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Le regine dei sogni anni 70 oggi parte seconda

Le regine dei sogni banner

Uno degli articoli più seguiti su Filmscoop riguarda certamente la gallery di foto delle attrici più belle e famose degli anni 60 e 70 ai giorni odierni https://filmscoop.wordpress.com/2010/11/05/le-regine-dei-sogni-anni-70-oggi/

Ecco una nuova galleria di altre attrici. Sono donne bellissime,sensuali alle prese con il passare degli anni; oggi sono tutte delle mature signore,ancora belle e affascinanti.Alcune di loro hanno proseguito regolarmente l’attività cinematografica,altre sono diventate manager,lavorano nel cinema ma non più come attrici, altre non hanno più avuto a che fare con il grande schermo.Questi sono i loro volti,oggi.

 Cinzia MonrealeSempre bellissima e affascinante,comprimaria in molte commedie sexy: Cinzia Monreale

Carole AndrÞ

La celebre Marianna del Sandokan televisivo,attrice di talento: Carole Andrè

Carla Gravina

Sempre affascinante: Carla Gravina

Barbara Magnolfi

Barbara Magnolfi

Barbara De Rossi

Reginetta dei fotoromanzi,buona attrice di film e fictionBarbara De Rossi

Ania Pieroni

L’indimenticabile volto di Inferno: Ania Pieroni

Claudine Auger

L’ex Bond girl Claudine Auger

Stella carnacina

Sempre bellissima,l’attrice e cantante Stella Carnacina

 Olga Karlatos

E’ stata una delle protagoniste del cinema 70, Olga Karlatos

Nadia Cassini

Il posteriore più ammirato del cinema sexy, Nadia Cassini

Monica Zanchi

Protagonista dei film della serie Emanuelle, Monica Zanchi

Maria Grazia Buccella

Reginetta di bellezza nella commedia anni 70, Maria Grazia Buccella

Lisa Gastoni

Bellissima e sensuale, Lisa Gastoni

Lilli Carati

Una storia personale travagliata, Lilli Carati

Ines Pellegrini

L’attrice preferita da Pasolini, Ines Pellegrini

Haydee Politoff

Inconfondibile il sorriso di Haydee Politoff

Francoise Fabian

Splendida: Francoise Fabian

Florinda Bolkan

Un autentico mito: Florinda Bolkan 

Florence Guerin

Sempre affascinante la reginetta dei soft core anni 80, Florence Guerin

Elke Sommer

La protagonista dei film di Bava, Elke Sommer

Dominique Sanda

L’indimenticabile Dominique Sanda

Daria Nicolodi

La regina del thriller, Daria Nicolodi

Daniela Giordano

Sempre bella, l’ex reginetta Daniela Giordano

Seguite il link aggiornamenti per vedere le gallerie ricaricate!

https://filmscoop.wordpress.com/2014/09/01/aggiornamenti/

settembre 18, 2014 Posted by | Miscellanea | , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Lascia un commento

Gatti rossi in un labirinto di vetro

Gatti rossi in un labirinto di vetri locandina

Barcellona, Spagna.
Tra un gruppo di turisti in viaggio verso la città della Catalogna  agisce un misterioso killer che non si accontenta di uccidere le malcapitate vittime, ma enuclea dall’orbita anche un occhio.
Le indagini della polizia brancolano nel buio e di volta in volta il sospettato cambia, ma l’assassino verrà smascherato nel convulso finale.

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Per forza di cose ho dovuto riassumere la trama in maniera sintetica, ma in questo caso specifico onde evitare a chi non abbia visto Gatti rossi in un labirinto di vetro occorre evitare l’esposizione dei fatti che accadono durante il film.
Ci sono infatti citazioni e immagini che se colte dall’inizio indicano abbastanza chiaramente chi è il colpevole  e il gioco di Lenzi è proprio quello di coinvolgere lo spettatore omaggiando qua e là alcuni registi (come Argento) a cui il regista toscano si è evidentemente ispirato.

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Ines Pellegrini

Dopo Così dolce… così perversa , Orgasmo e Paranoia (1969), il discontinuo Il coltello di ghiaccio (1972) e dopo il buon Sette orchidee macchiate di rosso (dello stesso anno) Umberto Lenzi torna a dirigere un thriller, avendo a disposizione però un budget modesto.
E sopratutto sfruttando una sceneggiatura con alcuni buchi e poco credibile.
La mano del grande regista c’è tutta e il mestiere maschera incongruenze e recitazione a tratti approssimativa di alcuni partecipanti al cast; manca la profondità lenziana tipica dei primi prodotti, quella capacità psicologica mista alla trattazione dell’etica degli stessi che avevano caratterizzato i thriller del maestro.
Del resto Lenzi non ha più a disposizione Trintignant e la Baker, Castel , Jean Sorel o Erika Blanc ; Martine Brochard fa del suo meglio, ma non ha la personalità ne è sua la capacità drammatica, da attrice di thriller della Baker o della Blanc.

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Il film tuttavia raggiunge la sufficienza  perchè Lenzi non è un artigiano qualsiasi ma un professionista capace di mascherare le pecche con la sua indubbia, indiscutibile capacità di creare atmosfera anche con poco come in questo caso.
Nella pellicola, qualche momento gore, come le varie mutilazioni oculari dei vari assassinati oppure la scena della ragazza data in pasto ai maiali; qua e là qualche momento saffico e qualche casto nudo affidato alle grazie della Brochard e di Ines Pellegrini, l’attrice italo africana protagonista dei due pasoliniani Il fiore delle mille e una notte e del Salò.
Poco altro da dire, se non una citazione per il resto del cast che include il monocorde e inespressivo John Richardson e la solita sicurezza rappresentata da Daniele Vargas; colonna sonora autenticamente anni 70 di Bruno Nicolai però molto più adatta ad un poliziottesco invece che ad un giallo/thriller.

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Martine Brochard

Un film che temo deluderà i fans del thriller all’italiana, sopratutto i fans del maestro se avranno avuto la ventura di imbattersi prima in questo film che nel resto della sua produzione antecedente.
Gatti rossi in un labirinto di vetro, un film di Umberto Lenzi. Con Martine Brochard, Ines Pellegrini, Joan Richardson, Daniele Vargas,Raf Baldassarre, Georges Rigaud, Silvia Solar, John Richardson
Thriller, durata 90 min. – Italia 1975.

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Martine Brochard: Paulette Stone
John Richardson: Mark Burton
Ines Pellegrini: Naiba Levin
Andrés Mejuto: Commissario Tudela
Mirta Miller: Lisa Sanders
Daniele Vargas: Robby Alvarado
George Rigaud: reverendo Bronson
Silvia Solar: Gail Alvarado
Raf Baldassarre: Martinez
José María Blanco: Ispettore Lara
Marta May: Alma Burton
John Bartha: sig. Hamilton
Olga Pehar: sig.ra Randall
Veronica Miriel: Jenny Hamilton
Olga Montes
Richard Kolin: sig. Randall
Rina Mascetti: infermiera dell’ospedale
Fulvio Mingozzi:poliziotto
Francesco Narducci: receptionist all’hotel Presidente
Tom Felleghy: medico legale

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Regia Umberto Lenzi
Soggetto Félix Tusell
Sceneggiatura Félix Tusell
Fotografia Antonio Millán
Musiche Bruno Nicolai

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giugno 1, 2011 Posted by | Thriller | , , | 5 commenti

Le evase, storia di sesso e di violenza

Le evase locandina

Monica Hadler, una terrorista, fugge dal carcere in cui è rinchiusa grazie all’aiuto del fratello Pierre con la compagnia di tre detenute, tutte psicopatiche e condannate a lunghe pene.
Nella fuga, le donne salgono su un pullman che trasporta alcune atlete che devono gareggiare in incontri di tennis; grazie alla segnalazione di una di loro, Terry, si recano ad una villa in cui abita in solitudine un giudice.
Da quel momento la convivenza tra il gruppo di atlete e le ex detenute diventa un tragico ensemble di storie che si intrecciano drammaticamente tra loro; c’è la detenuta lesbica, Diana, che inizia ai piaceri saffici la giovane Claudine, c’è la detenuta alcolizzata e violenta che sfoga i suoi istinti sulle ragazze e via dicendo.

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Lilli Carati

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Ines Pellegrini

Il peggio dell’umanità viene fuori dalla convivenza forzata, ed il giudice non si mostrerà migliore delle detenute.
Monica, con il fratello ferito, tenterà inutilmente di mantenere una parvenza di ordine nella casa, e all’arrivo della polizia, dopo che alcune tra le detenute e le evase sono morte, tenterà la fuga grazie a Terry ma…..
Film che incrocia il filone classico del sexploitation con quello del Wip, women in prison, Le evase , storia di sesso e di violenze ad onta del titolo ammiccante ha una sua dignità confermata dallo svolgimento del film stesso, girato come un action movie con qualche interessante introduzione di elementi di novità, come i dialoghi serrati tra le varie protagoniste.

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Pur non disponendo di un cast di nomi altisonanti, Giovanni Brusadori, qui nella sua unica regia cinematografica, riesce a tenere alta la tensione, attraverso un ritmo serrato e con la descrizione abbastanza accurata delle varie personalità delle protagoniste.
Un film quasi totalmente al femminile, perchè le presenze maschili sono limitate alle figre del fratello della terrorista Monica, a quella dell’autista del pulman e a quella del giudice.
Tre figure minori, delle quali l’unica ad assumere una qualche valenza è quella del giudice, peraltro in una luce molto negativa.

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Tra le figure femminili emerge uno spaccato quasi totale di negatività, nel quale la lotta per la sopravvivenza si mescola all’emergere del peggio che è nascosto in ognuna delle figure; da Monica a terry, da Claudine a Diana, la figura femminile esce quasi a pezzi quando si trova ad essere coinvolta in questioni pure di sopravvivenza; così alla fine, il bagno purificatore di sangue sembra mettere un punto fermo all’intera vicenda, sovrapponendo le figure fra loro senza ch emerga una sola che meriti davvero la salvezza.
Le evase è un discreto film, retto da una buona sceneggiatura e sopratutto, abbastanza sorprendentemente, da una buona recitazione.

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Le attrici del film, quasi tutte di secondo piano se si esclude Llli Carati, svolgono bene il loro compito, agevolate anche dalla location quasi claustrofobica del film, che le costringe a tirar fuori il meglio di se; forse la più spaesata tra tutte è proprio Lilli Carati, inadatta al ruolo di cattiva e palesemente in difficoltà, mentre se la cavano decisamente meglio Ines Pellegrini (Terry), ambigua e infida, Marina Daunia (Diana), la più pericolosa del gruppetto delle evase, lesbica e psicopatica, Zora Kerova (Anna) uno dei pochissimi personaggi non integralmente bacati, Dirce Funari (Claudine), vittima predestinata di Diana, dalla quale è costretta ad accettare un insano rapporto saffico.
Un film non eccelso ma decisamente accattivante, sorretto da una buona tensione, quindi.
Un film da riscoprire.

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Zora Kerova

Le evase – Storie di sesso e di violenze, un film di Conrad Brueghel (Giovanni Brusadori) Con Lilli Carati, Zora Kerowa, Ines Pellegrini, Filippo Degara,Patrizia (Dirce) Funari, Angela Doria, Marina D’Aunia
Drammatico, durata 90 min. – Italia 1978.

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Le evase banner protagonisti

Lilli Carati     …     Monica Hadler
Ines Pellegrini    …     Terry
Marina Daunia    …     Diana
Zora Kerova    …     Anna
Dirce Funari    …     Claudine
Filippo De Gara    …     Pierre
Ada Pometti    …     Erica
Artemia Terenziani    …     Betty
Angela Doria    …      Bionda

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Regia: Giovanni Brusadori
Soggetto: Giovanni Brusadori, George Eastman, Bruno Fontana
Sceneggiatura: Giovanni Brusadori, George Eastman, Bruno Fontana
Produttore: Bruno Fontana, Aldo Maglietti, Dick Randall
Fotografia: Sebastiano Celeste
Montaggio: Pierluigi Leonardi
Musiche: Giuseppe Caruso
Scenografia: Pier Dante Longanesi
Costumi: Vera Cozzolino

Una squadra (sequestrata) di tenniste viene utilizzata come scudo, al seguito d’un gruppo di evase da un carcere. La comitiva di disparate figure femminili finisce per approdare nella villa d’un giudice: ed è all’interno della casa che si consumerà un dramma scandito da atti di violenza e sesso. Pur essendo il classico lavoro sexploitation -con spunto d’avvio a carattere “Women in Prison”- il film può contare su un ottimo cast (oltre alla Carati e alla Funari è da segnalare l’importante presenza di Zora Kerowa, accreditatata come Zora Keer). Dialoghi accurati, poco espliciti e molto intimisti.

Unica regia dell’attore Brusatori, che per l’occasione si firma con uno pseudonimo quasi fiammingheggiante. Dopo una partenza – fuga, ostaggi, contrasti e nefandezze anche tra le vittime e non solo tra le carnefici – davvero potente, il film esaurisce presto le cartucce ripiegandosi su se stesso e terminando con un finale affrettato. La Carati è sotto tono, a differenza della D’Aunia, ringhiante e mascolina, che inizia alle pratiche lesbo l’immacolata Funari. La csc Pometti è cooptata tra le protagoniste.

Ben congegnato nella trama e soprattutto nella varietà/cura dei personaggi, è un film che parte bene e intreccia diverse sottotrame interessanti. Magari troppe, qualcuna infatti non viene chiusa a dovere e il finale è meno incisivo. Violenza e sesso appaiono in dosi contenute ma sono ben gestite e questo pone l’opera oltre la media del genere. Tra gli attori bene il giudice (De Gara) e la detenuta che vuol fare le scarpe alla Carati (una tosta Marina Daunia).

Ecco uno di quei film che partono male ma finiscono bene (nel senso della qualità): inizio tutto da ridere tra terroristi buoni e detenute lesbiche e violente, poi il film si rimette in riga e ci regala una buona ora di tensione e azione. Ottima la Carati, il giudice arrapato e la detenuta lesbica interpretata da un’eccellente Daunia, passabile il resto del cast. Film erotico-azione gustosissimo e da riscoprire.

Forse bisogna vederlo due volte per apprezzarlo bene; la protagonista non spicca sul resto del cast, molto più battagliero. Il film merita un bel voto, in quanto in nessun altro regista, più sponsorizzato e fornito di mezzi, ho visto tirar fuori così bene tutte le componenti più ributtanti della degenerazione e dell’opportunismo, tanto di vittime quanto di carnefici, di fronte all’inevitabile epilogo…

giugno 21, 2010 Posted by | Drammatico | , , , , , , , | Lascia un commento

Una bella governante di colore

Una bella governante di colore locandina

Simone Sallusti, figlio di Nicola, un industriale donnaiolo, ha, come il padre, la fissa delle donne. Per cui si getta su tutte le gonnelle che capitano in famiglia, rappresentate da colf molto disponibili, che alla fine restano incinte. Intanto il padre, che ha una relazione appassionata e intensa con Santina, un’affascinante ricercatrice, assistente di un mezzo pazzo scienziato, il professor Klipper,

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Renzo Montagnani, Nicola

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Orchidea De Santis, Santina

decide di cercare una colf che possa sfuggire alle lubriche mire del figlio. la individua in Myriam, una bella ragazza di colore. L’espediente sarà perfettamente inutile, perchè il giovane metterà incinta anche quest’ultima, con il risultato di vedersi costretto, dal padre, a mettere la testa a partito e sposarla.

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Ma Simone sarà capace di tenere a freno i suoi appetiti? Film del 1976, diretto da Luigi Russo, esperto in regia di decamerotici (sono suoi parti I racconti di Canterbury N. 2 ,Il decameron No. 3 – Le più belle donne del Boccaccio,Decameron No. 2 – Le altre novelle di Boccaccio e futuro regista di Pensione amore servizio completo e Quando l’amore è sensualità) non smentisce la fama di regista dedito a pruderie erotico/comiche, confermando la prima delle sue attitudini e smentendo clamorosamente la seconda.

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Due attrici a confronto: Orchidea De Santis e Ines Pellegrini

In questo Una bella governante di colore, infatti, aldilà della preziosa presenza di Orchidea De Santis, all’apice della sua bellezza, latita tutto, dal divertimento all’interesse. A parte le trivialità tipiche dei film di questo genere, le battute comiche sono limitate agli incontri tra Nicola, interpretato dal solito simpaticissimo Montagnani e Santina, il personaggio interpretato dall’affascinante attrice pugliese.

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Ines Pellegrini è Myriam

Il resto del film, escludendo il ruolo della Merlini, che inutilmente si sforza di dare dignità alla storia, è di una noia abissale, vista anche l’assoluta inconsistenza della trama. Ad aggravare le cose si aggiungono la surreale partecipazione di D’Angelo, costretto ad interpretare un ruolo francamente tremendo, quello dello scienziato fuori di zucca, la partecipazione di Ines Pellegrini, espressiva come una lapide tombale e del giovane Jean Claude Vernè, assolutamente insipido in un ruolo già di per se deprimente, quello del galletto Simone.

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Alla fine i titoli di coda scorrono liberatori; così ci si ricorda di questa bruttissima pellicola solo per la già citata Orchidea De Santis, che da sola vale il prezzo del biglietto ( o del noleggio), questa volta più che per l’interpretazione, peraltro dignitosa, pe la quantità di epidermide mostrata. Poichè è sempre un gran bel vedere, alla fine le si perdona tutto, anche in virtù dei suoi duetti con Montagnani, l’altro motivo per cui si potrebbe vedere questo film. Si potrebbe, appunto; è meglio evitarlo, comunque, ameno che una sera non si abbia bisogno di farsi una dormita anticipata.

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Una bella governante di colore, un film di Luigi Russo, con Orchidea de Santis,Renzo Montagnani, Ines Pellegrini, Jean-Claude Vernè, Carlo Delle Piane, Marisa Merlini, Gianfranco D’Angelo, Gaia Russo Italia 1976

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La solita splendida Orchidea De Santis

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Renzo Montagnani è Nicola Sallusti

Ines Pellegrini è Myriam

Jean-Claude Vernè è Simone Sallusti

Orchidea de Santis è Santina

Carlo Delle Piane è Pasquale – Il fratello di Aspasia

Marisa Merlini è Aspasia – moglie di Nicola

Gianfranco D’Angelo è il Professor Klipper

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Regia Luigi Russo
Soggetto Paolo Belloni, Luigi Russo
Sceneggiatura Marino Onorati, Luigi Russo
Produttore Luigi Mondello
Casa di produzione Daino Film
Fotografia Mario Capriotti
Musiche Gianfranco Plenizio
Scenografia Giorgio Desideri
Costumi Alberto Tosto
Trucco Andrea Riva

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ottobre 9, 2009 Posted by | Erotico | , , | 2 commenti

La fine dell’innocenza

La fine dell'innocenza locandina

Una bella ragazza, Anne, orfana sin dall’infanzia, è protetta da un personaggio ambiguo, Michael, dedito a traffici internazionali, che nutre nei riguardi della ragazza losche mire. Quando termina gli studi, Anne è costretta a seguire l’uomo nei suoi spostamenti, uno dei quali la porta ad Hong Kong, dove scopre una realtà a lei sconosciuta.

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Inserita in un ambiente equivoco, malsano, la ragazza riesce per un pò di tempo a mantenere un equilibrio, ma subito dopo che Michael viene arrestato dalla polizia, Anne è costretta a subire le attenzioni pressanti di un giocatore, che la violenta. Il trauma subito è profondo, e l’unica che apparentemente è in grado di aiutarla è Linda, la moglie del giocatore. L’aiuto che Linda le offre non è però disinteressato: la donna mostra subito un attaccamento morboso, mentre Anne, conosciuto Phil, se ne innamora.

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Ma anche in questo caso l’uomo non è quello che sembra: tutto attorno a Anna sembra muoversi sui binari della perversione, della depravazione morale, così Phil la cede ad un amante di Linda. Sarà l’incontro con un buddista a spingere la ragazza ad allontanarsi dal giro perverso; grazie all’aiuto di Sara, una ragazza che frequenta la compagnia buddista, troverà la forza per dire basta al circolo vizioso di cui è prigioniera, e fuggire così verso la libertà.

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Diretto da Massimo Dallamano nel 1976, La fine dell’innocenza è un film a metà strada tra la commedia drammatica e il giallo, con netta propensione a privilegiare l’ambientazione, tuttavia l’ambientazione decadente, viziosa in cui si muove il film appare forzata, così come i personaggi appaiono caratterizzati troppo in negativo. Girato in parte ad Hong Kong, in parte a Roma, il film si avvale di una bella colonna sonora, mentre la protagonista del film, l’attrice francese Annie Belle, è brava e misurata nella sua interpretazione. Da segnalare il cameo di Enrico Beruschi e una insolita Ines Pellegrini nel ruolo della “monaca” buddista.

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La fine dell’innocenza,un film di Massimo Dallamano. Con Annie Belle, Ciro Ippolito, Felicity Devonshire, Charles Fawcett,Rik Battaglia, Ines Pellegrini, Linda Ho
Commedia, durata 91 min. – Italia 1976.

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Annie Belle: Annie
Ciro Ippolito: Angelo
Felicity Devonshire: Linda
Charles Fawcett: Michael
Al Cliver: Philip
Maria Rohm: Susan
Linda Ho: Genevieve
Charlie Chan Yiu-Lam: Chen
Rik Battaglia: ispettore di polizia
Ines Pellegrini: Sarah
Linda Slade: Caroline
Tim Street: Harry
Ted Thomas: George
Patrizia Banti: Su
Enrico Beruschi: il ciclista guardone
Massimo Dallamano: un uomo in montagna

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Regia Massimo Dallamano
Soggetto Massimo Dallamano, Marcello Coscia (Annie Belle e Harry Alan Towers non accreditati)
Sceneggiatura Massimo Dallamano, Marcello Coscia (Annie Belle e Harry Alan Towers non accreditati)
Produttore Fulvio Lucisano, Harry Alan Towers
Casa di produzione Italian International Film, Cobalta Cinematografica, Barongreen
Fotografia Franco Delli Colli
Montaggio Angelo Curi
Musiche Franco Bixio, Fabio Frizzi, Vince Tempera
Tema musicale Annie Belle di Dammico-Bixio-Frizzi-Tempera, cantata da Linda Lee
Scenografia Uberto Bertacca
Costumi Uberto Bertacca
Trucco Oretta Melaranci

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Stefano Satta Flores: Angelo
Ada Maria Serra Zanetti: Linda
Renato Turi: Michael
Luigi La Monica: Philip
Angiolina Quinterno: Susan
Solvejg D’Assunta: Genevieve
Vittorio Di Prima: ispettore di polizia
Livia Giampalmo: Sarah
Luciano Melani: Harry
Giancarlo Maestri: George

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aprile 26, 2009 Posted by | Erotico | , , | Lascia un commento

Il fiore delle mille e una notte

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Dopo Decameron e I racconti di Canterbury,due libri della tradizione classica scritti da due soli autori,Pasolini utilizza ancora un libro classico,Le mille e una notte,una raccolta di storie creata in un periodo di tempo imprecisato,non più quindi composto organicamente,ma assolutamente disomogeneo almeno nello stile narrativo.

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Il fiore delle mille e una notte conclude così la trilogia della vita;ed è anche il film più solare di Pasolini,pur essendo quello che ha avuto minor successo di pubblico. Pasolini abbandona il tema del potere che annichilisce il popolo,a cui resta ben poco per essere felice (il sesso è solo una estrema ratio,l’unica vera fonte di sopravvivenza e di vita),e approda ad una serie di storie in cui i veri protagonisti sono l’amore,la fatalità,il destino e anche la morte.

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Il tema conduttore comune della vita dell’essere umano,in pratica;l’uomo è capace di vivere in armonia quando si spoglia delle convenzioni sociali,affidandosi ad una gioioIl fiore delle mille e una notte 14

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sa sessualità,la vera arma della gente,in contrasto con la cupa sessualità del Decameron,in cui il regista aveva pesantemente attaccato la morale cattolica,pronta a condannare il sesso salvo poi praticarlo all’interno dei luoghi deputati al culto,i conventi,per esempio.Non c’è nulla di tutto ciò nel Fiore delle mille e una notte;la sessualità è libera e spontanea,il che mostra il fascino che aveva indubbiamente la cultura arabo-orientale sullo scrittore;e la scelta di utilizzare ancora una volta un cast di persone prese letteralmente dalla strada testimonia il tentativo del regista di avvicinare la recitazione allo spirito autenticamente popolare dei racconti da cui ha tratto i film della trilogia.

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Il film inizia con la scena di un mercato,dove la schiava Zumurrud sceglie di farsi acquistare da un giovane,Nur-er-Din,al quale da i soldi del riscatto.Tra i due c’è immediatamente amore,un amore spontaneo,che termina bruscamente con il rapimento della bella Zumurrud (interpretata da Ines Pellegrini),e che il giovane ritroverà,dopo lunghe traversie,solo alla fine del film,nei panni del re Sair.

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Le scene cambiano,e cambiano anche i racconti,mentre paesaggi esotici,splendidamente fotografati,si aprono davanti agli occhi dello spettatore;dallo Yemen all’Etiopia,passando per il Sudan e l’India, lo splendore e la magnificenza,il fascino misterioso dei luoghi si mescola in maniera sapiente ad altre quattro storie.

Nella storia successiva,Hamud e Zeudi,un anziano e una splendida donna,osservano due ragazzi fare l’amore,mentre loro devono decidere chi dei due sia il più bello,per passare ad una storia dolorosa,quella di Aziz,che si innamora di una bellissima e misteriosa donna,che lo evirerà.

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Ancora,la storia di due monaci e poi quella della principessa Dunya,che raccontano le loro vite,in cui si intuisce come il destino abbia sempre in riserbo qualcosa di imprevedibile;tutte storie dove la componente sesso è abbastanza esplicita,con l’esposizione di numerosi nudi maschili.

Che però diventano assolutamente e totalmente innocenti,immersi come sono in un candore assoluto;le immagini non hanno nulla di erotico,e diventano quasi una tela impressionista,un a parte integrante di un paesaggio sospeso,che fatalmente,secondo il punto di vista del regista,è destinato a scomparire,preda della società consumistica,con i suoi miti e le sue apparenze.Una visione,quella di Pasolini,serena e gioiosa,che non era mai stata presente nei film precedenti,in cui si nota l’ammirazione e la simpatia per una cultura fatta di cose semplici;un film che contrasta in maniera copernicana con il film successivo,l’ultimo del grande regista,Salò.In cui le cose cambiano radicalmente,trasformando la vita in un concerto di morte,nella distruzione assoluta a e totale della vita da parte del potere;una visione da incubo che avebbe avuto chissà quali sviluppi se purtroppo Pasolini non fosse stato assassinato durante le riprese.

Il fiore delle mille e una notte

Un film di Pier Paolo Pasolini. Con Franco Citti, Ninetto Davoli, Ines Pellegrini, Christian Alegny, Margareth Clementi.
Genere Fantastico, colore 130 minuti. – Produzione Italia 1974.

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Il fiore delle mille e una notte protagonisti

Ninetto Davoli: Aziz
Tessa Bouché: Aziza
Franco Citti: il genio
Franco Merli: Nur-e-Din
Ines Pellegrini: Zumurrud
Abadit Ghidei: Principessa Dunya
Alberto Argentino: Principe Shahzmah
Francesco Paolo Governale: Principe Tagi
Salvatore Sapienza: Principe Yunan
Giana Idris: Giana
Fessazion Gherentiel: Berhane

Il fiore delle mille e una notte cast

Regia:     Pier Paolo Pasolini
Soggetto: Le mille e una notte
Sceneggiatura:     Dacia Maraini
Fotografia:     Giuseppe Ruzzolini
Montaggio:     Nino Baragli, Tatiana Casini Morigi
Musiche:    Ennio Morricone
Scenografia:     Dante Ferretti

Il fiore delle mille e una notte recensioni

Non si può immaginare fino a che punto fosse dolce Pier Paolo e quanta la sua capacità di complicità, i suoi silenzi, perché era un uomo estremamente silenzioso, che parlava molto poco, poteva stare delle ore senza dire una parola, però la sua presenza era sempre lì, non mancava mai agli amici, la sua compagnia durante i viaggi (noi abbiamo fatto moltissimi viaggi insieme, in Africa, per esempio), avevamo molte cose che ci accomunavano: per esempio, la curiosità sociale, l’interesse e il desiderio di conoscere meglio e di frequentare il mondo di chi è impedito o comunque di chi è privo degli strumenti della cultura e di chi addirittura è menomato da questo punto di vista”  Dacia Maraini


Il fiore delle Mille e una notte è una sorta di affresco di un mondo, passato e presente  quel Terzo Mondo dal il quale il regista, da qualche anno, si sentiva particolarmente affascinato e attratto e attraversato da un grande senso di serenità e di sensualità mai presente prima, in questo modo, nei film di Pasolini. Egli mette in scena, dunque, il suo sogno, la sua idealizzazione e mitizzazione del Terzo Mondo. In tal modo, il sesso viene liberato dagli aspetti legati al reciproco possesso, alla prevaricazione, al predominio. Vi è pienamente realizzata una libertà sessuale che è anche simbolo di purezza dei sentimenti, che fa sì che il sesso non appaia mai né morboso né osceno, ma rappresenti invece un dono reciproco, innocente e delicato, soprattutto libero da inibizioni e sovrastrutture culturali.
Pasolini esprime, con Il fiore delle Mille e una notte, un cinema di pura poesia delle immagini, riuscendo a trovare un sereno equilibrio tra alcune componenti essenziali già presenti nei suoi film precedenti, particolarmente in Edipo re e in Medea: il richiamo prepotente alla sessualità e la grandiosa maestosità dei paesaggi, ricchi di valenze pittoriche e di un acuto, sensibilissimo senso artistico
. ”
Nico Naldini, Pasolini, una vita, Einaudi, Torino 1989

“Dall’omonima raccolta di novelle arabe, sistemata in forma canonica intorno al 1400: nella storia di Nur-er-Din che cerca Zumurrud, l’amata rapita, e la ritrova sotto le spoglie maschili del re Sair sono contenute, come in una scatola cinese, le altre quattro. “La verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni” è la citazione che fa da filo conduttore all’ultima parte della cosiddetta “trilogia della vita”, tutta sotto il segno dell’esaltazione del sesso e della morte incombente. Dei 3 film appare come il più sereno e risolto, probabilmente perché la natura stessa della raccolta araba aveva esentato l’autore da ogni obbligo di fare i conti con la storia e il potere, qui sostituiti dalla forza trascinatrice della fatalità e dei sentimenti assoluti.” Morandini

 Il fiore delle mille e una notte location

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Maggio 13, 2008 Posted by | Drammatico | , , , , | Lascia un commento