e irrompono nella casa di campagna, dove, con la scusa di studiare il corpo umano, finiscono per approfittare della situazione.
A correre in aiuto della professoressa è un vicino, con una bella e giovane moglie.
Una volta andato via il vicino, i tre dapprima avranno rapporti con la professoressa e con la cameriera, infine con la vogliosa vicina.
L’imbroglio verrà scoperto, con buona pace di tutti.
Incontri molto… ravvicinati del quarto tipo si caratterizza per una serie interminabile di primati; è il film più scombinato, peggio recitato, più trash della cinematografia italiana, a pari merito con un altro film delirante, La croce delle sette pietre.
Un film nel quale già dalla trama, scopertamente boccaccesca, si capisce in che genere di film ci si appresta ad imbattersi.
Tutto è chiaro dopo poche battute; i tre goliardici giovinastri, vestiti da improbabili marziani, intendono godersi le grazie di Emmanuelle (la professoressa), che già nel nome rimanda all’eroina della Arsan, e finiscono anche per godere di quelle della cameriera di Emmanuelle, la solita disinibita e improbabilissima veneta Monica Zanchi e quelle della bella Marina Daunia, moglie del cornuto vicino della professoressa.
Mario Gaiazzo, che intendeva fare una parodia del fortunato film di Spielberg Incontri ravvicinati del terzo tipo, sceneggia una sguaiata, becera e improbabile commedia erotica, ma non fa in tempo a dirigerla per un incidente accaduto sul set del film.
Viene quindi sostituito da Gianfranco Baldanello, che si arrangia con i pochi soldi della produzione ( e si vede), usando come set una casa di campagna e il vicino fiume.
Il film, alla fine, deve essere costato quanto una brioche con cappuccino, visto che di attori se ne contano dieci, che gli effetti speciali consistono in tre costumi anche divertenti, con la prolunga fallica sull’elmo dei marziani, che di costumi se ne usano pochi, visto che le tre protagoniste sembrano avere una speciale allergia a tutti i tipi di tessuto.
Il prodotto finale è un pasticcio erotico in cui non si può davvero salvare nulla, tant’è vero che nel corso degli anni il film è diventato un’icona del cinema di serie Z, una vera perla trash ricordata sopratutto per qualche ardita scena dello stesso.
Una delle quali vede impegnate in un rapporto saffico la Baxa e la Zanchi, le due vere protagoniste del film, con un primo piano in cui la Zanchi bacia le parti intime della Baxa; una scena al calor bianco, nella quale non sembrano essere state usate controfigure.
La pellicola si snoda quindi tra gli approcci dei tre furbacchioni ai danni delle due donzelle, che alla fine scopriranno la verità dando il via ad un’orgia in cui i tre giovinastri, già paghi di aver goduto delle loro grazie, nonchè di quelle della moglie del vicino, sembrano farsi onore fino in fondo.
Una esaltazione del trash, quindi.
Le battute sono davvero inqualificabili, come alcune sequenze destinate a diventare un esempio di quello che in un film non si deve mai fare; basti ricordare una delle scene iniziali, nella quale i tre pseudo marziani fanno spogliare la povera Emanuelle e le girano intorno parlando un linguaggio fatto di fischi e parolacce (fischi molto umani, del resto, quelli che si emettono per ammirazione di una bella figliola) oppure alcune battutacce degne dei film di Pierino.
Il finale è quanto di più trash si potesse immaginare per una pellicola già di per se povera di trovate; i 5 protagonisti si consolano in gruppo, con primi piani delle facce estasiate dei ragazzi.
Parlare di recitazione, a questo punto, non ha alcun senso.
Maria Baxa, la Emmanuelle professoressa ingenua e disponibile, ha dalla sua un bel fisico, due begli occhi verdi e null’altro, mentre la Zanchi espone il suo corpo efebico con grande naturalezza e spigliatezza, non mostrando alcun pudore anche nelle scene più ardite.
In ultimo la Daunia è forse tra le tre quella che sembra più a suo agio, nei panni della vogliosa moglie del vicino; il suo fondo schiena, ripreso più volte, è davvero da antologia.
Filmaccio brutto e inguardabile in tutti i sensi, quindi.
Paradossalmente, diventato uno dei film trash più ricercati in assoluto.
Incontri molto… ravvicinati del quarto tipo, un film di Mario Gariazzo e Gianfranco Baldanello,con María Baxa, Maria Daunia, Mario Maranzana, Monika Zanchi, Erotico Italia 1978
María Baxa … Emmanuelle
Mónica Zanchi … Monica
Mario Maranzana … Carmelo
Marina Daunia … Maddalena
Jimmy il Fenomeno … Jimmy
Alessio Pigna … Alessio
Orazio Donati … Orazio
Calogero Buttà … Calogero
Regia Mario Gariazzo
Sceneggiatura Mario Gariazzo, Thomas Lang
Fotografia Aldo Greci
Montaggio Vincenzo Tomassi
Musiche Alessandro Alessandroni
Le belve
Le belve è un film strutturato in 8 episodi, che ricorda il celebre I mostri diretto da Dino Risi nel 1963.
-Primo episodio, Il salvatore
Mentre sta passando per una stradina, un cronista tv si imbatte in un tentativo di suicidio di un uomo, che minaccia di lanciarsi nel vuoto da un cornicione.
Dopo essere salito nell’appartamento dell’aspirante suicida, il cronista riesce a speculare sul fatto rinviando il più possibile l’attimo del gesto fatale non per aiutare il disgraziato, ma per biechi motivi di audience.
Françoise Prévost è Clara Borsetti
Helga Linè, la moglie del fachiro e Lando Buzzanca
– La voce del sangue
Borsetti,un imprenditore cerca in tutti i modi di ottenere un appalto, promettendo al committente di ricompensarlo facendogli godere ancora una volta delle grazie della moglie Clara. Ma Borsetti ha fatto male i conti, perchè l’uomo che deve dargli l’appalto è stanco di incontrare sempre Clara. Così i due coniugi arrivano a far prostituire la figlia.
– Il fachiro
Un fachiro italianissimo si esibisce in spettacoli al limite dell’umano; è costretto a ciò per mantenere la sterminata famiglia della moglie, che beve e mangia alle sue spalle; pur di ottenere visibilità durante i suoi spettacoli, il povero fachiro si spinge sempre più in la…….
Maria Baxa, una moglie perfetta?
– Una bella famiglia
Una bella famiglia, una bella casa. Lui sembra un marito gentile e premuroso che accompagna la moglie al lavoro; ma ben presto vediamo di che lavoro si tratta.
Infatti l’uomo fa scendere la moglie dall’auto, le accende una sigaretta, mentre lei si avvia verso un lampione con minigonna e tacchi a spillo.
– Il caso Apposito
La miglior difesa è l’attacco; è il motto di un manager, che quando vede avvicinarsi il rischio che un’ispezione metta a nudo le sue magagne, non esita a ricattare tutti, usando anche la corruzione.
L’ultimo degli ispettori finirà addirittura suicida
– Il cincillà
Con un espediente, il rampollo di un industriale che alleva polli, grazie alla complicità di una donna che presenta come la sua fidanzata, riesce a estorcere una grossa somma di denaro al padre.
– Il chirurgo
Vendetta di un chirurgo che aveva subito un’ispezione nel suo ospedale.
Femi Benussi è Concetta Sparapaoli
– Processo a porte chiuse
Babbaluni, un contadino zotico e ignorante, è accusato da tre belle sorelle di aver abusato di loro mettendole incinta.
Attraverso un’abile strategia difensiva, l’uomo riesce a capovolgere le accuse, finendo per diventare la vittima delle tre donne e ottenendo la loro condanna.
Protagonista assoluto degli otto episodi è Lando Buzzanca, che passa agevolmente dai panni del reporter privo di scrupoli a quelli del contadino scarpe grosse e cervello fino, passando per altri sei personaggi caratterizzati dall’assenza totale di scrupoli.
Le belve, girato nel 1971 dal regista Giovanni Grimaldi, sfruttando una sceneggiatura di Bruno Corbucci alla quale collabora lo stesso regista, è una copia poco più che sfuocata del ben più corrosivo iI mostri, citato all’inizio.
A parte l’episodio iniziale, quello del cronista avvoltoio e quello finale, il più lungo che riesce a strappare qualche sorriso, il film resta abbastanza anonimo nello svolgimento, a causa della scarsa incisività degli episodi.
Annabella Incontrera è Carmela Sparapaoli
Nuoce al film stesso, paradossalmente, proprio la presenza di Buzzanca, che pure è bravo, ma che non riesce a staccarsi dall’effetto macchietta che è cucito su di lui come una seconda pelle.
L’episodio assolutamente trascurabile è quello dedicato alla famiglia modello, svolto in maniera frettolosa e che avrebbe potuto avere ben altro svolgimento.
Ira von Fürstenberg è Filomena Sparapaoli
Il cast è di quelli da ricordare, con la presenza contemporanea di Tino Carraro e di Claudio Gora, e delle bellissime Femi Benussi, Helga Linè, Ira Furstemberg, Annabella Incontrera, Maria Baxa, Francoise Prevost,Magali Noel ,Margaret Lee, oltre alla solita grande Paola Borboni.
Ma il resto rimane abbastanza soporifero, e se il tentativo era quello di strappare qualche sorriso amaro o qualche sorriso divertito, tutto annaspa nella banalità e nella mediocrità, lasciando alla fine una vera sensazione di vuoto.
Le belve, un film di Giovanni Grimaldi, con Lando Buzzanca, Tino Carraro, Claudio Gora, Femi Benussi, Helga Linè, Ira Furstemberg, Margaret Lee, Annabella Incontrera, Maria Baxa, Francoise Prevost, Paola Borboni.Magali Noel, Commedia Italia 1971
Lando Buzzanca … Il Salvatore / Morsetti / Il fachiro / Il marito /ecc.
Ira von Fürstenberg … Filomena Sparapaoli ( “Processo a porte chiuse”)
Femi Benussi … Concetta Sparapaoli ( “Processo a porte chiuse”)
Paola Borboni … Madre del fachiro ( “Il fachiro”)
Magali Noël … Lisa ( “Il cincillà”)
Margaret Lee … Judy ( “Il cincillà”)
María Baxa … La moglie ( “Una bella famiglia”)
Françoise Prévost … Clara Borsetti ( “La voce del sangue”)
Tino Carraro … L’imprenditore ( “La voce del sangue”)
Claudio Gora … Giulio Bianchi ( “Il caso Apposito”)
Annabella Incontrera … Carmela Sparapaoli ( “Processo a porte chiuse”)
Mario Maranzana … Avv. Maranzana ( “Processo a porte chiuse”)
Helga Liné … Moglie del fachiro ( “Il fachiro”)
Philippe Hersent … Placido ( “Il cincillà)
Nino Terzo … Orazio ( “Il salvatore”)
Empedocle Buzzanca … Cav. Apposito ( “Il caso Apposito”)
Vittorio Fanfoni … Assistent del fachiro ( “Il fachiro”)
Renato Malavasi … Prete ( “Il salvatore”)
Carla Mancini … ‘Picculina’ Sparapaoli
Giovanni Nuvoletti … Il giudice ( “Processo a porte chiuse”)
Franco Ressel … Attorney ( “Processo a porte chiuse”)
Alfredo Rizzo … Dott. Apposito ( “Il caso Apposito”)
Regia Giovanni Grimaldi
Soggetto Giovanni Grimaldi, Bruno Corbucci
Sceneggiatura Giovanni Grimaldi, Bruno Corbucci
Produttore Lello Luzi
Casa di produzione Medusa film
Fotografia Gastone Di Giovanni
Montaggio Daniele Alabiso
Musiche Nino Fidenco
Scenografia Aldo Marini
Costumi Giulia Mafai
Trucco Giulio Natalucci
Candido erotico
Pessimo titolo per un film che non è da gettare via in toto. Quel candido erotico, spiattellato sulle locandine, appare più un espediente che ammicca l’occhio ad un certo tipo di pubblico piuttosto che un riferimento al film, che ha una trama tutto sommato dignitosa e che di erotico poi non ha moltissimo.
La storia è imbatita attorno alla figura di Carlo, giovane emigrante italiano che vive ad Amsterdam, e dove, per mantenersi, fa un pò di tutto: il modello per foto sexy, il porno attore per spettacolini a luci rosse. Un giorno casulamente si imbatte in Charlotte, una belle ragazza figlia della sua datrice di lavoro; la ragazza per lui rappresneta un mondo diverso, pulito, ben differente da quello squallido e vizioso nel quale lavora. I due si innamorano, ma al momento di consumare, Carlo va in crisi profonda.
Lilli Carati (Charlotte) a colloquio con Mircha Carven (Carlo)
Abituato ad avere un pubblico, non riesce a lasciarsi andare nell’intimità, con la conseguenza che il rapporto con Charlotte ne soffre. Poco alla volta Carlo si rende conto di essere tutt’uno con il modello porno attore, e convince la ragazza a esibirsi in un amplesso davanti al pubblico. Ma la cosa non resterà senza conseguenze. Charlotte, disgustata dal comportamento dell’uomo, lo lascia e parte.
Diretto da Claudio Giorgi, che si firma per l’occasione Claudio de Molinis, Candido erotico è un film senza grosse velleità, e forse per questo motivo si lascia vedere. Il regista, senza forzare troppo la mano con l’erotismo, offre un’opera dignitosa, tutto sommato ben recitata dagli attori, Mircha Carven che tratteggia il personaggio di carlo con equilibrio, una brava e bella Lilli Carati nel ruolo di Charlotte e Maria Baxa in quello di Veronica, madre della ragazza.
Ajita Wilson
La storia, pur incenrata sul problema di Carlo nel rapporto con Charlotte, tenta in qualche modo di descriverne l’oggettiva difficoltà, senza eccessive volgarità o con scene di nudo ad ogni fotogramma. Il risultato è quindi un’opera dignitosa, realizzata in economia, sobria al punto giusto e sopratutto poco pruriginosa.
Candido erotico, un film di Claudio De Molinis. Con Lilli Carati, Mircha Carven, Maria Baxa, Marco Guglielmi,Ajita Wilson, Fernando Cerulli
Erotico, durata 85 min. – Italia 1978.
Lilli Carati: Charlotte
Mircha Carven: Carlo
Marco Guglielmi: Paul
Ajita Wilson: La spogliarellista
Fernando Cerulli: Guardone del treno
María Baxa: Veronique
Regia Claudio Giorgi
Soggetto Luigi Bernardi e Franca Ridolfi
Sceneggiatura Romano Bernardi e George Eastman
Produttore Dino Di Salvo
Casa di produzione Polo Film
Distribuzione (Italia) Romance Home Video
Fotografia Emilio Loffredo
Montaggio Giancarlo Venarucci
Musiche Nico Fidenco
Scenografia Marco Canevari
Costumi Massimo Lentini
Trucco Luciana Maria Costanzi e Mario Scutti
Maria Baxa
Sono in pochi a ricordare Maria Baxa, attrice nata nella ex Jugoslavia nel 1946, a Belgrado. Un’attrice che ha avuto un momento di notorietà negli anni a cavallo tra il 1971 e il 1979, con due brevi incursioni neli anni 80, quando ha girato gli ultimi due film della sua breve carriera.Sono 20 i film interpretati dalla bella e bionda attrice jugoslava, di cui 15 in Italia, nessuno di essi davvero memorabile. Il suo esordio avviene nel 1971 con una particina nel fil a episodi di Grimaldi Le belve, interpretato da un cast di rilievo, nel quale spiccano Lando Buzzanca, la Benussi e vecchie glorie come la Borboni, Claudio Gora e Tino Carrano.
Due fotogrammi tratti dal film Candido erotico
Nel film Maria Baxa è la moglie di Buzzanca nell’episodio Una bella famiglia, episodio brevissimo, uno sketch.Il fiilm successivo lo interpreta diretta da Vanzina, Steno; è Il terrore dagli occhi storti, debole commedia con protagonista principale Alighiero Noschese, in compagnia di un giovanissimo Enrico Montesano. Di un qualche rilievo, viceversa, è il film di Lizzani Torino nera,del 1972; in questo film la Baxa interpreta Nascarella, una prostituta che farà, assolutamente incolpevole, una brutta fine. Ancora nel 1972 lavora in Joe Valachi, i segreti di cosa nostra, film di Terence Young,con protagonisti Charles Bronson e Lino Ventura.
Con Monica Zanchi in Incontri molto ravvicinati del quarto tipo
Anche in questo caso il ruolo di Donna è solo una piccola parte. Boccaccio, la commedia del 1972 diretta da Bruno Corbucci, film più comico che erotico, è la prova successiva dell’attrice, che interpreta il ruolo di Tebalda. Lo stesso Corbucci la chiama per Il prode Anselmo e il suo scudiero, nuova prova del duo Montesano-Noschese, in cui è Fiammetta, preda ambita del truffaldino Anselmo.
Maria Baxa in Per amore di Poppea
Siamo nel pieno del boom delle commedie erotiche, ma curiosamente la Baxa viene chiamata in produzioni particolari, come quella diretta da Loris Pittoni, Un amore così fragile,così violento, film ispirato ad un romanzo scritto dallo stesso Pittoni. Poi, per tre anni, la Baxa non compare più sugli schermi; tornerà nel 1977 come protagonista del film di Laurenti Per amore di Poppea , nel ruolo della moglie di Nerone, un improbabile Oreste Lionello. La commedia, sgangherata, si segnala solo per le nudità della Baxa.
Torino nera
Nel 1977 arriva lo scabroso ruolo di Veronica, moglie viziosa di un altrettanto vizioso voyeur in Candido erotico, al fianco di Lilli Carati. Il film, diretto da Claudio Giorgi la spinge verso un cinema di nicchia, quello delle commedie erotiche; non fa eccezione il successivo Incontri molto ravvicinati del 4° tipo, autentico trash movie diretto da Gaiazzo, in cui la Baxa è Emmanuelle, una astronoma convinta che esistano forme umane su altri pianeti.
Maria Baxa in Boccaccio
In compagnia della sua domestica si concederà a tre umanoidi, che in realtà sono tre studenti che sfruttano la credulità della donna. E’ uno dei film più bislacchi dell’intera storia del cinema italiano, tanto da diventare autentico fenomeno di culto tra gli amanti del genere. Di altro livello è il successivo Il commissario Verrazzano, regia di Franco Prosperi, film del 1978. In questo film è Cora, cognata di una gallerista che sospetta una morte violenta del marito di Cora. Nel 1979 partecipa alla commedia a episodi Belli e brutti ridono tutti, diretta da Domenico Paolella, al fianco di Walter Chiari e Olga Karlatos.
Maria Baxa in Joe Valachi i segreti di cosa nostra
La Baxa in Il commissario Verrazzano
L’ultimo film degli anni settanta lo interpreta di nuovo sotto la direzione di Paolella; si tratta di Gardenia, il giustiziere della mala, decoroso gangster movie in cui è la donna di Gardenia, un gangster d’onore refrattario ai traffici di droga. Da quel momento la Baxa sparisce dagli schermi; tornerà per una breve parte nel film Russicum i giorni del diavolo di Squitieri, per poi lasciare il mondo del cinema.
Adatta a interpretare parti di contorno, la Baxa non ha mai avuto la grande occasione di recitare da prima donna, fatta eccezione per il modesto Per amore di Poppea. E’ rimasta, quindi, in ruoli secondari, pur essendo in possesso di una notevole bellezza e di non disprezzabili doti artistiche. Con la Loncar, comunque, rimane l’attrice più importante arrivata dai paesi balcanici nel priodo settanta- ottanta, anche se come già detto all’inizio, sono ben pochi a ricordarsi di lei.
Boccaccio
Le belve
Il prode Anselmo e il suo scudiero
Per amore di Poppea
Spogliamoci così senza pudor
Il terrore con gli occhi storti
Un amore cosi fragile,cosi violento
Russicum – I giorni del diavolo (1988)
Gardenia, il giustiziere della mala (1979)
Belli e brutti ridono tutti (1979)
Il commissario Verrazzano (1978
Incontri molto ravvicinati del quarto tipo (1978)
Candido erotico (1977)
Per amore di Poppea (1977)
Un amore così fragile, così violento (1973)
Il prode Anselmo e il suo scudiero (1972)
Boccaccio (1972)
Joe Valachi – I segreti di Cosa Nostra (Italy)
Torino nera (1972)
Il terrore con gli occhi storti (1972)
Le belve (1971)